Tra la commedia e il noir ruspante, PINK CADILLAC ripropone un Clint Eastwood in versione "soft", lontano dall’irreprensibile castigatore alla Callaghan e disposto invece, in alcune scene, a trasformarsi in macchietta. Il fatto è che il suo Tom Novak è un maschio cacciatore di latitanti (un bounty killer moderno, in poche parole, come a indicare un’identificazione con il Western che si ripresenta in più occasioni) e non è abituato a cercare donne. Quando gli appioppano come compito di rintracciare Lou Ann (Bernadette Peters) accetta di malavoglia e quando la trova subito in un casinò di Reno si accorgerà di dover percorrere la strada di ritorno con una ragazza inseguita da una banda di balordi...Leggi tutto che rivuole i 250.000 dollari da lei sottratti al gruppo. E così il film si trasforma in un road movie d'azione, con i gangster (drogati e mezzi pazzi) che portano via l’infante di Lou Ann chiedendo i soldi come riscatto. A Clint toccherà di salvare capra e cavoli condividendo con la ragazza le avventure on the road sulla Cadillac rosa (decappottabile) del titolo. Ciò che suscita il sorriso è ovviamente il rapporto tendenzialmente imbarazzato tra i due, nato in un modo e destinato a finire in un altro. In più Eastwood si diletta in due o tre gustosi travestimenti, giusto per sdrammatizzare e caratterizzare il film, con altri simpatici interventi come quello dello specialista in produzione di documenti falsi, in direzione di una action comedy senza pretese. Buddy Van Horn, stuntman che aveva già lavorato con Eastwood in FAI COME TI PARE e SCOMMESSA CON LA MORTE provvede a una regia sufficientemente dinamica. Jim Carrey si vede per 5 secondi (!) sul palco del casinò mentre imita Elvis in “Blue Suede Shoes”.
Clint minore ma non minimo (quando mai?), affidato alle cure di uno dei suoi galoppini di fiducia, ottimo fin dall'inizio nella sua caratterizzazione, e bravo via via a districarsi fra le sfumature del suo personaggio, mentre tutt'intorno scoppia un discreto casino. Macchiettistici ma divertenti i "cattivi" psicopatici, manca tuttavia qualcuno con un granello di carisma che possa fare da contraltare all'impareggiabile Clint, che sfoggia alcuni travestimenti esilaranti e in particolare una giacca improponibile. Carino
Un Eastwood divertente e divertito, protagonista di una storiella brillante on the road. Non si prende nemmeno la briga di dirigere e lascia il tutto al fido ex stuntman Van Horne. La sceneggiatura, pur essendo accattivante, è sin troppo piena di scorciatoie e facilonerie (Clint che si innamora subito della Peters!), tuttavia offre numerosi spunti per apprezzare una volta tanto il Clint attore, alla faccia di tutti quelli che hanno sempre detto che non sapeva recitare! Alcune sue macchiette sono impagabili! Occhio al cast di contorno: parecchie sorprese!
Non certo uno dei film migliori tra quelli interpretati da Clint Eastwood, Pink Cadillac è incentrato sulla figura di un cacciatore di taglie che agisce al confine con la legalità. Il personaggio è ben caratterizzato ed interpretato ma il film inizialmente divertente mostra una sceneggiatura dal fiato corto ed una regia piuttosto impersonale.
Una commediola d'azione non molto originale, per la verità, a cui solo le movimentate scene d'azione, un buon ritmo e due interpreti in splendida forma quali Eastwood ed il sempre eccellente Geoffrey Lewis (padre di Juliette) bastano per non annoiare. Non un film imperdibile ma si lascia vedere.
Un buon acction, in bilico tra la commedia e i sentimenti facili. Divertente quanto basta, ironico e ottantiano. Bellissime le luci dei casinò di Reno, che a mio parere all'epoca valevano il prezzo del biglietto e oggi le vedo con nostalgia infinita.
Un Clint in forma per una storia classica delle sue ma con toni più da commedia e... una maggiore comprensione per il genere femminile. Il ruolo da cacciatore di taglie gli sta ovviamente bene addosso e la gang di cattivi è una versione addomesticata delle bande paramilitari nascoste nella selva americana. Tra le comparse presenti nel bar un giovane Jim Carrey (con smorfie ancora contenute) e un sosia di James Woods.
Sin dai primi minuti sono dichiarati gli intenti della pellicola. Come già successo in Filo da torcere e Fai come ti pare, la tipica ruvidezza di Eastwood si ammorbidisce nello humour e nell'inclinazione per il rosa, che non è solo il colore della Cadillac eponima. Buone le (abbondanti) scene action, la sinergia tra un Eastwood anche in vena di travestimenti e la vivace Peters e le caratterizzazioni di Geoffrey Lewis e della teppaglia neonazista.
MEMORABILE: Le fantasiose trovate di Tommy Nowak per catturare i latitanti.
Non il miglior Eastwood in veste poliziotto "on the road", ma il film è vedibile sia per il tono disimpegnato quanto perché non rifugge venature comedy. Clint lascia il compito dietro la macchina da presa a van Horne, concentrandosi (o meglio rilassandosi) solo sul suo ruolo, accompagnato da un'intrigante Peters e da una bella fetta di validissimi caratteristi americani (tra cui spicca il bravissimo Carhart). Niente di più che un film da 2 pallini e mezzo, non indispensabile ma non spiacevole.
A un esperto "cacciatore" di persone scomparse che sono in debito con la giustizia viene affidato il caso di una giovane madre in fuga dal marito. Ci troviamo di fronte a un Eastwood a metà strada tra il poliziotto duro e violento alla Callaghan e uno più mite e ligio che però poco gli confà. I momenti migliori del film sono legati ai metodi anticonvenzionali di cattura che mette in atto il protagonista (a partire da un divertentissimo incipit).
Ultimo film della trilogia eastwood-iana di Van Horn, che si affida a qualche sprazzo d'humor e alcune valide scene action per mascherare una sceneggiatura dal fiato corto. A mortificare il prodotto contribuiscono i cattivi di turno, che sembrano gente decisamente poco sveglia uscita da un fumetto; brava e simpatica invece la Peters. Sul genere, decisamente più godibile il precedente Filo da torcere.
Commedia on the road abbastanza spassosa che vede un Eastwood evidentemente in vena di rilassarsi in un ruolo che non si prende troppo sul serio; affida anche la regia all'amico Van Horn e resta quindi libero di gigioneggiare col suo tipico umorismo sottile, sfoggiando anche alcuni travestimenti esilaranti. Il film è modesto, con alcuni snodi un po' buttati lì, però il viaggio nei meandri dell'America rurale è meritevole e la confezione curata a dovere. Non imprescindibile ma in fondo un buon lavoro di puro entertainment, ben bilanciato tra diversi generi e con un cast all'altezza.
E' uno di quei pop corn movie che il grande Clint ogni tanto faceva, almeno prima di essere riconosciuto come Autore e Attore con la A maiuscola, per mostrare un lato più ironico e rilassato. Chapeau alla sua versatilità, se pensiamo che tre anni dopo farà un film come Gli spietati. Girato dal fido Buddy Van Horn, è un film un po' sgangherato ma divertente, nel solco dei buddy movie on the road in voga quegli anni. Forse troppo lungo. Sorprendente Bernadette Peters, simpatica e frizzante. In una manciata di secondi compare anche un giovanissimo e sconosciuto Jim Carrey.
MEMORABILE: Gli scambi di battute Clint - Peters; Impagabile Clint in lamè dorato a Las Vegas; Geoffrey Lewis hippie schizzato.
Di certo il film non può essere considerato tra i migliori con protagonista Eastwood. Reduce dal fallimentare Scommessa con la morte, il regista Buddy Van Horn dirige una pellicola altrettanto mediocre. L'incipit poteva sembrare divertente e Eastwood un minimo più diverso dalla solita maschera alla Callaghan, ma il film appare scialbo, scontato e la regia piatta e anonima come poche, facendo ricadere il film in molte banalità e facendo subentrare la noia dopo pochi istanti.
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