Torna Pedro Almodóvar, autore spagnolo tra i più conosciuti all'estero e re della commedia erotica dai risvolti "noir". E proprio come "noir" si potrebbe catalogare questo CARNE TREMULA, film tipicamente almodóvariano in cui però gli inserti erotici sono molto meno significativi del consueto, quasi fossero stati aggiunti solo per "garantire" il marchio di fabbrica. Francesca Neri è bella ed espressiva, mostra i suoi occhi azzurri in primissimi piani che Almodóvar dedica un po' a tutti gli oggetti in scena, dimostrandosi abile regista anche se spesso induce in particolari poco interessanti e lascia troppo spazio a scene (come...Leggi tutto quella del parto in autobus dopo i titoli di testa) che potrebbero essere risolti molto più velocemente. Col risultato che il film tarda a decollare e pare subito un prodotto poco "sentito" dal regista, un semplice esercizio di stile in cui la solita vicenda di mogli/amanti e corna è costruita con poca convinzione e battendo su tasti già ampiamente sfruttati da Almodóvar stesso. La recitazione è buona (solo Francesca Neri a volte s'inceppa) e nel complesso il film si lascia anche vedere, ma siamo ormai lontani dai tempi di DONNE SULL'ORLO DI UNA CRISI DI NERVI e il cinema del regista spagnolo mostra ormai i suoi limiti. Discreta la fotografia, mentre troppo ingombranti sembrano le musiche (rigorosamente in lingua spagnola) gridate e spesso proposte in tutta la loro lunghezza. In poche parole un film inutile che non aggiunge nulla alle caratteristiche di Almodóvar.
Ingiustamente considerato un episodio minore della filmografia dell'autore, il film mostra invece un artista maturo come scrittore e come regista, poco prima della realizzazione del suo lavoro più significativo, Tutto su mia madre. Il film è basato su una storia che come nella migliore tradizione del regista, mostra melodramma e ironia che trovano una miscela equlibrata (complice una convincente sceneggiatura), priva dei vezzi manieristici che hanno segnato una parte del suo cinema. Ottima la prova del cast.
Buon film almodovariano con un ottimo cast di attori spagnoli tra cui la Cruz (c'è pure Francesca Neri). Come al solito il regista è audace in più di una scena e riesce a creare una buona commistione tra dramma e thriller. Da vedere anche in virtù del cast femminile.
MEMORABILE: La sensuale Neri nella scena della vasca.
Discreto melodramma (con qualche "puntatina" nel noir) tipicamente almodovariano, ben scritto e diretto, che riesce a divertire e coinvolgere lo spettatore per tutto l'arco della sua durata. Ovviamente siamo ben lontani dal capolavoro e dalle opere migliori del regista spagnolo, ma va detto che la pellicola si lascia seguire piacevolmente dall'inizio alla fine. Adatto sia a chi ama il regista sia a quelli che non sono suoi fan.
Spara a un poliziotto che rimane paralizzato, e dopo se la fa con la moglie di lui e del suo vero feritore: amori destinati alla sconfitta, sullo sfondo di una trasformazione epocale, il passaggio dalla dittatura franchista alla democrazia. Traît d'union di tutto è la ferita: corpi mutilati, sanguinamenti, oggetti spezzati, un quartiere devastato dall'imminente e moderna riurbanizzazione, e soprattutto i sentimenti che sono divelti o rapiti. Un bellissimo film, che con il linguaggio mélo spalanca lo sguardo sugli strappi delle nostre vite.
Buon film di Pedro Almodovar dove, come sovente accade, Madrid è sempre presente. La storia è avvincente e si svela un po' alla volta. Molto buona la scelta dei personaggi. Pellicola che riesce a coinvolgere lo spettatore portandolo a vivere con intensità gli avvenimenti.
Tecnicamente impeccabile, sorretto da una trama interessante e piuttossto ritmata nello svolgimento: la mano di Almodovar fa la differenza, riuscendo a coinvolgere un target di spettatori potenzalmente molto ampio. L'erotismo è nettamente percepibile ma mai eccessivo né esplicito, Francesca Neri ci mette la sua splendida silhouette. Da segnalare la porzione di girato ambientata nel 1990, cha lascia trasparire una sottile influenza tarantiniana. L'aspetto sociopolitico avrebbe potuto essere trattato in maniera più approfondita. Da vedere.
Un thriller molto maturo per Almodovar che ne conferma le sue grandi doti di regista. Infatti egli riesce a sviscerare molto bene quelli che sono gli stati d'animo dei protagonisti, donando così alle sue opere un tocco di veridicità unico. L'intreccio che si viene a creare nel film è solo un pretesto per mostrare la difficoltà di amare e la sofferenza che il rifiuto di questo sentimento può portare. Un thriller sentimentale come solo Almodovar può fare. Intensamente drammatico.
Ennesimo colpo riuscito da parte di Almodovar, che anche grazie a un cast azzeccato (c'è anche la bellissima Francesca Neri) coinvolge e appassiona il pubblico con la storia di un giovane sbandato in parallelo con la coppia Neri/Bardem. Purtroppo molti di questo film ricorderanno solo il sesso tra il disabile e la Neri (inevitabilmente un cunnilingus)...
Intrecci di storie di cinque personaggi, col solito finale alla Pedro Almodovar. Il regista spagnolo certamente non delude, anzi. Una storia evidentemente molto sentita, visto che inizia nella Spagna sotto Franco e che finisce con una frase, detta dal giovane protagonista, che ha molti significati. La Neri poco coinvolgente.
