Io la conoscevo bene - Film (1965)

Io la conoscevo bene
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MMJ Davinotti jr
Anno: 1965
Genere: drammatico (bianco e nero)
Note: Nastro d'argento 1966 per la miglior regia, la miglior sceneggiatura e a Ugo Tognazzi come miglior attore non protagonista. Premio per la miglior regia al Festival di Mar del Plata 1966. Restaurato nel 1999 dall'associazione Philip Morris progetto cinema, in collaborazione con la Titanus e la Fondazione Centro Sperimentale di cinematografia - Cineteca nazionale.
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L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 20/01/08 DAL BENEMERITO GUGLY POI DAVINOTTATO IL GIORNO 21/10/11
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Gugly 20/01/08 12:10 - 1201 commenti

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Storia di una ragazza che, fra l'altro, tenta di sfondare nel cinema; nel frattempo, si lascia letteralmente vivere dagli eventi che subisce quasi senza colpo ferire, fino a che... Triste e splendido ritratto di donna di un regista oggi da rivalutare; la narrazione procede più per accumuli che per logica spazio temporale, ma insieme all'ambientazione e all'uso insistito delle canzonette di allora, restituisce l'altra faccia del boom, fatta di solitudine e difetti meschini di molta brava gente.
MEMORABILE: La sequenza iniziale; l'esibizione del guitto Tognazzi.

Galbo 13/06/08 05:58 - 12551 commenti

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Tra i migliori film italiani realizzati negli anni '60, Io la conoscevo bene è il frutto di una bella sceneggiatura (scritta tra gli altri dal regista Ettore Scola) che ritrae come meglio non si potrebbe una figura di donna che si lascia trasportare da eventi e situazioni fino ad una triste e poco evitabile deriva. Realizzato in modo volutamente frammentario ed atipico per il cinema italiano, il film è segnato dalla buona prova della Sandrelli accanto alla quale si alternano alcuni tra i migliori attori italiani.

Matalo! 22/09/08 16:43 - 1378 commenti

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Capolavoro di Pietrangeli, il migliore regista di commedie all'italiana (ma non solo); che tanto commedia poi non è questo, anzi. Diciamo che è un ritratto dell'orrore quotidiano di una giovane stellina in cerca di fama negli anni in cui la fama sembrava in regalo a tutti. Attorno ad una Sandrelli in stato di grazia delle figure meravigliose tra cui Adorf, pugile buono, e l'indimenticabile attore fallito interpretato da Tognazzi. Uno dei vertici del nostro cinema.
MEMORABILE: Tognazzi nell'umiliante esibizione.

Homesick 17/07/09 17:21 - 5737 commenti

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Anche nei periodi storici di maggior benessere come l'Italia del boom c'è sempre qualcuno che riflette sul lato oscuro: attraverso il ritratto di una donna umiliata e perdente, Pietrangeli mette a fuoco le lusinghe del mondo dello spettacolo e del suo culto dell'apparenza e del successo. Narrazione oggettiva, originale organizzazione del montaggio, figure sobrie e veritiere: il cinismo di Manfredi e Salerno, il realismo di Fuchsberger e Ferro, la timidezza di Nero, la malinconia dei falliti Adorf e Tognazzi
MEMORABILE: La sfilata dopo il match a teatro. L'esibizione di Tognazzi. La proiezione del provino (manipolato) della Sandrelli.

Noir 30/10/09 17:34 - 24 commenti

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La Sandrelli con il suo sguardo triste e trasognato è perfetta nella parte della protagonista. Drammatica parabola discendente di una giovane ragazza che vive la vita con innocente leggerezza. Ottimo film di Pietrangeli condito, oltre che dalla bellissima protagonista, da una cerchia di comprimari (Manfredi, Tognazzi, Salerno...) che incarnano vari aspetti del presunto benessere di quel periodo. Malinconico.

Stefania 1/11/09 17:34 - 1599 commenti

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Già il titolo è una bugia, nessuno conosceva bene la protagonista, e questo è un film che parla delle tante bugie, finzioni, ipocrisie, che fanno parte della liturgia del culto dell'apparire. Adriana è una figura tragica perché è un'arrivista, ma un'arrivista ingenua: non può capitare di peggio! E il corto circuito per lei si compie quando non riesce più a conciliare il suo bisogno di verità con la falsità di quanto la circonda. Pietrangeli li conosce invece bene, i suoi personaggi, e li ama tutti: perciò il suo film è così vero!

Capannelle 7/01/10 09:29 - 4512 commenti

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Il personaggio di Adriana, descritto con cinismo nel film dalle parole dello scrittore, è di quelli speciali e la Sandrelli ci regala una prestazione da ricordare. Attorno a lei varie figure prese a prestito dai racconti di Fellini e Risi che per la verità poco aggiungono al sapore del film se si fa eccezione per l'amarissimo intermezzo di Tognazzi. Lungaggini assortite qua e là ma rimane un notevole affresco applicabile anche all'età moderna.

