Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Il numero del canale si trova tra parentesi dopo il suo nome. Se non c'è, cercatelo qui: numero canale. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Vitgar: Produzione particolare, non facile, con la sceneggiatura di Guerra e Roversi. Sostanzialmente la trama si intuisce alla fine del film; per il resto, spesso, si fatica a capire il vero significato. Ottime la fotografia, le ambientazioni, e caratteristico quel tanto di "sconclusionato" che pure dona fascino al tutto. Ottimo Noiret, la Muti è come sempre molto bella ma manca di quel tanto che la rende insostituibile nel ruolo. Bella colonna sonora, a cui collabora Lucio Dalla.
Giùan: Avevo 11 anni ed era il Natale dell'epocale (19)82: nel nuovo di Bisceglie ero tra i non molti presenti in sala allo spettacolo pomeridiano. Rivisto con gli occhi dello “splendido quarantenne”, nonostante lo sdoganamento cult, l’impressione è ancora (quasi) la stessa: stirato, noiosetto, statico. Salvi che mi faceva scompisciar, Maurino vassallo di Re Tiego, ragazzi (chiedo venia): le poppe della Rusic, il mutismo di Di Ciocco e quelle musiche (con l'intelletto di poi) così stranianti rispetto al contesto. Abatantuono debordante. Certe visioni comunque segnano.
Enzus79: Commedia più che buona con un ottimo Totò. Questi evade dal carcere (insieme a Giuffrè) e si finge turco per essere assunto da un commerciante per badare a sua moglie e sua figlia. Totò non sa che tutti lo credono eunuco. Belle le gag fra Totò, Giuffrè e Castellani. Forse non risulta fra i migliori né di Totò né di Mattoli, ma le risate non mancano.
Brainiac: Secondo Tarantino nel western c'è spesso un sottotesto velatamente omosessuale. Il film di Harris (qui anche spietato tutore della legge), sarà per l'amicizia virile con la sua spalla Hitch (Mortensen), sarà per la scialba Zellweger scelta come controparte femminile (e le dà pure della meretrice al primo incontro!) o per l'antieroe (Irons) che lo definisce "decisamente un uomo interessante", sembra confermarlo. A parte tutto resta un film scorrevole, ben girato. Facce, musiche e location giuste, forse troppo. Un filo canonico, rispetto al torvo Il Petroliere.
MEMORABILE: "Noi rivogliamo la nostra città e possiamo pagare il vostro prezzo". "È difficile fidarsi di un'uomo che non beve".
Trivex: Comandante con gli attributi ma esaltato dal suo ruolo, finirà per trovare un sensato equilibrio nel comando e nella propria umanità. Film freddo, verrebbe da dire, quindi ben compatibile con la storia, per dove si svolge e per le proprie implicazioni con il suo tempo. La realizzazione è sostanzialmente buona, anche se è il momento del fattaccio a catturare veramente l'attenzione dello spettatore. Prima ci si potrebbe anche un poco annoiare; cosa non accaduta comunque a me, imparziale estimatore dei sommergibili e dei sommergibilisti.
Minitina80: Si intuisce sin dai primi fotogrammi l’intenzione di mostrare il lato più lussurioso e meschino di coloro che maneggiano miliardi per ragione di vita. In particolare, si concentra sull’assenza di etica nel momento in cui si prospetta un’occasione di guadagno. Poteva essere qualcosa di interessante e acerrimo, se non fosse che la direzione degli attori, o la recitazione degli stessi, è alquanto deficitaria, lasciando addosso quella sensazione di artefatto. Anche nei risvolti della trama non sembra possedere quella scaltrezza necessaria a dare un senso compiuto all’opera.
