Il successo di HOSTEL non poteva che generare una serie di imitazioni più o meno pronte a seguire le tracce del prototipo dando la solita truppa di teenager in vacanza in pasto agli aguzzini di turno. Qui siamo in Brasile e il movente è il più classico dei traffici d'organi. L'autobus esce di strada, tutti a terra in un posto dimenticato da Dio. In HOSTEL quel posto era uno sperduto paesino dell'Est Europa, qui una strada asfaltata in apparenza più rassicurante ma che appena abbandonata apre le porte a una giungla che nasconde splendidi tesori naturali. In primis...Leggi tutto un laghetto tra le rocce in cui il nostro gruppo di vittime predestinate guidate dal loro infido sherpa si tuffa felice, dimentico della gravità della situazione. Strano a dirsi, chi si prende una tremenda craniata tuffandosi dall'alto è proprio quel pirla del brasiliano, che però ricuciranno con la sparapunti. Ad ogni modo si nuota tra vie sotterranee e si raggiunge la meta, dove capiterà (troppo tardi) ciò che tutti già sanno. Scende l'oscurità e addio, tocca sorbirsi le solite fughe notturne miste a grida e squartamenti assortiti mentre poco o nulla si vede. Si ritornerà a nuotare nel disperato tentativo di creare almeno l'effetto claustrofobico da horror che non sa più che pesci pigliare e si tirerà avanti fino alla fine senza lasciare traccia alcuna nel genere. Confezione smagliante, regia quasi decente, ma non si riesce a trovare una vera buona ragione per vedere il film... Marcel M.J. Davinotti jr. Chiudi
Non malaccio questo film sulla scia dei vari Wrong Turn ecc... Suggestivi gli scenari brasiliani (le spiaggie di Ubatuba e le caverne sommerse vicino a Lencois), molto mediocre però il finale. Ad ogni modo è un prodotto dignitoso, nel suo genere, e gli appassionati dovrebbero gradire.
Film veramente pessimo. Prima parte anche passabile, con i ragazzi che bevono e se la spassano. Poi, quando il film dovrebbe diventare teso e opprimente, ci si trova di fronte ad un tv-movie piatto, approssimativo e irritante. Scritto col culo, girato piattamente e montato pure col culo. I cattivi sono uno più rincoglionito dell'altro e i personaggi non si capisce perché si comportino come si comportano. La versione al cinema segue la meravigliosa moda del momento: il vm18 non esiste più, in compenso il film esce nelle sale tagliato.
MEMORABILE: In mezzo a tanta sciatteria un momento geniale: una ferita in testa chiusa con una cucitrice.
Non male come film. Il suo vantaggio e insieme svantaggio è che non ha nulla a che vedere con Hostel a parte lo spunto, che è lo stesso di altre centinaia di film. Il montaggio non è affatto male anche se le ambientazioni sono quasi troppe, le lunghe scene sott'acqua sono ben realizzate. Il problema di questo film è che quasi tutti si aspettano un clone di Hostel e al verificare che non è così è difficile da valutare e facile da stroncare. Un film senza infamie e senza lode e nulla più.
Tenendo conto della sua natura mercenaria nata per sfruttare un filone ormai aperto con Hostel (che in fin dei conti qui è solo un'esile traccia) bisogna comunque constatare che il film di Stockwell (ex attore ed ora regista col pallino delle sequenze subacque) il suo sporco lavoro lo porta a termine egregiamente. Infatti null'altro è che un macchina d'intrattenimento, che pesca a pieni mani da molti film (Non aprite quella porta, Deliverance, Rambo, The descent), da telefilm come Lost e passa pure per i cannibal movie. Occhio alla Wilde, la lesbicona di The OC.
MEMORABILE: Le riprese subacque finali in carenza di ossigeno.