B. Legnani 19/03/10 17:50 - 5617 commenti

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Notevolissimo film di Pietrangeli, con una Sandrelli di incredibile bravura e un cast che definire "secondario" fa quasi sorridere (grandissimi i duetti Salerno-Tognazzi). Film di grande verosimiglianza, con alcuni tocchi di vera classe (bellissimo il flashback della birra, la cui conclusione - non anticipata dall'episodio pistoiese - non è certo casuale). Secco ritratto del ciarpame, del cinismo e della cialtroneria del mondo dello spettacolo degli splendidi Anni Sessanta. Ottimo corredo canzonettistico.
MEMORABILE: Adriana che ballonzola sulle note del Letkiss. Adriana che legge il dattiloscritto. L'interrogatorio di Turi Ferro.

Xamini 12/04/10 00:55 - 1277 commenti

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Una Sandrelli in gran forma, accompagnata da comprimari che abbisognano di presentazione conduce e si fa condurre attraverso un affresco amaro del mondo dello spettacolo dell'epoca. La scelta della frammentarietà nella narrazione lo rende originale nell'approccio ma anche ripetitivo e adatto a palati più fini.

Rebis 31/05/10 20:17 - 2429 commenti

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L'assiduo inanellarsi di occasioni, liaisons, pretesti, opportunità e inganni ottunde il ritmo complessivo e sprigiona, in compenso, un mood disinvolto e laconico, votato alla sconclusionatezza, che ci rende ancor più impreparati al secco e necessario epilogo. Pietrangeli, attraverso un cangiante ritratto di donna, allude all'Italia intera e sa cogliere con pochi calibratissimi dettagli l'essenza tragica e la fatuità di ogni personaggio (strepitoso Tognazzi). La composizione delle immagini è ricercata e preziosa; la Sandrelli ad un vertice di bravura e incanto. Splendida soundtrack.

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Pau 26/07/10 01:56 - 125 commenti

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Chi è Adriana (una Sandrelli forse mai più così brava)? La regia di Pietrangeli e la bella sceneggiatura a sei mani (oltre al regista, Maccari e Scola) ce la mostrano, via via che i vari "frammenti" di racconto si susseguono, sognatrice e disillusa, malinconica e spensierata, cinica e affettuosa, contraddittoria come solo una ventenne può essere. Ma la domanda iniziale è ingannevole, il punto focale sono gli uomini che entrano in contatto con lei: meschini o soltanto deboli, incapaci di comprensione, la trascineranno nel vortice dell'inutilità.
MEMORABILE: La breve apparizione di Tognazzi, patetico guitto ancora capace di un sussulto di dignità.

Saintgifts 5/11/10 21:27 - 4098 commenti

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"Io la conoscevo bene" è verosimilmente una frase che direbbe qualcuno qualcuno se il film proseguisse dopo la parola fine. In effetti nessuno la conosceva e per di più nemmeno lei, la protagonista, incarnata da un'ottima Sandrelli, conosceva se stessa. La tristezza pervade tutto il film, ed è ancora più triste davanti a una gioventù bellissima, ma che vive anni d'oro, propri e dell'epoca, in modo completamente sbagliato, preda di predatori camuffati da jet set intellettualmente evoluto. Il film è ottimo, costruito bene e in modo originale. Grande cast.
MEMORABILE: Lo scrittore, uno dei tanti amanti, traccia l'amaro ritratto di una ragazza, in cui Adriana riconosce se stessa.

Giùan 14/07/11 17:12 - 4794 commenti

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Riguardoso, sottile, partecipe analizzatore dell'evoluzione del femminino nella società italiana del dopoguerra, Pietrangeli filma il suo capolavoro. Storia d'una "ragazza in carriera" modernissima e al contempo parabola cupissima, in forma di Commedia lieve, sulle miserie che il boom economico si portava dietro in termini di mercificazione dei rapporti umani. Scritta mirabilmente dal regista coi fidi Scola e Maccari, Adriana è "personificata" dall'attrice più "avanti" del cinema italiano: le fan coorte uno stuolo di figure maschili da manuale. Splendido.
MEMORABILE: Ovviamente il numero del "trenino" di Tognazzi; il pezzo con Adorf pugile "suonato"; i cambi di acconciatura della Sandrelli.

Dusso 6/07/11 21:17 - 1569 commenti

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Non mi ha convinto pienamente: troppi personaggi che vanno e vengono ed un montaggio alcune volte discutibile, ma per il resto la regia è notevole, la fotografia ottima. Grande cast di contorno e una scena (quella della festa) dove possiamo ammirare insieme veri mostri sacri del cinema italiano. La Sandrelli se la cava discretamente ma avrei preferito la Spaak, che fino all'ultimo le contese la parte.

