Tipico esempio di thriller argentiano, anche se l'ambientazione londinese lo stacca un po' dalla media delle numerosissime pellicole italiane del periodo. E bisogna dire che l'impegno profuso dal regista Massimo Dallamano per la buona riuscita del suo lavoro è più che apprezzabile. Morricone studia una colonna sonora improntata a una spudorata autocitazione ricalcando lo stile usato per L’UCCELLO DALLE PIUME DI CRISTALLO, Fabio Testi azzarda una recitazione mai sopra le righe che finisce per spegnerlo un po', ma la forza del film sta nel soggetto, non esageratamente fantasioso ma coerente,...Leggi tutto che riesce a spiegare il caso in tutte le sue sfumature. Buona anche l'idea di affrontare la situazione di ambigua morbosità del college inglese (femminile) senza falsi perbenismi, concedendo anche inquadrature audaci, tra le quali non vanno dimenticate quelle in cui l'assassino uccide le sue vittime infierendo col coltello proprio lì, in mezzo alle gambe. Nella parte di Solange recita Camille Keaton, nipote di Buster, che rivedremo sei anni dopo in NON VIOLENTATE JENNIFER in una parte per certi versi simile. Le indagini del commissario Burt seguono gli standard abituali dello spaghetti thriller, la figura di Testi non può non ricordare il Tony Musante dell’UCCELLO DALLE PIUME DI CRISTALLO per il suo essere sospettato e allo stesso tempo deciso a risolvere il caso con l'aiuto della moglie, e più in generale ogni accorgimento è studiato per non deludere i fans del genere osando troppo. Certo quindi l'originalità manca, ma ci si può appassionare comunque.
Uno dei migliori gialli dell’epoca, in cui tutto torna, anche se alcuni snodi, peraltro funzionanti, vengono sbrigati un po’ in fretta. Testi è un protagonista un po’ impacciato (pare non sappia dove mettere tutta la sua altezza), ma può andare. Due culti personali nel gineceo: la Galbó (già collegiale in Gli orrori del Liceo femminile) e la Mancini, molto visibile nel ruolo dell’allieva Susan. Da rammentare che l’aspetto lolitesco è frequente in Dallamano (si pensi a La Polizia chiede aiuto).
Dallamano firma il suo capolavoro: un giallo dal meccanismo perfetto, che si discosta subito dalla tipologia "alla Dario Argento" inserendo nella storia la triste vicenda di un gruppo clandestino di liceali, che si offre a personaggi insospettabili per una manciata di sterline. Una Londra dal cielo plumbeo fa da cornice alla triste vicenda che verrà, con modi e tempi diversi, ripresa dallo stesso regista (La Polizia Chiede Aiuto), da Mario Caiano (A Tutte le Auto della Polizia) e da Sergio Martino (Morte Sospetta di una Minorenne).
Da vedere.
Tipico giallone all’italiana a tinte morbose con tanto di ragazzine seminude e indifese, elemento imprescindibile per un B-movie che si rispetti. La storia scorre piacevolmente anche se non priva di qualche evidente forzatura, ma nel complesso coinvolge e rende molto bene la tensione e l’aspetto morbosamente raccapricciante legato al modus operandi dell’assassino senza abusare di effetti visivi espliciti. Ottima la regia. Da non perdere per gli appassionati del cinema di genere
MEMORABILE: Spettacolari le riprese soggettive dell’assassino, raggelante l’omicidio nella vasca da bagno.
Capolavoro! Uno dei migliori gialli italiani di ogni tempo se non addirittura il migliore. La sceneggiatura è solidissima e ben congegnata, gli attori sono tutti in piena forma. Ma la cosa migliore è la suspense a livelli straordinari, con colpi di scena che tengono incollati allo schermo con una storia davvero molto affascinante.
Geometricamente perfetto, à la Wallace. Basato sul meccanismo vendicativo de La sposa in nero, fotografato con eleganza e pulizia e ambientato in un college dove allignano perversioni e omertà. Molte le citazioni da altri film: il baviano omicidio nella vasca, l'argentiano particolare rivelatore, le soggettive del maniaco e i riferimenti fulciani alla figura del prete. Originale l'idea dell’assassino che parla con insolita voce naturale. La recitazione è di livello molto buono.
MEMORABILE: Il volto arcigno e glaciale di Karin Baal, che sa sciogliersi magicamente in un sorriso dolcissimo.
Buonissimo lavoro di Dallamano, curatissimo e persino elegante nella messa in scena (ma mai leccato), interpretato discretamente (certo che Barbetti fa un gran lavoro e Testi ne riceve gran beneficio), e più che funzionante nei suoi meccanismi thrilling. Garantito già dalla trama il cotè erotico, fra le altre prerogative da segnalare l'inquietante presenza di Camille Keaton, futura Jennifer di uno dei più truci rape&revenge di sempre. In generale, uno dei migliori gialli all'italiana.
