Gran film di Sam Peckinpah, che arriva personalmente nel finale, a fare da premessa alla grandiosa conclusione. Anche chi non ama il genere western non può non restare lusingato dall'arte (e dagli artifizi) del regista, a partire dal pensiero di chi sta per essere colpito. C'è Katy Jurado (bellona in Mezzogiorno di fuoco) Solo decorativa, quasi inutile, la presenza di Bob Dylan.
MEMORABILE: La sparatoria, con la presenza della citata Jurado, sulle rive di quello specchio d'acqua, con quel cielo...
Uno dei film più famosi, insieme a Il mucchio selvaggio, del grande Sam Peckinpah, che all'epoca della sua uscita cinematografica fu stravolto per volere della produzione. Nonostante ciò un buonissimo film che si avvale dell'ottima interpretazione di un grande cast di attori, su tutti James Coburn. Il doppio dvd contiene due versioni del film: una molto vicina alla director's cut voluta dal regista e una rimontata nel 2005. Peccato che manchi la versione cinematografica, odiata dal regista ma che ha fatto conoscere la pellicola al mondo.
Stravolto come al solito dalla produzione ma rimane un caposaldo nella carriera del grande Peckinpah. La ricostruzione della vita del bandito Billy The Kid e del suo amico Pat Garrett è girata in maniera splendida, con un ottimo lavoro sul montaggio e sugli attori. Eccezionali Coburn e Kristofferson. Ottimi anche gli altri. Molte le scene da
ricordare, troppe per essere citate. Bellissima colonna sonora firmata Bob Dylan.
MEMORABILE: L'evasione di Billy con l'uccisione del vice di Garrett; Billy contro Alamosa; Pickens e
la Jurado sulla riva del lago; Il finale.
Bellissima ballata che influenzò lo stile musicale di uno degli attori e compositore delle musiche, Bob Dylan (in Desirèe); Peckinpah ama annegare nei suoi lunghi film, scolpire figure senza troppo indugio psicologico, in omaggio reazionario e in sfiducia nelle virtù umane, salvo quella di mettere la pelle in gioco in prima persona. Attori perfetti, estetica west così caratteristica da divenire, dopo quella di Ford, imprescindibile. Questa non è la vera storia di Garrett e Kid; a Peckinpah non interessa dire la verità ma la sua verità, essendo un artista.
Ultimo western girato dal grande regista Sam Peckinpah è un film elegiaco che narra come meglio non si potrebbe il tramonto di un'era. I due protagonisti sono figure romantiche e a loro modo elegiache, totalmente trasfigurate rispetto alla realtà storicaper un film che ha la malinconia come elemento conduttore. Segnato da bellissime musiche (tra le quali il celeberrimo motivo di Bob Dylan), il film come molte altre opere del regista propone una sorta di poetica della violenza.
Lirico e crepuscolare commiato al western da parte di Peckinpah: il tramonto di un'amicizia coincide col tramonto del west. Molto bella la colonna sonora di Dylan che contribuì a renderlo famoso grazie alla straziante "Knockin' on heaven's door", interpretazioni fantastiche di Coburn e Kristofferson (perfettamente a suo agio nei panni di Billy The Kid, più adatto al ruolo di quanto non fosse Newman in "Furia Selvaggia"). È il film cinico e disilluso di un regista che ormai non crede più in niente, esclusa la violenza.
MEMORABILE: La morte dell'aiutante di Garrett col sottofondo di "Knockin' on heaven's door".
Opera importante nella filmografia di Sam Peckinpah, è un film di difficile valutazione. Molte sono le qualità, a cominciare dalla scelta degli attori (escluso l'inutile ed inetto Bob Dylan) per proseguire con una scenografia e una sceneggiatura da menzione speciale. Eppure manca qualcosa in questo lavoro. Manca lo spirito violento e senza speranza di Sam, manca la sua anima ribelle e sanguinaria, manca il vero mestiere del regista de Il mucchio selvaggio. Stupenda la scena della morte di Slim Pickens, però Peckinpah questa volta spara a salve. Rivedibile.
È uno dei vertici, insieme a Cane di paglia e Il mucchio selvaggio, della poetica di Peckinpah: meno rigoroso degli altri, ma forse ancor più calato nel mito e fuori dalla storia. Kristofferson è buono, a tratti irresistibile, ma Coburn è superbo. Bob Dylan (fortemente voluto dallo sceneggiatore, che lo avrebbe proprio pensato come protagonista) viene invece maltollerato dal regista, ma la sua presenza è un valore aggiunto che ha reso comprensibilmente cult la pellicola per molti.
