È sempre stato considerato alla stregua di un classico, il film di Alexander Mackendrick, ma a vederlo oggi sembra piuttosto un grazioso reperto del tempo che fu. Intriso fino al midollo di spocchioso humour inglese (di matrice macabra, in questo caso), THE LADYKILLERS fa perno soprattutto sulla brava vecchina del titolo (Katie Johnson), cui spettano le battute migliori, quelle per le quali la sceneggiatura venne anche candidata all'Oscar. Il suo personaggio di complice involontaria in una grossa rapina è senza dubbio azzeccato, così come poteva sembrare ottimo il soggetto, che si prestava a equivoci e gag. Invece il resto del cast, che pure comprende nomi di spicco del panorama...Leggi tutto inglese, non riesce a trovare le corde giuste. Dei cinque loschi individui che si spacciano per un quintetto d’archi e affittano l'appartamento per concertare il colpo, i due protagonisti sono senza dubbio Marcus/Alec Guinness (che sfoggia un memorabile ghigno vampiresco e una recitazione di altissima classe) e Harvey/Herbert Lom (che saltuariamente duetta con Peter Sellers anticipando la coppia ispettore Dreyfus/Clouseau della saga della PANTERA ROSA): due caratteri diversi a confronto (rispettivamente il ragionatore placido e l’impulsivo) che lasciano invero poco spazio agli altri tre, tra i quali nemmeno l'esordiente (in un ruolo di primo piano) Peter Seller può ritagliarsi una parte che non sia marginale; Il film, a tutt'oggi, risulta un po' presuntuoso e datato, privo di mordente e carente in fase registica. Confezionato con furbizia, a tratti artificioso, diverte soprattutto grazie ai colpi di scena legati all’atteggiamento della vecchina, che eclissa il carisma di grandi attori. Comunque una commedia nera garbata, gradevole.
Gradevole commedia nera con piacevole commento d'archi (un noto quintetto di Boccherini). Ma la celebrità della pellicola finisce col deludere un po', anche perché, letto il cast, si pensa ad un coro a più voci (vedi Amici Miei). Invece ci sono personaggi di primo piano ed altri quanto mai secondari. Da vedere, in ogni caso, perché regala molti sorrisi.
Strepitosa commedia nera, dal gusto e dallo stile tipicamente britannici, che deve il suo enorme successo, oltre che ad un soggetto molto godibile e divertente, soprattutto all'impagabile interpretazione della Johnson ed a quella dei ladri (che si fingono musicisti) tra cui spiccano il capobanda Guinness ed un Peter Sellers che ottiene la sua prima parte di un certo rilievo. Una perla da non perdere grazie alla quale lo spasso è assicurato.
Deliziosa commedia di stampo tipicamente britannico, sempre sospesa tra umorismo nero e parodia. Su una sceneggiatura ben scritta il regista dirige un film molto rispettoso dei tempi e dei ritmi della commedia, nel quale risalta l'importanza dei dialoghi e della musica, sempre in primissimo piano. Cast su alti livelli, con una grande interpretazione della Johnson e il primo ruolo di rilievo per il grande Peter Sellers.
Divertente sarabanda a sfondo nero, ben scritta e altrettanto ben diretta dall'ottimo McKendrick. Buona sceneggiatura, ritmo elevato e un gruppo di attori affiatati sono la carta vincente della pellicola. Guinness è insuperabile, ma gli tengono sapientemente testa tutti gli altri, con Lom, Sellers e la Parker in particolare. Finale memorabile.
Si sa dai tempi di Arsenico: mai fidarsi delle vecchiette, specie se un po' svampite, come quella che ignara ospita in casa una banda di rapinatori decisi a farla fuori (titolo italiano opposto all'originale e fuorviante!). Storia gustosa, anche se l'humor britannico tende a distillare gli spunti comici anziché potenziarli, così come gustosi sono i caratteri descritti: ed è proprio sull'orchestrazione complessiva dei personaggi che si sente di più le potenzialità di ritmo mancate. Tuttavia il film rimane ancor oggi un gradevole passatempo.
Rivedere oggi questo riconosciuto "classico" degli Ealing Studios fa sorgere qualche perplessità, risultando fin troppo spento, privo di particolari guizzi registici o sequenze memorabili. Fortunatamente ci sono uno strepitoso Guinness, vero e proprio folle di cui si capirà l'indole solo verso la fine e la brava Johnson, che con il suo sguardo ingenuo capterà le simpatie dello spettatore. Rimane, quindi, solo una garbata commedia nera tipicamente inglese, di gran lunga inferiore al ben più meritevole Sangue blu. Mi aspettavo di più.
MEMORABILE: I nostri vengono interrotti per cinque volte di fila per un té; la terrificante riunione delle simpatiche vecchine.
Piccolo concentrato di brillante divertimento con una trama ricca di tante piccole sorprese nel segno del gusto britannico dell’umorismo sarcastico. Nonostante i suoi quasi 60 anni è meno datato di quanto si possa pensare, anche grazie ai colori dalle tonalità perfettamente naturali. La regia è ben curata e parte della colonna sonora (il famoso quintetto di Boccherini) accompagna la vicenda divenendone in alcune situazioni protagonista attiva. ***
Una bellissima commedia nera, suggestiva nei colori della fotografia e nell'ambientazione paesana, con una sceneggiatura zeppa di umorismo british che mette a segno più di un colpo. Il cast è perfetto (Alec Guinness in primis, con sguardo spiritato da pazzoide e dentatura modificata). Il meglio lo regala la seconda parte, con una escalation di imprevisti davvero insospettabile. Ottimo.
Divertentissima e brillante commedia inglese, un'opera deliziosa. La tenerezza che suscita il personaggio di Katie Johnson è disarmante. E le tragicomiche trovate del fantastico Peter Sellers e compari verranno imitate e stereotipate negli anni a venire (il cinico insensibile, il grande e grosso imbecille dal cuore tenero, ecc.). Un po' ingenuo il piano della rapina, ma è un espediente perdonabile: il fulcro arriva dopo.
Davvero perfettamente equilibrata questa commedia inglese dove l'elemento humour si mescola con l'assassinio generando un ibrido gradevolissimo. C'è una vecchietta svampita a cui pochi credono e poi sopraggiungono i marpioni delinquenti: ma il caso rovescerà le sorti. Un "candido" classico che si può rivedere anche più volte.
MEMORABILE: La fodera del contrabbasso... zeppa di sterline svolazzanti.
Black comedy elegante e divertente; merito soprattutto di una strepitosa Katie Johnson ma anche di un inquietante e assai espressivo Alec Guinness. Ammetto di aver visto prima il noto remake dei Coen, ma questo non mi ha impedito di godermelo a pieno. La banda di ladri/musicisti è perfettamente assortita: fra tutti si segnala un Sellers molto giovane ma già molto bravo. Gli ambienti sono incantevoli e le gag funzionano a meraviglia (spassosa la convulsa scena del cavallo che mangia le mele). Da vedere.
MEMORABILE: "Apparteneva al mio povero marito, ne avevo quattro". "Mariti? No, pappagalli".
Banda di rapinatori escogita una copertura apparentemente perfetta: affittare una stanza presso un'anziana signora e, facendosi passare per una banda di musicisti da camera, preparare con tutta tranquillità il colpo... Per loro disgrazia, non hanno fatto i conti con la teira, il pappagallo e le amiche della vecchietta. Uno dei migliori esempi di commedia nera all'inglese: se Guinness è impagabile, il resto del cast risulta perfettamente assortito, a cominciare da Katie Johnson, dolcissima e micidiale. Delizioso il beffardo finale.
MEMORABILE: La riunione con le vecchiette, capaci di sfinire anche il più incallito criminale
Una singolare banda di ladri reduce da un colpo milionario verrà sgominata da un’innocua vecchietta. Black comedy tipicamente britannica ancor oggi in grado di divertire con la sua ironia lievemente surreale. Superlativa la prova della quasi sconosciuta ultra-settantenne Johnson e di Guinnes genio della rapina dell’aspetto sinistro. Spiccano anche un giovane Sellers insolitamente cicciottello e il nevrotico Lom, futuri antagonisti nella serie della Pantera Rosa. Belle le scenografie della casa sbilenca. Fiacco remake dei fratelli Coen.
MEMORABILE: Il regolamento dei conti tra Guinnes e Lom sul cavalcavia della ferrovia; Il ritiro del baule alla stazione; La vecchietta non creduta dalla polizia.
Commedia elegante e garbata capace di toccare picchi di assurda comicità tali da renderla divertente e surreale allo stesso momento. Deve molto alla Johnson che con la sua ingenuità e insistita testardaggine spadroneggia in lungo e in largo creando situazioni paradossali che da sole reggono il film. In perfetto stile inglese non si esagera mai nei toni e il tocco macabro che possiede le conferisce quella personalità unica e distintiva che le ha permesso di diventare un piccolo cult.