Buon giallo firmato da Dallamano che copia Argento in molte situazioni ma al tempo stesso se ne discosta in altre (manca la tipica tensione pre-omicidi e l'assassino, pur nero guantato e vestito, non usa la solita voce in falsetto). La scenggiatura non manca di buchi ma comunque la vicenda si segue con interesse e il movente dell'omicidio non è la solita pazzia scatenata da un evento casuale. A livello recitativo Testi riesce a raggiungere la sufficienza e nulla più. La Galbo era già apparsa nel notevolissimo Gli orrori del liceo femminile.
Film diretto ottimamente da Massimo Dallamano e sicuramente uno dei migliori gialli del periodo. Una sceneggiatura ben congegnata tiene lo spettatore attaccato allo schermo fino alla fine. Film intrigante, perverso e morboso, girato con discreto ritmo. Buono il cast con un Fabio testi a tratti non molto convincente, buone le musiche del solito Morricone. Assolutamente imperdibile!!!
Giallo prodotto nel momento di massima richiesta di questo genere, firmato da un ex direttore della fotografia scomparso prematuramente, ma certamente dotato. Questo è forse il suo film migliore. Tenta un vago ibrido tra film argentiano e giallo britannico e funziona molto bene. Curiosamente presenta un momento di cattivo gusto gratuito, quando viene mostrata la radiografia del coltellaccio enorme tra le gambe della vittima, ma è talmente sopra le righe ormai da far ridere. Eppure il regista pare molto attento a tutti i dettagli.
Il compianto Dallamano firma un ottimo giallo, del sotto-genere che voleva scioccare il pubblico, mostrando ragazzine nude e molto più adulte rispetto alla loro età. Il cast e la colonna sonora di Ennio Morricone sono perfetti, la splendida fotografia è di Aristide Massaccesi e i delitti sono sanguinosi e ben congegnati. Movente ultra-concreto. C'è pure Carla Mancini nel ruolo di una studentessa. Bravi la Keaton, Testi e la Galbó. Da vedere.
Ottimo lavoro da parte di Dallamano,che confeziona un bel giallo coadiuvato da ottime interpretazioni e soprattutto da una colonna sonora che si sposa perfettamente con la pellicola. Bellissimi spunti e soprattutto bella atmosfera quella che si respira, con locations suggestive e azzeccatissime; nel corso della visione spesso si è fuorviati nella ricostruzione dell'identikit dell'assassino. Sempre bravo Testi. Dal mio punto di vista, da non perdere assolutamente.
La morte e le fanciulle: deliziosa l'ambientazione nella scuola femminile, con Testi professore poco gradito al preside burbero e ai colleghi serpenti, ma molto gradito alle allieve. Equilibratissimo l'intreccio: la sotto-trama del movente si rivela gradualmente, senza forzature. Il menage tra Testi e la moglie è un mini-film gradevolissimo, tutti i caratteri sono ben delineati, ed è indimenticabile il misterioso personaggio che è il perno della vicenda: la tenera, sventurata Solange.
Giallo all’italiana girato con notevole professionalità e ricercato senso dell’inquadratura, rielabora – com’è d’uopo - elementi di matrice argentiana (lo scarto tra percezione e memoria, il protagonista ingiustamente incastrato dagli eventi) senza troppa inventiva. L’intreccio, piuttosto modesto, non riserva colpi di scena e diversi snodi del racconto soffrono d’ingenuità e approssimazione; il vero motivo d’interesse è rimandato all’ambientazione e all’atmosfera di livida e morbosa repressione sessuale, rese con innegabile efficacia. A conti fatti, comunque, più fumo che arrosto.
Discreto giallo girato dal solido e professionale Dallamano, il quale dà vita ad una pellicola dai buoni risultati più e più volte imitata (darà addirittura il via ad una sorta di filone, che porterà alla fioritura di pellicole molto simili e di cui spesso si poteva fare a meno). Gradevole, anche se, naturalmente, non ci troviamo dinanzi a nulla di eccezionale.
Riuscito giallo girato in Inghilterra, ben diretto da Dallamano ed interpretato da validi attori. Fabio Testi, insegnante di italiano in un college femminile, è il principale sospettato della serie di omicidi delle studentesse. Il soggetto è buono e la soluzione finale risulta tutt'altro che peregrina. Il meccanismo funziona e l’insieme risulta anche esteticamente affascinante. Tra i migliori di derivazione argentiana.
Orrendi delitti si susseguono apparentemente senza una logica concatenante a parte la tecnica dell'omicio. Thriller ricco di false piste e presunti colpevoli fino all'inaspettato epilogo. Fabio Testi si propone come un professore belloccio e intraprendente, faccia birichina sotto il pizzetto niente male. Ottimo.
Un buon prodotto che vanta un'atmosfera di fondo morbosa e riuscita, oltre ad un intreccio credibile (cosa rara per il periodo) che scorre senza effettacci di sorta. Denuncia alcuni vizi tipici del filone: attori così così (l'unica veramente espressiva è la Klebb), alcuni momenti topici girati con sufficienza, inquadrature poco fluide. Morricone concede qualcosina del proprio estro e Massacesi è alla fotografia con risultati altalenanti. Poco horror, abbastanza osè.
