Nonostante la presenza nel cast di attori del calibro di Alberto Sordi, Vittorio De Sica, Tina Pica, Peppino De Filippo e Raf Vallone, le protagoniste vere sono Sophia Loren e Franca Valeri. Soprattutto quest'ultima (coautrice anche della sceneggiatura) si pone come il centro di quasi ogni azione, concentrando su di sé le parti più importanti dell'intera vicenda. Nonostante ciò la sua Cesira esce sconfitta dalla pacifica lotta con la Loren, dimostrando quanto ancora nella società dell'epoca la presenza fisica per una donna fosse preponderante. Tuttavia l’insistere del regista Dino Risi sui due personaggi femminili toglie spazio al resto del cast, confinando attori solitamente usi a ruoli centrali...Leggi tutto in parti poco incisive: Vittorio De Sica ripropone il suo personaggio più tipico e cioè l'artista poeta morto di fame che campa ammaliando con la parola le sue prede. Peppino De Filippo è un fotografo timido ma orgoglioso, incapace di dichiararsi alla “fata bionda” e succubo di un Alberto Sordi invadente come non mai e deciso a rifilargli un’auto rubata. Indimenticabile il balletto che Sordi esegue in pista con la Valeri: ancora una volta dimostra di essere lui il futuro della commedia all'italiana. Mammone, sprezzante, maleducato, il suo personaggio entra di diritto nella galleria delle migliori caratterizzazioni dell’attore. IL SEGNO DI VENERE è forse film poco equilibrato, comunque godibile per l'estrema bravura dei protagonisti e l'innegabile capacità di Risi nel dipingere l'ambiente romano con tutte le sue contraddizioni.
Deliziosa commedia dai toni inconfodibilmente "targati" anni '50, diretta da un giovane ma già impeccabile Dino Risi. Il film si avvale di una brillante sceneggiatura (scritta da nomi illustri tra i quali Zavattini e Flaiano) tutta imperniata sul contrasto fisico e di caratteri tra le due protagoniste femminili e ricco di dialoghi arguti e divertenti. Belle prove di Franca Valeri e Alberto Sordi.
Grande, malinconicissima, perdente Franca Valeri, la cui amarezza e fatica di vivere danno un taglio diverso ad una simpatica commedia minore di Risi, ricca di gustose battute. La Loren è bonissima e comunque capace. Il coro di attori che circondano le due è in stato di grazia. Immortale Sordi con la 1100, Peppino "obbiettivo vivente", De Sica scrittore arruffone e morto di fame. Solo Vallone resta un po' tronfio ma comunque ambiguo nell'usare la Valeri per beccarsi la cugina. Piccolo film ma oggi non si sa fare neanche questo.
MEMORABILE: "Sono l'obbiettivo vivente"; Sordi al ristorante, quando telefona a mamma e quando balla alla festa dei pittori ("Exibition!").
C'è Roma tra dopoguerra e boom economico, con alcuni dei suoi personaggi esemplari, un po' gentiluomini, un po' cialtroni, tutti a modo loro avidi di vita, di allegria, di futuro. Cose che sembrano precluse a Cesira, segnata da un fisico sgraziato e da un carattere introverso. E non l'aiuta il confronto con la trionfante bellezza della cugina Agnese! Gran duetto tra primedonne in questo film che ha il sapore tutt'altro che buonista caratteristico della grande commedia all'italiana.
Un bel cast attoriale a servizio di un giovane Dino Risi. Ne esce un prodotto più che dignitoso, che a prima vista può sembrare mancante di originalità ma che ha un retrogusto amarognolo che non lascia del tutto indifferenti. Bravi tutti ma una segnalazione va a Sordi (attore che non amo particolarmente) che riesce a rendere assai bene il suo personaggio di truffatore/ladro/mammone. Tipica commedia anni '50 che si mangia in un sol boccone il 99% dei prodotti italici odierni.
