Si ha il timore, all'inizio, di trovarsi di fronte l'ennesima storia dei rapiti-e-rinchiusi-non-si-sa-perchè, stile Saw per intenderci. Fortunatamente, la vicenda prende ben presto una piega molto più originale, e procede tra efferatezze assortite verso un finale abbastanza imprevisto. Godibili i toni da humour macabro, e piuttosto incisivi gli attori, a cominciare da un delizioso, psicopaticissimo Nicholas Hope. Da incorniciare la scena finale.
Evaso dal manicomio in cui era stato rinchiuso come serial killer mozzateste, sequestra le persone che in vario modo hanno contribuito alla sua condanna e le costringe - più con le cattive che con le buone - a riesaminare gli atti del suo processo... Nicholas Hope ha una bella faccia da padre pellegrino sadico che, insieme ad alcuni tocchi di humor nero, salva la pellicola dal rischio "torture-porn déjà vu" sempre incombente. Film non molto originale e con qualche inverosimiglianza di troppo ma che si fa seguire senza annoiare fino alla fine.
MEMORABILE: La presentazione in libreria, ravvivata da una simpatica partecipazione imprevista
Molto buono, direi quasi ottimo. Il timore di un forte déjà-vu (echi vicini di Saw rimbombano mentre i poveretti attorno al tavolo sembrano chiamare a squarciagola un nipote della famiglia, Would you rather?) svanisce non appena il bravissimo Nicholas Hope gira le sue carte, sparigliando supplizi non certo per educande con discreti intarsi della sceneggiatura. Non smette di pompare l’adrenalina, non scema la bravura, si chiude come iniziavamo a sospettare ma con rilassata goduria.
Thriller sulla carta interessante ma gestito senza troppi guizzi (al di là di qualche scena splatter particolarmente cruda), che combina con scarsa originalità il thriller alla Saw e il grottesco a sfondo sociale, giocandosi in malo modo l'unica carta (il giallo whodunit) potenzialmente vincente. Si segue con piacere, anche grazie alla godibile interpretazione di Hope e al buon ritmo, ma il risultato complessivo non esalta, tra toni non sempre centrati e una parte finale che trascina il film verso i tristi lidi dello slasher di bassa lega.
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DiscussioneDaniela • 20/11/13 08:59 Gran Burattinaio - 5928 interventi
Per cui non lo riconoscesse sotto il parrucchino a tetto spiovente: Nicholas Hope ha esordito sullo schermo nel 1994 come protagonista di Bad Boy Buddy di Rolf de Heer - un esordio col botto, cui è seguita una carriera fitta di titoli ma non allo stesso livello qualitativo.
Nel film compare anche in un brevissimo ruolo Tom Savini, attore, regista e soprattutto pluripremiato creatore di effetti speciali.
Qui ha avuto il ruolo di "special make-up effects supervisor".
Il nome del personaggio da lui interpretato è "Peter Bava": che si tratti di un omaggio a Mario, di cui Savini è notoriamente un ammiratore?