Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Il numero del canale si trova tra parentesi dopo il suo nome. Se non c'è, cercatelo qui: numero canale. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Samuel1979: Bragaglia fa emergere la "giusta" immagine del condottiero cartaginese, visto non più come spietato uomo di guerra ma come un uomo di nobili sentimenti, cosciente dei limiti del suo esercito nonostante la sua superiorità negli scontri. Le scene di guerra sul fiume Ofanto sono di buona fattura, anche se il più delle volte il regista sorvola sugli scontri di numerose battaglie. A volte ci si annoia, ma la visione vale la pena; c’è un "imberbe" Girotti, ma anche un irriconoscibile Pedersoli nelle vesti di Rutario.
MEMORABILE: Il corpo senza vita di Quintilio davanti gli occhi di Annibale.
Jurgen77: Sottovalutata pellicola di Lattuada a sfondo ecologista. Interpretazione di Pozzetto a mio avviso altalentante, tra ottimi skatch e parti meno riuscite. Presenti anche attimi di erotismo più o meno velato. Bella la rappresentazione della nebbiosa provicia lombarda, a metà strada tra industrializzazione spietata e tradizione contadina. Non di facile appeal. Pozzetto, in ruoli "impegnati", vacilla un po'..
Noncha17: Il film inizia proprio nel momento in cui i due si trovano a dover affrontare quelle beghe contrattuali che li porteranno prima alla separazione e, poi, alla crisi. Si riprende nel 1953, quando l'intrepido Stan firma con la Fox un accordo per riportare la coppia nei cinema di tutto il mondo! Se durante la prima parte il film soffre un certo appiattimento, durante la seconda si mette a scavare in profondità e vien fuori quel sentimento che riesce a scatenare la commozione. Insomma, si ride anche... ma non aspettatevi qualcosa di simpatico & divertente!
MEMORABILE: "Ne abbiamo proprio bisogno?"; Le "ragazze"; Lo spettacolo alla segretaria; Immaginando Robin Hood; Il motivetto fatto dalla nave; Il balletto finale.
Samuel1979: Considerando l'intera, lunga filmografia, può essere ritenuto uno degli episodi più felici di Alvaro Vitali, qui alle prese con una commedia meglio costruita in cui nonostante qualche trivialità non si eccede in situazioni troppo imbarazzanti. Il film si aggancia idealmente, seppur con le dovute distanze, al capolavoro di Zampa strappando comumunque quanche sincera risata. Cast numeroso in cui spicca la buona prova di Carotenuto.
Ciavazzaro: Nulla di che. Richard Gere sottotono, molto meglio Bruce Willis, killer spietato. Il film però è poca cosa, tra effetti speciali non troppo convincenti, inseguimenti senza fine e trama che ogni tanto traballa. Abbastanza noiosetto.
Dusso: Questa volta Hercule Poirot deve risolvere l'omicidio di un'anziana signora malvista dai suoi parenti per la sua grossa eredità. Gradevole e nulla più,la storia si risolve con una ingegnosa trovata e questa è la cosa migliore mentre i risvolti soprannaturali che sembra avere la vicenda sono piuttosto ridicoli e i colpi di scena sono praticamente inesistenti. Il titolo del film è lo stesso del libro da cui è tratto ma il film, rispetto al libro, ha un prologo totalmente diverso che rende il titolo del film senza alcun senso.
MEMORABILE: Il tenerissimo cane Bob che aiuterà Poirot a risolvere il caso.
Siska80: Quattro coppie impantanate in relazioni sentimentali complicate da differenti problemi. Il cast si rivela azzeccato (i coniugi Tognazzi sono molto simpatici), meno l'evolversi delle varie vicende, che non riserva particolari sorprese). Da una regista/attrice piena d'inventiva come Simona Izzo ci si aspettava qualcosa di più originale, sebbene nella pellicola non manchino ritmo e dialoghi divertenti e si arrivi sino alla fine con pochissimi momenti di stanca.
MEMORABILE: "Ammazza come godi male!" (Fabrizio a Margherita).
Maxx g: Poliziesco manifesto degli anni '70. Buona prova attoriale più per Gene Hackman che per Roy Scheider, che appare maggiormente defilato. Valido anche Fernando Rey nel ruolo di un viscido trafficante francese. Una bella prova registica per William Friedkin, che di lì a poco dirigerà L'esorcista.
MEMORABILE: L'inseguimento di Hackman in auto e l'uccisione del complice di Rey.
Rigoletto: Rivedendo questo film mi sono accorto che non era affatto così male. Mi era piaciuto sin da subito, ma rivederlo dopo 8 anni mi conferma l'impressione di allora. La coppia Lee/Lundgren funziona bene, con il gigante svedese colonna del film e il compianto Lee ottima spalla, snob quanto basta. La Carrere è un piacere per gli occhi, bravo anche Tagawa. Sebbene la sceneggiatura sia quasi un optional, la spigliata regia di Mark Lester rende questo film un fumetto assai piacevole. ***
MEMORABILE: Lundgren che insegue il camion carico di birra vestito da Yakuza.
