Dopo il clamoroso (e per lui molto doloroso, visto che nel film aveva impegnato tutto se stesso) fiasco di JOAN LUI, Celentano torna dai due autori che non molti anni prima lo avevano trasformato in un comico da superincassi con film come IL BISBETICO DOMATO e INNAMORATO PAZZO. Castellano & Pipolo riaccolgono così il figliol prodigo e confezionano per lui un canovaccio sul quale l'attore possa improvvisare come ai vecchi tempi. IL BURBERO quindi, già dal titolo, ripropone l'immagine...Leggi tutto di un Celentano scontroso, cinico e spietato, al quale la corte assillante della biondissima Debra Feuer (ex compagna di Mickey Rourke e sua partner in HOMEBOY) non sembra fare né caldo né freddo. L'avvocato Tito Torrisi ha altro a cui pensare, e non basta nemmeno la comprensione della sua segretaria (una stralunata e spersa Angela Finocchiaro) per la bella americana ad impietosirlo. Torrisi ha il cuore di pietra, e se fa caso alla giovane è solo perché il marito di lei (il glorioso Jean Sorel, vera e propria icona del giallo all'italiana) pare averle lasciato la mappa di un prezioso tesoro prima di "uccidersi". Ma sulle tracce della mappa ci sono anche tre gangster in nero (la cui recitazione è davvero scadente) e la commedia si trasforma in un abbozzo di thriller, con tanto di enigmi da risolvere. Celentano non fa che rispolverare un personaggio che ormai conosce a memoria e il cui surreale e imprevedibile atteggiamento è l'unico punto forte del film (di buone gag ce n'è ancora, nonostante tutto), Debra Feuer è poco più di una bambolona parlante, il resto del cast fa poco o niente. C'è una sciatteria di fondo, un'approissimazione in ogni singola componente del film che impedisce al BURBERO di raggiungere i fasti di un tempo. Pubblicità (non) occulta alle Marlboro lights: inquadratissime!
Celentano appare un po' stanco e non troppo impegnato, nel rivestire per l'ennesima volta la figura del burbero. La commediola è carina e molto facile, ma a volte un po' troppo misera e infantile e per tutta la durata regna quell'aria di mediocrità che gioca molto a sfavore.
Non ci sono nuove trovate o nuove gag che possano mettere in buona luce questo film. Jean Sorel, dopo Il burbero, diventerà per lo più attore di fiction e serie tv.
Purtroppo non è sempre domenica ed i bei fasti passati di Innamorato pazzo e Il bisbetico domato (qui ripreso caratterialmente) sono solo antichi ricordi. Castellano e Pipolo ridisegnano una commediuola confezionata sulle corde per il molleggiato, ma purtroppo risulta stanca e noiosa; ormai i soliti sketch triti e ritriti non fanno più ridere. Meglio riguardarsi gli antichi successi.
Pellicola comica molto leggera, dalla trama un po' più complessa del solito, che mescola allegramente elementi comici (preponderanti) con spruzzatine di mistero e di avventura fino ad arrivare al colpo di scena finale e ad un telefonato lieto fine. Nulla di nuovo sotto il sole e ciononostante si lascia seguire senza troppi affanni e può anche risultare gradevole.
Insieme ad un serie di pellicole leggere ma tutto sommato divertenti e godibili, Celentano fu diretto dalla coppia Castellano & Pipolo anche in questa commedia assai scialba dove impersona per l'ennesima volta il ruolo di un personaggio scorbutico ma tutto sommato simpatico coinvolto in improbabili vicende. Il giochino stavolta non regge a causa di una sceneggiatura insulsa che produce un film noioso e dallo sviluppo ampiamente prevedibile.
Una delle ultime apparizioni cinematografiche del Molleggiato e una delle sue più riuscite e divertenti caratterizzazioni. Nel ruolo del burbero avvocato protagonista della intricata vicenda, è davvero azzeccato e regala diversi momenti spassosi. Tipo quella con il venditore di colore all'inizio o quella al ristorante. Forse l'unica pecca del film è la Feuer, legnosa come poche. Buono invece il cast di contorno, su cui si fanno apprezzare particolarmente la brava Finocchiaro e il cattivo Sbragia.
