Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Il numero del canale si trova tra parentesi dopo il suo nome. Se non c'è, cercatelo qui: numero canale. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Il Gobbo: John Reed, giornalista americano di simpatie comuniste, va in Messico a seguire la revoluciòn... Peccato, questa risposta sovietica a Reds poteva essere l'ultimo, grande tortilla-western. Invece al posto dell'epica c'è la retorica, il film è fiacco, legnoso malgrado il grande impegno nelle scene di massa, Nero "buono" non funziona e la Andress come Grande Dame è ridicola. La scena del colloquio Reed-Villa prefigura il genere "interviste in ginocchio a dittatori" alla Oliver Stone o Gianni Minà (siamo lì).
Pinhead80: Quattro episodi per altrettanti personaggi completamente in balia delle loro fobie. C'è il maniaco degli orari dell'autobus; quello che non riesce a partire di casa; l'uomo che pensa che la propria vita sia rovinata dai tic e il maniaco dell'auto. Ne esce un quadro disarmante che fotografa simpaticamente un certo tipo di società. Le storie prese singolarmente funzionano tutte discretamente, anche se non ce n'è una che si elevi maggiormente rispetto alle altre.
Daniela: Quando la moglie non c'è, i mariti ballano... almeno ci provano, visto che, fra goffaggini ed equivoci, l'avvocaticchio voglioso si deve rassegnare alla fedeltà coatta. Sordi è a suo agio in uno dei suoi personaggi più tipici di latin lover da strapazzo, attorniato da un buon cast, ma la commedia è di modesta levatura a causa di una sceneggiatura povera di gags nonostante il gran numero di nomi coinvolti (fra cui Maccari, Scola e lo stesso Sordi) risultando inoltre penalizzata da un ritmo tutt'altro che irresistibile.
Markus: Un umorismo basico, fatto di concetti facili da espletare e ampiamente intuibili, tanto che pare che la comicità del duo "Soldi Spicci" - anche registi di se stessi - sia quasi concepita pensando a un pubblico infantile. Non è certo un'intuizione del film, ma il "milanese imbruttito" resta una delle maschere più amate dal cinema popolare, tanto che Casisa ne fa una moderna parodia ed è questo l'aspetto forse più ridanciano di un film nel complesso... mediocre. Si apprezza comunque la genuinità dell'opera, che evidentemente non vuole andare oltre a una semplice e innocente risata.
Stefania: E' uno dei film di Totò che mi strappa le risate più genuine, eppure è vero che non è il migliore. E' vero che manca di una sceneggiatura articolata, è vero che non ci sono "spalle" di rilievo, ma forse per questo lo apprezzo: è un "one man's show", un solitario trionfo del principe dei comici che, tra l'altro, in questo film ha un ruolo passivo, di vittima inconsapevole di un inganno (nelle altre due pellicole tratte da Scarpetta, avveniva il contrario).
Comunque, lui scintilla irresistibile, ha il tocco di Re Mida, impreziosisce anche una farsa mediocre. Spassoso!
MEMORABILE: Le crisi d'ira del marito-Otello della formosa e provocante signora...
124c: All'epoca era considerato "il film più costoso della storia del cinema", oggi il suo budget non raggiungerebbe nemmeno quello del primo Blade. Un sequel all'altezza, ma meno riuscito del film del 1984, con incredibili effetti speciali e un nuovo Terminator più forte di quello precedente. T-800 stavolta fa il buono (anche per via del fatto che Schwarzenegger a quel tempo non poteva più fare il cattivo) e si fa comandare da Edward Furlong. La vera sorpresa è Linda Hamilton, che fa della debole Sarah Connor una guerriera palestrata e pazza.
MEMORABILE: Gli FX del T-1000, che trasforma il suo corpo da liquido a solido (e viceversa) e la famosa battuta del film: "Hasta la vista, baby"!
