Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Il numero del canale si trova tra parentesi dopo il suo nome. Se non c'è, cercatelo qui: numero canale. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Cerveza: Prima del filone spaghetti western parodiato degli specialisti Franco e Ciccio, Tognazzi e Chiari si divertono a sbeffeggiare Un dollaro d'onore, produzione statunitense dell’anno precedente. Farsa davvero alla buona contraddistinta da una comicità basica, freddure spesso ibernanti, terribili canzonette e fragorose pistolettate; tutto materiale certamente molto gradito al pubblico giovane dell'epoca, compreso il castissimo strip della Boschero. Davvero incantevole il tris femminile, con l'esordiente (in Italia) Hélène Chanel.
MEMORABILE: Il gesto dell'ombrello che si è "composto da solo"; Lo stratagemma dell’impiccagione.
Alex75: Al quarto episodio la saga comincia a mostrare una marcata tendenza alla ripetitività e al grottesco fine a se stesso, anche se continua a offrire spunti satirici corrosivi (soprattutto su assenteismo, sanità e classe politica). Villaggio crede ancora al suo personaggio e imprime forza tragicomica a molte situazioni, anche grazie ad antagonisti ben caratterizzati e ben interpretati (meritano una menzione il putrido Pedone, il ruspante Roncato, il mefistofelico Haber e il viscido Milli).
MEMORABILE: Fantozzi sostituisce i colleghi in ufficio; Fantozzi “padre comprensivo e moderno”; Loris Batacchi; Le allucinazioni elettorali.
Panza: Inaccettabile ibrido fra le serie del generale Buttiglione e la pungente satira delle strisce di Sturmtruppen (si vede qualche cartello in -en). Il film si regge su situazioni con una trama inesistente, cioè barzellette messe in scena molto liberamente con una scarsità di mezzi visibile. L'umorismo è molto forzato e grottesco, si rimane per la maggior parte del film basiti per le trovate artefatte e insipide che mettono solo in imbarazzo. Il protagonista ci mette impegno, ma questo film strappa qualche sorriso per la sua faciloneria.
Pigro: Gustosa reinvenzione del Bandito della Casbah, che vede un uomo-orchestra napoletano alla guida della gang algerina di Pepè. Uno dei rari casi in cui una parodia con Totò riesce a equilibrare abbastanza bene il tracciato della trama, le gag (notevole il ballo nella locanda) e le battute, il protagonista (con divertenti caratterizzazioni) con i comprimari, il tutto perfino in una piacevole ricostruzione ambientale da simil-teatrino partenopeo. Qua e là qualche ristagno, ma nel complesso un film di una certa godibilità.
Paulaster: Bancario sposa una sconosciuta sotto i fumi dell'alcol. Soggetto risicato che sembra adatto per equivoci lavorativi o matrimoniali, invece serve solo per una misera condanna al conformismo. Cast di nome anche se l'unica idea che si salva è il traduttore simultaneo della moglie del presidente. La Buccella, tolta l'innegabile presenza, passa dall'imprevedibile allo sciocco (lo stupro non si può sentire). Moschin perde il personaggio per strada e Gassman è terribile, quanto inutile, come ladro dai modi teatrali. Qualche outfit londinese si fa notare.
MEMORABILE: I letti nella stanza allagata; L'iguana per farci la borsetta; L'Osservatore Romano come protezione dal nudo.
Saintgifts: Un Avati classico, quello dei ricordi d'infanzia, (i suoi) e degli stili di vita rurali, immersi in una natura idillica (e ben fotografata), a lui tanto cara. Questa volta però più che commuovere (che è il tasto sentimentale che sa usare meglio), vuole divertire con largo uso di luoghi comuni ed eccessiva caratterizzazione, spesso ingenua (come interpretata nella mente di un bambino, nel significato buono s'intende), attraverso frasi e comportamenti, retti peraltro molto bene dagli interpreti, superficiali e di maniera. Forse era ciò che voleva.
Saintgifts: Senza fretta, il ritmo lo danno le ballate di Dylan. Ci deve essere il tempo per fare tutto, per riflettere su tutto, anche se si spara velocemente, senza tante remore e chi muore sa che deve morire e la prende quasi come una liberazione e chi vive non è l'eroe e dovrà fare i conti con la propria coscienza. È un loop, un girotondo che si fa a cavallo, ma è anche un girotondo di ruoli, chi prima è una cosa, poi diventa un'altra. È il bandito quello amato da tutti, dai bambini e dalle donne, che piangono per lui. Poesia in formato western.