Divertente (senza eccedere) commedia inglese che si avvale di un cast di alto livello. L'impianto è teatrale e si vede, ma la durata, non essendo eccessiva, rende il film fruibile a tutti. Non troppo coinvolgente nella prima parte, finirà per riscattarsi nella seconda, dove il tipico humor nero inglese farà faville. Nel 2004 i fratelli Coen ne hanno tratto un remake.
Banda di rapinatori affitterà due stanze da una zelante vecchietta. Commedia in stile british con vari spunti comici nella prima parte che virano sul nero nella seconda. Impronta teatrale in cui spiccano lo sguardo alla Nosferatu di Guinness e i modi scrupolosi della nonnina protagonista; Sellers non riesce a incidere. Trama dai risvolti beffardi che chiude gradevolmente in maniera ellittica.
MEMORABILE: I soldi mandati all'aria; L’arrivo delle vecchiette in casa; Il soprannome “Carezza”; Un soldino per ogni polizza.
Il sapore originale della tipica commedia inglese elevata a un grado di artisticità e piacevolezza assai rari, il lavoro di Mackendrick pare regolato sul meridiano di Greenwich per puntualità e precisione. Privo di tempi morti, corredato da un cast assortito di grande valore (tra cui un giovane ma già conosciuto Herbert Lom), scorre via mettendo in ridicolo la disavventura di cinque ceffi squinternati alle presa con una rapina e una terribile vecchietta - la Johnson - ingenua e adorabile ma onestissima, capace talvolta di prendersi la scena davanti al pazzoide Guinness.
Noir sotto forma di commedia o viceversa, “La signora omicidi” è in primis uno splendido film geriatrico zeppo di black humor e cavilli narrativi tipicamente british. Honoris causa per lo scenografo Jim Morahan, che con le sue geometrie bislacche e gli arredamenti kitsch si è inventato un microcosmo estetico indimenticabile. Splendido tutto il cast, capitanato con leggiadria da una formidabile Katie Johnson. Iconico.
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HomevideoRocchiola • 8/03/16 09:35 Call center Davinotti - 1320 interventi
Io ho la versione Universal/Studio Canal del 2006 ed è ottima con il corretto formato video anamorfico ed un'ottima definizione e coloritura anche in considerazione dell'età e del tipo di pellicola.
La A&R sta razzolando tutto lo scibile esistente in fatto di classici degli anni 40-50, ma non fornisce mai uno straccio d'indicazione sulla provenienza delle versione che pubblica, per cui si va sempre allo sbando non sapendo cosa ci si troverà sul DVD.
Nel caso in questione è presumibile che abbia attinto al medesimo master dell'edizione Studio Canal (già edita in Bluray all'estero), però se trovate la versione "ufficiale" anche usata a pochi euro secondo me è preferibile.
HomevideoRocchiola • 2/03/20 09:42 Call center Davinotti - 1320 interventi
Nel frattempo è uscito anche il DVD in versione rimasterizzata in alta definizione della A&R. Credo abbiano utilizzato il master HD del bluray estero marchiato Studio Canal. Ciò trova conferma nel ricorso al formato 1.37 (quello della pellicola originaria) anziché l'1.66 del precedente DVD che era stato tagliato un pochino sopra e sotto per riempire maggiormente i moderni schermi in 16:9. Anche il minutaggio passa da 87 a 91 confermando l’utilizzo di una fonte HD proveniente da bluray che come risaputo ripropone la corretta durata cinematografica della pellicola, mentre il DVD girando un po’ più veloce dura sempre qualche minuto in meno (tra l’altro il DVD Universal recava erroneamente sul retro un minutaggio di 97 ma in realtà inserito il disco nel lettore risultava di 87 minuti). In ogni caso il video è stato ripulito dalla sporcizia residua presente nella precedente edizione in DVD e risulta pulito e nitido. Un pò meno riuscito il riallineamento dei colori che presentano ancora una minima distorsione cromatica tipica di certe pellicole d’epoca. In ogni caso le immagini sono meno scure rispetto alla precedente versione ed un filino più dettagliate. Audio mono 2.0 d’epoca mediamente potente e chiaro. Insomma in assenza di un bluray italiano accontentiamoci di questo DVD che definirei un SD potenziato simil-HD.