Cotola: La persecuzione degli ebrei in Francia è al centro del film che si pone ad altezza di ragazzino-bambino. Da ciò discende che la pellicola sia meno cruenta di altre, sebbene non manchino i momenti drammatici ma anche quelli più leggeri. C'è la capacità di costruire scene che fanno tenere il fiato sospeso, ma tutto sa appunto di troppo costruito. Non male, ma senza guizzi e con alcune leggerezze storiche che fanno gridare allo scandalo, come l'esecrabile rappresentazione bonaria degli italiani.
Galbo: Sulla carta thriller intrigante (è tratto da un romanzo di Ira Levin), Un bacio prima di morire ha chiare ambizioni d'autore (stile Alfred Hitchcock per intendersi) che non riesce a soddisfare. Il regista possiede uno stile piuttosto anonimo e il raccondo procede in modo piatto senza grandi picchi emotivi anche a causa di un'interpretazione di gran parte del cast al di sotto della suffucienza (con l'eccezione di Von Sidow e della Ladd).
124c: Il cast è dei migliori, peccato che il film non sia un western spaghetti ma una pellicola firmata dal francese Christian Jacque, il quale si sforza di essere almeno un Sergio Corbucci, ma non ci riesce. La trama delle due bande rivali (cinque ragazze capitanate da B.B. e quattro ragazzi comandati dalla Cardinale) in lotta per un giacimento di petrolio in un ranch poteva essere gestita meglio. Restano la scazzottata fra la Bardot e la Cardinale e l'ironico sceriffo di Micheal J. Pollard doppiato da Oreste Lionello; un po' poco...
MEMORABILE: I 4 fratelli della Cardinale, innamorati delle 4 sorelle di Brigitte Bardot si sposano davanti allo sceriffo Pollard che li ha appena arrestati.
Gabrius79: Scanzonato e goliardico esordio di Pieraccioni alla regia. Troviamo un bel cast di attori che ci fanno divertire senza troppo impegno con gag simpatiche, innocue e mai volgari (su tutte quella del conto da pagare al ristorante). Graziosa ma un po' sottotono la Cucinotta, che comunque svolge sufficientemente il suo ruolo. Haber sprecato a causa del ruolo minore.
Furetto60: Thrilleretto adolescenziale con Reno alle prese con uno strano cognome italiano, che con la sua sola verve riesce a tenere su una trama esile “stampellata” dalle consuete scene action e scarni motivi d’esotico interesse. La figura della figlioletta potrà aiutare a “sentire” di più il film da parte giovanile, però in sostanza è poca cosa.
Cotola: Piccolo (nella durata) grande (nella riuscita) "western" atipico: la storia è semplice ma conquista sin da subito e mantiene un livello di tensione narrativa che resta alta per tutta la durata del film. I personaggi sono anch'essi semplici ma ben cesellati e caratterizzati e il bambino e il reduce restano nella memoria. Anche il livello emozionale si mantiene sempre su un alto potenziale, così come potente è il messaggio che l'opera vuole trasmettere. La pecca è forse un finale un po' scontato, ma ci può stare e comunque è meglio di una sorpresa fine a se stessa.
MEMORABILE: Il bambino: "Com'è la guerra?", il reduce gli risponde: "Migliaia di poveracci che si uccidono per la ricchezza di pochi".
Rambo90: Un'avventura divertente, troppo spesso condannata da una durata forse eccessiva ma di sicuro intrattenimento. Se non lo si prende sul serio ci sono bei paesaggi, belle scenografie e discrete scene action. Costner fa l'eroe scontroso ma dal cuore d'oro, Hopper il supercattivo spassoso e sopra le righe. La morale è artificiosa, ma lo spettacolo c'è e regge.
Panza: E' quasi desolante vedere come Boldi sia diventato così ingessato con l'età e si ritrovi a ripetere antichi tormentoni (persino "Ta ta ta" e "Non lo sapessi ma non lo so"), pure in un contesto meno esagitato dei cinepanettoni che consentirebbe una recitazione meno gigionesca, teoricamente più congeniale all'età dell'attore. Qualche sorriso lo riservano Conticini e Ceccherini, ma non si ride mai sul serio. Gli accenni più malinconici sul tempo che passa e sull'ipocrisia attorno al protagonista sono abbozzati. Imbarazzanti le canzoni di Boldi con palesi "aggiustamenti" in autotune.
