Un titolo allegorico, un cast significativo composto da nomi di ottimi caratteristi (Giuffrè, Delle Piane, Gigi Ballista, Lionello, Cannavale e -soprattutto- Franca Valeri) ed un regista interessante (Carnimeo). Ci si sono messi in 4 a sceneggiare (Giuffrè, Tito Carpi, Luciano Martino e Francesco Milizia) la vicenda di un gigolò col "vizietto" del gioco delle carte (da qui il 2° significato della "scopa") che stimola l'attenzione solo quando entra in scena (sotto l'immancabile doccia) la bella Eva (Edwige Fenech). Per il resto la noia domina.
MEMORABILE: I doppi sensi tra Michele (Giuffrè) ed Eva (la Fenech) mentre lei resta nuda e insaponata sotto ad una doccia difettosa...
Inguaribilmente brutto (questo sì che era da fimare con lo pseudonimo!). Non fa mai ridere e, titolo a parte, le battute sono telefonate e/o volgarotte. Si può guardare solo perché ciascun attore ha un’aura di meritato mito, che la partecipazione a cotale filmettino non può certo oscurare. Bellissima la Fenech.
Quello che mi chocca è vedere un filmetto risibile con la presenza di eccellenti attori. Cose che capitavano negli Anni Settanta, quando per la pagnotta gente come Giuffrè e Valeri facevano 'ste robe. Persino Edwige, che non era certo la Garbo, si distingueva perlomeno per la capacità di stare al gioco con ironia. Ed è una figa spaziale. Il borbottio di Giuffrè sempre uguale in questi film è peraltro irresistibile. I doppi sensi continui non fanno buon servizio alla pellicola. Carnimeo è regista che non mantiene mai le promesse.
Andava preso col senno di poi, domandatelo a Montezemolo e Tarantino. Non è per niente brutto e la scopofilia (questa la vera allusione del titolo) vince sulle banalità della trama. Gli attori sono dei signori attori, le facce di Giuffrè sono sempre buffissime. Fenech da infarto.
MEMORABILE: Giuffrè distrattamente dice: "posa quello scopettino do' cesso da mano" a Carlo Delle Piane intento a fare pipì, accorgendosi che si trattava di altro...
L'idromania della Fenech (che consuma rapporti solo in presenza di docce, vasche, acquazzoni... insomma getti o specchi d'acqua), e la ludomania di Giuffrè (rovinato dal poker e perciò costretto a smignottare con due attempate signorine) sono le "due- trovate-due" che alimentano la vena comica del film, completamente rovinato da un surplus di battute di rabbrividente volgarità, delle quali non c'era bisogno: i volti di Giuffrè e della Valeri sono espressivi, il corpo della Fenech, pure. Ciarliero, rumoroso, ma non spiritoso: una farsaccia.
MEMORABILE: L'equivoco sul "marcantonio", con doppi sensi e giochi di parole da far cader le braccia.
Tipico caso di commedia dalla sceneggiatura esile esile (situazioni risapute, sviluppo trascurabile e doppi sensi “fallici”) soccorsa in extremis dal valore degli interpreti: Giuffrè, la Valeri e la Perego centrano qualche gag felice e i caratteristi Ballista, Robutti e una biliosa Facchetti aggiungono un pizzico di sale che non guasta. Ambientata a Parma, ma l’accento dei personaggi è un bolognese fuori posto.
MEMORABILE: Ballista che non cede ai bluff di Giuffrè; Giuffrè in posa per la Valeri; Robutti e l’equivoco su “Marcantonio”.
Un po' di pena la si prova. Non tanto per la strepitosa Edwige che fa più o meno quello che faceva in tutti i film del periodo, quanto per valorosi e bravi attori come Giuffrè, la Valeri e la Perego, umiliati da ruoli penosi e da situazioni a dir poco deprimenti. La classificazione di "commedia erotica" è qui più che mai fuori luogo, perchè non c'è ombra di comicità e tanto meno di erotismo, a meno di voler prendere per tale la monotona sequela di volgarità e doppi sensi partoriti da Carnimeo e dallo stuolo di sceneggiatori al suo seguito.
Questo film andrebbe mostrato nelle residue scuole di cinema per far comprendere l'importanza dell'attore. Una farsa, con battute volgari e allusioni di grana spessa, si trasforma, grazie a caratteristi eccezionali, in una sorta di rallentata e gradevole commediaccia di costume. Giuffrè domina con la sua aria da gatto sornione assecondando una serie di presenze mitiche (notevole la debordante Perego). Si ridacchia a denti stretti (bravo Cannavale a far da spalle, non male il superdotato Delle Piane). Fenech bonazza top.
Farsa pruriginosa piuttosto scontata, che paga una sceneggiatura parecchio insulsa e ripetitiva, oltre che completamente prevedibile. Un motivo per vedere questo film? Edwige, ovviamente, che però alla lunga risulta un po' fastidiosa da ascoltare visto che il doppiaggio le appiccica un brutto accento teutonico. Giuffré e tutti i vari caratteristi impediscono al film di sprofondare completamente, ma (specialmente nei primi 60 minuti) i dialoghi sono quasi unicamente fatti di doppio sensi piuttosto stancanti.
Un incallito giocatore di poker cerca di cavarsi dai guai, conseguenti alle continue perdite di denaro, prostituendosi con due sorelle agiate che lo tengono in pugno. Incontrerà fortuitamente una bella tedesca che gli farà perdere la testa. Farsa che vede come protagonista lo "stallone" Giuffrè e la divina Edwige pronta a concedersi senza riserve a chi è in grado di soddisfarla, e a patto che sia presente l'acqua come elemento di contorno. Non si ride quasi mai e le poche volte che questo accade il merito va alle battute della governante interpretata dalla brava Adriana Facchetti.
Fiacca commedia erotica di Carnimeo con una trama scontatissima completamente rovinata da una sceneggiatura inconsistente, che nel migliore dei casi insiste su doppi sensi degni del peggior avanspettacolo. Dispiace ancora di più leggendo i nomi del prestigioso cast, sia fra i protagonisti che fra i comprimari, che riescono con grande mestiere a trovare qualche momento divertente, anche se per la maggior parte del tempo prevale la noia. La confezione sarebbe anche discreta, ma il risultato finale resta sotto la sufficienza. Visione evitabile, se non siete completisti del genere.
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DiscussioneZender • 17/09/09 12:00 Capo scrivano - 47890 interventi
Restauro audio/video non eccezionale, ma comunque molto buono rispetto alle condizioni di partenza, con il video nel corretto formato cinematografico 16:9 2:35:1.
Mancano gli extra (solo il trailer), bellissimi i menù in tinta con il film e sopratutto impostati nel corretto formato 16:9.
Durata 90 minuti e 23 secondi
Versione rigorosamente integrale
Per tutti questi fattori, da acquistare assolutamente per gli appassionati dell'unica e inimitabile divina Edwige.