Vidi Il medaglione insanguinato di Dallamano e dissi: "Hmmmmmm il bravo Massimo mi ha un po'deluso... sarà per la prossima volta". Quella prossima volta arrivò e dando fiducia al regista acquistai questo film: il risultato fu che avevo fatto bene a rimandare a settembre Dallamano, perché questo thriller è davvero bello e ben fatto, oserei dire capolavoro e cult del nostro cinema di genere. Da avere assolutamente, per amanti e non del filone!
Notevole giallo del grande Dallamano, autore a mio avviso molto sottovalutato e che ha firmato alcuni dei migliori prodotti del genere in assoluto. Da questo film parte la cinica analisi del regista sulle deviazioni dell'adolescenza femminile, che raggiungerà il culmine nel semi-capolavoro La polizia chiede aiuto. Fotografia eccellente, sceneggiatura ben strutturata, attori sopra la media (bravo Testi e sempre splendida la Keaton), buone musiche di Morricone. A volte forse manca un po' di ritmo, ma si lascia vedere. Comunque benissimo. ***½
Thriller girato con mestiere, ma senza particolari trovate, o originalità nella costruzione delle scene, specialmente negli omicidi (molto argentiani, come l'affogamento, con telecamera che funge da occhi dell'assassino). C'è però da dire che la narrazione è fluida e gli attori se la cavano bene (Testi, serio professore, ma anche braccaragazze, la moglie, "leggermente" inacidita dalla costante cornificazione e l'ispettore, decisamente risoluto e un po' "mago", visto che in una scena ha la pipa in bocca, poi apre una porta e la pipa scompare). Mezzo pallino in più per la spiegazione finale.
MEMORABILE: Le foto della vittima, con coltellata a dir poco insolita, ancor più visibile nella radiografia (alla faccia del coltello!).
Thriller argentiano che rinuncia totalmente alle stereotipate scene di sangue a cui eravamo abituati per avere una storia più curata, interessante ed abbastanza avvincente. La bella location londinese viene supportata magistralmente dall'impeccabile fotografia di Massaccesi e dalle belle musiche di Morricone, usate (troppo) spesso nei momenti romantici e fra Enrico (Testi) ed Elizabeth (Galbò). Buona la regia e buoni gli attori, con un Fuchsberger e una Baal in gran forma. Dallamano farà ancora meglio col successivo La polizia chiede aiuto.
MEMORABILE: Lo sguardo infantile e assente di Solange.
Ottima variante di giallo italiano ambientato all'estero (stavolta la meta è Londra), con notevoli punte di tensione, anche psicologica. Il picco di drammaticità si ha con le rare apparizioni di Solange, una ragazza irrimediabilmente segnata da una tremenda esperienza rappresentata con flashback molto efficaci. Notevoli anche gli omicidi, ben congegnati e girati altrettanto bene. Davvero un buon prodotto.
Un film realizzato con tanta cura e devozione, allineato ai canoni classici cinematografici dell'epoca, ma col finale discostante. L'assassino torna ad essere il soggetto dotato delle caratteristiche proprie del suo ruolo, senza stravaganze, motivato razionalmente nell'agire. L'ambiente è invece stabilizzato, apparentemente diligente, con sottostante morboso, peccaminoso. Il peccato deve essere vendicato, per mezzo della purificazione spirituale e di quella fisica. Dallamano costruisce bene il tutto, dissimulando la vicenda principale e la sua protagonista.
Una serie di delitti sconvolge la tranquillità apparente di una scuola femminile dove più di qualcuno ha qualcosa da nascondere. Massimo Dallamano firma uno dei suoi migliori film e forse uno dei migliori dell'intero filone giallo/argentiano dei primi anni '70. Ambientazione londinese suggestiva e ottimamente fotografata da Joe D'Amato, morbosità, tensione notevole e un buon intreccio della storia fanno di questo film un autentico gioiellino. Imperdibile.
MEMORABILE: Il flashback con protagonista la sventurata Solange.
La risposta al titolo del film è il movente che spinge l'assassino ad uccidere con crudeltà alcune ragazze di un collegio londinese. Proprio quelle dal comportamento più disinibito e a rischio. Inizia con qualche ingrediente argentiano, poi prevalgono le tematiche drammatiche, per un film tutto sommato dalla trama pulita e coerente. Poca tensione di fondo. Passabile.
Giallo guardabile e che non disdegna di sfiorare una tematica "forte" (da non rivelare, pena lo svelamento delle motivazioni che spingono l'assassino a colpire), senza peraltro assumere posizione su di essa (scelta azzeccata a mio parere). Difettano però ritmo e tensione, il montaggio è a tratti farragginoso (si veda la sequenza in cui Christine Galbo assiste al primo omicidio mentre si trova in barca con l'amante), gli interpreti non brillano per personalità. Un solido artigiano alla regia.
MEMORABILE: L'omicidio nella vasca da bagno, girato nella prospettiva dell'assassino.
Un giallo in cui Testi, professore di ginnastica in un college inglese, sciorina una dignitosa interpretazione. Le facce inquiete delle adoloscenti ed il turbinio di vicende portano ad una pellicola valida che presenta, pure, momenti morbosi. Dallamano gira con il solito stile esatto.