Siska80: Mentre cercano di salvare le rispettive locande concorrenti due giovani finiscono per innamorarsi... e vissero felici e contenti. Un po' meno gli spettatori che avranno modo di annoiarsi già dopo mezz'ora, ossia quando sono già apparsi in scena tutti gli interpreti principali e ci troviamo nella fase "hot" del tira e molla tra Julia e Ryan (di cui ben conosciamo l'epilogo con bacio rituale). Prodotto usa e getta persino al di sotto di tante soap famose e criticatissime (che almeno riservano sempre qualche colpo di scena, verosimile o no); inutile spreco di tempo e di pellicola.
Puppigallo: Non male questo tuffo nel passato preistorico, dove coraggio, astuzia e capacità di cacciare facevano la differenza tra la vita e la morte (oggi la fa non attraversare la strada con gli occhi sullo smartphone...l'evoluzione...). La storia è semplice e non certo particolarmente originale (l’alleanza uomo animale, prima per mutuo soccorso e poi per qualcosa di più profondo). Ma l’ambientazione è ben studiata, le riprese danno un’idea di dove vivessero i nostri antenati; e le varie vicissitudini, tra predatori e clima ostile, ne completano il quadro. Merita un’occhiata.
MEMORABILE: La parete verticale; La prima museruola; Il protagonista si giustifica col lupo per l'errore; L'incredibile cielo notturno; Seduto e congelato.
Jurgen77: Pessima e insulsa commediola firmata da Castellano e Pipolo. Ridicoli i dialoghi e nemmeno i bambini fanno ridere. Storielle scontate e ragazzini che il più delle volte riultano pure odiosi. Attori pessimi, anche perché nessuno poi si sforza più di tanto.
Qed: "Portàtelo via...", disse un Colombo poco convinto ad un attore la cui parte sarebbe stata quella d'un direttore d'orchestra (pur se in un sasso avremmo riscontrato un ben più spiccato senso del tempo). Portàtelo via? Ma come? Mi sono forse perso la solita prova inchiodante? Magari mi hanno distratto la gita in macchina a passo d'uomo e le gaie cantatine... No, per questa ed altre copiose lacune un episodio scialbo è divenuto scadente. Ed è un peccato: per un buon inizio sprecato e per McGoohan, che ha elargito contributi ben più memorabili.
Kinodrop: La bella e dinamica Pauline, infermiera freelance, si lascia convincere a candidarsi a sindaco di un paesino della Francia del nord nelle liste di destra, restandone lusingata e spiazzata a un tempo. Il regista mette in campo tutte le sfumature della nuova destra imperante, dalla xenofobia fino allo squadrismo, all'esaltazione della "purezza" delle radici francesi, con il solito ingrediente populista e così via. Film molto disuguale e tirato per le lunghe, con un'impostazione a senso unico e privo di dialettica. Nota positiva, una bella prova attoriale.
Jena: All'epoca lo considerai un capolavoro, oggi correggo un po' il tiro. Inferiore al capostipite, è però sicuramente migliore degli episodi successivi. Ciò grazie alla regia di Eastwood, scattante e ispirata. Più che altro convince poco la svolta della seconda parte del film, che sembra quasi volgere verso temi hitchcokiani più che verso quelli del classico poliziesco. Il meglio del film si ha quindi nella prima parte, quando l'ispettore sistema da par suo un po' di cattivi. Monumentale come sempre Clint, unica vera ragion d'essere di questi film!
MEMORABILE: La scena del leggendario "coraggio... fatti amazzare"; Il benservito al boss mafioso; L'agguato dei teppisti e relativa (loro) fine.
Lythops: Tipica americanata d'azione che sfrutta grandi nomi, effetti, macchie, camionazzi, mezzi e tecnologia rendendo il film un'opera da manuale del genere. Tutto istinto e senza nulla cedere all'interiorizzazione, è da vedere mettendo il cervello in stand by, cosa a volte necessaria: destinato chiaramente agli amanti del genere, funziona anche perché si è visto sicuramente di peggio. De Niro, Al Pacino e Voight, professionisti indiscussi, non fanno fatica alcuna nella loro parte e ne escono dignitosamente. Piacevole, ma i francesi fanno meglio.
