Noiosissimo e poverissimo poliziesco diretto da un certo Marco Masi, che ha diretto anche almeno altre quattro pellicole praticamente sparite nel nulla. In questo film purtroppo si sfiora veramente il ridicolo involontario tra scenografie squallide, luci inesistenti ed attori improvvisati (tolti i 3-4 ruoli principali). Della serie: fare il cinema con -quasi- nulla.
Devo ringraziare l'e-zine Abastoir Demodè per avermi ricordato il titolo di uno dei miei incubi cinematografici personali. Il film è bello quanto la carta da parati e l'arredamento della bionda che aiuta Harrison. Il finale nel set western oltre che un hommage all'attore è una delle menate più velleitarie della storia. Vorrei rivederlo...
Un inedito noir rispolverato grazie alla collana H&W. Troviamo un giovane Harrison con barba e un insolito Attilio Dottesio senza la caratteristica barba e baffi nei ruoli di un gangster e di un commissario. La trama non è esaltante, il film non è bellissimo ma non è neppure la schifezza che ci si può aspettare da un noir ultrapoveristico.
Molto povero, ma non brutto: girato con una sola mdp (piuttosto dinamica) e col montaggio già in testa. Il modello è il western e dopo averci giocato per un'ora alla fine arriva la resa dei conti sul set di un western di cinecittà. Purtroppo trascura completamente la sceneggiatura, con dialoghi inascoltabili e personaggi privi del minimo spessore. Pessimi attori, cattivo anche il doppiaggio. C'è qualche interessante elemento "psichedelico" del periodo (vedi Colpo rovente di Zuffi) ma non la tragedia che un vero noir deve avere.
Noir autarchico firmato da un oscuro autore di vari film fantasma e girato con desolante povertà di mezzi e di idee. Con una sceneggiatura raffazzonata, dialoghi manicomiali, location e ambientazioni di inusitato squallore, il film si trascina (fortunatamente per meno di 80 minuti) verso un finale ridicolmente tragico nel quale Masi cerca di esibire qualche grottesco guizzo autoriale. Nella pletora di dilettanti allo sbaraglio, si rivede con piacere la bella Vittoria Solinas, sexy stellina al centro di vari scandali sul finire degli anni '60.
Un giovane Harrison è il protagonista di questo noir vintage che si muove sui binari classici del genere, con una lotta tra gangster per accaparrarsi un cospicuo malloppo. La trama per nulla originale è leggermente riscattata da qualche idea registica tutto sommato azzeccata, le prove attoriali sono decorose, la fotografia d'epoca un po' consumata mantiene un certo fascino. Certo, tutto è all'insegna del low-budget più sfrenato e il ritmo non è certo dei più brillanti, tuttavia si lascia vedere, anche grazie a un finale piuttosto singolare.
MEMORABILE: Il finale mezzo western/mezzo psichedelico.
Gangster-movie dal soggetto abbastanza scontato (nonostante qualche piccolo spunto che anticipa, forse involontariamente, Milano calibro 9), senza mordente né idee che rifuggano dal più trito déjà vu e registicamente piuttosto scombiccherato, ma salvato da un'azzeccata fotografia crepuscolare e dalle plumbee ambientazioni periferiche. Il gangster Richard Harrison unico elemento decente del cast. Curioso il finale da western.
Gangsteristico italiano senza particolari guizzi registici e senza grandi novità da un punto di vista della storia e degli sviluppi narrativi anche se, per certi versi, anticipatore di pellicole future più riuscite e blasonate. Nulla di particolare da segnalare
e ritmo altalenante, ma alla fine non annoia ed il risultato non è certo indecoroso. Incredibile ed abbastanza ingiustificato il finale di stampo western.
Richard Harrison, stranamente nei panni del cattivo, si trascina dall'inizio alla fine inseguendo il sogno di un malloppone su cui si concentrano tutte le sue ambizioni. Il film è davvero povero in tutto: nelle ambientazioni, nelle scenografie, nel montaggio e anche nello script che sa di poco, con un unico approfondimento psicologico sulle ragioni "sociali" che spingono il gangster a muoversi senza nessun senso di colpa. Consigliato ai patiti del genere.
Marco Masi HA DIRETTO ANCHE...
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