Enzo G Castellari (Castellari è il cognome della madre, mentre la G. sta per Girolami, il suo vero cognome, mai utilizzato per non confondersi col padre Marino, anch’egli regista di film spesso simili) è senz’ombra di dubbio il miglior realizzatore italiano di action, capace di mantenere un ritmo sempre sostenuto supportandolo con immagini ad alto contenuto di spettacolarità, filmate con tecnica sopraffina e una scelta di inquadrature mai banale. Qui un aiuto in più gli viene dalle musiche dei fratelli De Angelis, particolarmente azzeccate e inserite sempre al momento giusto. Il protagonista Franco Nero, poi, è un poliziotto dei metodi duri (come vuole...Leggi tutto la regola dello spaghetti-action) ma assai convincente se non fosse per il doppiaggio, che manca della giusta cura. Ed è un peccato (veniale, non così rilevante a dire il vero), perché il personaggio del commissario Belli è studiato bene e le frasi che gli vengono messe in bocca sono spesso simpatiche e sintomo di una sceneggiatura che non lascia nulla al caso. Piace poi l’uso non strumentale delle scene di violenza, girate con gran professionalità (vedi l'esplosione rallentata dell'auto della polizia dopo il primo, favoloso inseguimento) e mai falsamente pietistiche nei confronti di chicchessia. Forse c'è un po' di confusione nello svolgimento dei fatti (la vicenda è davvero complessa), ma Castellari si riscatta ampiamente puntando sulle qualità spettacolari della pellicola, lontana anni luce dalle improvvisazioni squallide di registi meno dotati. La ricerca di movimenti di macchina sfiziosi e altre raffinatezze stilistiche ne fanno un classico del genere.
Di certo non è una ciofeca, ma non è neanche quel capolavoro che molti dicono essere. Ne ho visti tantissimi di poliziotteschi migliori di questo che vengono sottovalutati (Milano violenta, Da Corleone a Brooklyn, senza dover citare i più famosi La polizia ringrazia ecc.). Certo se al posto di Nero ci fosse stato Merli ma anche Merenda o Cassinelli il film ci avrebbe guadagnato parecchio. Franco Nero recita troppo sopra le righe...
Quasi discreto. Nel finale richiama lo spaghetti western. Gli manca una storia corposa e originale e l'attacco ai mega-industriali è condotto in modo affrettato, con risvolti proprio non credibili. La cosa migliore è la maestrìa di Castellari (spesso in esterni), agile, veloce, sagace, che fa passare in secondo piano gli eccessi di Nero. Ci sono pure Fernando Rey (che torna a Marsiglia), Paolo Giusti (da Don Camillo e i giovani d'oggi) e, cosa più interessante, tettine e sorriso di Ely Galleani...
Da un contesto urbano apocalittico e senza speranza, Castellari disegna il nuovo poliziesco italiano, caratterizzandolo da riprese dinamiche ed eclettiche, flashbacks, spettacolarità nell’azione – i lunghi inseguimenti in auto coreografati dallo stuntman Remy Julien -, efferate uccisioni e forte tensione emotiva nelle scene più drammatiche, accresciute dai tratti thrilling delle musiche dei De Angelis. Il commissario bilioso e manesco di Nero e quello savio e cauto di Whitmore guidano l’ottimo cast con Rey trafficante della vecchia guardia, l’onnipotente Tranquilli e il puttaniere Del Prete.
MEMORABILE: L’inseguimento in autostrada; l’esplosione dell’auto; gli omicidi di Whitmore e della piccola Girolami; l’esecuzione di Erpichini; l’ambiguo finale.
Discreto poliziesco molto sopravvalutato. Ottimo il cast, con un Franco Nero particolarmente in forma e con altri ottimi attori. Perfetta anche la regia di Castellari, che dimostra la sua bravura soprattutto nelle scene d'azione. Belle anche le musiche dei fratelli De Angelis, davvero adrenalinico il pezzo che accompagna le scene d'azione (poi ripreso in Roma violenta e citato in Grindhouse). L'unico problema è invece la storia, simile a molte altre e abbastanza prevedibile. Quindi un film da vedere, anche se Castellari ha fatto di meglio.
Capolavoro, e titolo fondamentale che canonizza il filone (è il Per qualche dollaro in più del genere), benchè con esiti spettacolari insuperati se non dallo stesso Castellari. Il quale certo attinge (copia? E sia!) da Peckinpah e da Friedkin, ma altresì anticipa nettamente un John Woo, per esempio nella saturazione dello spazio durante le sparatorie. Nero (un filino sopra le righe) a sua volta detta le coordinate estetiche dei vari commissari di ferro, e tiene egregiamente botta. Musica indimenticabile, film indispensabile
Altra ottima prova di Castellari, che ci offre un film praticamente perfetto. Franco Nero qui è ottimo, il suo personaggio ha mille sfaccettature e lui le impreziosisce col suo talento recitativo. La scena dell'inseguimento iniziale è probabilmente la più bella e realistica che io abbia mai visto nel genere poliziesco all'italiana, sottolineata da una colonna sonora stupenda che carica a mille. Enzo G. Castellari rules!
Da non confondere con il simile, sin dal titolo, ottimo film girato due anni dopo da Sergio Martino (La Polizia accusa: il Servizio Segreto uccide). Castellari affronta il "poliziesco" utilizzando l'ottima sceneggiatura scritta a più mani da Tito Carpi, Maurizio Amati ed il duo Clerici e Mannino. Franco Nero riveste uno dei ruoli a lui più congeniali (anche se a volte eccessivamente retorico) e la dinamica regia viene convalidata da una malinconica (ma accattivante) colonna sonora. In grado di divertire, pur facendo pensare.
Con il personaggio interpretato da Fernando Rey, il film esplicita la sua derivazione dal braccio violento della legge, ma è l’unico elemento in comune. Castellari elabora con questo film una sua personale via al poliziesco togliendo alle pellicole allora in voga ogni velleità di denuncia civile o sottotesto politico, in favore dell’azione. Ottimo regia, per un film teso e cupo nei toni e poco consolatorio anche nel finale, anche se non privo di difetti. Castellari perfezionerà la formula nelle prove successive. Ottime musiche dei De Angelis.
Ottimo. Regìa inventiva, storia ben scritta ed attori azzeccati. Castellari dirige uno dei suoi film migliori, che avrà -com'è noto- una grande influenza su molto del cinema poliziesco italiano di lì a venire. Il film è anche emozionante, si fa seguire con attenzione ed il ritmo non cala davvero mai. Anche le musiche dei fratelli De Angelis sono all'altezza della situazione, dettaglio certo non trascurabile; e la costruzione di alcune sequenze è così elaborata da sorprendere in un poliziesco italiano anni '70... Giù il cappello, senza riserve.
Parte già bene con un bell'inseguimento, anche acrobatico, che dà molto il senso della velocità. E non parliamo poi dell'esplosione dell'auto. Ritmo serrato, sparatorie, marciume umano e violenza (il motociclista al Golf Club, l'uomo uncinato...). Gli ingredienti ci sono tutti e ben amalgamati, compreso un protagonista (Nero, il commissario) decisamente nervosetto (con una pressione sanguigna dalla minima sicuramente mai al di sotto di 200) e un commissario capo più equilibrato. Nota di merito per l'anziano e saggio boss ("Chi vive di male azioni mastica sale"). Notevole e da vedere.
MEMORABILE: Lo sgherro del boss nel parco della villa: "Commissario, che piacere, quale onore averla qui". E Nero: "Zitto, faccia di merda!".
Straordinario poliziesco all'italiana che deve gran parte della sua riuscita alla magistrale regia di Castellari, che regala allo spettatore alcune scene d'azione tra le migliori del cinema italiano come quella dell'inseguimento iniziale che è assolutamente degna di maestri come Friedklin e Frankenheimer. Per il resto anche il ritmo è notevole e particolarmente gradito è il tono cupo e livido, privo di inutili e puerili eroismi oltre che di happy-end che spesso c'entrano come il cavolo a merenda, in questi film. Cult di genere.
Uno dei migliori polizieschi che abbia visto. Forse questo ha più trama, è più pensato e di conseguenza ha una sceneggiatura "seria". Certo gli inseguimenti, le scazzottate e le trucidi uccisioni vi sono, ma il film non perde la serietà che lo contraddistingue. Franco Nero è ottimo nel ruolo, così come Whitmore; forse un po' meno Rey nella parte del boss. Bella la colonna sonora di De Angelis.
Preferisco Lenzi e Merli, il cui duetto aveva funzionato a dir poco ottimamente. L'idea non è da buttare dato che il tema calca situazioni anche attuali nel nostro paese. Franco Nero mi risulta più bello che bravo o per lo meno non all'altezza del resto del cast. Castellari si dimostra invece competente; forse eccessivamente violento ma autore di molte scene che resteranno nella storia del genere.
MEMORABILE: L'inseguimento iniziale è da incorniciare.
Perfetti inseguimenti in auto e a piedi tra Genova e dintorni. Sparatorie. Pestaggi. Quel che ci si deve aspettare da un film d’azione; in un’epoca priva di effetti speciali Castellari non aveva davvero rivali. Vi è poi la forte denuncia di un sistema criminale contiguo ai potenti che per la Polizia è quasi impossibile combattere. Ma Nero (come sempre) recita più che interpretare e questo non favorisce di certo la credibilità del Commissario Belli e manca al film lo spessore e la profondità di altri. Insomma, luci e ombre.
Poliziottesco ma nero, con un Franco Nero biondo che forse è l'elemento più debole del film, causa l'eccesso di enfasi ideologica, motivata ma innaturale... anzi artificiale! Detto questo il resto è da manuale: poderosi inseguimenti, sparatorie con i corpi trafitti dai proiettili o arpionati dagli uncini che rendono davvero la morte. La storia è classica e non troppo aggrovigliata, dove sempre lo Stato Oscuro rimane nell'ombra ma detta, dissimulato, la sua legge cattiva. I lutti del commissario sono anche troppo prevedibili. Comunque davvero notevole!
Castellari non esce dall'abilità tecnica fine a se stessa; troppi sono i pesanti debiti con Frankenheimer. C'è da dire che la lezione è stata ben digerita ma è l'insieme della pellicola ad avere poca tenuta. Withmore professionale, Rey preso di peso da Il braccio violento della legge; Nero è sempre agitato e sgrana gli occhioni per la gioia delle fans. Non è un attore infame, anzi, ma reggerlo per tutto il film a volte risulta faticoso.
Non sono un amante del poliziesco, ma ammetto che si tratta di uno dei migliori esempi del cinema anni '70 in Italia per quanto riguarda il genere. Ottimi gli inseguimenti e le scene d'azione in generale, si denota una regia davvero curata. Franco Nero molto efficace nel suo ruolo. Ancora oggi ha una buona presa sullo spettatore.
È un film incerto. Castellari dimostra (qui ancora, come poi lo dimostrerà quasi sempre) di saper andare a fondo nei generi: ed il poliziesco qui proposto lo si ricorda dopotutto più per la moltitudine di trovate tecniche (le riprese molto particolari con particolari angolazioni, la scelta delle musiche, la perfezione nella scene d'azione dagli inseguimenti come nell'ottimo inizio) che per la trama e la storia in sè, che per quanto articolata non è narrata in maniera chiara. Nero non mi è dispiaciuto affatto.
Diretto magnificamente: l'inseguimento iniziale e la morte del commissario sono arte pura. A tratti verboso: fiumi di parole in cui talvolta risulta difficile cogliere tutte le battute e le conseguenti sfumature. Sa bene che posizione "politica" prendere, non lascia adito a critiche di sorta in merito (emblematica la sequenza in cui Nero si ritrova in un nugolo di operai scioperanti). Il cinema di Castellari è inconfondibile, a partire dai raccordi di montaggio, ed estremamente particolare, anche quando circondato da stilemi di gender. ***
Titolo altisonante e un po' fuorviante (come vuole il clichè del genere) per un film abbastanza ordinario ma appassionante. Soliti traffici illeciti, regolazioni di conti, omicidi a go-go sullo sfondo della solita metropoli italiana. Ma a fare la differenza è la notevole cura registica, un cast perfetto e insoliti momenti sentimentali non fini a se stessi; anche Belli presenta qualche sfaccettatura il più rispetto ai soliti poliziotti duri e puri. Sopra la media del genere.
MEMORABILE: I pressanti, quasi ossessivi flashback.
Un film pessimista, che condanna impietosamente i cosiddetti "poteri forti" e offre uno spaccato della "vera" criminalità; un ritratto della realtà che è purtroppo ancora attualissimo, oggi più che mai (e il nostro paese ne sa qualcosa). Cinematograficamente parlando, trattasi di un buon poliziesco, solido e con una trama più ragionata della media. Nero se la cava in un ruolo a lui congeniale, anche se è esagitato come e più del solito. Buono il cast di contorno, così come le scene action; bello il clima austero e spietato. Avanguardistico.
Vero archetipo del poliziesco italiano: se La polizia ringrazia fosse rimasto un caso isolato, il seguito "ufficiale" della serie con Salerno non sarebbe influenzato così tanto dal film di Castellari. Questo si caratterizza per un taglio meno metropolitano, più internazionale (stupenda la possente ambientazione genovese). Anche la criminalità combattuta non è "micro", ma gangsteristica e ben agganciata col potere ufficiale. Lunghetto ma regge bene. Inseguimenti superbi e i f.lli De Angelis firmano il loro capolavoro.
MEMORABILE: L'omicidio di Duilio Del prete ed Ely Galleani davanti al portone.
Serrato ed adrenalinico, il film mostra la figura dell'integerrimo commissario pronto a menare le mani ed a catapultarsi in inseguimenti mozzafiato. Salvo fermarsi un attimo quanto gli colpiscono gli affetti più cari. Castellari offre una splendida Genova che ben si confà alla narrazione. Musiche appropriate.
Il miglior film di Castellari è uno degli archetipi del poliziesco all’italiana. Ideologicamente contraddittorio e non privo di ambizioni di denuncia sociale (relegate, però, in secondo piano rispetto alla messa in scena spettacolare della violenza, da antologia l’inseguimento iniziale e la sparatoria conclusiva). L’ottimo Franco Nero (ma tutto il cast si esprime bene) è uno dei primi commissari a prendersela apertamente con il codice, definito “buono per i polli”. Incalzanti le muische dei De Angelis.
MEMORABILE: "La polizia è al servizio del cittadino! Ma quale cittadino? Quello che conta... Quello che comanda... Quello che paga!"
Altra maiuscola prova registica di Enzo Girolami in (arte) Castellari. A parte il solito titolo delirante, poco azzeccato e perfettamente in linea col "genere", il film può contare su una originale ambientazione (la Genova dei vicoli e dei Portuali in lotta), su ottime interpretazioni (un tantinello esagitato Nero, più contenuti i grandi vecchi Whitmore e Rey, bella e dolce Delia Boccardo) e soprattutto su un copione decisamente più accurato della media, che mescola all'azione un non banale accenno d'analisi dei "poteri forti" criminali. Buono lo score dei De Angelis.
MEMORABILE: L'inseguimento iniziale; l'ellittico montaggio finale che da conto della solitudine di Belli/Nero.
Genova campo di battaglia stretto tra vicoli, mare e collina: c'è spazio per fuggire, non per mettersi in salvo. Duello interrotto ma mai concluso, in un film notevole nel raffigurare un implacabile gioco al massacro di stilizzata violenza, tra riprese acrobatiche e nostalgiche dissolvenze, un film spietato e disilluso: nessuna quiete dopo la tempesta (di piombo) per il Commissario Belli, anima bella, poliziotto vincente, uomo sconfitto. Sicuramente un poliziesco all'italiana più raffinato della media, da citare il sempre geniale Fernando Rey!
MEMORABILE: La feroce esecuzione del traditore a colpi di uncino, l'altra esecuzione, altrettanto feroce, gelida e repentina, del giovane Griva e della Galleani.
Il più dotato dei directors italiani di action movie saccheggia a piene mani i grandi classici del poliziesco americano contemporaneo (Bullitt di Yates, Il braccio violento della legge di Friedkin) aggiungendo alla pietanza alcune reminescenze del cinema di "impegno" (Confessione di un commissario... di Damiani). Le lacune di una sceneggiatura risibile e poco compatta sono compensate dell'abile orchestrazione delle scene d'azione, degli inseguimenti automobilistici e di selvaggia violenza. Un classico, per il genere...
Ritmo notevole, alcune sequenze da ricordare e i personaggi ben registrati. Certo, sarebbe stato meglio vedere un commissario Belli meno elettrico (a volte negli inseguimenti fa pure ridere). Lodevole invece non aver esplicitato troppo la violenza o il trivio e aver legato alla trama anche filoni del sociale, anche se la cerchia degli industriali collusi lascia qualche dubbio. Ottimo supporto delle musiche. ***
MEMORABILE: L'inseguimento dell'omicida in fuga negli anfratti del porto.
Uno dei "papà" del poliziottesco. Che Castellari sia "prima fascia" nel genere lo dimostra subito; quello che non gli è riuscito nel western gli riesce bene con le Giulie. Ciononostante il film soffre dei soliti scompensi tra azione e riflessione; le pause familiari sono un po' fastidiose, specie quando è in azione la figlia Stefania. Diciamo la verità, Castellari è un po' un grezzo... però il suo tocco è inconfondibile e sa rifarsi ai modelli americani (Braccio violento) senza esser genuflesso. Mi tocca riconoscere che il truce Grande racket è migliore.
MEMORABILE: Goof di Castellari nel cameo giornalista; La cattura di Corazzari durante lo sciopero: stra-stracult.
Sbagliato in pieno solo il titolo e finalmente ho visto un Nero in gran forma (Rey, come Salerno, non l'ho visto steccare una sola volta!). Messaggi fin troppo palesi: va bene scardinare un grosso traffico di stupefacenti, ma impossibile eliminare o anche solo incastrare i pezzi da 90 senza pagare lo scotto... Non ai livelli de Il grande racket, ma ralenti e flashback sono ottimamente impiegati su una storia che va sempre in crescendo...
Bisogna dare atto a Castellari di essere molto bravo a dirigere le scene d'azione, nelle quali non fa rimpiangere i maestri americani. Detto questo però, il film non si può dire molto riuscito, soprattutto a causa di una sceneggiatura piuttosto confusionaria, alla quale si aggiunge un'interpretazione di Franco Nero un po' troppo sopra le righe. Sicuramente migliore di altri prodotti simili coevi ma, a giudizio dello scrivente, inferiore ad esempio a Il cittadino si ribella, altro film genovese del buon Enzo. **, forse un pelo di più.
Bel poliziottesco all'italiana girato da Castellari che si avvale, come location, di una splendida e funzionale Genova. Tra inseguimenti mozzafiato e regolamenti di conti cruentissimi (il traditore preso a uncinate su tutti), il film coinvolge fino alla fine. Il resto lo fa un Franco Nero sempre arrabbiatissimo (per non dire altro) e pronto a fare giustizia a qualunque costo. Unici nei dell'opera sono l'intreccio narrativo a volte un pò troppo articolato e i noiosi flashback sentimentali che spezzano il ritmo. Ottime le musiche.
Non un capolavoro, ma comunque un buon poliziesco. Castellari dirige magistralmente questo film che non manca di denuncia sociologica e di analisi. Utilizzai i vari stilemi del poliziesco (inseguimenti spettacolari, specie quello iniziale, la sparatoria ecc.), è intriso di violenza e sangue molto. Un film pessimista, disilluso, molto duro in definitiva. Franco Nero se la cava piuttosto bene, anche se spesso eccede; meglio il grande Fernando Rey, che dal confronto con Nero esce vincitore. Buoni anche il resto del cast e la OST dei De Angelis.
MEMORABILE: L'inseguimento iniziale; L'omicidio di Ely Galeani; L'espolosione dell'auto; I continui flashback.
Ritmo incalzante, flashback, ralenty a gò-gò e musiche superbe sono gli ingredienti vincenti di questo poliziesco che, da questo momento in poi, codifica non solo l'intero genere ma anche l'icona del commissario. Un Castellari ispiratissimo (grazie ad una sceneggiatura di ferro ricca di continui intrighi) brilla per invenzioni registiche e anche per una inusuale ferocia (evirazioni, omicidi con uncini, bambine investite). Franco Nero è semplicemente perfetto e verrà clonato in futuro da Girolami Senior con Maurizio Merli. Imperdibile.
MEMORABILE: L'inseguimento del libanese; L'esecuzione di Del Prete e della Galliani; Il finale (forse) profetico.
Un braccio violento della legge all'amatriciana, ben diretto da Castellari che sa dare il giusto ritmo, soprattutto nelle sequenze d'azione (celebre l'inseguimento iniziale). Franco Nero si agita molto e riesce a rendere simpatico il suo commissario Belli, Whitmore e Rey lo superano però in classe. Buona la colonna sonora dei De Angelis, finale cupo e senza speranze.
Castellari dà vita a un signor film che ha nelle inquadrature e in particolari scene studiate nel minimo dettaglio i suoi punti di forza maggiori. Il tutto, poi, è valorizzato dalla splendida colonna sonora dei fratelli De Angelis e dalla cupa atmosfera di pessimismo che pervade il film dall'inizio alla fine. La trama è ingarbugliata, ma in fin dei conti il commissario Belli (perfetto per Nero) lotta contro un nemico invisibile, perciò difficile da afferrare, come i tanti sviluppi della vicenda stessa. Davvero notevole.
MEMORABILE: L'uccisione di Umberto Griva con la sua prostituta.
Pilastro dei poliziotteschi con un incipit da paura: 10 minuti di inseguimento adrenalinico! Castellari cura un'ottima fotografia e mette in scena un intreccio coerente (a differenza di altri film del genere), anche se non tutti i passaggi sono chiarissimi. Il risultato è eccellente: duro, violento, cinico, pessimista, un cazzotto allo stomaco. Niente volgarità inutili o erotismo da riempitivo. Interessante il rapporto col vecchio mafioso, commento sonoro "seventies" coinvolgente. Amato in patria e all'estero per la sua deliziosa imperfezione.
MEMORABILE: La Polizia è al servizio del cittadino, ma quale cittadino? Quello che conta, quello che comanda, che paga!; L'inizio; L'auto che travolge la bimba.
Genova e Marsiglia fanno da sfondo a questo buon esempio di cinema poliziesco italiano. La storia è forse un po' trita e ritrita, con i delinquenti che ormai occupano le alte sfere della società, ma il regista si sofferma molto bene sui risvolti familiari che il lavoro di commissario (bene interpretato da Franco Nero) comporta. Ottime le scene degli inseguimenti. Il finale del film è premonitore: non sempre il bene vince sul male.
Registicamente non c'è nulla da obiettare, Castellari gira da Dio e lo dimostra non tanto per l'iniziale inseguimento mozzafiato quanto per l'intensità di tutte le scene che richiedano un minimo di sagacia tecnica. La sceneggiatura è abbastanza coerente e l'atmosfera generale è piacevole. Una pellicola importante per l'epoca che ha gettato le basi del genere, ma nonostante ciò non riesco a valutarla troppo felicemente per colpa di un Nero costantemente monodimensionale e sopra le righe (a sto punto mi tengo Merenda). Un buon film, dopotutto.
MEMORABILE: L'inseguimento iniziale: una vera gemma del panorama di genere italiano.
Mi sembra la regia, il punto forte del film. Una regia attenta all'azione, con inseguimenti in auto molto realistici e coinvolgenti e, allo stesso tempo, attenta anche ai luoghi, riprendendo Genova e Marsiglia in modo che vengano riconosciute da chi già le conosce e da renderle intriganti per chi non le conosce e per tutti. Castellari avrebbe dovuto frenare un Nero un po' troppo scatenato, rendendo così la figura del commissario più sicura, lasciandolo libero solo nei momenti drammatici.
Notevolissimo poliziesco all'italiana ambientato in una Genova sporca di sangue in cui un commissario di polizia (l'ottimo Franco Nero) indaga su traffici illeciti di droga. C'è tutto: inseguimenti (specie quello iniziale), sparatorie e tensione emotiva. Girato molto bene, non ha nulla da invidiare ai polizieschi americani. Consigliatissimo.
MEMORABILE: Lo sguardo cupo e profondo di Franco Nero.
Genova allunga i suoi tentacoli su Marsiglia nel comando del traffico della droga, coinvolgendo ambienti altolocati. Castellari gira un poliziesco dove l'azione è sorprendentemente veloce, forsennata a dir poco, a detrimento della componente "ansiogena" che certo avrebbe giovato. Tutto sembra maledettamente frettoloso, mentre il dramma si consuma implacabile.
MEMORABILE: Comparsata dello stesso regista, alla maniera di Hitchcock...
Film di svolta del genere poliziesco all'italiana, tutto concentrato su un energico commissario in lotta perenne con chiunque. Le sue vicende professionali si intrecciano spesso con quelle private e Nero è bravo nell'alternare con efficacia rabbia a dramma, anche se non raggiunge i livelli sublimi di altre pellicole (vedi L'istruttoria è chiusa, Il cittadino si ribella). La città (Genova), al pari della musica, è assolutamente aderente al contesto di violenza, decadenza morale e sconfitta della legalità che il film di fatto esprime. Chapeau.
Si dice che sia il capostipite del poliziottesco; se è così il genere nasce già formato e al suo meglio. Interpreti adeguati (solo Nero è un po' esagitato), ambientazione credibile, una trama solida che prende a calci (a posteriori) il politicamente corretto. E Castellari, filmando in ralenti gli omicidi accompagnati dalle eccellenti musiche dei fratelli De Angelis, tocca i vertici italici dell'epica noir. Commovente l'inseguimento fra Giulia Super e Citroen DS.
Stilisticamente e concettualmente fondamentale per il genere, deve molto alla tecnica di Castellari, soprattutto nelle scene più drammatiche (enfatizzate dall’efficace colonna sonora) e a una narrazione solida, pessimista ma amaramente riflessiva più che cinica (nonostante le spietate esecuzioni). Nero, pur eccessivo, fa apprezzare il suo personaggio e bene funzionano i personaggi di contorno grazie a interpreti di qualità (in particolare Rey e Tranquilli). Pregevoli le presenze femminili.
MEMORABILE: “La Polizia è al servizio del cittadino, ma quale cittadino? Quello che conta, quello che comanda, che paga!”; L’inseguimento iniziale; Le esecuzioni.
Un buon poliziottesco anni '70 che evidenzia la bravura di Castellari nel cinema d'azione. L'inseguimento iniziale lungo le strade, superstrade e stradine di Genova è memorabile, così come ogni sequenza un po' più spinta del film. Certo la trama non è tra le più convincenti né tra le più lineari, con i clan genovesi che sembrano avere più mezzi e meno scrupoli dei corleonesi nel loro periodo d'oro. Nero un po' troppo sopra le righe e spesso si mette in bocca qualunquismo da due soldi, ma così era il genere. Buona la sparatoria finale.
Ottimo film ligustico di Castellari dal ritmo assai incalzante. Non manca niente: inseguimenti rocamboleschi (da primato!), controcampo sentimentale giustamente ridotto, approfondimenti psicologici dei personaggi, coinvolgente tema principale della colonna sonora. Nero realizza in uniforme ciò che l'anno successivo da borghese sarà costretto a sospendere. Si gioca la palma di migliore del genere con la paterna mano armata.
MEMORABILE: Quella maledetta ambulanza francese...
Commissario tenta di sgominare il traffico di droga tra Genova e Marsiglia. Poliziottesco che cerca di spiegare il crimine anche attraverso i legàmi coi potenti e la calma dei procuratori (ripetitivo il dire che mancano le prove). Regìa pregevole per le parti di azione (puntuali le mdp) e per gli inseguimenti (tenuto conto delle strade liguri). Nero meglio quando è grintoso, ma è troppo esagitato. Adatte le musiche che creano suspense e utili i richiami dei flashback.
MEMORABILE: Il commissario morente; Gli spari tra le vetrate; L’investimento della bambina; L’inseguimento a piedi al molo.
Partendo dall'incipit più scatenato che il genere ricordi, si dipana una serrata vicenda sul traffico di droga scandita da spietati regolamenti di conti. Castellari esprime il suo meglio nella tecnica delle scene d'azione e con lo stile dinamico che imprime alla pellicola, limitando i tempi morti e distribuendo pessimismo e ferocia a oltranza. Contestualizzata dagli eventi l'ira costante di Nero, bene il resto del cast; fantastica soundtrack dei De Angelis. Invecchiato bene, resta un titolo di punta nel genere insieme a Il grande racket.
MEMORABILE: Le esecuzioni: in moto, a uncinate e con i mitra; I dialoghi tra Nero e Whitmore.
Gran film, che ha come lato negativo una certa complessità nello sviluppo della storia, che porta quasi inevitabilmente a perdere le coordinate. Un peccato: una storia più lineare avrebbe giovato a una pellicola che punta principalmente sulla spettacolarità delle scene d'azione (spettacolare il primo inseguimento). Franco Nero è sempre lui, anche se a volte appare un po' artefatto ma chapeau per essere l'emblema del genere. Per il resto, azione ed emozione (la scena, pur prevedibile dell'omicidio della bambina).
MEMORABILE: L'inseguimento da Genova a Santa Margherita Ligure.
Visto a quasi cinquant'anni dall'uscita ufficiale, il film sorprende per l'estrema attualità del tema trattato. La sceneggiatura è ben strutturata ed efficace, rispetto alla media del periodo, così come la realizzazione. Un poliziesco amaro, impietoso e duro, in contrasto con la leggerezza di tante altre pellicole anni 70 che hanno spesso sviscerato lo stesso argomento all'acqua di rose. Le interpretazioni sono discrete. Peccato per Nero che eccede in teatralità e gesticola furiosamente in modo eccessivo, anche quando il copione non lo richiederebbe.
Il miglior poliziesco girato da Enzo G. Castellari e uno delle vette raggiunte dal cinema italiano di genere. Non solo scene d’azione filmate alla perfezione, non solo finezze tecniche e sottigliezze visive da grande maestro del cinema ma anche un approfondito studio sulle caratteristiche psicologiche dell’impetuoso commissario Belli e del saggio commissario-capo Scavino e un’esigente quanto rigorosa riflessione sulle correità del sistema economico e politico nell’alimentare il cancro del crimine. Malinconico e fatalista il clima che aleggia.
MEMORABILE: Drammatici e coinvolgenti tutti i dialoghi tra il commissario Belli e il commissario-capo Scavino; Indimenticabili le musiche dei fratelli De Angelis.
Castellari firma uno dei prototipi più imitati del poliziottesco. Franco Nero nel ruolo del commissario Belli, biondissimo, baffuto e dalla mano pesante sarà il modello di riferimento per quel commissario Betti e simili che verrano calzati a pennello da Maurizio Merli. Pellicola dall'atmosfera veramente pesante e plumbea, con scene spietate e cupe (l'investimento della figlia di Belli e il finale), che romanza con moltissimo pathos gli anni di piombo italiani e che fa coppia con "Il cittadino si ribella". Uno dei ruoli migliori di Nero.
Poliziesco di Castellari con inseguimenti, sparatorie, scazzottate dall'inizio alla fine e un grande Franco Nero nei panni del commissario di ferro in mezzo a una guerra tra marsigliesi e mala italiota. I modelli ovviamente sono Bullitt o Il braccio violento della legge, ma c'è anche una Genova molto misteriosa, un gran senso del ritmo e la mitica colonna sonora dei De Angelis. Ottimo.
Eccellente capostipite del poliziottesco, con un Franco Nero scatenato (il suo Belli è molto ben caratterizzato anche se molto sopra le righe), una fotografia cupa e inquietante, un Whitmore ottima spalla. Colonna sonora eccelsa, buona regia e tante piccole finezze a cui Castellari ci ha abituato. La storia è complessa, il film richiede attenzione ma saprà ricompensare con un finale eccelso. Il tema degli Oliver Onions, parzialmente riciclato in Sandokan, è il leit-motiv del film. Auto-doppiaggio di Nero troppo sciatto. Qualche momento di stanca, ma un film potentissimo.
Enzo Castellari mostra tutta la sua maestria dietro la macchina da presa in quello che per alcuni sarebbe l'anello di congiunzione tra poliziesco e poliziottesco. La pellicola però presenta varie falle. La storia oscilla per tutta la sua durata tra lo scontato e il noioso senza presentare sussulti, e anche l'attacco ai poteri forti è roba vecchia. Recitazione non male, ma la prestazione di Franco Nero è così sopra le righe da farla apparire totalmente finta. Ci si consola con la regia magistrale e splendide scene d'azione. Per il resto viene a noia molto presto.
Gran bel poliziesco di Castellari, amaro e violento, programmatico fin dal titolo, che prosegue la strada tracciata da Steno, fatta di un commissario tutto di un pezzo, interpretato da un esagitato Franco Nero (che vince, ma a che prezzo?), sulle tracce del marcio che si nasconde fra la gente che conta. Ottima l'ambientazione, che si divide fra le portuali Marsiglia e Genova e di sicuro impatto le scene d'azione, in cui il regista era maestro. Crepuscolare prova di Rey, di nuovo con Castellari dopo Gli occhi freddi della paura; una garanzia come sempre le musiche dei De Angelis.
Il poliziesco italiano nella sua forma più compiuta: Castellari, forte di una padronanza tecnica non indifferente, firma una pellicola cupa, pessimista e spettacolare, nella quale l'unica nota un po' stonata sono i quadretti familiari di Belli, invero un po' stucchevoli. Le sequenze memorabili non si contano, tra barbare esecuzioni e inseguimenti girati magistralmente e anche il cast non delude: la classe di Rey e Whitmore si fa preferire a un Nero un po' sopra le righe. Opera seminale, curata anche a livello di scrittura, impreziosita dalle ottime musiche dei De Angelis.
MEMORABILE: L'inseguimento iniziale; Erpichini investito; Martin uncinato; Le molte morti in stile Peckinpah; Corazzari tra gli operai.
Nella faida tra la malavita genovese e il clan dei marsigliesi si staglia la figura del vicecommissario Belli (Nero), antesignano di altri commissari duri e puri spesso impersonati da Merli. La connivenza della magistratura porta Belli a porsi domande difficili e a nuotare controcorrente, attirandosi rischi gravissimi. Eccellente prova per Franco Nero che sovente, però, deve cedere il passo a un Fernando Rey straordinario. Castellari, uno specialista del poliziottesco, offre una regia solidissima, lasciando allo spettatore la stessa tacita domanda che si pone Belli: di chi fidarsi?
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era un po' che non bazzicavo sul Davinotti e mi era sfuggito questo "aggiornamento".
Ora potrebbe cominciare una difficilissima caccia nel reperire il gioco ai mercatini delle pulci....
Di nulla, Manzetto, figurati: è un gioco che ha parecchio incuriosito anche me. Riguardo alla caccia per reperirlo ti consiglio di cercare su Ebay, le foto provengono da lì...
MusicheAlex75 • 28/02/17 17:43 Call center Davinotti - 710 interventi
Ciavazzaro ebbe a dire: Colonna sonora di Guido e Maurizio De Angelis. Gangster story (con i cori delle Baba Yaga) è il celebre tema d'inseguimento, riutilizzato anche in Roma violenta di Girolami.
http://www.youtube.com/watch?v=lTfAr8taamU&feature=related
E' ripreso anche in Napoli spara! di Mario Caiano.
Ho visto il DVD a casa di un amico, orrendo: è in 4/3, l'audio è bassissimo, i colori sono leggermente migliori di quelli della tv ma sono troppo sfocati, la grana grossa regna. Pessimo.
Entrambe ottime domande, a cui non sono in grado di rispondere. L'audio italiano è segnato su tutte le schede relative al prodotto presenti in rete, comunque, da amazon in giù.
C'è però chi dice che l'audio italiano sia presente solo sul dvd e non sul bluray, ma non ci sono ancora conferme/smentite autorevoli.
Purtroppo è confermato che l'edizione Studio Canal contiene l'audio italiano solo sul dvd e non sul bluray. Oltretutto la copia del film deriva dalla versione americana, più corta di quella italiana di circa 9 minuti.
HomevideoZender • 13/06/22 11:12 Capo scrivano - 48439 interventi
Il bluray della Filmart, intitolato "Tote Zeugen singen nicht", utilizza il master di Studio Canal ma è fortunatamente la versione integrale del film, che ha quindi tutta la sparatoria finale assente dal bluray precedente. Ha la traccia italiana e i sottotitoli removibili, oltre ad essere ovviamente della stessa area nostra. Piuttosto nebbioso, master magari talvolta non impeccabile ma rispetto al dvd italiano precedente c'è un abisso. Questa la copertina: