Quasi una versione italiana di HARRY TI PRESENTO SALLY, con i due protagonisti (Verdone e la Buy) a rincorrersi e lasciarsi per decine di volte. Verdone però non ama il plagio e ci mette molto del suo per rendere originale la storia, così trasforma Bennie e Billa in due ipertesi costantemente in overdose da medicinali che si conoscono dall'analista (una spruzzatina di Woody Allen non fa mai male...). Sarebbe una trovata notevole e il Verdone attore è davvero strepitoso in una parte finalmente affrancata dall'inconfondibile accento romano (siamo a Milano), tanto da vincere meritatamente il David di Donatello....Leggi tutto A stridere, a tratti, è invece Margherita Buy, un po’ troppo sopra le righe, per quanto lo richieda il personaggio, comunque capace di slanci di dolcezza e tenerezza non comuni. Ogni tanto prende la scena tutta per sé e si lancia in monologhi fini a se stessi (stressata va bene, assatanata meno); colpa anche della sceneggiatura, che a volte insiste eccessivamente su stratagemmi comici infelici (il continuo, ossessivo richiamo all'amore di Billa per l'analista, ad esempio). Meglio comunque la prima parte, più dinamica, che non la seconda, ambientata tra Londra e la Cornovaglia, con esagerato compiacimento per i paesaggi. Nel complesso comunque il ritmo è quello giusto, la misura nella comicità di Verdone è apprezzabilissima e il naturale erede di Sordi dimostra quanto sia abile nello scegliere sempre personaggi nuovi. Sicuramente il biografo delle rockstar Bennie, con una particolare predilezione per Hendrix, rispecchia molto i gusti del Verdone uomo, ma non è solo per questo che il personaggio funziona. Un film fondamentale nel percorso cinematografico di Verdone, e un’intesa comunque ottima con la Buy, che ha lasciato il segno nella carriera di entrambi.
Bellissimo film di Verdone e perfetta accoppiata di protagonisti, con Margherita Buy che recita il suo ruolo prediletto (la donna con la testa un po' fra le nuvole e svampitella, ma profondamente buona e come tale vittima delle situazioni più complicate). Azzeccata la scelta dei paesaggi della Cornovaglia, rarefatti, magici e potenti. Una delle storie d'amore meno mielose e più sincere mai portate sullo schermo. La ricerca fatta dal protagonista sulla morte di Jimi Hendrix aggiunge gusto al film.
Verdone dimostra di conoscere bene i meccanismi della commedia distaccandosi abbastanza dai suoi vecchi lavori e approfondendo un po' di piu le sue solite parentesi sentimentali-riflessive, senza far scadere troppo il film. Che infatti è molto fluido e particolare sia per lo sfondo del caso Hendrix che per quanto riguarda l'idea dell'amore nato tra antidepressivi e sedute dall'analista; non mancano ovviamente punti simpatici e divertenti, soprattutto per merito della buona interpretazione di Verdone. La Buy purtroppo a volte infastidisce.
Non il miglior Verdone ma comunque un discreto film. La storia del rapporto tra questi due tipi "schizzati" e assuefatti dai medicinali alterna alti e bassi tra una continua serie di litigi e riappacificamenti finendo per coinvolgere. Curiosa l'idea della biografia su Hendrix e ottime come al solito le battute della sceneggiatura. Ottimo Verdone e bravissima la Buy. Non tutto funziona (soprattutto a causa di una certa ripetitività) ma il film è abbastanza orginale e ha un finale che non delude.
Una delle migliori regie di Carlo Verdone ed anche il film in cui la sua comicità trova una respiro più ampio travalicando i confini angusti della sua regione e dell'italianità in senso stretto. La storia è piacevole e ben scritta con una buona ambientazione prima milanese poi inglese; al protagonista si affianca una brava Margherita Buy che si rivela buona spalla per l'attore regista assecondandone i tempi sia comici che drammatici.
È una commedia divertente che nasce nello studio di uno psicanalista romano e termina nei pressi di un cimitero inglese con una improbabile biografia su Hendrix. Verdone disegna due personaggi che fanno dell'insicurezza e dell'ipocondria una ragione di vita, le cui debolezze ispirano simpatia, anche quando sono portate all'eccesso. I due protagonisti danno vita a situazioni neanche tanto banali dove prendono quota le note qualità di Verdone e una Buy in buona forma come sponda "melodrammatica".
Una delle migliori regie di Verdone, seconda solo a Compagni di scuola. Il duo di nevrotici Buy/Verdone, vuoi perché credo proprio lo sono nella vita, vuoi per l' ottima performance, funziona a meraviglia. Pellicola che trasuda insicurezza e che per questo si fa amare. Alcune trovate sono deliziose ed anche la biografia su Hendrix è decisamente una bella trovata! Da vedere!
