Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Il numero del canale si trova tra parentesi dopo il suo nome. Se non c'è, cercatelo qui: numero canale. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Siska80: Unico neo la trama dal finale scontato, con la solita storia d'amore tra un giovane povero (qui abile pattinatore costretto a rubare per necessità) e una fanciulla ricca (ovviamente ribelle e desiderosa di autoaffermazione). Per il resto la pellicola eccelle per costumi, location sfarzose, fotografia, cast, effetti speciali e azione (nonostante la durata superi le due ore, lo spettatore non ha mai modo di annoiarsi): in pratica si tratta di una bella fiaba interpretata da attori in carne ed ossa realizzata con uno stile impeccabile e un umorismo notevole. Promossa a pieni voti.
MEMORABILE: L'incursione notturna andata male; La rappresentazione vivente dei segni zodiacali; La rissa nella bettola; Il fuoco freddo.
Pigro: Film a puntate ispirato liberamente alle agghiaccianti vicende dei killer della Uno bianca che hanno insanguinato l'Emilia Romagna. La vicenda è stata ben reinventata e la sua realizzazione è di alta qualità, grazie al ritmo impresso da Soavi e al suo gusto originale per riprese non banali. Bravo anche Kim Rossi Stuart. Nel complesso un poliziesco esemplare, che tiene incollati allo schermo.
Saintgifts: Direi un classico nel suo genere. Il poliziotto più che deciso che sa fare a cazzotti, guidare un'auto in inseguimenti spericolati, sparare bene ma anche pensare come un vero detective. Dall'altra parte i mafiosi nell'immancabile ristorante con i mandolini, le loro regole d'onore e tutto il resto. Mantiene quel che promette, senza eccessiva enfasi ma dignitosamente. Molti i personaggi, con in più mercenari che si allenano nel deserto e che si fanno ammazzare forse un po' troppo facilmente. Bronson è una certezza, credibile nei panni di Torrey.
Jdelarge: La prima regia di Pierfrancesco Diliberto in arte Pif fa intravedere una certa raffinatezza da parte del neo regista nell'affrontare una tematica complicata come quella della mafia. Il film si muove su due linee d'onda, quella (innocentemente) comica e quella drammatica. Non si sfocia mai nel banale ma l'impressione, a volte, è che la storia d'amore su cui si basa il film sia troppo un "corpo estraneo" rispetto al resto della vicenda. Qualche difettuccio c'è, ma nel complesso il film è bello e soprattutto originale nell'esposizione.
Jandileida: Peccato per quel ridicolo gioco della bottiglia in spiaggia (più adatto per una festa delle medie) ed in generale per tutto l'episodio dei presunti giovani pieno di tette ma poverissimo di contenuti, a tratti irritante nel disegnare una gioventù abbastanza vacua e vuota. I restanti episodi danno vita ad una decente commediola che punta su soluzioni e situazioni già viste ma lo fa con un discreto brio (l'episodio di De Luigi) e non senza leggerezza (Signoris/Cederna). Inevitabile, a quanto pare, la deriva melensa nel finale.
Pigro: Brani dell'opera di Mozart in una meravigliosa (in senso letterale) traduzione con i disegni di Emanuele Luzzati animati da Giulio Gianini. I colori e le forme tipiche del grande disegnatore si moltiplicano e reinventano con un parossismo che lascia senza fiato e incanta, sposando perfettamente la musica del "Flauto magico". E' un'esplosione di felicità e fascinazione che incide per sempre nei nostri occhi i personaggi usciti dal sogno fecondo di Luzzati. Che bellezza! Magico, emozionante, divertente, insomma imperdibile.
Hackett: Solido racconto, tra noir e gangster movie, diretto come al solito in maniera precisa e sicura dall'abile Scott. Le interpretazioni di livello di Crowe e Washington fanno la differenza in una storia (vera) di criminalità che non esce dall'ordinario nel desolante tratteggio di una società marcia, cui spesso il cinema in passato ci ha abituati. Forse un po' patinato in alcuni punti, resta comunque un prodotto curato, credibile, onesto.
