E' in fase sperimentale e non ha ancora un nome ma una sigla (abbreviata in NZT): è una nuova potentissima droga capace di espandere le facoltà percettive di chi la assume permettendo di mettere in moto la parte del cervello non utilizzata dall'uomo (salta sempre fuori, in questi casi) facendovi convogliare in pochi secondi miliardi di informazioni contenute nella memoria del soggetto, di fare connessioni logiche mirabolanti mettendo in relazione tutto ciò che appartiene al suo bagaglio culturale, di anticipare le mosse, di imparare una lingua straniera in un attimo. Costa 800 dollari a pasticca ma potrebbe anche valerli. Entratone in possesso casualmente grazie a un regalo del fratello della moglie...Leggi tutto dalla quale si è separato da almeno dieci anni, Edward Morra (Cooper), scrittore fallito sull'orlo dell'abisso, ne fa felice abuso diventando un genietto della finanza dopo aver capito che è quello il campo in cui guadagnare velocemente soldi facili. Solo che per incrementare il gruzzolo da qualcosa bisogna partire; per questo Eddie chiede un prestito a russi poco raccomandabili aprendo un altro versante nel quale il film può spaziare per trasformarsi da fantascientifico moderno in un action qualsiasi saturato da colori acidi, montaggio frenetico e musiche in tema (ottimo il lavoro sul sonoro). Nel cast pure De Niro come ricco affarista senza scrupoli attratto dalle grandi capacità dimostrate da Edward e in aggiunta qualche bellona da portare a letto in assenza della fidanzata (riattratta da lui non appena Edward dimostra di aver acquisito grana e “grano salis”). Se però la prima parte poteva anche incuriosire, per quanto manchino gran voli di fantasia e risulti difficile trovare personaggi interessanti, nella seconda il film si incarta in un vortice di eventi centrifugati in una storia che vuol dire troppo pur avendo poco o niente da dire. Si raccattano i tòpoi del genere (action-thriller, prevalentemente) appiccicandoli uno all'altro senza un vero criterio finendo col disorientare lo spettatore per spedirlo in un altrove drogato da trucchi digitali che arrivati a un certo livello di saturazione non vien proprio voglia di continuare a seguire. Soprattutto in presenza di personaggi tanto stereotipati e privi di carisma che sembrano uscire dall'ennesimo action senza personalità. Cooper non brilla (gli fan solo brillare l'azzurro degli occhi con filtri esagerati), Tomas Arana dovrebbe fare il personaggio misterioso che scappa, ammazza e scompare ma non riesce ad attrarre attenzione alcuna. Epilogo insulso quanto, a ben vedere, l'intero film.
Doping nella vita: una pillola garantisce il 100% di fruizione delle capacità celebrali e così un mediocre scrittore si trasforma in un uomo di successo. Non so se fosse nelle intenzioni, ma l'idea di disegnare un mondo in cui un truffatore diventa un genio non è male. Un po' peggio lo svolgimento, che non sviluppa al meglio il buono spunto e diventa un thriller abbastanza istituzionale ed in alcuni punti decisamente inverosimile. Cooper se la cavicchia mentre De Niro si vede poco. Regia che pare quella di un Boyle poco ispirato e troppo frenetico.
Ovvero come fare del buon thriller fantascientifico ai giorni nostri. Il pretesto è totalmente frutto dei nostri tempi, l'impianto quel che di più classicheggiante si possa immaginare. Il postmodernismo insito nella sorprendente regia (straordinario il "vertigo") è la chiave di volta: lo stato mentale alterato del protagonista ed il germe cospirativo sono idee vincenti in quanto centellinate con estrema perizia. "Faccia da schiaffi" Cooper funziona alla grande, De Niro finalmente in un ruolo degno del suo calibro. Crank con una solida sceneggiatura. ***1/2
Ecco la magica pastiglia che ti permette di utilizzare al massimo il cervello. A pellicola conclusa, viene da pensare: "Eh...se l'avesse usata il regista, o lo sceneggiatore, che bel film avrei visto". Perchè l'idea poteva anche funzionare, ma l'impressione è che sia stata buttata lì senza un minimo di approfondimento, con troppa approssimazione (pastiglia, intelligentone, gnocca a volontà, soldi, successo, drogato, effetti collaterali, nemici...). Il tutto condito con riprese cerebrocinetiche e musica che enfatizza e mantiene vigili. Detto ciò, si può vedere, ma sa proprio di occasione persa.
