E così, dopo il clamoroso flop di OCCHIOPINOCCHIO, Francesco Nuti torna sui suoi passi riproponendoci la solita storia del campione di biliardo innamorato e bizzarro. Purtroppo per lui la freschezza degli esordi è solo un ricordo e la presunzione di essere un autore con la A maiuscola lo riporta a commettere errori madornali. IL SIGNOR QUINDICIPALLE (il nome gli proviene dall'essere l'unico capace di infilare quindici palle da biliardo in buca con un sol colpo) è un film sceneggiato male, stanco, che offre gli unici momenti divertenti quando può rispolverare antidiluviani giochi d’equivoci che si creano tra la famiglia di vecchie zie...Leggi tutto bacchettone che credono Sissi (la prorompente Sabrina Ferilli) un'impiegata delle edizioni Paoline e Sissi stessa, prostituta d'alto bordo, con Nuti a giostrare l'incandescente situazione. Ma è poca cosa, perché il resto sono gran carrellate al cimitero e al biliardo (i colpi comunque sono davvero spettacolari), abuso di musiche scatenate (ben inserite, ma a dir poco frastornanti), uno strip mancato della Ferilli (che mai ci degna nemmeno di un’audace scollatura), gli immancabili amarcord dell'altrettanto immancabile Novello Novelli, i monologhi di Nuti sul padre scomparso, le sfide sul tavolo verde che fanno tanto IO, CHIARA E LO SCURO. Certo, rispetto a OCCHIOPINOCCHIO ritroviamo un Nuti meno megalomane, ma la via verso la commedia surreale, brillante e originale degli esordi (sofisticata e divertente) è ancora lunga da ripercorrere, perché qui di idee ce ne sono proprio pochine. Una sola scena è degna del suo passato: quella alle giostre sul cavallino bizzoso. Marcel M.J. Davinotti jr. Chiudi
Commedia piuttosto scipita di Nuti, che rappresenta il suo ritorno al cinema dopo alcuni anni di lontananza dal set. Ancora una volta (forse per mancanza di ispirazione) il tema è costituito dal biliardo, con chiari rimandi all'infanzia che hanno sapore autobiografico. Il limite del film è la chiara incapacità di sviluppare una storia che vada oltre le solite gag tra l'altro non sempre riuscite. Non funziona infine l'accoppiata tra lo stesso Nuti e la Ferilli.
Dopo il flop ecco un mediocre filmetto che non fa sbellicare dalle risate né sollazza poi troppo ma, quanto meno, è dignitoso. Il Nuti con Novello a fianco, qui quasi co-protagonista, ed una "Escort"\Ferilli godibile fa del suo meglio e nel suo meglio ci troviamo almeno qualche divertente situazione. La storia è banale, non ci piove, ed anche i "tic" cinematografici tipici del comico funzionano abbastanza, ma è difficile apprezzarla appieno. Resta comunque guardabile e nulla più!
MEMORABILE: "Lei... lavora alle Edizioni Paoline!"
La Ferilli è sensuale, Nuti discreto, c'è pure il carissimo Novello Novelli, eppure il film non decolla. L'incipt non è male, a tratti anche la presentazione funziona, però sono solo dei momenti perché vi sono tantissime altre cose che non funzionano, ed è un peccato. Riuscito a metà, ma guardabile.
I film di Nuti lasciano sempre un retrogusto triste, ed anche questo non se ne scosta. Crisi nera per Francesco che non riesce a far quadrare la sua vita fatta di tavoli verdi e famiglia-gineceo (la scena della sorella che mostra il seno all'attonito Nuti è cultissima). Amo l'attore, prima ancora che regista, amo la sua poetica e il suo modo lieve di trasporre le sue idee ma qui, pur essendo larghi di manica, non si riesce ad arrivare ad un ***, anzi direi si resta sul **, **!. La Ferilli (incredibile) non sfigura.
Quattro anni dopo il disastroso Occhio Pinocchio Nuti torna al cinema con
un film su una delle sue passioni: il biliardo. Buona occasione per riprendersi non fosse che lo fa in maniera spenta e senza alcuna idea. La storia, infatti, è di rara
pochezza e di una prevedibilità sconcertante. Inoltre non si ride ed alla fine ci si
accorge di aver assistito al solito filmetto inutile. Almeno non è volgare come altre
sue pellicole ma non basta a salvarlo dal naufragio.