G.Godardi: Sicuramente il più trash e il più pop dell'intera serie. Una risata continua dall'inizio alla fine. Si mette anche in scena la crisi matrimoniale di Giraldi, ma essendo alla fine un prodotto per famiglie l'ispettore non può che tornare sulla retta via, previo cazziatone del figlioletto. Bombolo sempre più esuberante( vedi la scena del Vigorello, gli incontri di boxe e la fidanzata Bocconotti Cinzia). E' anche un tentativo di agganciarsi a film come Il Bestione (vedi la presenza di Trestini). Scorrevolissimo, è l'episodio più simpatico e più spontaneo.
Enzus79: Tratto dall'omonima biografia su Dalton Trumbo, sceneggiatore americano che fu incluso nella blacklist stilata dalla commissione per le attività antiamericane. Seppur poco appassionante, il film non si può reputare non interessante. E' ben confezionato e, se non fosse per alcune forzatura nella sfera personale, sarebbe più di un buon film. Bryan Cranston (candidato all'Oscar) offre un'interpretazione eccellente.
Hackett: Divertente commedia che riprende a piene mani quanto già fatto in passato da Benigni in Johnny Stecchino, creando una serie di eventi ed equivoci che riescono a far sorridere del fardello mafioso. Ballerina se la cava recitando il personaggio del perfetto ingenuo che sicuramente è nelle sue corde, mentre il resto del cast (Morelli in testa) è funzionale e diligente. Nota di merito per la coppia Sperandeo/Lo Verso, che dà qualcosa in più alla pellicola.
Renato: Noioso peplum con scazzottate infinite e nient'altro di significativo da segnalare. Il cast comunque non è male, con Serato, Lorenzon, Lulli, Howard Ross ancora come Renato Rossini... ma se togliamo un paio di trovatine registiche (gli specchi che accecano ed il fuoco "sparato" sugli avversari) resta ben poco da ricordare.
Homesick: Ennesima riproposizione/variazione delle avventure dell'impareggiabile cane, sempre alle prese con nevi, orsi, altri cani, bambini in pericolo, assassini e furfanti vari. La sceneggiatura è banale e ripetitiva, Merli meno convincente del solito nelle scene d'azione,supervisionate da un maestro d'armi doc come Stefanelli. Bravi Silva e Palmer, ma il merito maggiore va al bel pastore tedesco Sacha, nel ruolo di Zanna Bianca. Solo per appassionati.
Disorder: Bella avventura vecchio stile, girata dallo specialista Thorpe con un cast di assoluto rilievo. Un po' ingenua la trama come del resto i personaggi (buoni e cattivi sono decisamente tagliati con l'accetta), ma la qualità realizzativa è decisamente alta. Il ritmo è costantemente elevato e si arriva alla fine in un batter d'occhio. L'unico limite è come accennato il ferreo manierismo di ogni situazione, che rende il film a tratti un po' stucchevole. Comunque non deluderà gli appassionati del genere.
Manfrin: Promettente esordio di Tirabassi che dirige e interpreta con buona personalità un film non banale, che bene illustra la povera vita di due delinquentelli da strapazzo sempre alla ricerca del colpo vincente. Lo affianca un ottimo Memphis, perfetto nella parte, e conta i camei degli amici Lillo, Mastandrea, Giallini. La sfortuna dei nostri è persino esagerata, fa pure sorridere e nel complesso il tutto è godibile e degno di merito.
Reeves: Pessimo film che cerca di inserirsi nel filone dei fagioli western con risultati disastrosi, perché non si ride mai e non riesce a stupire neanche il fatto che il povero Fernando Sancho debba mostrare le sue terga. Storia senza il minimo senso, molti caratteristi sprecati (primo tra tutti Claudio Undari), scazzottate portate avanti senza il minimo interesse. E la campagna romana ha saputo fornire al western scorci migliori.
Domino86: Pellicola leggera e per nulla impegnativa che si lascia seguire anche senza troppa attenzione. Nulla di nuovo in questo film: piacevoli l'umorismo e la simpatia del napoletano Salemme (anche se ho trovato troppo spinta la sua sfrontatezza quando si reputa vincitore). Si può guardare ma non è sicuramente essenziale.
