Remake di un film francese a sua volta palesemente ispirato dalla NOTTE DA LEONI americana, I BABYSITTER adatta l'ormai consunta idea del found footage alla commedia di casa nostra. Il video ritrovato è questa volta opera di tre ragazzi che hanno organizzato una megafesta nella villa dove uno di loro, Andrea (Mandelli), è stato ingaggiato per fare da babysitter occasionale al figlio del padrone (Abatantuono) per cui lavora. Assentatisi i genitori, Andrea - che compie gli anni - viene lì raggiunto a sorpresa dai suoi due amici (Ruffini...Leggi tutto e Pisani, che s'incarica di filmare il tutto) e la festa ha inizio, tra il non troppo stupore del bimbo che ne approfitta per fuggirsene di soppiatto al luna park. Ma tutto questo lo verremo a sapere dopo, quando il padrone di casa e sua moglie, tornati in anticipo a causa della chiamata della polizia, assistono assieme al commissario (Catania) e al suo aiutante (Facchinetti) al video ritrovato nella telecamera abbandonata tra mille altri oggetti in disordine nel salotto di casa. Particolarmente preoccupati dall'assenza del figlio, del babysitter e dalle condizioni di devastazione in cui versa la villa, i due scopriranno, passo dopo passo, cosa è successo lì la notte della loro assenza. Un bel sistema per farci vivere in prima persona l'apprensione mista a stupore dei genitori, destinata a generare tutta una serie di battute a commento della "proiezione privata". Secondo uno schema collaudato fin dai tempi di CANNIBAL HOLOCAUST, insomma, la narrazione procede parallelamente: da una parte chi ha agito ripreso mentre sta agendo, dall'altra chi sta assistendo ansioso di capire cosa sia successo. Da una parte la comicità sguaiata e a lungo andare limitata dei tre ragazzi, dall'altra le improvvisazioni e la grande professionalità di un Abatantuono (in partecipazione straordinaria, certo, ma molto più presente di quanto non si creda) che alterna sommo cinismo a momenti di riflessione sulla sua inadeguatezza di padre ben assistito dalla coppia Catania/Facchinetti e dalla Cavallin (sua moglie). Si tratta di fatto di due film molto diversi, a partire dalla comicità: più scontata, forzatamente giovane e “all'americana” quella dei giovani (con fasi di stallo non indifferenti, come la lunga parentesi al luna park), più tradizionale ma godibile quella degli “anziani”, caratterizzata da botta e risposta talvolta azzeccati e aiutata dal mestiere degli attori. Peccato che la prima sia la parte preponderante del film, con la seconda che fa da semplice contorno. Così, per quanto Ruffini reciti nel ruolo che gli riesce meglio, Mandelli si contenga lodevolmente e la Tabasco faccia bene quel che deve (Pisani si vede poco, stando dietro alla telecamera), non è che la storia permetta loro di raggiungere grandi traguardi: il modello americano di riferimento resta molto distante... Curiosa la partecipazione del giornalista Bruno Gambarotta come "sosia ideale" del vecchietto di UP.
Purtroppo tocca constatare che quando una commedia italiana funziona e diverte, negli ultimi anni, è perché è un mero remake di un film francese (Babysitting - Una notte che spacca), che a sua volta prende ampio spunto da uno americano (Una notte da leoni). Di fatto si canta in playback. La coppia Mandelli/Ruffini allieta nel consueto incontro/scontro caratteriale, così come il cast di contorno (in cui spicca Abatantuono), tutti all'altezza del ruoli. Molte trovate comiche riescono a strappare più di una risata scacciapensieri.
MEMORABILE: Abantatuono al commissario (Facchinetti): "L'hanno poi trovato il figlio?" e lui: "Sì, un pezzo alla volta l'hanno trovato".
Un film divertente che mescola l’ironia dei comici di Colorado con l’esperienza e l’eleganza di alcuni artisti navigati. Le espressioni facciali di Abatantuono sono uniche. Interessante la storia raccontata su un doppio binario con l’elemento imprescindibile, intoccabile e immortale della telecamera! La fotografia è mediocre ma il livello generale del film è buono. Regia che non stupisce ma che sa cogliere aspetti della nostra realtà.
Bognetti, con un cast sufficientemente giovane e fresco capitanato da un bravo Diego, dirige una buona pellicola. L'escamotage del mockumentary è gustoso (anche per una "mdp" piuttosto ferma) e soprattutto funziona ai fini del racconto. I leoni-babysitter ci fanno sorridere a più riprese, così come il marginale Facchinetti coi suoi tic. L'unica pecca è quel manto di bontà finale (stesso limite del coevo Belli di papà) che, personalmente, mi annoia un po'; ma forse è un mio problema.
MEMORABILE: I biscotti al cardamomo; La cura per Van Basten; La corsa sui go-kart.
Ancora un remake italiano di un film francese e stavolta abbiamo un risultato che sfiora la sufficienza. La storia ci offre qualche spunto per sorridere (grazie anche ad Abatantuono), ma alla fine non ci resta che un prodotto senza troppe pretese e con attori che svolgono il loro compitino da portare a casa.
Sorta di Notte da leoni in versione italica piuttosto casereccia e low cost, ne riprende spunti e modalità narrative, benché adattate al contesto. Poco adatto in altre situzioni, Mandelli in questo caso funziona abbastanza bene nella parte di un imbranato baby sitter al servizio di un procuratore sportivo interpretato da un sornione ed efficente Abatantuono. Qualche gag simpatica e una buona contrapposizione tra le due parti in cui è diviso il film lo rendono sufficientemente gradevole e meritevole di visone.
La cosa peggiore che si può dire del film è che si tratta di una palese copia dell'omonima pellicola francese, dalla quale non si discosta che per pochissimi dettagli. Archiviata la questione originalità e mancanza di idee, si può dire che in sé è una commedia che si guarda con leggerezza e può definirsi gradevole. Il cast è in parte, Abatantuono eccelle nel suo solito modo di fare e perfino Francesco Facchinetti ha un ruolo curioso e riuscito. Non male, dopotutto.
Francamente non si sentiva la necessità di questo remake italiano, ma evidentemente il mercato non è ancora saturo. Detto questo il film è la prova evidente di quanto sia inspiegabile il successo di Ruffini. Non si riesce a ridere nemmeno una volta per sbaglio in tutto il film e per assurdo il personaggio meglio caratterizzato e interpretato è quello dell'inaspettato Francesco Facchinetti, alla sua seconda apparizione al cinema. Tremendo.
Commediola italica di bassa lega che sovente strappa il sorriso, lievemente forzato ma che non offre nulla di nuovo nel panorama cinematografico. Abatantuono con le sue espressioni è piacevole, il duo Mandelli-Ruffini confusionario e non sempre efficace, Facchinetti decisamente non in parte. Cameo per il grande Bruno Gambarotta. Nel complesso scadente e soprattutto con quei finali buonisti che generano solo mestizia.
Remake fotocopia di una pellicola francese con aggiunta di scopiazzamento, nell'idea principale, della notte leonina. Che dire? Sembra esserci meno volgarità della media ma se si è visto l'originale è inutile approcciarne la visione, anche perché più in generale va detto che si ride poco a causa della penuria di situazioni e battute veramente divertenti. Velo pietoso sul fatto che film del genere (considerati di interesse culturale e quindi sovvenzionati con i nostri soldi...mah!) vogliano anche proporre la patetica, familista, moralina finale.
Come in The blob la peggiore televisione ha invaso il cinema. E, infatti, questo non è un film (magari lo è l'opera da cui deriva): uno sketch che non fa ridere (mai), anzi induce alla depressione, giocato da attori la cui simpatia è dubbia, con una regia inesistente. Una goliardata di dieci minuti tirata per le lunghe. Abatantuono terribile: è il migliore.