Jandileida: Pur sullo sfondo di un Brasile discretamente da sambodromo, questa commedia di Veronesi funziona, almeno fino a un certo punto. Il tono è infatti scanzonato e all'epoca difficilmente si poteva trovare un cantore più spassoso di Abatantuono che pure qui catalizza tutto il film e, detto brevemente, fa parecchio ridere. Non dispiacciono nemmeno i personaggi di contorno, per quanto appunto si situino nel limbo tra la cartolina e lo stereotipo come Georgina povera ma pura e Rocco spietato e senza cuore. Peccato per qualche calo di ritmo specie nel finale, canonicamente insignificante.
Nando: Pellicola incentrata sul molleggiato nazionale che grande attore non è mai stato. Il rapporto tra un maturo uomo ed una giovane donna complici fino ad un certo punto. Parliamo di commediola italica, di conseguenza non esistono escalation ma solo racconti leggeri che suscitino il sorriso. La Moro in questo film è veramente bella ma... la recitazione lascia il tempo che trova.
Lercio: Secondo western di Petroni, uno spaghetti diciamo "politico" che vede la rivoluzione messicana protagonista e sfondo. Tomas Milian è eccezionale nell'interpretare il sarcastico Tepepa. Il film è girato elegantemente e la sceneggiatura è ottima, col parallelo tra Tepepa e Il biondo Inglese.
Bellissimo il tema pricipale di Morricone. Tra i vertici dello spaghetti western.
Daniela: Viola la libertà vigilata per recarsi al funerale del fratello su un'isoletta remota, mettendo in allarme l'FBI: saranno guai... Sarebbe stato un mediocre action di routine come tanti altri, se non fosse per la presenza, per lo più stravaccata in poltrona, di Gibson nel ruolo dello psichiatra a cui il protagonista, uno psicopatico omicida impasticcato, telefona in corso d'opera per avere consigli e sostegno. Questa consulenza a distanza, inserita come contrappunto ironico ma tanto assurda da risultare demenziale, è l'unica cosa che resterà impressa di una pellicola dimenticabile.
Onion1973: Western sgangherato e demenziale. Un torneo di poker fa da sfondo alle avventure di un gruppo di imbroglioni più o meno capaci. Cast notevole per un risultato tutto sommato appena sufficiente (vedi Coburn). La Foster è un po' spaesata, Gibson sempre più narciso, ma il ritmo c'è e le trovate divertenti, pur al minimo sindacale, non fanno calare l'attenzione. I colpi di scena finali, a catena, non guastano. Divertente Greene (indiano gigione) e simpatico il cameo di Glover (da Arma letale). Da non prendere assolutamente sul serio. Passatempo.
Victorvega: Godibile, simpatico, ma anche per questo occorre dire lo stesso che per altri remake: quanto meritano un voto autonomo e quanto, invece, i pregi sono nient'altro che valori acquisiti perché acquistati? Il film fa trascorrere una serata piacevole anche per la scelta (nel suo caso la pressoché totalità delle volte giusta) di Abatantuono come protagonista. Per il resto non è vera gloria ma, alla fine, lo svolgimento la sufficienza (stiracchiata) la merita.
Jj berzeli: Grande spreco di attori: Damon e la Cruz deludono, ma la colpa non è loro. Il film è quello che è, plasticoso, colonna sonora melensa, slow motion e dissolvenze buttate là casualmente. Alcuni dialoghi funzionao (si veda quello con la zia all'uscita del carcere), mentre molti altri sono finti e supponenti, probabilmente presi di peso dal libro di McCarthy. Irritante la visione manichea del protagonista, più buono di Madre Teresa con il semplice Blevins (giustiziato sommariamente ma pur sempre omicida) ma cattivissimo col poliziotto. Brutto e a tratti involontariamente ridicolo.
MEMORABILE: La cauterizzazione della ferita con la pistola arroventata, a mo' di marchiatura e la successiva colluttazione strappano una risata.
Smoker85: Omaggio a uno dei simboli della cultura partenopea che, a ragione o torto, ha oggettivamente goduto di un successo nazionale e internazionale. Il documentario ha il pregio di non fornire un ritratto troppo trionfalistico, dando conto anche di debolezze e limiti del popolare interprete della sceneggiata. Il filo conduttore della narrazione è affidato a Gigi D'Alessio, puntale e misurato nel raccontare gli aneddoti della loro collaborazione. Mancano quasi del tutto i riferimenti alle pellicole poliziottesche e alle esibizioni nei programmi Mediaset. Nel complesso, interessante.
