Discreto film tratto da un romanzo di King con risultati decisamente migliori che in tante altre occasioni. Ovviamente non siamo dinanzi ad un capolavoro ma la professionalità dell'operazione è indiscussa grazie ad una regia sobria, ad una discreta sceneggiatura e ad attori di tutto rispetto tra cui spicca la piccola Barrymore. Insomma una pellicola che pur funzionando solo a tratti scorre via veloce senza intoppi fino ad un finale certamente non banale.
Un buon romanzo di King riceve, cosa tutt'altro che rara, un trattamento cinematografico decisamente inferiore al suo valore. Non si tratta sicuramente di una delle peggiori trasposizioni su grande schermo dello scrittore del Maine, ma altrettanto sicuremente non rientra neanche tra quelle più riuscite. Quello che manca veramente è l' "anima" del libro di partenza, quindi seppur superficialmente si sia mantenuta la trama, non si è riusciti neppur minimamente a dare lo stesso spessore psicologico ai personaggi. Non malissimo comunque.
Charlie, una deliziosa bimbetta bionda, è pirocinetica, ossia in grado di appiccare il fuoco con la forza del pensiero. Una agenzia governativa segreta la vuole utilizzare a fini bellici, ma il babbo, che ha acquistato poteri paranormali a seguito di un esperimento chimico, non è mica tanto d'accordo. Fuoco e fiamme nel finale. Modesta trasposizione cinematografica de L'incendiaria di Stephen King, ha il suo punto di forza nel settore dei cattivi di turno e nei discreti effetti speciali, ma risulta piuttosto noioso. 2 pallini per Scott.
Tratto dal romanzo L'incendiaria del maestro del thriller Stephen King, Fenomeni paranormali incontrollabili pur senza essere un capolavoro del genere è un discreto prodotto di intrattenimento decisamente superiore ad altri adattamenti cinematografici di opere dello stesso scrittore. Si segnalano i buoni effetti speciali e la prova di ottimi professionisti della recitazione come il grande George C. Scott.
C'e di meglio. Il film si fa ricordare più per alcuni effetti speciali (vedi il finale con la distruzione dell'edificio) che per la trama in sè, e questo è un male. Gli attori saranno anche bravi, ma il film è realizzato (a mio avviso) con poca cura nella sceneggiatura, il che lo fa risultare lento.
George C. Scott cinico giustiziere (alla caccia d'una bimbetta di otto anni), agghidanto con codino. Sì: George C. Scott col codino. E non è un film comico, purtroppo. La demenza della storia viaggia in maniera direttamente proporzionale alla tediosità della fonte: Stephen King è autore dell'orribile testo che sta alla base della pellicola. Palle di fuoco, sputate dal nulla grazie alle capacità extrasensoriali della novella Carrie; esperimenti di laboratorio atti a saggiare l'intensità del potere in forza della piccola incendiaria. Noiosissimo, lento, con dialoghi da camicia di forza. Al rogo.
Lester si trova impantanato in un guazzabuglio tra spy story, fantascienza e complotti governativi, facendo il possibile per non scadere nel ridicolo. Di "kinghiano" c'ha davvero poco, la Barrymore e quantomeno poco indicata per il ruolo della telecinetica Andy (troppo pacioccosa, troppo poco convinta, senza un barlume di inquietudine) e gli SFX con le palle di fuoco sono degni di un film anni '50. Restano il buon incipit, qualche atmosfera rurale che ricorda il King migliore e il laido Rainbird di George C. Scott, uomo nero in odor di pedofilia.
MEMORABILE: Le palle di fuoco lanciate da Charlie nel finale...
Ennesimo adattamento cinematografico di un romanzo di Stephen King. Sembra scontato a dirsi ma il film non riesce a trasmettre la carica emotiva che invece il libro riesce a fare. Gli interpreti sembrano spenti e inebetiti (per non parlare del pessimo doppiaggio italiano), in balia di una sceneggiatura adattata in maniera pessima e che non ha saputo sfruttare per niente le suggestive atmosfere dell'opera cartacea. Chi può lo eviti.
Un valido adattamento cinematografico di un'opera di Stephen King. Il film è molto intrigante e gli effetti visivi semplici ma sorprendenti, e la colonna sonora che è veramente deliziosa. Il cast, oltre a poter contare su una giovanissima ma brava Drew Barrymore, ha anche altri due protagonisti molto preparati, David Keith e George C. Scott.
Tratto da uno dei migliori romanzi del re dell'horror Stephen King. Un film che, seppur in molte cose è distante dal libro, è da apprezzare perché molto avvincente e abbastanza coinvolgente. Il buon cast (fra cui spicca C. Scott) è diretto bene.
Quasi 2 ore è una durata eccessiva per questa trasposizione kinghiana; infatti la sovrabbondanza di dialoghi dell'organizzazione governativa rende la visione spesso tediosa e toglie ritmo a un soggetto che probabilmente era meglio lasciare all'originale forma letteraria. Detto questo, è indubbia la professionalità della confezione e del cast e qualche sequenza riuscita c'è; tuttavia Lester ha fatto di (molto) meglio in ambito action. Musiche dei Tangerine Dream un po' fuori luogo; si lascia vedere, ma necessita di parecchia pazienza.
Famiglia con poteri paranormali in fuga da sperimentatori governativi. Da un romanzo di King, un film che sfrutta discretamente l'ottimo plot d'ispirazione, anche se il film è inficiato da bloopers degni di un b-movie e da regia e sceneggiatura quasi televisive: praticamente nulli i campi lunghi. Ottima la prova del cattivo Rainbird interpretato da George C. Scott, simpatica la baby Barrymore, monoespressivo come sempre Martin Sheen. La pellicola comunque sa più di fantathriller che di horror e un paio di scene sono veramente pacchiane.
MEMORABILE: Rainbird che uccide il dottore; L'esperimento iniziale.
Tratta da un romanzo di King a base di esperimenti con allucinogeni e complotti governativi, una pellicola nella norma, forse un po' prolissa. Brava la Barrymore pirocinetica e grandi nomi nel cast come Martin Sheen, George C. Scott, Louise Fletcher ad impreziosire il tutto. Belli gli effetti speciali, soprattutto nel finale, con incendi e palle di fuoco assassine.
Tra le varie trasposizioni delle opere di King, questo forse è tra le meno peggio. Ma questo non la salva da una certa lentezza (appesantita da una robusta durata) e da dialoghi inguenui, semplici e poco profondi. La parte finale si movimenta e grazie anche alle belle riprese e agli effetti con il fuoco riesce a risvegliare da un certo torpore. La Barrymore forse era la candidata col volto meno inquietante per impersonare una bambina che ti dà fuoco solo con lo sguardo, ma se la cava egregiamente.
Film che ingrana solo dopo la prima metà (come il libro all'origine, del resto). La parte iniziale con i flashback esplicativi e la fuga è piuttosto lenta e noiosa, colpa anche di una pessima scelta del protagonista, sciapo e poco in parte. Con l'arrivo al "laboratorio" si fanno strada un buon Sheen e soprattutto un ottimo Scott, che donano alla trama sfumature ambigue e molto più inquietanti dei poteri della bambina. Bene il pirotecnico finale, abbastanza riuscita la prova della piccola Barrymore.
Pur trascurando il pathos psicologico del romanzo di King, a causa soprattutto di personaggi tratteggiati solo a livello epidermico e di un cast non centratissimo (fa eccezione un ottimo George C. Scott nei panni del perfido e folle Rainbird, davvero memorabile), Lester dirige un thriller dalla confezione pregevole, dando ampio respiro ai buoni effetti speciali (il finale, per quanto campy possano sembrare le "meteore" scagliate con la forza del pensiero, è pura goduria pirotecnica) e alle musiche evocative dei Tangerine Dream, che fanno perdonare le lentezze della tranche centrale.
MEMORABILE: La madre torturata; Il rogo di agenti davanti alla casa del vecchio Irv; Gli esperimenti con legno, cemento e ghiaccio; Il teso finale alle scuderie.
Tratto da Stephen King, il soggetto parla di poteri mentali che possono diventare distruttivi, e per questo è molto avvicinabile a Carrie (soprattutto nella parte finale). Pellicola invecchiata male, e a dire il vero anche all'epoca non è che fosse confezionata in modo così moderno, e nonostante il cast di riguardo (tra cui Martin Sheen) la regia non è così memorabile e brillante. Protagonista è l'allora attrice bambina Drew Barrymore, che veniva dalla recente esperienza di E.T., che la rese celebre.
Avrebbe tutto quel che occorre per funzionare - nell'ordine: effetti speciali, fotografia, musiche, regia - eppure non funziona. Colpa innanzitutto di uno script pedissequo al romanzo di King - tra i suoi esiti meno significativi - ma senza ispirazione e con snodi davvero improbabili. Il cast altisonante è sprecato (Fletcher, Sheen) e Barrymore, pur avendo le physique dû rôle, suscita più ilarità che impressione. Il carisma di George G. Scott, non risolve il personaggio. La pellicola scorre, il finale pirotecnico è notevole, ma siamo sempre a un passo dal ridicolo involontario.
C’è molta cellulosa di matrice kinghiana e altrettanta celluloide targata De Palma: il libro originale è rispettato ma la figura femminile che crea sfracelli con la mente o l'apparato governativo che li vuole sfruttare sono ricordi troppo freschi per non far saltare la mosca al naso. Il film però tiene, tra sbandamenti e impennate e se il ricordo di sé, incluso un finale “pallonaro” in molti sensi, risulta piuttosto saldo, ascriviamone il merito alla pucciosa Barrymore e a un cast (spicca il laido Scott) che con professionalità ce l’ha messa proprio tutta. Stentoreo, moderatamente.
Avvolgente, ipnotico il sound design, inquietante la doppia faccia di George C. Scott, dolcemente malefica la Barrymore. Sci-fi-horror senza troppe sovrastrutture psicologiche, serratissimo nel ritmo e nella soluzione degli eventi ma con esiti spesso grossolani, ingenui e decisamente poco kinghiani. Nell’insieme è comunque un prodotto di pregevole fattura, e la curiosità sulla sorte della giovane protagonista persiste fino all’ultimo. Sufficiente.
Pellicola non del tutto soddisfacente che soffre di patologie multiple che vanno dalla lunghezza eccessiva alla mancanza di un copione adeguato. Per troppo tempo, infatti, si assiste alla fuga di padre e figlia secondo uno schema che si ripete identico qualche volta di troppo. Necessitava un approfondimento maggiore di personaggi e motivazioni contingenti, per dare alla vicenda uno spessore maggiore. Si dissipano, pertanto, i discreti effetti speciali e il buon potenziale che si intravede tra le righe. Anche i Tangerine Dream non incidono a dovere, realizzando musiche anonime.
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"Tre milioni di dollari per gli effetti speciali, altri tre per attori da Oscar... il risultato? Pietoso. Quando vidi sullo schermo la Barrymore, con gli occhi chiusi a fessura, i capelli scompigliati da un ventilatore fuori campo, pensai: 'Uh-oh, qui non ci siamo'."
da "Stephen King pocket" di Joe Arden (S&K Editore).
Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv (Anno 1987) di Fenomeni paranormali incontrollabili:
CuriositàZender • 12/07/21 17:37 Capo scrivano - 47791 interventi
Dalla collezione "Sorprese d'epoca Zender" il flano del film: