Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Un thriller Hilton-Fenech apocrifo. PERCHE’ QUELLE STRANE GOCCE DI SANGUE SUL CORPO DI JENNIFER è infatti l'unico thriller argentiano della coppia a non essere diretto dal prolifico Sergio Martino ma dal meno noto Giuliano Carnimeo (che si copre sotto lo pseudonimo anglofono di Anthony Ascot). L’intreccio giallo pare poter essere uno dei tanti costruiti per asservire la bella coppia d'attori, ma presto ci si accorge che la soluzione non potrà che essere molto più scontata del consueto. Se infatti Sergio Martino si allacciava maggiormente ai contorti giochi di denaro, scambi di persona, colpi di scena mutuati dai primi thriller di Umberto Lenzi, Carnimeo cerca...Leggi tutto invece di semplificare la trama per puntare (inutilmente) sulla componente più horror incrementando la drammaticità degli omicidi (ce n'è anche uno in ascensore che anticipa quello che De Palma girerà per il suo VESTITO PER UCCIDERE) a scapito del vero interesse per la vicenda. La Fenech non fa che riproporre l’identico personaggio degli altri suoi thriller (ripetute espressioni di terrore, occhi sgranati, seno in costante esposizione), così come George Hilton (in realtà meno ambiguo del solito), mentre la novità sta nell'inserimento della figura di un commissario di polizia meno passivo del previsto, interpretato da un Giampiero Albertini la cui voce, associata al tipo di personaggio, non può non ricordarci quella del celeberrimo Tenente Colombo (il cui doppiatore fu per l'appunto Albertini). Per il resto un thriller nella norma, senza alcun motivo di interesse e un cast piuttosto mediocre al cui appello non manca l’onnipresente George Rigaud, vecchietto arzillo per eccellenza.

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B. Legnani 7/03/07 22:11 - 5519 commenti

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Film di medio livello, con bei movimenti della mdp che esplora gli appartamenti. Attori non eccezionali. Simpatico Albertini. Ho sempre trovato interessante Paola Quattrini: mi spiaceva che le facessero fare spesso la parte dell'oca giuliva (vedi La governante). Punto debole: situazione inverosimili. Un solo esempio: la Brait trova il cadavere, insieme ad altri due inquilini, e dice loro, più o meno: "Io vado al lavoro: se la polizia mi cerca, dite che...". Vistosissima presenza di Maria Tedeschi: non accreditata, ovviamente.

Giapo 27/03/07 18:17 - 242 commenti

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Storia pervasa da un certo erotismo che, nonostante qualche forzatura di troppo, funziona grazie ad un intrigo ben costruito: i sospetti infatti sono gettati ovunque, anche se a volte un po’ gratuitamente, ed è davvero difficile scoprire chi è l’assassino. Anche se manca una vera tensione di fondo il coinvolgimento è assicurato da una sceneggiatura non priva di difetti ma brillante. Un classico giallo all'italiana, forse un po' grezzo ma efficace. Ovazione alla bellezza della Fenech.

Dusso 22/06/07 11:57 - 1565 commenti

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E' un buonissimo thriller, diretto bene dal regista Giuliano Carnimeo. L'unica pecca forse non da poco è che è molto facile intuire chi sia l'assassino. Per il resto il film è davvero ben confezionato e piacerà sicuramente agli amanti del cinema di genere italiano e non solo, mi auguro.

Il Gobbo 2/07/07 11:51 - 3015 commenti

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È noto che chi cerca trame rigorose e meccanismi matematici del "whodunit" ha da lasciar perdere il giallo all'italiana, che è (quasi) tutto una questione di stile e look. In questo senso quello di Carnimeo è uno dei campioncini del genere, nonostante qualche cedimento all'idea che l'inquadratura sghemba fosse "argentiana": il papà di Alleluja e zio di Sartana conosce il mestiere, regala momenti visivamente affascinanti e almeno un'idea copiata (bene) da De Palma. Valore aggiunto, ovviamente, la presenza della Dea.

Caesars 3/07/07 12:29 - 3773 commenti

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Tipico film che cerca di imitare i successi di Dario Argento senza possedere la forza espressiva di questi ultimi. Comunque questo giallo di Carnimeo (che sfoggia lo pseudonimo anglofono Anthony Ascot, in questo caso forse a spoposito in quanto il genere era ed è tipicamente italiano) non risulta inferiore a prodotti analoghi del periodo e quindi può ben accontentare i patiti del genere. Attori nella norma per questo tipo di film; la Fenech era sempre un bel guardare.

Undying 3/07/07 20:28 - 3807 commenti

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Indiscutibilmente la sequenza incriminata di Vestito per Uccidere, diretto da Brian De Palma, presenta tali similitudini (anche d'inquadratura) da poter fare asserire - con ragionevole verosimiglianza - che il delitto in ascensore di questo film ha, a suo modo, fatto scuola. Il film di Carnimeo, regista che ha saputo lasciare incisiva traccia del suo passaggio attraverso i generi cinematografici, si distingue per l'ottimo cast, la buona sceneggiatura e la valida scenografia. Né tantomeno si tira indietro di fronte all'erotismo (lesbico) e alla violenza.

