Ernesto Gastaldi: "Ogni film è un genere"
31 Dicembre 2007
1) PREMESSA E BREVI CENNI BIOGRAFICI
Quando si parla di film, solitamente, si indica un titolo e lo si attribuisce, per intero, al regista dimenticando che quell’opera (noi del Davinotti odiamo le classificazioni e le serie, un film va considerato nel suo insieme: per budget, circostanza ed opportunità) è il frutto del lavoro d’una lunga serie di maestranze d’alta professionalità: dall’operatore cinematografico al tecnico delle luci, dallo scenografo al costumista, dall’attore al doppiatore; senza dimenticare il compositore della colonna sonora (immaginatevi Profondo Rosso senza la musica di Gaslini) ed ovviamente lo sceneggiatore.
Questo preambolo per parlare di un nome spesso oscurato dal regista, ma che ha contribuito a comporre qualcosa come 118 sceneggiature, figurando, assieme a Dardano Sacchetti, come uno degli scrittori fondamentali per la cinematografia italiana.
Ernesto Gastaldi nasce nel 1934 a Graglia, ameno paese che conta circa 1600 anime, in provincia di Biella, sul confine con la Valle d'Aosta. Consegue la specializzazione in sceneggiatura nel 1957 dopo aver frequentato il prestigioso Centro Sperimentale di Cinematografia (ma nel 1967 ottiene anche il diploma in economia).
Nel 1960 si sposa (in un matrimonio che dura tutt’ora) con Maria Chianetta, nota in arte come Mara Meryl, attrice anch’essa diplomata al CSC nel 1957, che partecipa anche in alcune delle poche regie di Gastaldi come Libido (1965) ed il suo remake Notturno con Grida (1981) oltre a collaborare per alcune sceneggiature (Cin… Cin… Cianuro, Il Fiume del Grande Caimano ed Assassino al Cimitero Etrusco ).
Classificare per intero l’opera omnia di Gastaldi richiederebbe, quantomeno, uno spazio molto ampio, per via dei collegamenti e delle relazioni esistenti tra attori, regia e produzione.
Quello che ci interessa, in questa sede, è dare visibilità ad una persona che ha attraversato il periodo più florido della cinematografia italiana (1960-1990) operando dall’interno e venendo a contatto con figure fondamentali come Sergio Martino, Antonio Margheriti, Duccio Tessari, Umberto Lenzi, Fernando Di Leo, Tonino Valerii, Riccardo Freda, Luciano Ercoli, Bruno e Sergio Corbucci, Ruggero Deodato, Renato Polselli e Sergio Leone (solo per citarne alcuni).
Uno, insomma, che il cinema lo ha vissuto e che nel cinema ha profuso parte della sua stessa vita.
La filmografia che riguarda Gastaldi è sterminata, per genere, anno di realizzazione ed attività (in alcuni casi è stato anche regista).
Suddivideremo quindi la sua attività in periodi, al fine di evitare l’inserimento delle date di realizzazione dei singoli titoli. Ovviamente questo percorso è puramente soggettivo e tiene conto delle preferenze (nonché conoscenze) dirette del redattore, quindi non può definirsi (né mai vorrebbe/potrebbe essere tale) esaustivo e omnicomprensivo; non quanto, piuttosto, meritevole di correzione.
Ogni titolo menzionato nell’approfondimento è da intendersi frutto parziale di Gastaldi, poiché in molti casi la sceneggiatura (o lo stesso soggetto) è stata redatta a più mani.
2) GLI INIZI: 1960-1963
Gastaldi lavora, principalmente, nel campo della sceneggiatura affrontando, con professionalità, molteplici generi mentre firma, con lo pseudonimo di Julian Berry, alcuni racconti di fantascienza.
L’autore è presente nel panorama cinematografico sin dall’inizio degli anni ‘60, quando al fianco di Renato Polselli pone il visto sui dialoghi di L‘Amante del Vampiro, siglando la sceneggiatura assieme al regista e a Giuseppe Pellegrini. A suo modo questo primo lavoro tradisce la predisposizione di Gastaldi, prolifico scrittore che, in più occasioni (e anche nelle poche prove di regia) dimostra di essere versato alle tematiche gotiche, thriller ed horror.