MEMORABILE: Gli spezzoni di "Westmoreland Naples".
Pigro: L'inadeguatezza dei genitori nell'affrontare l'amore tra due adolescenti è punteggiata di frizzanti provocazioni anti-perbenismo. Un padre per cui le donne son tutte uguali, una madre reazionaria e altri due che divorziano per coronare i loro sogni: non è che gli adulti siano grandi esempi per i due ragazzi osteggiati e sempre più appassionati fino all'irreparabile. Film melodrammatico, ma con corretta impostazione delle questioni sociali. Emblematico il mare tempestoso che fa da basso continuo. Buona fotografia di bei paesaggi, musica da hit.
Galbo: Tentativo di Madonna di ripetere un exploit cinematografico già in parte riuscito in passato (Cercasi Susan disperatamente). In questo caso la scelta dell'attrice e cantante cade su una commedia urbana in cui la "dinamica" cerca di sostituire la consistenza con una sceneggiatura piuttosto lacunosa. Inoltre anche il carisma cinematografico della protagonista cede il passo a quello del simpatico puma impiegato.
Nando: Peplum tipico del periodo in cui la violenza e gli amori si susseguono. Una sorta di cappa e spada in salsa barbara con uno sviluppo narrativo abbastanza scontato e alcuni combattimenti di massa sufficientemente pregevoli. Delicatamente sensuale la Podestà.
Silvestro: Un Verdone in tono minore ma che dimostra comunque la sua abilità di fare cinema anche in assenza del brio e delle idee che ne hanno caratterizzato i giorni migliori. Un film quindi gradevole, anche se privo di spessore drammatico e della verve comica tipica del regista romano. Come sempre Verdone si conferma attore di livello e la sua interpretazione aiuta e non poco il film a tenersi in piedi.
Homesick: Versione fin troppo succinta e romanzata dell'Odissea, ricca di effetti speciali ma poco convincente sotto il profilo della presentazione dei personaggi, che appaiono appena abbozzati. Douglas dà il volto ad un Ulisse particolarmente umano, spavaldo e tracotante; la Mangano si sdoppia incarnando sia la fedeltà di Penelope che le malizie di Circe. Grandissimo successo al botteghino.
Ciavazzaro: Secondo capitolo della saga di Camillo e Peppone. Come al solito i due protagonisti (in grande spolvero) sono eccellenti e ci sono pure caratteristi come Paolo Stoppa e Saro Urzì. Godibile: più passano gli anni più acquista valore, insieme ai suoi altri fratelli di celluloide.
Jandileida: Catastrofone con un suo perché. Non punta infatti sulla superomizzazione del prode Butler ma lo mantiene anzi nella sfera del normale padre di famiglia capace di imprese eroiche ma senza audaci zompi nel vuoto o sovversioni troppo lampanti delle leggi fondamentali della fisica. Ne esce fuori quindi un film piacevolmente banale (in fondo chi vede questi film già sa cosa aspettarsi, anche politicamente parlando) ma con una buona tensione che non punta troppo sulla spettacolarizzazione senza senso ma nemmeno indulge nel più turpe strappalacrime star and stripes. Nella norma.
Jandileida: Tra la Christie, una partita a Cluedo e lo Sherlock reboot, Johnson piazza questo buon colpo che riporta alla mente molti dei gialli, su carta o su celluloide, che arricchiscono le vite di molti di noi. Partendo da uno spunto già molto utilizzato viene infatti imbastita una storia con un buon ritmo e un cast decisamente in palla: da Craig passando per Plummer giù fino alla meno conosciuta de Armas tutti fanno il loro dovere. Si nota qualche rallentamento nella parte centrale che viene però compensato da un finale con un azzeccato sbrogliamento della matassa.Piacevole.