Nuti tenta di riproporre un personaggio simile a quello che lo aveva portato al successo in Io, Chiara e lo Scuro: la passione per il biliardo e l'amore (questa volta per una prostituta che deve far finta di essere la sua fidanzata). Ma purtroppo non ritrova lo stesso senso del ritmo e la stessa verve, la sua stessa interpretazione appare stanca e annoiata e la storia scade più volte nella banalità. Resta il buon finale, che però rimane ben poca cosa di fronte all'intero film.
Nuti torna al biliardo che tanto gli aveva regalato in termini cinematografici negli anni precedenti. Gli antichi fasti sono però evaporati lasciando posto ad una commedia sciapa e priva di mordente. Manca financo quella semplice poesia che caratterizzava le prime opere dell'artista toscano. La Ferilli ha tempi da fiction non da cinema.
Manca la verve caratteristica degli inizi di Nuti e probabilmente la ricerca di una raffinatezza registica un po' esasperata penalizza la parte più comica, della quale non rimangono che sprazzi. La Ferilli sembra funzionare ma non osa più di tanto, troppa pellicola dedicata al tavolo da biliardo, del quale salvo il bel finale con comparizione del papà del protagonista e tocco magico che dà significato al titolo del film.
Forse per puro campanilismo, viste le mie profonde radici toscane, non riesco a bocciare completamente il lavoro dello sfortunato attore e regista. Nuti di sicuro mette grande impegno nel confezionare i suoi film, che però malauguratamente sembrano assomigliare troppo l'uno all'altro rischiando di annoiare lo spettatore, il quale si ritrova ogni volta nel piatto la stessa minestra riscaldata. Innegabile qualche raro spunto di comicità casereccia toscana, ma forse troppo poco per giudicare del tutto positivamente il film.
Un Io, Chiara e lo scuro 2.0. Dopo essere stato bastonato per OcchioPinocchio, Nuti prende una pausa di riflessione e si ripresenta riprendendo i temi al pubblico più cari, centrando l'obiettivo. La storia ha la sua attrattiva grazie a qualche gag centrata e a una regia alla ricerca di inquadrature di ampio respiro. La Ferilli è comunque da urlo, riuscendo anche a recitare in maniera convincente. Simpatiche le parti affidate al grande Novello Novelli. Musiche sempre del fido fratello, ma qui meno adatte al contesto. Non male.
Francesco Nuti dirige e interpreta questa commedia incentrata nuovamente sul mondo del biliardo ma stavolta non raggiunge risultati molto soddisfacenti, anche se qualche momento riuscito c'è. In questa occasione ha come compagna di viaggio un'ammaliante Sabrina Ferilli che però non è così coinvolgente nella recitazione. Peccato vedere sprecato il talento stralunato di Nuti.
Un Nuti che ritorna su suoi passi e ripercorre tracce già tracciate. Ancora il biliardo, ancora l'aspetto poetico-sentimentale. Magari isolando solo questo il giudizio sarebbe migliore, ma non si può trascurare il fatto che certi aspetti già li aveva presentati anni prima. Film comunque lieve, non volgare e guardabile, anche se manca il "guizzo". La Ferilli bellissima, Novello Novelli rassicurante e in parte.
MEMORABILE: La scena sulle giostre col cavallino imbizzarrito.
Per mandare quindici palle in buca con un colpo solo di stecca (o di manico di scopa) basta posizionarle nel giusto modo e allenarsi a più non posso, fino a riuscire nell'intento. Diverso è confezionare un film: anche se si possono posizionare gli interpreti, scegliere i punti di ripresa e le battute, non sempre tutto va a buon fine, anche perché se le palle sono andate tutte in buca lo decide lo spettatore, non chi manovra la stecca. Detto questo il film di Nuti non è proprio da buttare; è fatto con una certa cura, lieve e con simpatiche facce.
L'inizio della storia non è male (l'infanzia, il biliardo, l'amicizia con il maestro Novelli) poi, piano piano, sembra rallentare un po' tutto con l'arrivo della escort Ferilli, non proprio indimenticabile... Pochissime le trovate comiche e poco comunicativo il protagonista (memorabili rimarranno i suoi sguardi fissi nel vuoto) che ha comunque al suo fianco delle valide spalle. La decadenza di Nuti è ahimè già iniziata da un pezzo.
La freschezza artistica del comico toscano evapora in questo film che segna il prosieguo del suo declino. Intendiamoci, non tutto è da buttare perché una certa sincerità di fondo c'è anche nel voler cambiare stile di racconto. Quello che manca però è costrutto e spessore dei personaggi, che vagano senza una vera identità per tutto il film. Questo è il difetto peggiore di tutta l'opera. Peccato perché sono convinto che Nuti ci abbia messo l'anima.