Rambo90: Persa la novità del primo capitolo rimane solo l'inconsistenza della sceneggiatura e la ripetitività dei personaggi principali (i De Ceglie). Le volgarità sparate a raffica da Mandelli ogni tanto strappano qualche risata, ma alla lunga annoiano e basta. Gli altri sketch poi sono anche peggio (velo pietoso sui poliziotti scorreggioni) e la regia è davvero pessima, senza alcuna idea. Teocoli è sprecato e dispiace vederlo coinvolto in una simile operazione.
Homesick: Nel suo genere non delude affatto. Tra lentezze, inverosimiglianze e baracconate varie, il quarto western di Brescia si fa onore per l’aria scanzonata – a dispetto di talune crudezze: vedasi l’impiccagione di Maran all’albero della cuccagna – e per il progressivo rivelarsi della multidimensionalità di Saxson e soprattutto del “Mulo” (così chiamato per i micidiali calci che tira) plasmato da un Mitchell cadaverico e ghignante. Scritto con sottolineature gialle da Aldo Lado e Augusto Finocchi; musiche di seconda mano fornite da Lallo Gori.
MEMORABILE: L'entrata in scena di Mitchell nel saloon; l'impiccagione; la resa dei conti contro Baldini e Pazzafini.
Tomastich: Non proprio un sequel, bensì un'avventura parallela che comincia quando in teoria Hackman e soci sono ancora intrappolati dentro il Poseidon. Ed il pasticcio è assicurato: Michael Caine e Terry Savalas fanno rimpiangere Hackman e Borgnine e tutta la storia, lunga quasi 1h e 45, mi è parsa inutile e senza uno scopo ben preciso.
Josephtura: Bella fiaba, più in prospettiva educativa che, purtroppo, realista. Un ragazzino sfigurato per casualità genetica trova il suo equilibrio nel mondo e aiuta il mondo a trovare il suo. L'impressione è di un film addolcito ma fortunatamente non mieloso. Mancano persone veramente cattive e quelle poche che ci sono mostrano subito che la loro cattiveria è un sintomo di disagio sociale. A suo modo comunque educativo.
MEMORABILE: Jack sparla alle spalle di Auggie: le motivazioni di questo gesto sono le più interessanti del film.
Disorder: Con una vera sceneggiatura a disposizione, Ale e Franz si rivelano buoni attori comici; pur non rifacendo alcuno sketch di repertorio, ricadono ogni tanto nei loro classici personaggi (forse involontariamente). Un film simpatico, niente di eccezionale ma per quanto mi riguarda superiore a tanti prodotti di nomi ben più blasonati della comicità italiana odierna (cinepanettoni, per intenderci...).
Il Gobbo: Piratesco parrocchiale e di parrocchiale svolgimento affidato al veterano Costa, senza guizzi ma anche senza svarioni. Montalban porta i più classici baffetti da sparviero, Price in vacanza, doppiato da Cigoli, si limita a qualche ghigno d'ordinanza, Liana Orfei mora si sacrifica per amore, Jaspe fa lo scafista ante litteram. Lieve.
Rigoletto: Nel contesto della guerra fredda un sommergibile americano è incaricato di raggiungere una base al Polo per una missione di soccorso. L'arrivo sul posto coinciderà con una situazione pericolosa. Il film di Sturges è solido, la struttura di base è collaudata e vincente ed è impreziosita da un cast nel quale, oltre il protagonista Hudson, si distinguono sia Borgnine che McGoohan. Denuncia i suoi anni e mostra le rughe, ma ha ancora una sua visibilità grazie anche alla sua capacità di mantenere lo stato d'animo dello spettatore sospeso fino alla fine.
Rambo90: Il migliore nel suo genere: né il Turner con Hanks né Top Dog con Norris sono riusciti a eguagliare il bel mix di poliziesco e commedia di questa pellicola. Belushi è l'interprete adatto perché sa dosare momenti divertenti ad altri decisamente action, mentre la regia di Rod Daniel mi ha decisamente sorpreso, visto che regala un bell'inseguimento in auto e una tesa sparatoria finale. Azzeccata anche la colonna sonora.