Markus: Lo scontro direttore d'orchestra/Colombo ci riporta naturalmente al "settantiano" Concerto con delitto, ed è quasi inutile affermare che nel confronto questo penultimo episodio della serie ne esce, se non con le ossa rotte, con gravi lesioni. La sceneggiatura è alquanto raffazzonata e dopo un primo tempo promettente tutto si sviluppa con poca attenzione ai dettagli. I momenti di stanca - che non mancano - potevano e dovevano essere sfruttati per le indagini, invece, al loro posto, ci sono propinati siparietti "comici" imbarazzanti.
Mco: Strano ma vero, in questo film la verve comica di Adriano Celentano non convince, fors'anche perché al regista preme maggiormante l'aspetto "serio" della vicenda migratoria. Anche i comprimari, Toffolo in primis o la stessa Mori, non riescono a farsi apprezzare appieno. Inoltre l'accento meridionale addosso al molleggiato non fa che rendere il tutto ancor più fastidioso... Evitabile.
Schramm: Per la gioia di grandi (e) piccini, tornano Flint and Co e Cibolandia al seguito. Se dapprincipio gli aracno-hamburger sembrano un dardo al curaro contro i MacDonald's, è poi il magistero della più spregiudicata e altera fantasia a rivelarsi la trave maestra di tutto il film, in una sbaiaffa di pure genius, idee ad alto voltaggio e opulenza di sgargianterie prismatiche che fagocitano e riscrivono tutta l'animazione, il fantasy e la sci-fi, dai Silly Symphonies a Carroll. Davvero impertinente - a voler esser signori - l'urticante doppiaggio a caratterizzazioni e cadenze che scadono nel localismo.
MEMORABILE: Le planimetrie tracheali ed esofagee degli interni; Il festeggiatore e le sue conseguenze; L'alveare di bomboloni - e non finisce qui!
Siska80: Una giovane metà lupo mannaro e metà essere umano trova una scuola di mostri in cui si sente a proprio agio, ma il pericolo è in agguato. Il film va preso per quello che è, un musical fantasy con brani orecchiabili e un gruppo di ragazzi simpatici coinvolti in una storia priva di originalità che però ha un discreto ritmo. Il budget è basso e si vede, non tanto per gli effetti speciali quanto piuttosto per il trucco decisamente carnevalesco (le finte orecchie animalesche della protagonista sono da festa di Halloween, per dirne una). Senza pretese e diretto a un pubblico eterogeneo.
Cotola: Delicato dramma bifamiliare in cui a pagare il prezzo più alto delle scelte degli adulti, sono i più deboli: i figli. Il merito principale della sceneggiatura è quello di far trasparire perfettamente i sentimenti delle piccole protagoniste, ottimamente dirette e che forniscono una bella prova attoriale, senza mai indulgere in inutili ed urlate scene madri e senza mai spingere il pedale del melodrammatico. Si resta ad altezza di bambina, ma il film non è mai infantile: tutt'altro. Si procede con sguardo giovanilmente sorridente verso un finale molto realistico. Buon film.
MEMORABILE: La giovane protagonista a tavola con la sua famiglia: "Mangiamo e prepariamoci al nostro vero viaggio".
B. Legnani: Scarso Totò & Peppino, che ha la cosa migliore all’inizio, quando si parodia Vincitori e Vinti, con Totò al posto di Burt Lancaster (divertente il meccanismo processuale, con le traduzioni). Poi il film si impantana in situazioni prolisse, coi due che passano da prigionieri americani a prigionieri sovietici, solo occasionalmente rischiarate da trovatine, come i furtarelli di Totò ai danni di Peppino. Tranquillamente evitabile.
Fabbiu: Un capolavoro (anche se a mio parere non raggiunge i livelli del Padrino) all'insegna di un cast di ottimo livello. Sceneggiato, diretto e confezionato con una maestria impressionante: è forte e duro, a volte è drammatico, ha scene d'azione stupende e non manca di far sorridere ogni tanto. Lo si guarda tutto d'un fiato, mentre rendono alla perfezione la musica e l'ottima fotografia; la scena alla stazione, pur citando la Corazzata è lo stesso un pezzo di antologia cinematografica (sbeffeggiata da Zucker). Fantastico il doppiaggio del mitico Ferruccio Amendola.
MEMORABILE: Al Capone: "Sei solo chiacchiere e distintivo..."