Il Gobbo: Aridaje: industriali cattivissimi che disboscano l'Amazzonia per fare strade, un oppositore ci lascia le penne, ma era amico di Marvin Hagler, e allora per i disboscatori sono cavoli amari. Sequel-fotocopia di Indio, col solo Hagler. Al posto di Dennehy i cattivoni sono due, Charles Napier e Dirk Galuba, caratterista finito a recitare ('nsomma..) nell'agghiacciante soap crucca Tempesta d'amore trasmessa su Mediaset!
Mco: Vi è sempre una certa diffidenza quando ci si avvicina a film che hanno nel cast attori di cabaret, in quanto si sa che il cinema è tutt'altra cosa! Le premesse sono esatte ma talvolta le eccezioni non mancano e in questo caso Ale & Franz azzeccano la commedia, i tempi e le modalità. Gradevole dall'inizio alla fine, con una sottesa analisi del mondo contemporaneo e con l'affiatamento reale e filmico a farla da padrone. Adatto a tutti, grandi e meno grandi.
Daniela: Giornalista dalla vita privata e professionale incasinata deve scrivere un articolo sull'ultimo giorno di vita di un giovane nero in procinto di essere giustiziato per un omicidio del quale si dichiara innocente... Spunto già proposto molte volte per un film che, senza essere un capolavoro, conferma il solido mestiere di Eastwood, soprattutto nella gestione degli eventi concitati della seconda parte, segnata da un conto alla rovescia che riesce ad essere ansiogeno per quanto l'esito sia prevedibile. Nel resto del cast spicca Woods, protagonista insieme a Eastwood della sequenza migliore.
Siska80: In questo episodio Nobita decide di fare un salto nel passato per rivedere l'amata nonna deceduta. La trama, purtroppo, non fornisce spunti originali giacché, sulla scia di Ritorno al futuro, il giovane protagonista, in compagnia del fido Doraemon, viaggia avanti e indietro nel tempo coinvolgendo lo spettatore (anche quello adulto, perché no?) in una serie di tragicomiche avventure che culminano in un azzeccato finale con morale annessa. La grafica e l'animazione sono comunque buone, i personaggi simpatici, il ritmo costante; in sostanza, niente male.
Rambo90: Un action riuscito e divertente soprattutto grazie alla velocità e alla bravura di Li nei combattimenti (nonchè alle ottime coreografie di Corey Yuen), perché se fosse per la trama sarebbe davvero poca cosa. Il regista si limita a infondere il giusto ritmo alla cosa, al resto ci pensa lo scatenato protagonista, ben aiutato anche da un villain credibile e dalla bella Bridget Fonda. Adrenalinico.
Piero68: Fare commedie sul malcostume politico nel nostro Paese è ormai la moda del momento. Dopo Viva l'Italia, Tutto tutto niente niente e altri, ecco che ci prova anche Bisio con Milani alla regia. Il soggetto è inflazionato, la sceneggiatura certo non brilla e le gag che funzionano si contano sulle dita di una mano. Ha però il pregio di uscire dal solito grigiore della commedia recente grazie alla verve di Bisio. E anche se alcune gag sono risapute almeno la pellicola è scevra dalle solite volgarità gratuite. Ottimi il cast di contorno e i camei vari.
Gottardi: Nello chalet montano del nonno, in vendita ai cinesi, convergono la figlia in crisi coniugale e una coppia di amici con lui fedifrago. Come si risolveranno tutti questi problemi? Stanco buonismo e invisibile umorismo per un film stiracchiato all’inverosimile fino ai limiti della noia mortale, con Abatantuono ai suoi minimi storici. Impossibile trovarne la ragion d’essere se non nell’abbiocco del post pranzo natalizio. Risultando comunque indigesto anche in tal caso.
Diamond: Seguito quasi immediato del fortunato I soliti Ignoti con alla regia Nanni Loy al posto di Monicelli e qualche variazione nel cast (mancano Totò e Mastroianni ma c'è un ottimo Manfredi). Il livello è comunque alto, garantito da un ritmo sostenuto e da una valida sceneggiatura di Age e Scarpelli in cui brillano gag divertenti, battute rimaste nell'immaginario comune e qualche trovata geniale. Cast notevole nel quale Gassman giganteggia.
Domino86: Tra i tanti film di Pieraccioni qui abbiamo un calo generale delle prestazioni a partire dalla storia stessa: un galeotto che entra ed esce dal carcere a suo piacimento non convince, decisamente troppo inverosimile. In linea generale comunque ci si diverte perché il suo stile e quello del suo entourage riescono a portare alla risata senza troppo impegno.