Gabrius79: Alessandro Aronadio azzecca questo piacevole film grazie a una storia che vuole ironizzare sulla religione. Tanto merito va dato a Edoardo Leo in una bella prova intepretativa, bene anche Battiston mentre la Buy è tenuta un po' a briglia corta. Una sceneggiatura con tanti gradevoli spunti che servono più che altro a sorridere e a riflettere senza usare inutili volgarità. Consigliato.
Daniela: In Messico all'inizio del Novecento, un mezzosangue rapinatore di banche a fin di bene e lo sceriffo nero che gli stava alle costole per arrestarlo sono costretti a far fronte comune contro uno spietato generale messicano impegnato nello sterminio degli indios... Western americano post-spaghetti che non presenta novità nella trama e neppure nei personaggi ma si fa seguire piacevolmente per il discreto ritmo e per il cast con Burt Reynolds, bello da vedere e molto adatto al ruolo, mentre la splendida Welch risulta poco attendibile come india barricadera.
Gottardi: Nello chalet montano del nonno, in vendita ai cinesi, convergono la figlia in crisi coniugale e una coppia di amici con lui fedifrago. Come si risolveranno tutti questi problemi? Stanco buonismo e invisibile umorismo per un film stiracchiato all’inverosimile fino ai limiti della noia mortale, con Abatantuono ai suoi minimi storici. Impossibile trovarne la ragion d’essere se non nell’abbiocco del post pranzo natalizio. Risultando comunque indigesto anche in tal caso.
Puppigallo: Perchè vedere questo Lego Movie? Per il protagonista. E' stato infatti ripreso il Batman introverso, refrattario ai rapporti umani, egocentrico, enfatizzandolo (bravo anche il doppiatore). Purtroppo, la Legopellicola in sè non è tra le migliori, puntando eccessivamente sull'azione roboante, colorata e quasi confusionale. Questo finisce per rubare spazio ai botta e risposta comici, pur facendo comunque sorridere più volte, soprattutto quando interagiscono Batman, Alfred e, qua e là, Robin. Lo stesso Joker, pur essendo passabile, dà l'impressione di non essere stato sfruttato al massimo.
MEMORABILE: La password della Batcaverna "Iron Man puzza". I capricci di Batman, che non vuole andare alla festa; Tra i cattivi compaiono Sauron e Voldemort.
Siska80: Il giovane Lincoln parte per la Scozia con i genitori e le dieci sorelle, scoprendo di avere sangue nobile nelle vene. Delizioso cartone che fa venire voglia di tornare bambini per la genuinità dei personaggi, le rocambolesche avventure, l'atmosfera carica di allegria contagiosa, l'inevitabile trionfo del bene e non ultima la grafica dai tratti essenziali e infantili che immerge lo spettatore (ebbene sì, anche quello adulto) in una dimensione senza tempo suscitando una certa nostalgia per un passato nel quale era facile sognare a occhi aperti. Consigliato a tutta la famiglia.
MEMORABILE: I denti a scacchiera; I brani orecchiabili.
Siska80: Tre amiche in sovrappeso si riscattano attraverso lo sport. Idea niente affatto malvagia utilizzata in maniera poco incisiva: dopo un inizio promettente, il film si basa quasi esclusivamente sulle lezioni di nuoto neanche fosse un reality; si rianima lievemente nell'ultimo quarto d'ora quando sembra volgere verso un inatteso epilogo... Invece arriva puntuale la delusione e il finale buonista ci propina la solita morale (l'unione fa la forza). Si salvano solo le giovani attrici (anche se i rispettivi personaggi non sono delineati in maniera fantasiosa), il resto è insipido.
MEMORABILE: Il ricatto; Il malore in acqua; La vendetta crudele.
G.Godardi: Tipico film rappresentante della classica commedia anni 80 targata Cecchi Gori: si prende un film che ha sbancato al botteghino (Mia moglie è una strega), il divo protagonista (Pozzetto che sbancava sempre al box office) e gli si cuce addosso una storiella che riecheggia il film usato da modello. Nasce così La casa stegata, simpatico film di B.Corbucci in cui intenti lodevoli (la messa in scena curata quasi alla Bava del prologo, la bontà degli effetti speciali, raffazzonati ma efficaci) si innestano su una sceneggiatura maldestra. Tuttavia si ride.
MEMORABILE: La suocera in fregola a causa dell'eccitante e la parodia di Hulk, purtroppo vanificata dagli effetti speciali poverissimi.
Jofielias: È triste sbadigliare di fronte a un film d'avventura, perché significa che ha mancato del tutto il suo obiettivo, magari a fronte di un budget faraonico. Il problema è che a volte questi ottovolanti del divertimento si basano su meccanismi molto delicati e basta una chiave inglese di traverso per bloccare gli ingranaggi. In questo caso le chiavi inglesi sono due: Matthew McConaughey e Penelope Cruz non risultano simpatici né carismatici e tutto ciò che gira intorno a loro ne risente. Carino il soggetto, buono per un remake tra vent'anni.
Stefania: L'immobilità del corpo compensata dall'ubiquità dello sguardo, potenziato dalle lenti del binocolo e della macchina fotografica. E il microcosmo del condominio di fronte, ove convivono spunti comici, garbugli sentimentali e un'inquietante scomparsa, diventa film nel film. Ottima escalation di tensione quando Lisa diventa attrice di quel film di cui Jeffries è spettatore, ma anche regista, pur non controllandone il copione. Adorabili anche i personaggi secondari, come la mitica fisioterapista!
Capannelle: Racconto abbastanza solido e scevro da ogni drammatizzazione come lo fu la strategia del collegio difensivo della Lipstadt, anche se personalmente qualcosa del processo o della storia di Irving lo avrei approfondito volentieri. Perché alla fine ti rimane impresso Spall invece che una Weisz che non sembrava potesse offrire molto di più e vorresti vederlo ancora in azione per capire quanto Irving ci fosse o ci facesse, in questa mossa giudiziaria più grande di lui.
Andypanda: Dopo aver visto i primi dieci minuti del film ho pensato: "Ehi, questa è una delle migliori opere di Wes Craven!" Purtroppo però il film prosegue, rivelando ben presto tutta la sua pochezza e inconsistenza. Mai un guizzo, mai uno spunto originale o anche solo un personaggio simpatico. I protagonisti adolescenti risultano tutti insulsi e al limite del detestabile, tanto che quasi ci si augura che vengano fatti fuori dal mostro. Quest'ultimo peraltro non ha nessuna credibilità.
Lupoprezzo: Dramma che riflette sull'ingiustizia e la discriminazione razziale, costeggiando anche la pena di morte, ma lo fa in maniera poco sentita. Il personaggio di Clint Eastwood e i suoi risvolti familiari non incidono in una storia già priva di voli e con qualche faciloneria che non convince (il prete). Anche registicamente si è visto di meglio da parte di Clint. Frizzante la prova di James Wood e buona quella di Isaiah Washington. Passabile dopotutto.
Rambo90: Continuano le avventure di Due irresistibili brontoloni; questa volta c'è un po' di ripetitività anche negli scherzi e nei vari tira e molla sentimentali, ma la classe della coppia Lemmon-Matthau e la loro innata simpatia e bravura riescono a tenere tutto a galla. Tanti momenti divertenti e piacevoli anche grazie a un cast di contorno molto buono a cui si aggiunge la bellissima Sophia Loren.
Markus: Parola fine (?) per la saga giovanilistica/lacrimevole con protagonista Ludovica Francesconi, ormai icona della ragazza sfortunata ma con una tale verve e voglia di vivere che la trasforma in un leone pur essendo uno scricciolo. Al terzo film la minestra che bolle è sempre quella, con gli stessi sapori ormai irranciditi da una storia ritrita solamente sorretta da qualche variazione di sceneggiatura e un paio di drammi che riescono a rendere se non altro guardabile l'opera con un minimo di interesse. Si riconferma - come i primi due film - l'eccessivo viraggio giallo della pellicola.