Ciavazzaro: Poveri noi il livello si abbassa sempre di più. A me non è piaciuto e la serie si sarebbe dovuta concludere direttamente col primo capitolo. Ricordatelo: perseverare è diabolico. Alla fin fine i vermoni assassini sono sempre quelli lì. Non che cambi molto...
Galbo: La dottoressa Emma Lloyd conduce una fortunata trasmissione radiofonica sull’amore e sta per sposarsi. La sua strada incrocia quella del pompiere Patrick Sullivan a cui ha involontariamente mandato a monte il matrimonio. Commedia sentimentale ricca di equivoci e piuttosto divertente, ben diretta dal regista e attore Griffin Dunne. Oltre ad una buona regia, si segnala l’efficace prova dei due protagonisti, con Uma Thurman che rivela insospettabili doti per la commedia ed è ben assecondata da Jeffrey Dean Morgan.
Ilmonco: Che splendido clima che si vive all'interno della pellicola. Ci si sente scomodi, ci si immedesima in un Redford, semplice impiegato (non è un agente della CIA armato), che deve scappare e non può fidarsi di nessuno, neanche dei suoi ex colleghi, possibili veri mandanti dell'omicidio. Diretto magnificamente da Pollack, recitato alla perfezione da un immenso Redford, da una ottima Faye Dunaway e Max Von Sydow. Mai troppo difficile da seguire (cosa fondamentale nei gialli) e con una sceneggiatura molto buona, senza troppe forzature
MEMORABILE: "Ho paura anche io". "E di cosa, hai una pistola": "Di tutto!"
Capannelle: Vedendolo in piena fase adolescenziale, trascinato dalla colonna sonora, devo dire che mi era piaciuto. La trama non è profonda ma è portata avanti dignitosamente. La regia di Lyne e l'impegno della Beal, surrogati da un paio di hit decisamente riuscite, possono essere premiati: non tanto da una seconda visione ma da un voto generoso.
Jandileida: Gli action con Neeson sono ormai una certezza: non sai che vedere, hai voglia di buona azione... c'è Liam. Le storie sono infatti sempre sufficientemente strutturate, c'è ritmo e lui ci mette sempre del suo con professionalità. Non fa eccezione nemmeno questo lavoro di Collet-Serra: piace sia lo scontro tra due "saggi" criminali della malavita irlandese di New York sia il fatto che il film sia ambientato tutto in una notte. La regia è veloce e snella ma riesce a non esser frenetica, le due vecchie querce Harris e D'Onofrio sono ottime spalle. Buono.
Sibenik: Un film scontato in tutto e per tutto con il malriuscito scopo di modernizzare il "Cinderella dream". Julia Roberts, che pure non ho mai apprezzato particolarmente, assolve dignitosamente la propria funzione, mentre il compare Gere conferma una volta di più di essere espressivo come una panchina o un'antenna parabolica, giusto per citare i primi due oggetti inanimati che scorgo dalla finestra di casa. Inutile
MEMORABILE: Menzione d'onore per gli escrementi di cavallo che coprono il prato ove i riccastri del business si trastullano.
Galbo: Sorta di Notting Hill in salsa americana, racconta l'improbabile love story tra una cantante e un timido maestro di matematica. Sebbene la vicenda sia lungi dall'essere originale e la caratterizzazione del personaggi assai scontata (dopo dieci minuti è facilmente intuibile come si svilupperà la storia e quale sarà il finale), il film ha un buon ritmo e si avvale di bravi attori caratteristi. Inaspettatamente, inoltre, i due attori protagonisti Jennifer Lopez e Owen Wilson mostrano un'ottima intesa e riescono a rendere (abbastanza) credibili i propri personaggi.
Furetto60: Anche se fruibile autonomamente, è la seconda puntata di Casino Royale del quale vengono riproposti vari volti. Bond è sempre meno Bond e vira verso mete personali e un "tantino" anarcoidi, in pieno contrasto con il resto del mondo compresi i Servizi inglesi. La trama non è spiegata bene, anche qui ci si rassegna ad accettare bovinamente cambi di location e situazioni nuove, accontentandoci di godere di una sequenza di episodi più o meno spettacolari. Il risultato finale è simile al 1° episodio, eppure meno coinvolgente.
MEMORABILE: L’inseguimento a Siena, in particolare all’interno della Chiesa in ristrutturazione; La donna uccisa coperta di petrolio, omaggio alla donna dorata di [f=515]Goldfinger[/f].
Lele Emo: Epocale ed indimenticabile tour dell'elfo-alieno David Bowie, allora interprete del suo alter-ego "venuto dallo spazio": Ziggy Stardust. Memorabile tour movie che illustra l'inneffabile raffinatezza del suono raggiunta da Bowie nel'73. Occasione unica per vedere uno dei più grandi chitarristi esistenti (Mick Ronson) in azione. Il fenomeno Bowie in un misto di passione femminile e dominazione maschile, apertura sul grande mondo del kitsch ed eccesso del padre del glam rock. "Il funky dalle implicazioni sessuali!!!"
Ira72: Pellicola a due voci, quasi interamente ambientata in una camera d'albergo, in cui la rigida (e apparentemente frigida) vedova decide di aprirsi a novità sessuali con un avvenente e brillante gigolò. Non è un film semplice, innanzitutto perché lo stampo è decisamente teatrale, basato soprattutto sui dialoghi e sul talento dei protagonisti. La Thompson si conferma ottima interprete, sfoggiando il suo talento in una parte per nulla semplice e McCormack sorprende senza sfigurare affatto. In generale i dialoghi reggono (alcuni divertono, altri un po' meno a discapito del ritmo).
MEMORABILE: “Non mi piace che qualcosa entri in posti dove le cose dovrebbero uscire” (Nancy).
Harrys: Innocua pantomima frutto delle fortune di quel Zach Galifianakis uscito eroe (leggi fenomeno da baraccone) da Una notte da leoni; istrionico derecebrato, si pone sempre e comunque al centro dell'attenzione. Eppure Robert Downey Jr. a tratti appare persino parimenti convincente... è purtroppo l'esiguità della polpa a non fare quadrato: una sceneggiatura poco ispirata, costretta a ricorrere a squallidi ripieghi (la masturbazione) ed a licenze rievocanti (le ceneri) per ridestare la sopita attenzione. Todd Phillips deve uscirne al più presto. **
Caesars: Niente di nuovo sotto il sole ma bisogna dire che Salvadores riesce a costruire un prodotto molto gradevole. Certo non si respira aria di anni '40 nella storia raccontata quanto piuttosto quella di una generazione che ha vissuto il '68. Gli attori sono bravi e la trama, pur un po' ruffiana, si lascia seguire con interesse e divertimento. Non un grandissimo capolavoro ma un buon film.
Panza: Un film demycentrico con la bellissima e statuaria attrice che copula con tutti gli ospiti della sua villa essendo praticamente l'unica attrice del film. Le scene hot sono molto spinte e succulente, ben realizzate da una regia ben sopra la media di questo genere, al rischioso confine tra hard e soft. La trama è striminzita, quasi inesistente, ridotta al tratteggiare i protagonisti e a qualche evitabile flashback sulla vita nella casa di piacere del titolo. Decenti la ricostruzione storica e d'effetto la location principale.
Minitina80: Incredibile la resa visiva e il coinvolgimento emotivo che il film riesce a tirar fuori nella parte inerente l’aereo, una sequenza dal forte impatto in cui traspare tutta la bravura di Zemeckis. In seguito cambia pelle, trasformandosi in un percorso morale di salvazione il cui esito non è proprio scontato. Dopo la folle corsa iniziale il ritmo scende di colpo, portando a qualche momento di apparente noia, motivo per cui questa parte poteva essere ridotta, seppur di poco. Malgrado sia ben fatto, si guarda una volta soltanto per l’eccessiva durata.