Siamo dalle parti di Hostel, con la variante della predica "morale", in parte anche vera. Ma il film è prevedibile, non aggiunge nulla di nuovo al genere e, anzi, sfrutta malamente le location naturali (fantastiche) di cui dispone. Una scena ad effetto (a base di viscere ed interiore) per dare il contentino non è sufficiente a garantire a Turistas la sufficienza, persa soprattutto per via di un secondo tempo male illuminato, girato nel buio delle grotte, dove l'azione frenetica (quasi da guerriglia) indispone la pazienza dello spettatore.
Interessante l'operazione compiuta con questo film, quella cioè di ribaltare l'idea di un paradiso tropicale facendolo presto diventare un vero e proprio luogo da incubo popolato da inquietanti nativi. Il regista è molto bravo nel costruire la tensione utilizzando in definitiva un numero limitato di effetti truculenti ma piuttosto affidandosi a scene molto ben girate, tipo quelle acquatiche. Attori poco noti ma molto in parte.
Non male. Non mi aspettavo grandi virtuosismi tecnici, ma la fuga subacquea ha una sua dignità artistica e trasmette un buon senso di claustrofobia che - opinione personale - prediligo a quella simile di The Descent. La trama è piuttosto spicciola e certo non dà adito a rivisitazioni varie che ne possano sollevare le sorti, tuttavia non spiace nel suo complesso, anche se i presunti colpi di scena sono piuttosto telefonati. Nel panorama attuale direi che è uno dei meno peggio!
Sulla falsariga di Hostel, con la variante che questa volta al posto del "pay-to-torture" c'è il traffico illegale di organi nel Sudamerica. Qualche ambizione sociologica scontatissima, un po' di "gore" e poco altro. Splendida la location (le scene nel lago che conduce alla caverna sott'acqua sono stupende), per il resto noia assoluta. A meno che non vi siano piaciuti gli "Hostel", risparmiate tempo e denaro e guardate altro, altrimenti potreste anche dargli una chance.
A mio avviso godibile, niente di eccezionale ma ho visto di peggio, è un buon esempio di "midnite show": un pop corn movie senza infamia e senza lode che tiene svegli. Se ce lo vediamo nelle ore piccole, il suo lavoro lo fa. Parte stile film vacanziero con gruppo di stupidi turisti gringos in vacanza, poi devia un po' in stile Wicker Man per arrivare a Hostel.
Dopo la bella scena del bus, passano infiniti e inutili minuti di vegetazione, dialoghi al limite del sopportabile e un bar dove tutti cantano ballano e si ubriacano, mentre il sottoscritto inizia a sbuffare. Poi però, si passa dal paradiso all'inferno (gradatamente, ma succede). Ma c'è un problema, perché, in definitiva, non si vede poi molto di impressionante (anzi) e il tutto si riduce a inseguimenti, nascondino, buio e qualche revolverata (niente male la seconda scena nella grotta sommersa). Solo il dottore rianima la faccenda, ma compare pochissimo. Appena vedibile.
MEMORABILE: L'operazione di espianto; I ragazzi chiudono una grossa ferita alla testa con una sparapunti.
Inutile thriller che segue la scia turistica di Hostel. Vaghi i richiami ai tanti film sulla natura selvaggia e ai canniablici italiani di un tempo, così come il sottofondo anticolonialista. Gli attori sono anonime pedine di un gioco al massacro che scorre via monotono, senza alcuna emozione, nonostante la cornice tropicale e qualche sequenza acquatica ben girata.
Dopo un inizio in stile "MTV on the beach" il film inizia a mostrare le sue potenzialità che, purtroppo, rimarranno parzialmente inespresse. Buona l'idea di veicolare un problema, come è quello della tratta degli organi, attraverso un film che non sia impegnato. Avrei immaginato la struttura del film un pochino più articolata anche se bisogna riconoscere che l'esperimento è molto coraggioso. Fortunatamente non è tutto negativo e le ultime scene danno speranza. Buon film.