Lebowski: Un remake onesto ma abbastanza deludente. Certamente Samuel L. Jackson è una scelta azzeccata (per quanto sia un po' in là con gli anni... ne ha solo 6 di meno rispetto allo Shaft originale, Richard Roundtree, qui simpatica guest star), però per il resto al film manca quell'inventività tamarra ma divertente che rendeva unica l'atmosfera dei vecchi blaxploitation. Quella al giorno d'oggi ce l'ha solo Tarantino. Ciò che rimane è un convenzionale poliziesco d'azione con sottofondo di musica funky.
MEMORABILE: Shaft a un poliziotto corrotto: "Perchè? " - "L'ho fatto per i miei figli... sai quanto costano le scuole private? " - "Io ho fatto la scuola pubblica! "
Ruber: Il racconto di una vita di coppia in terra d'oltralpe, lui italiano e lei francese, tra le ambizioni di carriera di lei (le si propsetta un ottimo lavoro a New York) e le insicurezze e i dubbi di lui. Il desiderio di avere un figlio incombe sulle loro carriere, che fanno nascere incertezze sul loro rapporto. Accorsi è doppiato male e inoltre si atteggia e si comporta da tipico italiano all'estero dando vita a un personaggio ecessivamente sterotipato. Se la sceneggiatura non aggiunge nulla di nuovo, qualcosa da salvare lo si trova in una discreta fotografia e nella regia di Bertrand.
Pessoa: Interessante film d'avventura di Paolella che racconta di due agenti segreti ante litteram che si intrufolano fra i pirati per recuperare un documento. I fondamentali del genere ci sono tutti (compresa la melensa love story) e Barker (già Tarzan dopo Weissmuller) trova una buona intesa con lo specialista del genere Lorenzon. La storia, scritta e sceneggiata dallo stesso regista con il fido Sollima, si fa seguire senza grossi cali di ritmo. Scenografie e costumi ben curati (benché poveristici). Buone scene d'azione. Piacerà agli appassionati.
MEMORABILE: La festa da Calico Jack (un bravissimo Walter Barnes).
Siska80: Autrice di libri in piena crisi creativa non fa che ingozzarsi di cibo, finché un incontro inatteso non cambia le cose... Modesta pellicola che però si segue con distensione grazie alla presenza di due attori protagonisti simpatici (nonostante a livello fisico non si completino affatto) che prestano il volto a personaggi con i quali si familiarizza in breve tempo. Certo, la trama è striminzita, prevedibile e include il solito epilogo con bacio, ma risulta nel complesso gradevole e accompagnata da musiche adeguate al contesto, mentre il ritmo è veloce e il rimanente cast all'altezza.
Noodles: Come quasi sempre accade, quando a Bud e Terence manca la rispettiva spalla il film perde sempre qualcosa. Anche qui l'assenza del collega si fa sentire. Le scazzottate divertenti ci sono, comunque, e il film assicura sempre una visione allegra e spensierata. Qui abbiamo anche una rara incursione nella fantascienza. Non convincono però il buonismo di fondo e l'atmosfera troppo mielosa. Uno dei meno riusciti tra i film di Bud Spencer che però, inutile negarlo, continua a intrattenere grandi e bambini a distanza di tanti anni. Bravo il piccolo Cary Guffey. Potabile.
Anthonyvm: Decenni di sventure di una famiglia del Montana, fra guerre, quadrati amorosi e gangster. Sontuoso drammone all'americana, sorretto da un cast adeguato e affidato alle cure del competente Zwick. Il regista punta all'emozionalità e all'enfasi epica nella tradizione dei polpettoni romanzeschi, lasciando l'introspezione dei protagonisti a livelli per lo più bozzettistici, ma sa evitare gli eccessi stucchevoli e organizza i tempi narrativi con grande accortezza, riuscendo a salvaguardare l'interesse dello spettatore. Non il classico che cercava forse di diventare, ma più che gradevole.
