Quello che mi ha colpito di più in questo film sono i costumi di scena e l'ambientazione curata (Petrarca). La ricostruzione simpatica dei templi degli Incas è coraggiosa e veste il film di colore. Catalogato da alcuni database come western, ritengo sia in verità più un film d'avventura.
Il primo tempo è un proto-western all’italiana; nel secondo compaiono all’improvviso gli Incas e il film rientra così nell’area peplum promessa dal titolo e da alcuni nomi simbolo del genere (su tutti, Alan Steel, forzuto vaccaro castigamatti soprannominato “Sansone” e l’antagonista Mario Petri). La trama è sfilacciatissima, l’azione fiacca, i personaggi e le situazioni dozzinali e il finale monco, ma Pierotti saprà riscattarsi ampiamente quattro anni dopo con l’ottimo Testa o croce.
MEMORABILE: La radiosa apparizione della principessa inca in groppa al cavallo bianco.
Follìa pura. Film peplum trasformato in western poco prima dell'inizio della lavorazione. La mescolanza crea effetti risibili, ma la stessa parte western lascia basiti. Molte cose accadono senza che lo spettatore le veda (le raccontano i personaggi, come nella tragedia greca...) e molte di quelle che vede o sente sono pazzesche, come il croupier che parla in francese con i cowboy o i discendenti degli Inca (fuggiti in America del Nord...) che parlano spagnolo. Boido appare spettrale e non spiccica manco una sillaba. Davvero indescrivibile.
Parte come un western d'ordinanza e a metà vira nel peplum per sfociare in uno dei finali più abborracciati cui sia mai dato assistere. La sceneggiatura è un festival di assurdità, ma il vero guaio è che il film si prende incredibilmente sul serio, invece di puntare esplicitamente sul demenziale come sarebbe stato più logico e conveniente. Piacevolmente folle la ricostruzione della città sotterranea degli Inca, di cui si apprezza la graziosa reginetta, tal Anna Maria Polani. Per il resto, attori cani e location spudoratamente caserecce.
Massacrato dalla critica e presentato come operetta ridicola, questo strano impasto di avventura, western, mitologico risulta magari - chiudendo un occhio - pure passabile. Gli attori sono quello che sono, ma non recitano così male e il film è leggero ma divertente; diciamo che lo si può vedere senza troppo imbarazzo. Originale.
Follia sì, almeno a livello di trama. Purtroppo la pellicola non è così delirante come lo è sulla carta. Il ritmo è discretamente lento, ma il film nel complesso si lascia guardare. A mio gusto c'è troppo western (se così si può chiamare) e poco peplum: mi sarei aspettato un connubio più amalgamato, che avrebbe reso il film un po' più divertente. Nel complesso, una di quelle stramberie da guardare! Incluso il fatto che per una buona mezz'ora di film nessuno dei protagonisti si accorge che la bella indiana è una lei e non un lui...
MEMORABILE: I nomi dei personaggi: Castoro, El Puma, Barracuda e altre animalerie e il cattivissimo capo "Demon".
Il film parte come un western alquanto noioso e a tratti assurdo (succedono le cose ma lo sappiamo solo perché ne parla qualche personaggio); purtroppo a metà succede qualcosa di ancora peggio. Vengono tirati in mezzo gli Incas, ma le riprese e la raffigurazione ricordano in maniera fin troppo simile i film su Cleopatra e simili;; ed è in questo che si trasforma il tutto, con uno dei personaggi nelle vesti di un anacronistico Sansone in jeans che combatte per scappare dal tempio. No.
Film veramente straordinario, nel senso di fuori dall'ordinario. Il produttore Fortunato Misiano non credeva nei western e infatti non ne ha mai prodotti: solo questo, svoltando in senso western un'avventura che voleva avventuroso-forzuta. Ci sono tanti elementi che confermano che la scelta era fatta controvoglia: il cavallo fatto di stoffa che precipita nel burrone, un personaggio che si chiama Tex... Però il fascino del film è davvero grande.
MEMORABILE: Sansone si toglie la camicia e mostra i muscoli.
Sansone deve vedersela contro pericolosi fuorilegge e Incas e c'è pure di mezzo l'immancabile (ma perché?) storia d'amore. Singolare western (giustamente criticato) con inclusi personaggi estrapolati dai peplum nel quale le uniche cose da salvare - in mezzo a una vicenda incoerente e dal finale scontato - sono i costumi, le location, la bella fotografia e l'azione continua; il resto è grigiore assoluto: dialoghi deliranti, scene di combattimento poco credibili e, soprattutto, una recitazione complessivamente men che mediocre. Non funziona nemmeno come parodia di genere; evitabile.
Piero Pierotti HA DIRETTO ANCHE...
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Homesick ebbe a dire: B. Legnani ebbe a dire: Homesick ebbe a dire: Io terrei avventura, che in fondo riassume le due parti del film (western prima, peplum-avventuroso poi).
OK!
p.s. senza polemica, per carità: ma se si dà *½ a questo film, * quando lo si dà?
A dirti il vero ho visto di peggio... Qui c'è una seppur involontaria ibridazione tra generi che secondo me rende il film per lo meno curioso e meritevole di una visione.
Su questo senz'altro. Ci sono film, brutti, ma imperdibili.
Anch'io ho visto di peggio, però un finale del genere è unico...
CURIOSITÀ
A causa del titolo, il film è stato inserito nel ciclo SFIDE TITANICHE, dedicato al peplum, in onda su RAIUNO nell'estate 2012!
Zender ebbe a dire: Se mi metti una curiosità nello stesso post con una frase da discussione generale mi freghi: come faccio a staccarla e passarla in curiosità?
VEDA POST PRECEDENTE.
La informo che qui sul Davinotti, quando ci si rivolge ad un forumista, è opportuno chiamarlo (veda a sinistra) affinché il destinatario sia al corrente della comunicazione a lui destinata.
DiscussioneZender • 1/09/12 11:36 Capo scrivano - 48336 interventi
Dovendo rispondere a cento persone ogni volta, chiamo se ritengo sia fondamentale o quasi :)
Precisazione: non serve scrivere curiosità, quando la si scrive. Se ha caratteri di curiosità, fonti eccetera la sposto automaticamente lì.