Film girato con buona padronanza tecnica e altrettanta qualità: si sfruttano bene e si valorizzano le splendide location. Si passa dallo spasso all'inferno proprio come in Hostel con molta meno truculenza, tanto che non è un horror ma un thriller. Gli attori non sono neanche male (si è visto di molto peggio). La storia è stata un po' trascurata e risulta alla fine un po' esilina anche se godibile. Assurde alcune scene: belle le riprese subacquee ma come è possibile che normali esseri umani abbiano l'acquaticità e i polmoni di Pellizzari?
MEMORABILE: Il povero brasiliano prima in fin di vita per una ferita alla testa poi, dopo i punti con la cucitrice, miracolosamente resuscitato.
Ridicolo film su un horror che non esiste. Impressionante per niente e privo di suspance. C'è solo la curiosità di chi legge la trama prima di veder il film, ma poi già l'inizio... Il regista (che fu il protagonista di Christine) non sembra adatto a questa carriera.
Negli ultimi anni sono uscite parecchie pellicole horror dallo storyboard piuttosto similare e quindi risulta un genere abbastanza inflazionato. Tuttavia Turistas non è affatto male, contiene poche scene horror ma piuttosto disturbanti e se non ci si aspetta troppo si corre il rischio di divertirsi davvero.
Inutile come molti film horror. Metteteci un paradiso tropicale, i soliti ragazzotti americani belli e scemi e i soliti efferati assassini scemi più dei protagonisti (però ruba organi terzomondisti). Poi aggiungete un pizzico di speleologia ed ecco il film. Ignobile l'inseguimento nelle grotte. Scontato proprio quando pensi possa succedere qualcosa di diverso. Pessima la suspense. Unico brivido l'operazione. Da Billionaire la festa sulla spiaggia (forse Briatore avrebbe dato qualche brivido in più). Salvabile solo la località turistica, bellissima.
Turistas inizia bene (nonostante la trama ricordi Hostel) ma poi si perde telefonando un finale scontato e vecchio come il cucco! Ci si aspetta di vedere un po' di sangue ma, come le idee, anche quello scarseggia! Bello lo sfondo ma pochissima sostanza. Brutto!
Horror davvero misero. Si gioca su terreni coevi all'Hostel di Roth, senza capacità di dire qualcosa di nuovo e -ancor peggio- senza avere una sceneggiatura in grado di reggere l'intero minutaggio. La parte "preparatoria" doveva essere meno tirata per le lunghe, mentre quando si entra nel vivo (e i presupposti del doc non sono nemmeno campati per aria...) il film si perde in una regia confusionaria e sclerotica. Un paio di scene gore non salvano la baracca. Pessimo.
Poteva risucire un prodotto anche provocatorio, irrituale e scorrettissimo. Invece, nel pur comprensibile tentativo di ricondurre la storia ad una morale accettabile, ci perdiamo nel bene e nel buono. L'ingrediente del paradiso terrestre, sfruttato dai plutocrati, che ribalta il tradizionale orrore per imporne uno eguale e contrario, andava sviluppato diversamente. Anche la figura del vendicatore non quadra troppo. È controverso, ma il suo comportamento non è compatibile col personaggio: troppo buono o solo un cattivo mascherato? Peccato.
Sfruttando in maniera indegna l'eco delle cronache nere sul commercio clandestino di organi in Sudamerica, Stockwell dirige un teen-horror travestito da gorno senza badare a consecutio e verosimiglianze ma buttando idee interessanti in un grossolano tritacarne. La prima parte è discreta, anche se prevedibilmente scontata ed insapore, ma la seconda precipita il film nel pressapochismo più inconcepibile, con personaggi che appaiono e scompaiono a piacimento e scene sotterranee alla Marshall talmente buie da risultare incomprensibili. Sperperato.
MEMORABILE: L'immersione degli inesperti ragazzuoli nelle grotte acquatiche sotterranee, affrontate da loro quasi fossero navigati speleologi subacquei.