Capannelle: Premier belga costretto a uccidere la presidentessa americana per salvare la propria famiglia. Nella prima ora l'idea regge, ma la costruzione appare televisiva, sfilacciata. Poi circa mezz'ora di tensione dovuta al colpo di scena che però porta a un epilogo ancora meno credibile delle premesse. Non è da buttare, fa il verso a varie pellicole a stelle e strisce ma più attenzione nella scrittura era doverosa.
Rambo90: Un John Wayne maestoso in uno dei suoi ultimi western ma anche uno dei più riusciti. La trama diventa già dopo pochi minuti un racconto edificante sulla crescita e sul bisogno di diventare velocemente uomini in quell'epoca violenta. Il ritmo regge bene la lunga durata grazie anche a tocchi frequenti di ironia e a belle caratterizzazioni, tra cui spiccano Brown e un giovane e canagliesco Bruce Dern. Bella la colonna sonora di Williams, molto violenta e dura l'ultima mezz'ora ma anche molto avvincente ed emozionante.
Claudius: Modesto dramma familiare che, seppur interpretato bene (uno dei migliori ruoli di Ford) non riesce a evitare facili sentimentalismi e lacrime. Qualche scena riuscita (Ford che deve ricominciare a leggere o quelle in tribunale) non riescono a risollevare il film, che si fa vedere fino alla fine solo per curiosità o per fan di Harrison. Da Nichols ci aspetta ben altro.
G.Godardi: Tipico film rappresentante della classica commedia anni 80 targata Cecchi Gori: si prende un film che ha sbancato al botteghino (Mia moglie è una strega), il divo protagonista (Pozzetto che sbancava sempre al box office) e gli si cuce addosso una storiella che riecheggia il film usato da modello. Nasce così La casa stegata, simpatico film di B.Corbucci in cui intenti lodevoli (la messa in scena curata quasi alla Bava del prologo, la bontà degli effetti speciali, raffazzonati ma efficaci) si innestano su una sceneggiatura maldestra. Tuttavia si ride.
MEMORABILE: La suocera in fregola a causa dell'eccitante e la parodia di Hulk, purtroppo vanificata dagli effetti speciali poverissimi.
Daniela: Il talento visivo di Singh è fuori discussione ma anche nei suoi film più riusciti si nota una difficoltà a tener le fila del racconto: qui, pur avendo fra le mani uno script fra i più amati e collaudati, tenta di modernizzarlo in versione protofemminista con esiti imbarazzanti, facendo diventare Biancaneve una sciacquetta che tira di spada ed il principe azzurro un imbecille di bell'aspetto, mentre Roberts ricorre a dosi massicce di autoironia ed i nani gigioneggiano. Da salvare, oltre al bel prologo, le scenografie coloratissime ed i costumi ultra-kitsch: per gli occhi un collirio all'LSD.
MEMORABILE: Il grazioso prologo animato, con i personaggi porcellanati: la cosa migliore del film
Belfagor: L'ennesima dimostrazione che Eastwood sa perfettamente come muoversi nell'ambiente del cinema classico. Freeman porta sullo schermo il ritratto austero e benevolo di uno dei leader più famosi del secolo in un film lungo ma coinvolgente, strutturato ma allo stesso tempo diretto, onesto e, in certi punti, persino poetico. Bravo anche Damon nel ruolo del capitano della squadra. Ottimi i momenti sul campo.
Jandileida: Minestrone in cui De Sica butta un po' di tutto, dai ghostbusters giù fino allo spirito del padre. Il risultato, se non proprio gustoso, è quantomeno commestibile: pur usando gag già messe in formalina ai tempi gloriosi dei cinepanettoni e riciclando tutto ciò che si poteva raccattare dai barili del genere comico paranormale, il film ha buoni tempi, più che discreti effetti speciali e un trio di protagonisti affiatati. Il tentativo di mettere insieme più stili è poi per lo meno degno di nota, in un panorama comico italiano che tende in genere alla ripetizione perpetua di se stesso.
Nando: La crisi economica vista con gli occhi degli analisti bancari che evidenziano lo sciacallaggio imperante di tali soggetti. La crisi è¨ vista all'interno con valido realismo e senza orpelli inverosimili. Cast altisonante con un magnetico Irons, un sempre valido Spacey e un sorprendente Bettany. Solido.
Siska80: A volte basta poco per realizzare un buon cartone: sfondi colorati, discreta animazione, personaggi simpatici sebbene dal design improbabile, avventura, humour e soprattutto tanta, tanta fantasia. Proprio come in questo caso, in cui a divertirsi non sono soltanto i più piccoli (cui in teoria è principalmente/esclusivamente rivolto il prodotto), ma anche i grandi; e non interessa se la trama è pretestuosa e il lieto fine scontato, ci si diverte davvero nell'assistere a come sei cuccioli di specie differenti si diano da fare per distruggere il diabolico piano di una maga cornacchia.