MEMORABILE: I russi forzano la cassaforte, ma dentro non trovano di certo ciò che stavano cercando...
Un'occasione mancata questo thriller di Neil Burger; non male l'idea del farmaco (o della droga) che amplia le capacità del cervello umano e permette di compiere incredibili performances ma male sviluppata, con soluzioni convenzionali e prevedibili e un inutile ricorso al truculento nel prefinale. Bravo Bradley Cooper mentre De Niro si vede poco ma lascia il segno.
L'idea di partenza è molto buona, peccato poi per lo svolgimento prevedibile e poco coinvolgente. Ho apprezzato decisamente la prima mezz'ora, poi lentamente l'interesse è andato scemando. Ho trovato interessante l'utilizzo dell'"effetto droste" all'interno della pellicola. Il film nel complesso risulta comunque godibile, soprattutto per la buona prova di Cooper. De Niro è tutto sommato inutile, perché la sua presenza non aumenta il valore del film. Si può vedere.
Quello della pillola che "apre" la mente era uno spunto ottimo, ma Burger cambia troppe volte registro fra la commedia e il thriller. Cooper è bravo, ha la stoffa del protagonista e ci sono molte inquadrature interessanti, ma il ritmo dopo la prima parte comincia a calare, la trama si fa ripetitiva e il finale delude abbastanza per la sua inconcludenza. Ci sono dialoghi brillanti e qualche scena indovinata. Si può seguire e può anche divertire per un po', ma è un film che si dimentica subito dopo la visione. Sprecato De Niro.
Il film parte in maniera convincente, soprattutto palesando un'idea di base il cui sviluppo parrebbe avere parecchie frecce da scagliare. Anche lo stile registico presenta alcuni spunti interessanti e sembra avere qualcosa da dire. Il problema è che passano i minuti e la sceneggiatura si accortaccia, si sfilaccia, mostra addirittura il fianco alla noia in alcuni passaggi. Rimane una buona idea sfruttata molto male e alcune discrete interpretazioni attoriali, nulla più. Non ci siamo.
Ormai leggendo De Niro fra i protagonisti provo sempre un certo imbarazzo e m'aspetto la boiata di turno. Questa volta, finalino escluso, invece, posso dirmi abbastanza soddisfatto della mia scelta. C'è il Cooper-stakanov del 2010, piacente e bravo ed un buon cast di contorno. La storia parrebbe anche interessante, specie nello spunto iniziale e De Niro un po' meno macchietta del solito (salvo, poi, arrivare all'amaro finale). Non dico sia improponibile ma di certo banalotto e troppo buonista per i miei gusti. Una visione la merita comunque.
Scrittore in crisi, prossimo alla barbonaggine, diventa un drago grazie ad una pillolina che survolta le sinapsi. Ma, insieme agli onori (successo, donne, soldi), ci sono oneri pesanti da sostenere... Spunto originale, stuzzicante come versione aggiornata della tentazione faustiana, ma realizzazione un pò troppo videoclippettara, tutta incentrata sulla forma con poca cura della storia che presenta lacune gravi. Peccato, perché anche Cooper funziona e la partecipazione di De Niro non si riduce alla solita marchetta. Comunque vedibile e, se non si pretende troppo, anche godibile.
MEMORABILE: Il protagonista chiede soldi in prestito alla mafia russa, per fortuna che è super-intelligente sennò chissà che bischerate avrebbe potuto fare ;o)
Probabilmente funzionava molto bene sulla carta. L'idea di base è buona, offre notevoli spunti registici ed effettivamente è quello che succede all'inizio e nelle premesse; poi il tutto si perde in scene piatte, in cui è evidente la mancanza di originalità nel condire alcune sequenze; scene prevedibili per il genere (inseguimenti e risse) aggravate dal montaggio frenetico e alla moda, in stile videoclip; troppi stereotipi sul tema (dalla mafia russa ai ricchi e potenti uomini d'affari) ed un finale vuoto.
L'idea di partenza è buona e il film comincia con il piede giusto, anche grazie ad una scelta azzeccata del protagonista. Purtroppo l'intreccio thriller non è sufficientemente intricato (meglio sarebbe stato un incastro alla Strange days, film a cui Limitless un po' somiglia) e la vicenda nel finale si risolve piuttosto banalmente. Non manca nemmeno l'happy end, ma ad una faccia da sberle come Cooper lo possiamo permettere. Superfluo De Niro. Divertente.