Tra il 1960 ed il 1961 realizza diversi lavori destinati ad un genere particolarmente in voga in quegli anni, ovvero una sorta di commedia avventurosa: Anonima Cocottes, Pirati della Costa, Rocco e le Sorelle, Che Femmina… e Che Dollari, Il Giustiziere dei Mari, Akiko (quest’ultimo non accreditato) e I Mongoli.
Ritorna al suo tema preferito con Lycanthropus, pellicola diretta nel 1961 da Paolo Heusch e frutto di una coproduzione tra Italia ed Austria: è un altro dei rari gotici (con l’insolita ambientazione di un uomo lupo attivo all’interno di un liceo femminile) che vengono all’epoca realizzati nella nostra nazione e che si affianca ai titoli siglati da Bava, da Freda e da Margheriti.
Tra il 1961 ed il 1962 Gastaldi compone altre sette sceneggiature, tra le quali si ricordano Il Terrore dei Mari, Nerone ‘71, Marte Dio della Guerra prima di approdare di nuovo ad un titolo che resta punto di riferimento dell’horror italiano: L’Orribile Segreto del dott. Hichcock, primo di una doppietta (seguita da Lo Spettro) diretta da Freda.
Tra il 1962 ed 1963 c’è spazio per diversi titoli, con predominanza di peplum (Ursus nella Terra di Fuoco, Perseo l’Invincibile, Divorzio alla Siciliana) ed una collaborazione, non formalizzata, con il grande Robert Aldrich, in relazione al biblico Sodoma e Gomorra (1962).
Nel 1963 firma due gotici di certo rilievo quali La Vergine di Norimberga (diretto da Margheriti) ed il controverso La Frusta ed il Corpo, trattamento portato sullo schermo con estremo sadismo grafico (per l’epoca) dal genio di Mario Bava.
L’autore è presente nel panorama cinematografico sin dall’inizio degli anni ‘60, quando al fianco di Renato Polselli pone il visto sui dialoghi di L‘Amante del Vampiro, siglando la sceneggiatura assieme al regista e a Giuseppe Pellegrini. A suo modo questo primo lavoro tradisce la predisposizione di Gastaldi, prolifico scrittore che, in più occasioni (e anche nelle poche prove di regia) dimostra di essere versato alle tematiche gotiche, thriller ed horror.
Tra il 1960 ed il 1961 realizza diversi lavori destinati ad un genere particolarmente in voga in quegli anni, ovvero una sorta di commedia avventurosa: Anonima Cocottes, Pirati della Costa, Rocco e le Sorelle, Che Femmina… e Che Dollari, Il Giustiziere dei Mari, Akiko (quest’ultimo non accreditato) e I Mongoli.
Ritorna al suo tema preferito con Lycanthropus, pellicola diretta nel 1961 da Paolo Heusch e frutto di una coproduzione tra Italia ed Austria: è un altro dei rari gotici (con l’insolita ambientazione di un uomo lupo attivo all’interno di un liceo femminile) che vengono all’epoca realizzati nella nostra nazione e che si affianca ai titoli siglati da Bava, da Freda e da Margheriti.
Tra il 1961 ed il 1962 Gastaldi compone altre sette sceneggiature, tra le quali si ricordano Il Terrore dei Mari, Nerone ‘71, Marte Dio della Guerra prima di approdare di nuovo ad un titolo che resta punto di riferimento dell’horror italiano: L’Orribile Segreto del dott. Hichcock, primo di una doppietta (seguita da Lo Spettro) diretta da Freda.
Tra il 1962 ed 1963 c’è spazio per diversi titoli, con predominanza di peplum (Ursus nella Terra di Fuoco, Perseo l’Invincibile, Divorzio alla Siciliana) ed una collaborazione, non formalizzata, con il grande Robert Aldrich, in relazione al biblico Sodoma e Gomorra (1962).
Nel 1963 firma due gotici di certo rilievo quali La Vergine di Norimberga (diretto da Margheriti) ed il controverso La Frusta ed il Corpo, trattamento portato sullo schermo con estremo sadismo grafico (per l’epoca) dal genio di Mario Bava.