MEMORABILE: La fuga di Kristofferson col fucile caricato a monete; Dylan che legge le etichette dei fagioli; il decadente Coburn a letto con tre prostitute.
Sam Peckinpah, quando ha diretto western, difficilmente (o mai) mi ha deluso. Questo film è un vero e proprio cult del western made in USA. Ci sono scene che veramente rimangono impresse. La violenza, forse, la fa da padrona, ma non guasta mai. Belle le musiche di Dylan.
Senza fretta, il ritmo lo danno le ballate di Dylan. Ci deve essere il tempo per fare tutto, per riflettere su tutto, anche se si spara velocemente, senza tante remore e chi muore sa che deve morire e la prende quasi come una liberazione e chi vive non è l'eroe e dovrà fare i conti con la propria coscienza. È un loop, un girotondo che si fa a cavallo, ma è anche un girotondo di ruoli, chi prima è una cosa, poi diventa un'altra. È il bandito quello amato da tutti, dai bambini e dalle donne, che piangono per lui. Poesia in formato western.
Film dal passo cadenzato, lento, quasi a replicare i lenti - ma inesorabili - cambiamenti cui anche il "West" va incontro. Assistiamo all'esaurimento dei tradizionali ruoli dell'età d'oro del western che tante certezze davano allo spettatore: in particolare la sovrapposizione e confusione tra guardie e ladri e buoni e cattivi. Amicizia, sopravvivenza, rivalità, rispetto, come polvere dentro i marchingegni della storia, che va avanti nonostante tutti e tutto. Omerico. 3 pallini e 1/2.
MEMORABILE: La morte finale, volutamente non enfatizzata ma buttata lì, sciupata; a segnare il crollo irrispettoso di un'epoca.
Epopea sulla fine di un periodo condotta con ottimo stile, né pomposo né retorico e valorizzando i due caratteri principali. Violenza tutto sommato limitata anche se l'uccisione di Ben, l'aiutante dello sceriffo, è qualcosa di splatter e memorabile al tempo stesso. Dylan e le sue canzoni: simpatico, non ci sta male ma nulla di più.
MEMORABILE: Dopo aver ucciso l'aiutante dello sceriffo, Pat dice a uno di prendersi le monetine come resto.
Il capolavoro assoluto di Sam Peckinpah e della "revisione" post-sessantottina del western, riflette sull'inesorabile mutamento dei tempi e sulla fine di un mito (quello del West e dei suoi valori) utilizzando il tema dell'amicizia quale unità di analisi. L'ottima colonna sonora di Dylan accresce quel senso di perdita e nostalgia che pervade l'intera opera. Disincantato, struggente con sprazzi improvvisi di hobbesiana violenza, merita un posto nell'Olimpo del genere. Cast in stato di grazia.
La director's cut del 2005 (monca di circa 7 minuti rispetto alla Turner version del 1988) è abbastanza scorrevole e avvincente e, cosa più importante, a quanto pare si avvicina il più possibile alle volontà del regista, che si vide devastare la versione cinematografica del 1973. Tutto ai massimi livelli: dialoghi, atmosfera, musiche, regia, attori. La trama non è delle più elaborate e il ritmo rimane ad ogni modo un po' troppo acciaccato (si vocifera tra l'altro a causa di continui guai produttivi che insorsero), ma il film è comunque un must.
MEMORABILE: La parte finale; Quando si sente Knockin's on heaven's door (canzone che evidenza magistralmente certe scene); L'inizio con i poveri galli maciullati.
Non il miglior western in assoluto, ma come opera è un vero capolavoro. Pat, magnificamente interpretato da Coburn, è un rappresentante mefistofelico di una legge disgustosamente repressiva e Billy, più che un eroe, è un povero disgraziato che non può accettare soprusi derivanti da contorsioni mentali così meschine. Il fatto che Pat dica di farsi sceriffo per sopravvivere e invecchiare col sistema smaschera dei mostri che ogni tanto ritornano e che sono spesso presenti più che mai a farci sentire sul collo il loro fiato fetido e nauseante...
MEMORABILE: L'evasione di Billy; Il comportamento di Pat sia con le prostitute che alla taverna con gli altri quattro; I primi due minuti dell'edizione del 2005.
L'addio al western di Peckinpah è una ballata malinconica sulla fine di un'epoca che coincide con la fine di una concezione della vita come avventura e libertà dalle regole. Garret può/deve uccidere Billy perché ha già ucciso se stesso, diventando una figura iconica, appesa ad una stella di latta, al soldo di politici e proprietari terrieri senza scrupoli. E nello scontro fra due icone - anche Billy lo è, leggenda vivente che non può sottrarsi al suo destino - è fatale che sia quella nuda, priva di difese, a cadere. Colonna sonora imprescindibile, cast perfetto, film da amare.
