Gran bel western dalla scrittura asciutta e sapiente che sa dosare benissimo tempi e ritmi più dilatati che sono preparatori alle accelerazioni ed agli inevitabili e gustosi scoppi di violenza. Merito quindi di una sceneggiatura pienamente riuscita che sa giocare bene le sue carte e coprire il suo gioco: fino alla fine, per esempio, non è sempre chiaro chi è chi. Ben distillate anche le sorprese in un storia semplice ma coinvolgente. La regia è essenziale ma efficace: non gigioneggia ma fa il suo lavoro. Qualcosa qua e là può sembrare gratuito e programmatico, ma il film è notevole.
MEMORABILE: Il cognato di Henry allo sceriffo: "Non hai idea della tempesta che stai per scatenare".
Chi sul western piange miseria pecca di malafede o ignora che esso incede fragoroso da tempo: a rimpinguar la lista un Ponciroli che sguaina dalla fondina l'ennesima eccezione che riconferma il genere e ne revisiona scespirianamente le regole, sparando al centro del cerchio narrativo e forando la botte estetica, asciugando le lacrime dei nostalgici e appassionando anche snob e dissidenti. Tragedia, leggenda, tensione e ole goregalore bilanciate al micron in un'opera senza attimi di appannamento: tra gli amanti dell'epica fattasi cinema, squisitezze siffatte dovrebbero essere virali.
Henry vive in una sperduta fattoria insieme al figlio adolescente. Dopo aver prestato soccorso ad un uomo ferito in fuga con malloppo, si trova ad affrontare un sedicente sceriffo ed i suoi uomini... Western dallo spunto classico: un uomo tranquillo che vorrebbe farsi solo i fatti propri costretto dalle circostanze ad imbracciare il fucile. E' facile intuire che Henry, a cui Tim Blake Nelson presta il suo volto stropicciato e sbilenco, ha un oscuro passato alle spalle, ma la rivelazione prima della resa dei conti finale provoca comunque un brivido di piacere. Piccolo film prezioso.
Potsy Ponciroli si diletta a scrivere e dirigere un western malinconico alla vecchia maniera, fatto di pochi ambienti e pochi personaggi ma di grande effetto e sostanza. Fulcro dell'operazione è il personaggio interprretato da Tim Blake Nelson, ma si può dire che anche gli altri girano come si deve, che il regista riesce a dosare bene i tempi e non si contano mosse o dialoghi fuori posto. La fotografia è molto bella e anche come sonoro i risultati sono buoni. Il classico piccolo grande film che avresti voluto assaporare ancora un po'.
Un regista dallo strano nome ma dall'indubbio talento (almeno a giudicare da questa prova professionale) dirige un bel western crepuscolare e lo fa con una sensibilità notevole che consente di passare sopra una trama non molto originale, anche se il colpo di scena nel pre finale riscatta anche questo aspetto. Notevole la prova del bravo e sottovalutato Tim Blake Nelson, che trova in Stephen Dorff un valido antagonista. Notevoli anche ambientazione e fotografia per un film che avrebbe meritato ben altro risalto.
Un western vecchio stampo, pensieroso e crepuscolare, concentrato su pochi personaggi che ruotano attorno a una figura paterna dall'oscuro passato che cerca di difendere il figlio da un pericolo che si riaffaccia nella figura di un ospite a sua volta inseguito da un manipolo di vendicatori. Una trama che sapientemente procrastina il momento chiave della vera identità del protagonista in un altalenarsi di fasi più statiche e scene di violenza ben orchestrate e coerenti con lo spirito del genere filmico. Notevole la fotografia e buon cast ben caratterizzato, specie Tim Blake Nelson.
Un western più laconico che crepuscolare, in linea con l'unica tendenza possibile oggi per tale genere. La trama si snoda con compostezza elementare e si avvale della sua naturale forza archetipica (la difesa della casa e dell'ospite reputato come parte della sacralità della dimora). Il motivo che spinge alla visione è, però, Nelson, orgoglioso e devoto custode dei confini e di un passato più grande di tutti i propri antagonisti. Maggiormente prevedibile il cast di contorno (Dorff, il ragazzo). Buon prodotto medio: nel deserto attuale spicca quale mezzo capolavoro.
Contadino dal passato oscuro deve proteggere suo figlio e la sua tenuta da alcuni fuorilegge. Western d'azione di buona fattura. Storia conforme al genere, con tutti i crismi che si richiedono. Personaggi ben scritti e abbastanza empatici. Apprezzabile il cast, con un Tim Blake Nelson davvero sugli scudi e le musiche. Bellissime e suggestive le location americane.
Nuova parabola dell'uomo tranquillo, in un western minimalista sul piano scenico con una storia in apparenza anonima che però decolla nel terzo atto grazie a un colpo di scena inaspettato. Gioiello del cinema indipendente scritto e diretto dall'esordiente Potsy Ponciroli con sorprendente mestiere, soprattutto nella gestione dei tempi della narrazione. Straordinaria l'interpretazione di Blake Nelson, caratterista di lungo corso al suo primo vero ruolo da protagonista. Consigliato anche ai non amanti del genere.
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DiscussioneDaniela • 23/11/21 00:37 Gran Burattinaio - 5944 interventi
x Cotola: nel momento memorabile era il cognato non il genero (lapsus freudiano?)
DiscussioneZender • 23/11/21 07:49 Capo scrivano - 48883 interventi
x Cotola: nel momento memorabile era il cognato non il genero (lapsus freudiano?)
Chissà...Mi confondo sempre con questi parenti ;-p
DiscussioneDaniela • 23/11/21 21:28 Gran Burattinaio - 5944 interventi
Cotola ebbe a dire:
Chissà...Mi confondo sempre con questi parenti ;-p
A chi lo dici: mio padre aveva sei tra fratelli e sorelle, mia madre cinque, mio suocero sei, mia suocera quattro, considera i rispettivi coniugi e calcola il numero degli zii, poi aggiungi al totale un numero considerevole di cugini, mariti e mogli di cugini, figli di cugini e persino nipoti di cugini... PS: E' proprio leggendo il tuo commento se ho scoperto questo film, grazie :o)
Con 3 beniamini che esprimono lo stesso voto diventa obbligatoria la visione.
è giusta e doverosa ma soprattutto è muy goduriosa ed è tra quei titoli che ridà o rinfocola la fiducia verso un genere a torto definito/considerato defunto.