Dal Totocalcio alla lotteria di Capodanno fino al recente Superenalotto, il tema della vincita improvvisa è stata una costante ciclica del nostro cinema. Poco importa che il fortunato incassi o meno l'immenso patrimonio, a contare è l'effetto sulla gente, che in un batter d'occhi (con le ovvie esagerazioni necessarie a suscitare l'effetto comico) cambia radicalmente atteggiamento nei suoi confronti. Il film di Costella si accoda al filone senza particolare inventiva, anzi rimandando molto più del previsto la svolta chiave e di fatto limitandosi nell'intero primo tempo a raccontare il quotidiano di un modesto vigile urbano (Salemme) più attratto dal gioco...Leggi tutto (sempre gli stessi sei numeri, 10 20 30 40 50 60) che dalla compagna molto sexy con cui vive (Argento), la quale ricambia scatenandosi sessualmente col di lui superiore (Gassman). Un triste tran tran condito da prevedibili difficoltà finanziarie, un'ex moglie sanguisuga e amici meno comprensivi di quanto ci si aspetterebbe (Bandiera e Giacobazzi). Così si cerca di lasciare un po' di spazio alle velleità amatorie di Gassman, single per scelta che si ripassa le mogli dei sottoposti (oltre alla Argento anche la Santarelli) curandosi di impedire che esse possano lasciare definitivamente il partner e di conseguenza assillarlo. Personaggi ampiamente stereotipati ai quali il solo Salemme, in buona vena, riesce a dare un po' di brio. Il film si basa unicamente su di lui, sull'estro napoletano di un attore che evidentemente sa come recuperare quando si ha a che fare con un copione povero. Cerca il duetto col vecchio “socio” Casagrande (in banca), si lancia sopra le righe, gioca a contenere l'esuberante (ed eccessiva) Nicole Grimaudo, si dispera e scoppia di gioia passando in rassegna un po' tutte le espressioni del repertorio. Quando però manca dalla scena, i comprimari arrancano, prigionieri o di personaggi fuori dalle proprie corde e artificiosamente ambigui nel vano tentativo di apparire sfaccettati (Argento) o miseri nella meschinità di ruoli appiccicati a far da insulso contorno (Gassman) o privati di una sola battuta decente (Bandiera). Se insomma il quadro si risolleva un po' è per la regia discretamente ritmata di Costella o per la solarità di una città (Parma) che offre buoni scorci di provincia lontani dalle solite metropoli. Poco, per poter salvare un film il cui unico vero atout è come detto la buona vena del protagonista, evidentemente a suo agio nella parte.
Simpaticissimo, soprattutto grazie a Vincenzo Salemme, davvero scatenato nella parte del vigile protagonista. Il resto del cast è comunque ricchissimo e tra i migliori si fanno notare un'Asia Argento romanaccia e un simpatico Gassman playboy. Poi ci sono i duetti fra Salemme e Casagrande che fanno sempre sorridere e un ritmo vivace che tiene sveglio lo spettatore. Solo il finale mi ha deluso, troppo scontato e tirato via, come se mancasse qualcosa. Nel complesso comunque una buona commedia.
MEMORABILE: Salemme e Bandiera che si fanno fotografare dall'autovelox nelle pose più strane.
Un vigile urbano di Parma vince 120 milioni di euro e la sua vita cambia. Una vicenda già vista, tuttavia pur sempre godibile (il sogno di tutti, in definitiva), anche se il film è sostenuto solamente dall'ironia istrionica di Salemme. La filosofia spicciola del “chi è ricco non ha problemi” è un ritratto sincero del pensiero comune di chi gioca e spera di far vita da nababbo senza faticare. La Argento è in un ruolo sbagliato, ma piuttosto divertente (almeno negli “sbraghi” semi-romaneschi). Gassman è mal gestito. Film modesto, ma si ridacchia.
Immaginavo che non mi avrebbe deluso e infatti non lo ha fatto. Il film è assolutamente godibile, con un Salemme mattatore assoluto che si prende tutta o quasi la scena con le sue gag in dialetto campano. La sceneggiatura è leggera e scanzonata così come deve essere per una commedia allegra e divertente che ha come soggetto principale la vincita al superenalotto (che può risolvere mille problemi). A corredo un cast che vede ottimi coprotagonisti e caratteristi (sopra tutti un frizzante Casagrande e una allegra Argento), brava in una parte diversa dl solito.
Notevole l'estro di Salemme nei panni di un vigile urbano la cui vita cambia dopo una vincita (purtroppo solo apparente) al Superenalotto. La trama non è particolarmente originale, ma la verve del protagonista riesce a mantenere la commedia sui giusti binari. I momenti migliori si hanno quando duetta con Casagrande, che però compare in poche sequenze. Il resto del cast non si nota più di tanto, ma c'è di buono che alcuni attori originari della TV cercano di non ripetersi, mentre Gassman si spreca in un ruolo anonimo.
MEMORABILE: La lugubre ex moglie con tanto di sorelle pseudo-chiagnare; "Anche a bassa voce sono sempre 90.000 euro"...