Daniela: Criminali messicani in trasferta negli USA per far fuori una donna e un bambino devono fare i conti con un coriaceo ex marine che ha giurato alla madre morente di proteggere l'orfano... Considerato il soggetto e la data d'uscita, quasi inevitabile il confronto con Cry Macho. A sorpresa, il modesto Lorenz batte il più quotato Eastwood: Neeson risulta più credibile nel ruolo grazie ai 22 anni di meno rispetto al collega, ci vengono risparmiate le divagazioni sentimentali, il ragazzino co-protagonista è più bravo, l'epilogo almeno in parte meno scontato. Poco orginale ma dignitoso.
Buiomega71: Confuso e poveristico horroretto che tenta di suggerire suggestioni fantasmatiche (la solita bimba baviana/samariana brutta, sporca, cattiva e spettrale) nell'isola delle bambole (sparse ovunque, come nei thriller italici o nello Spasmo lenziano) e inquietudini piediofobiche (non pervenute). Il solito canovaccio dei giovani ricercatori sull'isolotto dei misteri, flashback buttati giù alla bell'e meglio, una marea di chiacchiere inutili per guadagnar metraggio e un blando finalone con fiamme in CG e bambine maledette dalla voce gutturale. Un'altro horror indie di nulla consistenza.
MEMORABILE: L'accoltellamento reciproco; La marea di bambole sparse ovunque; L'incipit con la bambina dannata che scappa via tra la foschia; Il morso in acqua.
Pinhead80: Una scrittrice sexy e disinibita convince una donna, pronta a sposare un uomo che non la soddisfa, a provare le gioie del sesso e a scoprire l'orgasmo. Commedia spagnola poco digeribile che ha l'unico pregio di mostrare più di una volta le forme generose delle protagoniste. Per il resto c'è poco da stare allegri perché la storia, oltre che essere tremendamente ingarbugliata ed inverosimile, è di una bruttezza più unica che rara. Inoltre è impossibile immedesimarsi in qualsiasi dei personaggi che ci vengono presentati e questo, per una commedia, è assai grave.
Galbo: Un dongiovanni incallito non più giovane ha un infarto durante un week end con una sua giovane compagna. È quindi costretto a trascorrere la convalescenza a casa della madre di lei.Dalla specialista del genere Nancy Meyers (What Woman Want) una brillante commedia, ben scritta e diretta che diventa anche fonte di non banale riflessione sui rapporti personali ed amorosi nella terza età, benché proponga modelli non esattamente alla portata di tutti. Gran parte della riuscita del film va all'ottima coppia di protagonisti.
Rambo90: Action dalla trama ondivaga, che parte in un modo e si sviluppa in situazioni paradossali e di poca logica, con i personaggi che cambiano casacca e alleanze senza motivo. Kevin Dillon non è suo fratello e non sembra tagliato affatto per la parte, gli altri gli fanno da contorno compreso uno spento Grillo e il classico Willis di fine carriera. Scene action montate piuttosto male con abuso di effetti splatter casuali. Evitabile.
Galbo: La storia dell'impiegata di un'agenzia governativa per la sicurezza che viola il segreto di stato per denunciare le pressioni indebite sul suo governo in occasione della guerra contro l'Iraq. Una storia significativa raccontata in modo chiaro e lineare, pur senza grandi momenti di tensione, delineando bene la personalità della protagonista, che in modo forse un po' ingenuo si schiera dalla parte della popolazione e a cui presta il volto la brava Keira Knightley, in un film dal cast molto ricco. Interessante e informativo.
Deepred89: Discreto film a metà strada tra erotico e commedia grottesca. Molto amaro e poco divertente, diretto e fotografato con grande classe e pieno di idee curiose. Peccato per l'eccessiva lentezza del primo tempo e per lo scarso equilibrio tra i due generi (commedia ed erotico appunto) affrontati. Bravo Pozzetto (anche se meno divertente del solito), splendida Dalila Di Lazzaro, brava Angelica Ippolito, ottimo (anche se interpreta una piccola parte) Gino Bramieri. Belle le musiche di Fred Bongusto.
Paulaster: Ciò che colpisce è l'ottima fotografia, che tiene insieme il film dando l'impronta precisa degli anni 80. Neon, luci strobo, sudore in controluce, fumi uniti alla musica di Moroder confezionano un prodotto destinato a durare. Poi certo la trama è risicatissima, con il padrone e l'operaia ballerina, l'aiutino e l'audizione. La Beals è graziosa, anche se all'inizio sembra spaesata, e il contorno attoriale resta sempre in superficie. Qualche sentimento sparso per oliare il meccanismo.
Il Dandi: Titolo fra i migliori e più rappresentativi del cinema action: a differenza dei suoi innumerevoli epigoni e sequel ufficiali può contare su una miscela in perfetto equilibrio tra dramma, umorismo e tensione. La confezione (effetti speciali analogici, commento orchestrale) e la sceneggiatura (azzeccato per una volta il titolo italiano, visto che l'ambientazione interamente chiusa nel grattacielo ricorda L'inferno di cristallo) hanno la statura del vero classico, di cui Willis in canottiera diventa immagine iconica da consegnare alla posterità.
MEMORABILE: La tecnica di chiudere i piedi scalzi "a pugno" sulla moquette.
Anthonyvm: Dal mockumentary del primo si passa a un horror dal taglio convenzionale che, anziché sulle pratiche esorcistiche, fa leva sulle crisi paranoidi della traumatizzata protagonista. Ci si sposta dunque in zona da thriller settario, a dirla tutta neanche brutto: la prima metà affina la suspense con inattesa precisione, grazie anche alla prova di Ashley Judd, che ha davvero il physique du rôle. Peccato che la solfa si dilunghi troppo, relegando agli ultimi venti minuti un banale climax effettistico. Insignificante come sequel, avrebbe funzionato meglio se concepito come film a sé stante.
MEMORABILE: La statua umana; Le convulsioni; Il video virale della possessione; Il "fan" che muore per strada dopo una sfuriata dell'eroina; La rivincita finale.
Pigro: E' giovane, bello e conteso tra una romantica fidanzatina e una scaltra donna matura: un triangolo sullo sfondo della Spagna franchista. Feuilleton sentimentale e soprattutto sensuale, complice il forte calore iberico (che genialmente trova la sua nemesi in una scena-madre sotto la neve): eros e morte ruotano attorno all'ingenuo ragazzotto in tempesta ormonale, in una educazione sentimentale difficile da governare. Ben realizzato, anche sotto il profilo artistico (personaggi con affondi psicologici, narrazione, ambienti), si vede con piacere.
Luchi78: Eastwood rischia di bruciarsi con questo film, viste le tematiche politiche e sociali di quegli anni in Sudafrica. Eppure riesce a mantenere una sobrietà rara per i registi americani, soprattutto se si parla di eventi sportivi durante passaggi cruciali per un'intera nazione. Detto questo, manca forse un approfondimento migliore sullo scontro nella società sudafricana post-apartheid. Matt Damon risulta un eroe sportivo senza eccessi, Freeman è un Mandela molto veriterio. Buona prova.
Puppigallo: Un "mostro" di nome faglia si scatena sbriciolando e ingoiando tutto e tutti. E chi chiamerai? The Rock, naturalmente. Come se non bastasse poi, chi si salva dovrà fare i conti con le conseguenze del mega terremoto. La pellicola potrebbe essere sintetizzata in un paio di scene apocalittiche, dove tutto crolla e il nostro eroe zigzaga tra i palazzi cadenti. Il resto è un minestrone indigesto di banalità, luoghi comuni, unità familiare da latte rancido alle ginocchia (l'intruso è sempre un verme) e personaggi di rara pochezza, più un pupo so tutto, che la faglia purtroppo risparmia. Actionaccio.
MEMORABILE: Il sismologo, super iettattore, che appena sentenzia che potrebbe esserci un catastrofico terremoto, condanna tutti; Megaonda con sorpresona finale.
Deepred89: Remake più vicino al film di vendetta tout court che all'aria di sterminio dell'originale con Bronson, rispetto al quale aumenta la dinamicità e la violenza delle scene di massacro (con grande spasso per lo spettatore) ma si riduce l'impatto traumatico della causa scatenante (niente più stupri). Soggetto di totale medietà, qualche notazione interessante nell'aggiornare ai tempi del 2.0 il tema del giustiziere, una buona confezione e un Willis che funziona anche meglio del previsto. L'avremmo preferito ancora più radicale, ma è abbastanza manicheo e catartico da divertire.
Homesick: Le consuete barzellette vernacolari di Vitali si fondono in quest’occasione con una parodia del filone mutualistico, con risultati sempre divertenti e lanciando qualche utile frecciata al mondo spesso corrotto degli ospedali. Fondamentale anche qui l’apporto dei caratteristi, come Carotenuto, Ciardi, Baccaro, la Carloni, Caracciolo, Pellegrino e la seriosità di Feliciani.
Rebis: C'è tutta la miglior letteratura americana del secolo scorso nel film di Jeff Nichols, da Mark Twain a Stephen King, e tutto l'immaginario cinematografico che ha generato, i personaggi prototipici, la provvidenzialità del destino, l'idealismo intatto, la misoginia latente. Il Mississippi, sulle cui sponde il film è ambientato, impone una ritmica elegiaca, un fluire inesorabile, il tumulto passionale del grande racconto di formazione. Nichols valica simbolismi e stereotipi per conseguire l'intensità dell'esistere. Stupendo Tye Sheridan: ci auguriamo di rivederlo presto sul grande schermo.
Giùan: Anziano padre alle prese con la figlia maggiore malmaritata e la più giovane che resta incinta di un farfallone. In città poi ritorna la moglie che aveva abbandonato la famiglia molti anni prima. Ultimo b/n di Ozu (ma verrebbe da dire fosco e nero), è un capolavoro cupissimo (ben più che crepuscolare), di cui si resta in adorazione proprio per gli eccessi e la carica di pessimismo cosmico che lo contraddistinguono, risarciti tuttavia in maniera inesplicabilmente subliminale dalla immanenza trascendente del Maestro. Lo si ammira inani e stupefatti, travolti e soggiogati, ringraziando.
MEMORABILE: Chishu Ryu e Setsuko Hara al capezzale di Ineko Arima (tre interpretazioni sensazionali); Isuzu Yamada in vana attesa di un saluto in stazione.
Puppigallo: Parodia di una serie di film che mi vanto di non aver mai visto e che, a meno di sconvolgimenti, non vedrò. Dovendo quindi basarmi solo su ciò che la pellicola mi ha offerto, senza avere riferimenti, posso dire con una certa franchezza che trattasi di boiata, che solo a sprazzi raggiunge la mediocrità, mantenendosi quasi sempre a livelli comico-demenziali di così bassa lega da domandarsi cosa abbia convinto il regista di avere senso dell'umorismo. E' sulla falsariga di 3ciento, che era una quasi totale vaccata. Se non altro, qui c'è un po' meno cattivo gusto.
MEMORABILE: La scazzottata "amichevole" col sediarotellato; Lei: "Che c'è, puzzo?". E lui: "Come di formaggio vecchio"; L'asiatico usato come scudo nell'incidente
Rigoletto: Nel contesto della guerra fredda un sommergibile americano è incaricato di raggiungere una base al Polo per una missione di soccorso. L'arrivo sul posto coinciderà con una situazione pericolosa. Il film di Sturges è solido, la struttura di base è collaudata e vincente ed è impreziosita da un cast nel quale, oltre il protagonista Hudson, si distinguono sia Borgnine che McGoohan. Denuncia i suoi anni e mostra le rughe, ma ha ancora una sua visibilità grazie anche alla sua capacità di mantenere lo stato d'animo dello spettatore sospeso fino alla fine.