MEMORABILE: Baker morente vicino al fiume, con la sua donna che gli si avvicina - L'attacco di "Knockin' on Heaven's Door"
Fine del western di Peckinpah (è l'ultimo) e crepuscolo del mitico West: i confini etici tra i due amici Pat Garrett, sceriffo al servizio dell'establishment, e Billy The Kid, bandito romantico e libertario come gli antichi pionieri, sono molto labili e c'è persino qualcuno disposto a farsi sparare (Elam, memorabile la sua morte pressoché volontaria) pur di esser ricordato... Crudezze improvvise, sparatorie roboanti e sanguinose e la fotografia corrusca continuano ad essere i marchi di fabbrica del regista, mentre le ballate di Bob Dylan intonano la fine di un'epoca e dei suoi ideali.
MEMORABILE: La morte di Elam; Dylan che legge le etichette dei barattoli; Pat in attesa del duello con Billy.
Ultimo capolavoro western dello zio Sam, che porta sul grande schermo la vicenda del celebre bandito, già molte volte riproposta. Anche qui Peckinpah, come aveva già fatto nel Mucchio selvaggio, mette in risalto soprattutto il legame di amicizia tra i due, che va oltre i loro ruoli ma che, inevitabilmente, sarà destinato a spezzarsi.
Peckinpah firma uno dei suoi film più politici, nel quale la saga di due figure iconiche del western come Garrett e il Kid diventa una malinconica riflessione sull'avvento del moderno ordinamento sociale basato sulla legge e dominato dal capitalismo. Da vedere nella versione restaurata e rimontata del 2005 che rende più chiara l'ideologia del regista con Garrett che ormai anziano viene ucciso da coloro che gli commissionarono la cattura del Kid. Forse un po' frammentario ma con molte sequenze d'antologia, è il western crepuscolare definitivo.
MEMORABILE: La morte di Pickens sulle note di "Knocking On Heaven's Door"; L'evasione del Kid; Garrett che spara all'immagine del Kid riflessa nello specchio.
I meravigliosi crepuscoli, montaggio con momenti altissimi (a partire dai titoli di testa), un Coburn perfetto (meno perfetto Kristofferson e ancor meno Dylan attore), una messa a quadro da applausi e i suggestivi arpeggi di Dylan che sorreggono sapientemente ogni sequenza faticano a colmare i vuoti di un soggetto a ben vedere piuttosto elementare, che riesce a farsi interessante solamente quando comincia a mischiare le carte nel disegno dei presunti buoni e dei presunti cattivi. Grande fascino, ma si rischia di restare inappagati.
Le ballate di Bob Dylan si sposano perfettamente con i paesaggi crepuscolari di questa opera di un Peckinpah ispiratissimo. Coburn e Kristofferson fanno due anti-eroi disillusi e marci che si danno la caccia in un West che non c'è più, perché la sua anima libertaria è stata venduta a politici e latifondisti corrotti. Polvere, fango e sangue, sparatorie violente, tuoni e fulmini, alla ricerca di un anarchismo anti-stato come unica soluzione alla fine di tutto. Capolavoro.
Ci sono alcuni elementi che elevano questo ennesimo western firmato da Peckinpah sopra la media. La trama, come spesso è capitato nel genere, è semplice e piuttosto lineare, ma è lo stile narrativo che l’avvicina a un’epopea, una serie di imprese straordinarie a cui le musiche di Bob Dylan donano un sapore differente, quasi leggendario. I panorami crepuscolari e i volti dei protagonisti fanno il resto nella descrizione del mito aumentando ulteriormente il fascino della pellicola, tra le più intriganti dirette dal regista di Fresno.
Peckinpah lascia il western con un'opera di sapore epico, dai ritmi dilatati e solenni scanditi dalla celeberrima colonna sonora di Dylan. In realtà la caccia all'uomo fra i due ex amici è solo un pretesto per raccontare il vuoto e la solitudine di tutti i personaggi coinvolti, in un mondo ormai privo di valori. Coburm freddo e laconico sembra venire dritto dai grandi classici del genere mentre Kristofferson va incontro al suo destino con una calma evangelica, in gioco di morte in cui perde soprattutto chi resta vivo. Bellissimo!
L’ultimo western di Peckinpah non poteva che essere un’elegia sulla fine del mito libertario di un mondo ormai corrotto e dal labile confine tra “buoni” e “cattivi”, mettendo assieme un gruppo di attori che hanno fatto la storia (e la leggenda) del genere. Il racconto del regista di Fresno fonde con vigore violenza e poesia e le musiche di Dylan, perfettamente combinate con le potenti immagini, accentuano il senso della fine di un’epoca, cui non poteva essere reso migliore omaggio.