MEMORABILE: La sfilata di moda sabotata; Il gufo napoletano.
Trivex: Divertente e spintarello quanto basta grazie al "funzionante" (in tutti i sensi) Montagnani e alla bellissima e brava Fenech (succube di madre, ma col punto fermo); poi c'è pure Carrol Baker, insospettabilmente efficace nella parte e per finire quello che "non funziona" (grande Ray, un mito). Anche morbosetta, la storia; con un finale che in parte si capisce da una delle prime scene e per l'altro verso affonda ancor più nel torbido (relativamente, s'intende!).
B. Legnani: Molto bello (***½). Che dire di Volonté? Grandissimo quando deve andare sopra le righe (come in Indagine), grandissimo quando, come in questo caso, deve invece sottorecitare. Film diretto e recitato benissimo (notevoli il composto Giovampietro e l'irrequieto Fantastichini), che ha la caratteristica di far provare tanta "pietas" per molti, ma un po' di meno - a dirla tutta - per l'imputato che, codice dell'epoca alla mano... Gustosi i quadri familiari. Senz'altro da vedere.
Daniela: In un paese del Trevigiano, il suicidio di un viticoltore dà il via a una catena di delitti su cui indaga un commissario imbranato ma non privo d'intuito... Commedia gialla in cui la cornice vale più del quadro: l'intreccio è infatti modesto, la soluzione prevedibile, la denuncia dei guasti ambientali debole, ma la campagna veneta con i suoi vigneti fornisce un'ambientazione piacevole, il ritmo compassato non dispiace ed il cast risulta azzeccato sia nella scelta del pacioso protagonista che nei ruoli di contorno. Un esordio nel lungometraggio senza troppe pretese ma da incoraggiare.
Pessoa: Classica commedia hollywoodiana gay friendly di Brooks destinata al grande pubblico. La sua stessa natura ne condiziona il plot e la sceneggiatura tendendo ad aggirare situazioni più azzardate che avrebbero dato più sale alla vicenda. Nicholson giganteggia in tanta pochezza con la Hunt che gli sta dietro (entrambi Oscar, Golden Globe e una caterva di altri premi), ma il resto del cast è poco attento al gioco di sguardi del Maestro. Frizzanti e orecchiabili le musiche di Zimmer. Per chi ha voglia di sorridere senza troppi pensieri...
Herrkinski: La serie prosegue inesorabile, ma le idee iniziano già a scarseggiare. Se il primo episodio era a suo modo un classico della commedia made in USA e il sequel un film più che discreto, che riusciva a strappare più di una risata, questo terzo capitolo è invece modesto; le gag sono riuscite a metà e tutt'al più suscitano un labile sorriso, la sceneggiatura cerca di costruire una trama compiuta ma annaspa (specialmente nell'ultima mezz'ora), le new entry (a parte l'allucinato Zed) non funzionano e gli altri si ripetono stancamente, senza brio.
Galbo: Ingiustamente bistrattato dalla critica, è un discreto action movie nella migliore tradizione del regista Tony Scott: vicenda narrativamente piuttosto semplice anche se strutturata su due livelli (con personaggi vittime delle oscure macchinazioni della CIA) e riprese all'insegna della pura azione ma nel complesso ben realizzate anche se talvolta il ritmo delle riprese è un po' troppo accelerato (stile videoclip o spot pubblicitario). Buona la prova (e l'intesa reciproca) dei due protagonisti.
Furetto60: Per gli amanti dei disaster-movie questa ha le carte in regole per diventare una tappa fondamentale. Gli autori mantengono le promesse e spingono a manetta sugli effetti speciali regalando un prodotto molto adrenalinico. Alla presenza dei cacciatori di tornado, già vista altrove, si abbina la mania per i selfie movie in un riuscito intreccio di manie umane e furia della natura. Simpatico anche l’inserto comico. Meccanismi semplici, quindi, fatti con apparente naturalezza e che portano dritto nell’occhio del ciclone.
Galbo: Dopo un ottimo action come Speed, la coppia De Bont/Bullock ci riprova con uno sbiadito (pseudo) sequel che riprende nelle premesse il tema della velocità senza riuscire tuttavia a mantenere lo spirito realmente adrenalinico del primo episodio. La mancata riuscita del film è in parte da attribuire all'inadeguato protagonista maschile (J. Patric) che non possiede la simpatia e il fascino di K. Reeves e si rivela un partner inadeguato per la Bullock. Anche un eccellente attore come Dafoe si perde in un repertorio di manierismi fini a se stessi.
Ruber: Discreta fiction (poteva essere un tantino meglio) sulla vita del grande carabiniere Salvo D'acquisto, che diede la sua vita in cambio di 22 persone nell'epoca nazifascista dei primi anni '40. La storia ripercorre abbastanza fedelmente la cronologia dell'epoca della vita del carabiniere con gesta eroiche ma anche con le sue crisi, mettendo in luce poco ma la vera realtà, perché romanza in alcuni tratti un po' troppo la storia. Comunque sia il buon Fiorello in queste parti ci si cala al meglio. Cast modesto e regia nella norma di Sironi.
Tarabas: Marchal è una garanzia per quanto riguarda il polar contemporaneo, genere nel quale ha messo a segno almeno un capolavoro. Qui non aggiunge molto al catalogo dei tipi (umani, scenici, narrativi) ma il film è solido e avvincente, anche se spreca il peso massimo Reno in un ruolo di assoluto contorno. Per il resto, la assolata (e tuttavia torbida) Marsiglia delle lotte tra clan (corsi contro maghrebini, nello specifico) è uno scenario funzionale per queste storie. Cast non particolarmente noto alle nostre latitudini, ma ben scelto e ben diretto. Più che buono.
Skinner: Se il primo funzionava, questo sequel/remake ha poca ragione d'essere (visto), dato che ne rappresenta una copia con poche novità e non tutte propriamente riuscite. La struttura del primo viene ripetuta alla lettera, il cast si arricchisce notevolmente, ma manca l'effetto sorpresa e la freschezza del prototipo, subentra qualche momento di stanca e il ritmo a tratti cala notevolmente. Film per bambini/ragazzini, che apprezzeranno sicuramente l'atmosfera favolistica, i bizzarri personaggi e la fotografia colorata. Speriamo comunque che sia l'ultimo.
Stubby: Lo ritengo tra i più divertenti della premiata coppia Hill-Spencer. A parte la musichetta che accompagna tutto il film e che ti entra subito in testa, c'è da dire che si tira il fiato poche volte. Le gag si sprecano e sono condite naturalmente dai soliti sganassoni; alcune sono passate alla storia: dalla gara a birra e salsicce a Spencer che canta nel coro. Fenomenale!
Undying: Malizie (o masochismi, sarebbe meglio dire) maschili, assorbite dal vortice illogico della scopofilia: un affermato chirurgo impone (con buone maniere) alla graziosa moglie di soggiacere ai voleri di un proprietario di bordello, per poterla vedere (nascosto dietro uno specchio-spia) in atti inzaccherati (ovviamente dal sesso). Che poi, tanto sporchi, non sono: data la prorompente fisicità della consorte. Brave (e belle) sia la Tamburi che la Carati, per un film bissato (male) pure da Brass (L'uomo che guarda). Documento di un'epoca libertina...
Guru: Fantascienza non di qualità anche se a tratti attraente se non altro per lo sforzo di aver creato mostri cinematografici distanti dalla realtà. Niente di speciale. Rapporti umani che si deteriorano man mano che la storia si complica e si aggiungono nuove difficoltà. Vite inadeguate e parti mal recitate.
Puppigallo: Commedia dal messaggio chiaro e semplice (oltre a quello razziale, nessuno è perfetto e le opinioni possono cambiare). Albanese è ben calato nel personaggio; e chi lo accompagna fa la sua parte (un plauso alla limitata ma incisiva presenza del disabile, che compatisce il protagonista). Certo, la sua infatuazione post lezione di nuoto sembra eccessiva, forzata, denotando un'esagerata ingenuità dell'interessato; e il suo cambio di rotta è poco credibile. Ma la pellicola ha il pregio di lasciarsi guardare senza provocare sbuffi e il risultato, alla fine, non è male.
MEMORABILE: Albanese in auto canticchia felice una canzone adattando il ritornello alla situazione; "C'è chi può".
Giacomovie: Simpatica commedia dallo spirito giovanile che la coppia dei due “vecchietti” protagonisti riesce a tenere complessivamente in piedi. Per buona parte è la strada giusta per il cinema di intrattenimento, con battute a ripetizione e dialoghi vivaci, poi la verve cala e si entra nell’usuale. Parlando di sentimento senza barriere d’età costituisce un incentivo alla prolungata giovinezza, tema che il cinema utilizza sempre più spesso. Il duo Nicholson-Keaton, oltre alla bravura, è spavaldo nel mostrare anche qualcosa del proprio fisico. **!
Lovejoy: Di gran lunga superiore al pur divertente Due irresistibili brontoloni. Merito di una storia forse non originale ma ben messa in scena e condita da un buon ritmo e da gag di notevole spessore. I due vecchi marpioni Lemmon e Matthau (in particolare il secondo), sono in grandissima forma e sono circondati da attori bravissimi. Unica nota stonata, paradossalmente, è la Loren, decisamente insopportabile.