Renato: Tutto sommato ne ho un buon ricordo. Presi la vhs appena uscì in edicola... certo i riferimenti a Taxi Driver sono talmente espliciti da invocare quasi il plagio, ma c'è un buon utilizzo del mondo dell'hard come sfondo alle vicende del protagonista, tra l'altro davvero inadatto alla parte. Scattini mi ha sempre dato l'idea di un buon talento rimasto sostanzialmente inespresso e non è che questo film possa farmi cambiare idea... In ogni caso un prodotto dignitoso.
Alex1988: Anche nel western Nando Cicero dimostra una certa padronanza della macchina da presa. Pur se il film non è un capolavoro del genere, possiede tutti gli ingredienti: morti in abbondanza, lunghe sparatorie... Simpatici i tre protagonisti. C'è anche, tra gli altri, José Bodalo, il famoso generale Hugo del Django di Corbucci.
Saintgifts: De Niro da una parte, Norton dall'altra e nel mezzo la Jovovich, tentatrice, Eva e serpente allo stesso tempo, a confermare una volta di più (non ce ne sarebbe bisogno) quanto possa una giovane bellezza femminile nei confronti di maschi con regolari pulsioni etero. L'altra forza è il misticismo, la ricerca di un Dio, uno sguardo rivolto all'interiore piuttosto che all'esteriorità. Ce ne sarebbe a sufficienza per un dramma malato al punto giusto; lo stravolgimento delle personalità c'è, ma non rappresentato come dovrebbe. Jovovich la migliore.
Myvincent: Il teatro delle marionette di un gruppo di artisti subisce una grossa battuta d'arresto quando muore il più anziano, spingendo i vari componenti a cercare la loro vera vocazione altrove. Un film sulla crisi di un'arte che sembra non trovare soluzioni all'incalzare della cosiddetta modernità, incluso il modello familiare che vuole nuove forme di espressione individuale. Fra tutti gli interpreti da segnalare la presenza di Louis Garrel (figlio dello stesso regista), indubbiamente magnetica. Fate attenzione alle tre ragazze more perché si assomigliano molto fra loro...
Rufus68: Nonostante la bellezza della protagonista che si spoglia ogni cinque minuti, il polpettone rimane indigeribile. La storia è un pretesto per il softcore, ovviamente e ciò lo si comprende: erano anni di censure e divieti. Purtroppo l'erotismo è prevedibile e meccanico e alcune scene (la tortura col serpente, il finale con la Gemser-Cleopatra che stira le zampe con fare ridicolo) non aiutano la causa (a parte quella del comico involontario). Palance dignitoso.
Ryo: I film e le serie tv di Irwin Allen mi avevano finora piacevolmente intrattenuto; Se si accettano effetti speciali molto semplici e scenografie palesemente di cartapesta, le sue storie fantascientifiche le ho trovate abbastanza godibili. Questo inferno sommerso è invece piuttosto noioso, una sorta di videogioco in cui un gruppo di personaggi si fa strada attraverso vari livelli e scontro con boss finale. "Kojak" nella parte del cattivo gradevole, Caine mi è apparso un po' impacciato ma professionale. Abbastanza prevedibile.
Jdelarge: Un film biografico, in ambito sportivo soprattutto, ha dalla sua il grande vantaggio di dover mettere in scena una storia di per sé sensazionale, ma al tempo stesso l’onere di doverla rappresentare con un linguaggio ben preciso che sia in grado di non soccombere dinnanzi agli eventi. Il film in questione riesce nell’impresa di mostrare in maniera abbastanza realistica la psicologia di Borg e McEnroe (ottimamente interpretati), non andando quasi mai a ricercare facili forzature. Ben girate le scene sul campo da tennis.