Ciavazzaro 6/03/08 17:28 - 4768 commenti

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Classico giallo all'italiana, con protagonista la divina Fenech e il solito George Hilton (doppiato da Pino Colizzi); ma nel cast possiamo notare anche la voce italiana del tenente Colombo Giampiero Albertini, Rigaud, l'ambigua Incontrera, la Quattrini, Luciano Pigozzi e Carla Brait. Ottimi i delitti (da notare quello col vapore della Incontrera), il tema musicale e lo scioglimento finale (anche se con movente deboluccio). C'è pure Maria Tedeschi.

Herrkinski 27/06/08 00:19 - 8052 commenti

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Più che discreta incursione di Carnimeo nel sexy thriller all'italiana. E chi potevano essere gli interpreti, se non Hilton e la Fenech? Pur non raggiungendo i livelli dei film di Sergio Martino, la pellicola di Carnimeo è un prodotto ben realizzato dal punto di vista estetico, con alcuni movimenti della mdp non convenzionali e un certo gusto per le immagini. La sceneggiatura in alcune parti lascia un po' a desiderare e la risoluzione finale del giallo anche, comunque il film è ben diretto e interpretato (menzione particolare per Albertini).
MEMORABILE: Albertini, interrogando il gestore di un night-club: "Dicono che i poliziotti maltrattano la gente" - segue sberlone - "Come vedi hanno ragione".

Deepred89 1/08/08 19:58 - 3701 commenti

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La coppia Hilton-Fenech di nuovo alle prese col thriller, stavolta sotto l'ala sicura e virtuosistica dal bravo Carnimeo. Un prodotto ben congegnato e ricco di risvolti stimolanti, coraggioso nel far ricadere i sospetti su taluni personaggi per poi abbatterli subito dopo e ben ambientato tra i freddi esterni e il cupo palazzo teatro dei delitti. A parte la citatissima reprise depalmiana, segnaliamo il depistaggio scopiazzato da Redd Inc. Musiche di Nicolai di routine. Abbassano un po’ il tono le scene al commissariato e la figura dell’ex marito stalker.

Ianrufus 20/08/08 23:03 - 139 commenti

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Divertente archeologia; se si è ben predisposti ci si può divertire parecchio: a parte la bellezza della Fenech (ai tempi davvero unica) e la non-recitazione di George Hilton (purtroppo non unica), Giampiero Albertini commissario è un piacere, Oreste Lionello fotografo una chicca. E poi l'atmosfera da fumetto serie B che rende la pellicola godibile. Ci sono film così così che però ti trovi a riguardare volentieri con patatine e bibite; e poi la mancanza di thriller o splatter ti riporta a certi gialli televisivi in bianco e nero (non è poco).
MEMORABILE: Il servizio fotografico della Fenech.

Anthony Ascot (Giuliano Carnimeo) HA DIRETTO ANCHE...

Spazio vuotoLocandina Sono Sartana, il vostro becchinoSpazio vuotoLocandina Quella villa in fondo al parcoSpazio vuotoLocandina Una nuvola di polvere... un grido di morte... arriva Sartana!Spazio vuotoLocandina C'è Sartana... vendi la pistola e comprati la bara!

Markus 17/12/08 16:14 - 3680 commenti

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Buon giallo dalla trama intricata e per certi versi avvincente, pur con i limiti di un film che, rivisto oggi, appare inevitabilmente datato. Giuliano Carnimeo dirige un cast composto sostanzialmente da belle donne e da un ingessato George Hilton, con l’aggiunta del surreale Oreste Lionello che smorza un po’ i toni seriosi. Solito ruolo sbarazzino per la bella Paola Quattrini, qui ancora dedita al cinema, prima del definitivo teatro. Ambientazioni sostanzialmente d’interni; esterni a Genova.

Bruce 14/01/09 10:02 - 1007 commenti

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Il titolo è la cosa migliore del film, che in verità è un fiacco gialletto con qualche debole venatura erotica. Sullo stile falso tipico dei peggiori realizzati da Sergio Martino. I protagonisti Hilton (insopportabile) e Fenech non sanno recitare. Per fortuna c'è almeno Albertini a dare un po’ di spessore, interpretando bene il tenace ed ironico commissario al quale è affidata l’inchiesta. Oreste Lionello è il buffo fotografo gay. Complessivamente mediocre.

Daidae 19/11/09 18:12 - 3163 commenti

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Uno dei più interessanti thriller degli anni Settanta-Ottanta. Per una volta la Fenech ci offre più recitazione che corpo (anche se non manca un'ovvia e forzata scena di sesso); brava anche la Quattrini nei panni di una simpatica ragazza un po' oca. Funziona tutto a dovere. Bel film; notevole anche la colonna sonora.
MEMORABILE: "Non vorrai paragonarmi a quell'idiota? Anche se è stato lui a darmi l'idea".