Ottimo giallo di ambientazione londinese con un Fabio Testi in grande forma. Taglio internazionale e confezione elegante con più di qualche concessione pruriginosa. La trama è sufficientemente complessa e senza difetti logici. Tutto si muove sulla falsariga dei gialli argentiani che in quegli anni spopolavano. Dallamano firma uno dei suoi lavori migliori, sobrio e senza sbavature, curato in ogni minimo dettaglio. Insieme a La vittima designata lo giudico uno dei migliori gialli italiani degli anni Settanta.
Film elegantemente diviso in due: prima parte in un austero collegio che sembra fuori dal tempo (con tanto di fiume e bosco), poi si entra nella contemporanea swinging London in odore di beat. Miglior lavoro di Dallamano, che all'interno di un meccanismo giallo codifica il suo universo lolitesco e sessuofobico (elementi in effetti assenti nel thriller argentiano). Confezione pregevole (musiche di Morricone, montaggio di Siciliano e fotografia di Massaccesi) per uno dei migliori esempi del genere. Consigliato anche ai non giallisti.
MEMORABILE: Il professore (Testi): "Queste ragazze sono invischiate in un giro di sessualità, non mi stupirei se si scoprisse che si drogano!"
Raffinata morbosità, ritmi lenti squarciati da inesorabili picchi di violenza, scabrose sibillinità, atmosfere peccaminose sottolineate dallo score romantico e voluttuoso di Morricone. Dallamano non si è mai focalizzato sul meccanismo a sorpresa caratteristico dell'italian-giallo (vedasi lo sciapo epilogo de La polizia chiede aiuto) ma il suo fine è stato sempre quello di far scaturire lo shock più crudo e disarmante proprio da elementi insospettabili come innocenza ed ingenuità. Ecco spiegata la sua attrazione particolare per soggetti che trattassero di adolescenze violate e minorenni "navigate".
MEMORABILE: L'allucinante e sconvolgente flashback abortivo virato in b/n.
Giallo che ho, stranamente, gradito per la costruzione logica della trama e per una certa professionalità della confezione. Probabilmente la pecca maggiore è il cast, quello maschile soprattutto: un Testi spento e apatico più un ispettore non memorabile. Musiche di Morricone poco originali ma che, comunque, ci stanno a pennello. Piuttosto birichina nel mostrare belle nudità, la pellicola si dimostra comunque intrisa di una certa malinconia che sboccia pienamente nel finale. Ben girato da Dallamano con fotografia di Aristide Massaccesi.
MEMORABILE: La prima brutale uccisione che interrompe la romantica gita in barca.
Uno dei migliori gialli italiani del decennio. Non presenta sequenze particolarmente agghiaccianti, ma può contare su una sceneggiatura ben articolata che offre un elevato numero di sospettati e una soluzione molto più plausibile del solito. Dallamano, che tornerà sul tema "adolescenti perverse" con La polizia chiede aiuto, regala qualche lampo di classe ed è molto bravo nel raffigurare le inquietudini dell’ambiente collegiale senza mai scadere nella morbosità fine a se stessa. Ok la fotografia di Massaccesi e le musiche di Morricone.
MEMORABILE: L'omicidio nella vasca da bagno; il flashback in b/n della povera Solange.
Più ancora di un giallo, un film d'atmosfera come nelle corde di Max Dallamano, autore decisamente asincrono nel panorama dei "generi" nostrano (basti guardare le sue prove nel poliziesco e nell'erotico). Qui si produce in un piccolo classico, molto curato nella messinscena (precise le ambientazioni, sottolineate dalla fotografia di D'Amato, dal candido leitmotiv di Morricone) quanto "pilotato" nello script che, nonostante il soggetto pruriginoso, è ben attento a non sbracare, pur non facendosi mancare lampi exploitation. Un po' debole il reparto attoriale...
MEMORABILE: L'evoluzione del rapporto tra Testi e la moglie; L'apparizione di Camille Keaton sul prato; La scena dalla mammana.
Ma nel 1970 a Londra non c'era già la pillola? Un (involontario?) apologo sul sesso sicuro e alla fedeltà coniugale, con tocchi di ferocia che lasciano il segno (il coltello messo proprio lì) e in generale una buona regia che si fa seguire fino al frettoloso ma commovente finale. Testi è un bel ragazzone barbuto ma convincente, mentre il ruolo del commissario è pura routine e tra gli insegnanti troviamo facce note del caro cinema di genere italiano. I nudi delle ragazze sono molto disinibiti ma non gratuiti.
MEMORABILE: La sequenza in un b/n gelido in casa della mammana, ipocritamente moralista con la povera Solange.
Uno dei migliori thriller a stampo argentiano di quel periodo, innalzato nel suo valore artistico non solo dalla regia di Dallamano, che riesce con mano ferma a dosare suspence, sangue e violenza in una storia raccapricciante, senza mai cadere nel gratuito, ma anche dalle splendide partiture morriconiane, che si fondono con le immagini della pellicola. In una Londra suggestiva (grazie anche all'ottimo lavoro del location manager) un pericoloso killer se la prende con giovani creature in erba. Cosa hanno fatto a Solange?