MEMORABILE: Dylan legge le etichette dei barattoli; La morte dello sceriffo e “Knockin’ On Heaven’s Door”.
Ancora oggi grandissimo film. La storia di Garret e dell'eroe popolare Billy The Kid rivista con occhio speciale, con le carte in tavola che vengono un po' rimescolate al servizio della pellicola, resa di livello grazie a tantissimi dettagli. Dal taglio delle riprese alle location, la caratterizzazione dei due personaggi principali, la semplice ma precisa descrizione di un mondo ormai pronto a far posto a un nuovo modo di intendere la vita. Ci sono romanticismo, violenza e qualunque altro sentimento. Fantastica la soundtrack di Bob Dylan.
MEMORABILE: La colonna sonora di Bob Dylan contiene "Knockin On Heaven's Door", che sarebbe poi diventata una delle canzoni più famose della storia della musica.
Western in cui buono e cattivo si fondono, dando vita a personaggi unici. I due protagonisti catalizzano l'attenzione dello spettatore. Ma anche chi gli ruota attorno, o semplicemente incrocia la loro strada, spesso dà vita a una performance che arricchisce la pellicola. Come in ogni western che si rispetti, sono quasi sempre fucili e pistole a avere l'ultima parola E quando c'è da aprire bocca non si fanno troppi giri di parole (patti chiari, amicizia lunga). Nota di merito per il sorrisetto di Billy quando, nel finale, vede Garrett e per la colonna sonora. Davvero notevole.
MEMORABILE: "Tienti gli spiccioli Bob"; Pranzo con Billy e duello con conta dei passi: "Non erano dieci". E il morente "Non ho mai saputo contare".
Vecchi amici si ritroveranno agli opposti. Trama sulla decadenza dei ruoli del West: gli iconici protagonisti accettano la vecchiaia o la sorte inevitabile (buon preambolo come scelta e conclusione di una stanca malinconia). Anche i vari scontri a fuoco non cercano di essere spettacolari. Ottimo Coburn, così così Kristofferson, male Dylan (come attore). Musiche di quest’ultimo che si sposano bene con le immagini e brano singolo che ha fatto la storia.
MEMORABILE: Nella tinozza con le prostitute; A cena col governatore; Il bambino che tira i sassi allo sceriffo.
Crepuscolare al massimo grado l'ultimo western diretto da Peckinpah. La violenza è presente ma senza raggiungere l'epica de Il mucchio selvaggio, il mito della frontiera soccombe di fronte all'avanzata del capitalismo, i vecchi amici combattono su fronti opposti e chi ha scelto la legge si ritrova al soldo dei reazionari proprietari terrieri. Prospettiva interessante ma ritmo lento, e il finale lascia una forte sensazione di incompiutezza. Ottimo Coburn, discreto Kristofferson, Bob Dylan firma una bella colonna sonora ma la sua presenza nel cast rimane un mistero.
L'ultimo western dello Zio Sam è anche uno dei migliori prodotti oltreoceano di sempre, con il cinema che quasi diventa letteratura. Lo stile di Peckinpah è del tutto personale, ma c'è molto della lezione di Leone in questo capolavoro: la stessa atmosfera crepuscolare, il lirismo che accompagna l'opera fino alla fine, l'uso fondamentale delle musiche, diversi interpreti in comune (Robards, Elam). Se Kristofferson è un Kid perfetto, Coburn offre un Garrett tormentato come pochi. Di culto le presenze della Jurado e di Bob Dylan.
Violento e malinconico apologo sulla fine della Libertà, dal collasso del movimento hippy al tramonto della grande epopea del West. Incomprensibili le accuse di reazionarismo nei confronti di questo grande regista libertario, anticapitalista e ribelle; alla fine Garrett e Billy sono metafore di chi si integra per convenienza, sfiducia o paura nel Sistema (Garrett, interpretato dal solito colossale Coburn) e di chi invece difende la sua natura di antagonista fino alla morte (il buon Kristofferson). Unico film di Peckinpah con una grandissima (e altrettanto famosa) colonna sonora.
Racconto disincantato della fine di un'era e di due amici che si danno la caccia girandoci attorno e rimandando la fine. Peckinpah rinuncia in parte alla sua furia dilatando i tempi e ci consegna un western affascinante ma imperfetto, con alcuni momenti che sembrano girare a vuoto come i suoi protagonisti. Coburn e Kristofferson vestono bene i propri panni, un po' meno Dylan che però ci delizia in colonna sonora, mentre la gran parata di caratteristi ci regala le giuste facce. Montaggio come sempre millimetrico, ma a fine visione si percepisce una certa stanchezza.