Stubby 7/09/09 11:48 - 1147 commenti

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Giallo con un buon cast ma con evidenti carenze di sceneggiatura: sono presenti vari passaggi a vuoto e non è ben chiaro il movente dell'assassino. Edwige Fenech e George Hilton si sposano benissimo insieme, una coppia perfetta. Finale mediocre: è evidente il tentativo di depistare lo spettatore in modo da non fargli comprendere chi sia l'assassino, ma già a metà pellicola lo si intuisce. Non è il maggiordomo!

Cotola 9/09/09 00:19 - 8998 commenti

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Vista la sceneggiatura, non era possibile tirarne fuori un granché e il film, infatti, è mal fatto. Carmineo non sarebbe neanche tanto male (e la scena dell'ascensore, forse copiata da De Palma in "Vestito per uccidere" lo dimostra) ma cavare sangue dalle rape è impresa titanica. La soluzione dell'intreccio poi è telefonata e la tensione è assente. Per il resto poco o nulla da segnalare. C'è di peggio ma anche molto meglio.

Fauno 15/10/09 12:10 - 2206 commenti

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Capisco possa essere un classico nel suo genere, che gli omicidi come tecnica non siano male, ma per il resto fa veramente acqua da tutte le parti. Hilton sottotono, Fenech anemica, Albertini molto meglio negli sceneggiati televisivi che come commissario collezionista di francobolli. Incontrera lesbica come in un altro film milioni di volte meglio (non vi dico qual è). Claustrofobico: si svolge quasi interamente in appartamenti e ascensori di un palazzo gigante. Mediocre.

Metuant 2/01/10 12:31 - 456 commenti

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Nell'ennesima imitazione di Argento, Carnimeo ci regala un film non poi così male come le premesse potevano far immaginare. C'è George Hilton, aficionado del genere in quegli anni, che tutto sommato non sfigura; ma soprattutto c'è una Edwige Fenech bella come non mai, che in fondo regge la sua parte. Alcune sequenze di omicidio sono riuscite, anche se la tensione vera non è mai troppo presente. C'è qualche nudità di troppo, ma trattandosi della Fenech c'era da aspettarselo.
MEMORABILE: La morte della Quattrini in mezzo alla via piena di gente.

Stefania 2/03/10 16:01 - 1599 commenti

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Giallaccio all'italiana tra scaloni, ascensori e pianerottoli, un condominio popolato da una fauna più divertente che inquietante, gente che lancia occhiate oblique, nasconde segreti di Pulcinella, veste in maniera deliziosamente pacchiana e si produce in dialoghi assurdi. In mezzo a tutto ciò, delitti abbastanza fantasiosi, la Fenech candida e smarrita, vittima ideale. Poca sostanza, ottimo styling. Molto compatto, ha il pregio di non annoiare. Adorabile Rigaud, non poteva mancare proprio lui!

Capannelle 11/03/10 12:37 - 4394 commenti

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Film da vedersi su due piani narrativi: la parte thriller procede a scatti e non offre sorprese, anzi le continue aggressioni alla Fenech la rendono stucchevole. Per non parlare della lotta finale sulle scale. Qualche inquadratura originale e un minimo di malizia ma oltre a quello poco da segnalare. Meglio la caratterizzazione di alcuni personaggi (Lionello fotografo, Albertini commissario e la vecchietta) che almeno strappano qualche sorriso.

Il Dandi 10/04/10 00:09 - 1917 commenti

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Il punto debole è la storia, che percorre snodi inverosimili per nascondere sorprese che sorprendono poco. Però questa derivato dei primi film di Martino (vedi la scialba parentesi della setta satanica, ripresa da Tutti i colori del buio) è comunque gustoso per l'appassionato del genere: a parte la sequenza cult dell'ascensore giustamente incensata, il sottofinale che si ricollega all'inizio è una beffa geniale. Per chi vuole approfondire il filone: uno dei migliori dei minori.
MEMORABILE: Paola Quattrini che fa finta di morire nella vasca da bagno; George Hilton - giustamente direi - le dà uno schiaffo.

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Rebis 17/01/11 19:51 - 2331 commenti

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Per coloro che, dopo Quella villa in fondo al parco, avevano gettato la spugna a Carnimeo, una gradevole sorpresa: il controllo dei mezzi tecnici è sostenuto, la camera condotta con piglio sicuro e inventivo, le inquadrature delineate con estro e ricercatezza. La storia, si sa, è effimera, ma la tensione non cala, gli omicidi hanno irruenza, l'habitat polanskiano è azzeccato e i molti personaggi sono caratterizzati con dovizia. L'ironia sconta qualche brutta caduta ma nel complesso regge il gioco dei comprimari e sdrammatizza. Inedito il livore urbano della fotografia di Stelvio Massi.

Nando 13/01/11 01:39 - 3806 commenti

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Un discreto thriller del periodo, in cui la Fenech e il dignitoso Hilton interpretano una pellicola non eccelsa ma vedibile. Omicidi cruenti e situazioni interessanti che propendono per la consuetudine, tuttavia il ritmo non è malvagio ma lineare, anche se talvolta latita. Edwige irradia bellezza fantasticamente inquieta.