Tipico film di Verdone con gli altrettanti tipici difetti: inizio scoppiettante causa problemi di lui, incontro con una lei pazzerella che gli scombina la vita... e poi nella seconda parte il ritmo cala paurosamente, nonostante la geniale inserzione della "caccia" ad Hendrix. Onore al merito comunque, perché Verdone traccia un ritratto vero dei 35-40enni di oggi, ma (forse) ci vorrebbe più coraggio. Niente buonisimo, il vero italiano è il figlio convertito dal padre di In viaggio con papà.
Gradevole e ben costruita commedia di Verdone che, lassciando da parte i suoi personaggi tipici, costruisce una buona trama e duetta con un'ottima Buy davvero perfetta per la parte della nevrotica e insicura. Il divertimento non manca e il film regala divertenti dialoghi.
Il prologo puzza di trash con l'inguardabile Richard Benson (l'"artista" più inutile del mondo) e la buonanima di Pasquale Africano doppiato in milanese (lui che aveva una voce tipo Sandro Ciotti!). Procedendo troviamo molti clichè del cinema di Verdone: crisi nevrotiche a catinelle, titubanze e frustrazioni amorose e ipocondria galoppante (Carlo dimostra di essere un vero farmacista mancato). Tutto è messo assieme forzatamente e senza la brillantezza comica che fu. Mettiamoci pure la Buy che non riesco a soffrire... 2 palle e mezzo solo perché è Verdone.
Nevrosi incrociate per una commedia piuttosto piacevole, soprattutto nella prima parte, mentre nella seconda predomina un fastidioso aspetto turistico (anche se l'idea dell'inchiesta è carina). Margherita Buy in un ruolo per lei tipico accentua un po' troppo i toni, ma si dimostra comunque una spalla più adeguata alla comicità di Verdone dell'inerte Ornella Muti. A convincere è soprattutto lui, sia come attore in un personaggio che va oltre la macchietta sia come regista in una storia meno sfilacciata del solito.
E’ indubbiamente un piccolo gioiello, nella filmografia del regista romano, inserito appieno nel suo più ispirato momento artistico. Milano (ma anche l’Inghilterra) come cornice ideale di un film autobiografico in cui Verdone, forse per la prima volta (ma poi ne abuserà), inserisce le sue fobie (i medicinali, la psicoanalisi) che addosso a lui hanno il sapore del compiacimento. Nel ruolo “nevrastenico” della sua vita Margherita Buy (parte che però le rimarrà appiccicata per sempre, declassandola, suo malgrado, da attrice a caratterista).
Finale scontato a parte, è una simpatica e gradevole commedia (uno dei migliori film del Verdone degli ultimi anni) in cui Verdone interpreta un ruolo che gli riesce molto bene: quello dell'ipocondriaco "pasticcomane". Alcune cose sono tipiche del regista romano (la psicanalisi). Per trascorrere una serata in allegria.
Più che discreto, senza esagerare. Davvero niente male l'interpretazione di Margherita Buy, nella norma quella di Carlo Verdone. I 2 come coppia funzionano e il film, seppur non sia un capolavoro, si fa guardare. Arriva alla sufficienza, a mio avviso...
La trasferta milanese giova a Verdone, che mette un po' da parte la solarità capitolina per concentrarsi sulla sua vena malinconico - nevrotica. Ottima la trovata di "avvitare" la nevrosi attorno all'idea fissa, un po' strampalata, di trovare la verità sulla morte di Hendrix, e ottima l'idea di affiancarsi ad un'attrice come la Buy che riesce ad essere sopra le righe senza irritare: ha una grande energia! Mi è piaciuto molto anche il ruolo di Giancarlo Dettori, vero "pallone gonfiato"! Buon film.
Esasperante come la Buy, film che bussa alle porte delle piccole-grandi manie che ognuno, chi più chi meno, ha. Ottimo Verdone, trasforma in cinema molti aspetti autobiografici: le sue nevrosi, la passione per Hendrix e il rock anni 70, il mestiere di scrittore (nel film è biografo di musicisti, nella vita autore di sceneggiature), ecc. La psicanalisi non è la panacea di tutti i mali, ma una stampella su cui appoggiarsi, sembra dire Verdone. Il prof. Altieri stesso non è così ineccepibile!
MEMORABILE: L'intervista con Richard Benson; la lingua a serpente; la chitarra sfasciata.
Il tutto nasce dal grande chitarrista americano Jimi Hendrix, prematuramente scomparso. Da ciò emerge una commedia piacevole, delicata nei toni ma pronta a suscitare la risata. Uno scrittore schiavo degli psicofarmaci ed un'attrice imbranata s'incontrano da un analista e da lì daranno vita ad incontri, litigi e riappacificazioni in una miscellanea di situazioni variegate che Verdone gestisce in modo misurato ed ironico.