1) ANNO DI SVOLTA: 1964
Prima di arrivare all’ennesimo horror, nel 1964 lo si ritrova impegnato sui set di I Giganti di Roma, Golia alla Conquista di Bagdad, Golia e il Cavaliere Mascherato e Scandali Nudi.
Di nuovo è al fianco di Margheriti (per siglare la sceneggiatura dell’affascinante I Lunghi Capelli della Morte, redatto assieme a Bruno Valeri e lo stesso regista) mentre lo stesso anno scrive La Cripta e l’Incubo, ispirato ad un racconto di Sheridan Le Fanu e redatto con il supporto di Tonino Valerii e Bruno Valeri. Collabora poi di nuovo con Polselli e Giuseppe Pellegrini per Il Mostro dell’Opera, ispirato al celebre tema del Fantasma dell’Opera (ed ennesimo remake), ma portato sullo schermo in pieno Polselli’s stile.
Il 1964 rappresenta per Gastaldi l’anno di svolta: non solo affronta 3 sceneggiature di genere gotico (dettate dall’aumento di produzioni dovute al riscontro di pubblico, culminanti con l’anno cardine del 1966), ma inizia a pensare di saltare sul gradino superiore, forte dell’esperienza come aiuto regista sul set di Bava (1963, La Frusta ed il Corpo).
Compone, assieme alla moglie (Maria Chianetta) e a Vittorio Salerno (fratello del celebre attore Enrico Maria), la sceneggiatura di un film circoscritto nello spazio e nel tempo, interpretato da pochi attori (tra i quali, però, i bravi Giancarlo Giannini, Dominique Boschero e Luciano Pigozzi) compresa la moglie. Con il supporto musicale del bravo compositore Carlo Rustichelli (giusto per curiosità: Rustichelli ha composto oltre 250 colonne sonore!) Gastaldi firma la regia di Libido. E’ il 1965 e la pellicola non trova un riscontro di pubblico in patria, pur essendo invece approdata in Francia, dove viene accolta con più rispetto. Eppure il tema è particolarmente caro allo scrittore, giacché nel lontano 1981 tenta di riproporlo (con risultati mediocri) nel remake Notturno con Grida, avvalendosi nuovamente di Luciano Pigozzi e della moglie nel ruolo d’interpreti.
Il risultato sconfortante tiene lontano, almeno sino al 1968, Gastaldi dalla regia.
Di nuovo è al fianco di Margheriti (per siglare la sceneggiatura dell’affascinante I Lunghi Capelli della Morte, redatto assieme a Bruno Valeri e lo stesso regista) mentre lo stesso anno scrive La Cripta e l’Incubo, ispirato ad un racconto di Sheridan Le Fanu e redatto con il supporto di Tonino Valerii e Bruno Valeri. Collabora poi di nuovo con Polselli e Giuseppe Pellegrini per Il Mostro dell’Opera, ispirato al celebre tema del Fantasma dell’Opera (ed ennesimo remake), ma portato sullo schermo in pieno Polselli’s stile.
Il 1964 rappresenta per Gastaldi l’anno di svolta: non solo affronta 3 sceneggiature di genere gotico (dettate dall’aumento di produzioni dovute al riscontro di pubblico, culminanti con l’anno cardine del 1966), ma inizia a pensare di saltare sul gradino superiore, forte dell’esperienza come aiuto regista sul set di Bava (1963, La Frusta ed il Corpo).
Compone, assieme alla moglie (Maria Chianetta) e a Vittorio Salerno (fratello del celebre attore Enrico Maria), la sceneggiatura di un film circoscritto nello spazio e nel tempo, interpretato da pochi attori (tra i quali, però, i bravi Giancarlo Giannini, Dominique Boschero e Luciano Pigozzi) compresa la moglie. Con il supporto musicale del bravo compositore Carlo Rustichelli (giusto per curiosità: Rustichelli ha composto oltre 250 colonne sonore!) Gastaldi firma la regia di Libido. E’ il 1965 e la pellicola non trova un riscontro di pubblico in patria, pur essendo invece approdata in Francia, dove viene accolta con più rispetto. Eppure il tema è particolarmente caro allo scrittore, giacché nel lontano 1981 tenta di riproporlo (con risultati mediocri) nel remake Notturno con Grida, avvalendosi nuovamente di Luciano Pigozzi e della moglie nel ruolo d’interpreti.