Non è il Molleggiato dei film precedenti e va detto che qui ci troviamo di fronte ad un giallo, più che ad una commedia; il film si regge solo su di lui, dato che qui non ha spalle con le quali giocare coi suoi nonsense e la Feuer ha pochissima personalità; ma nonostante tutto rimane fedele a se stesso ed al suo personaggio ormai collaudato. Ci sono anche una simpatica (purtroppo poco sfruttata nel film) Finocchiaro e Sorel qui nei panni del cattivo; non è il massimo della cinematografia di Celentano, ma senza pretese può comunque meritare visione.
MEMORABILE: Celentano alla richiesta della Feuer di venderle assolutamente un biglietto aereo dei suoi le risponde: "Prenda quello dopo... o quello prima!"
Graziosa caccia al tesoro tra Siena, Firenze e campagne circostanti, nella quale la piuttosto insignificante Debra Feuer si cimenta, con l'aiuto di un Celentano autenticamente cinico e surreale come poche altre volte. La soluzione dell'enigma non è originalissima, ma le peripezie tra un rebus e un gioco di parole divertono. Brava la Finocchiaro, a calarsi nei panni della segretaria toscanaccia, perennemente vittima di 'mobbing' da parte del suo datore di lavoro, l'avvocato Torrisi (Celentano, appunto). Una commedia leggera ma ben confezionata.
MEMORABILE: Celentano che danza di fronte alla fotocopiatrice impazzita. Il cavallo della contrada dell'Oca, che fa 'piedino' alla Feuer!
Commedia, interpretata anche dall'americana Debra Feuer (l'allora moglie di Mickey Rourke) che Adriano Celentano ha accettato di girare, sopratutto, per rifarsi dal super-fiasco di due anni prima, il pretenzioso Joan Lui. Anche se il film è una tenda d'ossigeno per il molleggiato, che nel ruolo di avvocato tanto bisbetico quanto buono se la deve vedere anche con la segretaria Angela Finnochiaro e Jean Sorel, l'intreccio comico-giallo-rosa non mi ha preso più di tanto. Il film è modesto, da due.
MEMORABILE: Celentano e la Feuer al Palio di Siena, inseguiti, aizzano contro gli inseguitori la folla della contrada dell'Oca (sono della contrada dell'Istrice)!
Il campione d'incassi Celentano si cimenta, iniziando il suo baratro cinematografico, con questa pellicola scadente e priva financo d'ironia. Il Molleggiato gigioneggia ma non riesce a trovare linfa vitale, anzi la trama si dipana in episodi scontati e rivisti. Evitabile.
Uno degli ultimi film di Celentano che nonostante la storia un po' banale offre qualche spunto per divertire. L'accoppiata Celentano-Feuer sembra funzionare a fasi alterne ma non riesce a sopperire alle lacune nella sceneggiatura. La Finocchiaro, seppur brava, è male utilizzata. Presenza di Jean Sorel trascurabile. Potabile.
Un avvocato che non ama il sesso femminile deve ricredersi dopo le (dis)avventure che una compagnia di volo gli procura. Il ruolo di burbero, come da titolo, si addice perfettamente alle espressioni del Nostro, sempre in lotta con se stesso per resistere alle tentazioni offerte da una conturbante Debra Feuer. L'umorismo è sempre sottile e l'azione si fa contesto divertente, con alcuni passaggi (come quello nella torretta) davvero riusciti. Imperdibile per gli aficionados, guardabile col sorriso per gli altri.
Dura un'ora e quaranta eppure scorre come se durasse almeno 20 minuti di meno. Divertente commedia interpretata dal magistrale Celentano, persona che ha saputo mischiare un ottimo talento musicale a un validissimo talento come attore. La Feuer allora moglie di Mickey Rourke non se la cava malissimo, il film è divertente e frizzante. E' infine da sottolineare la bellezza dell'Italia negli anni 80.