Piacevole rivederlo diversi anni dopo l'uscita in sala ed è ugualmente piacevole notare che è rimasto il migliore di Verdone. Il quale si confeziona dei personaggi che gli cascano su misura, che impersonano tutti l’uomo vittima dello stile di vita moderno e che fanno ridere ponendo l’accendo sulle loro nevrosi. Il primo quarto è molto comico e vivace, poi ha qualche giro a vuoto. Resta una commedia educata, dove due colleghi di nevrosi portano avanti un legame dal romanticismo infantile condito da qualche pepato commento. Brava anche la Buy. ***
Gran prova di maturità di Verdone, che lontano da Roma emerge finalmente come attore, pur portandosi dietro qualcosa di sé stesso (le collezioni di farmaci e di cimeli rock sembrano provenire da casa sua). Menzione per la Buy, che riesce gradevole nel ruolo di una donna disastrata e nevrotica (laddove ad esempio una Morante, avvezza a questi personaggi, sarebbe stata insopportabile). Il film è piuttosto lungo (forse troppo prolissa la trasferta inglese) ma si fa seguire con piacere a ogni visione.
MEMORABILE: "Hendrix! Lo psichiatra tedesco?" oppure: "Hendrix, il famoso pittore fiammingo!" -"Ma nooo, Hendrix, il chitarrista di colore...tu-tu-ta-FOXYLADY!"
Con la dovuta riconoscenza a Woody Allen, Verdone sviluppa uno dei suoi film più riusciti attorno alla nevrosi e all'insicurezza. Il rapporto fra i due protagonisti è snervante e melodrammatico, ottimo per essere punteggiato dalle numerose battute della sceneggiatura. Verdone non fa una piega, la Buy si cala in pieno nel suo ruolo più celebre risultando convincente (sebbene ogni tanto un po' sopra le righe). Ad una movimentata prima parte italiana ne segue una più lenta e riflessiva ambientata in Cornovaglia. Interessante.
Un film veramente ricco di pregi. L'umorismo di Verdone si stempera per virare verso la commedia sentimentale: mancano le macchiette a cui il regista ci ha abituato - la grande fortuna del suo cinema, ma in certi casi anche il suo limite... - in compenso il tocco è leggero, mai scontato nonostante la trama non si distingua certo per originalità. Perfino la sequenza in Cornovaglia, che conduce all'inevitabile happy ending, regge il passo con la prima parte, più frizzante. Quattro pallini.
MEMORABILE: "Eddai, ma è un problema tipicamente anglosassone quello della froceria!"
Verdone in trasferta Milano-londinese vince su tutta la linea. Forse il suo film migliore, una delle poche commedie sentimentali italiane ad avere respiro internazionale e ad essere slegata da qualsiasi contesto regionale o sociale. Gran prova della Buy, forse la vera protagonista, che riesce tanto a farsi odiare nel primo tempo (quando Verdone la caccia è quasi un sollievo!) quanto amare nel secondo. Del tutto convincente anche la sceneggiatura, curata e senza la minima sbavatura. Davvero un gran bel film.
MEMORABILE: Il videomessaggio per la ex, con Verdone che prima fa il duro e poi, terminata la registrazione, piange come un vitello! La Buy vestita da fata nel finale.
Un Verdone diverso, meno comico e più sentimentale, che rinuncia alle macchiette senza comunque rinunciare a battute simpatiche e a situazioni che provocano il sorriso. In coppia con la Buy dà il meglio di sè come attore, ma il film ha comunque qualche tempo morto e qualche rimando di troppo ad Harry ti presento Sally. Non è il suo migliore, ma è comunque una grande prova di maturità. Notevole.
Film diverso dal solito per Verdone. Il comico romano attinge al cinema USA tra Woody Allen e contemporanei vari e il risultato è alquanto curioso. Non si ride come al solito e il personaggio della Buy sembra troppo artefatto. Ho trovato inoltre molto fuori posto le musiche di Jimi Hendrix, che diventano suggestive inserite in un film sul Vietnam o sulla controcultura, non in una commedia nostrana. Si arriva a fatica in fondo, colpa anche di una sceneggiatura che sembra dover essere pronta a volare in ogni momento ma rimane sempre al palo.
Classico film nel quale gli episodi funzionano meglio che la trama nel suo complesso (**½). Verdone è eccezionale nei tempi, nelle frasi, nelle cadenze, nelle espressioni, nei gesti. Non funziona, invece, una Buy che interpreta un personaggio talmente esagerato, anche (e forse soprattutto) nei bruschi salti, da risultare non credibile. Il cast di contorno, ad esclusione di Dettori, lascia il tempo che trova.
Ormai diventato famoso agli utenti youtubbari per la presenza dell'idolo Richard Benson, il film presenta tantissimi elementi pregevoli che vanno a toccare tutta la storia e la vita stessa dell'attore regista, dalla passione per il rock ai problemi "mentali". Mai piaciuti gli esterni inglesi.
Gustoso e bellissimo film di Verdone, qui in trasferta meneghina, divertente e piuttosto movimentato. Tutto questo grazie a un Carlo Verdone formidabile sia come attore che come regista; ed è da questa unione di qualità, dietro e dinanzi alla cinepresa, che per l'ennesima volta veniamo deliziati con un film riuscitissimo e memorabile. Ad affiancarlo una splendida Margherita Buy, se vogliamo un po' sopra le righe ma che riesce a trovare un'intesa comica con Verdone davvero molto funzionale, mai trovata con le antiche partner dei precedenti film.