MEMORABILE: Lo scontro di Pitt con l'orso; Il cuore del fratello morto in battaglia; L'agguato dei contrabbandieri; La catena di tragedia nella tranche finale.
Jandileida: Tolta la tara "remake" (che ormai pare essere una tassa da pagare), rimane comunque un netto di discreta fattura. Merito soprattutto del duo che non ti aspetti: l'accoppiata Abatantuono/Matano sembrava sulla carta molto sbilanciata e messa insieme soprattutto per fini prettamente commerciali. Invece i due si completano perfettamente a vicenda, uno cinico e l'altro buono, uno colpito dalla vita e l'altro che ancora la guarda con occhi di speranza. Divertenti le avventure con i vari pazienti, non troppo melense le vicende personali. Equilibrato e piacevole.
Mutaforme: Il più fiacco della trilogia di Raimi, nonostante sia quello che ha incassato di più. Molta carne al fuoco, ma scarso approfondimento dei personaggi (soprattutto Venom) e uno Spiderman cattivo che ricorda vagamente il vecchio Superman III. Comunque è ancora guardabile e una spanna sopra ai film del successivo reboot.
Brainiac: Secondo Tarantino nel western c'è spesso un sottotesto velatamente omosessuale. Il film di Harris (qui anche spietato tutore della legge), sarà per l'amicizia virile con la sua spalla Hitch (Mortensen), sarà per la scialba Zellweger scelta come controparte femminile (e le dà pure della meretrice al primo incontro!) o per l'antieroe (Irons) che lo definisce "decisamente un uomo interessante", sembra confermarlo. A parte tutto resta un film scorrevole, ben girato. Facce, musiche e location giuste, forse troppo. Un filo canonico, rispetto al torvo Il Petroliere.
MEMORABILE: "Noi rivogliamo la nostra città e possiamo pagare il vostro prezzo". "È difficile fidarsi di un'uomo che non beve".
Myvincent: Miss Marple in trasferta in America perde quel suo humour pungente disperdendosi in una specie di Love Boat con omicidi. Helen Hayes fa rimpiangere l'energia (e l'ombrello) di Margaret Rutherford trasformando il personaggio in una vecchietta mezza rimbambita, ma a quanto pare solo in apparenza. Giallo estivo da bibite esotiche...
Galbo: Atmosfere alla Hitchock in questo film del regista Cito Filomarino, con un uomo solo in fuga in un paese straniero, vittima di un complotto politico e criminale. L'ambientazione è una Grecia molto poco turistica e priva di "scorci" paesaggisticamente attrattivi ma piuttosto ostile con paesaggi aspri e città anonime. Credibile il protagonista Washington che "regge" quasi sempre in scena il peso del film e bravo il regista, che mantiene ritmo e tensione per tutta la durata della pellicola fino all'ottimo finale. Score musicale all'altezza. Un buon film.
Rigoletto: Mattone dopo mattone Schwarzenegger si è costruito la carriera che tutti conosciamo, andando a fare le sue verifiche in generi diversi (azione, commedia, fantascienza, fantasy, guerra). In questo ottimo fantasy si trova alla perfezione: poca recitazione parlata o mimica, molta azione, grandi combattimenti e il profumo dell'epica autentica che si respira ovunque. Bravi gli altri attori e ottimo cameo di Max von Sydow. Grandi musiche di Poledouris che ricordano quelle di Wagner senza che il paragone appaia blasfemo. Davvero bello. ***1/2
MEMORABILE: Prologo di Nietzsche: "Quello che non ci uccide ci rende più forti"; L'incontro di Conan col mago solitario Akiro.
Taxius: Commedia on the road sullo stile di Una notte da leoni (con cui, tra l'altro, condivide regista e protagonista). Il risultato purtroppo non è lo stesso, anche se il divertimento certo non manca. Sorta di remake di Un biglietto in due in cui si contrappongono due soggetti completamente diversi che fanno nascere una serie infinita di gag. Il vero difetto è la mancanza di una sceneggiatura e questo è un vero peccato. Nulla di che, ma per farsi due risate va più che bene.
