Film di Losey a metà tra il noir e il dramma carcerario che si segnala oltre che, come sempre, per una bella regia e per una fotografia molto efficace, soprattutto per il personaggio principale che, ottimamente costruito, è molto interessante nella sua contradditorietà che esploderà in maniera veemente nello splendido (e sotto questo punto di vista inaspettato) finale. Meritevole anche la capacità degli sceneggiatori di sfuggire agli stereotipi dei film ambientati in prigione. Bella, non è una novità, la prova di Patrick Magee (una delle guardie).
Splendida riuscita di Losey, capace di smarcarsi dai generi d'elezione produttiva (qui il prison-movie e il gangsteristico) per partorire un'opera originale, la cui dinamica eleganza formale si compendia, intreccia e avvinghia con un accecante prisma di senso e contenuti. Straordinarie le due parti concentrazionarie con l'universo prigione che echeggia e amplifica le ambiguità dei rapporti di Potere/strumentalizzazione e innanzi al quale il mondo (e il Cinema) fuori perdono forza. Peccato il poco carisma di Baker e postillante la liason con la Saad.
MEMORABILE: La splendida scena "al buio" e il successivo suicidio di Pauly (Brian Pelhan); Il bocchino di Wanamaker; L'infido Barrows di Magee; Il finale.
Appena scarcerato, un malavitoso organizza una rapina ai danni di un ippodromo. Il colpo riesce ma lui, tradito dall'ex amante, finisce nuovamente dietro le sbarre, mentre i complici rimasti in libertà cercano di scoprire dove ha nascosto il malloppo... Il titolo italiano richiama la giungla di Huston, la natura del furto ed il bel finale ricordano invece la rapina di Kubrick, ma si tratta soprattutto di un dramma carcerario, con caratteri tutti ben definiti, a cominciare da quello del protagonista, duro ma con un proprio codice morale. Baker, attore prediletto del regista, perfetto nel ruolo.
MEMORABILE: L'inquadratura finale, dall'alto, con le tre figure in mezzo al campo coperto dalla neve
La claustrofobia della prigione, ma anche quella dell’intricata ragnatela di relazioni che unisce ambiguamente detenuti e agenti, e l’immensa visione di inutili spazi aperti nel tragico finale: c’è un’atmosfera cupa di sprofondamento nel nulla che Losey rende con grande sapienza visiva (inquadrature magistrali e fotografia folgorante), insieme a eccellenti attori, che danno spessore alla storia del criminale che, uscito di galera, compie una rapina e rientra al fresco. Emozionante la ricorrente ballata blues cantata da Cleo Laine.
Mix fra noir e dramma carcerario che all'epoca impressionò la puritana Inghilterra, ma soprattutto ritratto di un criminale che, di fronte al dilagare dell'avidità e del tradimento, riesce a mantenere una sua etica personale. Sceneggiatura non sempre all'altezza del valido soggetto (alcune scelte narrative sono fin troppo sbrigative), ma Losey sopperisce con un bel crescendo di intensità e un'ottima direzione del cast: Baker è una garanzia, mentre Wanamaker (l'infido complice) e Magee (il capo delle guardie) sono i migliori tra i comprimari.
Un heist con lunghe e claustrofobiche parentesi carcerarie che punta sulle psicologie a scapito dell’azione. C’era da aspettarselo da un autore introspettivo e allegorico come Losey, che comunque firma una delle sue opere meno pretenziose e più potabili. Le troppe entrate-uscite di prigione e il poco spazio concesso all’esecuzione del colpo sono compensati da una buona caratterizzazione dei personaggi guidati dal cinico Baker. Un’analisi lucida di una società crudelmente dominata dal denaro. Ottime le musiche jazzate di John Dankworth.
MEMORABILE: “Fischia se ti va, male non ti fa, c’è chi viene e c’è chi va”; La guardia interpretata dal kubrickiano Magee; La vana ricerca finale del bottino.
Dal carcere in cui è rinchiuso, Bannion organizza una rapina che porterà a termine, ma la soffiata della sua ex lo riporterà nella stessa prigione, "braccato" dai suoi complici che pretendono la propria parte. La reiterazione detentiva è uno dei punti deboli di questo noir, insieme alla sbrigativa, facile e indolore rapina all'ippodromo e non contribuisce granché un ambiente carcerario stilizzato,coi soliti tipi e i soliti poliziotti doppiogiochisti. Anche il contributo femminile è piuttosto convenzionale, ma l'insieme si fa ancora apprezzare per la fotografia e il jazz di Dankworth.
MEMORABILE: I carcerati in cravatta (?!); La rapina in cinque minuti e il nascondiglio; La scena finale tra la neve.
Detenuto difende il bottino di una rapina dai complici. Film che mischia le componenti del prison movie, il noir e i toni da gangster, evita le scene eclatanti e insiste sulle caratterizzazioni. Baker è in un gran ruolo che tiene testa a tutti e sottolinea le piccole sfumature nella dura vita della detenzione, inclusi gli opportunismi dei secondini. Le componenti femminili, seppur di secondo piano, hanno il loro fascino. Conclusione nella quale la musica jazzata è fondamentale alla resa.
MEMORABILE: La caduta dalle scale; La rivolta in carcere; Lo sparo al finestrino.
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Zender varrebbe forse la pena di inserire nel cast il nome di Brian Phelan nel ruolo centrale di Pauly Larkin, il detenuto dai nervi fragilissimi, il cui suicidio scatena la rivolta nel carcere
DiscussioneZender • 10/01/19 14:59 Capo scrivano - 48372 interventi
Senza forse, figurati, lo metto subito.
HomevideoRocchiola • 31/03/20 13:38 Call center Davinotti - 1290 interventi
Un buon prodotto che pur non ricorrendo ad un master restaurato offre una qualità video decisamente valida per un supporto SD. Le immagini sono presentate nel formato 1.78 classico dei televisori 16:9 anche se sulla copertina è riportato un 1.66. Poco importa perché la perdita d'informazione lungo i bordi inferiore e superiore è minima e non compromette in alcun modo la visione (peggio sarebbe stato passare da 1.33 a 1.78). Le immagini sono mediamente pulite con qualche minima spuntinatura e granulosità e offrono un bianco-nero eccellentemente contrastato. peccato per l'audio italiano mono che invece per quanto piuttosto potente presenta un fastidioso fruscio di fondo. All'estero sono appena usciti due splendidi bluray da Kino Usa e Studio canal Uk, ma nessuno con l'audio italiano. Le recensioni parlano di due prodotti di assoluta eccellenza qualitativa !!!