Fresco e sbarazzino film di Carlo Verdone. Storia convincente girata coi tempi giusti, specialmente la prima parte. Si respira un'aria diversa dai soliti film del regista, più frizzante e "aperta". Ottima la scelta di lasciare la solita Roma caciarona per l'asse Milano/Londra/Cornovaglia. Verdone in forma smagliante. La Buy regge bene la parte, giustamente sopra le righe come vuole la migliore tradizione di chi va in analisi e quindi è soggetto a sbalzi di umore.
Uno dei migliori film di Verdone, il quale strizza l'occhio a un certo tipo di commedia che, a mio avviso, rimanda molto ad Allen. Oltre alla buona prova di Carlo, da ricordare la sempre positiva Buy. Elementi chiaramente autobiografici presenti nel film sono: la grande considerazione per Jimi Hendrix e la competenza in medicina di cui fa sfoggio Verdone in qualche sequenza. Piccola apparizione per un Richard Benson "leggermente" più magro.
MEMORABILE: Verdone che spiega il rapporto Hendrix/chitarra - chitarra/Hendrix.
Il Verdone malinconico confluisce nella disperata ricerca di sé. La sua vita difficile lo avvicina a un'altra persona che soffre. Tra i due nasce un quid novi che mano a mano esplode nell'amore. Ma arduo. La dinamica che spinge la verve comica del grande attore romano è buona ma spesso incontra oggettivi ostacoli nella debordanza artistica di una pur validissima (e sensuale) Buy. L'amalgama non sempre sprigiona i suoi effetti positivi, sebbene il film scorra via che è un piacere.
Raschiata via la vernice dell’inchiesta su Hendrix e delle nevrosi all’americana tra Allen e Reiner che dovrebbero costituire la novità, si ritrova una commedia con situazioni di allibente scontatezza. Verdone è a proprio agio con i suoi logori personaggi di cuori solitari ad alto tasso di sfiga e raggiunge un buon affiatamento sia con la Buy che con le seconde file (il pedante Dettori e la fascinosa Casini).
MEMORABILE: Verdone che spiega il rapporto tra Hendrix e la sua chitarra.
Come è bravo Verdone quando mette alla berlina stress e ansie! Qui poi è coadiuvato da una simpaticamente svampita e isterica Margherita Buy in una delle sue interpretazioni più godibili e convincenti. Forse i momenti meno riusciti sono quelli in cui si parla di Hendrix, ma per il resto tutto il film scorre bene e ci si diverte spesso.
Sarà forse perché il vecchio Jimi sorveglia dall'alto ma questo resta, assieme a Compagni di scuola, il miglior Verdone. Alleniana nelle intenzioni e pacata nella resa, la pellicola è una commedia agrodolce caratterizzata da un grande ritmo e da una storia che si fa seguire piacevolmente anche per la sua universalità (cosa rara nel cinema leggero italiano post anni '90). Verdone affina il suo personaggio e, al solito, diverte molto e la Buy all'epoca sprizzava ancora freschezza. La confezione molto più curata del solito completa il bel quadro.
Buon film di Carlo Verdone con Margherita Buy come ottima spalla che gli concede i giusti tempi comici e drammatici. Ambientazione differente rispetto alle solite scelte da Verdone per i film passati, ma ottimamente sfruttata. Sempre bello da rivedere.
Il grande Carlo tra il 1987 e il 2003 (salvo eccezioni), creava delle velate (nemmeno tanto) e amare trasposizioni cinematografiche biografiche. Questo, come il film successivo, ne è l'esempio. Non è sicuramente il Carlo guascone dei primissimi film, ma tra goffaggini e mimiche varie l'opera risulta piacevole, grazie anche all'affiatamento con la nevrotica e a volte fastidiosa Buy, che entra pienamente nella parte. Ad un certo punto si trasforma in un apprezzabile road movie in salsa british che si fa vedere volentieri.
MEMORABILE: "Hendrix, il grande pittore fiammingo!"; L'ormai cult analisi della Casini.
Spumeggiante commedia verdoniana dove la brillantezza dei dialoghi si sposa perfettamente con la prova dei protagonisti. La prima parte è decisamente sopra le righe, la Buy ha una tempistica perfetta e il ruolo le calza a pennello. Calo drastico nella seconda metà: l'ambientazione estera è ripresa con sapienza e spezza il ritmo in modo adeguato, anche se troppo prolungato. Nel complesso ottimo, anche se leggermente sopravvalutato. Finale romantico e molto internazionale.
Con questo suo 11° film, forse la sua prova registica più convincente, Verdone dimostra di essere artisticamente maturato. Il rapporto di odio-amore con la Buy rappresenta il punto di forza di una sceneggiatura che non prevede pause, anzi trova nuova e insperata linfa nella componente britannica. Se però il regista-attore recita il suo solito cliché ipocondriaco, l'autentica mattatrice è l'attrice romana, che da lì in avanti spiccherà il volo. Ottime le location e le musiche.