Bella commedia in agrodolce, con un cast strepitoso che Risi dirige senza fronzoli, perché non ce ne è il minimo bisogno. Sordi (che fa una sorta di supercazzora!) e De Sica sono teatrali, ma sfruttano i loro tòpoi (il primo è in un ruolo di piccolo balordo). Strepitosa la Valeri, anche sceneggiatrice, ma tutti meriterebbero un cenno. Senza essere un capolavoro, è la testimonianza di come il cinema italiano dell’epoca sapesse sfornare film notevoli su temi apparentemente non originali. ***
Sublime Franca Valeri nel dar vita a una bruttina quasi stagionata, sfortunata con gli uomini che corrono sempre dietro a qualcun'altra, a cominciare dalla cugina (e che cugina: la Loren!). Le sue battute fulminanti e la sua interpretazione straniata di fallita che sa sempre incassare il colpo, sono il perno di un ottimo film su cui convergono bravi comprimari (su tutti, Sordi in una caratterizzazione al bacio). Il tutto immerso egregiamente in una Roma che fonde il grande slancio del boom con l'eterna arte d'arrangiarsi. Piacevolissimo.
Una bellissima commedia malinconica, dove Risi mescola abilmente situazioni amare a risate grasse. La Valeri è bravissima, è lei la vera protagonista del film, perché la Loren è del tutto esornativa e serve più come spalla. Da contorno non vanno dimenticate però le grandi caratterizzazioni di De Sica poeta affabulatore, Sordi ladro e mammone, Peppino "obiettivo vivente" e i battibecchi fra Tina Pica e Virgilio Riento. Un piccolo gioiello della commedia italiana.
Un giovane ma già pungente Risi per un film divertentissimo ma anche amaro. La bruttezza come peccato imperdonabile (vedasi la Valeri e De Filippo) e la bellezza che muove tutto e a cui si perdona tutto (la Loren e Vallone saranno i soli a "combinare il guaio", eppure verranno festeggiati e benedetti con un matrimonio riparatore). Bravo Sordi, ma grandiosa é la Valeri nel dissimulare le delusioni, frustrazioni e invidie quotidiane.
MEMORABILE: La Loren che diventa subito il centro del festino, mantre il suo accompagnatore De Filippo finisce a preparare panini...
Primo grande film di Risi e prova generale della commedia all’italiana. Il neorealismo degli affollati condomini cittadini, delle vespe, delle automobili 1400 di cilindrata, dei nuovi balli giovanili, delle osterie romane, delle Case del Passeggero, dei fotoromanzi, dei bus strapieni, dei personaggi presi dal vivo, si fa autorevole materia per una commedia di costume e si pone come controcanto alla storia del destino crudele di Cesira, la dattilografa bruttina, che non riesce mai a trovare marito. Straordinaria parata di stelle. Un film da leccarsi i baffi.
MEMORABILE: La strepitosa bellezza di Sophia Loren, l'accorata bravura di Franca Valeri, il truffatore e scocciatore Sordi, l'irresistibile brontolona Tina Pica...
Cesira è una modesta dattilografa con molti sogni in testa: vive presso gli zii, insieme ad una cugina molto più avvenente, che finisce per attirare l'attenzione di tutti gli uomini, compreso un vigile del fuoco su cui invece l'altra aveva fatto un pensierino... Commedia amarognola con un cast eccezionale, anche nei ruoli minori (Sordi impagabile), ma che si appoggia quasi interamente sulle spalle di Valeri: è grazie a lei se questa "preziosa ridicola" conserva - al di là delle invidie, le piccinerie, gli incongrui snobbismi - uno spessore umano che la rende credibile, in fondo commovente.
MEMORABILE: Nella sequenza finale, la corsa verso il tram, lo sguardo perduto al di là del finestrino
Triste ritratto sui condizionamenti che la società, tramite la famiglia, i colleghi, gli amici e le conoscenze estemporanee, impone alle donne, destinate ad avere le porte aperte se belle e compiacenti, viceversa costrette a una vita squallida se poco attraenti. L’opera è nel complesso drammatica e risente del ruolo affidato a Sordi che, pur simpatico, riduce a improbabile macchietta il suo personaggio, rendendolo stridente con gli altri interpreti e togliendo equilibrio all'insieme. Sottolinerei le prove della Valeri e della Loren.