Fauno 18/07/11 10:03 - 2231 commenti

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Se è da apprezzare per la particolarità che lo vuole quasi come un unicum per la sua negatività in un'epoca nella quale viceversa tutto pareva possibile, o se certe scene sono memorabili (ad esempio il tip-tap che simula il treno o la frase affettuosa di Hoffman che più infelice di così non potrebbe essere, o le battute dello sconfitto Adorf), per me il film è stato fino alla fine una palla al piede e mi ha solo confermato cose che per mia sfortuna sapevo già... Chapeau per il restauro del film...

Deepred89 8/05/12 22:33 - 3803 commenti

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Una Dolce vita al femminile, più ingegua ma ancora più disillusa verso la sua epoca, ricostruita attraverso una serie di episodi frammentari, talvolta amarognoli, che colpiscono soprattutto se letti nel loro insieme. Una frammentarietà accentuata da un montaggio volutamente spezzato, in linea col messaggio del film per quanto poco funzionale al coinvolgimento. Ottima fotografia, efficace interpretazione della Sandrelli e uno dei cast di contorno più ricchi di tutto il cinema italiano dell'epoca. Bello e interessante.

Addison 26/06/12 22:15 - 90 commenti

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Girato e montato (da Franco Fraticelli) in maniera estremamente moderna, è l'amarissimo ritratto di un personaggio femminile ma, più in generale, dell'Italia del boom economico, che iniziava già ad essere spietata. Ottima (anche se purtroppo doppiata) Stefania Sandrelli nel ruolo principale, ragazza apparentemente svanita e confusa, ma capace di un'insospettabile lucidità, soprattutto verso se stessa; perfetto anche il cast maschile (Tognazzi in primis) che le ruota intorno spesso usandola: uomini non meno irrisolti e disperati di lei.

Cotola 11/08/13 11:48 - 9343 commenti

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Tristissimo, non solo per la storia in sè ma perché la società odierna si può specchiare, immota ed immutata, in quella di allora. La descrizione di certe mentalità e del mondo dello spettacolo (con tutta la fauna che lo popola) è perfetta. Storia non lineare ma con un buon ritmo e diversi momenti che restano nella memoria. Brava la Sandrelli ma con un cast "secondario" così ricco è logico che la scena gli venga rubata più di una volta. Tipico esempio di come eravamo bravi a fare buon cinema con poco o nulla. Sì...eravamo, purtroppo.
MEMORABILE: La festa con il "treno" di Tognazzi. Il video del cinegiornale. I personaggi di Manfredi e Salerno.

Furetto60 11/09/13 08:05 - 1229 commenti

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Pietrangeli presenta in modo mirabile un dramma incentrato sulla vita di una delle tante giovani che cercano sbocchi nel mondo dello spettacolo, ma rimangono avvinte nella ragnatela tessuta da sfruttatori senza scrupoli. Per il suo scopo il regista si avvale di una narrazione “a scatti”, episodi che compongono la vita di Adriana, interpretata dalla Sandrelli bella, fresca e bravissima, autrice di una prova memorabile, anche in relazione all’età. La cornice è la Roma anni ’60, in aria di post-boom ma ancora affascinante.
MEMORABILE: Tognazzi alla festa: eccezionale, da vedere; L’incontro di box con Adorf; Il vastissimo guardaroba di Adriana: le sta bene tutto!

Motorship 10/10/13 23:08 - 585 commenti

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Ottimo film di Pietrangeli, ben sceneggiato e diretto; racconta i vizi, le ipocrisie e le false speranze che il cinema degli anni 60 dava alle giovani che volevano sfondare nel mondo della celluloide. Una disamina amara ma anche malinconica con scene azzeccate e la presenza di mostri sacri che qui fungono da comprimari (Manfredi, Tognazzi, Salerno). Perfetta nel suo ruolo Stefania Sandrelli in quella che è la sua miglior interpretazione (almeno per me). Ottimi anche montaggio e fotografia. Da vedere!
MEMORABILE: Tognazzi alla festa: assolutamente strepitoso!

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Elenamaria 27/10/13 08:59 - 6 commenti

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Curato veramente nei minimi dettagli. Adriana ha continue delusioni e ogni volta cambia pettinatura per voltare pagina (credo che il continuo cambio di look non sia casuale): sembra che tutto le scivoli addosso e il suo unico interesse sia ascoltare canzonette. Invece no: dai suoi sguardi, dai suoi occhi tristissimi lo spettatore si accorge che ogni delusione la segna profondamente aggravando sempre più la sua malinconia. Le canzoni dell'epoca e la bella colonna sonora arricchiscono ancora di più il film.
MEMORABILE: Adriana seduta davanti allo specchio triste e annoiata ascolta la canzone "Mani bucate".