Uno dei film più famosi di Verdone e sicuramente tra i più azzeccati. Funziona la costruzione del rapporto tra lui e la Buy, due personaggi molto particolari che si incontrano per caso dall'analista e da lì cominciano una serie di avventure/disavventure. L'attore e regista romano si ritaglia una parte molto ben costruita (insistendo spesso sul tipo di farmaci utilizzati, richiamando la vera passione che Verdone ha per la medicina); la Buy talvolta esagera ma dà vita a un personaggio riuscito. Meglio la prima parte, ma nel complesso notevole.
MEMORABILE: I due fotografati dall'anziano signore, con bellissimi paesaggi inglesi.
Valida e divertente commedia di Verdone che come Al lupo al lupo (non a caso dello stesso anno) mette in scena un personaggio assai autobiografico e proprio per questo azzeccato. Ad esso si affianca probabilmente il personaggio femminile più riuscito fra quelli partoriti dalla penna del regista: una convincente Buy, anch'essa preda dell'ansia, con mille fisse e schiava di psicofarmaci. Si ride spesso, la parte di Benson è straordinaria (all'epoca conduceva davvero un programma su una piccola tv romana). Godibile.
Verdone costruisce con la Buy una simpatica e patologica coppia di ansiosi nevrotici, consumatori seriali di ansiolitici. Ambientato tra Milano e l'Inghilterra, il film si presenta movimentato, con situazioni divertenti e anche amare. Come sempre Verdone è abile nel fare le caricature delle debolezze umane e anche qui è molto efficace nel presentare con toni grotteschi una storia di ordinario fallimento. La coppia di attori risulta affiatata, anche se gli atteggiamenti psicotici alla lunga si rivelano ripetitivi.
Dopo un lungo corteggiamento la comicità di Verdone incontra la psicanalisi. Ne vien fuori un film divertente, soprattutto grazie alla bravura degli interpreti, in cui il protagonista ha l'opportunità di interagire con un'attrice di razza come la Buy, abile nel servirgli battute irresistibili. Non eccezionali la storia - piuttosto telefonata - e la sceneggiatura, che scivola spesso nella banalità, soprattutto nella seconda parte "inglese", offrendo all'ottimo cast poche occasioni per mettersi in evidenza. Regia più attenta del solito. Buono.
MEMORABILE: "Ciao? No ciao, addio! Però no addio che dopo me chiami, addio nei secoli dei secoli! " (Verdone alla Buy).
Carlo Verdone e Margherita Buy hanno molte affinità, che il film sfrutta in modo ironico (o autoironico). Anche nella celebrazione di Jimi Hendrix c'è molta sapiente ironia e ce n'è pure nel tessere le trame delle relazioni sentimentali, aspetto che diventerà importante per il filone che Carlo sfrutterà, nel bene e nel male, nei suoi film a venire. I personaggi di contorno non sono niente male e dimostrano di divertirsi nel mettere insieme la storia. Uno dei film riusciti di Verdone.
MEMORABILE: La dolcezza nevrotica di Margherita Buy.
Una buona commedia verdoniana dove il suo cinema trova un ampio respiro, con l'aiuto di una Buy azzeccatissima nel ruolo di spalla nevrotica. Anche l'ambientazione insolitamente milanese contribuisce alla buona riuscita del film che nel complesso scorre bene e, soprattutto all'inizio, sa far ridere. Ormai celeberrima (grazie al web) la scena con Richard Benson. Buono per stare un po' in compagnia.
MEMORABILE: Verdone che registra una videocassetta da spedire alla ex; Verdone che descrive Hendrix a quelli che non lo conoscono.
L'incontro tra il critico musicale, maniaco di Jimi Hendrix e la giovane e insicura attrice, in cura dallo stesso psicanalista, è sicuramente riuscito, così come quello tra i due interpreti. Verdone e la Buy condividono molte ansie e nevrosi, l'alchimia tra loro è evidente; riescono così a dar vita a una commedia gradevole e credibile, anche di un certo spessore, non solo divertente. I dialoghi sono calzanti e hanno i giusti tempi. Location originali, ottima la colonna sonora.
La pietra angolare è il personaggio di Margherita Buy, una nevrastenica ossessiva e pedante che suscita un’irritazione fuori del comune. Se si riesce a sopravvivere, ci si ritrova immersi in una commedia in cui Verdone sembra rispecchiarsi parecchio, dall’amore per il rock anni Sessanta all’ipocondria associata alla conoscenza maniacale dei farmaci. Per il resto il copione sembra una scusa per dialoghi spesso al limite della psicanalisi. Ben venga che una volta ogni tanto il suo lato più romanesco sia messo un po’ da parte in favore di altro.