Giallo diretto con mestiere. Storia strutturata adeguatamente senza cali di interesse. Fabio Testi forse un po troppo "camomillato", ma nel complesso il cast è buono. Delitti e flashback si amalgamano bene. Londra e la musica di Morricone aiutano a rendere fascinoso il tutto.
Seppur incomba la spada di Argento sul capo di Dallamano, quest'ultimo gira con profondo rigore uno straordinario giallo nel quale, per una volta, la sceneggiatura non presenta pecche evidenti e si fa apprezzare sia per la bontà dei dialoghi, sia per la credibilità del movente. Ottima la scelta di girare a Londra, che distacca l'opera dalla solita e stra-abusata cornice capitolina. Buona la fotografia di Massaccesi, che con quell'inaspettato bianco e nero dona quel tocco di autorialità che non guasta mai.
Veramente ottima la prima parte, dalle scene memorabili: la visione del primo delitto sulla barca, gli incubi dalla ragazza in una Londra ben caratterizzata e ottime sequenze. Poi si passa quasi bruscamente a una seconda parte in cui la tensione e l'atmosfera calano, pur rimanendo un notevole giallo dai frequenti colpi di scena. Ci sono nudi e tematiche perverse in una ambientazione studentesca e moralista. Buoni il personaggio e l'interpretazione di Fabio Testi.
Uno dei migliori gialli italiani del periodo e non solo. Dallamano dirige con maestria e accuratezza, mentre la sceneggiatura è assolutamente impeccabile, così come la fotografia e la suggestività delle scene (quella dell'omicidio nella vasca da bagno è trattata da Oscar). Dunque ecco che la suspance è garantita, sopratutto per i meriti del film detti prima. Buono il cast: più che Fabio Testi, in verità un po' moscio, anche se funzionale, si segnalano ottime prove del cast femminile, in particolare della Galbò e della Keaton. Belle le musiche di Morricone.
MEMORABILE: La scena dell'omicidio nella vasca da bagno.
Giallo all'italiana un po' atipico per quanto riguarda la scelta della location londinese. Il film è riuscito, ma conta numerose pecche riguardanti soprattutto una trama lacunosa e frettolosa via via che l'intreccio si snoda. Testi offre un'interpretazione molto scialba, la fotografia di Aristide Massaccesi è buona e la regia di Dallamano ha alcuni spunti davvero interessanti. La colonna sonora è di Morricone, che è sinonimo di qualità, ma anche lui ha indubbiamente fatto di meglio.
MEMORABILE: L'apparizione di Solange vista sottosopra.
Un thriller discreto, che poteva risultare molto migliore ma appare guastato qua e là da imprecisioni. Ottima la morbosa vicenda di sesso e omicidi in una scuola cattolica femminile. La regia è buona, da giallo più che da thriller ma riesce a rendere il film sempre interessante. Il problema sono la recitazione smorta e i protagonisti: praticamente non ce n'è uno (l'ispettore dal poco tatto? Fabio Testi sempre svogliato? La Galbo?) e certo il terzo omicidio non aiuta. Poco convincente il riavvicinamento tra il professore e la moglie.
Prima regia di Dallamano nel giallo e prima prova convincente. Le ambientazioni inglesi si offrono generosamente al regista e lui ne approfitta sapientemente. La storia di giovani disinibite che vengono uccise con un modus operandi terribile funziona molto bene e fino alla fine si rimane nell'incertezza. Bene il cast, buona prova di Testi, belle le musiche e le ambientazioni. Sicuramente uno dei migliori gialli del periodo.
Ottimo thriller anni 70, molto simile da certi punti di vista ai primi gialli argentiani ma con un'ambientazione londinese che qua e là toglie qualcosa al soggetto, ma al contempo attribuisce alla pellicola un fascino quasi inaspettato. Bravo Fabio Testi, il migliore del cast e in parte tutte le ragazzine. Da vedere!
Straordinario thriller parargentiano dove si respira morbosa atmosfera di ninfette maliziose, di lolite cresciute troppo in fretta, di aborti, di mammane, di feroci coltellate, di vilipendio vaginale. Anticipando certi temi e alcune venature di Picnic ad Hanging Rock, Dallamano firma un thrilling carnale e sanguigno, dove "fulcianamente" pochi personaggi si salvano (non ultimo Testi con la passione per le ragazzine) e i flashback brillano di una bellezza visiva e narrativa da lasciare senza fiato. Valore aggiunto la fotografia massaccesiana e lo score morriconiano.
MEMORABILE: Le ragazze sorridenti, in bicicletta, abbagliate dalla bellissima fotografia massaccesiana; Le ninfette spiate, nude, nelle docce; Il terribile aborto.
Dallamano firma un giallo originale e, per i tempi, sotto certi aspetti ardito nel soggetto e nel modo con cui questo viene affrontato. Si apprezza la volontà di distaccarsi dal solito giallo italiano e la serietà dell'intento verrà premiata (?) con la creazione di un sottogenere che fortunatamente finirà presto. Ben strutturato nella sceneggiatura, con buone scenografie e fotografia, trova un unico neo in Fabio Testi, poco adatto al ruolo. Morricone scrive una partitura molto bella e affida il tema melodico alla voce di Edda Dell'Orso. Bravi.