Il risultato sconfortante tiene lontano, almeno sino al 1968, Gastaldi dalla regia.
2) DAL 1965 al 1968
In tre anni Gastaldi è all’opera su almeno 22 progetti, approdati sullo schermo e relativi -in modo particolare- all’action ed allo spy movies: cose tipo Le Spie Uccidono a Beirut , A 007 Sfida ai Killers, Furia a Marrakech, Operazione Goldman, A… Come Assassino, Cifrato Speciale.
Ma c’è anche spazio per titoli western, genere allora particolarmente popolare, nati sull’onda del successo riscontrato dalla celebre “trilogia del dollaro” realizzata da Sergio Leone. Gastaldi scrive le sceneggiature di Buffalo Bill-l’Eroe del Far West, Arizona Colt, Mille Dollari sul Nero, 10.000 Dollari per un Massacro, Per 100.000 Dollari T’Ammazzo. Lavora inoltre per Mino Loy collaborando alla realizzazione di Flashman.
In questa fase, di certo, restano memorabili film come La Decima Vittima, diretto da Elio Petri nel 1965 (a cui Gastaldi contribuisce non accreditato) e I Giorni dell’Ira (1967), western ispirato dal racconto di Ron Barker alla cui regia troviamo Tonino Valerii.
Nel 1968 ritenta la regia con Cin… Cin… Cianuro, coproduzione italo-francese al cui script contribuiscono anche la moglie e Vittorio Salerno.
Ma c’è anche spazio per titoli western, genere allora particolarmente popolare, nati sull’onda del successo riscontrato dalla celebre “trilogia del dollaro” realizzata da Sergio Leone. Gastaldi scrive le sceneggiature di Buffalo Bill-l’Eroe del Far West, Arizona Colt, Mille Dollari sul Nero, 10.000 Dollari per un Massacro, Per 100.000 Dollari T’Ammazzo. Lavora inoltre per Mino Loy collaborando alla realizzazione di Flashman.
In questa fase, di certo, restano memorabili film come La Decima Vittima, diretto da Elio Petri nel 1965 (a cui Gastaldi contribuisce non accreditato) e I Giorni dell’Ira (1967), western ispirato dal racconto di Ron Barker alla cui regia troviamo Tonino Valerii.
Nel 1968 ritenta la regia con Cin… Cin… Cianuro, coproduzione italo-francese al cui script contribuiscono anche la moglie e Vittorio Salerno.
3) DAL 1968 al 1970
Uno dei soggetti più saccheggiati nel genere thriller erotico, antecessore del giallo "alla Dario Argento", è firmato dal prolifico sceneggiatore e viene diretto da Romolo Guerrieri. Il Dolce Corpo di Deborah, pur essendo pellicola lenta e prolissa, getta le basi per un breve ciclo di cui Umberto Lenzi si appropria, in un caso sempre con il supporto di Gastaldi (Così Dolce… Così Perversa, 1969).
Ancora una manciata di western, con titoli evocativi tipo Sono Sartana, il Vostro Becchino, Uno di più all’Inferno, Arizona si Scatenò… e li Fece Fuori Tutti e I Vigliacchi non Pregano si mescola con film di guerra tipo La Battaglia del Deserto o La Battaglia di El Alamein.