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Inizialmente la direzione della pellicola fu affidata a MONTE HELLMAN che però abbandonò il set per contrasti con la produzione e venno appunto sostituito da SAM PECKINPAH.
Una fonte precisa è difficile da trovare anche se è una cosa abbastanza risaputa tra gli appassionati di SAM PECKINPAH,ma se ad esempio si legge il dizionario del cinema IL MEREGHETTI anche li viene menzionato questo particolare.
Grazie mille. Ho letto parecchio su Peckinpah, probabilmente avrò anche letto questa cosa ma ho una memoria davvero "fallace"
DiscussioneFauno • 6/04/13 12:37 Contratto a progetto - 2749 interventi
Qualche curiosità: verso la fine Kristofferson (Billy) fa l'amore con Rita Coolidge che l'anno dopo sarebbe divenuta sua moglie, nella realtà. Fonte Enciclopedia del Rock.
Nel film viene narrata la leggenda di due pistoleri che si sfidano a duello: John, e U.S. Christmas detto Santo.
Ora, mentre in Italia abbiamo avuto il grande Fausto Papetti col suo sax ad eseguire strumentalmente i grandi successi nazionali e internazionali, nel resto del mondo abbiamo avuto i leggendari fratelli newyorchesi, Santo & Johnny Farina. I loro genitori non avranno tratto ispirazione dai due pistoleri suddetti?
Quando parte la celeberrima Knockin'on heaven's door che oramai anche le formiche conoscono, stranamente l'azione è incentrata su uno sceriffo che vuole andare in pensione e la cui moglie o compagna si chiama proprio Mama...
Aldilà di questo, pur ammettendo che di zio Sam non li ho visti tutti, questo è davvero uno di quei film che nessun cinefilo dovrebbe farsi scappare, anche perchè la riedizione del 2005 l'ha reso ancora migliore. FAUNO.
Sarà proiettato al Torino Film Festival (quale versione?):
23 Novembre ore 22.30
24 Novembre ore 14.45
27 Novembre ore 19.15
Cinema Reposi
HomevideoRocchiola • 9/05/16 15:19 Call center Davinotti - 1278 interventi
Ormai fuori catalogo il doppio DVD della Warner è il meglio che si possa trovare per vedere questo film.
Il primo disco contiene la versione restaurata e rimontata nel 2005 di 110 minuti che si avvicina abbastanza alla versione definitiva voluta dal regista e massacrata dai produttori, contenente alcune scene sottotitolate aggiunte rispetto alla versione cinematografica che durava sui 100 minuti.
Il secondo disco contiene la versione Turner rimontata nel 1988 di circa 120 minuti presentati in lingua originale con sottotitoli.
Comunque anche se la Turner a qualche minuto in più, a livello qualitativo la versione restaurata del 2005 è la migliore.
Per ora anche all'estero non è ancora uscito in BluRay!!!!
DiscussioneAlex75 • 27/08/19 17:26 Call center Davinotti - 710 interventi
Fauno ebbe a dire:
Aldilà di questo, pur ammettendo che di zio Sam non li ho visti tutti, questo è davvero uno di quei film che nessun cinefilo dovrebbe farsi scappare, anche perchè la riedizione del 2005 l'ha reso ancora migliore. FAUNO.
Sicuramente uno degli ultimi western della storia del cinema davvero grandi. Se non l'ultimo (mi riservo il beneficio del dubbio, non avendo ancora visto I cancelli del cielo e Gli spietati)
HomevideoRocchiola • 20/11/20 09:23 Call center Davinotti - 1278 interventi
Rivisto il DVD Warner Special Edition su nuovo schermo ambilight da 55 pollici. Un prodotto risalente ormai fuori catalogo che ha preso quotazioni riguardevoli. Il video è discreto, permangono lievi spuntinature e graffi, ma nel complesso è mediamente integro. La granulometria è abbastanza sotto controllo e solo in alcune brevi sequenze si fà un pò troppo invasiva. Su uno schermo di grandi dimensioni la definizione appare passabile per un prodotto in SD, tuttavia è facilmente prevedibile che una riedizione in BD offrirebbe sicuramente un maggior dettaglio. Qui i panorami e gli sfondi non sono molto incisivi. Audio italiano monofonico non particolarmente brillante, manca un pò di potenza ed è abbastanza chiuso anche nelle musiche. In definitiva un DVD discreto in attesa di una riedizione del film in HD che ancora manca anche a livello internazionale.