Declinato in diversi modi, il tema della superstizione (e delle sue varianti) è stato assai praticato dal cinema italiano nel passato. Questa commedia di Paolo Costella (cosceneggiata da Salemme) propone clichè ormai vetusti e purtroppo senza un minimo di inventiva personale. L'attore napoletano ha i giusti tempi comici ma non può continuare a buttarsi via, servito da una sceneggiatura da due lire e da comprimari scadenti (Gassman e la Argento sono tremendi). Quasi inguardabile.
La bellissima città di Parma è territorio di una baracconata inguardabile priva di momenti comici: Salemme, che ha del talento, non può reggere da solo un'opera che non possiede una sceneggiatura adeguata. Decisamente fuori luogo la Argento, mentre Gassman ha stufato: fa sempre lo stesso ruolo! Un'ora e quaranta di vuoto imbarazzante di idee.
Bastano pochi minuti per capire dove andranno a parare la storia e finanche il finale: segno di una sceneggiatura scialba e poco curata. Il cast non è male, ma proprio per questa mancanza di idee generale finirà col recitare a vuoto. Unica nota positiva, Salemme: completamente a suo agio nel ruolo (forse tornare a fare il protagonista unico gli giova), sfodera macchiette e gag come non faceva da tempo. Alcune espressioni, alcune movenze, alcuni tempi comici sono quelli con cui ha conquistato il pubblico oltre dieci anni fa a inizio carriera.
Il problema fondamentale è che lo sviluppo delle vicende non serve a scoprire se il protagonista ha giocato o meno la schedina (la ricevitoria era chiusa), ma ad attendere che si ricordi di non aver giocato. Questa scelta priva la vicenda di qualsiasi interesse, sgonfia una sceneggiatura già povera di suo (le corna della moglie, il capo paraculo, i debiti in banca), non delinea personaggi secondari come i colleghi, ridotti a quadretti sciocchi ed inutili, ma soprattutto non fa ridere.
Pellicola leggera e per nulla impegnativa che si lascia seguire anche senza troppa attenzione. Nulla di nuovo in questo film: piacevoli l'umorismo e la simpatia del napoletano Salemme (anche se ho trovato troppo spinta la sua sfrontatezza quando si reputa vincitore). Si può guardare ma non è sicuramente essenziale.
Commediola abbastanza scontata che con la scusa di una presunta vincita milionaria genera un vorticoso giro sentimentale fatto di tresche di provincia. Salemme interpreta il solito napoletano con la sua ripetitiva maschera e non strappa risate. Meglio l'Argento e Gassman, inutile la Santarelli. Finale telefonatissimo.
Scadente. In alcuni momenti i tempi comici e i personaggi tengono in piedi a fatica una commedia all'italiana dalle caratteristiche estremamente arcaiche: moine, mimica eccessiva, battute enfatizzate... Ma il giochino non tiene, soprattutto per il fallimento degli attori: si salvano solo Gassman e Casagrande, gli altri sono tutti pessimi. Ma quel che è peggio è il flop totale di Salemme, ormai veramente eccessivo nella sua mediocre caricatura napoletana, totalmente irrealistica e per nulla divertente.
Scadentissima commedia sul pluri-affrontato tema della vincita alla "lotteria". Il pregio della pellicola è unicamente Salemme protagonista, che nonostante una sceneggiatura banalissima riesce a sostenere il ruolo. Attorno si muove un cast ricco, fra "zelighisti" e non, che però sprofondano in ruoli completamente sbagliati che ne mortificano la verve comica. La storia impiega fin troppo tempo a mettersi in moto e quando lo fa manca dello spunto necessario, fino ad arrivare a un finale persino meno azzeccato di tutta la prima parte.
Triste commediola che si segnala per una marcatissima e cronica mancanza di idee: Salemme ce la mette tutta per risollevare le sorti dell'operazione ma il soggetto pare avere sessant'anni, le scelte di cast sono discutibili (Argento e Grimaudo), gli attori ripetono stancamente se stessi (Gassmann) e i cabarettisti sono impegnati a dare "vita" a fiacche macchiette (Giacobazzi, Bandiera e Minaccioni). I divertimento rimane una pia illusione. Il tipico film che si dimentica subito dopo la visione e in cui la noia regna sovrana.
MEMORABILE: La trashissima sequenza con la Argento che fa la sexy mentre griglia la carne.
Sciocchezuola che prende come pretesto il SuperEnalotto per mostrarci un manipolo di comici più o meno validi. Ma l'argomento è inflazionato e ormai indigesto. Si salvano la Argento, divertentissima e perfetta in ruoli leggeri, e un Gassman gigione. Per il resto poca roba. Tutto troppo derivativo; finalone retorico compreso. E così le situazioni si ripetono troppo stancamente.
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HomevideoGestarsh99 • 6/01/12 00:06 Vice capo scrivano - 21546 interventi
Disponibile in edizione Blu-Ray Disc (+ DVD) dall'08/02/2012 per Medusa Video:
Un film osceno, sceneggiatura pedestre e attori (Asia Argento in primis) inguardabili. Diventerà un cult tra gli amanti del trash.
DiscussioneZender • 2/02/12 08:34 Capo scrivano - 48337 interventi
Mah, non sono d'accordo, il trash è un'altra cosa. Questa è la solita ennesima commediola su quello che vince alla lotteria (una delle mille), che si confonde nel mucchio.