Verdone mette in scena le sue ansie e le sue ipocondrie interpretando il ruolo di un giornalista musicale alla ricerca dello scoop della vita; si mette a nudo di fronte alla cinepresa e questo fa sì che ne esca un'opera sincera e in un certo senso autobiografica, che beneficia anche dell'ottima prova di Margherita Buy che dà il meglio di sé nei panni della donna nevrotica in cerca di conferme dalla vita. Il continuo confronto dialettico dei protagonisti si può interpretare come un viaggio che li porta alla maturazione personale.
Commedia su sfondo fatto di disturbi nevrotici, dipendenza da barbiturici, analisi e affinità di coppia. Verdone poi mette in primo piano quella che è una delle sue più grandi passioni, la musica rock, coinvolgendo un'icona metallara per una scena già diventata cult. Ottima prestazione di tutti, l'Arbusti giornalista è il prototipo dell'insicurezza umana e richiama a più riprese il Sergio Benvenuti di Borotalco. Rapporto convulso ma reciproco con la Buy: la frase che dà il titolo ripetuta da entrambi lo dimostra. Troppo lungo lo svolgimento.
MEMORABILE: La trasmissione "Jukebox all'idrogeno"; Il videomessaggio alla compagna in stile Manuel Fantoni.
Di nevrosi in nevrosi, la commedia dei tipi umani di Verdone si sposta sul difficile crinale delle dipendenze (umane, virtuali, chimiche), superando parzialmente la sfida. Il remissivo Bernardo è forse il personaggio più autobiografico mai scritto dal regista romano, così come catturato nelle passioni (Hendrix) e nelle manie (l'ansia, l'ipocondria). Margherita Buy, piuttosto inusuale come spalla, cattura e piace a metà, specialmente per l'altalenante gestione delle fasi di recupero tra un'isteria e l'altra. Di medio livello.
Due ipocondriaci pasticcomani si incrociano durante le rispettive crisi sentimentali. Prima parte più variegata tra analisi, sogni di gloria e incomprensioni: non si cerca la battuta e nemmeno un sentimentalismo scontato. Con lo spostamento in Cornovaglia (discreta come location) le sorprese diventano telefonate fino ad arrivare a un finale sdolcinato poco adatto alle fisime dei due. Brava la Buy che riesce a ritagliarsi degli spazi e Verdone con ottimi tempi nei dialoghi.
MEMORABILE: Le prove per superare le paure; La Buy che recita a teatro; La sportina delle medicine.
Verdone riprende temi piuttosto comuni della commedia americana del precedente decennio e li mischia col suo stile, scrivendo per Margherita Buy il personaggio più "margheritabuyesco" possibile (tra nevrosi e ansie). Purtroppo il film è troppo disomogeneo per ambire all'eccellenza, perché la seconda parte ha un chiaro cedimento e non riesce a reggere il livello di una prima parte che invece era superba, briosa e divertente, pur mantenendo il tono serioso del soggetto. Un'occasione un po' sprecata. Ottima la colonna sonora.
Gradevole commedia romantica che non cerca la battuta facile e si concentra sulla buffa e tenera accoppiata Buy-Verdone (che scrive, dirige e recita), due nevrotici con problemi sentimentali che finiscono per completarsi a vicenda. Il sottotesto musicologico e documentaristico non fa che dare forza e dinamicità alla storia, forse non sufficiente a reggere quasi due ore, ma nell'insieme piacevole e con pochi momenti deboli (dello stereotipato fidanzato snob della Buy si poteva fare a meno). Qualche gag in più nella seconda parte avrebbe giovato alla resa complessiva. Finale appagante.
MEMORABILE: L'intervista di Richard Benson all'inizio; La Buy bloccata in bagno; La familiare disinvoltura con cui Verdone e la Buy nominano i vari farmaci.
Incentrato su due argomenti: la nevrosi (sia del protagonista, Bernardo, che di Camilla) e Jimi Hendrix, che senz'altro questo film può far venir voglia di ascoltare. Suggestive le ambientazioni britanniche e la storia si segue senza problemi. Quello che però manca è l'elemento di divertimento: non si ride mai, al massimo qualche sorriso. Verdone attore fa il suo, seguito a ruota dalla Buy, anche se progressivamente pare perdersi. Nulla di eccezionale ma film godibile. Certo, il regista romano ha fatto di meglio.
MEMORABILE: La registrazione del presunto testimone di segreti di Hendrix.
Verdone già da qualche anno aveva cominciato a dirigere film meno macchiettistici e più maturi, contornandosi di attori da porre al suo pari. Questa commedia ha un plot che si può definire ad episodi visto che i due protagonisti (con lui una bravissima Buy) si lasciano e si riavvicinano diverse volte fino al finale che sarebbe scontato per altri registi ma non per lui, che invece ha sempre optato per soluzioni alquanto amare. Ci sono delle belle trovate e il film regge bene la durata. Fantastica la location della Cornovaglia.
Simpatico, divertente, nevrotico. Il Verdone anni 90 funziona sempre, o quasi. Buona la regia e anche le interpretazioni, compresa una Buy debordante ma straordinariamente brava, soprattutto nella recita sul palcoscenico di Londra. La trama è originale anche se il finale non sorprende di certo. Colonna sonora strepitosa come da tradizione verdoniana. Piacevole come la Milano anni Novanta in cui è ambientato.
MEMORABILE: Il Verdone che mena; La Buy bellissima in abito di scena nel finale.
Film discreto, leggermente superiore nel complesso agli altri di Verdone del periodo. La trama è esile, lo svolgimento molto ripetitivo e a volte snervante. Il personaggio della Buy è insopportabile in termini di ripetitività, toni vocali e recitazione piagnucolosa. Straordinario cameo iniziale di Richard Benson. Verdone cerca la strada "internazionale" e finisce in un film che, dopo un discreto inizio, si perde clamorosamente. Alcune trovate indovinate, ma lo svolgimento risulta troppo ripetitivo e si sente la mancanza di una "spalla" di razza per il comico romano.
Bernardo, scrittore di musica rock nevrotico e ipocondriaco (e come se non bastasse caduto in crisi totale), avrà la vita scossa da bella attrice di teatro con cui condivide ansie e analista. Tra i lavori migliori di Verdone, il film si snoda sapientemente tra Milano, Londra e la Cornovaglia ben musicato dai pezzi del grande Jimi Hendrix, protagonista peraltro delle ricerche del protagonista. La pellicola ha punti altissimi e sa sempre divertire, sorridere, ridere e fare riflettere. Nel cast un già attempato Giancarlo Dettori e Stefania Casini, che non rivedremo per vent'anni.
MEMORABILE: Richard Benson e "Juke Box all' idrogeno"; Al night con Stefania Casini; Il litigio a casa; Il "biografo di Rita Pavone".
Carlo Verdone ancora alle prese coi suoi personaggi nevrotici e tendenti all'ansia. Ma, vale la pena sottolinearlo sempre, nonostante tutto Carlo Verdone sa sempre come far passare un'ora e mezza piacevole. Pur non essendoci troppe novità, è un'altra pellicola leggera e che si lascia guardare, anche se non divertente come altre di Verdone, anche perché i due protagonisti, soprattutto Margherita Buy, scadono spesso nel macchiettismo generando parti poco credibili. La parte britannica stenta, sembra non confarsi al nostro Carlo. Film simpatico e senza troppe pretese.
Nelle vesti di musicologo passatista sul punto di pubblicare una biografia su Hendrix cui manca un vero scoop, Verdone intercetta dall'analista una bionda un po' spiritata e un po' matta. Notevoli l'avvicinamento e i primi screzi, ma il film galleggia bene fino a Londra giocando sull'elettricità scatenata dagli incontri tra i due. Poi vira sul sentimentale aggiungendovi in Cornovaglia il verde, gli ampi spazi e sempre trovando grandi risposte dai protagonisti, affiatate facce della stessa medaglia; malinconici, teneri, talora sopra le righe a combattere contro i rovesci della vita.
MEMORABILE: La non-intervista alla trasmissione di Richard Benson; La Buy versione fatina senza un vero perché; La foto dell'anziano con “effetto terremoto”.
Non si ride mai e per una commedia è difficile dire di peggio. Recitazione di tutti appena sufficiente, regia e sceneggiatura non ispirate, il personaggio verdoniano del sempliciotto vittima delle donne è già e da un po' la stanca ripetizione di uno stereotipo che funziona(va). Verdone prosegue il suo lento passaggio da personaggi che non sanno come sbarcare il lunario (nei suoi primi film) a professionisti medio/altoborghesi sempre meno interessanti e con vicende personali scialbe, percorso che lo ha portato adesso a dare il meglio come narratore di aneddoti. Trama inverosimile.
Quasi una versione verdoniana di certe love-story nevrasteniche di Woody Allen; l'autore probabilmente mette parecchio di sé stesso nel personaggio, dall'ossessione per le medicine e la psicanalisi fino alla passione sfrenata per Hendrix, la cui immagine e musica compaiono come un fil rouge durante l'intero film. Eppure è proprio la ost rock a sembrare a tratti fuori luogo; anche la narrazione fuori campo e una fotografia un po' anonima sono tra i difetti di un lavoro ripetitivo, troppo lungo e nel quale si possono premiare perlopiù la prova di Verdone e qualche gag riuscita.
Siamo ai vertici di Verdone, che dirige e recita magnificamente un film in cui dà ulteriore conferma, nei primi anni '90, del suo appartenere di diritto all'Olimpo dei migliori protagonisti della commedia all'italiana. Le nevrosi e le debolezze di Bernardo e Billa inteneriscono e fanno sorridere, nonostante il loro struggersi alla ricerca di una sicurezza che non avranno mai, ma che, una volta unitisi, potranno affrontare insieme col sorriso. Atmosfere del nuovo decennio perfette, ambientazioni moderne e raffinate, anche in terra straniera, che danno un tocco internazionale al film.
MEMORABILE: Il videomessaggio a Adriana; Berni che si addormenta ai racconti di Billa; La cena con l'acculturato compagno di lei.
Bernardo, musicolo con mille fobie e Camilla, attrice sull'orlo di una crisi di nervi, si conoscono dallo psichiatra. Se ne combineranno di tutti i colori, ma la loro vita cambierà radicalmente. Uno dei migliori Verdone (forse il suo personaggio più vicino all'attore reale) firma regia e sceneggiatura di un film divertente e senza punti morti. Ci mette anche il faccione, accompagnato dalla bravissima Margherita Buy, e il piatto è servito. Ottima prova anche di Gianfranco Dettori nel ruolo dell'impresario teatrale.
MEMORABILE: "No, it's mine. It's lassativ powder..... come c... si dice lassativo in inglese!".
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
Al minuto 45:38 parte il brano "Crossfire" di Stevie Ray Vaughan; tuttavia, la presenza dei dialoghi in sottofondo, non mi fa capire se si tratta del brano originale o di un personale arrangiamento fatto in studio da Carlo.
Il film che vanno a guardare al cinema Verdone e la Buy per sfatare la paura è Arma non convezionale, del 1990 ma uscito in Italia nel Giugno del 1991. Grazie a Ruber per i fotogrammi.
Alle spalle di Richard Benson, c'è il pannello di Jimi Hendrix che fa riferimento alla sua esibizione (una delle ultime), all'Isola di Wight del 1970. Al di la del vestito di scena che in tale anno l'avrebbe potuto indossare altre volte, il viso magro e scavato sono indizi importantissimi che ci spiegano che siamo proprio nell'ultimo periodo della sua vita.
Questa foto fu scattata in Cornovaglia durante le riprese di "Maledetto il Giorno che t'ho incontrato", ed ha una storia oscura.
Nessun abitante della Cornovaglia si sarebbe mai fatto fotografare accanto a questo cartello, perché il significato in gaelico è "incrocio delle streghe".
Da quell'incrocio partivano diverse stradine che portavano nella casa di donne che praticavano magia nera dal 1100 al 1800: molte furono poi bruciate vive, accusate di stregoneria, esattamente in quel posto, dove è il cartello.
Per la troupe inglese quel cartello era un'ossessione.
Un giorno mi sono rotto e li ho sfidati, facendomi fare la foto, addirittura appoggiandomici sopra.
"Noooooooooo" urlarono.
"Siiiiiiiiiii!!" gli risposi. "Credete alle cazzate!" (glielo feci tradurre).
"E io vi dimostrerò che porta bene! Scommettiamo?"
Ed infatti il film nel '92 incassò quasi 13 miliardi di lire, e vinse parecchi David di Donatello.
L'ambasciata inglese mi fece addirittura un regalo perché con quel film triplicarono gli italiani in vacanza in Cornovaglia.
Con l'occasione invito, chi ne avesse voglia, a visitare questa regione magnifica della Gran Bretagna.
Dove la forza della natura è presente nei forti venti, nelle basse ed alte maree, nelle tempeste improvvise ed in intervalli di sole che danno una luce speciale a questa terra di marinai, cavalieri e leggende misteriose.
Con questo consiglio vi auguro una buona giornata con affetto.
Carlo Verdone
Stone Free - The Jimi Hendrix Experience (Titoli di testa: si tratta della versione in studio, originariamente b-side del singolo Hey Joe, nel 1997 inserita anche nella riedizione dell'LP Are You Experienced?)
Qui una versione live
https://www.youtube.com/watch?v=1JQjarE-fKE
Catfish Blues - Jimi Hendrix (versione eseguita alla BBC, rintracciabile nelle compilation Radio One e BBC Sessions).
Qui una versione live
https://www.youtube.com/watch?v=adZ87fQi5to
Samuel1979 ebbe a dire: Piccola partecipazione del gruppo Jona's Blues Band; il gruppo esegue il brano "To be happy"
Si tratta della scena in cui Verdone va in un club per parlare con il suo manager subito dopo aver scoperto di essere stato lasciato dalla compagna (minuto 12 circa).
Qui una versione meno "scalmanata" di quella presente nel film
https://youtu.be/4LbAi2ancTY?list=PLi06MKeL0hHiXPpi8_CmOO3fVBZRe-f_y
La versione che ho io e la seconda uscita, rispetto a quella di qualche anno fa, la differenza la noto perchè la cover ha uno sfondo più chiaro rispetto alla stessa cover del vecchio dvd. Il master tuttavia è uguale, a mio parere non noto particolari differenze.
Formato: 1.66:1 Audio: dolby 2.0 Sottotitoli: italiano Extra: intervista a Verdone, backstage, biografie,album foto. trailer.
CuriositàZender • 2/05/23 09:43 Capo scrivano - 48839 interventi
Il film che Bernardo va a vedere al cinema Pasquirolo mentre Billa (Buy) è in casa sua con l'analista, è Dove comincia la notte di Maurizio Zaccaro, uscito nelle sale italiane il 10 settembre 1991. Per quanto si veda molto male il manifesto, la grafica non lascia spazio a dubbi: