Pellicola che, già dal titolo, scimmiotta il più celebre film fulciano e prosegue sulla strada del plagio con un cast (David Warbeck e Janet Agren) che ricorda esattamente il periodo migliore delle pellicole dirette da Lucio Fulci; un'ulteriore, spudorata motivazione del modello d'ispirazione della pellicola (prodotta dalla Fulvia Film) è data dalla sceneggiatura di David Parker Jr (indovinate chi si nasconde dietro questo nick). L'interessante spunto - l’incrocio genetico tra scimmia e ratto, ipotizzato nel lontano 1988 - non viene sviluppato...
In effetti la scimmia-ratto non l'avevamo ancora vista... De La Rosa, l'uomo più piccolo del mondo, ringhia e squittisce con generosità: peccato il pubblico finisca solo con l'interrogarsi sui misteri della Natura. Carmineo ha avuto un'idea brillante in tutta la sua vita, ma anziché farci sopra un aperitivo ha deciso di imbastirci un film. Si fatica davvero a raggiungere l'Olimpo dei bizzarro-movies. Caro, caro Lucio Fulci, ma perché gli addetti al traffico non imparano a farsi i fattacci loro?
Solito filmaccio incentrato sull'ennesima creatura mostruosa, sfuggita al controllo del suo creatore pazzo, che semina morte e terrore. Solfa trita e ritrita in cui a farla da padrone sono la noia, la prevedibilità delle situazioni (compresa una doccia con spione di turno) e il ridicolo involontario (vedi il finale). Regia disastrosa, pessima sceneggiatura e attori risibili con in testa la Grimaldi che ci mette solo il corpo (ovviamente nudo). P.S.: Titolo assolutamente fuorviante! Quale sarebbe, infatti, la villa e quale il parco? Mah!
Come diceva un comico tv, giudizio critico: tavanata galattica!!! Effettivamente, dopo poco che lo si guarda, vien subito voglia di fare dell'altro. Di salvabile forse la sola OST durante i momenti clou, che risulta abbastanza carina. Per il resto pessime interpretazioni (in primis le pose della Grimaldi durante i servizi fotografici) ed uno "scrondo" che non mette paura nemmeno ad un bambino di 2 anni. Ma il budget quanto era? Il costo di un Calippo?
Pessimo. Due soli gli elementi positivi: una, la venefica e squittente scimmia-topo, incarnata dalle minuscole fattezze del freak De La Rosa, collega dominicano del nostro Davide Marotta; l’altra, la partecipazione della Grimaldi che, al top della bellezza, si mostra in pose da modella e in un nudo sotto la doccia. Tutto il resto è una squallida sagra della non professionalità di regia, sceneggiatura, recitazione, montaggio e colonna sonora, tutti testimoni di un cinema di genere italiano ormai in piena crisi.
Film decadente e brutto. Titolo fuorviante (nessuna villa e nessun parco) mentre quello inglese è perfetto: Ratman. Il "ratman" in questione è Nelson De la Rosa, da poco scomparso e famoso per essere stato l'uomo più basso del mondo. Ovviamente la paura latita, la tensione è zero e non si capisce da dove tragga la forza il "ratman" per essere invincibile.
MEMORABILE: L'aereo che decolla tra le fintissime urla dei passeggeri fuoricampo.
Orrendo, nel vero senso della parola: trama assurda e già vista in altri mille b-movies, interpreti penosi, ritmo assente. Nelle scene in cui non compare il mostro è una telenovela a tutti gli effetti, ma anchè nelle scene con il Ratman (perché poi 'Ratman'? Non era una scimmia-topo?) c'è poco da salvare: zero effetti speciali, pochissimo splatter, un make-up del mostro a dir poco penoso (in pratica, solo un po' di scuro in faccia ed una specie di tutina marrone). Squallido...
Cult trash del genere horror, diretto da Carnimeo, con un mostro metà umano e metà roditore, con veleno nelle unghie, interpretato da Nelson de la Rosa (una volta l'uomo più piccolo del mondo). Il cast comprende un David Warbeck e una Janet Agren svogliati e un'Eva Grimaldi piatta (solo nella recitazione...).
Titolo abbastanza fuorviante per quest'horror a bassissimo costo diretto dal buon Carnimeo; si tende infatti ad associare il film ad un altro di Fulci, a causa dell'assonanza e di alcuni interpreti (la Agren e Warbeck) visti in altri film ancora del regista romano. Peccato che dell'inventiva e delle capacità di Fulci qui invece non ci sia proprio nulla. Carnimeo dirige in maniera corretta, la OST è discreta, ma è la storia a fare acqua e il freak assassino ispira più compassione che orrore. Splatter latitante e ritmo soporifero; trascurabile.
Stavolta lo scienziato è pazzo davvero: giustamente è stato radiato dall'università e nel suo delirio vuole vincere il nobel per essere riuscito ad incrociare un topo con una scimmia! Cosa mai potrà portare di buono all'umanità un esperimento simile? Sicuramente allo spettatore di questo film un po' di divertimento (il mostriciattolo è interessante perché interpretato da un vero nano). L'ambientazione tropicale, la fotografia e la musica non sono male, ricordano esempi migliori dell'horror italiano. Il finale è veramente comico.
Un B-horror alquanto svalvolato, dalla recitazione e la regia molto trash ma che ha dalla sua qualche elemento non male. La creatura, davvero raccapricciante, è (nella trama) un ibrido fra topo e scimmia, in realtà un signore affetto da nanismo alto meno di un metro. Compare poco alla luce del sole e spesso sembra sostituito da un pupazzo, ma fa davvero impressione. Sebbene sia molto improbabile la creazione di una creatura del genere, ce ne vuole a concepire un'idea simile! Finale delirante.
MEMORABILE: Lei che scappa dal mostriciattolo e si infila sotto le lenzuola con lui... perché? Il fermo immagine finale dell'aereo; I dialoghi deliranti.
Fiacco horror di ambientazione tropicale (le classiche location ammazzatensione) in cui l'unica attrattiva dovrebbe risiedere nella partecipazione di Nelson de la Rosa nei panni della scimmia-ratto. Carnimeo dirige senza guizzi né svarioni e le musiche non sono malaccio, ma a far precipitare il film ci pensano una sceneggiatura abbozzatissima, riempitivi a go-go (gli interminabili servizi fotografici), tanta noia e un finale idiota. Cast in piena media bis, coi veterani Warbeck e Agren in testa. Non inguardabile, ma si può anche non guardare.
Tralasciando il fatto che di ville e parchi non v'è traccia (ma la colpa è dei titolisti italiani), il film è terribilmente brutto. L'uomo ratto che con le sue unghie provoca una morte immediata, invece che spaventare fa davvero ridere e questo mina gran parte della credibilità del film stesso. Salvo la scena notturna del maniaco che costringe la donna a rifugiarsi in una casa e la doccia della Grimaldi. Il resto è tremendo.
Trash lo è e anche tanto, ma c'è un nonsoché di atipico e godibile in questo povero pseudo-slasher a base di nudi e di esperimenti fuori controllo. Già l'idea di utilizzare come mostro omicida non il solito energumeno mascherato ma un uomo-topo velenoso è quasi spiazzante, nella sua assurdità. In più gli omicidi sono piuttosto gore e in qualche sequenza notturna si ha un assaggio di suspense. La presenza nel cast della Grimaldi e di Warbeck è un valore aggiunti. Difficile definirlo un cult, ma ha i suoi momenti vincenti. Indovinato il finale.
MEMORABILE: Il "freak" Nelson de la Rosa nei panni del rat-man, esempio puro di exploitation.
Trama inesistente che si perde a seguire per più di un’ora le tracce di un mostriciattolo frutto di esperimenti folli (anche se verrebbe da dire inutili) di un dottore finito ai Caraibi. Si cerca di nascondere l’inconsistenza delle situazioni, che non provocano la minima suspense, inserendo musiche (orribili) dappertutto. Si salva solo l’atmosfera putrida che permea tutto il film.
Un incrocio tra una scimmia e un topo miete vittime a Santo Domingo. Quando una modella viene rinvenuta mutilata, sopraggiunge sull'isola la sorella per indagare... Ultimi scampoli del cinema di genere di produzione italiana per un film assai scarso nei contenuti e dal taglio televisivo che mette in evidenza l'evidente low budget. Il titolo fuorviante (non certo colpa del regista Carnimeo, qua al suo commiato) non può che deludere le aspettative dello spettatore, trascinato in un'avventura horror che non riesce mai a essere del tutto avvincente.
MEMORABILE: Janet Agren mette in guardia il seduttore David Warbeck: "Parto questo pomeriggio, non speri quindi in un'avventura con me".
Un film brutto e inutile in cui non c'è assolutamente nulla da salvare. Trama iper-riciclata, del tutto ridicola, attori legnosi, sceneggiatura stentata, musiche fastidiose. E il titolo non c'entra niente con ciò che si vede sullo schermo. L'utilizzo dell'attore che "interpreta" l'uomo ratto, affetto da una sindrome rarissima che lo rendeva uno degli uomini più piccoli del mondo, mette una tristezza senza fine.
La parte tecnica è mediocre e certe scene sono riempitivi senza spessore. I dialoghi spesso non si salvano e gli attori, pur non pessimi, non sono certamente da Oscar. Nonostante tutto il film si lascia guardare, non annoia e acquisisce un ritmo accettabile che porta lo spettatore sano e salvo alla conclusione. L’atmosfera 80s è palpabile e supplisce al meno avvertibile fascino dell’ambiente esotico, troppo poco valorizzato. Non manca nemmeno, come nelle migliori tradizioni, la doccia “malandrina”; mentre il finale, anche se assurdo, è un bel volo verso la morte.
MEMORABILE: Le unghie pericolose della creatura; La doccia.
L'idea originale della scimmia topo non poteva essere sfruttata peggio; non tanto per la trama, che in film del genere è solo un viatico per una serie di brutali omicidi, quanto per le modalità low budget con cui questi vengono attuati: una spruzzatina di sangue dal colore innaturale sui volti delle vittime (come al solito in prevalenza donne) e location spoglie e spesso in penombra per non mostrare i limiti del trucco (immancabile la doccia, presente nella stragrande maggioranza dei b-movie Anni Ottanta). Finale ridicolo; Warbeck sprecato, Agren fuori parte. Da oblio.
Il film di Carnimeo riempie l’esigua immaginazione del racconto con un calderone di escamotage assortiti: l'opprimente score di Mainetti, il piccolo e affamato villain, luoghi e postriboli ricolmi di squallore, cadaveri, sporcizia. Messa in scena totalmente affossata dalla brutta fotografia di Girometti ma sollevata dalla stramba ferocia degli omicidi. Nelson de la Rosa, che appare improvvisamente da ogni angolo e inquadratura, si fa ricordare.
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Bruttissima news, ma resterà comunque scolpito nella memoria di tutti gli amanti del cinemabis.
DiscussioneZender • 12/09/16 07:46 Capo scrivano - 48839 interventi
Già. Fu uno dei primi a portare Abatantuono al cinema tra l'altro, in Prestami tua moglie. Autore forse del miglior Pierino (per quanto mi riguarda), medico della SAUB.