The accountant 2 - Film (2025)

Deludente seguito di un film che non doveva averne. La storia del fiscalista cui l'autismo ha conferito eccezionali capacità mentali e fisiche aveva esaurito i motivi di originalità e così gli autori studiano una trama tanto complessa quanto inverosimile di killer buoni contro killer cattivi, con l'FBI che li resta a guardare. Ma niente funziona: la fissità espressiva di un Affleck invecchiato che qui sfiora il ridicolo, il buddy un po' puerile con il fratello, l'inserimento nella trama di un sicario donna che va e viene dalla scena, l'immancabile mattanza finale due contro tutti.

Quando uccidono il suo ex capo, una donna chiede aiuto a un tizio che regola i conti a modo suo... Mediocre action che comunque può contare su qualche situazione particolarmente carica di adrenalina; certo, la trama non offre spunti originali e una durata inferiore avrebbe giovato al ritmo, ma un'occhiata la merita, anche perché il cast principale dà il meglio di sé (la più convincente risulta Robinson, in barba alla possanza fisica della controparte maschile, cui spetta però la parte più dinamica). I personaggi sono stereotipati, ma a conti fatti si è visto di peggio, in giro.

Tanti personaggi da seguire ben scritti, un po' di ironia, un po' di azione, un intreccio quasi giallo che procede anche con l'uso di flashback. Funziona, intrattiene, anche se denota qualche tempo rallentato nella parte che prevede il gran finale. La regia è competente ma non inventa niente, il cast ben rodato con un plus nella nuova alchimia tra Affleck e Bernthal. Godibile.

Il primo qualche particolarità ce l'aveva: niente di che, ma meglio delle ovvietà di questo buddy movie in cui il fratello è molto più simpatico del protagonista e questo la dice lunga. Niente che consenta alla pellicola di sollevarsi dall'ovvietà della marea di film simili: né la musica, la fotografia, né la regia o il montaggio. L'unica nota positiva viene dal lato femminile, con la particolare storia dell'incidentata senza volto né memoria. Da guardare solo se si è visto il primo, per completezza, in attesa del terzo, purtroppo.

In questo sequel col contabile autistico (Affleck), che all'occorrenza mena forte, più che lui, a dare almeno un perché all'operazione filmica, altrimenti piuttosto superflua, viene in soccorso il fratello, che non si sente apprezzato, vorrebbe un misero grazie e, soprattutto, è solo come un cane. Il minutaggio è eccessivo; e non tutto è indispensabile per lo sviluppo della narrazione. Questo fa sì che si arrivi all'epilogo sbuffando qua e là. Nel complesso è vedibile, ma anche la killer e la sua evoluzione (non certo tra le più credibili) lascia un po' il tempo che trova.