Un po' Faust, un po' Jekyll e Hyde, un po' Hitchcock e un po' Boyle, il film non prende mai una direzione precisa, puntando invece sulle alterazioni visive e gli stati di eccitazione vissuti dal protagonista. L'idea di base - un fantomatico aumento farmacologico delle facoltà mentali - è arguta e, fino ad un certo punto, discretamente sviluppata. Purtroppo gli ultimi 3 minuti rovinano tutto con un implicito inno all'Ubermensch capitalista fino a quel momento decostruito. Buone le scene con De Niro, per una volta non marchettaro.
Ottima la premessa su cui si basa la storia, molto meno la regia e la sceneggiatura che poco approfondiscono alcuni degli aspetti più intriganti della storia. La prova di Cooper è notevole, regge da solo la baracca con brio e senso del ritmo ed è uno dei volti più interessanti del cinema statunitense. DeNiro convince in uno dei suoi ruoli meno imbarazzanti degli ultimi 10 anni. Purtroppo l'action videoclipparo prende il sopravvento sul thriller e, dopo i primi guizzi del protagonista, la noia si fa sentire.
Bored to death si interseca con gli strani giorni di un'elettrogenerazione che gioca il 23in borsa. Intelligenza che da cibernetica torna chimica, quindi umana. Umano è anche sbagliare, e così a una divertente prima parte coi controfiocchi (tuttavia non esente da approssimazioni e buchi madornali) fa staffetta un secondo blocco farcito di sottotrame dispersive e confusionarie che faticano a mescolarsi. Gli è che l'overload mentale del protagonista diviene presto anche il nostro e il plot tracolla rovinosamente in un clamoroso epic fail senza speranza, che spreca ahinoi anche un rinsavito De Niro.
Gustosa trama che offre qualcosa di nuovo e accattivante. Particolare la regia, interessanti gli effetti visivi che danno un tocco di surrealismo e una scossa alla monotonia. Giusta anche la distinzione fra intelligenza e saggezza. Ottimo e in palla tutto il cast.
MEMORABILE: Il trip mentale in cui il protagonista ha dei "buchi" di memoria.
Fanta thriller dai risvolti abbastanza prevedibili con un Cooper però bravo che ricorda tantissimo il personaggio dismesso di Finnies in Strange days. La sceneggiatura lascia quasi tutto il peso del film sulle spalle del regista che purtroppo non ha le spalle abbastanza larghe e la giusta esperienza. Non eccelsa la prova di De Niro né quella della Cornish versione Kidman. Mancano le atmosfere e qualche plot hole inficia la storia complessiva. Nel complesso però è potabile, visto anche quello che c'è in giro ultimamente.
E se una pillola potesse farci utilizzare tutte le capacità del cervello? In questo film viene svilupata questa tematica. La cosa è sicuramente affascinante da un punto di vista teorico, ma è sviluppata in maniera approssimativa, nel film. A una prima parte abbastanza interessante ne segue una seconda un po' buttata lì. A poco giova la presenza di una star come De Niro. Occasione persa.
Senza limiti, nel senso che non si va tanto per il sottile per mandare avanti il film; tutto è ammesso, come se la magica pillola non sia stata assunta solo dal protagonista, ma anche dal regista, dallo sceneggiatore e via via, fino all'ultimo degli aiuti sul set. Il problema è che non l'ha assunta lo spettatore, che rimane nella condizione di usare una piccola parte del suo cervello, ma almeno rimane lucido e non ha crisi di astinenza. Questo per dire che non basta una interessante idea di partenza, bisogna anche svilupparla con credibilità.
Dropout con velleità da scrittore scopre una droga che lo rende un genio leonardesco. La sua vita cambia, ma deve fare i conti con effetti collaterali vari e con altri utilizzatori. L'idea di partenza non è male, lo svolgimento è mediamente interessante, la conclusione un po' sopra la media di questi film, che normalmente falliscono al momento di tirare le fila. Confezione videoclippara ma non troppo, un paio di tocchi curiosi (la "passeggiata" di 18 ore per New York, il soffitto che "diventa" il listino di borsa). Onesto intrattenimento "b".