Tecnicamente pregevole, grazie anche alla curatissima fotografia di Massaccesi e alle sinuose partiture morriconiane, ma ben poco credibile negli snodi narrativi, a partire soprattutto dal momento in cui un legnoso Testi si trasforma improbabilmente da indagato in indagante. Lo spunto di fondo sarà comunque ampiamente copiato e adattato in varie salse negli anni successivi. Fastidiosi sia il sottofondo moralistico nei confronti delle giovani vittime (del resto siamo nel lontano 1972) sia la neanche tanto velata comprensione verso l'assassino.
MEMORABILE: I lividi flashback in bianco e nero con la scena dell'aborto clandestino.
Pulito, scorrevole e quasi perfetto nello scioglimento. La recitazione è adeguata; l'ambientazione londinese aggiunge un tocco di cosmopolitismo; eppure il film mai si solleva da tale aurea mediocrità. Alcune pellicole coeve, più rozze e discontinue, lasciano intendere ben altro sul lato sociologico, politico, umano: Solange, invece, è un giallo puro, che esaurisce in sé il proprio significato. I nudi adolescenziali pepano furbescamente il tutto.
Per la prima ora fa più paura lo sguardo incavolato e depresso della Baal (cornuta di turno!); per gli omicidi, vista anche la parte che viene trafitta, si fa presto a ipotizzarne il movente. Nondimeno l'entrata in scena di Solange (una Keaton come sempre magnifica) dà al film almeno due marce in più; l'assassino sfortunatamente è più un flash che un personaggio ben delineato. Diciamo che ha parecchi lati interessanti, una bella fotografia, un'ottima decorazione, ma è pure incompleto per molti aspetti ed è ben lungi dall'emergere nel suo filone thriller.
MEMORABILE: "...ma è sempre questa poveretta che continua a pagare per tutti".
Dallamano alle prese con un thriller scolastico, un po' in tutti i sensi. Corretto e ben scritto, morboso quanto basta, interpretato con la dovuta partecipazione da un cast in palla, manca però del tocco in più, di quella forza che il regista troverà invece tutta nella Polizia chiede aiuto, ad esempio. Qui, complice anche una calligrafica ambientazione inglese, la vera ferocia del killer non si odora, nonostante le apparenze, e il film segue anodino tracce argentiane (anche nelle musiche di Morricone) sfavillando nella fotografia di Massaccesi.
Thriller ben confezionato, dalle atmosfere torbide e pruriginose, in cui si susseguono diversi omicidi in stile argentiano senza sfociare nello splatter. La fotografia è curata e la narrativa risulta scorrevole, anche per via di un enigma da risolvere non così prevedibile, come in altri film di genere del periodo. A Camille Keaton viene riservata una parte marginale, che risulta comunque essere fondamentale per la buona riuscita del film.
Nonostante la brutalitá degli eventi (gli omicidi non sono mai del tutto mostrati ma suggeriti) il film di Dallamano appare fulgido e setoso, un po' come le sue lolite, piccole donne vittime di una società bigotta, arretrata e perbenista. Bellissima la scena in cui appare per la prima volta il volto di Solange; un personaggio sinistro e malinconico interpretato da una splendida e innocente Camille Keaton. Un film girato magnificamente, teso, morboso e con una ripresa finale crudele.
Splendido e coraggioso thriller anni 70 che tratta temi controversi e oggi attuali (aborto e conseguenze psicologiche, lolitismo...) con buona mano servendosi di un signor cast con gli ottimi Testi e Galbo. Il film di Dallamano riesce a tenere incollati alla poltrona anche dopo averlo visto più di una volta. Delitti sanguinosi e un finale spiazzante completano il quadro.
MEMORABILE: L'inizio; La colonna sonora di Morricone; Il delitto nella vasca.
Non è tanto il pur discreto piglio registico di Dallamano a conquistare, né la prova di un cast comunque sempre all'altezza della situazione: l'elemento vincente è la presenza di uno spunto narrativo forte, originale e attualissimo per i tempi di realizzazione della pellicola (ma lo sarebbe ancora oggi), tant'è che - violenza grafica a parte, notevole - la definizione globalmente più calzante sarebbe quella di dramma. In una marea di gialli discreti ma un po' anonimi, questo brilla di accecante luce propria.
Giallo di derivazione argentiana per Dallamano, che saprà fornire in seguito prove più convincenti. La struttura narrativa patisce una certa approssimazione con nessi logici talvolta deboli. Cast non proprio di prima qualità in cui un modesto Testi sembra gigantesco. Ha l'attenuante di aver inaugurato un sottofilone prolifico con prodotti spesso di dubbio valore, ma nel complesso resta un film modesto, a tratti lento e noiosetto. Le musiche di Morricone e la svavillante fotografia di Massaccesi portano il pallinaggio fino alla sufficienza.