Tarabas 18/11/13 14:14 - 1888 commenti

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E se domani...? Ma per Adriana non c'è domani, la vita è un montaggio (irriguardoso e modernissimo) di momenti effimeri come i suoi sogni, le sue ambizioni, i suoi amori. Una Dolce vita senza vezzi felliniani, senza malinconia, secca ed esistenzialista. La colonna sonora esce di continuo dal giradischi, dalle orchestrine delle feste, dalla radiolina, perché il silenzio mette paura. In scena, la vita vacua di una ragazza che mi diverte immaginare seduta in un bistrot con lo straniero Mersault. A suo modo un'innocente, ma non una vittima (Mereghetti).
MEMORABILE: Si può scegliere uno qualsiasi dei mille primi piani della Sandrelli.

Roger 28/11/13 11:34 - 143 commenti

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Il ritratto di Adriana è già sintetizzato nella sequenza d'apertura: lei che prende il sole e ascolta canzonette in una spiaggia deserta e piena di pattume. Affronterà ogni sorta di umiliazione e meschinità con la stessa noncuranza e fiducia nei suoi sogni ingenui (lei che solo apparentemente è spregiudicata) fino alla drammatica resa finale. Un ritratto femminile che fa di questo film uno dei migliori degli anni 60. Stupefacente l'interpretazione della Sandrelli.
MEMORABILE: La triste storia famigliare di Adriana, insospettabile background di questa ragazza ye-ye.

Graf 8/05/14 00:51 - 708 commenti

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L'abissale scavo psicologico della povera Adriana è segno iconico e rappresentazione estetica di questo straordinario film di Pietrangeli, uno dei vertici del cinema italiano degli anni ’60. Donna anticonformista ma di animo sincero, la provinciale Adriana viene crudelmente sfruttata e spiritualmente dissanguata da uomini navigati e rapaci fino al suo tragico destino. Raffigurazione a mosaico degli eventi, ferreo accumulo di microsequenze, osservazione oggettiva e stilizzata di personaggi e ambienti, toni chiaroscurali, dovizia formale, suoni ossessivi.
MEMORABILE: Il derisorio montaggio del provino di Adriana ci rivelano le possibilità manipolatatrici e "menzognere" della macchina cinema.

Lady 26/03/14 14:56 - 54 commenti

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Una nutrita girandola di grandi attori ruota intorno alla figura di Adriana, ingenua ragazza di provincia giunta a Roma per trovare fortuna nella svolta epocale, spesso destabilizzante, del boom economico. Gli incontri vacui e le cocenti delusioni di un mondo meschino instilleranno in lei il vuoto esistenziale e la profonda solitudine che, prepotenti, la sommergeranno. Alla fine resterà solo il suo unico e, fino allora, inseparabile amico: un piccolo giradischi che recita le note tristemente ritmate di un tragico letkiss. Grazie Antonio Pietrangeli.
MEMORABILE: L'umiliante visione del beffardo montaggio del provino al cinegiornale; Le lacrime nere di rimmel sulle gote; La tenda del balcone sollevata dal vento.

Rambo90 8/09/14 22:25 - 7852 commenti

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Ritratto di una ragazza ingenua e credulona, sceneggiato alla perfezione ma oggi un po' datato. Il ritmo è molto lento e ciò non sempre rende fluida la visione, vista anche la durata abbastanza elevata. La Sandrelli è molto brava, di grande espressività e grazie a lei si affrontano anche i momenti che sembrano più superflui ai fini della trama. Tra i numerosi comprimari, da segnalare l'ottimo Tognazzi.

Gabrius79 6/08/15 15:10 - 1459 commenti

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La freschezza e la bravura di Stefania Sandrelli, ma anche la presenza di Tognazzi (bravissimo nel suo cameo), Manfredi, Ferro e Salerno, Adorf danno ossigeno a questo ritratto di donna ben tratteggiato dalla regia di Pietrangeli. Non si può invece dire bene del montaggio, a tratti confusionario, che si riscatta grazie a un'ottima fotografia. Nonostante ci sia qualche momento spiritoso, il film è pervaso da una certa aria malinconica.

Lythops 13/05/16 20:26 - 1019 commenti

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Sorprendente per l'attualità che è rimasta al di là dell'ambientazione, delle automobili, delle strade deserte e della gente di allora. In compenso la voglia di arrivare, la pretesa di una maturità raggiunta, il sogno che si scontra con la realtà e i personaggi di certi ambienti che, più che cambiare, si sono "evoluti" apparentemente, rendono il film vero. Molti gli attori degni di nota, tra cui un Tognazzi (come pressoché sempre) da antologia. Con qualche lentezza di troppo, si apprezza molto in alcune sequenze e per la morale finale.
MEMORABILE: Il cinegiornale al cinema.

Xabaras 16/07/16 21:40 - 210 commenti

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Il ritratto nauseante del mondo dello spettacolo (che fagocita incessantemente al suo interno pensieri, azioni e persone) è il perno attorno a cui ruota il film che pare così anticipare il caustico e irriverente Sono fotogenico. Là c'era la misera macchietta di Pozzetto, qui la fragile e ingenua bellezza di Adriana. Il film di Risi non osava però il finale tragico che non viene qui risparmiato allo spettatore. Il mondo maschile viene tratteggiato da Pietrangeli con il consueto (vedi Adua e le compagne) fervore pessimistico.
MEMORABILE: La lezione di dizione.

Daniela 18/10/16 10:47 - 13009 commenti

I gusti di Daniela

Nessuno la conosceva bene Adriana, una ragazza di provincia giunta a Roma in cerca di fortuna e che si lascia vivere in attesa di un qualcosa che non arriva mai... Volutamente frammentario, un ritratto d'ambiente amaro e senza sconti, come il finale, secco ma non certo inaspettato, mentre convince meno come racconto esistenziale, nonostante la buona prova di Sandrelli. Così, a restare maggiormermente impresse, più che la protagonista, sono alcune figure di contorno, in particolare l'attore disoccupato interpretato da Tognazzi, vittima di lazzi e burle sadiche.
MEMORABILE: Il cinegiornale con il commento beffardo e l'inquadratura sulla smagliatura della calza; Il "trenino" di Tognazzi

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Liv 21/10/16 14:11 - 237 commenti

I gusti di Liv

Pietrangeli disegna quest'altro suo personaggio femminile con tutte le dovute ambiguità (che forse sono soltanto il risultato delle varie mani che ci lavorano). Stefania Sandrelli incarna perfettamente il personaggio di Adriana, dalla sensualità priva di qualsiasi sfumatura maliziosa o strumentale. Vorrebbe avere successo nel campo minato dello spettacolo e le va male. Il suo personaggio non ha spessore. Per lei tutto ha una valenza fisiologica. Gli episodi si succedono l'uno all'altro fino al fatale amante casuale ma di colore...
MEMORABILE: Al momento di andare a letto col padrone della bottega, vorrebbe leggersi un giornalino, ma poi si accontenta di ascoltare le canzoni alla radio.

Alex1988 8/01/17 19:07 - 728 commenti

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Storia di una ragazza di provincia che tenta di sfondare nel cinema ma che, in realtà, verrà soltanto raggirata. Allo stesso tempo è anche il ritratto di un'Italia già "avvelenata" dal boom economico; per l'epoca il modo in cui i vari personaggi del film sono costruiti poteva sembrare quasi superfluo, ma in realtà il degrado del nostro Paese è andato ben oltre. Piccolo ma significativo ruolo per Tognazzi, forse l'unico puro del film.

Vitgar 5/03/17 18:53 - 586 commenti

I gusti di Vitgar

Amaro rendiconto di un periodo in cui la povera gente sognava in grande e, alla grande, veniva disillusa fino al gesto finale. Pietrangeli non risparmia niente a nessuno e traccia alla grande i profili esistenziali dei personaggi. Unico appunto a un film di ottimo livello è la troppa musica di sottofondo, d'altra parte all'epoca andavano di moda i film juke-box. Ottima la Sandrelli, Tognazzi come sempre incarna alla grande il suo ruolo. C'è anche Robinson Crusoe. Da vedere.

Rufus68 16/05/17 23:35 - 3901 commenti

I gusti di Rufus68

L'amorale rettitudine di Adriana (vedi il rifiuto al personaggio di Salerno) contro la spietata amoralità dell'Italia nascente. È tale purezza, composta da innocenza e vacuità (come nella Lulu di Pabst), che la porterà coerentemente a compiere l'estrema scelta. Indimenticabile la Sandrelli, indolente e fanciullesca, capace di risollevarsi dopo ogni umiliazione, ma anche di scivolare via per sempre come fanno i bambini che si sentono poco amati. Strepitosa la scena con Tognazzi (e gli altri), meravigliosa l'onnipresente colonna sonora.

Il ferrini 18/11/17 23:32 - 2541 commenti

I gusti di Il ferrini

Esteticamente ineccepibile: le inquadrature, i movimenti, la fotografia alla continua ricerca del bianco, gli splendidi costumi e le mille acconciature della protagonista fanno di questo film una vera gioia per la vista. A questo si aggiunga una Sandrelli superba sia nelle espressioni che nei movimenti, un Manfredi simpaticamente sbruffone e un autenticamente viscido Salerno. Un film amarissimo che come il treno che imita straordinariamente Tognazzi incede sempre più vigorosamente verso l'ultima e unica stazione possibile. Imperdibile.
MEMORABILE: Il piano sequenza della maniglia; Il tip tap di Tognazzi; Il montaggio per ridicolizzare Adriana; Il finale.

Magi94 19/11/17 20:47 - 988 commenti

I gusti di Magi94

Stefania Sandrelli è perfetta nella parte della protagonista, con la sua delicatezza, la sua incantevole spensieratezza nei modi e nei sorrisi che nascondono però una tristezza di fondo dietro alla profondità degli occhi. Un film bellissimo e importante, spietato nell'evolversi della trama e accusatorio contro gli uomini che "la conoscevano bene". Bravissimi anche i comprimari, su tutti Tognazzi e Adorf. E' incredibile la somiglianza del soggetto con la canzone "Seems so long ago, Nancy" di Leonard Cohen, interpretata anche da De Andrè.