MEMORABILE: La strada di campagna tra il grano ed enormi ville.
Celentano è perfettamente a suo agio nel ruolo del bisbetico avvocato e nonostante la sceneggiatura pecchi sovente di ingenuità, il film si lascia guardare. Adorabile la segretaria Finocchiaro e belle anche le locations toscane. Quello che invece si stenta a comprendere è l'utilizzo di Debra Feuer (cos'ha fatto oltre a sposare Mickey Rourke?), che è tanto bella quanto inutile. La storia, che è una sorta di commedia "gialla", è simpatica e ci regala anche qualche colpo di scena. Potabile.
Sarà l'arrabbiatura per i casini dovuti a Joan Lui, ma il personaggio di Celentano, ricalcato su altre pellicole con il Molleggiato, regala diversi momenti divertenti (l'arrivo all'aeroporto, "Lavoro fino alle otto", il viaggio in aereo, "Sono abbonato ai gialli Mondadori"). Simpatica Debra Feuer, adeguata la regia di Castellano e Pipolo, estenuante invece la costante ripetizione del tema musicale di Detto Mariano. Come film di cassetta funziona, anche se comunque è tutto retto dalla performance di Celentano.
Una commedia sulla falsariga delle precedenti in cui il molleggiato esaspera ancor di più il tipico personaggio burbero già visto più volte. La sceneggiatura non è male e le varie sequenze vivaci fatte di inseguimenti e momenti comici rendono il film appetibile. Il cast ha nomi importanti: da Sorel alla Finocchiaro, ma la Feuer annaspa facendo quel che può di fronte alla presenza scenica di Celentano.
Canto del cigno di una serie di successi durata un decennio: non certo il migliore del catalogo (si ripete il canovaccio del Bisbetico domato) ma dopotutto neanche il peggiore (la cornice action-poliziesca funziona assai meglio che in Sing Sing). La verità è che il massimo che Celentano potesse chiedere al cinema lo aveva già espresso nel suo magni(vani)loquente Joan Lui; qui torna momentaneamente nei suoi ranghi ma avrà la saggezza di fermarsi lì, dando l'addio al grande schermo e facendo numeri ancor più grossi nel piccolo.
MEMORABILE: "Tuo marito è morto" "Scherzetto?" "No, è mortone!"
Vedendo questo film vien da chiedersi cos'abbia portato l'Adriano attore a buttarsi via in quel modo. Siamo ben lungi dalle commedie degli anni '70 (titoli non trascurabili come Bianco rosso e... o Bluff erano onestamente ben altra cosa) ma anche dai "blockbuster" di inizio decennio, quando le commedie di Castellano e Pipolo erano almeno più scoppiettanti e provocavano sorrisi dall'inizio alla fine. Questo "giallettino" annacquato si lascia vedere giusto per la simpatia dei protagonisti (compare anche la brava Finocchiaro!), ma nulla di più.
La maschera di Celentano cannibalizza una vicenda piuttosto insipida con la complicità di un cast non eccelso che brilla per la sua assenza, orfano di molti volti storici che avevano caratterizzato le precedenti incursioni cinematografiche del Molleggiato. Script a tratti fastidioso che lascia troppo spazio alle improbabili mossette del protagonista ormai inflazionate. Si ride poco e ci si annoia parecchio. La credibilità di alcune situazioni fa a pugni col buonsenso. Solo per malati cronici di celentanite.
Discreta commedia "gialla" che Castellano e Pipolo orchestrano con buon ritmo, spargendo la trama di indizi e gag condite con il classico nonsense celentanesco. Peccato che proprio il protagonista sembri svogliato, vanificando molte battute altrimenti simatiche e affiancato dalla bella ma monolitica Feuer. Meglio i comprimari come la Finocchiaro e il cattivo Sbragia. In ogni caso girato benino e allegro. Non male la colonna sonora.