Ma i lavori migliori sono -di nuovo- quelli che riconducono al thriller: Le Foto Proibite di una Signora per Bene, firmato da Luciano Ercoli e supportato da una coproduzione con la Spagna, tenta di distaccarsi dall’intreccio complottistico affrontato nei film incentrati sulla figura di Carroll Baker e si affianca, per struttura e sinossi, al neonato stile “partorito” da Argento.4) 1971-1972: FASE GIALLA
Sergio Martino, regista dotato di un suo personalissimo stile, nobilita -una volta tanto- una bella sceneggiatura scritta in parte da Gastaldi portando sullo schermo la “divina Fenech“ ne Lo Strano Vizio della Signora Wardh, titolo che si frappone tra le due correnti del thriller (quella erotica e quella gialla) dimostrando di saperle amalgamare alla perfezione. Nel successivo La Coda dello Scorpione si riconferma la riuscita del sodalizio tra regista e scrittore con buoni risultati sia sul piano narrativo che cinematografico in senso stretto. E pure nel “polanskiano” Tutti i Colori del Buio il rapporto tra i due permette al pubblico di godersi un film ottimamente realizzato. Minore, invece, il risultato finale de Il Tuo Vizio è una Stanza Chiusa e solo io ne ho la Chiave, per come si appropria di temi strettamente legati ad Allan Poe e per la poca pregnanza del versante estetico, che crolla per via di effetti truculenti mal realizzati.
Per Luciano Ercoli lo scrittore è all’opera su La Morte Cammina coi Tacchi Alti, riuscito giallo che tenta di distaccarsi dalla ripetizione impostando la figura di un killer che uccide (previo calcolo e con scaletta razionale) per motivazioni economiche, perciò distante anni luce dalla tipologia proposta dalla pletora di film filo-argentiani. Cosa che si ripete, in parte, nel discreto La Morte Accarezza a Mezzanotte, pellicola a suo modo originale e curiosa che, come la precedente, punta tutto sulla buona caratterizzazione dell’affascinante Susan Scott (vero nome Nieves Navarro) attrice spagnola convolata a nozze con il regista.
Altro lavoro memorabile, redatto nel 1972 per conto di Giuliano Carnimeo, è Perché quelle Strane Gocce di Sangue sul Corpo di Jennifer? Titolo originale, che apostrofa con mistero lo spettatore incuriosito sin dai titoli di testa da Jennifer e il suo destino. Celebre per essere stato relazionato a Vestito per Uccidere (1980), del più celebre Brian De Palma, per via di una sequenza pressoché analoga di delitto in ascensore.
Per Luciano Ercoli lo scrittore è all’opera su La Morte Cammina coi Tacchi Alti, riuscito giallo che tenta di distaccarsi dalla ripetizione impostando la figura di un killer che uccide (previo calcolo e con scaletta razionale) per motivazioni economiche, perciò distante anni luce dalla tipologia proposta dalla pletora di film filo-argentiani. Cosa che si ripete, in parte, nel discreto La Morte Accarezza a Mezzanotte, pellicola a suo modo originale e curiosa che, come la precedente, punta tutto sulla buona caratterizzazione dell’affascinante Susan Scott (vero nome Nieves Navarro) attrice spagnola convolata a nozze con il regista.
Altro lavoro memorabile, redatto nel 1972 per conto di Giuliano Carnimeo, è Perché quelle Strane Gocce di Sangue sul Corpo di Jennifer? Titolo originale, che apostrofa con mistero lo spettatore incuriosito sin dai titoli di testa da Jennifer e il suo destino. Celebre per essere stato relazionato a Vestito per Uccidere (1980), del più celebre Brian De Palma, per via di una sequenza pressoché analoga di delitto in ascensore.
5) Dal 1973 al 1976: FASE POLIZIESCA
Gastaldi, da buon frequentatore dei generi, propone quello che la domanda (del pubblico) richiede. Dopo il clamoroso boom del poliziesco, sancito dall’ottima pellicola diretta da Steno nel 1972 (La Polizia Ringrazia) realizza (di nuovo per Luciano Ercoli) Troppo Rischio per un Uomo Solo, film poco in linea perché apparentato -principalmente- al noir ed al “crime movie” (genere non codificato in Italia, particolarmente frequentato dagli autori americani, tipo Tarantino per intendersi) anche se si inserisce all’interno del filone poliziesco.
Uno dei migliori testi del genere scritto da Gastaldi viene recepito da Sergio Martino che realizza, con Milano Trema: la Polizia Vuole Giustizia, un esemplare di spicco dell’intera serie, ispirato in parte da fatti di cronaca (l'omicidio Calabresi) e considerato -cosa rarissima- in maniera positiva anche dalla critica del tempo. Il film, essendo apparentato per produzione a Milano Odia: La Polizia non può Sparare, presenta una serie di incidenti automobilistici poi inseriti nel successivo titolo, diretto da Umberto Lenzi.
Ancora pellicole interessanti recano, in sceneggiatura, il nome di Gastaldi: de I Corpi Presentano Tracce di Violenza Carnale è superfluo aggiungere alcunché, essendo pellicola di culto e -a suo modo- ispiratrice (per concezione di alcuni delitti, ma non solo) del ciclo americano di Venerdì 13; L’Uomo senza Memoria rappresenta un buon esempio della versatilità di cui Duccio Tessari (regista più che altro noto per titoli western) è dotato; Milano Odia: La Polizia non può Sparare rimane -con buona pace dei più ostili- il miglior poliziesco firmato da Lenzi; Morte Sospetta di Una Minorenne è invece un mediocre ripescaggio di un tema caro a Massimo Dallamano, che merita la visione per lo stile sobrio cui Martino ci ha abituati e per la bella soundtrack; La Città Gioca d’Azzardo pecca di superficialità nel tratteggiare psicologie poco verosimili, spesso causa di situazione ironiche e poco conciliabili col genere; La Città è Sconvolta: Caccia Spietata ai Rapitori brilla per la potenza di una regia solida e pregevole, non a caso curata dal grande Fernando Di Leo.
6) DAL 1977 AD OGGI.
A partire dalla metà degli anni ‘70 i lavori di Gastaldi iniziano a limitarsi per numero ma non per qualità; prova ne sia l’ottimo risultato che scorre davanti ai nostri occhi quando vediamo l’efficace Il Cinico, l’Infame, il Violento o l’avvincente Concorde Affaire ’79 (quest’ultimo film, di taglio internazionale, ispirato alla serie catastrofica americana avviata da Airport).
Anche un tassello della trilogia avventurosa realizzata da Sergio Martino (gli altri film sono La Montagna del Dio Cannibale e L’Isola degli Uomini Pesce) porta la firma di Gastaldi: Il Fiume del Grande Caimano.
Lo sceneggiatore ritenta di nuovo la regia con il già citato Notturno con Grida non prima di avere composto gli script di due curiose commedie come Il Ficcanaso (interpretato da Pippo Franco e diretto da Bruno Corbucci) e Mi Faccio la Barca (con Johnny Dorelli e, al timone di regia, Sergio Corbucci).
Un lavoro destinato alla televisione, ridotto poi a film perdendo parte della sua integralità è Assassinio al Cimitero Etrusco, mentre gli ultimi lavori dello scrittore sondano generi ostici all’Italia, pur se -per certo periodo- praticati dai nostri autori: 2019: Dopo la Caduta di New York ha il gravoso compito di competere con il più costoso (e riuscito) Fuga da New York diretto da Carpenter nel 1981, mentre Vendetta dal Futuro resta celebre, più che altro, a causa del tragico incidente d’elicottero costato la vita al bravo (e sfortunato) attore Claudio Cassinelli.
L’Assassino è Ancora tra Noi è invece un “instant movie” partorito dalla cronaca nera e debitore della morbosità con cui la cronaca ha affrontato la cosiddetta vicenda del “Mostro di Firenze”; idea discutibile trarne un film, anche perché i progetti sul caso si accentrano (lo stesso anno) e Camillo Teti, regista della sceneggiatura di Gastaldi, ha il cattivo gusto di eccedere con immagini estreme e morbose che surclassano il testo.
Tra gli ultimi lavori firmati da Gastaldi si segnala La Strana Storia di Olga O., diretto da Antonio Bonifacio nel 1995 e celebre per essere una rivisitazione del soggetto già trattato ne Lo Strano Vizio della Signora Wardh e alcune sceneggiature più “alte” destinate a sancire l’addio dell’autore al mondo del cinema tipo C’era una Volta in America (non accreditato), Stradivari, Casablanca Express, Crimine Contro Crimine.
ARTICOLO INSERITO DAL BENEMERITO UNDYING