Eddie scopre una pillola che è una sorta di pietra filosofale del secolo XXI: chi non la vorrebbe? chi non la userebbe? Dal tema dell'automiglioramento si potevano sviluppare interessanti riflessioni socio-psicologiche, così come è stato per Fight club (a cui Limitless si rifà, per diversi aspetti); tuttavia, Burger non osa e la pellicola rimane in superficie rivelandosi un comune thriller, con scagnozzi e malavitosi alla ricerca della "roba". Un Cooper mediocre e un Burger un po' deludente. Si sono dimenticati di inserire il finale.
L'ho trovato un buon intrattenimento, anche se risulta fin troppo evidente che manca un tocco di originalità nello sviluppo dell'idea, troppo incentrata sul mondo dell'alta finanza (trattato in modo asettico e misterioso). Insomma, alla lunga stanca. De Niro mi ha lasciato piuttosto indifferente, la regia non è male. Si poteva fare di meglio.
Ecco quello che succede se Trainspotting fa la spola tra Wall Street e la settimana della moda milanese. Lo spunto iniziale è decisamente notevole e traina la prima parte di pellicola, ma poi l’unica cosa senza limiti (in senso negativo) diventa la sceneggiatura, lasciata allo sbando e infarcita di episodi grossolani poco coesi e talvolta lasciati morire nel silenzio. Dopo un finale da KO rimangono solo Cooper, attore che garantisce sempre una buona resa senza picchi eccelsi, e un De Niro tra i più in palla dell’ultimo decennio. Mediocre.
Il tema è molto interessante: lo sviluppo artificiale e artificioso della capacità di sfruttamento del nostro cervello. Ciò accade in un uomo ormai allo sbando, Eddie, che Bradley Cooper interpreta in modo credibile, senza un cedimento, cambiando registro più volte senza strafare. Merito suo se il film si lascia vedere e rimane godibile fino al soddisfacente finale riuscendo quasi a perdonare ingenuità, incongruenze e una parte centrale quasi noiosa.
MEMORABILE: Le soggettive cittadine del regista: molto ben fatte (veri virtuosismi) anche se fine a se stesse.
Davvero avvincente questo thriller, in cui assistiamo alla trasformazione di un uomo attraverso l'assunzione di una pillola che aumenta le capacità intellettive. Regia svelta e moderna che intriga lo spettatore attraverso inserti onirici e soluzioni interessanti (la continua zoommata sulle strade). Adatto Bradley Cooper, ma De Niro nonostante appaia qua e là lascia il segno. Mi ha un po' deluso il finale, visto che mi aspettavo che la vicenda si concludesse in maniera completamente opposta.
Un'idea di base non troppo originale che, però, avrebbe potuto dare vita a un film decisamente migliore. Spunti registici ce ne sono, per quanto riguarda inquadrature e ritmo; a fare confusione, invece, è la sceneggiatura, la quale predilige una scialba impalcatura thriller che non suscita alcun tipo di interesse. L'utilizzo di una pillola in grado di far usare il proprio cervello al massimo, infatti, è argomento obiettivamente interessante, che sarebbe stato bello non far sfociare in un semplice e banale thriller.
Esempio quasi paradigmatico di come in presenza di un'ottima idea di fondo sia possibile costruirvi attorno una sceneggiatura solida, supportata da un cast in palla: è definibile in questo modo Limitless, pellicola in cui il ritmo non manca (eccetto alcuni rari momenti di stanca) e gli intrecci consentono al racconto di snodarsi in modo avvincente. Deboluccia la partner femminile di Cooper e un po' inverosimili alcuni passaggi, ma si tratta di difetti veniali: non il capolavoro dell'anno, ma sicuramente di buon livello. De Niro in parte.
MEMORABILE: Gli effetti dell'NZT, in particolare sul mafioso russo.
Quello che ci si chiede per tutta la durata del film è: se questa pillola è talmente miracolosa da permettere di imparare una lingua in dieci minuti o calcolare complicatissimi algoritmi, come mai nessuno fra quelli che la prendono riesce a scoprirne la formula e replicarla? Peccato perché Cooper è davvero bravo e il film è girato bene; una maggiore attenzione alla sceneggiatura ne avrebbe fatto un buon prodotto, invece - complice un finale stiracchiato - galleggia intorno alla mediocrità. De Niro, al solito, impeccabile.