L'ultimo frutto della collaborazione tra Celentano e Castellano & Pipolo è una discreta commedia con risvolti gialli che non brilla per originalità ma che funziona a sufficienza grazie al carisma e alla simpatia del suo protagonista. Su una sceneggiatura ad alto tasso di improbabilità il Molleggiato innesta comicità surreale che strappa qualche risata e il film, nella sua semplicità, risulta gradevole. Per il resto piuttosto insipida la Feuer (la Finocchiaro e Sbragia funzionano di più), poco utilizzato Sorel, musiche di Detto Mariano non eccelse e belle location toscane.
Il Celentano "antipatico", scostante, che si scoccia per tutto è forse il suo miglior personaggio, vedi Il bisbetico domato. Ma questa riproposizione purtroppo regge per una trentina di minuti, dopodiché, complice anche una sceneggiatura che è davvero poca cosa, il tutto inizia a interessare sempre meno, mano a mano che i cattivi da commediola diventano sempre più invadenti e Celentano sempre meno fedele al personaggio originale, se non per qualche reazione o commento giustamente fuori luogo in situazioni a dir poco scomode. Mediocre ma vedibile, abbassando le pretese.
MEMORABILE: Celentano entra all'aeroporto col carrello portandosi via, senza fare una piega, anche il bagaglio di un'anziana straniera; Lui e la segretaria.
Sceneggiatura a buon mercato oberata dagli anni, oltre alla modesta performance della signora Rourke dell'epoca, annovera le partecipazioni abuliche di Finocchiaro e Lanzetta nei rispettivi panni di una solerte segretaria sui generis e di uno sgherro dall'accento partenopeo leggermente avulso. Celentano, fotocopia di se stesso, non sa fare le fotocopie, ma sgambetta di default qua e là in mezzo a inseguimenti e aggrovigliamenti con la longilinea Feuer, alla quale, come al solito, resiste fino al "twist" finale. La carne è debole, il film pure.
Per risorgere dall'abisso d'insuccesso di Joan Lui il "molleggiato" ritorna (per l'ultima volta) a batter cassa natalizia anno '86 in una commedia dal fiato corto dell'accoppiata Castellano & Pipolo, che prevede il nostro negli incredibili panni d'un avvocato fiorentino "burbero" (appunto) con la solita bella che gli ronza attorno (stavolta è il turno di Debra Feur, in vacanza in Italia). Un - si fa per dire - intreccio giallo dà il via a una serie di "avventure" toscane da cartolina (c'è pure Siena durante il Palio) in cui ci si diverte poco. Ottima la colonna sonora di Detto Mariano.
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HomevideoGeppo • 1/09/09 17:51 Call center Davinotti - 4357 interventi
Il titolo tradotto in italiano del DVD di Adriano Celentano uscito in Germania.
IL BURBERO diventa L'ORSO BRONTOLONE (Der Brummbär).
Le immagini di repertorio del Palio si riferiscono a quelle dell'Agosto 1986, corso da solo 8 corridori.
Il Palio originale fu vinto dalla Giraffa e non dal'Oca, che addirittura non parteciperà a quel Palio. In questo link possiamo trovare le informazioni su quel palio e il filmato della corsa:
Dati DvD Cecchi Gori Home Video:
Runtime: 1h 40' 19'';
Lingua:Italiano;
Sottotitoli:italiano per non udenti;
Suddivisione capitoli DvD: 16
Extra:
Biografie: Adriano Celentano,Debra Feuer,Giuseppe Moccia Pipolo,Franco Castellano;
Dati Tecnici DvD:
DvD5;
Video: 16:9 Colore; formato 1:85:1 Anamorfico; bitrate 5.25 Mbps; Comparto Video molto buono;
Audio: ita dolby digital ac-3/2; Frequenza Campionamento 48Khz; Bitrate 192Kbps; Canale:Stereo; Comparto Audio molto buono;
Concludendo: Buon lavoro della Cecchi Gori;
un appunto negativo { degli extra con interviste agli attori,ai registi,sul set del film,backstage,etc.} sarebbero stati graditi!!