Lupus73: Lapponia, Seconda guerra mondiale, un manipolo di "malcapitati" soldati nazisti mettono i bastoni fra le ruote a un cercatore d'oro, ex soldato praticamente invincibile. Personaggio che fa apparire Rambo un dilettante della sopravvivenza, perfino quando si cuce le varie ferite; una sorta di cocktail del già citato berretto verde con personaggi alla Rodriguez (lo stile grafico dei credits finali del resto parla chiaro) che rievoca anche certo western made in Usa post leoniano. Prima parte più interessante ma, proseguendo, la sospensione dell'incredulità richiede troppe energie.
MEMORABILE: L'impiccagione fallita; L'aereo che precipita e va in pezzi (ma lui no).
Puppigallo: Sembra che il liquame nero responsabile della mutazione abbia sporcato l’intera pellicola, arrivando fino alla sceneggiatura. Personaggi quasi insopportabili (tranne l’uomo sabbia, che oltretutto quando nasce è ben realizzato), dialoghi puerili e due scene (il protagonista che fa il fesso in strada e al piano bar) da sostituzione del regista (bella quella della gru). Alla fine non si capisce neanche più chi è cattivo, chi è buono, chi è fesso, anzi no, chi è fesso sì: Spiderman e chi sperava di vedere un bel film.
Magi94: Può un film altrimenti decente essere completamente rovinato solo dall'attore protagonista? Per me sì e questo ne è l'esempio lampante. Perché devo confessare che l'idea di ambientare il remake in un'isola dove vige un matriarcato e tutto si basa sull'apicoltura non mi è sembrata male: si perde l'atmosfera dell'originale ma si guadagna l'inquietudine delle arnie. Ma poi arriva l'imbarazzante Cage e trasforma il tutto in un divertente trash involontario, tanto che quasi si resta allibiti, nel finale.
MEMORABILE: Cage in perenne overacting che corre, urla, spinge e tira calci e pugni a "gentili" signore (ok, è anche colpa della sceneggiatura...).
Enzus79: Ultimo lungometraggio diretto da Michael Cimino. Un medico ricco, quando viene preso ostaggio da un evaso di prigione scopre il vero valore della vita. Storia toccante. Indimenticabile. E col tempo il film invecchia bene e piace sempre di più. A tratti ironico e cinico. Woody Harrelson offre una delle migliori interpretazioni della sua carriera. Location suggestive.
Dunque, c'è un assassino (LaValle) che si chiama Jack Meyers, indossa la maschera di Jason e adora i giochini da torturatore dell'Enigmista. Nome d'arte, da lui stesso scelto, Kaos Killer. Si comincia insomma con un leggero déjà vu e un bel mucchio di rubacchiamenti mascherati da omaggi. C'è di buono che dopo qualche minuto lo beccano, lo portano in prigione e durante un trasferimento in furgone ci resta...Leggi tutto secco in un incidente stradale (ma sarà vero? Il riconoscimento è difficoltoso). Genna (Frigon), la procuratrice distrettuale che l'ex sindaco ha designato come successore preferendola al capo della polizia (Munro), resosi responsabile di parecchi disastri nel periodo di detenzione di Kaos, indaga però su un nuovo omicidio commesso seguendo lo stesso modus operandi del killer defunto. La vittima è una ragazza dello staff della procuratrice e sul luogo del delitto ci sono impronte proprio di Genna! Possibile? Tanto quanto il resto, cioè ben poco. A contare le assurdità di cui questo thriller è intriso c'è da perdere il conto; al punto che a comportarsi - a tratti - sensatamente sembrano essere giusto la protagonista e la poliziotta che indaga con lei (la rediviva Natasha Henstridge, lontanissima dalle slanciatissime forme che nella saga di SPECIE MORTALE l'avevano imposta come icona sexy dei Novanta); gli altri sono un branco di strampalati personaggi che una regia sgangherata come poche fa entrare e uscire di scena come capita. Il vero caos insomma più che il killer lo genera il film fin dalle prime scene, mettendo fin troppa carne