John trent 16/01/11 19:26 - 326 commenti

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Il giallo all'italiana è un genere che tira, la coppia Fenech/Hilton funziona... perché non insistere? Peccato che Carnimeo non sia Sergio Martino, però. La trama è un po' bislacca e il movente un po' deboluccio, ma il film è ugualmente godibile. Alcuni omicidi sono davvero ben girati (il primo nell'ascensore e quello della Brait nella vasca da bagno) e la musica di Nicolai è, come al solito, appropriata. Simpatico Albertini nel ruolo del commissario collezionista di francobolli. Film discreto.
MEMORABILE: Maria Tedeschi che compra fumetti horror in edicola.

Mark 25/02/11 17:17 - 264 commenti

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L'ambientazione e le dinamiche lasciano al principio presagire uno sviluppo interessante, alcuni momenti di tensione concreta ci sono, la coppia degli attori principali, Fenech-Hilton, è collaudata, ma non si tarda a scoprire che il film stà tutto nella riproposizione di questa coppia, nella loro intesa e nel successo delle pellicole precedenti. L'identità e l'espediente usato dall'assassino sono di estrema, rapida intuizione. Resta qualche omicidio stile Argento ma tutto il resto si vanifica da sè.

Gestarsh99 2/06/11 20:30 - 1395 commenti

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Giallo d'imitazione scotto e poco probabile, che sembra infischiarsene altamente di mimetizzare le proprie deferenze verso gli ovvi Bava, Martino, Lado e l'immancabile mastro Dario. Hilton è meno incisivo e affascinante del solito, la Fenech invece tira fuori più unghie che tette, non foss'altro per il numero imprecisato di aggressioni cui scampa per il rotto della cuffia. Come in tutti i sottoprodotti thrilling del periodo, la sequenza di misfatti va avanti per forza d'inerzia, i depistaggi durano quanto un cerino acceso ed il movente ultimo ha la sostanza del vapor acqueo.
MEMORABILE: Carla Brait che si esibisce nel suo spettacolo notturno da domatrice di uomini...

Macguffin 5/08/11 15:30 - 124 commenti

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Pur nei limiti di un intreccio non molto brillante, questo thriller di Carnimeo è godibile: ci sono alcune riprese e inquadrature degne di nota, omicidi ben girati ed un cast di attori magari non fenomenali ma azzeccati per la parte (ho apprezzato in particolare Albertini commissario e le numerose belle figliole). Buona l'ambientazione (Genova per gli esterni e il claustrofobico mega-condominio per gli interni).

Buiomega71 17/10/11 18:58 - 2899 commenti

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Straordinario thriller con reminiscenze polanskiane, che non ci si aspetterebbe da Carnimeo. Anticipa due sequenze di Tenebre (la Quattrini prima di venire uccisa saluta l'assassino guardando in macchina in mezzo a una piazza affollatissima, la Fenech mentre si spoglia viene bloccata dall'assassino con la maglietta tirata sul viso) e arriva fino al tesissimo finale nelle caldaie del palazzo, come nei migliori thriller americani. Geniale poi la spiegazione sul perché Hilton abbia ribrezzo del sangue. Gustosissimo finale ambiguo. Gioiellino.
MEMORABILE: La vecchia con figlio deforme; I bisbigli dalle pareti; Il violinista e la sua inquietante figlia lesbica; Il flashback di Hilton; Il finale.

Trivex 6/02/12 10:26 - 1738 commenti

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C'è la Fenech bellissima e quindi la visione non è stata tempo perso. Il film non è proprio eccezionale, anche perché Hilton è un po' fisso con lo sguardo e le emozioni. Ci sono i soliti elementi (ottimi) di quel cinema: la spogliarellista tosta, le modelle, la lesbica, le bevande alcoliche... Il primo omicidio è fatto bene, mentre quello all'aperto è inverosimile (forse). Non mi è piaciuta la coppia di macchiette che conduce le indagini (in particolare l'assurdo assistente), mentre la figura dell'assassino da un certo punto è abbastanza intuibile.

Homesick 24/05/12 16:55 - 5737 commenti

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Rappresentativo di forme e contenuti del giallo italiano negli anni d’oro, vanta una claustrofobica ambientazione in un grigio, gigantesco condominio e alcuni delitti inscenati con arte, come il primo in ascensore, quello nelle caldaie e, soprattutto, quello in pieno giorno tra l’indifferenza della folla. Da Martino derivano la coppia Hilton-Fenech e i flashbacks sado-erotici; da Bava, il look del killer e l’omicidio nella vasca da bagno. La Quattrini è frizzante, mentre i cenni di Albertini alle pensioni risultano profetici... Colonna sonora “di stagione” di Nicolai.
MEMORABILE: La statuaria Brait domatrice di uomini; il flashback di Hilton, che svela al momento giusto la sua fobia per il sangue.