Hackett: Film non particolarmente originale che punta tutto su un mare da sogno e due interpreti che hanno un nutrito seguito di fan e che sono indubbiamente due "cubisti" di Hollywood. La Hudson è veramente bella e simpatica e il texano McConaughey sembra ha la giusta faccia da schiaffi anche se sembra più impegnato a mostrare il fisico atletico. Siamo lontani da film tipo All'inseguimento della pietra verde: tensione nulla, azione poca, risate rade, con una buona mezz'ora di troppo nella durata complessiva.
Saintgifts: Chef due stelle Michelin caduto in disgrazia decide, alla pulitura della milionesima ostrica, di rimettersi in discussione nella cucina internazionale per guadagnarsi l'ambita terza stella. Iniziano una serie di stereotipi sul genere (molto in voga in tv) col supplemento di un passato burrascoso dello chef in questione (Cooper) per aggiungere sale a una ricetta un po' scontata. Non mancano momenti di carinerie, come la torta di compleanno, ma nell'insieme si rimane su una commedia che cavalca un argomento molto in voga. Scamarcio ininfluente.
Alexpi94: Molto fiacco e deludente, senza una vera e propria trama e decisamente meno simpatico del precedente film (qui prevale un'atmosfera triste e malinconica per via della defunta protagonista). Lily James (la giovane Donna) pare insostenibile ed eccessiva: per tutto il film starnazza, ride ed esulta come un tifoso allo stadio; ci si può consolare con gli attori presi in prestito dal capostipite. Belle canzoni degli Abba, incantevoli location e il buon livello estetico lo rendono quasi guardabile.
MEMORABILE: La scena in chiesa (con la Streep) e la comparsata (a inizio film) di Björn Ulvaeus (cantante degli Abba) nel ruolo di un professore.
Ira72: Una brutta copia, casereccia e povera (in primis nei doppiaggi), di The dreamers. Anche questa produzione spagnola ci propina la storia del triangolo amoroso, concentrandosi esclusivamente sulla parte erotica in cui lei si concede sia al riccone privo di erezione che al di lui amico senza il becco di un quattrino (ma mai sazio). Le inquadrature si alternano dal letto alla camera da letto per ritornare al letto. Essendo un trio di giovani pittori, per fortuna ogni tanto fa capolino anche l’Accademia. Un vago sentore da film di nicchia, ma nulla di più.
MEMORABILE: "Lui è quello che rimorchia e io mi prendo i suoi avanzi".
Piero68: Sequel tutto sommato inutile, dal momento che non crea sviluppi narrativi interessanti o modifiche sostanziali nel plot. Solita polpetta fritta e rifritta tra mostri che inseguono umani che inseguono mostri. Fuori Krasinski dentro Murphy. E qui, tutto sommato, la pellicola ne guadagna pure dal momento che l'attore irlandese riesce a dare più spessore al suo personaggio rispetto allo stesso Krasinski. Niente comunque che non si sia già visto in decine di altre pellicole simili. Buoni gli effetti speciali.
Piero68: Come al solito Emmerich guarda più all'aspetto esteriore che alla sostanza ovvero, per meglio dire, più al risultato che ai mezzi per ottenerlo. E fa male! Perchè alla fine ID è la summa massima di tutti gli stereotipi più banali, falsi e retorici di un certo cinema scadente cui una parte di Hollywood ci ha abituati da decenni. Soprattutto le caratterizzazioni dei personaggi ed i dialoghi. Insomma, carrellatona di effetti speciali e nulla più. D'altra parte è anche vero che è questo ciò che deve offire una pellicola del genere...
Daniela: Una partita di coca tagliata male rischia di creare complicazioni all'organizzazione che controlla il traffico che per capire chi ne è il responsabile avvia un "controllo di qualità"... L'ambizione era forse quella di proporre un nuovo Traffic in chiave diversa, ossia mostrando tutta la filiera della cocaina dal piccolo coltivatore colombiano fino allo spacciatore finale, ma il risultato è pasticciato a causa di una sceneggiatura banale e una messa in scena approssimativa in cui il montaggio si limita ad assemblare le varie sequenze in modo compilativo. Non brutto ma perdibile.
Reeves: L'idea di ambientare la storia in un'Indocina antecedente al conflitto in Vietnam che come sappiamo ha reso famosa cinematograficamente (e non solo...) quella parte del mondo è il pezzo forte del film. Per il resto tanta azione senza senso, situazioni viste e riviste e un fastidioso senso di inutilità dissimulata dal fragore dei vari rumori e da un montaggio troppo rapido.
