Vento di passioni - Film (1994)

Preparatevi una serie di amuleti (cornetti, sale etc etc) perché se questo film dovesse contagiarvi con la sfortuna dei protagonisti potreste non uscirne vivi. E' la storia delle vicende dei membri della famiglia Ludlow con, sullo sfondo, i selvaggi paesaggi montani americani, la guerra di secessione, il proibizionismo, la guerra. Da lodare il rispetto della cultura indiana. Pitt fa il bello e maledetto (anche qui gli riesce bene, questo ruolo... che lo sia veramente?). Film discreto.

Insomma. Vento di passioni, ma anche vento di sfiga (per le vicende dei protagonisti) e di noia (molta noia). Hopkins decente, Pitt come al solito pessimo, cito giusto Henry Thomas. Confezione discreta, ma in certi punti si fatica davvero a reggere il ritmo.

Vero e proprio drammone ambientato in terra americana, Vento di passioni è il classico spettacolone da cinema americano: storia intrigante, grandi spazi naturali suggestivi ben fotografati e un gruppo di attori famosi e carismatici, tra i quali spicca il grande Antony Hopkins (ma si strizza l'occhio anche al pubblico femminile con la presenza del bel Pitt). Il film non eccelle per l'approfondimento psicologico dei personaggi ma nel complesso si rivela piuttosto godibile.

Una lunga saga familiare americana che annovera soprattutto eventi e vicende tragiche. Discreta la narrazione e molto evidente l'esaltazione del pathos emotivo che cerca di suscitare commozione nello spettatore. Cast di alto livello in cui Hopkins emerge in maniera decisa.

Indigeribile polpettone sentimentale ad alto tasso di ridicolo involontario. L'incredibile sfilza di sciagure che si abbatte sui protagonisti meriterebbe di concorrere nei Guinness. Si sogna Via col vento ma al massimo il risultato è più vicino a La casa nella prateria. Interpreti penosi, regia anonima, confezione tonitruante, noia sovrana. E fu un successo straordinario... misteri del botteghino.

Polpettone sdolcinato o capolavoro? Per me la verità sta nel mezzo, anche se propendo per la seconda ipotesi. Ho trovato molto ben fatto questo film e, stranamente per i miei gusti, non mi è affatto dispiaciuto l'alto tasso di romanticismo. La saga della famiglia, ma ancor più di Tristan, forse, riesce a commuovere e a dare quel senso di revanche calandoci nei panni del biondo capellone. Su tutti metto proprio Brad, ma tutto il cast funziona a meraviglia. Lo consiglio in assoluto ai romantici, ma non solo.

Dramma di ampio respiro, che apre a giudizi ambivalenti. La regia non eccelle e il film, di durata non indifferente, talora sembra girare a vuoto. Il giovane Pitt non è forse l'ideale per un eroe dannato che avrebbe meritato contorni forse più cupi. Fra i pregi l'ottima fotografia, che a tratti assume toni magniloquenti. Seppur poco caratterizzati, i personaggi sono funzionali alla storia, in cui agli indiani è riservato un ruolo non secondario. Bello il finale, che eleva una storia contortasi in più sottotrame. Buono, ma non troppo memorabile.

Polpettone di iella in pompa magna sia per la fotografia e la scenografia, curatissime, che per il cast altisonante, Hopkins in primis. Due ore di tragedie in cui l'ultimo a soccombere è il povero Tristan (di nome e di fatto). Pur non essendo il mio genere, a onor del vero, va comunque detto che il film è ben fatto e pur essendo estremamente sentimentale e drammatico non trascende nello stucchevole (compito non facile). Anche la colonna sonora risulta efficace.

Un film che acquista intensità attorno al personaggio sanguigno del buon Brad Pitt, autore della prova migliore, nel comparto di attori presenti (Hopkins è un pelo sopra le righe, da malato). Le passioni di cui il titolo sono o conducono per lo più a drammi, sicché sullo sfondo di una regione pacifica e particolarmente adatta alla fotografia, si accatastano dolori, che i biondi capelli al vento del nostro provano a fronteggiare. Americano, ma con un piacevole sapore amaro.

Tratto da un romanzo, è un fllm melodrammatico, romantico e abbastanza pomposo, con una trama al limite dell'inconcepibile per come si susseguono le dinamiche. Mieloso ed eccessivamente lungo, ha il pregio di non annoiare. Cast tutto sommato convincente, fra cui spicca Anthony Hopkins. Bellissima la fotografia (premiata con l'Oscar). Consigliabile per una visione.

Decenni di sventure di una famiglia del Montana, fra guerre, quadrati amorosi e gangster. Sontuoso drammone all'americana, sorretto da un cast adeguato e affidato alle cure del competente Zwick. Il regista punta all'emozionalità e all'enfasi epica nella tradizione dei polpettoni romanzeschi, lasciando l'introspezione dei protagonisti a livelli per lo più bozzettistici, ma sa evitare gli eccessi stucchevoli e organizza i tempi narrativi con grande accortezza, riuscendo a salvaguardare l'interesse dello spettatore. Non il classico che cercava forse di diventare, ma più che gradevole.