Mco 7/01/18 12:38 - 2360 commenti

I gusti di Mco

Storia di una donna in cerca di successo nel mondo dello spettacolo, che indugia sulla sua ingenuità, sinonimo purtroppo di fallimento. Stefania Sandrelli è splendida, danzante a piedi nudi con il 45 giri che suona o impreziosita da lunghi abiti da cocktail. E' inquietante quando cancella le tracce di trucco che dagli occhi scivolano sulle gote con un bel sorriso, reprimendo il senso di sconfitta che l'ammorba. Anche Tognazzi è maschera triste, derelitta, priva di speranza. Un film sulla mestizia umana. Un esempio di lirismo d'autore.
MEMORABILE: La pagina del libro su Adriana; La testa di Tognazzi che gira dopo il numero da giullare alla corte di Salerno; Manfredi che mangia a sbafo.

Faggi 17/05/18 23:50 - 1551 commenti

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In un'Italia nella parabola da sbornia di miracolo economico appare Adriana, un simbolo; ovvero una cosa che sta al posto di un'altra cosa. Nessuno è autorizzato a dire di conoscerla bene: è qui, infatti, che le acque si intorbidano. Pietrangeli gira con grazia, acutezza, sensibilità; l'espressione plastica ammalia (inquadrature, sequenze, primi piani, danze della cinepresa). Folgoranti gli sguardi in macchina della Sandrelli (scelta formale decisiva); incisivo il florilegio di canzoni, formidabili certe figure ancillari (Tognazzi, Salerno).
MEMORABILE: Il giradischi azionato col piede; Il numero di Tognazzi; La proiezione del provino; Lo sguardo malizioso lanciato dalla Sandrelli a Franco Nero.

Rocchiola 15/08/18 11:21 - 999 commenti

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Da molti considerato il capolavoro di Pietrangeli, che ricalca con maggior disincanto il soggetto de La parmigiana. La narrazione frammentaria ed episodica all’epoca apparve molto originale ma oggi risulta a tratti ripetitiva e poco coinvolgente, come se il film fosse avvolto nella stessa apatia che affligge la protagonista. Il contesto è comunque rivitalizzato da qualche iniezione di sana commedia all’italiana grazie a brevi caratterizzazioni di lusso come quella di Tognazzi. Pur preferendogli Adua e La visita resta tuttora un film importante.
MEMORABILE: “Le umiliazioni non le sente, ambizioni zero, morale nessuna neppure quella dei soldi perché non è nemmeno una puttana”; L'umiliante sketch di Bagini.

Paulaster 22/03/19 10:03 - 4700 commenti

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La giovane Adriana sogna di entrare nel mondo dello spettacolo. Una, nessuna e centomila variazioni di una volubile e illusa Sandrelli. Ritratto sorridente di un'epoca che esteriormente brilla come l'oro ma, nelle relazioni umane, vale una patacca. Cast di contorno col meglio del panorama italiano: brilla il vero personaggio tragico del film, Tognazzi. Ottime scelte registiche a livello di inquadrature sui volti. Nutrita scelta di brani musicali, adeguati alla trama.
MEMORABILE: La Sandrelli che balla in casa; Tognazzi sul tavolo che fa il numero del treno; La descrizione dello scrittore; Il pugile Adorf.

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Maxx g 13/04/20 00:36 - 680 commenti

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Ultima regia di Antonio Pietrangeli (poi dirigerà un episodio di Le fate mentre l'ultimo, Come, quando, perché, verrà terminato da Valerio Zurlini), che racconta soprattutto la falsità e l'ipocrisia del mondo dello spettacolo. Adriana passa di conoscenza in conoscenza, di festa in festa, sognando di fare cinema, ma la delusione la fa da padrona. Un ottimo cast, da Manfredi a Tognazzi a Enrico Maria Salerno, con un'ottima prova della Sandrelli. Musiche azzeccate per un film che fotografa una realtà ancora presente.
MEMORABILE: Il balletto sul tavolo di Tognazzi; L'intervista "aggiustata" di Adriana proiettata al cinema.

Lou 10/05/20 17:24 - 1132 commenti

I gusti di Lou

Un quadretto spietato delle bassezze del mondo dello spettacolo degli anni Sessanta, ancor oggi attuale e verosimile. La Sandrelli ben si presta al ruolo della ragazza ingenua disposta a tutto per diventare attrice, ma è l'intero cast di contorno a fornire una prova convincente nel rappresentare con cruda amarezza il cinismo e l'arrivismo dell'ambiente.
MEMORABILE: Tognazzi che fa il treno con un tip-tap sul tavolo.

Buiomega71 20/08/20 01:18 - 3025 commenti

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Mentre Hollywood tratteggia la decadenza, Pietrangeli fa una spietata, crudele e cinica radiografia di quando muore una stella mai nata. Regista moderno, senza mezzi termini, che ondeggia tra atti osceni (il panzone e la ragazzina spiati pre depalmianamente a fornicare con i fari dell'auto che terrà bene a mente Lynch per Velluto blu, l'erezione del ragazzino durante il ballo con Adriana) e meschinità maschile che gravita intorno alla ragazza. Splendidi pezzi in colonna sonora, un gusto fetish notevole (le zoccolette, le ciabattine) e una chiusa tragica da pugno nello stomaco.
MEMORABILE: Il rumore delle zoccolette di Adriana; Il resort da pagare con il bracciale; L'attore sgradevole di Salerno; Il piano sequenza all'alba con la 500.

Fedeerra 23/08/20 03:55 - 769 commenti

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Uno spietato ritratto di donna, pieno di folgoranti intuizioni da cui pescheranno molti registi (italiani e non) a venire. Stefania Sandrelli, bravissima, rappresenta la fine del divismo, una figura patetica, apparentemente semplice ma che nasconde dentro di sé una fragilità vacua e impietosa. Eccellente tutto il parterre maschile di contorno e indimenticabile la soundtrack. Un film splendido.

Markus 25/10/20 11:06 - 3738 commenti

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Quando il film termina ci si accorge che il titolo è un arguto eufemismo. L'opera - davvero degnissima - di Antonio Pietrangeli è di moderna concezione: il contesto, è vero, sono gli anni del "boom" (a conclusione), ma il contenuto è davvero ancora attualissimo. Si dice che chi è bello non troverà porte chiuse ed è vero, ma la pellicola ci racconta il rovescio della medaglia e lo fa con il giusto tatto e con un comparto attoriale di gran respiro. Sicuramente uno dei film più rappresentativi del cinema nostrano Anni '60.

Il Dandi 26/11/20 09:58 - 1917 commenti

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Miglior film di Pietrangeli, ma anche il ruolo più iconico di Stefania Sandrelli e uno dei film italiani più importanti in generale. La struttura aneddotica (per cui molti nomi si prestano a rapide comparsate) non solo garantisce freschezza alla visione ma riesce anche a legare un plurilinguismo stilistico che spazia da respiri nouvelle vague (la corsa in 500 all'alba in una Roma deserta) a Mostri da Dino Risi (l'uso diegetico delle canzoni) a una (non così) Dolce vita al femminile a un Bellissima dieci anni dopo (i personaggi di Manfredi e Tognazzi).
MEMORABILE: Il deludente montaggio del cinegiornale; Il balletto del treno; Il finale.

Ira72 27/04/22 19:55 - 1346 commenti

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Già il titolo dice tutto. Un titolo scomodo che, visto il finale, trafigge come una spada. Un titolo che non fa sconti al perbenismo imperante da sempre, inclusi i bellissimi anni ‘60. A parte le nostalgiche ambientazioni, realistiche e superbe, la sceneggiatura che esula dalla mediocrità dipingendo una protagonista originale grazie a particolari semplici ma vincenti, chi colpisce è la Sandrelli. E non per bellezza (tanto si sa) quanto per l'interpretazione: pare un docufilm, tanto è veritiera ed ingenua. Semplicità, mediocrità, ricchezza, povertà, mal di vivere...

Reeves 4/03/24 06:17 - 2670 commenti

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Un film perfetto, disperato, a tratti divertente ma sempre con il retrogusto dell'angoscia per le speranze della protagonista, che cerca visibilità ma anche affetto e ottiene soltanto di essere presa in giro e sfruttata. Forse la migliore interpretazione per Stefania Sandrelli, sicuramente la miglior sceneggiatura per Scola e la migliore regia per Pietrangeli. Ogni dettaglio è perfetto, anche l'uso delle canzoni.
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  • Discussione Pulemiot41 • 12/10/20 11:57
    Disoccupato - 64 interventi
    Nel film due riferimenti rivolti alla veloce diffusione dell'automobile per tutti che si sviluppava in quegli anni.Il drastico aumento degli incidenti stradali mortali e questo messaggio compariva anche nel "Il sorpasso" di tre anni prima e il fatto che la "5oo" aveva il raffredamento ad aria e quindi non aveva bisogno dell'acqua nel radiatore come quasi tutte le altre!
  • Discussione B. Legnani • 12/10/20 12:05
    Pianificazione e progetti - 15087 interventi
    Pulemiot41 ebbe a dire:
    Nel film due riferimenti rivolti alla veloce diffusione dell'automobile per tutti che si sviluppava in quegli anni.Il drastico aumento degli incidenti stradali mortali e questo messaggio compariva anche nel "Il sorpasso" di tre anni prima e il fatto che la "5oo" aveva il raffredamento ad aria e quindi non aveva bisogno dell'acqua nel radiatore come quasi tutte le altre!