Ronax 4/07/12 13:58 - 1244 commenti

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Passata dalle mani esperte di Martino a quelle più tremolanti di Carnimeo, la coppia Fenech-Hilton è al centro di un altro thriller che si distingue per l'alto tasso di improbabilità della trama e degli snodi narrativi, ma soprattutto per la sciattezza e la ripetitività della sceneggiatura. Qualche idea c'è (presa da film precedenti e spunto per altri successivi), ma il tutto sembra zigzagare costantemente alla disperata ricerca di un perché. Profilo recitativo basso ma cast femminile superbo, dalla divina Edwige alla sensualissima Incontrera.
MEMORABILE: Il "numero" della Brait nel localino di Pigozzi.

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Giordani 16/01/13 23:12 - 39 commenti

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Discreto thriller all'italiana; non troppo efferato né certamente innovativo ma tutto sommato riuscito e coinvolgente. Il suo punto forte sta probabilmente nel gusto estetico che il regista mostra in diverse scene, con inquadrature piuttosto suggestive e di classico stampo argentiano. Di buon livello la prova del cast e piacevole la colonna sonora.

Sabryna 1/02/13 01:35 - 225 commenti

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Thriller in stile '70 in cui gli omicidi si susseguono per creare suspense, ma a ben vedere il possibile colpevole è intuibile già da metà pellicola. Buoni comunque i movimenti della macchina da presa, vorticosi e rotanti, sia in soggettiva che in oggettiva. Edwige Fenech è al suo classico ruolo di bellona scollacciata impaurita, non fa sensazione più di tanto; una chicca, invece, un giovane Oreste Lionello nei panni del fotografo durante la prima metà del film. Tutto sommato godibile.

Maik271 14/02/13 14:17 - 436 commenti

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Classico giallo all'italiana nel quale l'assassino con impermeabile, cappello e guanti rossi semina morte tra ragazze di dubbia moralità. Tra immaginazione e realtà, strani vicini di casa, la storia risulta abbastanza interessante, la Fenech è bellissima come sempre, Hilton fa il misterioso, bravo Albertini nei panni del commissario. Immancabile il colpo di scena finale che ribalta tutte le carte in tavola.

Furetto60 5/03/13 08:54 - 1192 commenti

I gusti di Furetto60

Giallo italiano con venature horror e, più lievi, rosa, con un’ambientazione angosciante, un palazzone di venti piani, portici bui anche in pieno giorno, un traffico che prende alla gola; siamo in realtà a Genova, ma ciò non impedisce, nel commissariato, di vedere una piantina appesa che ricorda quella di Roma. Alleggeriscono la tensione intermezzi leggeri di Oreste Lionello, della svampita Quattrini e di un commissario, Albertini, ottuso filatelico. Qualche forzatura, ma tutto sommato non è male e si segue volentieri, almeno una volta.
MEMORABILE: Dove sono i bicchieri? Bicchieri, B, stanno sotto la lettera B. Ah già (...!)

Giùan 11/05/13 07:19 - 4528 commenti

I gusti di Giùan

Si mantiene robusto e gagliardo pur di fronte alla prova dell’ennesima revisione. L’altrove impersonale Carmineo qui sostanzia un prodotto d'alta perizia tecnica (notevole la fotografia di Massi) e bizzarra resa narrativa (il ritmo più volte interrotto per esser ripreso a frequenze superiori). Pur battendo strade già segnate (il déco dell’assassino, il trinomio nudità-deviazioni sessuali-omicidi), il film trova il suo peculiare “carattere” proponendosi come estroso Bignami del thriller pop italiano anni ’70. Pregevole l’intarsio cast e caratteri. Da godere.
MEMORABILE: L’apertura in ascensore; Le sedute fotografiche nello studio del gaio (con garbo) Oreste; Il “numero” di Carla Brait; La Quattrini.

Jdelarge 5/10/13 11:27 - 1000 commenti

I gusti di Jdelarge

L'inizio scoppiettante in ascensore crea delle ottime premesse per un film che con lo scorrere dei minuti si fa sempre più assurdo e percorre delle vie di totale inverosimiglianza (condite con personaggi inutili) solo per cercare di allontanare lo spettatore da una facile soluzione. Peccato, perché alcune sequenze (soprattutto quelle degli omicidi) sono veramente ben girate e l'atmosfera che si viene a creare nel palazzo incriminato è molto inquietante e allo stesso tempo affascinante. Nel complesso un film poco riuscito.

Nicola81 29/03/14 23:13 - 2831 commenti

I gusti di Nicola81

Nel periodo di massimo fulgore degli spaghetti-thriller, anche Carnimeo si accosta al genere, mostrando una professionalità e una sicurezza insospettabili. Purtroppo l'identità dell'assassino e il relativo movente si intuiscono facilmente e questo per un giallo non è mai un punto a favore. Hilton alla sua peggior prova nel genere, la Fenech perde il confronto con la Quattrini (dal punto di vista recitativo, ovvio), ottimo Albertini, inevitabilmente ambigua la Incontrera. Non indimenticabile, ma abbastanza godibile.