Sorprendente commedia italica (seppur copiata) con ottime idee e, incredibilmente, una buona regia di Bognetti fino a oggi mediocre sceneggiatore di commedie giovanili. Mandelli e Ruffini capitanano un gruppo di giovani già visti in film di matrimoni e/o vacanze. Solo che questa volta, ben diretti, non dispiacciono. Gagliarda l'idea del mockumentary con Abatantuono e Catania buoni valori aggiunti. Facchinetti criminal profiler poi è strepitoso. 3 pallini per il coraggio dimostrato dalla produzione nell'uscire dai soliti cliché imposti.
MEMORABILE: La corsa sui kart; Facchinetti sgamato tra i trans; Gambarotta scambiato per il vecchietto di Up.
Un film abbastanza assurdo e inverosimile; ne capitano di tutti i colori e la maggior parte delle cose è pressoché impossibile che capitino, nella realtà. Assodato questo, se ci si concentra sulla commedia col fine di divertirsi ci si riesce, perché gli spunti e le battute non mancano. Da rilevare che nedduno degli attori principali esce dal suo ruolo più tipico.
Non male. Sarà per il modo genuino con cui è girato o per l'affiatamento dei protagonisti (con un Mandelli discretamente in parte) ma tutto sommato è un film che diverte. Funziona anche la cornice con Abatantuono, che ha sempre la sua grande naturalezza nel dire le cose e un sorprendente Facchinetti. Non sempre il ritmo è alto, la parte al Luna Park dura troppo ed è ininfluente, ma come filmetto pomeridiano fa il suo dovere.
Rivisitazione italica di un film creato dai cugini d'oltralpe che riesce a essere comunque fresco e divertente. Una buona regia riesce a coniugare le due parti distinte del film, quelli che sono ripresi e coloro che guardano gli eventi dal distrutto salotto di casa. Alcune gag sono eccessive mentre altre riescono a centrare il bersaglio. Abatantuono e Francesco Mandelli una spanna sopra gli altri. Non sarà una comicità originale ma si apprezza comunque il risultato.
Una commedia leggera leggera con zero pretese, costruita su misura per gli attori protagonisti e destinata alla visione di un pubblico in vena di relax serale. La trama è volutamente esagerata e a tratti poco credibile, ma qua e là si ride e perciò si arriva alla sufficienza. Il migliore del cast rimane Francesco Mandelli, mentre Abatantuono si limita al compitino.
Per il suo esordio alla regia Bognetti dirige un remake che a sua volta era una scopiazzatura: sintomatico dello stato del cinema italiano attuale. Il film vive di momenti troppo altalenanti: se le parti di ricostruzione delle vicende con Abatantuono, Catania e Facchinetti (il migliore) sono tutto sommato gradevoli, il filmato ritrovato gira clamorosamente a vuoto (l'estenuante parte al Luna Park) e finisce per stancare presto (Ruffini e Farina sono imbarazzanti). Alcuni momenti divertenti non bastano a raggiungere la sufficienza e il finale troppo accomodante risulta cacofonico.
MEMORABILE: Gambarotta-Up; L'inseguimento con i kart; Facchinetti profiler.
Nuova frontiera del cine-zelig italiano, Bognetti attinge "senza ritegno" al format gallico sfruttando nondimeno la vecchia guardia (Abatantuono, Catania) ma soprattutto la camera continua alla Cloverfield. In effetti seguendo pedissecuamente il già-visto-altrove si può dribblare la noia ma non le prove dei singoli, assolvendo qualche stralunato Farina o addirittura il Facchinetti trans-fan. Peccato per la vena moralista finale che contrappone paternità imperfetta a quasi quattro quarti di durata pieni zeppi di "incoscienza", a dire il vero poco risibile, e discreta volgarità.
MEMORABILE: Il sigaro.
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