Spiace stroncarlo, perché la ripresa del campione di biliardo non è solo funzionale a un narcisistico esibizionismo (che pure c'è): Nuti in questa esile storiella si gioca l'anima, lo si capisce soprattutto dall'ossessione per il fantasma del padre (barbiere, toscano, comunista, gran bestemmiatore, fumatore, giocatore di carambola e puttaniere) da cui cerca lumi su un mondo ormai troppo cambiato. Purtroppo il vero Francesco restituisce solo involontariamente la sua crisi, senza sublimarla. Ai tempi la critica ironizzò: due palle, altro che 15!
MEMORABILE: Il confronto con il fantasma del padre.
Meglio di quanto si dica in giro, sebbene i fasti di Casablanca appaiano ben distanti. Alcune gag funzionano e in certi momenti si coglie ancora la comicità malinconica di Nuti (vedi le scene dei fiori nel cimitero) o quella surreale (il pranzo con la famiglia), ma in generale si ha l'impressione di assistere a un medley di scene già viste. La escort Ferilli è brava ma se la cava molto bene anche la Weber, che tornerà a lavorare con Nuti nel più riuscito Io amo Andrea. Immancabili, anche se un po' sacrificati, Petrocelli e Novello Novelli.
MEMORABILE: "Da oggi sono un bel cliente anch'io".
Film senza mordente con un Nuti non particolarmente ispirato. Terzo omaggio al mondo del biliardo da parte del regista. I personaggi non sono ben caratterizzati, sembrano quasi svogliati. La escort Ferilli alza un pochino le sorti della pellicola. Qualche gag simpatica per fortuna c'è, giusto per ricordarci con rammarico di quanto potenziale ci sia in Nuti (ahimè da tempo non sfruttato).
Insulso e autoreferenziale, testimonia della perduta vena creativa, che agonizza nel tentativo bell'e buono di rifare quanto era stato fatto (un po') meglio prima. Probabilmente se Nuti avesse accolto il tracollo anziché opporvisi producendo questo genere di opere, forse ne avrebbe anche sofferto meno. Buona la Ferilli, il resto è davvero senza note di interesse.
Campione di biliardo conosce una escort al cimitero. Trama inesistente in cui Nuti si serve delle solite armi: il tappeto verde e la bellona di turno. Il gioco serve per mostrare qualche buon colpo e la classica finale al campionato mondiale non è nemmeno sfruttata. La gag delle donne di casa che pretendono la fidanzata perfetta non ha una sua vera funzione nella storia. Inguardabile la scena in cui la sorella si denuda perché pensa di poter guadagnare come squillo. Come regìa ogni tanto prova inquadrature ricercate.
MEMORABILE: La Ferilli che balla sul tavolo; L'esibizione; Il colpo con la scopa bendato.
Ancora una volta il bigliardo e la tiritera sentimentale: tutto già visto e stravisto quando negli Anni '80 Nuti scaldava i cuori e consumò le sue cartucce. Una déjà vu probabilmente partorito dal sogno - non realizzato - di ripetere il successo con i suoi tormentoni e dal fatto che, in pieni Anni '90 (Pieraccioni) sembrava bastasse presentarsi con la C strascicata per agguantarsi un finanziamento a un film. Inutile e persino fastidiosa commedia che non aggiunge nulla a quanto già visto. C'è solo la bellezza della Ferilli... con acerba recitazione.
Ammirevole tentativo da parte di Francesco Nuti di recuperare la popolarità perduta dopo il disastro del suo Pinocchio. Il bigliardo, la vita di campagna, Novello Novelli padre putativo (mentre il padre vero, Giminiani, è un sogno di purezza perduta) funzionano, ma Sabrina Ferilli è ridondante e qui piuttosto antipatica e non lega mai con Nuti, a sua volta appesantito e poco brillante.
MEMORABILE: La cena con la Ferilli e tutte le donne di famiglia.
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HomevideoZender • 5/06/08 11:02 Capo scrivano - 46886 interventi
In uscita oggi 5 giugno 2008 il dvd del film, per la Medusa.
Audio: Ita.5.1
Video: 16:9/Ws
MusichePanza • 17/01/14 18:40 Contratto a progetto - 5160 interventi
Le canzoni del film:
Rossella Ruini, Gambe strut (G. Nuti - Galardini)
Gaetano e le "The Pool Sisters" (Rossella Ruini, Lucia Cappelli, Emanuela Berti), Il signor quindicipalle (G. Nuti - Galardini)