Samdalmas 10/09/15 14:07 - 302 commenti

I gusti di Samdalmas

Specializzato in spaghetti-western, Carnimeo passa al sexy-thriller con la coppia Fenech-Hilton. Il regista raggiunge efficaci risultati nelle scene degli omicidi, che sembrano avere ispirato altri più celebri. Quello iniziale nell'ascensore ricorda molto Vestito per uccidere, mentre Paola Quattrini viene uccisa in pieno giorno, davanti a tutti, come succederà in Tenebre. Meno riuscita la storia, che rispetta tutti i cliché del genere. Incalzanti musiche di Bruno Nicolai.

Lythops 29/03/16 11:09 - 1019 commenti

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A parte Albertini (grande come sempre) e le bonazze di turno usate come richiamo, nient'altro rimane di questo giallo mediocre, nonostante le apprezzabili musiche di Nicolai, i bravi caratteristi e alcune sequenze indovinate, purtroppo inframmezzate da altre assolutamente inutili e insipide. Piuttosto noioso, poco credibile, con dialoghi elementari, è un prodotto mediocre anche per quegli anni, ma si è visto sicuramente di peggio.

Ultimo 9/05/16 15:10 - 1652 commenti

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Buon thriller anni 70, da considerarsi riuscito grazie a una vicenda non scontata che tiene incollati allo schermo fino alla fine. E' un film che visto oggi sa di vecchio, ma si gusta e non annoia. Cast nella norma: c'è il "solito" George Hilton, una stupenda Edwige Fenech e Giampiero Albertini (la prima voce di Colombo) nelle vesti del commissario. Nulla di eclatante, ma non può mancare per i fan del genere. La vecchia con figlio sfregiato tenuto occulto ricorda un bel film di Dario Argento degli anni 80.

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Rufus68 20/07/16 23:10 - 3819 commenti

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Un po' sottovalutato. È vero che il film stenta nella prima parte affidandosi soprattutto alla simpatia dei caratteristi (Lionello, il commissario filatelico, la svampita Quattrini); poi, inaspettatamente, si fa più duro, regalandoci due belle sequenze: quella finale e l'assassinio di Marilyn. Certi spunti, peraltro, ispireranno autori più noti (non solo De Palma): a Carnimeo quel che è di Carnimeo. La Fenech si spoglia poco ma urlacchia con criterio. Albertini ascrive il titolo a un inesistente verso di Macpherson.

Tojo72 21/07/16 19:17 - 53 commenti

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Partiamo con quello che c'è da salvare: l'omicidio in ascensore (probabilmente ripreso in Vestito per uccidere), l'omicidio in pieno giorno tra la folla (probabilmente ripreso in Tenebre) e la bellezza della Fenech. Per il resto abbiamo la tensione inesistente (come l'indagine della Polizia) e un maniaco da operetta. Per non parlare poi della parola "negra" ripetuta alla noia che al giorno d'oggi sarebbe da denuncia; così come il dialogo tra commissario e fotografo a proposito di religioni.
MEMORABILE: Commissario: "La religione islamica invece promette datteri e belle ragazze". Fotografo: "Ah da noi un Paradiso così lo vieterebbero ai minori di 18 anni".

Gippal 23/12/16 02:11 - 89 commenti

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Un titolo che incuriosisce, una trama ricca di eventi, con una Fenech bellissima ed erotica che interpreta Jennifer, donna dal passato non facile, in cerca di una nuova vita. Un giallo che non eccelle né per qualità tecnica né per qualità recitativa ma che, in qualche modo, si lascia guardare. Visto oggi, poi, assume un'inspiegabile forma di fascino, perché sì vecchio ma in qualche modo irriproducibile, in qualche modo possibile solo in quegli anni. La parte migliore? La musica e la fantastica canzone di Bruno Nicolai.

Fedeerra 2/01/18 05:40 - 770 commenti

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Carnimeo doveva avere un debole per le mani, data la morbosa attenzione con cui le imprime nel suo film. È un thriller ben sfruttato, mette sul fuoco diversi elementi per poi, sul finale, sfoderare un paio di twist davvero notevoli. L'omicidio in pieno giorno davanti l'edificio è forse il momento migliore: è agognato, violento e arriva inaspettato. Brava la Fenech, divertente il personaggio di Lionello e straordinaria la Tedeschi. Indelebile lo score di Bruno Nicolai.

Fulcanelli 15/04/18 17:07 - 135 commenti

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Mezzo erotico, mezzo poliziesco, mezzo thriller, alla lontana pure mezzo horror. Sarebbe un giallo/thriller all'italiana, ma già a sapere che come protagonista c'è Edwige Fenech ci si può già fare un'idea di dove si voglia andare a parare. Sceneggiatura scombussolata e poco verosimile che riesce comunque a tirar fuori alcuni momenti di interesse (specie nel finale). Pur con i suoi limiti non è affatto da buttar via. C'è molto di peggio.

Vito 17/12/18 19:33 - 695 commenti

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Bel thriller di Carnimeo con la coppia Fenech-Hilton. Un film che sembra uscito da un fumetto horror degli anni 70 tipo Oltretomba, con sangue e sesso a profusione e una trama debolissima. Omicidi efferati, come quello iniziale in ascensore e quello della Brait nella vasca e rituali psichedelici/orgiastici sono gli ingredienti principali. E c'è pure la Tedeschi con figlio mostruoso nascosto in casa! Cult della giovinezza.