Il fenomeno Hostel è stato dilagante; dimostrazione ne è questa pessima pellicola che sposta il raggio d'azione dall'Europa dell'Est (come in Hostel) alla giungla brasiliana, tirando in ballo il traffico d'organi. Il film sà di già visto sin dalle prime immagini e non è neppur segnalabile per qualche scena estremamente violenta o chissà che. Inutile.
Non male, da Stockwell regista non mi aspettavo niente di eccezzionale, invece mi ha piacevolmente sorpreso. Buona tensione e un'angoscia crescente ben dosata. La violenza e lo splatter sono contenuti (un cadavere "espiantato" creato da Todd Masters), però si respira una certa aria "sporca" (i ragazzi sperduti nel villaggio senza documenti, la fuga notturna, l'arrivo nella sinistra casa in mezzo alla foresta alla Isola del dottor Moreau, l'espianto degli organi dalla ragazza) e il finale nelle grotte sott'acqua e ben congeniato. Gustoso.
MEMORABILE: Il chirurgo che infila un bastoncino nell'occhio di uno dei suoi sgherri; la fuga e il macello dei due ragazzi svedesi.
Sottovalutato, incompreso, invece estremamente originale ed arguto. Una gita, il verde, poi il terrore puro. Un incubo che è realtà, un incubo che uccide. Ed è l'Amazzonia con il suo verde a fare da sfondo ad una storia pregna di tensione (merito che va tutto al regista). Osteggiato dal Brasile per timore di una cattiva pubblicità è invece una pellicola angosciante per certi versi inedita e funzionale nella messa in scena. Stockwell dimostra una buona tecnica e il film riesce ad angosciare anche in spazi aperti.
Se Stockwell ci avesse messo un po' più di determinazione, cattiveria e coraggio, poteva partorire un prodotto che avrebbe sotterrato Hostel e compagnia. Le premesse erano buone, le situazioni tese ed angoscianti, la trama discreta. Peccato che tutto ciò resti in buona parte nel regno del potenziale, a causa di una certa fiacchezza registica, e dello scarso spessore di quasi tutti i personaggi. Ed anche per il finale frettoloso e confuso. Si può vedere, ma è un vero peccato.
E mica ci sono solo Falcao e Bergonzoni a scorrazzare allegri per il Brasile: c'è pure un dottore con la fissa dei turisti, meglio se occidentali e bene in salute. Francamente un film evitabile: non mi aspettavo di certo l'originalità ma insomma, qui si fa fatica a rimanere svegli. Una introduzione lunga e scontata non tiene desta l'attenzione e si rimane ad aspettare una svolta che non arriva mai. Tra l'altro la parte finale è girata praticamente al buio e non si capisce veramente nulla. Si salva solo una scena subacquea girata con piglio e ritmo.
MEMORABILE: Il tizio a cui viene rattoppata una ferita in testa con la spillatrice si rialza e corre per la giungla...
Il film mantiene quello che promette regalando anche scene subacquee tanto belle quanto inquietanti per chi, come me, pensava di trovarsi in quella situazione senza sapere se si riusciva a raggiungere la bolla di aria. Comportamenti strani ed inadeguati a go go, naturalmente, per portare avanti il film. Infatti non credo che esistano ragazzi e ragazze (molto belle queste ultime) così sprovveduti che dopo essere stati derubati di tutto si mettano a seguire un indigeno sospetto, in dieci ore di marcia nella giungla. Riscatto finale degli indigeni.
MEMORABILE: Il "dottore" che cura i bambini del luogo, ma che poi pianta uno spiedino nell'occhio del bambino, recitando una specie di lezione di vita.
Solo un pallino, che potrebbe arricchirsi di un esclamativo, o addirittura di un secondo pallino per via della buona tenuta registica e della fascinosa ambientazione naturalistica sopra/sott'acquea. Ma poi c'è il farnetichìo fatidico da mad-doctor che la vorrebbe buttare in sociologia sbuccia-e-mangia e l'avarizia in termini di gore, che tradisce troppo lo stretto genere di appartenenza, forse per virare - hai visto mai? - chissà verso quali esiti formali inesistenti. Improprio. E il fiato non deve mancare solo sott'acqua, quindi... nisba!