La pillola magica che come la bacchetta apre con facilità tutte le porte: fama, ricchezza, sesso, potere e felicità. Da questo imput era ardua impresa raccontare qualcosa di verosimile o coerente e il regista si è barcamenato come poteva assecondando l’up and down legato alla dose quotidiana. Non mancano i momenti adrenalinici, supportati anche da una colonna sonora efficace e un buon montaggio; Cooper niente male nella parte dello schizoide protagonista. Peccato per il finale da "favola americana".
MEMORABILE: La lotta con i russi nella casa bunker; La ramanzina di De Niro nel finale.
Una droga psichedelica che apre la mente non verso lisergici mondi libertari ma per soddisfare ambizioni molto materiali di denaro e successo. Ma basta ricordare Faust, o anche solo aver visto Strange days, per sapere che c’è un prezzo da pagare: così dalle invenzioni 'stupefacenti' si passa presto a un’andatura thriller con ritmo da action movie. Dribblato il potenziale lato filosofico, si punta decisamente sull’avventurosa lotta per la sopravvivenza, con una buona narrazione incalzante. Finale mediocre.
L'idea di fondo è vincente e pure i primi sviluppi lasciano intravedere le potenzialità dello script, che unisce sci-fi, crime e humour. I veri problemi arrivano nella seconda parte, quando le contaminazioni thriller (omicidi misteriosi, inseguimenti di ignoti sicari e macabre usanze di malavitosi russi) fanno perdere il focus. Il finale non riesce a mettere ordine nel guazzabuglio e termina la storia in maniera rapida, verbosa e inconcludente. Buoni i montaggi veloci e godibile la prova del cast (De Niro sempre spettacolare). Riuscito a metà.
MEMORABILE: Le prime esperienze con la pillola; Le zoomate con struttura a frattale; Le mani delle guardie del corpo nel pacco; L'incursione domestica dei russi.
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HomevideoGestarsh99 • 10/07/11 12:22 Vice capo scrivano - 21546 interventi
Disponibile in edizione Blu-Ray Disc dal 21/09/2011 per Eagle Pictures:
DATI TECNICI
* Lingue Italiano
* Schermo Anamorfico 1080p High Definition
* Audio Dolby Digital 5.1 True Hd
DiscussioneMagnetti • 30/01/15 17:06 Call center Davinotti - 210 interventi
Molto divertente il "Momento o frase memorabile" di Daniela: "Il protagonista chiede soldi in prestito alla mafia russa, per fortuna che è super-intelligente sennò chissà che bischerate avrebbe potuto fare ;o)"
Tra l'altro la parte la parte del film con protagonista lo strozzino (Andrew Howard molto convincente) dell'est è gratuita, quasi un mero riempitivo.
DiscussioneDaniela • 31/01/15 17:53 Gran Burattinaio - 5925 interventi
Guarda Magnetti, ho appena finito di vedere la Lucy bessoniana e, ti dirò, al confronto le incongruenza e forzature di Limitless sembrano quisquilie e pinzillacchere...
Cooper fa sì qualche sciocchezzuola - tipo chiedere appunto soldi in prestito alla mafia russa - e si dimostra nello stesso tempo piuttosto meschino, però almeno non diventa uno spietato killer in grado di fare tutto ed anche di più, oltre lo spazio, il tempo ed anche il senso del ridicolo.
Questa cosa del "meschino" la devo spiegare: non trovate che uno tanto tanto intelligente potrebbe impiegare meglio tanta sapienza, piuttosto che mirare a far soldi con la finanza o parlare in tutte le lingue al ristorante per far colpo sulle femmine?
Capitasse a me, mi butterei sulla scienza, con l'imbarazzo della scelta per dove cominciare per prima cosa: trovo una cura per qualche malattia grave e/o incurabile, chiudo il buco nell'ozono oppure risolvo il problema della fame nel mondo? Vabbé, per cominciare un piccolo sfizio egoistico me lo toglierei: riprenderei in mano un manuale di matematica delle superiori, capitolo "Gli integrali", così, tanto per capire come diavolo funzionano questi bastardi, soprattutto a che cavolo servono....;o)
DiscussioneMagnetti • 2/02/15 16:25 Call center Davinotti - 210 interventi
Daniela, l'omo è omo nel senso maschio.
Io come prima cosa mi sarei comperato una barca per andare a pescare con mio cugino. :)
(attenzione spoiler)
E infatti Lucy, che è una donna, costruisce un mega computer (ahahah) per lasciare la scienza assoluta in eredità a tutti gli umani.