Sembrerebbe il solito giallo uguale ai tanti che affollavano il genere negli anni Settanta. Dallamano, invece, lo arricchisce di un sottotesto capace di dargli spessore, partendo da un brutale omicidio che aprirà lentamente a uno scenario dai connotati forti e sul quale sarebbe ancora possibile disquisire. Nonostante la violenza visiva sia quasi inesistente, quella di concetto non manca e arriva dritta a destinazione lasciando poco all’immaginazione. La solidità dell’opera si evince anche dalla bontà del cast artistico e di quello tecnico.
Studentesse della stessa scuola vengono ammazzate in serie. Giallo con buona ambientazione londinese che mischia il sacro della tonaca al profano dei vizietti adolescenziali. Sceneggiato in modo lineare con le giuste imbeccate per il colpevole e senza strafare nell’horror. Testi sarà anche un bell'uomo ma come detective non convince: anche il finale, che sembrava promettere, lasciava intendere scenari più scabrosi o brutali.
MEMORABILE: La lastra dopo il delitto; La penna sul tavolino; La mammana uccisa.
Classicone del thriller all'italiana, impareggiabile nelle sue ambientazioni inglesi e nella sua fotografia satura, notevole pure a livello di soggetto (uscita di scena dell'omicida a parte) ma purtroppo privo di quel mordente e di quella morbosità insinuante che i presupposti potevano far scaturire e che avrebbero trasformato il film in un capolavoro del genere. Ritmo non accattivante, musiche totalmente sbagliate (che non stonerebbero in qualche tardo Eriprando Visconti), buon cast: a suo modo sopravvalutato, ma avercene...
Appassionante giallo all'italiana dall'ambientazione londinese, uno dei migliori esempi del genere. Pur con qualche momento turpe non esagera con la violenza, lasciando spazio alla suspense ma soprattutto al coinvolgimento nell'intreccio, visto che quest'ultimo si scioglie solo alla fine e risulta ben studiato. Impossibile annoiarsi sino alla fine per l'ottimo ritmo. Belle le location, buona la fotografia e ottimo il cast, con una piccola parte per Maria Monti. Da vedere, per appassionati e non.
Mediamente incastrato nel mare magnum dei gialli settantiani, Solange spicca grazie a una prima parte dosata e ben costruita, ma che nello sviluppo soffre di troppa standardizzazione e un passo narrativo non consono a certi meccanismi thrilling. Nei virtuosismi, tolte un paio di sequenze (stupendo l’omicidio in soggettiva e la coltellata "sfumata") Dallamano non vuole osare concentrandosi più sul plot twist che però, clamorosamente, arriva solo a una manciata di minuti dal termine precludendone così le potenzialità. Discreto.
Buon thriller con classica ricerca all'assassino seriale. Le vittime sono le alunne di una scuola: all'inizio c'è l'indizio rivelatore che non si ricorda, poi il segreto che nessuno conosce. Così la sceneggiatura scorre su binari già visti ma non demerita, con le svolte proposte nel modo migliore e una regia che sa tenere alti tensione e mistero. Cast non male, anche se con un Testi poco espressivo, compensato da un discreto parterre femminile. Musiche di Morricone riuscite.
Un aspetto dei gialli all’italiana che di solito fa storcere il naso è il movente dell’assassino, quasi sempre inverosimile e traballante. Qui invece, grazie a una sapiente sceneggiatura, è assolutamente concreto, contribuendo a dare al film una solidità che non hanno nemmeno i classici argentiani. Oltre allo script senza scivoloni, il film si avvale della calda fotografia di Aristide Massaccesi, che tinge di colori pastello una Londra autunnale sul cui sfondo Fabio Testi regala un’ottima interpretazione.
MEMORABILE: La soggettiva dell’assassino durante l’omicidio nella vasca da bagno e la successiva fuga per le scale.
Un film veramente straziante, nel senso buono del termine. Si parla di violenze nascoste, di donne che subiscono varie violenze, di uomini che odiano le donne. Si capisce perché abbia avuto un grande successo internazionale: è un film teso, moderno, senza speranza. Vedendolo si capisce perché il cinema popolare italiano abbia avuto così tanto successo e perché registi come Tarantino lo amino profondamente. E Fabio Testi impersona tutto quello che si può odiare in un uomo.
Una perla rara. Semplicemente meravigliosa la fotografia di Massaccesi. Un film praticamente senza sbavature, che contiene tutti gli ingredienti per un thriller stupendo. Dallamano è un maestro nel movimento della macchina da presa. La tensione è sviluppata in maniera quasi perfetta fino al finale che ti coglie quasi improvvisamente e non delude. Ottimo cast. Grande prova di Fuchsberger, non sfigura affatto Fabio Testi. Menzione speciale per Camille Keaton (da vedere e rivedere il suo primo piano col quale si chiude il film). La colonna sonora di Morricone accompagna con delicatezza.
Notevole, uno dei più alti esempi di cinema filo-argentiano di quegli anni. Merito di un plot ben congegnato e di una regia sicura, quella di Dallamano, al quale si affiancano professionisti di calibro, vedi Massaccesi/D'Amato alla fotografia e Morricone alle musiche. Bella l'ambientazione londinese e audaci, per non dire disturbanti, certi particolari: senza dubbio Aldo Lado se ne sarà ricordato, qualche anno dopo, di quel coltello infilato lì... Di certo molto superiore al similissimo Enigma rosso, che lo sfortunato regista non riuscì a terminare.
