Schramm • 31/07/18 16:25
Scrivano - 7816 interventi* Tra i registi in predicato per maneggiare le redini realizzative,
Kubrick si tirò indietro perché voleva sviluppare in assoluta autonomia i propri progetti, senza interferenze produttive di terzi;
Penn perché saturo della violenza già abbondantemente affrontata in precedente, specialmente in
Gangster story, e non voleva ripetersi;
Nichols non trovava possibile trovare una dodicenne credibile quale incarnazione del demonio.
* Nella scena alla
visita della madre di Karras all’asilo psichiatrico, la maggior parte delle comparse in campo sono vere pazienti del posto, riprese con cineprese nascoste, per enfatizzare l’atmosfera di povertà, malattia e depressione.
* Una delle prime scene ha luogo nella metro di New York dove un mendicante chiede l’elemosina a Karras.
Vinny Russell, il mendicante che fa il cameo è un vero senzatetto alcolizzato trovato da
Lou DiGiamo perlustrando i bar di Manhattan. Anche i vestiti indossati nella scena erano i suoi abituali. Per girare quella scena venne rifocillato di alcolici per diverse settimane. Ci vollero 5 ore per fargli dire la battuta in modo convincente. Portato tempo dopo in sala doppiaggio in stato di estrema ubriachezza per ripetere la battuta allo stesso modo, ce ne vollero altre due prima di un buon risultato anche perché Vinny non ricordava di aver girato la scena e non capiva perché si trovasse là e quel che gli stesse chiedendo Friedkin. Ottenuta due ore dopo la battuta giusta, Vinny si alzò urlando “
Giuro che non lavorerò mai più con questo regista!”
* Tra le tante
stranezze e vicende infauste gravate sui tempi e sui costi di realizzazione, il set prese fuoco per cause mai chiarite, finendo completamente incenerito con tutte le scenografie naturali faticosamente reperite da Friedkin (quadri, tappeti, drappi, mobilia). L’assicurazione ipotizzò che uno dei tantissimi piccioni che nidificavano sulle travi del soffitto fosse finito folgorato contro un riflettore, creando un corto circuito. Ci vollero almeno sei settimane per ricostruire e riarredare il set.
Poco tempo dopo, un ragazzo in vena di acrobazie motociclistiche precipitò a velocità folle contro
il figlio di Jason Miller investendolo mentre la moglie dell’attore lo stava portando a giocare. Il piccolo venne ricoverato restando in gravissime condizioni per una settimana. Le riprese subirono un altro lungo arresto finché il figlio di Miller non venne dichiarato ufficialmente fuori pericolo.
Poco prima di girare la sua prima scena,
Max Von Sydow ricevette la notizia della morte del fratello, che lo fece tornare a Stoccolma per il funerale.
La supposta maledizione colpì anche le riprese irachene: a causa di uno sventato attentato e colpo di stato a opera del
cugino di Saddam Hussein, le riprese vennero tassativamente bloccate dai funzionari governativi locali per giorni e giorni, ingenerando nella troupe la paranoia di essere sospettati di chissà quale reato e in stato di arresto. Per via dell’alta temperatura (54°) quasi tutta la troupe fu colta da alte febbri e dissenteria.
Nel
sito archeologico di Hatra che vediamo a inizio film vennero decapitate centomila persone dai Sansidi nel 240 d.C.
Gli archeologi tedeschi trovarono le teste di tutti perfettamente conservate assieme alle statue nel corso degli scavi effettuati durante le riprese del prologo.
La statua di Pazuzu altra tre metri e mezzo e larga due e mezzo, costruita da Bill Malley, non raggiunse l’Iraq. Malgrado fosse assicurata dalla rinomata compagnia aerea Flying Tigers, risultò per giorni dispersa non rintracciabile. Venne alfine ritrovata in Australia, da cui venne rispedita a Baghdad. La troupe apprese che durant il tragitto la maggior parte dei funzionari doganali s’impaurì nel vederla, bloccandone il tragitto.
Dopo che vennero girate le
scene coi cani attorno ai piedi della statua, per tentare di far litigare i quali venne gettata attorno al basamento carne fresca, iniziò a circolare la voce che dall’America erano giunti adoratori del diavolo che avevano eretto una statua a Pazuzu per effettuare sacrifici umani. In virtù di questa fregnaccia,
gli Yazidi (una tribù locale di origini curde), cultori del
demone Shaytan perseguitati per il proprio credo, si interessarono a Friedkin e all'attività della sua equipe, e inoltrarono un invito governativo a incontrarsi col loro sceicco. Rischiando seri grattacapi diplomatici nonché la stessa vita, Friedkin accettò il rendez-vous, deludendo lo sceicco quando gli spiegò che la statua serviva per girare un film e non per celebrare funzioni religiose sataniche.
In quella, Friedkin riprese un cruento rito di passaggio tribale, dove gli adolescenti ebbri di hashish avrebbero dovuto trafiggersi di lato il ventre da parte a parte con un sottilissimo coltello, evitando di centrarne le parti vitali. Alcuni sbagliarono, morendo davanti alla troupe; il direttore della fotografia stette così male che corse via vomitando e svenne. Friedkin volle inserire parte di quelle scene nel prologo come flash subliminali, ma il girato si smarrì negli archivi della WB.
Al rientro il montaggio del film avvenne al numero
666 della Fifth Avenue.
La sera della
prima romana al Metropolitan, scoppiò un furioso temporale durante il quale un fulmine colpì la croce in cima a una chiesa accanto al cinema, che rovinò nella piazza, fortunatamente non ferendo chicchessia, dato che il maltempo scongiurò il solito afflusso con code all’uscita.
* Per la
levitazione di Regan vennero usate corde di pianoforte resistenti quanto sottilissime e ai limiti del visibile dipinte alternatamente di bianco e di nero per meglio nasconderle. La
rotazione fu realizzata con un manichino costruito e manovrato da
Dick Smith, dalla cui bocca usciva un tubo che pompava fumo di sigaretta.
* Von Sydow sulle prime non riuscì a recitare in maniera convincente ed esagitata la
scena dell’esorcismo finale perché non credeva in Dio. Lo stesso Blatty, presa visione dei giornalieri, era atterrito dalla nulla resa della sua prestazione. Friedkin, quasi sul punto di cambiare scena e finale, lo convinse suggerendogli di recitarla pensando a Merrin come un uomo e non come un prete dai poteri sovrannaturali. Dopo un’ora di preparazione in camerino, Von Sydow la recitò con così grande energia che la prima ripresa fu anche l’ultima.
(Fonte: William Friedkin, Il buio e la luce: la mia vita e i miei film - The Friedkin connection)
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