Dengus: L'ennesima commedia sexy in cui il protagonista vero è proprio è il piano di un hotel. Montagnani deve vedersela con una moglie fedifraga (una splendida Bouchet al top della forma) e un'amante morbosamente gelosa, la convincente e simpatica Fenech (una delle sue prove migliori); un po' defilato Banfi, ma efficace nella parte di maggiordomo complice del cugino (Solenghi), che per portarsi a letto la Bouchet si finge il suo padrone. Menzione anche per uno spassoso Ozzano, per Santonastaso e per una nevrotica Merlini. Gioia per gli occhi e per l'umore!
MEMORABILE: La Bouchet in lingerie è da infarto!; Banfi e le sue mimiche; Ozzano violinista ubriacone ambiguo!
Minitina80: Un Craven prigioniero di se stesso finisce per realizzare un mediocre condensato delle opere del suo ultimo periodo. È uno slasher privo di spunti interessanti, a forte connotazione giovanilistica e aggrovigliato in una matassa che non fornisce grossi stimoli per essere sbrogliata. Nemmeno nelle fasi più concitate riesce a essere incisivo, condizionato pare dalla necessità di ripetere il successo di Scream. Lento, borioso e oltremodo fumoso in chiacchiere che non portano a nulla. Una volta visto lo si dimentica in fretta e senza drammi.
Ciavazzaro: Ottimo episodio della serie con la presenza di un'attrice che agli occhi dei fan del cinema di genere è molto nota: la O'neill, qui ancora sfavillante. Ci sono anche il bravo Penny, le ottime musiche di Richard De Benedictis e un efficace intrigo poliziesco. Da notare che si tratta del solo episodio della serie con un unico delitto.
Cotola: E' una piccola perla questo thriller con spruzzate di avventura (all'inizio) ed azione
(nella parte finale, in cui si eccede un pochino). Crea una bella atmosfera di mistero
e di tensione che riesce a mantenere costante per tutta la sua durata senza eccedere in
buonismi e facilonerie di sorta, ma anzi "armandosi" di un discreto tasso di crudeltà. C'è qualche sfilacciatura nelle maglie del plot ma ci si può passare sopra. Ciliegine sulla torta le magnifiche ambientazioni naturalistiche ed una buona tecnica registica. Il risultato finale è decisamente buono. Gilbey va tenuto d'occhio.
Daniela: La trama è un centone che pesca senza pudore fra vita ed opere di Hemingway, la rappresentazione dell'Africa come riserva di caccia di bianchi vacanzieri è deprecabile mentre quella di Parigi è un quadretto manierato e la guerra civile spagnola un pretesto utilizzato a fini melodrammatici, infine i personaggi faticano a non sembrare stereotipi a due gambe che pronunciano banalità... allora, perché guardarlo? Per la fotografia sgargiante e passionale di Leon Shamroy, il fascino di Peck febbricitante, la luminosa bellezza di Gardner, lo sguardo di Hayward mentre accudisce il marito. Può bastare?
MAOraNza: Fresca commedia all'inglese, come suggerisce l'inventato e asettico titolo nostrano, ambientato tra la prima e la seconda guerra mondiale, nella quale svetta soprattutto una stratosferica Jessica Biel, sempre più bella e qui impegnata in una buonissima prova. Fuori ruolo Colin Firth, il suo personaggio è sicuramente il meno riuscito dell'intero cast, con una splendida Kristin Scott Thomas. Discreto, con dei buoni e riusciti momenti di commedia.
Siska80: Venghino, signori, venghino, a massacrare di botte cinque malefici boss al Distretto 13! Dove non arriva la polizia, ecco giungere Damien e Leito più inferociti che mai: action mozzafiato in cui inseguimenti, sparatorie e pestaggi vari si susseguono all'ordine del minuto (tutti contro tutti, roba che non si era vista nemmeno ne Il giustiziere della notte 3, per dire) e poco importa se i protagonisti vengono surclassati in bravura dai numerosi nemici; ci si diverte (e in film come questo nel quale la trama esile e improbabile è solo un pretesto, ciò è fondamentale). Buono.
Piero68: Niente di più niente di meno del classico avventuroso hollywoodiano di cui ricalca tutti i cliché. Data l'ambientazione potrebbe anche passare per uno dei tanti Indiana Jones o Lara Croft. E invece alla guida c'è un McCounaghey al top della forma fisica e le cui competenze non sono ben chiare dall'inizio alla fine del film. Cast buono come anche la confezione, ma francamente rimane un film mediocre con una Penelope Cruz quasi inutile, soprattutto per via di una sceneggiatura che mai, nemmeno per un attimo, riserverà sorprese.
Disorder: Già il primo non era granchè, ma si lasciava vedere. Qui invece assistiamo alle solite gag di repertorio, con l'unica aggiunta della controparte femminile della piccola peste, tanto per rincarare la dose. C'è anche spazio per la storiella parallela sentimentale del padre (scontatissima ovviamente, si capisce subito come finirà...). Solo sporadici momenti divertenti. Perdibile.