MEMORABILE: Il flashback finale sul ciò che era accaduto a Solange.
Tanto morboso quanto elegante questo storico giallo di Dallamano, più orientato verso il krimi tedesco (ma con i saporiti ingredienti del grande cinema italiano del tempo che fu) che verso i coevi epigoni di Argento. Nonostante la scabrosità degli argomenti tipica del cinema di Dallamano, il film non rinuncia alla coerenza del buon giallo fino alla fine senza che gli elementi exploitation prendano il sopravvento. Un plauso alla fotografia del grande Massaccesi e alla OST di Morricone, così come al perfetto cast. Tra i migliori esempi di italian giallo e forse il miglior Dallamano.
Curiosamente lontano dal cinema di genere dell’epoca, è un thriller irretito da un morboso clima femmineo e con un fascino decorativo ben sintetizzato dall’accaldata fotografia di Joe D'Amato. Oltre alla visionaria presenza del body-count, affiora un delirante pensiero sul perbenismo borghese e sulle ombre che ha lasciato all’interno dell’educazione e dell’emancipazione giovanile. Stupenda Camille Keaton, magnetica presenza quasi incorporea.
Valido esponente del thriller made in Italy. Massimo Dallamano sforna un giallo dalle sfaccettature horror incrementato dalla solita presenza di ragazze disinvolte che danno il via alla pazzia sanguinaria dell'assassino di turno. Sebbene raffazzonata, l'indagine che porta al plot di twist finale funziona bene ma è condotta senza troppa arguta spinosità e talvolta i siparietti morbosi e sessuali fanno perdere leggermente scorrevolezza alla narrazione. Nel complesso buono.
MEMORABILE: Il modus operandi dell'assassino; L'aborto causato dallo spillo; Il colpo di scena finale.
Splendido ultracinquantenne, è uno dei vertici del thriller italiano: ispirato dagli stilemi argentiani, riesce tuttavia a rielaborarli con personalità, insistendo su una componente morbosa legata a lolite disinibite che ispireranno anche Caiano e Martino. Forse un po' lento ma molto elegante (vedasi le splendide soggettive dell'assassino, le visioni della Galbó e la classe del flashback in bianco e nero) e recitato più che discretamente (con Galbó e Baal meglio di Testi): Dallamano tornerà sull'argomento con l'ottimo La polizia chiede aiuto. Ottima ost di Morricone.
MEMORABILE: Lo sguardo perso nel vuoto della Keaton; Il baviano omicidio in vasca; L'aborto.
Giallo anni 70 firmato Dallamano perverso e morboso. Sembra partire un po' in sordina, ma più procede più la storia si fa interessante, fino ad arrivare a una parte conclusiva di alto livello. Dallamano dirige con mano sicura e fa riflettere su un tema molto importante al tempo, ma che lo è ugualmente anche al giorno d'oggi. Ottima la fotografia di Massaccesi, appropriate le musiche di Morricone, adeguato il cast.
Ottimo thriller, morboso e tipicamente settantiano (decennio imprescindibile del cinema nostrum) di felice ambientazione londinese. Bravo Testi, qui doppiato dall'indimenticabile Cesare Barbetti. L'intreccio regge e le atmosfere sono buone. I nudi frontali femminili si sprecano, del resto il college femminile ben si presta, e le allegre ragazzine sono libere di zompettare nude finché un coltello magari non si insinuerà proprio lì. Buona OST di Morricone. Bene la moglie di Testi, che contro pronostico non diventa macchietta. Giuste facce di contorno.
MEMORABILE: I coltelli infilati proprio li, ma non pretestuosamente.
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Nono, scusa, hai ragione, mi confondevo col trailer in cui pezzi di quella scena sono in seppia (o mi sto sbagliando anche ora?). Come non detto, scusa.
Zendeeer... 4 pallini invece di 3... ti spiace? Scusa ma qui a Montesilvano s'è fatto oltre un metro di neve in mezza giornata e ficcato in casa non ho altro da fare che rompere le palle qui sul sito ;-)
DiscussioneGugly • 10/02/12 19:24 Archivista in seconda - 4712 interventi
Ciao Funestino! Qui a Milano nevica di meno ma fa un freddo...stasera cinemata casalinga anche per me,magari con questo film? Boh, vediamo!
DiscussioneZender • 10/02/12 19:38 Capo scrivano - 48439 interventi
Funesto ebbe a dire: Zendeeer... 4 pallini invece di 3... ti spiace? Scusa ma qui a Montesilvano s'è fatto oltre un metro di neve in mezza giornata e ficcato in casa non ho altro da fare che rompere le palle qui sul sito ;-) Capisco, ognuno ha i suoi problemi, speriam che la spazzino via presto a questo punto :) Cambiato.
DiscussioneDusso • 10/02/12 20:15 Archivista in seconda - 1870 interventi
Gugly ebbe a dire: Ciao Funestino! Qui a Milano nevica di meno ma fa un freddo...stasera cinemata casalinga anche per me,magari con questo film? Boh, vediamo!