Una vacanza carioca può trasformarsi in un incubo se ci si imbatte nelle persone sbagliate. Inquietante ed ansiosa, la pellicola non mostra effetti splatter (a parte qualche raro momento) ma cerca di generare la paura. Location paradisiache ma prolisse scene acquatiche e finale scontato.
Nonostante l'idea sia buona (anche se derivata da Hostel et similia), il film è fiacco, noioso e regala pochissimi brividi. 50 minuti sono davvero troppi per attendere che i protagonisti si ritrovino fra le mani del dottore schizzato e, dopo quello, le scene al buio impediscono di essere coinvolti in quello che accade, visto che si vede poco o niente. Restano dei bei paesaggi resi bene da una buona fotografia e un cast azzeccato.
MEMORABILE: L'operazione, unica scena a regalare qualche brivido.
Lo sviluppo narrativo a imbuto chiuso – dalla spiaggia alle profondità ctonie - e il progressivo senso di spaesamento, hanno una certa forza drammatica. Ma se la bidimensionalità dei personaggi era prevista, le prestazioni olimpioniche e tanta disinvoltura nella foresta amazzonica, no. Gli elementi exploitativi (bikini e splatter: non molto) sono funestati dalla seriosità degli assunti: un predicozzo anticoloniale greve e abborracciato. Gravi problemi di illuminotecnica nell'ultima parte. Sfiancate il finale subacqueo - che riserva qualche sorpresa (ovvero: ne muoiono meno del previsto).
Turisti fai da te in vacanza in Brasile, una vacanza-incubo dove un folle chirurgo vuole trasformarli in animali da laboratorio. Non proprio originalissimo, abbonda in particolari raccapriccianti, scene splatter e ha una lunga scena claustrofobica sott'acqua. Il resto è evitabile; un po' poco, per la verità, per meritare una visione accurata.
Cosa scrivere di un film che liquida il suo interessante tema centrale (il traffico illegale di organi e il circolo vizioso che coinvolge ricchi americani, "medici" senza scrupoli brasiliani e turisti americani preferibilmente) in una battuta di 30 secondi pronunciata a caso nel bel mezzo di una scena splatter? Cosa scrivere di un film che sceglie la strada del gore pur non avendo i mezzi e ridicolizzando gli autori dei trucchi (sorvoliamo poi sull'effetto dell'elicottero)? Trattasi semplicemente di brutto film.
Sulla scia di Hostel, torture ed exploitation patinata in un mondo che, al di fuori degli Stati Uniti, pare l'inferno in terra. La questione del traffico degli organi non è certo affrontata in modo obbiettivo, bensì è una scusa per la solita visione del mondo xenofoba e simil-colonialista, qui particolarmente compiaciuta. Parafrasando Scream 2, è "uno stupido film pieno di stupidi ragazzi bianchi che cercano di salvare il loro stupidissimo fondoschiena bianco". Se poi ci aggiungiamo una trama che non sta in piedi, è molto meglio un'anestesia.
Sulla scia di Hostel, al quale è tremendamente debitrice, questa pellicola punta tutto sul mostrare come una spensierata vacanza possa trasformarsi in orribile tragedia. Buone le ambientazioni in una foresta che diventa sempre più trappola. Discreti gli attori e la trama che, seppur non una novità, si lascia guardare. Forse un po' troppo prevedibile, ma tutto sommato si lascia guardare.