Cotola: Difficile salvare qualcosa in questo film firmato da Figgis (altrove non malvagio) in cui alla storia a dir poco improbabile, si aggiungono degli interpreti che non credono nemmeno per un secondo a quello che fanno. Non meraviglia che il risultato sia imbarazzante e quasi del tutto disastroso.
Panza: Ennesima antologia che con il pretesto di raccontare - senza pretese serie, ovviamente - la storia della commedia italiana anni '60 ha solo lo scopo di creare un film senza fatica montando materiale esterno. Film che rimangono sostanzialmente inutili anche se qui, dopo un'inizio non sfavillante (la scena dal film La cambiale è abbastanza infelice), ci si diverte abbastanza, anche se si gioca facile con gli sproloqui in tribunale del mitico Nando Mericoni. Comunque un film assolutamente perdibile e oggi, con l'home-video, proprio inutile. Robetta.
Piero68: Dai Blues Brothers ai Transformer, Chicago è sicuramente una delle città più sfruttate dal cinema. E anche questo terzo capitolo della serie Divergent ha come ambientazione una versione post-atomica della citta dell'Illinois. Peccato che serva veramente a poco, visto che il prodotto continua a essere indirizzato a un target di età inferiore ai 16 anni. Qualche buon effetto speciale e nulla più in questa saga che rischia di diventare veramente stucchevole per la cronica carenza di idee nuove. Woodley, sempre più innamorata di se stessa, è irritante.
Manulele81: Non male questo fantasy che avuto la responsabilità (o il merito, secondo i punti di vista) di frenare e ridimensionare l'ondata del genere, a causa di un sonoro flop. Immeritato, perché - al di là dei limiti narrativi dovuti all'enorme disboscamento del romanzo - ci sono l'avventura, lo spettacolo, la fantasia. e, limitatamente a un prodotto industriale di serie A, anche la fantasia. Attori e produzione importanti.
Myvincent: La formula è sempre quella di raccontare una storia e sviluppare un tema caro al regista. Qui si parla di amore, quello che si sacrifica in nome dei sensi di colpa, quello libero di esprimersi dove vuole. Il tutto si traduce in una telenovela di lusso, coi soliti momenti erotici e qualche pagina poetica sottolineata da una fotografia curata. Niente di nuovo sotto il cielo di Madrid dunque.
Anthonyvm: Senza apportare novità di sorta alle usuali meccaniche dei thriller televisivi della stessa risma (femmina folle stalkera la protagonista poetessa ed elimina uno per uno coloro che s'intromettono nel loro rapporto), questo modesto prodottino canadese si lascia seguire con apprezzabile leggerezza senza attentare più di tanto all'integrità intellettiva dello spettatore (eccezion fatta per la solita facilità con cui la protagonista si lascia abbindolare dalla sociopatica di turno, la Scerbo di Sharknado e seguiti). Climax finale più centrato del solito, con accettabile resa dei conti.
MEMORABILE: L'odiosa madre malata della Scerbo; Agguato al marito nel parcheggio; Veleno per topi nella bibita della governante; La bimba col coltello alla gola.
Jandileida: Che Milla Jovovich sia una splendida creatura capace, con la sua sola presenza, di sbriciolare anche il granitico ateismo di Bakunin è fuor di dubbio. Ciò non basta però per rendere un film degno di questo nome: questa insulsa pellicola senza né capo né coda ne è la conferma. Rafelson gira uno pseudo-thriller tutto incentrato su una irreale rapina in banca e su un caso di sindrome di Stoccolma al contrario. O almeno è questo quello che si capisce nella confusione e nella raffazzonatezza della storia. Jackson è nullo, gli altri insensate macchiette.
Didda23: Scorsese nobilita il tanto bistrattato remake offrendoci movimenti di macchina dal valore insestimabile. La ricercatezza dell'immagine (vedi le innumerevoli croci) denota una passione profonda e una classe sopraffina. Difficile pretendere di più da una pellicola: il ritmo tiene incollati alla poltrona per due ore e mezzo, la sceneggiatura è coerente e senza sbavature, l'interpretazione del cast impeccabile. Non all'altezza del miglior Scorsese (Casinò e Quei bravi ragazzi), ma sicuramente fra i più riusciti. Grande esempio di cinema.