MEMORABILE: La casa del passeggero; L’eccezionale veduta di viale Libia; Sordi balla con la Valeri: uno spettacolo!
Commedia godibilissima e pungente con un cast stellare, che si regge in gran parte sulla verve di Sordi e sulla straordinaria interpretazione di Franca Valeri, sconfitta e delusa in amore perché gli uomini le preferiscono la procace cugina interpretata dalla Loren. Tutti sono perfettamente in parte e si intravede uno spartiacque tra neorealismo e commedia.
Davvero una bella commedia: semplice, sciocchina ma godibilissima, con una Valeri sugli scudi attorniata da un cast grandioso; fra i tanti scelgo De Sica, una prova eccellente in un ruolo da furbetto facile da smascherare. Bravi anche Sordi e la Pica, mentre sottotono appare la Loren. Un film, comunque, la cui visione non spiace davvero. ***
Buona commedia diretta da Dino Risi condita da sorrisi e sentimenti e da uno stuolo di istrioni del nostro cinema. Certo il risultato (considerando il grande cast) poteva essere migliore, ma si assiste a una serie di momenti godibilissimi dove spiccano per bravura Franca Valeri e Vittorio De Sica. La Loren è bellissima e se la cava piuttosto bene. Sordi e De Filippo in forma.
L'inizio è assolutamente insopportabile, con gli attori prigionieri dei loro ruoli di sempre e, almeno per me avvezzo alle apparizioni televisive degli stessi nei varietà domenicali che vedevo da bambino in tv, difficilmente digeribili. Col tempo (cinematografico) si possono individuare quei tratti di sana psicologia che saranno un segno di distinzione del cinema di Risi. Si tratta di un film però eccessivamente costruito sugli attori, che lavorano su misura per un pubblico di aficionados.
Tutti gli uomini su cui la povera Cesira posa gli occhi le voltano le spalle preferendole un'altra (a partire dalla bella cugina Sophia Loren). Risi si destreggia tra la farsa e il realismo poetico, facendo danzare una galleria di personaggi di provata riuscita (l'impacciato Peppino, Vallone forte e gagliardo, Sordi coatto e fanfarone, De Sica poeta spiantato, la Loren straripante e popolaresca) attorno alla vera protagonista, un'impagabile Franca Valeri che sembra quasi l'omologo femminile del timido Marty di Ernest Borgnine. Commedia garbata.
MEMORABILE: I ripetuti tentativi di Sordi di vendere a Peppino un'automobile (evidentemente rubata) accampando scuse per evitare il passaggio di proprietà.
Risi dimostra già il proprio spessore organizzando una commedia agrodolce dove i toni comici più evidenti (e forse voluti dalla produzione) convivono con una visione esistenziale spietata. I protagonisti maschili, cialtroni mammoni e traditori, danno risalto alla malinconica parabola di Cesira, né brutta né bella e troppo candida e intelligente per la meschinità del mondo. Bravissima la Valeri, ovviamente notevole il cast a supporto. C'è anche la Loren.
Commedia graziosa che nella sua semplicità e malinconia ci regala momenti di grande spessore, avallata da un cast strepitoso. Tutto il film gira intorno alle diversità delle due cugine, una attraente e l'altra bruttina e perdente, che si vede sfuggire tutti gli uomini rimanendo zittella. La Valeri è impareggiabile mentre la Loren assolve il compito senza sbavature. Non dimentichiamoci le parti di un Sordi in palla e soprattutto di un istrionico De Sica. Per essere all'inizio di carriera Risi mostra già tutta la sua grandezza.
Sullo sfondo di una Roma che ormai non esiste più si muovono Agnese e Cesira, due cugine dall’aspetto differente. Si rimane attorno a questo particolare, riempiendolo con situazioni spesso ininfluenti alla trama ma dalla presa quasi sicura, dal momento che si avvalgono di attori del calibro di Alberto Sordi, Peppino De Filippo, Tina Pica e Vittorio De Sica. Ci si dimentica, quindi, dell’assenza di una trama concisa e diretta, pur rimanendo discretamente soddisfatti anche per lo spaccato sociale di un periodo passato.
