Propagandato come il primo film italiano a trattare lo scottante tema del mondo del cinema a luci rosse, in realtà il lavoro di Luigi Scattini (tra i padri dei cosiddetti “mondo-movies”), affronta l'argomento piuttosto marginalmente. Sembra invece una versione povera di TAXI DRIVER, con il fratello di Michele Placido, Gerardo Amato (che doveva essere lanciato con questo film), sulle orme di Robert De Niro (anche nella finzione cinematografica, visto che la camera in cui vive Rocco Spinoni è tappezzata da poster dei vari Pacino, Stallone, De Niro...). Ambientato anche questo a New York, racconta di Rocco, giunto negli Stati Uniti con la speranza...Leggi tutto di sfondare come attore. Purtroppo i soldi mancano, così si deve adattare a fare il dog-sitter, lo spogliarellista, lo gigolò e, ad un certo punto, perfino l'attore porno. Sul set di uno di questi filmacci (ricostruito presumibilmente con una certa cura), conosce Lilly (Susan Elliott) e ben presto se ne innamora. Ma la sua vita da macho italiano continua ad essere sregolata, priva di punti fissi: finisce persino in carcere per abuso di minorenni, maltrattato dal poliziotto corrotto Donovan (Giacomo Rossi Stuart). Il finale è drammatico (ma meno di quanto si voglia far credere: il famoso tema dello “snuff-movie” è solo accennato e inserito quasi casualmente). Girato da Scattini con una certa passione ma mezzi miseri, BLUE NUDE si ferma troppo alla superficie, anche per colpa del protagonista che non può ovviamente competere con il De Niro di TAXI DRIVER. Alcuni ambienti sono ricreati bene, ma una fotografia povera incapace di valorizzare le scenografie e un'evidente sciatteria di fondo finiscono per penalizzare BLUE NUDE, la cui valenza maggiore resta forse quella pseudo documentaristica. Tra le attrci una giovane Monica Scattini (figlia del regista).
Tutto sommato ne ho un buon ricordo. Presi la vhs appena uscì in edicola... certo i riferimenti a Taxi Driver sono talmente espliciti da invocare quasi il plagio, ma c'è un buon utilizzo del mondo dell'hard come sfondo alle vicende del protagonista, tra l'altro davvero inadatto alla parte. Scattini mi ha sempre dato l'idea di un buon talento rimasto sostanzialmente inespresso e non è che questo film possa farmi cambiare idea... In ogni caso un prodotto dignitoso.
Dignitoso dramma che affronta vari temi: l'italiano a New York in cerca di fama sulla scia dei suoi idoli, gli snuff-movie, la penosa realtà del cinema a luci rosse e via dicendo. La vicenda è tenuta insieme abbastanza bene e tutto sommato Gerardo Amato non se la cava male (peccato non abbia mai avuto modo di crescere artisticamente in seguito). Scattini dirige con passione nonostante una messinscena a basso costo e il film non risulta scandaloso o brutale quanto vorrebbe essere, finendo per essere "solo" un buon dramma metropolitano.
Curioso film che affronta tematiche forti (il degrado urbano, il cinema hard, la criminalità, il tutto visto da un immigrato italiano negli Usa) con un tono insolitamente rilassato e senza scene particolarmente estreme, grazie ad una regia piuttosto misurata ed alle leggere ed orecchiabilissime musiche di Umiliani in colonna sonora (una serie di canzoni alla Oliver Onions). Il tutto crolla con il finale tragico, gratuito e improbabile, ma il resto, nonostante una certa piattezza di fondo, è tutto sommato accettabile. Mediocre il protagonista.
Italo-americano si ritrova a New York barcamenandosi tra un lavoro precario e un altro, almeno fintanto che non entra nel giro dei film porno. Conosce una ragazza dell'ambiente e se ne innamora ma... Protagonista il fratello del più noto Michele, ovvero Gerardo Amato Placido, al fianco del celebre Hugo Pratt (attivo scenografo nel periodo). Il film si sviluppa in maniera modesta, anche a causa del budget, nel tema dello snuff movie, in questo apparendo quasi come predecessore di film realizzati solo molti anni più tardi (8 mm - Delitto a luci rosse). Uscito in VHS, nel ciclo Sex & Violence.
La New York sordida, degradata e razzista immortalata in Taxi Driver, è riproposta su piccola scala da Scattini per una rappresentazione semidocumentaristica – l'ottica è quella dei mondo-movies - del lato oscuro del sogno americano vissuta sulla pelle di un immigrato e per una pioneristica esplorazione di un sottobosco porno che cela ricatti e snuff. Meno cura è riservata agli attori, sebbene il giovane Amato sappia suggerire le illusioni, lo smarrimento e le speranze frustrate dell’emigrante. Nel finale sulle scale è chiamato ancora in causa il capolavoro di Scorsese.
Non zoppicherebbe neanche troppo, sulle false illusioni date dalla Grande Mela o sui contratti capestro dell'industria e dell'ambiente porno. Il pugno nello stomaco che rimbomba fino alle tempie lo si subisce quando si sentono le magnifiche musiche di Umiliani, già usate nei mondo-movie, rispetto ai quali questo film non è neanche un escremento di pulce, cioè sangue coagulato. Molto brava la povera Elliott...
Film che riceve una scossa solo nel finale, dopo un inizio davvero blando. Un povero sfigato (Gerardo Amato, fratello di Michele Placido) gira per le vie di New York e finisce a fare film porno, ma cerca di uscirne al più presto per non rovinarsi la futura carriera da attore stile Al Pacino. Piuttosto patetico, per non parlare della bassissima recitazione degli interpreti. Alla fine la trama che quasi si trasforma in uno snuff ravviva l'interesse. Salvato in corner.
Scattini probabilmente era convinto di girare il film della svolta, un film “impegnato”; in realtà - forse per via del magro budget a disposizione - siamo ai confini del trash. La pornografia come mezzo di sopravvivenza (in una NY accennata nella formula "passeggiata di un ragazzo tra le insegne luminose”) è a mio avviso un trucco per mostrarci qualche nudità che, in fin dei conti, è il vero valore della pellicola. Ritmo lento, tuttavia qualche buon momento e una discreta tecnica di ripresa vanno fatti notare.
Coraggioso tentativo di espatrio nel dramma di un ottimo documentarista. Molti riferimenti, non solo nelle ambientazioni ma anche nella descrizione delle asettiche interazioni metropolitane, al tassinaro scorsesiano. Trovo un retaggio della passata esperienza registica nel racconto della condizione dell'emigrato e dei compromessi per mantenere l'indipendenza economica giovanile. Bello il personaggio della Elliott, una Maddalena che paga dazio pur essendo l'unica provvista di umani sentimenti.
MEMORABILE: Il (basso) valore di una vita nella megalopoli.
Lo squallido sottobosco del porno attraverso gli occhi di un immigrato italiano (il fratello minore in tutti i sensi di Michele Placido, scelta abbastanza azzeccata) nei bassifondi di New York, con (fin troppo) espliciti riferimenti a Un uomo da marciapiede e Taxi driver. Ambizioso film di Scattini che, già regista mondo, stavolta dà l'idea di essersi pure davvero preparato con un serio un lavoro di documentazione, senza però riuscire a metterlo a reddito. In omaggio a Rocky il protagonista si chiama Rocco, ingenerando un easter-egg imprevisto.
Con i mezzi a disposizione Scattini realizza un prodotto efficace e moderatamente drammatico, pur senza particolari eccessi. Una vicenda realistica, se si esclude il finale sopra le righe, che porta lo spettatore nell'ancora immaturo scenario dell’hard legale americano degli anni 70, sconfinando poi in episodi particolari e improbabili, forse. Lo stallone italiano un po’timido e la pornostar convinta del mestiere ma che mantiene una vena romantica sono personaggi che risultano pure simpatici e si fa il tifo per il loro, forse impossibile, eterno amore.
MEMORABILE: La sua prima scena hard, finita troppo presto; La scenata di gelosia in scena.
Giovane italiano cerca di sfondare nel cinema a New York. Tra i vari pregi del film l'ambientazione americana da bassifondi, la regìa che a tratti non è male e le musiche. Ad abbassare il livello l'interpretazione grossolana del protagonista e il ricalco spudorato dell'ultima scena di Taxi driver, che a farne un tributo sarebbe stato meglio. Anche il ruolo della ragazzina adescatrice ricade nel già visto.
MEMORABILE: Il poliziotto ricattatore; I soldi rifiutati dagli italiani; La scena di snuff movie.
Ragazzo italiano sogna di fare l'attore a New York, ma i problemi sono davvero tanti. In un periodo in cui gli italiani imitavano qualsiasi film USA di successo, Scattini ci prova con le atmosfere alla Scorsese, proponendo un mischione di sesso (molto), romanticismo (insomma) e denuncia (giusto una spruzzata). Le parti "serie" sono le meno interessanti. Spicca Rossi Stuart in uno dei suoi ultimi film e la giovane Monica Scattini cui il padre regista regala molti primi piani.
MEMORABILE: "I film impegnati italiani? Scopate con in mezzo qualche sciopero".
Un uomo da marciapiede versione povera, si potrebbe dire, nel quale un italiano del Sud prova a sbarcare il lunario a NY sperando di far fortuna come attore. Ma tutto quello che impara è conoscere il lato marcio della Grande Mela. Gerardo Amato se la cava abbastanza, a suoi agio nei panni del "terrone" spaesato, attratto e respinto nel contempo da un mondo più grande di lui. Tutto il resto del progetto è poca cosa, rovinato da un finale sbagliato. Comunque scorre liscio, tranquillamente.
Discreto noir del regista Scattini. Il film racconta le vicissitudini di uno sfortunato italo-americano che vuole sfondare nel cinema ma si troverà a dover fare lavori umili e parti in film pornografici. Cast ben scelto, con un discreto Gerardo Amato, il sempre valido Giacomo Rossi Stuart e Renato Romano; bene anche il cast americano. Male invece le musiche, un po' fuori luogo. Bella l'ambientazione notturna.
MEMORABILE: I poster di Rocky e Serpico.
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SEX & VIOLENCE 1 - La serie completa Titoli della serie Sex & Violence distribuiti da noi in VHS grazie alla Shendene & Moizzi, componenti il ciclo "Il cinema estremo italiano" (ogni titolo contiene il link alla scheda davinottica del film):
Il film è prodotto da Renato Romano, che nel cast figura tra gli interpreti (guarda caso, nel ruolo di un produttore) con lo pseudonimo di Raf Valenti, già adoperato ne L'uccello dalle piume di cristallo.
Per Undying:Se parli del film con Nicholas Cage,questo è proprio acqua fresca,anche perchè un Blue Nude è solo un incidente...là c'è ben altro.Per gli altri:ci vuol proprio coraggio a vederci dei parallelismi con Taxi Driver,scusate se ve lo dico.FAUNO.
DiscussioneZender • 11/01/11 10:23 Capo scrivano - 48842 interventi
Scusa Fauno, anch'io trovo dei vaghi parallelismi con 8mm (il tema è lo stesso in fondo), e non credo che il film con Cage sia sto capolavoro (peraltro nessuno lo considera tale, e nella marea di voti bassi o bassissimi solo Pinhead, con diritto sia chiaro, gli dà 3 palle); anzi, mi è parso artefatto come pochi. Inoltre si parla della New York di Taxi driver "in piccolo", e anche qui mi pare molto centrata la cosa. Non è un parallelismo, è un tentativo di Scattini di rifarsi allo stesso tipo di ambientazione. I parallelismi si posson fare con tutto, cerchiamo di non fermarci alla presunta "offesa" di voler citare un titolo importante ma anche di guardare perché lo si cita.
Nessunissima offesa:quella è un'indagine che occupa praticamente tutto 8mm.,mentre qui abbiamo a che fare con un effetto collaterale di una scena violenta,che non nasce come snuff movie...quanto a Taxi driver è vero che è da molto che non lo vedo,ma non vedo alcun contatto,perchè qui di scene girate in auto ce ne sono proprio pochine,e perfino lo sfruttamento della prostituzione è visto in ben altra maniera,come anche di attentati a diplomatici non ne vedo manco uno,come d'altronde in Taxi Driver non mi ricordo di alcuna speranza di carriera cinematografica mancata.Cercherò di rivedere Taxi Driver e ne riparleremo.Posso prendermela per altre cose(sempre poi bonariamente)ma non certo per questa.Ciao.FAUNO.
Addenda:mai detto che 8 mm sia un capolavoro,e poi se vedi il mio pallinaggio di questo...
DiscussioneZender • 12/01/11 16:40 Capo scrivano - 48842 interventi
Sì beh, è certo che non è lo stesso film, ma dal momento che non son tanti i film che trattano di snuff abbozzando un'indagine in quel mondo direi che il parallelo viene immediato. Vedi, il discorso è che spesso si confonde il fatto che un film possa per certi versi ricordarne un altro col fatto che invece gli debba essere del tutto identico o quasi. Certo, son due cose diverse, ma alcuni punti di contatto ci sono, tutto qui. Quanto a taxi dreiver direi che chi ne ha scritto parlava di vaghe somiglianze nell'ambientazione, quindi i punti di contatto sono ancora meno... Nessuno ha mai paragonato i due film (e poi anche se fosse nessuno dovrebbe offendersi per questo, son sempre e solo opinioni).
Alla base della sceneggiatura di Blue nude sta una notizia apparsa su Il Messaggero del 3 ottobre 1975, nell'articolo intitolato Troppo realismo nel porno-film: uccisa l'attrice.
Sulla realtà del fatto di cronaca si espresse anche Enzo Ungari che così scrisse:
"A questo punto capisco che se l'avvenimento è probabilmente falso, la notizia, oltre ad essere vera (poiché esiste e l'ho realmente letta) è anche necessaria, corrisponde ad una situazione in cui le ipotesi di un poliziotto americano coincidono con la credulità dei lettori."*
*Immagine del disastro: Cinema, shock e tabù (pag. 7), Arcana, 1975