Didda23 2/01/19 11:31 - 2424 commenti

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Un film visavamente accattivante, con soluzioni registiche più ricercate del solito (la fotografia è curata da Stelvio Massi) che conferiscono alla pellicola la giusta forma. Purtroppo la narrazione non è sempre brillantissima, soprattutto nel momento di sciogliere tutti i nodi, ma con un finale che non provoca delusione. Nel mentre rallentamenti "comici" affidati all'eccentricità di Lionello e una indagine condotta da Albertini che fa un certo effetto, per gli amanti del tenente Colombo. A livello estetico la Fenech del 1971 è imbattibile. Hilton più espressivo del solito.
MEMORABILE: La sfida a tempo nel locale notturno; Maria Tedeschi che compra riviste macabre in edicola; Le scene nello scantinato.

Zender 6/02/19 17:47 - 315 commenti

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Delitti sanguinari in un palazzone di città abitato dalla Fenech con l'amica ochetta. Albertini indaga gestendo bene un personaggio godibilmente ironico (la passione per i francobolli...) e si prende la scena. Hilton, meno spaccone del consueto e pure terrorizzato dal sangue, poco gigoleggia e fa spazio all'intreccio giallo, magari risaputo ma che Carnimeo non dimentica di tenere sempre in primo piano. E così il film gira, scarta i soliti complotti lenziani e punta semmai a un Argento meno esasperato, più compito. E meno personale, va da sé. Piacevolmente tradizionalista.
MEMORABILE: La Fenech nuda e dipinta allo studio fotografico di Lionello.

Paulaster 3/03/20 15:36 - 4375 commenti

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In un palazzo genovese avvengono diversi omicidi. Giallo con sequela di belle ragazze, convince all'avvio nel proporre scene torbide insieme alle efferatezze. Nel prosieguo il climax cala per la ripetitività delle troppe aggressioni subite e per lo striminzito numero dei presunti colpevoli. Bene il ruolo del commissario, l'omicidio nel vano caldaie e lo shock alla vista del sangue. Fenech sfruttata di più all'inizio, poi viene solo spaventata.
MEMORABILE: Il vapore in faccia; I tre minuti sul palco; Il macabro scherzo della Schiaffino.

Von Leppe 14/03/20 18:52 - 1256 commenti

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Contiene ottimi delitti e una buona ambientazione in un alto palazzo dove i vicini di casa appaiono un po' strani e tutti sospettabili. Anche gli attori sono azzeccati: Gianpiero Albertini commissario, Edwige Fenech protagonista e perseguitata, George Hilton pure in un buon ruolo e in una piccola parte Luciano Pigozzi... Finalmente c'è un trauma infantile che non porta all'omicidio come spesso accade nei gialli italiani. L'umorismo non sempre è riuscito e l'andamento del film è altalenante.

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Graf 6/09/20 14:29 - 708 commenti

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Un riuscito film thrilling firmato Carnimeo. Dotte citazioni da Mario Bava a Sergio Martino, movente dei feroci delitti ispirato dalla lucida follia degli assassini di argentiana memoria, agguerrita tecnica cinematografica ricca di zumate improvvise tra fuoco e fuori fuoco, inquadrature sghembe, estremi angoli prospettici, inquadrature a piombo, montaggio con proliferazione di tagli, ritmo sempre sostenuto. Regia ispirata, sceneggiatura con qualche buco vistoso, fotografia antinaturalistica e con colori smaltati e pop molto anni ’70. Fastidiose le scene di nudo tipiche dell'epoca.
MEMORABILE: Gustosissima la caretterizzazione del commissario di polizia interpretato dal bravissimo Giampiero Albertini; Maria Tedeschi in un ruolo importante.

Il ferrini 24/11/20 16:49 - 2337 commenti

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Giallo dall'intreccio semplice ma piacevolmente ironico, nella figura svampita della Quattrini, nel commissario fissato coi francobolli ma soprattutto nel personaggio di Lionello che (sarà la voce) ma è più alleniano che mai. Buona dose di corpi femminili nudi, in particolar modo la Brait, indimenticabile cameriera danzante in Yuppi du. Alcune scene di grande impatto visivo, nonostante il thriller non fosse terreno consueto per Carmineo. Discreto, ma con la Fenech farà di meglio l'anno successivo in Anna, quel particolare piacere.

Noodles 4/07/22 08:48 - 2196 commenti

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Godibile, ma sicuramente non uno dei migliori esempi di giallo italiano anni '70, vuoi per il ritmo che a tratti si fa soporifero, vuoi per un finale non troppo a sorpresa con tanto di movente francamente assurdo. Per il resto il cast funziona bene e i particolari notevoli sono diversi, a cominciare dai bellissimi interni del palazzo per finire con tutta una serie di personaggi secondari assolutamente inquietanti. Sufficienza piena sicuramente, ma le premesse facevano pensare a qualcosa di indimenticabile, perché la confezione è curata benissimo. Peccato.