Pessoa: Un Verdone piuttosto defilato lascia il piatto forte del film a Beppe Fiorello che, pur impegnandosi, non riesce a reggere un ruolo più complesso di quanto possa sembrare e il film finisce per essere un mezzo flop. Spento il cast di contorno, all'attore romano manca una vera spalla che sappia valorizzare la sua indiscussa vis comica. La storia, tutt'altro che originale, segna il passo in più di un'occasione e il risultato finale è così così, complice anche una regia non molto attenta alle sfumature. Guardabile sicuramente, ma non certo fra le migliori produzioni di Verdone.
Pesten: Solo contro tutti, Harrison Ford di nuovo sugli scudi con un altro film di alto livello. Partendo da una storia di fondo semplice e lineare, l'azione creata intorno al tutto rende il film molto dinamico e in alcuni casi scoppiettante, grazie ai protagonisti principali e i loro caratteri agli antipodi. I comprimari forse non vengono sfruttati nel modo giusto, ma daltronde sono poco utili al contesto. La prima parte è tutta azione, la seconda lentamente si trasforma in un lavoro di indagine ben realizzato, mostrando così una varietà che non guasta.
Paulaster: Avvocato truffaldino cerca di imbrogliare l'assicurazione a séguito di un incidente subìto dal cognato. Commedia che mostra di più di un classico tentativo di scucire soldi per un infortunio. Matthau sa essere cinico e intrallazzatore e l'investigatore va oltre i contenuti leggeri tirando fuori discriminazioni razziali. Oltre a ciò, è il ruolo della ex moglie che svela più di una sorpresa, ed è terribilmente amara. Trama semplice da seguire con una suddivisione in capitoletti e finale riparatore dalla buona chiusura fanciullesca.
MEMORABILE: La trattativa con gli avvocati; Le microspie; Il calcio alla ex moglie; Il giocatore alcolista.
Jena: Brent, tuttofare dell'horror di cui ha frequentato ogni genere, non poteva non cimentarsi col folk horror oggi alla moda. Avanti allora con la ben nota trafila: villaggi della campagna inglese, autoctoni simpatici ma sotto sotto inquietanti, rami intrecciati, riti pagani, ancestrali divinità della Natura da placare con sacrifici. Tutto già visto e meglio, fin dai tempi dell'Uomo di vimini, con l'aggravante di un ritmo fiacco e momenti confusi tra cui il finale. Almeno non sbrocca nel delirio come Men (soundtrack molto simile) e qualcosa di buono c'è, ma Midsommar è assai lontano.
MEMORABILE: I titoli di testa; Le maschere animali; Il fienile nero; Il Sole nero.
Renato: Se l'intento era quello di fare del trash moderno e consapevole, beh giù il cappello gente. Il fatto è che il trash non può mai essere consapevole, altrimenti non si ride più alle spalle dell'operazione; quindi che gusto c'è? Insomma, si possono aprire eterne discussioni sul come e sul perché, ma resta il fatto che il film è noioso, ridicolo e recitato da un gruppo di attori imbarazzanti, e non mi riferisco solo alla Marini.
Ryo: Divertentissima opera teatrale trasposta al cinema. Giallo e commedia con inserti da musical: ogni personaggio racconta la sua storia con una performance canora. Ottima cura dei colori di scenografia e costumi, interessante l'intreccio misterioso e la spiegazione ultima. Azzeccatissima la scelta delle attrici.
MEMORABILE: In linea verso il "pubblico" alla fine.
Parsifal68: Una donna di mezza età scopre che la sua vecchia fiamma sta per sposarsi e, rosa dalla gelosia, cerca a tutti i costi di mandargli in fumo il matrimonio per riprenderselo. Commediola esile ma ben strutturata con attori però non tutti convincenti. Se la Diaz appare ancora un po' acerba e lagnosa, la Roberts è perfida al punto giusto. Chi eccelle è sicuramente Rupert Everett, che si conferma un ottimo e versatile attore. Confezione elegante, dialoghi frizzanti ma situazioni da adolescenti isterici.
MEMORABILE: "I say a little prayer for you" cantata al ristorante.
Capannelle: Premier belga costretto a uccidere la presidentessa americana per salvare la propria famiglia. Nella prima ora l'idea regge, ma la costruzione appare televisiva, sfilacciata. Poi circa mezz'ora di tensione dovuta al colpo di scena che però porta a un epilogo ancora meno credibile delle premesse. Non è da buttare, fa il verso a varie pellicole a stelle e strisce ma più attenzione nella scrittura era doverosa.