Rambo90: Quello della pillola che "apre" la mente era uno spunto ottimo, ma Burger cambia troppe volte registro fra la commedia e il thriller. Cooper è bravo, ha la stoffa del protagonista e ci sono molte inquadrature interessanti, ma il ritmo dopo la prima parte comincia a calare, la trama si fa ripetitiva e il finale delude abbastanza per la sua inconcludenza. Ci sono dialoghi brillanti e qualche scena indovinata. Si può seguire e può anche divertire per un po', ma è un film che si dimentica subito dopo la visione. Sprecato De Niro.
Nancy: La definizione adatta per questo film è mediocre. Lo si intuisce già dalle prime inquadrature, con quella fotografia scialba e il classico stile di Zeffirelli senza troppa arte né troppa parte... La storia è piuttosto insipida e anche Jeremy Irons, in un ruolo che non gli si confà, non rende come dovrebbe. Meglio Fanny Ardant, forse anche grazie alla somiglianza fisica con la cantante. Un po' deludente ma soprattutto abbastanza noioso...
Daidae: Tra le più brutte e noiose commedie erotiche che il sottoscritto abbia mai visto. Tutto sa di spento, svogliato, blando. Persino la Antonelli scarseggia; salvo solo Cannavale e la simpatica colonna sonora. Per il resto, come detto, un film blando e mortalmente noioso: difficile arrivare alla fine.
Puppigallo: Non male questo tuffo nel passato preistorico, dove coraggio, astuzia e capacità di cacciare facevano la differenza tra la vita e la morte (oggi la fa non attraversare la strada con gli occhi sullo smartphone...l'evoluzione...). La storia è semplice e non certo particolarmente originale (l’alleanza uomo animale, prima per mutuo soccorso e poi per qualcosa di più profondo). Ma l’ambientazione è ben studiata, le riprese danno un’idea di dove vivessero i nostri antenati; e le varie vicissitudini, tra predatori e clima ostile, ne completano il quadro. Merita un’occhiata.
MEMORABILE: La parete verticale; La prima museruola; Il protagonista si giustifica col lupo per l'errore; L'incredibile cielo notturno; Seduto e congelato.
Nadir: Probabilmente uno dei migliori film di Chaplin in assoluto (e ampiamente sottovalutato dalla critica dell'epoca), in cui peraltro questi interpreta la (scomoda) parte dell'omicida seriale con una classe ineguagliabile. Pur non essendo assolutamente perfetto dal punto di vista della sceneggiatura, rappresenta un tentativo riuscito, per l'autore, di criticare a fondo l'ipocrisia della società moderna.
MEMORABILE: L'arringa in tribunale; La camminata verso il patibolo.
Il Dandi: Impossibile non notare che sia coevo del ben più brillante Vedo nudo. Purtroppo le similitudini (pretesto narrativo pruriginoso, arredi pop, spigliata musica di Trovajoli) si fermano sulla carta e questo è invece un film raffazzonato come pochi, in cui tutti appaiono fastidiosamente caricaturali (Moschin ripete Sissignore con Milian al posto di Tognazzi, il più avvilente è Gassman con monocolo e parrucca argentea). Si può dare un'occhiata per le bellezze generosamente mostrate (le forme della Buccella e gli interni di villa Torlonia).
MEMORABILE: La vernice finita in cucina e preparata al posto del sugo.
Enzus79: Tratto dall'omonima biografia su Dalton Trumbo, sceneggiatore americano che fu incluso nella blacklist stilata dalla commissione per le attività antiamericane. Seppur poco appassionante, il film non si può reputare non interessante. E' ben confezionato e, se non fosse per alcune forzatura nella sfera personale, sarebbe più di un buon film. Bryan Cranston (candidato all'Oscar) offre un'interpretazione eccellente.
Cangaceiro: Da Un giorno di ordinaria follia a un film di ordinaria monotonia. E' la pur dignitosa parabola discendente del buon Douglas, placido pater familias strizzacervelli che magicamente si trasforma in castigamatti per salvare moglie e figlia. Storia trita e ritrita dunque, già vista in recite migliori, sia precedenti che successive. E dire che l'atmosfera dimessa e sonnolenta da thanksgiving day inizialmente crea un clima curioso, da quiete prima della tempesta. Fleder però ci mette poco o nulla nell'incanalarsi su binari consumati cedendo all'anonimato.