Profondamente divertente, nel duplice talento, tipico della meglio commedia para neorealista, di verificare luoghi (la Roma solare e notturna, cialtrona e ambiziosa) e personaggi la cui deformazione comica non tollera né riflette puzze sotto il naso. Nella mostruosa galleria di bravura del film, particolarmente rivelatrici e anticipatrici le figure femminili della pertinacemente maldestra Cesira/Valeri e della suo malgrado concupiscente Agnese/Loren, attorniate da esili quanto ingombranti simulacri maschili, tra cui svettano inarrivabili De Sica e Sordi. Risi fa levitare e inforna.
MEMORABILE: I monologhi di Sordi venditore con la fissa della 1400 e della mamma.
Due cugine (una giovane e bella, l’altra zitella e bruttina) vivono le loro avventure sullo sfondo della Roma del boom economico. Classica commedia all’italiana anni 50 con storie che si intrecciano a meraviglia. Vanta un mix di finezza di tratto, neorealismo, e momenti di dirompente comicità, con argute note di costume. Risi sempre bravo ad aggiungere la sua tipica nota di tristezza. Sublime l’interpretazione stralunata e malinconica della Valeri affiancata da un cast di protagonisti e comprimari di gran spessore, interamente al meglio delle loro doti.
Commedia quantomai tipica del periodo (agrodolce, a tratti troppo dolce) con due pezzi da novanta: Sordi e Valeri. Per quanto la trama possa essere ovvia e a tratti banale, non si può resistere alla veridicità e spassosità del primo e alle battute piccate e audaci della seconda. Un teatrino armonioso, leggero eppur irriverente adattissimo per un momento di puro intrattenimento evasivo ma di classe.
Dattilografa insegue l'amore. Inizio brillante con la ricerca del marito da sposare per una eccellente Valeri che mischia i buoni sentimenti al suo saper incassare le delusioni. Col passare degli incontri il tema matrimoniale diviene melenso per il duo Loren/Vallone e mesto per lo spiantato De Sica. Conclusione per nulla comune in cui la stessa Valeri, pur "fregata" dagli uomini, preserva la sua dignità. Nota per Sordi che nel ruolo del classico truffatore non nasconde un lato sgradevole. De Filippo appare troppo anziano come pretendente alle grazie dell'avvenente Loren.
MEMORABILE: Il balletto tra Sordi e la Valeri; La Valeri che cambia opinione sull'incidente d'auto; De Sica che paga la cena coi soldi della colletta.
Attorno a due ragazze (cugine) girano numerosi uomini, ognuno con scopi diversi. Commedia non propriamente brillante ma che comunque riesce a intrattenere grazie ai personaggi e a una sorta di serie di sketch. Franca Valeri ottima interprete, colonna portante del film (qui anche co-sceneggiatrice), più dell'attraente Sophia Loren. Non male dopotutto, anche se ha una tendenza a scendere.
Film con tutte le star della Titanus in quel periodo, basato su una storia dolceamara scritta da Franca Valeri e condotto magistralmente da Dino Risi, che propone una sequenza di situazioni comiche memorabili e che riesce a fare in modo che ogni attore dia il meglio di sé. Memorabili in particolare i duetti tra Sordi e Peppino, nonché Vittorio De Sica intellettuale truffaldino. Fantastica la Valeri.
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DiscussioneGugly • 11/06/08 21:30 Archivista in seconda - 4713 interventi
di questo film, nonostante sia datato, ho apprezzato il fatto che il personaggio della Loren si stato tratteggiato positivamente, ovvero che non ci sia il contrasto netto tra le due cugine, mentre tutto il resto è molto anni 50, compresa la moraletta ipocrita per la serie la donna ci sta ma non lo da a vadere) con matrimonio riparatore incorporato ( e anche Vallone non ci fa una bella figura, Risi touch per eccellenza)