Panza: Per una volta quasi lontano dal clan del Bagaglino (ci sono un irriconoscibile Oreste Lionello e Antonio Giuliani nei panni di uno storpio che fa battute) Pingitore realizza questa miniserie in costume. La recitazione non è il massimo della vita (Assisi nei panni di Cesare Borgia a volte è un po' troppo sopra le righe), ma l'intrigo di omicidi e amori si lascia seguire, nonostante qualche incongruenza (lasciano davvero un solo soldato a guardia di un forziere pieno di soldi?), anche grazie a una regia corretta che riesce a coprire i difetti.
Pinhead80: Un gruppo di ragazzi decide di passare un fine settimana facendo un'escursione sui monti Appalachi. Loro malgrado troveranno ad attenderli una comunità di strambi montanari inospitali. Il film prende nettamente le distanze dai suoi predecessori e dà vita a una storia che prende come eredità l'ambientazione boschiva e le trappole letali. La cosa è positiva in quanto ultimamente la saga aveva perso lo smalto del suo capostipite. Il ritmo del film è sempre molto elevato e le scene migliori sono quelle girate all'interno della vegetazione. La parte finale invece non convince più di tanto.
Digital: Storia adeguatamente romanzata del famoso ballerino russo, dagli inizi alla voglia di smarcarsi dall’Unione Sovietica. Fiennes dirige sobriamente un film che sa regalare emozioni, riuscendo financo a stuzzicare quel pizzico di tensione nei febbricitanti momenti in cui Nureyev si trova braccato dal KGB. Oleg Ivenko si cala con grande personalità nel ruolo di protagonista dimostrando spiccate dote recitative; Fiennes attore mantiene la morigeratezza della regia; brava la Exarchopoulos. Lungi dalla perfezione, resta tuttavia un buon film.
Alex75: Stone prosegue il discorso iniziato con Platoon raccontando la difficile condizione dei reduci del Vietnam, spesso segnati nel fisico e nell’animo, abbandonati dallo Stato che li aveva arruolati e invisi ai pacifisti, pur avendo preso coscienza dell’assurdità della guerra. Malgrado le prolissità tipiche del cinema di Stone, il film convince e coinvolge, anche grazie al rigoroso impegno di Tom Cruise nell’adesione al personaggio del protagonista Ron Kovic.
Rambo90: All'inizio il film è una divertente parodia dell'Isola del tesoro, con gag infantili ma azzeccate e con un buon senso del ritmo. Poi, nell'ultima mezz'ora, si fa terribilmente lento e cominciano ad uscire assurdità assortite: i selvaggi (tra cui una che si innamora di Franco all'improvviso), un fantasma che aiuta i nostri a sconfiggere Barbanera e un duello con il famoso pirata a dir poco deludente. Insomma, solita mediocrità, ravvivata da Sancho (Barbanera perfetto) e dalla simpatica colonna sonora.
Deepred89: Di tutto il filone degli erotici in costume (includiamo anche i decamerotici) Anni Settanta certamente non tra i parti peggiori. La regia si mostra in grado di impartire al film toni e umori da commedia nonostante un soggetto che è poco più che un pretesto per un susseguirsi di nudi e scene erotiche pure spintarelle (se visionate uncut). Tutto sommato azzeccata la partecipazione di Backy, che si barcamena tra donne nude e gag volgarotte divertendosi palesemente un mondo e a suo modo contagiando lo spettatore. Netto calo nell'ultima parte.
Herrkinski: Ritratto del Chaplin artista e uomo, tra luci e ombre (la sua passione per le teenager oggi verrebbe condannata), che vive soprattutto sulla prova di uno straordinario Downey Jr., preparatissimo per il ruolo; azzeccato comunque anche il cast di contorno e ottima la ricostruzione ambientale e d'epoca. Gli eventi salienti vengono ben rappresentati e il film cede un po' solo nell'ultima parte; non eccezionale il make-up del Chaplin invecchiato, ma nel complesso è un buon film che rende onore a un personaggio importantissimo per il cinema, entrato nell'immaginario comune come pochi.
Cotola: Western parzialmente atipico: due vani (cucina e ristorante) con vista sulla leggenda. Solo il genio di John Ford poteva concepire un film del genere, rendendolo una pietra miliare. Il vecchio maestro realizza una pellicola indimenticabile: semplice (nel dipanarsi della narrazione, realizzata con un unico flashback) e complessa (per i tanti temi affrontati) allo stesso tempo. Su tutto il rapporto tra realtà e leggenda, verità e falso. Molto emozionante, bello e godibile. Cast stellare e semplicemente perfetto.
MEMORABILE: Il giornalista a James Stewart: "Qui siamo nel West e quando la leggenda supera la realtà, vince la leggenda".
Rambo90: Niente male! Anche se la trama è ridotta all'osso e i dialoghi non brillano particolarmente, è un film molto movimentato, con buone scene d'azione e uno scontro finale davvero riuscito. Lundgren e Lee funzionano come coppia, il cattivo è azzeccato, la Carrere è bellissima. Divertente.