Caesars: Tipico film di montaggio realizzato unendo vari episodi di materiale d'archivio. L'operazione di per sè lascia un po' il tempo che trova, ma è un'occasione per conoscere alcuni degli attori che fecero grande il nostro cinema: si va da Totò ad Alberto Sordi passando passando per i vari Tognazzi, Vianello, Peppino De Filippo, Rascel, De Sica (Vittorio naturalmente) e Gassman. I vari episodi sono collegati da una voce fuori campo (Nando Gazzolo) che li introduce. Il risultato è tutt'altro che memorabile ma assicura, se non risate, qualche sorriso.
Saintgifts: Basta guardare come si riduce il bel vestitino giallo (che esalta la silhouette della Banks) alla fine del film, per capire come si sia vissuta assieme a lei una notte, dove veramente capita di tutto alla presentatrice della rete televisiva KZLA. Il walk of shame del titolo originale è percorso da tutti i personaggi che la protagonista incontra, bambino compreso, più che da lei stessa; addirittura ne escono vincenti i ragazzi neri del ghetto del crack. La Banks se la cava molto bene, la regia mantiene un buon ritmo. Divertente.
Zampanò: Si sono applicati Age & Scarpelli e Maccari, fini ingegneri della sceneggiatura, per migliorare il soggetto di Manfredi, motivato a fare l'autore-autore osando il complesso tema del doppio. L'esito non è memorabile, l'analisi gracilina, benché alcuni quadri siano felici (la settecentesca dimora degli artisti, il duetto con Carlo Bagno, ricalcato su Il nome del Papa Re). Felina Eleonora Giorgi, al tempo nuovo sex symbol, negli orli di una Venezia grigiastra. L'idea di maschera tra le maschere del Carnevale acconcia comunque un giusto finale.
MEMORABILE: La declamazione dei grandi pensatori del Sud Italia da Bruno a Vico, "rigorosamente in ordine di catalogo".
Liv: Recitazione superba di Charles Denner, una scenografia altrettanto magnifica. Le inquadrature sono pensate come fotografie, le quali sono pensate come altrettanti dipinti, come la foto che scatta il protagonista alla più attraente delle sue donne messe in scena, a imitazione, appunto, di "quei pazzi, come si chiamano... Manet, Minet..." La messa in scena rinuncia all'"indignazione", considerato che i temi (la guerra lunga e cruenta, il "femminicidio" seriale, ecc.) la renderebbero superflua e noiosa. Si usa invece una certa sapiente ironia.
MEMORABILE: La strategia del protagonista per incontrare le sue donne, messa in pratica con grande economia di mezzi e di parole.
Disorder: Bella avventura vecchio stile, girata dallo specialista Thorpe con un cast di assoluto rilievo. Un po' ingenua la trama come del resto i personaggi (buoni e cattivi sono decisamente tagliati con l'accetta), ma la qualità realizzativa è decisamente alta. Il ritmo è costantemente elevato e si arriva alla fine in un batter d'occhio. L'unico limite è come accennato il ferreo manierismo di ogni situazione, che rende il film a tratti un po' stucchevole. Comunque non deluderà gli appassionati del genere.
Herrkinski: Produzione Italia/Messico/Spagna per questo avventuroso ambientato a inizio del secolo scorso nella foresta amazzonica; location e atmosfera non possono che richiamare il cannibal-movie del periodo, ma (sfortunatamente) ogni tentazione in tal senso è evitata e si punta a una vicenda più seriosa, pur senza rinunciare a elementi exploitation, evidenti nella violenza grafica di alcune sequenze. Script minimale; funziona la coppia Testi/Rivero, meno la Belli mentre la Bolkan si vede poco. Fantastico il main-theme della Ost di Bixio/Frizzi/Tempera.
Kinodrop: Posticcia e raffazzonata commedia generazionale che cerca di farci digerire i tanti teen-movie indie americani spostati in una anonima e grigia realtà provinciale. Andrea, infatuato di una coetanea, cerca di parcheggiare il fratellino (fan estremo di Michael Jackson) e non trova di meglio che appiopparlo a un finto nonno che diventa così complice delle sue avventure sentimentali. On the road sopportabile solo per le numerose citazioni che però non riescono a dare senso a una storia strampalata e irritante. Si salva, per il mestiere, Girone. Insulso.