Si tratta di una efficace storia d’orrore e, allo stesso tempo, di un ambiguo manifesto pubblicitario del Brasile; vengono infatti abbinati scenari naturali da cartolina a una situazione ambientale degradata e pericolosa. Certo, anche qui appare il solito gruppo di ragazzi ingenui che apre porte che non dovrebbe aprire per inoltrarsi nelle solite case sconosciute, ma la trama è ben più credibile di vari altri predecessori che hanno goduto (o godono?) di maggiore fama.
MEMORABILE: "Li voglio vivi, morti non servono a niente"; L'immersione nella caverna.
Film di basso livello che cerca di essere originale nel modo di sviluppare la trama. Inizialmente si pensa al classico horror dozzinale con ragazzi senza cervello intenti solamente a far festa, anche quando le cose precipitano; invece il film cerca di percorrere un'altra strada, nella quale si vorrebbe sottolineare la disperazione dei protagonisti, finiti lontani da ogni forma di civiltà. L'operazione non riesce, perché la psicologia dei personaggi non esiste e le assurdità della trama pesano parecchio. Buone le scene subacquee.
Un gruppo di ragazzi in vacanza in Brasile viene fatto prigioniero con lo scopo di alimentare il traffico degli organi. Un horror sadico e truculento, che lascia poco spazio all'immaginazione ma comunque godibile. Purtroppo l'argomento nasconde una triste e terribile veridicità che il film riesce bene a manifestare. Finale poco veritiero.
Thriller che sull'onda di Hostel e dei successivi film clone getta in pasto agli orchi il turismo giovanile americano all'estero. Questa volta però non si indugia troppo sugli effettacci e sull'aspetto morboso della vicenda e non si concede troppo alla violenza fine a se stessa. Questo sicuramente giova alla pellicola, che rimane un film teso e ben pensato ma che non scade nei soliti vuoti bagni di sangue.
Stockwell omaggia Roth. E così tra un po' di Hostel e un po' di Cabin fver ecco a voi Turistas, un film pretenzioso che non vale il tempo della visione. Si inzia con i soliti luoghi comuni sul Brasile e sui turisti e si va avanti per una buona parte del film. Quando finalmente si arriva alla parte thriller/horror la misura è già colma, i protagonisti hanno già stancato e tutto quello che segue è la summa massima di decisioni stupide e pseudo parti gore. Peccato perché il cast era pure funzionale e la location interessante. Inutili i risvolti etici.
MEMORABILE: La moretta del bar che in realtà lo fa per soldi; L'autista del bus: da menare e lasciare a bordo strada; L'inseguimento subacqueo.
Sull'onda del torture porn xenofobo iniziata da Hostel arriva questo banale ma a suo modo godibile thriller che si ispira a una delle leggende urbane più note quando si parla di luoghi esotici e turisti in vena di svago: il traffico d'organi. Nessun luogo comune viene trascurato, la violenza è presente ma non esagerata. Discreta la tensione, anche se la piattezza dei personaggi spesso frena il coinvolgimento dello spettatore, che segue la vicenda per lo più con distacco. Belle location, inseguimenti troppo lunghi. Non pessimo, ma c'è di meglio.
MEMORABILE: L'occhio spiedinato; L'operazione di espianto di organi lasciata nel vedo-non-vedo con stacchi rapidi di editing; Le riprese subacquee nelle grotte.
Un film a metà tra il torture-porn di Hostel e la volontà, non proprio convinta, di denunciare lo spaventoso fenomeno dei trafficanti d'organi. Escono un paio di belle sequenze, una filippica socio-politica del matto di turno e qualche inseguimento francamente evitabile. Purtroppo non gioca a favore nemmeno il comportamento irreale dei nostri, i quali si tuffano con triplo carpiato tra le grinfie della minaccia. Ottima la fotografia (il Brasile aiuta) e apprezzabili le generosità fisiche offerte a tutto spiano nella prima parte.
MEMORABILE: L'operazione per rimuovere fegato e reni; L'inseguimento sott'acqua nel labirinto di caverne.
