Ovvio che se c'è in gioco l'eredità di un marchio mondiale di vestiario non si guarda in faccia a nessuno e se allora non c'era la tecnologia a spiare le mosse, bastava poi una soffiata di un'ultima ruota del carro a far saltare tutti i progetti; a quel punto il bello è capire come non ci si arrenda e si vada avanti imperterriti a suon di menzogne (non si sa fino a che punto volute) pur di arrivare alla meta miliardaria. Se l'argomento dell'intreccio è danaroso, è un film che esalta la memoria e la capacità di osservazione dei personaggi più proletari.
MEMORABILE: "Non devi pensare, a pensare basto io"; Il particolare della cicatrice e della boccetta di cloroformio (pazzesca la scusa col farmacista!)
Vittima o assassina? Chi è davvero la sopravvissuta all’incendio, ritrovata esanime e sfigurata? E’ in primis lei stessa a chiederselo, avendo perso completamente la memoria. Ed è attraverso le passate frequentazioni che scoprirà l’amara verità. Un film particolare, in cui si respira costantemente un’aria sinistra, inquietante. Un giallo psicologico, in bianco e nero, che pare più vecchio di vent’anni, anche per il dramma spinto a melodramma e per la colonna sonora. Buona confezione e interpreti in parte. Comunque non per tutti.
Due cugine somigliantissime restano vittime di un terribile incendio: una morirà, l'altra sopravvivrà per miracolo ma dovrà ricostruire i pezzi della storia, ma soprattutto di se stessa. In bilico continuo fra ambigue e scivolose attribuzioni di identità, si costruisce e decostruisce continuamente una storia in cui, al solito, il movente di tante malvagità è un'eredità miliardaria molto ambita. Brava Dany Carrel in un doppio ruolo antitetico e perciò non facile. Giova alla riuscita la penetrante atmosfera di sinistra infelicità umana.
Buon giallo psicologico diretto con mano abile da Cayatte. Dany Carrel, davvero brava nel rendere le diverse psicologie, interpreta il doppio ruolo di due cugine (di cui una muore ed una sopravvive ad un'incendio in un bungalow), ma si può parlare tranquillamente di tre personaggi differenti, perché le caratteristiche psicosomatiche della "sopravvissuta" sono totalmente diverse, rispetto a quelle delle altre due. Il regista è abile nel mantenere il dubbio sulla vera identità della protagonista, alternando testimonianze che portano a conclusioni diverse. Qualche lungaggine, ma buono.
Sopravvissuta per miracolo a un incendio, la protagonista non ricorda più chi era. Vittima o assassina? Difficile dirlo, anche perché non si sa quanto siano sincere le persone che incontra e dovrebbero aiutarla a risolvere il mistero. Bel thriller incentrato su temi e situazioni oggi non nuovi, ma che per l'epoca non erano ancora inflazionati. E la sceneggiatura sa creare una bella tensione che si mantiene costante e incuriosisce lo spettatore fino alla fine. Notevole la prova della Carrel, che sa incarnare perfettamente le due anime della protagonista.
Giallo psicologico in cui la verità viene svelata gradualmente e a forza di flashback, che ha il suo valore aggiunto nella strepitosa prova di Dany Carrel, che in pratica interpreta tre personalità ben distinte riuscendo ad essere di volta in volta timida e sensuale, succube e manipolatrice, detestabile e degna di compassione. Qualche forzatura, ma sorprendenti per l'epoca il tasso di morbosità e la drammaticità del finale. Pur operando lontano dal terreno a lui più congeniale, Cayatte firma una delle sue regie migliori, e anche il cast di contorno è all'altezza.
MEMORABILE: Il risveglio; I flashback; I nudi della Carrel (decisamente insoliti per il 1965); Il finale.
Dopo essere scampata a un incendio che l'ha lasciata amnesica e l'ha costretta a subire vari interventi di chirurgia ricostruttiva, timida ragazza dovrà far luce sul proprio passato. Notevole giallo psicologico francese, morboso e inquietante come i migliori noir: Cayatte offre una prova registica di alto livello, giocando ottimamente le carte tematiche del doppio e dell'ambiguità identitaria, anche grazie all'ammirevole performance della deliziosa Carrell in una duplice (se non triplice, per certi versi) parte. Sorprendente anche Madeleine Robinson nel ruolo di saffica villainess.
MEMORABILE: L'inizio in ospedale fra mummieschi bendaggi; Le lascive attenzioni della Robinson nei confronti delle due cugine; Il meccanico sedotto in ascensore.
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Non ho idea di quanto duri la versione in dvd, ma quella trasmessa su Prime Video ha una lunghezza di circa 1h e 44'. Imdb riporta 1h58', che tenendo conto della "riduzione" PAL, potrebbe corrispondere a circa 1h e 53'. Mancherebbero quindi circa 9 minuti, possibile che in Italia sia uscita una versione ridotta? In effetti il visto di censura (V.M.18), riportato sul sito Italitaglia, del 1966 parla di lunghezza 2976m, che dovrebbero corrispondere a circa 108', coerenti con la durata di Prime Video.