Myvincent: Tratto dalla cronaca di una storia reale, il film ricostruisce le fasi di una clamorosa rapina a Londra ai danni di una banca, in cuioltre ai valori e ai soldi si punta ad appropriarsi anche di documenti scottanti. La trama non si discosta molto dai film di questo genere e la regia è piattamente di tipo televisivo. Gli attori se la cavano bene, arzigogolando fra delazioni, ricatti, esecuzioni finali senza scrupoli. Complessivamente senza infamia né lode.
Effe: Un bravo Craig, davvero ficcante nell'interpretare uno 007 sempre più duro, lapidario e assetato di vendetta, non basta a salvare una pellicola caciarona e disordinata che non decolla mai. Passino pure i dialoghi confusionari e le evidenti lacune del copione, atti, principalmente, a confondere lo spettatore; ma, perlomeno, delle buone scene d'azione (davvero piatte, invece), m'avrebbero fatto storcere di meno il naso. Un Bond in caduta libera, quindi, dopo il picco raggiunto con l'interessante Casino Royale. Aridatece Campbell.
Didda23: Purtroppo non c'è niente da fare: Ron Howard un bel film tratto da Dan Brown proprio non riesce a realizzarlo. L'inizio è anche intrigante, con Hanks che ha visioni infernali che hanno il loro perché, ma con lo scorrere dei minuti la vicenda diventa sempre più un pastrocchio che amalgama malissimo tutte le componenti. Pessime le scene d'azione con la telecamera a mano (oltremodo confuse); gli enigmi si fanno via via più inutili e la mazzata finale la danno quei tocchi sentimentali completamenti avulsi dal contesto. Koepp (lo sceneggiatore) si conferma tra i più sopravvalutati.
MEMORABILE: Il risveglio in ospedale; Le visioni dantesche; Le riprese aeree di Firenze.
Jorge: Questa commedia è certo superiore alla media; vuoi per il regista, vuoi per le ottime interpretazioni dei due protagonisti e di qualche carattrista di contorno, vuoi, infine, per l'elemento tragico affrontato con consapevolezza e senza pietismo. Tuttavia questo film denota i limiti coessenziali della commedia "all'americana", il cui intreccio narrativo ed il suo dipanarsi rispondono sempre agli stessi clichés. Insomma, ci si diverte e si riflette, un poco però, perché chi conosce il cinema vi trova troppi meccanismi ben "oliati", ma già visti.
Galbo: Commedia di Giovanni Veronesi interamente basata sulle (grandi) capacità di intrattenitore del suo protagonista. La presenza di Abatantuono è debordante anche considerato che il film si basa su una sceneggiatura assolutamente minima; la vicenda del barbiere romano in trasferta in Brasile serve a portare il nostro eroe in una località esotica con tutta una serie di situazioni a volte divertenti altre troppo legate ai luoghi comuni cari alle logiche turistiche. Il film comunque si lascia vedere e risulta tutto sommato godibile.
Dengus: Copione su misura per Murphy, qui in una delle sue ultime prove brillanti prima del declino. Film forse troppo surreale. Ok, Eddie è un uomo affascinante, ma cos'è questa storia che gli basta uno schiocco di dita o uno sguardo per potersi portare a letto una qualunque donna anche di target alto? C'è anche una giovane Halle Berry molto acqua e sapone, che naturalmente si innamora del protagonista. Simpatica e ben realizzata la trama e il protagonista è ancora in forma, ma forse è troppo edonistico come film per essere pienamente apprezzabile.
MEMORABILE: Grace Jones che in riunione mette il perizoma in faccia a un chimico!
Ira72: Raffinata ed elegante pellicola che tratta anche l’amore saffico senza scivolare nel becero o in facilonerie ruffiane come spesso accade in trame del genere. Lesinando nei costumi, negli arredi e nei paesaggi (con un minimalismo voluto e ricercato che quindi non distrae dall’accuratezza dei silenzi, dei dialoghi e degli sguardi), dilatando il tempo e lo spazio, si viene accompagnati dolcemente verso un epilogo passionale e commovente, di rara sensibilità. Merito della regia, certo, ma anche delle brave protagoniste. Un po’ sforbiciato sarebbe stato notevole.
Il Gobbo: Western scherzoso, fra parodia e omaggio a un celebre serial che ebbe l'ottimo Garner (qui nei panni dello sceriffo Cooper) come protagonista e un giovane Clint Eastwood fra i caratteristi. Ridanciano e abbastanza divertente, un po' farraginoso all'inizio, ben condotto nella parte finale col torneo di poker, dove c'è un ammiccamento alla serie God of gamblers. Sussulto cinefilo per i fans del bis nostrano, all'apparizione di Paul Smith, il simil-Bud Spencer israeliano di Carambola numero 1 e numero 2!
Jena: Al secondo film americano Woo manco ci prova a riproporre le telematiche dei lavori che l'hanno reso famoso in patria. Si limita a girare il solito film fracassone con esplosioni e botte da orbi a tutto spiano. Certo, il livello è leggermente superiore a quelli di certe americanate e le scene action sono girate alla grande (e ci mancherebbe!). Purtroppo le assurdità della sceneggiatura non si contano (su tutte la guardia forestale che lì per lì diventa una specie di Rambo). Ci si possono godere comunque le risatine di un Travolta fuori di testa e il ritmo senza tregua.
MEMORABILE: La splendida sequenza inziale del volo dello Stealth; L'esplosione atomica nella grotta; Travolta si becca un'atomica in pancia.
Mco: La storia della Santa che ebbe anche una precedente vita coniugale e che in seguito, dopo il suo ingresso nel monastero agostiniano di Cascia, arrivò a regalare salvezza a chi le si rivolgeva nei casi disperati. La Belvedere si cala benissimo in una parte non semplice, alternando bellezza e trasandatezza, sorrisi e urla di dolore. La lunghezza non pesa in quella che può definirsi una narrazione dal giusto ritmo e dalla buona tensione emotiva. Con un segmento finale doloroso ed emozionante. Nel cast anche un convincente Pappalardo.
Pigro: Una rete di finzioni attorno al grande fingitore: i poliziotti sotto copertura si fingono criminali intessendo trame oscure, mentre l’infanticida è come un fuscello trascinato dalla corrente, che partecipa attonito agli eventi. Film di disorientamenti, dubbi e dolori, scavati nei bei volti inusuali dei protagonisti, chiusi tra interni cupi e larghi orizzonti australiani, in una fotografia vivida di chiaroscuri dell’anima. Thriller psicologico che alla spettacolarità preferisce il sottotraccia, immergendo lo spettatore in un magma senza appigli.
Nando: Action iper scontato in cui i risultati si conoscono già prima della visione. Nulla è originale con sparatorie e inseguimenti già visti e una figlia eroina che guida meglio di Alonso. Il ritmo è alto e la breve durata è senza dubbio positiva, ma nonostante Neeson e la supervisione di Besson appare un prodotto tipicamente commerciale e non di primissima qualità.
Daniela: A caval donato non si guarda in bocca e Lucy sembra proprio un dono del cielo per il guardiano di un faro e per la moglie, angosciata dall'impossibilità di portare a termine le sue gravidanze. Ma un'altra donna reclama la bimba... Dopo due "piccoli" film di valore, C., messo al timone di una grossa produzione che mira a coniugare cassetta e autorialità, si arena in un filmone estetizzante zavorrato da un surplus di depressioni, strazi, angosce, sospiri e pianti, troppo programmatico e a tratti anche respingente (cfr: il personaggio interpretato da Vikander). Mono-tono, ricattatorio.
Silvestro: C'è chi lo considera una pietra miliare della comicità demenziale italiana e chi invece lo reputa un film di infimo livello; probabilmente la verità sta nel mezzo: se da un lato si nota una certa povertà di sceneggiatura e regia, dall'altro lato Diego Abatantuono regala allo spettatore alcune perle comiche di assoluto valore. Insomma, un film che merita di essere visto almeno una volta nella vita.
Ivanvilla: Robusto film filo-pacifista nella piena tradizione dello spy movie introspettivo, con Sean Penn che tiene fede alla legge del rhum che più invecchia più arriva a sapori e profumi superbi. Il ruolo del diplomatico Wilson sembra scritto per lui, memorabile la "panzetta" dell'uomo di mondo. La moglie è una perfetta Naomi Watts (ma si è fatta ritoccare il mento finalmente?) nel ruolo dell'agente della Cia Valerie Plame, sexy e volitiva donna con i pantaloni messa fuori gioco dalle scomode rivelazioni del marito. Tratto da una storia vera.
MEMORABILE: La scena in cui lei ricorda i tempi dell'accademia, stesa di fianco sul letto, con lo sguardo perso.
Cotola: Prima di suicidarsi, Salomè organizza la sua ultima serata e il suo ultimo rapporto sessuale. "Non sto girando un porno" è quello che, più o meno, la regista dice alla protagonista. Eppure non si direbbe poiché al di là di qualche elucubrazione di Salomé, la mdp "regala" allo spettatore una sorta di casting da pellicola hard in cui col passare dei minuti si diventa sempre più espliciti, mostrando rapporti non simulati di ogni tipo. E diventa così difficile giudicare un film che fa trasparire poco ciò che vorrebbe, sprecando il buono, a dire il vero non molto, che pure ci sarebbe.
Enricottta: Incompleto, non brutto, ma decisamente deludente. Un cast di tutto rilievo, ma svogliatissimo. Salvo la trama che è da classico noir. Von Sydow mi ricorda tanto Vittorio De sica, alla ricerca di soldi... La colonna sonora non è pervenuta, l'interprete femminile, nel doppio ruolo di gemella, è giusta come bruttina.
Werebadger: Poteva essere lo Scuola di mostri del 2000; l'idea del discendente di Van Helsing si poteva sfruttare meglio (una commedia horror anziché una parodia, con i villains interpretati dai loro storici volti, Englund, Bradley ecc.), invece abbiamo la solita porcheria che pretende di far ridere con volgarità fisiche e verbali, riferimenti al gossip americano, gente che viene investita o schiacciata, battute e situazioni che non fanno ridere (Freddy con gli spazzolini sul guanto) ecc. Da evitare.
Nicola81: Se in Fritz Lang ci si autoaccusava di un delitto per denunciare le storture del sistema giudiziario e l'iniquità della pena di morte, qui si perseguono più prosaicamente successo e ricchezza. Commedia nera che scivola talora nel grottesco, ma efficace nel mettere alla berlina non solo le istituzioni ma anche alcune magagne della società italiana che oggi, in tempi di social dilaganti, possono apparire persino più attuali di allora. Un irresistibile Giannini tiene a galla il film anche nei momenti di stanca, e riesce ad oscurare degli ottimi comprimari. Buone le musiche di Trovajoli.
MEMORABILE: Le arringhe del pubblico ministero e dell'avvocato difensore; Il finale.
Blutarsky: Delirio filmico di Brunello Rondi; la trama se c'è non si vede e la pellicola è costruita più come una serie di bozzetti incentrati su un'umanità di ordinaria follia e nevrosi. L'ambientazione esotica molto suggestiva fa da palcoscenico ai tormenti interiori e alle borghesi vite dei personaggi con il loro filosofeggiare sui massimi sistemi retorico e artificioso. Peccato che a una messa in scena di tutto rispetto non corrisponda una narrazione adeguata e anche le scene in teoria erotiche risultino fredde e non trasmettano nessuna emozione.
MEMORABILE: I servizi fotografici "particolari" di Emanuelle.
