Miniciclo: 9 THRILLER DALLA PELLE DI DONNA
Costantemente pervaso da un atmosfera morbosa e cupa, "fiaba nerissima femminea" sul peccato dell'incesto e della vendetta, con "angeli sterminatori" muti e sordi, testimoni di porcate innominabili che si consumano tra le mura apparentementi felici di una famiglia modello americana
Noir che trasuda di femminilità, crudele e laido, come Martin Donovan che ogni sera và nella cameretta della figlia (Elisha Cuthbert) dedicandosi a lei con amore che di paterno ha ben poco
Una relazione incestuosa che sembra consenziente (anche la Cuthbert è viperina non poco), ma che sfocia nel pre-finale con una vendetta terrifica e tutta al femminile, a colpi di corda di pianoforte (Lucio Fulci insegna), per poi virare in toni quasi "fiabeschi" (il ballo, le due ragazze che si incamminano nel fiume, lambite dai raggi lunari)
Ancora cinema passionale, febbrile, oscuro, visto dalla parte di lei
Jamie Babbit (con tocchi a volte raffinati, come gli interni cupi, angusti, claustrofobici della villa, ottimamente resi dal direttore della fotografia M.David Mullen), non ha peli sullo stomaco, e racconta il "gruppo di famiglia in un inferno" con lievi reminiscenze di un Ozon , e indaga nei meandri torbidi del marcio che si nasconde nella middle-class americana)
Un pò teenmovie (le cheerleaders, la scuola, le amichette sempre ingrifate, il ragazzotto innamorato), un pò
American Beauty, un pò dramma a tinte fosche con pre-finale violento
Il mutismo e l'isolamento di Dot (una bravissima e bellissima Camilla Belle), la Cuthbert che sussurra al suo orecchio-nella mensa della scuola-cosa le fa il padre ogni notte e la sua voglia di ucciderlo-, le due sequenze significative del rossetto, i momenti, di rara sensibilità, al cinema, Martin Donovan con il ferro da stiro a pochi centimetri dalla faccia, le umiliazioni della madre (Edie Falco), l'amore sui bordi della piscina, Dot che scopre-origliando-il terribile segreto che lega padre e figlia, le crudeltà verso la "diversa" Dot, la furia incontrollata della passione incestuosa (che si respira morbosamente per tutto il film), il finale al pianoforte quasi poetico e sospeso.
Tutti tasselli di un dramma torbido e sottovalutato, morbosetto e scabroso, ma con stile, che non molla mai la tensione, che spesse volte si fà torbida e malsana.
La vendetta femminile su padri tanto insospettabili quanto marci dentro, di figlie "accondiscendenti" , di madri catatoniche e non più attraenti, di mute e vendicative testimoni, di menzogne e di emarginazione, di segreti che affiorano dolorosi, di complicità tutte femminili
Tanto sottostimato quanto intenso e "perverso".