Trasferta cubana per l'allora neo-coppia della commedia italiana: i due figli d'arte Gassman e Tognazzi, reduci dal relativo successo di UOMINI SENZA DONNE, tornano al servizio del regista Angelo Longoni spostandosi in una cornice esotica che garantisca una buona base paesaggistica con cui soddisfare almeno gli amanti dei viaggi. Una formula alla Vanzina insomma, con il trionfo degli stereotipi e l'inevitabile affiancamento di bellezze locali (ritroviamo la Lorena Forteza lanciata l'anno primo dal CICLONE di Pieraccioni). Meno insistiti del previsto gli equivoci legati...Leggi tutto alla lingua (i due in fondo parlano e capiscono senza troppi problemi, tanto che a volte siamo noi, semmai, a perdere per strada qualche parola), mentre i meccanismi già oliati della coppia si ripropongono senza grosse variazioni: Tognazzi fa il precisino sfigato ossessionato dalla morale e vittima di acciacchi, Gassman il viveur più alla mano e superficiale. Insieme funzionano ma senza entusiasmare: soprattutto Tognazzi appare poco spontaneo e per questo quasi mai divertente, mentre Gassman pare più attore. A difettare è però la sceneggiatura, che raschia il fondo del barile con situazioni straviste e altrove meglio arrangiate. La regia si aggrappa alle bellezze dell'isola (con puntata a Cayo Largo) e tira avanti a campare.
Dopo il discreto successo di Uomini senza donne, Longoni torna a dirigere la coppia Gassman/Tognazzi trasportandola questa volta in un contesto da film vacanziero. La leggerezza domina tutto il film (come nel precedente) ma questa volta manca quel qualcosa che lo rende più interessante della media e si prediligono situazioni da classico film con italiani all'estero. Comunque molto godibile e divertente, senza volgarità e con buone interpretazioni da parte dei protagonisti.
Commedia leggera e quasi impalpabile ambientata nel contesto esotico di Cuba. Un giornalista e un video-operatore sbarcano sull'isola per realizzare un documentario e vengono coinvolti in una vicenda locale. Il film cade piuttosto rapidamente in tutti i clichè del film tropical-vacanziero del genere e non basta la garbata interpretazione del cast a dipanare la cortina fumogena della superficialità.
I figli d'arte con la bellezza del momento ciclonico generano una pellicola stereotipata e zeppa dei soliti luoghi comuni. L'ambientazione cubana con gli italiani onesti frapposti a quelli affabulatori è carente. Il finale, dopo le solite traversie, buonisticamente scontato.
Longoni, dopo il discreto successo di Uomini senza donne, replica la coppia comica dei figli d’arte Gassman/Tognazzi e li include in una pochade vacanziera nella scontata Cuba dei taxi americani Anni '50, dei falsissimi sorrisi autoctoni, dei canti popolari "spontanei" (vedi anche Faccio un salto all'Avana) e della spensieratezza di vivere (in un paese sotto dittatura sanguinaria). Il film, rispetto alla precedente esperienza, gode di una maggior fluidità e di tempi comici più efficaci. Fuoco di paglia per la spagnola di turno Lorena Forteza.
Torna il trio Longoni-Gassman-Tognazzi, con questi ultimi due amici sul set come nella vita reale. Ma il risultato non si discosta molto dal primo lavoro e, nonostante la profonda conoscenza di Gassman e Tognazzi l'affiatamento non si nota per nulla. Anche il resto del cast latita con una Forteza, reduce dal successo con Pieraccioni, che delude e non poco. Quanto alla sceneggiatura siamo di fronte alla solita storia degli italiani fregnoni che in terra straniera si credono dei gran dritti. Insomma, non proprio una novità. Poche anche le gag riuscite.
Ci sono film che, nella loro semplicità, riescono a trasmettere il buonumore per tutta una giornata. Facciamo fiesta è uno di questi, immerso com'è nella splendida cornice di Cuba, con mare e cielo che si baciano e la cultura che si erge dalle mura dell'Havana vecchia. La coppia dei figli d'arte se la cava abbastanza bene, tentando di sollevare un plot basico con qualche guizzo sparso qua e là. Le bellezze d'ordinanza non mancano e quindi il piatto è servito! Senza pretese, sia chiaro...
L'ennesima, scontata fiera dello stereotipo sugli italiani all'estero e sulla loro visione dei paesi tropicali. Tutto appare visto e stravisto. Cast poco convincente: i due figli d'arte Gassman e Tognazzi sono lontani dai loro illustri genitori e anche il resto degli attori non riesce a lasciare il segno. Un film allegro, questo sì, che però rallegra solo all'inizio. Poi tutto viene travolto dalla mancanza di idee originali e dalla conseguente noia. Belle le location.
Angelo Longoni HA DIRETTO ANCHE...
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Dei tre film in cui la coppia di figli d’arte Gassmann/Tognazzi lavora insieme è certamente il migliore, due gradini sopra il primo “Uomini senza Donne” e almeno tre gradini sopra il meno riuscito dei tre “Teste di Cocco”. Non è tanto l’ambientazione (anche se la pluri pubblicizzata Cuba rispetto alla meno conosciuta Malesia gioca un ruolo non da poco) né tanto l’affiatamento dei due, che è sempre a un buon livello, nei tre film. Ma la sceneggiatura qui è sviluppata molto meglio, con dialoghi e situazioni più divertenti e con meno tendenza alla noia, che invece ho notato nel primo sempre diretto da Longoni, che però a sua discolpa ha il fatto di essere tratto da una pièce.