Didda23: Dotato di una sensibilità registica superiore alla media, de Aranoa confeziona una pellicola che mischia alla perfezione il dramma del conflitto bellico con risvolti comici e surreali che sono il sale della vita. Il soggetto è curioso (il recupero di una carcassa che inficia la potabilità di un pozzo) e la sceneggiatura è condita di situazioni notevoli (la casa con il cane legato a una corda) e di personaggi curiosi (spicca il pazzoide Tim Robbins) con dialoghi che sono ricercati. Di particolare pregio l'ambientazione e la gestione dei tempi (con le giuste pause riflessive).
MEMORABILE: La disperata ricerca di una corda; L'arrivo della Kurylenko; Il finale che ha il sapore della beffa.
Siska80: Un giovane capitano si imbosca tra i Pirati per sgominare un'intera organizzazione, ma ad un certo punto viene scoperto. Normale amministrazione, per dirla in poche parole: abbiamo il baldo protagonista, la bella fanciulla dal passato turbolento (dato che l'elemento sentimentale non può mai mancare, in questo caso anche per rimpolpare una trama decisamente esigua) e lo scontatissimo happy end: la differenza la fanno tuttavia i raffinati costumi, gli esterni accattivanti, la buona fotografia, il ritmo sostenuto, l'azione concitata e non ultimo un cast dalla recitazione misurata.
Markus: Parigi. Diatribe d'una coppia di trentenni tra smanie del primo, il figlio e la prospettata carriera di lei a New York. La crisi di coppia secondo un film sentimentale para-televisivo di stampo classico, che dal punto di vista sociologico non racconta nulla di nuovo ma a cui va riconosciuta una certa spigliatezza registica. Sul fronte prettamente campanilistico c'è da sottolineare la presenza di Stefano Accorsi nel classico ruolo da italiano all'estero, dipinto con l'approssimazione dettata dai cliché. Buona la fotografia, ma complessivamente è un film mediocre.
Panza: Un'insolita pellicola che segue le vicende riguardanti il giro del mondo fatto in barca, la "Moana" appunto. Fra ameni paesaggi e una pesca indiscriminata (probabilmente oggi per alcuni animali vietata), il tempo scorre. A tratti crudo (lo sventramento del pescecane; la pesca subacquea), ma in generale molto casto (le ballerine censurate). Nel complesso sembra quasi una lievissima scintilla (il commento è leggermente caustico) del genere mondo che comparirà negli anni '60 e '70. Un documentario girato con garbo che non riserva grandi sorprese.
Rambo90: Filmetto godibile, tutt'altro che essenziale ma che si lascia seguire e strappa più di un sorriso. L'episodio migliore probabilmente è il primo, bizzarro nello spunto e che trova in Laurenti un felice interprete; l'ultimo con Laganà è il più divertente, sebbene sembri una barzeletta tirata per le lunghe; poi ci sono i due episodi centrali, simpatici ma dimenticabili (già bravo però Giallini). Un piacevole passatempo.
Galbo: Capolavoro assoluto di uno dei maggiori cineasti contemporanei, Lawrence d'Arabia ha il respiro dei grandi classici del cinema. Film dagli imponenti scenari naturali (la fotografia è semplicemente spettacolare) ma anche a suo modo intimista nel tentativo di capire il contraddittorio personaggio principale, magnificamente intepretato da Peter O'Toole. Ma tutto il cast è notevole, da Queen a Omar Sharif così come da ricordare sono anche le splendide musiche.
Pessoa: Novelli Franco e Ciccio, Albanese e Bentivoglio riprendono un fatto di cronaca in modo dissacrante e sgangherato. L'accoppiata dei protagonisti funziona, con Albanese che vince ai punti grazie al fiato del cabarettista. La mano di Mazzacurati rende la vicenda spesso delicata ai limiti del poetico. Alcune scene sono davvero tra le cose migliori del regista. Belle le musiche di Fossati. Uno dei pochissimi film italiani di quegli anni che, come un vino buono, col tempo migliora. Merita due ore della nostra vita!