Last breath - Film (2025)

Last breath
Locandina Last breath - Film (2025)
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Last Breath
Anno: 2025
Genere: drammatico (colore)

Cast completo di Last breath

Note: Tratto da una storia vera da cui lo stesso regista aveva tratto l'omonimo documentario.

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La nostra recensione di Last breath

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Tratto da una storia vera da cui il regista Alex Parkinson aveva già tratto nel 2019 il documentario omonimo, il film racconta quanto accadde a una spedizione che nel 2012 scese nelle profondità del Mare del Nord (partenza da Aberdeen, in Scozia) per la riparazione di alcune importanti tubature che garantivano il gas a buona parte delle zone limitrofe. Che il film non faccia dall'originalità la sua forza lo si capisce dal titolo e dalla locandina, uguali a mille altri. D'altra parte, ci viene ribadito, si sta riportando un fatto di cronaca cercando di attenersi alla realtà dei fatti: non si può pretendere...Leggi tutto spettacolo ad ogni costo come se si stesse inventando una vicenda mai accaduta con l'unico scopo di intrattenere.

Eppure - a dirla tutta - i personaggi che compongono l'equipaggio della nave e i palombari sembrano usciti da un action qualsiasi e, se non fosse per la ben nota predisposizione all'ironia e la bravura di Woody Harrelson, poco ci sarebbe da dire del cast. Le caratterizzazioni sono chiaramente derivate da stereotipi: Chris (Cole) è il bravo ragazzo che deve farsi una vita con la fidanzata (Rainsbury) che lo ama, Dave (Liu) è l'orientale che ovviamente non parla e ti guarda storto, Andre (Harrelson) è l'uomo di grande esperienza che sdrammatizza senza però mai trasformarsi in macchietta. Loro sono quelli che s'immergono nella campana legata alla nave che li fa scendere negli abissi e quelli che più si vedono.

Poi c'è l'equipaggio sulla nave, meno singolarmente definito ma che avrà presto un ruolo fondamentale. Perché quando arriva la tempesta qualcosa succede, e il primo a uscire allo scoperto nelle profondità del Mare del Nord, il giovane Chris, diventerà la figura chiave, suo malgrado. Càpita infatti che, nel momento del panico diffuso causato dall'infuriare in superficie della tempesta, con la nave che perde il contatto con la campana subacquea, il cavo che legava Chris alla stessa si spezzi. Dove il nostro sia finito sulle prime non si capisce, ma sappiamo benissimo che la sua scorta di ossigeno finirà quanto prima. E su questo gioca il film, che riporta un evento giustamente definito "miracoloso" (ciò che in definitiva giustifica la realizzazione di ben due opere tratte da quanto accaduto) senza tuttavia poterne convertire la potenza in azione.

Se quindi ci si discosta dai molti film già prodotti in tema, lo si deve principalmente a una narrazione molto sobria, priva di quegli effetti e musiche tonitruanti abitualmente legati alle fasi di suspense; perché tali fasi, in sostanza, qui quasi non esistono: rispetto al solito poco accade, nel corso dell'intera storia. La nave è in balia di onde (alcune riprese notturne mostrano l'imbarcazione spostarsi faticosamente tra i marosi) che sembrano sempre le stesse ed è in cabina che tutto si decide: quando ad esempio il comandante (Curtis) decide di innestare la sconsigliatissima guida manuale per recuperare il corpo del povero Chris.

Nel frattempo i minuti in cui il sangue non pompa al cervello del giovane si fanno di attimo in attimo più teoricamente ingestibili, per un'equipe medica, e durante questo arco di tempo si sovrappongono le discussioni su come riportare in nave almeno il corpo. La volontà di mantenere un approccio realistico e lontano da fantascienza, horror o azione spinta fornisce al film il pretesto per difendersi dalle accuse di una narrazione piuttosto piatta, che si concretizza in dialoghi anonimi e in riprese subacquee solo di rado davvero coinvolgenti. La confezione è di discreto livello, ma la quasi totale assenza di scene che possano lasciare il segno si sente, e il lungo finale con appassionati abbracci sulle rive del mare dà l'impressione di chi non sa bene come “fare metraggio” in altro modo. Sui titoli di coda brevi filmati dei veri protagonisti della vicenda, come da prassi.

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Tutti i commenti e le recensioni di Last breath

TITOLO INSERITO IL GIORNO 20/03/25 DAL BENEMERITO CAPANNELLE POI DAVINOTTATO IL GIORNO 7/09/25
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Capannelle 20/03/25 00:03 - 4626 commenti

I gusti di Capannelle

Alla fine, che tu sia perso nello spazio o negli abissi del mare, le dinamiche e lo sfruttamento degli spazi sono sempre gli stessi. E dire che in questo caso la storia, che ha del miracoloso, non è nemmeno inventata. Abbiamo i quaranta minuti iniziali che tengono bene, presentando un cast ben assortito. Poi, dopo l'incidente, il ritmo cala un po' e la tensione ha bisogno di ricrearsi quando ci si avvicina al finale. Si può dire che, pur senza contare su alcuna sorpresa, tutta la gestione del film sa tenersi a galla con professionalità: regia, ritmo narrativo, musiche ed effetti.

Herrkinski 20/03/25 12:08 - 8875 commenti

I gusti di Herrkinski

Compendio al documentario del 2019, è la ricostruzione di un incidente subacqueo nel quale un uomo restò per quaranta minuti svenuto senza ossigeno, per poi riprendersi miracolosamente una volta riportato al sicuro; le fasi dell'operazione di salvataggio e i dettagli tecnici e ambientali sono aderenti alla realtà, così come l'incredibile risveglio del protagonista. Una storia di sopravvivenza che di certo ha del misterioso, tuttavia più interessante sulla carta che altro; non ci sono infatti concessioni alla spettacolarità e la tensione è relativa, nonostante riesca a non annoiare.

Il ferrini 26/04/25 00:37 - 2809 commenti

I gusti di Il ferrini

Davvero emozionante e non era facile, visti i tanti tecnicismi che riguardano la vicenda. Ma il regista ha già girato il documentario, quindi qui si concentra sulla narrazione, tendendola come una corda per 90' e regalandoci almeno tre bei personaggi: un forte rapporto paterno (Harrelson/Cole) e un eroe che compie l'impossibile (Liu). Appassionante anche ciò che accade sulla nave e che concorre a quello che si può considerare un miracolo. Colpisce forte la musica, soprattutto nella fase del recupero di Chris. Qualche inevitabile cliché ma avercene, di film così.
MEMORABILE: "Quando ho iniziato, servivano solo due cose: un po' di buon senso e una buona bottiglia di Scotch". (Woody Harrelson)

Marmotta 24/07/25 10:52 - 260 commenti

I gusti di Marmotta

Un'escursione ipertecnica negli abissi marini caratterizzata da fotografia tersa, a un palmo dai gasdotti che devono essere manutenuti da operai subacquei altamente specializzati. Diviene presto un'epopea di salvataggio a tre voci e una nave, nella camera pressurizzata immersa nel Mar del Nord che porta con sé i protagonisti. Spicca un Woody Harrelson in splendida forma. Al di là della dose retorica del buonismo reducistico, alla Tempesta perfetta, il film funziona per la costruzione dell'atmosfera claustrofobica e la descrizione della solidarietà umana nelle situazioni critiche.

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