al fuoco e rischiando di bruciare tutto subito nel tentativo di riassumere il periodo di detenzione dell'assassino attraverso i commenti di diverse trasmissioni tv sui titoli di testa (scopriamo mille cose, tra cui il fatto che Meyers è esperto di computer, laureato, che ha accusato lo Stato e che pretende l'infermità mentale!). Individuata la protagonista - alla quale si associano immediatamente una figlia bisbetica e un marito traditore che se la fa colla segretaria in un video amatoriale ripreso da chissà chi e mandato online dal solito misterioso hacker che s'introduce nel computer di Genna - cominciano a fioccare i cadaveri, massacrati dal nuovo killer che a sua volta filma tutto spedendo sui computer di molti i propri filmati. Genna ha il suo esperto informatico che l'aiuta, che le traferisce su file le logorroiche interviste a Kaos e intanto scopriamo che qualche scheletro nell'armadio ce l'ha pure lei: tradiva il marito col vicino di casa. Divorzio in vista e ulteriore sottotrama da infilare nella confusione generale. Si salva in qualche modo la fotografia, di un certo fascino nei cupi interni, tuttavia l'approssimatività dell'insieme ha momenti agghiaccianti. La storia in sé non mancava di spunti, ma andava organizzata meglio e anche nel finale i ripetuti, ridicoli colpi di scena vanificano ogni buon proposito svelando la pochezza generale dello script e di una regia che, insieme al montaggio, fa grossi danni. Tanto che la soluzione, al terzo ribaltamento gratuito, fa venir voglia di mandare tutti a quel paese...Chiudi
Claudius: Trasferta ai Caraibi (e televisiva) per la simpatica Miss Marple. Gli ingredienti ci sono tutti: omicida rimasto impunito, nuovi delitti e una bella cornice esotica (che fa sempre il suo effetto), e sono ben miscelati (bella l'idea di far affiancare laprotagonista da una buona spalla come Hughes). Malgrado l'impianto televisivo non ci si annoia affatto e il cast se la cava egregiamente, soprattutto Hughes, Macht e la Howland. Vale una visione.
Daidae: Film davvero brutto quanto inutile. Attori demenziali (compresa la Di Pietro che almeno ci offre il fisico, gli altri neppure quello), scene demenziali, sceneggiatura demente per un'ora e 30 di squallore. Ogni 10 minuti circa c'è una scena di sesso, il resto è una storiella da niente. Un solo pallino.
Guru: Divertentissimo film scacciapensieri che mette insieme un cast di attori brillanti e di sicuro successo. Il giovane Tognazzi interpreta un ruolo discreto ma dimesso. Brava la Fenech, anche se il ruolo lascia un po' a desiderare. Vanzina poteva fare di meglio, ma la scena se la prende in maggior parte la spettacolarità e grandiosità delle location americane. De Sica poteva essere maggiormente valorizzato!
Siska80: Purtroppo non è ancora finita: riecco Tessa e Hardin, che qui scopriranno a sorpresa di essere più simili di quanto credano. Rispetto ai capitoli precedenti si nota un ritmo maggiore e giusto un paio di eventi degni di nota, anche se rimane destabilizzante (in senso negativo) la facilità con cui si passa da momenti drammatici a sequenze da commedia e/o di sesso patinato. Langford è bella e brava (al contrario di Tiffin, che mostra una recitazione forzata), non male il resto del cast. Comunque mediocre e tirato per le lunghe (una mazzata per lo spettatore la scritta "continua").
Homesick: Madonna consolida il suo successo di popstar internazionale in una commedia brillante e casinara sull’esempio di Howard Hawks. Il ritmo non manca, i personaggi sono variopinti e fumettistici e si ottiene un divertimento senza pretese, allietato dalle musiche della colonna sonora e dalle tempestive irruzioni di uno splendido puma. Tra svenevolezze e farse, l’impetuosa Madonna è spesso sopra le righe; Dunne è ancora sballottato da un imprevisto all’altro come in Fuori orario.