    Non ho capito. Quali sono i due riferimenti?
  • Discussione Pulemiot41 • 12/10/20 12:10
    Disoccupato - 64 interventi
    I due riferimenti sono l'incidente stradale mortale al quale assiste la Sandrelli e la scena nel garage quando Franco Nero dice di aver controllato l'acqua nella "5oo" e lei risponde "Ma se non c'è l'acqua!"!
  • Discussione B. Legnani • 12/10/20 13:22
    Pianificazione e progetti - 15087 interventi
    Pulemiot41 ebbe a dire:
    I due riferimenti sono l'incidente stradale mortale al quale assiste la Sandrelli e la scena nel garage quando Franco Nero dice di aver controllato l'acqua nella "5oo" e lei risponde "Ma se non c'è l'acqua!"!

    Vabbè, ma allora ogni film ha ottomila riferimenti alla propria epoca.
  • Discussione Pulemiot41 • 13/10/20 10:23
    Disoccupato - 64 interventi
    B. Legnani ebbe a dire:
    Pulemiot41 ebbe a dire:
    I due riferimenti sono l'incidente stradale mortale al quale assiste la Sandrelli e la scena nel garage quando Franco Nero dice di aver controllato l'acqua nella "5oo" e lei risponde "Ma se non c'è l'acqua!"!

    Vabbè, ma allora ogni film ha ottomila riferimenti alla propria epoca.

    Sono quei piccoli particolari che aiutano a ricordare la sceneggiatura di un film e la sua epoca!
  • Discussione B. Legnani • 13/10/20 12:15
    Pianificazione e progetti - 15087 interventi
    Pulemiot41 ebbe a dire:
    B. Legnani ebbe a dire:
    Pulemiot41 ebbe a dire:
    I due riferimenti sono l'incidente stradale mortale al quale assiste la Sandrelli e la scena nel garage quando Franco Nero dice di aver controllato l'acqua nella "5oo" e lei risponde "Ma se non c'è l'acqua!"!

    Vabbè, ma allora ogni film ha ottomila riferimenti alla propria epoca.

    Sono quei piccoli particolari che aiutano a ricordare la sceneggiatura di un film e la sua epoca!

    Appunto. E una cosa che vale per tutti i film, per cui non ha senso segnalarla, specialmente se è cosa minimale come in questo caso.
  • Discussione Pulemiot41 • 13/10/20 12:34
    Disoccupato - 64 interventi
    B. Legnani ebbe a dire:
    Pulemiot41 ebbe a dire:
    B. Legnani ebbe a dire:
    Pulemiot41 ebbe a dire:
    I due riferimenti sono l'incidente stradale mortale al quale assiste la Sandrelli e la scena nel garage quando Franco Nero dice di aver controllato l'acqua nella "5oo" e lei risponde "Ma se non c'è l'acqua!"!

    Vabbè, ma allora ogni film ha ottomila riferimenti alla propria epoca.

    Sono quei piccoli particolari che aiutano a ricordare la sceneggiatura di un film e la sua epoca!

    Appunto. E una cosa che vale per tutti i film, per cui non ha senso segnalarla, specialmente se è cosa minimale come in questo caso.
    Sul fatto che non abbia senso segnalarla perchè minimale dipende dai punti di vista è come quando la legge afferma : lite per futili motivi, Non ha senso! Se mi muore il canarino per gli altri è una cosa minimale ma per me può avere una tragedia immane!
  • Discussione B. Legnani • 13/10/20 13:04
    Pianificazione e progetti - 15087 interventi
    Pulemiot41 ebbe a dire:
    B. Legnani ebbe a dire:
    Pulemiot41 ebbe a dire:
    B. Legnani ebbe a dire:
    Pulemiot41 ebbe a dire:
    I due riferimenti sono l'incidente stradale mortale al quale assiste la Sandrelli e la scena nel garage quando Franco Nero dice di aver controllato l'acqua nella "5oo" e lei risponde "Ma se non c'è l'acqua!"!

    Vabbè, ma allora ogni film ha ottomila riferimenti alla propria epoca.

    Sono quei piccoli particolari che aiutano a ricordare la sceneggiatura di un film e la sua epoca!

    Appunto. E una cosa che vale per tutti i film, per cui non ha senso segnalarla, specialmente se è cosa minimale come in questo caso.
    Sul fatto che non abbia senso segnalarla perchè minimale dipende dai punti di vista è come quando la legge afferma : lite per futili motivi, Non ha senso! Se mi muore il canarino per gli altri è una cosa minimale ma per me può avere una tragedia immane!

    Appunto. Essendo una cosa che riguarda te, che senso ha infliggerla agli altri?
  • Discussione Buiomega71 • 1/01/22 21:21
    Consigliere - 26686 interventi
    Il capolavoro di Pietrangeli è in bianco e nero, non a colori.
  • Discussione Zender • 2/01/22 08:38
    Capo scrivano - 48360 interventi
    Grazie, viste alcune correzioni recenti in questo senso, temo che succeda qualcosa nella correzione delle schede che inavvertitamente sposta da colori a bianco e nero la tendina.