Vai alla scheda Sei nel forum Discussioni di

Discussioni su L'esorcista - Film (1973)

DISCUSSIONE GENERALE

123 post
  • Natron • 20/10/23 09:10
    Galoppino - 247 interventi
    Visto finalmente al cinema, e devo dire che nonostante lo si conosca quasi a memoria l'impatto resta ancora forte.
  • Dave hill • 11/01/25 15:23
    Magazziniere - 142 interventi
    "L'esorcista": horror sovrannaturale?
    E se Blatty e Friedkin avessero inserito alcune esagerazioni (testa rotante, letto traballante, vomito saittante, etc.) per celare un orrore più reale e disturbante? Blatty è un gesuita e, ispirandosi ad un episodio reale di possessione di un bambino nel 1947, voleva solo incensare il potere della fede. Friedkin, agnostico, insinua qualche dubbio, introduce il conflitto scienza/religione ma enfatizza le proprietà salvifiche della fede (il bacio finale di una riconoscente Regan che si lancia istintivamente al collo del rev. O'Malley). Insomma, sceneggiatore e regista, da bravi illusionisti, mostrano la mano vuota per nascondere i maneggi dell'altra, offrono in pasto allo spettatore medio un'interpretazione tradizionalmente horror (il demonio da esorcizzare) ed un finale consolatorio. Ma allora qual è il sottotesto da tenere segre(ga)to, invisibile ai più, il fiumiciattolo che scorre sotterraneo? Tenetevi forte! È la tesi che Regan McNeil sia stata vittima di abusi sessuali. A monte del suo cambiamento caratteriale ci sarebbe il trauma subito ed inconfessabile persino alla madre. Regan manifesta incapacità di dormire, a volte sembra assente e canticchia ad alta voce, altre è violenta ed anche autolesionista, usa un linguaggio sessualmente esplicito, manifesta uno sdoppiamento della personalità. È innegabile che l'esorcista sia un film dalle forti connotazioni sessuali: oltre alle volgarità proferite da Regan, si pensi alla profanazione della statua in chiesa, alla stessa rappresentazione di Pazuzu in Iraq (statua con fallo da Priapo avvolto da un serpente). E ancora. Regan allontana veementemente e volgarmente il medico che la sta visitando, strizza i genitali all'ipnotista, si infligge automutilazioni nelle parti intime. Molte vittime si sentono causa delle violenze subite e non si perdonano per questo. "Hai visto cosa ha fatto quella stracciac... di tua figlia?", chiede alla madre. E poi la molesta a sua volta forzandola a leccarla. La madre vede Regan come una bambina delicata, amante dei cavalli, che gioca col pongo ma, ormai, è un'adolescente in piena pubertà il cui corpo sta crescendo. Inizia ad interessarsi a riviste di gossip, riferisce alla madre di aver sentito qualcosa di "differente" (da una semplice conversazione) allorquando era in camera da letto con l'amico regista Burke Dennings. Ora, chi avrebbe molestato Regan? Il padre Howard, sempre assente, anche telefonicamente il giorno del suo compleanno? Le vittime di abusi tendono ad odiare/amare il parental assaulter. Regan appare spaesata, ascolta di nascosto la telefonata della madre che cerca invano di contattare il padre scappato a Roma. Perché il padre è uscito dalla vita della figlia? Sensi di colpa? Rifiuto? Regan da un lato appare triste sentendosi abbandonata ma poi non sa neppure cosa dire alla segreteria telefonica del padre. E non dimentichiamo che è solita giocare con l'amico immaginario captain Howdy (Howard) che scompare in presenza della madre e, a volte, incita Regan a fare o dire cose che non vuole. È una proiezione del padre? E che dire della violenza e dell'odio manifestati nei confronti della madre, rea di non averla difesa dal padre orco? L'assalitore potrebbe però essere lo stesso Burke Dennings, personaggio lascivo, volgare, fastidioso (durante il party lo vediamo insolentire e molestare il servo svizzero). La richiesta alla madre se intenda sposare Burke o se ci faccia sesso appare ambigua: Regan si sente già donna ed entra in competizione con la madre per le attenzioni di Dennings? Chris rimprovera Sharon per aver lasciato Regan, sedata, sola in casa con Burke. Ma che ci faceva Burke nella camera di Regan la notte della sua uccisione? Prima della celebre scena della spiderwalking, Chris e Sharon sentono Regan, in camera sua, che urla "do it, do it bitch" imitando la voce di Burke. La "posseduta" lo uccide girandogli a 360 ° la testa. Durante la "manifestazione demoniaca", lei stessa gira la testa in modo analogo, quasi a voler accusare e smascherare la persona causa dei suoi tormenti. Certo sono solo interpretazioni, chiavi di lettura, forse anche forzature. Ma una cosa è certa: il capolavoro di Friedkin ci dice che "il male vive tra gli uomini": questo sembra volerci dire. E ha dannatamente ragione.
    (Fonti: "The even darker underbelly of the exorcist" by Rob Ager; https://youtu.be/BlLrD1CC5wQ?si=vGlDs73KTJ9auEo1).
  • Rebis • 11/01/25 21:45
    Compilatore d’emergenza - 4439 interventi
    Mi sembra una interpretazione molto forzata, che toglie alla complessità del film, anziché aggiungere. Mi sembrano molto più sinistri e affascinanti altri aspetti, che parlano proprio del passaggio del soggetto da Blatty e Friedkin, come ad esempio il fatto che Pazuzu sia un demone sumero e precristiano o il fatto che il prete in grado di liberare Regan sia quello che ha perso la fede e che per poter vincere il Male debba suicidarsi, atto vietato dalla Chiesa. È un film tutt'altro che riconciliato con la religione cattolica. I comportamenti di Regan sono stati variamente interpretati negli anni, a me convince l'idea che in sostanza quella che si manifesta nel corpo della bimba sia una forza entropica che cospira per scardinare l'ordine sociale, un tema del Sacro che è trasversale alle religioni e ai miti di tutto il mondo, e alla fine si fa persino politico. Come il resto della filmografia del regista dimostra, per altro.