MEMORABILE: Il venditore d'armi pazzoide; Dunne che tira di scherma con l'antenna dell'auto.
Reeves: Protomusicarello tutto incentrato sulle qualità canore (eccellenti) e interpretative (meglio di quanto ci si potesse aspettare) di Claudio Villa giovanissimo. Ci sono personaggi che poi saranno resi noti dalla televisione che proprio quell'anno apre bottega (Silvio Noto, Alberto Talegalli), c'è un po' di cronaca sociale e comunque ci si diverte, dando per scontata la simpatica ingenuità del tutto.
Markus: Da un magrissimo canovaccio di commedia, una pellicola che a seconda delle versioni si tramuta da “ardita” a solo "scollacciata". Il film è d'una povertà d'idee e di realizzazione sconcertante, tuttavia in linea con simili operazioni che, vista la presenza della protagonista "cameriera" Marina Lotar/Frajese - al secolo Hedman - sappiamo già vertere verso un esplicito ammiccamento alla sessualità (d'altronde il titolo già ce lo anticipa e... gliene siamo grati). Opera ai limiti dell’inclassificabile.
Herrkinski: Commedia fantastica a sfondo sentimental-esistenzialista che prende da modelli di riferimento ormai classici, da Ricomincio da capo (citato infatti anche nominalmente diverse volte) fino a Se mi lasci ti cancello, con la variante che stavolta il protagonista viaggia in avanti nell'arco della propria vita, coi minuti che diventano anni. E' lo spunto per un umorismo agrodolce, ben bilanciato tra momenti più divertenti e altri più romantici e riflessivi, in una morale edificante sul non sprecare nessun attimo della vita; vengono toccate le corde giuste e il cast fa un ottimo lavoro.
Lou: Impossibile commentare questo film senza paragonarlo al successo della Wertmüller del '74. Il remake non vale l'originale e viene anche da chiedersi che bisogno ci fosse di un'operazione di questo tipo, che peraltro si è rivelata un flop. Il figlio di Giannini e Madonna imitano la coppia originale Giannini senior-Melato, a cui fisicamente risultano molto somiglianti, senza aggiungere significativi elementi qualificanti, ma anzi rendendo più scialbi e meno efficaci i riferimenti sociali. Inutile.
Paulaster: Una storia che emerge dalle nebbie della laguna, con due disperati in lotta col mondo modernizzato. Mazzacurati insiste sui valori terreni: la fame dei padri, le patanelle, i funghi selvatici; e narra della rivalsa morale come insegnamento da non far scomparire. Bentivoglio nel ruolo ispirato del fallito di presenza; Albanese si fa apprezzare per gli scatti aggressivi. L’andamento scenico segue gli eventi come una marea: ci si arrabatta, si muore, ci si rialza... poi la calma finale. Un western di provincia con la collina da conquistare.
MEMORABILE: “Di dollari!”; Bentivoglio che beve in piazza.
Cotola: Grande ritorno di Cimino dietro la macchina da presa (dopo sei anni di inattività) con un film la cui storia parte piano per poi coinvolgere lo spettatore sempre di più minuto dopo minuto. Emozionante ed intenso, nonostante alcuni spunti non siano propriamente originalissimi, grazie ad una sceneggiatura che non è mai né retorica né patetica poiché evita di scegliere i "sentieri" più battuti. Da rivalutare e sicuramente da vedere.
Vstringer: Raffazzonatissimo mondo movie di Massaccesi/D'Amato che sfrutta il personaggio di Amanda Lear, allora in voga, per legare scenette decisamente scialbe e posticce. La grande Amanda canta e recita introduzioni agghiaccianti, mentre i servizi filmati propongono varianti trasgressive e molto trash sul tema del sesso: Marina Hedman provvede all'apporto hardcore. Alla fine soltanto il parodistico rito degli incappucciati strappa una sana risata.