Storia di pallottole vaganti e di tradimenti incrociati, che inizia negli ultimi anni del regime franchista con un inaspettato parto su un tram. Il tocco di Almodovar si nota nell'unione tanto riuscita quanto rara di thriller e melodramma, tensione ed erotismo. Ne è uscito un film sensuale senza mai essere esplicito, toccante e allo stesso tempo dal ritmo degno di un noir. Non è un'opera minore, bensì propedeutica al successivo (e più strutturato) Tutto su mia madre.
MEMORABILE: La sovrapposizione fra lo sparo nell'appartamento e la sequenza del film.
Almodovar dirige un sostanzioso melodramma multiforme. Da grande regista riesce a sedurre anche quando non espone situazioni erotiche, da abile sceneggiatore riesce a rielaborare una storia ciclica e concentrica, con una trama che finisce riproponendo lo stesso inizio e che accomuna il destino concatenato di cinque personaggi. L’esuberante forza dei sentimenti, che deve comunque sottostare alla potenza imperiosa della passione, è accompagnata da un senso di tragicità. La recitazione della Neri lascia a desiderare ma fisicamente è al top. ***!
Drammatico-thriller con scarse venature erotiche, Carne tremula presenta le peripezie di Victor, nato in circostanze complicate in epoca franchista, a suo modo emblema delle difficoltà della Spagna di rinnovarsi senza accumulare cicatrici. Un buon cast (massì, anche Francesca Neri) interpreta a dovere una storia interessante e abbastanza coinvolgente.
Film decisamente ben girato e ottimamente interpretato, soprattutto da Bardem che ci restituisce un disabile su sedia a rotelle che per una volta non induce al pietismo e al compatimento. Molto bravo anche Rabal, perfetto stalker e grandiosa la Molina (fu Nunziata per la Wertmüller). Ottimamente fotografate le scene di sesso, mai volgari, tensione sempre alta e ritmo insolitamente veloce per Almodovar. Utilizzo della MDP sorprendente. Perfetto per chi vuole avvicinarsi alle sue opere.
MEMORABILE: "La conoscevi?" "Non molto, era mia madre".
Abbandonato il sottobosco camp fulcro dei primi lavori, Almodovar dirige un'opera più matura mischiando tematiche da thriller con il drammatico sfociando adirittura nell'erotico con scene di indubbia eleganza formale. La sceneggiatura è avvincente e regala qualche sorpresa, ribaltando qualche ruolo e credenze nate in precedenza. L'opera si avvale di un'ottima regia (meravigliose alcune sequenze) e di una direzione degli attori impeccabile (forse la Neri stona un pò con il resto). Un cinema vivo e vitale, che vive di riscatti e fa vibrare le emozioni.
MEMORABILE: Penelope Cruz che partorisce sull'autobus; La notte dello scontro a fuoco; Bardem in sedia a rotelle.
Da una nascita casuale in bus alla fuga da una vita di difficoltà e situazioni spiacevoli, il giovane protagonista del film (Rabal) si ritrova in un intreccio drammatico e sessuale con quattro coprotagonisti davvero bravi (tra i quali spicca Bardem). Almodóvar dirige molto bene. In particolare da sottolineare è il collegamento tra l'inizio e il finale, costruito tecnicamente in maniera perfetta; le luci e le riprese di Madrid fanno il resto completando un buon film, che racconta storie quotidiane di noi esseri umani.
MEMORABILE: La scena iniziale del parto in autobus.
Ragazzo incastrato per aver sparato a un poliziotto riuscirà ad avere la propria rivalsa. Sceneggiatura brillante nel saper variare le prospettive dei protagonisti a livello temporale, seppur nell’ultima resa dei conti cali di mordente. Almodóvar mette sullo sfondo i cambiamenti che la Spagna ha avuto dopo la dittatura e innesta piccoli erotismi come nel suo classico stile. Bardem ha presenza anche se tetraplegico, la Neri è penalizzata dal suo stesso doppiaggio.
MEMORABILE: Il nascituro completissimo; Bardem che gioca a basket alle Olimpiadi del 1992; La Molina implorante amore.
La formula è sempre quella di raccontare una storia e sviluppare un tema caro al regista. Qui si parla di amore, quello che si sacrifica in nome dei sensi di colpa, quello libero di esprimersi dove vuole. Il tutto si traduce in una telenovela di lusso, coi soliti momenti erotici e qualche pagina poetica sottolineata da una fotografia curata. Niente di nuovo sotto il cielo di Madrid dunque.
Fili che si annodano, si spezzano, tornano a scorrere e ad intrecciarsi disordinatamente dal loro punto di rottura: vite interrotte, rovinate, ricombinate in un grande gioco del caso dove niente, a ben vedere, è mai davvero un caso. Generalmente poco considerato dalla critica, quello di Almodóvar è un interessante noir passionale che esibisce al meglio la competenza dell'autore nell'ammantare di accenti polifonici una vicenda orchestrata per un nucleo minimale e sempre fisso di attori: molto bene David (Bardem) e Elena (Neri), mentre il protagonista Víctor (Rabal) è un po' acerbo.
Più che un thriller è un buon melodramma (in cui tutti sembrano soffrire di mancanza d'amore o per eccessiva gelosia) ben scritto, girato con gusto nelle scene erotiche e raccontato con un senso del ritmo che lo rende piacevolmente scorrevole. Almodóvar inizia a smussare gli aspetti più grotteschi presenti nelle opere precedenti, sa piazzare le scene madri quando occorre e può contare su un cast in forma e ben diretto (nel quale spiccano l'ottimo Bardem paraplegico e una grandiosa Molina moglie insoddisfatta). Solo un gradino sotto le migliori prove del regista.
MEMORABILE: Il parto in autobus nel prologo durante il coprifuoco; La colluttazione a casa di Helena; La lettera di Clara a Victor.
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