Keyser3 31/07/22 11:13 - 444 commenti

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Incursione gialla per Carnimeo, dopo una lunga serie di spaghetti-western. Il regista inventa poco e non si fa scrupoli a scopiazzare: nel rapporto Jennifer-ex amante si rivede la signora Wardh; Lionello alleggerisce come in 4 mosche; c'è pure la scena notturna in un demolitore d'auto, come nell'Uccello. Le cose migliori vengono invece dall'atmosfera claustrofobica del condominio-alveare in cui si consumano i delitti e ovviamente dalla presenza della Fenech, la cui bellezza è devastante. Musiche di Nicolai appropriate.

Teddy 21/09/22 20:37 - 808 commenti

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Il thriller di Carnimeo si innesta sul tema della sessuofobia facendo di un piccolo edificio residenziale il nuovo Pantheon per santi e peccatori. Esteticamente disadorno, con un registro da dramma psicologico, pullula di sequenze omicidiarie violente e moralmente inquietanti. La Fenech, eburnea e disorientata, convince nonostante ricalchi il suo solito personaggio; i comprimari, Tedeschi e Lionello su tutti, spiccano.

Anthonyvm 4/02/23 00:36 - 5615 commenti

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Carnimeo segue la via gialla di Sergio Martino e, appropriandosi di parte del cast ricorrente del collega, rievocando il mood morboso dei suoi esordi thrilling e citandolo anche apertamente (il flashback "vizioso" della Fenech dopo l'incontro col marito), organizza un discreto mystery condominiale a sfondo saffico, più curioso se analizzato nei suoi singoli segmenti (il duello sessuale con la Brait, il delitto all'aperto che anticipa Tenebre) che non se considerato nel suo insieme. Spassosi Albertini nei panni di un brusco "commissario Colombo" e Lionello come un Woody Allen queer.
MEMORABILE: L'omicidio dell'ascensore all'inizio; Il delitto nella vasca; I fumetti neri; Il trauma hitchcockiano di Hilton; Il bizzarro finale aperto moralista.

Sonoalcine 8/09/23 08:52 - 184 commenti

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Il clima carico di tensione funziona e gli interni sono più che azzeccati, ma l'intreccio imbocca strade già percorse svariate volte nel genere. Il montaggio rapido e concitato contribuisce a dare un certo senso di inquietudine alla vicenda. Anche lo sfondo erotico, per una volta, calza a pennello nella vicenda e non stona. Tuttavia il plot twist finale non rivela un abbastanza valido movente volto a giustificare la furia omicida dell'assassino. Un giallo sotto la media e poco memorabile.

Fforfake 25/09/23 11:08 - 8 commenti

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Ripetitivo nel meccanismo delle uccisioni e con un finale inadeguato rispetto alle motivazioni dell'assassino, eppure si ritaglia un posto di tutto rispetto nel panorama giallo/thriller di casa nostra. Merito dell'ottima prova alla mdp di un Camineo ispiratissimo, capace di preziosismi sempre messi al servizio della suspense, della  pregevole fotografia di Stelvio Massi e dell'unità di luogo che fa del palazzo in cui si susseguono gli omicidi un protagonista aggiunto. Il film cita e viene citato: Argento riprenderà due scene, De Palma quella magnifica dell'ascensore. Da vedere.
MEMORABILE: La morte in ascensore; Il flashback di Hilton: L'omicidio eseguito tra l'indifferenza dei passanti; I segreti di un palazzo perbene.

Nick franc 29/11/23 23:49 - 507 commenti

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Giallo all'italiana dalla doppia anima: se da una parte sembra un clone degli analoghi prodotti di Martino dell'epoca, dall'altra sembra fonte di ispirazione per maestri del genere (vedasi gli omicidi di Farinelli e Quattrini). Carnimeo dirige con eleganza, inserisce gradevoli tocchi ironici (i duetti tra Albertini e Agostini) ma il film mantiene solo in parte quello che promette la prima notevole mezz'ora: la soluzione finale è debole e accatastare personaggi ambigui (Tedeschi, Incontrerà, Carra) non basta a promuovere in pieno il film. Sempre all'altezza le musiche di Nicolai.
MEMORABILE: Gli omicidi di Farinelli e Quattrini; La Brait nel night club; La morte a vapore nello scantinato; Il trauma di Hilton.

Occhiandre 15/02/24 15:25 - 153 commenti

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Una pellicola il cui precipuo interesse è il fatto che, come in altri horror/gialli di un certo pregio, il protagonista principale non è altri che un palazzo architettonicamente rilevante (un esempio fra tutti: Inferno). Come ne La tarantola dal ventre nero, colpisce il contrasto fra queste vestigia residenziali di un passato ancora prossimo, abitate da giovani "moderni", al passo coi tempi che cambiano, in contrasto coi valori che la monumentalità di quelle mura volevano rappresentare. Altri richiami tematici provengono da Gli orrori del liceo femminile e L'occhio che uccide.
MEMORABILE: La scena d'apertura col palazzo "incriminato" sulle note dell'OST; Maria Tedeschi; La Fenech moltiplicata sei fra iris e figli dei fiori cattivoni.

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