Personaggi al limite del comico (il doppiaggio italiano poi non aiuta) incastonati perfettamente in una location selvaggia, rude, paradisiaca. Il film di Stockwell si divide in due parti: la prima è il classico incipit di giovani in vacanza, la seconda è un escalation di violenza e phatos. Tra thriller e (body) horror si arriva poi a un finale (subacqueo) da vera tachicardia. Tra il cast spicca la bellissima Melissa George.
Ragazzi ambosessi turisti in Brasile fanno baldoria in una capannina sulla spiaggia ma incappano nel peggiore dei traffici. A livello chirurgico viene mostrato pochissimo e se tralasciamo il soggetto possiamo dire di essere nel thriller, ben girato, con buona fotografia e ambientazioni d'eccezione (dalla spieggia, alle grotte subacquee, alla terribile casa del dottore); l'intrattenimento c'è, l'azione e la tensione anche, la pecca sta nell'aver optato per troppi personaggi-preda (con blanda caratterizzazione); il fatto di doverli seguire, ricordare e distinguere crea dispersione.
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In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
HomevideoZender • 7/11/07 09:57 Pianificazione e progetti - 46951 interventi
Annunciata per l'8 novembre, per la Eagle, una fantomatica VERSIONE INTEGRALE V.M. 18 anni! Sangue a litri, suppongo.
Audio: Ita.5.1.ex
Video: 16:9/2.35:1
Extra: poverelli
Mah...Stockwell come regista splatter non ce lo vedo proprio...meglio se continua ad inquadrare fondali marine e i fisici delle sue attrici(Jessica alba su tutte...)
Cmq come film è guardabile,un po' troppo patinato ma almeno non annoia.Nel finale anche questo deborda in territori alla The descent.
HomevideoUndying • 8/11/07 21:15 Controllo di gestione - 7585 interventi
Si, è la versione UNRATED che circola nel Mondo intero (comprensiva di alcuni minuti in più, rispetto all'edizione per la sala): ci sarebbe mancato (ma non era così improbabile) che da noi non fosse uscita...
Comunque il DVD è targato Eagle Pictures: qualità assicurata.
Dovrei entrarne in possesso entro la settimana...
HomevideoZender • 8/11/07 23:26 Pianificazione e progetti - 46951 interventi
Undying ebbe a dire: Comunque il DVD è targato Eagle Pictures: qualità assicurata.
Dovrei entrarne in possesso entro la settimana... Così avremo anche un tuo commento sul film, visto che trovare un horror sul Davinotti senza il commento di Undying è sempre più difficile...
HomevideoUndying • 12/11/07 20:24 Controllo di gestione - 7585 interventi
Zender ebbe a dire: Undying ebbe a dire: Comunque il DVD è targato Eagle Pictures: qualità assicurata.
Dovrei entrarne in possesso entro la settimana... Così avremo anche un tuo commento sul film, visto che trovare un horror sul Davinotti senza il commento di Undying è sempre più difficile...
Non sarà un commento positivo, purtroppo...
HomevideoUndying • 13/11/07 21:44 Controllo di gestione - 7585 interventi
Sul fatto della versione integrale adesso che ne ho preso visione, riservo alcuni dubbi: il dvd riporta infatti il visto censura attribuito in occasione dell'uscita nelle sale cinematografiche italiane e non ha la scritta UNRATED in evidenza (ormai ci stavamo abituando).
Per il resto la qualità (audio/video) si conferma eccellente, mentre la sezione extra è meno che poverella, anzi: è quasi nullatenente (un finale alternativo, le scene tagliate ed il trailer).
Ma d'altra parte, dato il titolo, non c'è da disperare...
CuriositàBuiomega71 • 2/03/11 15:19 Pianificazione e progetti - 24804 interventi
John Stockwell, afferma, in un intervista a Nocturno, che ha vissuto in prima persona la scena in cui i ragazzi si trovano sperduti al villaggio, senza documenti e punti di riferimento. Le successe durante una vacanza in Perù assieme alla moglie.