Il buco: capitolo 2 - Film (2024)
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Titolo originale: El hoyo 2
Anno: 2024
Genere: fantascienza (colore)
Regia: Galder Gaztelu-Urrutia
Cast completo di Il buco: capitolo 2
Note: Aka "The Platform 2". Prequel di "Il Buco" (2019).
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Tutti i commenti e le recensioni di Il buco: capitolo 2
TITOLO INSERITO IL GIORNO 5/10/24 DAL BENEMERITO ANTHONYVM
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- Non male, dopotutto:
Herrkinski - Mediocre, ma con un suo perché:
Enzus79, Anthonyvm, Pigro, Magerehein, Schramm - Scarso, ma qualcosina da salvare c’è:
Pinhead80, Luluke, Mr.chicago, Jandileida, Daniela, Cotola, Rufus68
Il prequel del fortunato primo "buco" è un film che parte con grandi aspettative ben presto destinate a sgonfiarsi con il passare dei minuti. Il film, smarrito per forza di cose l'effetto sorpresa, cerca attraverso una trama machiavellica di confondere le acque sino ad arrivare a un finale difficilmente comprensibile anche per chi aveva visto il primo capitolo. Non mancano i momenti di violenza feroce e gratuita, ma sembrano più fini a se stessi che funzionali alla storia. Tanti personaggi dall'aria enigmatica, poi, spuntano qua e là senza lasciare il segno. Confusionario.
Secondo capitolo (e prequel) dedicato alla prigione composta da trecento e più livelli. Violento e inquietante se non claustrofobico. A tratti più che crudo. Interpretabile anche come analisi sociale, il film manca però di quel classico colpo di scena che accenda o faccia decollare l'interesse durante la visione. Finale discutibile. Discreta la regia di Gaztelu-Urrutia.
Si torna al verticalismo distopico con un prequel che nulla aggiunge al pregevole prototipo. Si può chiudere un occhio sull'inevitabile mancanza di freschezza per quanto concerne idee (qui assistiamo agli utopistici e fallimentari tentativi dei prigionieri di autogestirsi, con ovvi sconfinamenti in un regime di terrore) e apparato grafico (cupo e crudo come si confà alla storia, tuttavia ormai assodato), ma a furia di enfatizzare la tragica enigmaticità di personaggi ed eventi (il fumoso finale), il messaggio perde vigore e le domande insolute lasciano più frustrati che incuriositi.
MEMORABILE: Le teste che ogni tanto cadono nella fossa; Le mutilazioni punitive; Il brutale "unto" senza occhi; L'inatteso ritorno di alcuni personaggi del primo.
Il "buco" è (forse) una prigione o (comunque) un luogo di espiazione. Ma anche l'allegoria di una società in cui l'ascensore sociale va sempre all'ingiù e quando arriva ai livelli più bassi la tavola imbandita per tutti si è ormai svuotata. Questo secondo capitolo, senza l'effetto originalità dell'ottimo precedente, è la semplice prosecuzione di una storia che già aveva consumato tutti i suoi possibili motivi di interesse. C'è molta più logorrea e violenza visiva dovuta alla guerra tra i "convertiti" a una sorta di socialismo alimentare e i "barbari". Ma anche più noia.
Sequel, anzi prequel del Buco, allegoria degli umani appetiti. Il secondo capitolo rinnova pregi e difetti del primo. La tensione adrenalinica e ansiogena, da incubo perverso, tiene incollati al netto di esagerazioni e bizzarrie incongrue. D’altra parte il simbolismo (stavolta si prende la direzione del conflitto tra legge egualitaria – un po' socialismo e un po' religiosità – e liberismo selvaggio) è piuttosto ingenuo e soprattutto si sviluppa in meccanismi oscuri e incomprensibili (a cominciare dal gioco dei bambini). Intrigante, ma confuso.
Prequel che, più che rispondere agli interrogativi lasciati dal primo capitolo, ne crea ulteriori, in un accumulo di sequenze di difficile comprensione, specialmente nel finale onirico; la maggior parte del film comunque analizza concetti come il socialismo e i fanatismi politici, in una sorta di satira dark di certe agitazioni ideologiche. In questo senso funziona e la ferocia di alcune scene è d'impatto; atmosfere e scenografie creano continuità col prototipo e ritornano alcuni dei protagonisti; si spera in un terzo capitolo che completi la storia. Magnetica e conturbante la Smit.
Questa volta il buco è nell'acqua... Prequel che sarebbe dovuto essere esplicativo e che avrebbe dovuto o potuto chiarire alcuni misteri della fossa ma che invece finisce di ingarbugliare la situazione, con innesti di personaggi fini a se stessi, ritorni di alcuni già visti; niente a che vedere con il primo capitolo, c'era bisogno di questo prequel? la semplicità di un'idea a modo suo geniale del primo rivoluzionata da intenti socio-politici, lotte di classe, bigottismo religioso per arrivare a un finale oniricamente vacuo.
Stavolta a Gaztelu-Urrutia non riescono né la ciambella né il buco. Quella che nel primo capitolo era una riflessione claustrofobica, magari un po' superficiale, sulle storture di una società dedita a un consumismo sfrenato, si trasforma qui in una soporifera e incomprensibile sequela di scene ammantate da una ingiustificata (e quindi ridicola) aura di profondità spirituale. Perso l'interesse verso tanto evanescente sviluppo, anche le scene più gore finiscono per lasciare il tempo che trovano. Si salvano in parte alcune attrici, ma l'andazzo generale è quello della noia.
Prequel che mantiene i pregi già visti nel 2019 (riscontrabili in atmosfere e cast) ma che allo stesso tempo ne esacerba i difetti. C'è la nuova idea dei detenuti che tentano di creare un regime più equo e questo va bene, anche il tasso di violenza compie un passo avanti, però lo sviluppo è in linea di massima meno interessante (ormai l'effetto sorpresa s'è perso), piuttosto verboso e soprattutto incapace di rispondere a certi fisiologici interrogativi; si vedano in proposito le sequenze coi bambini, sebbene il finale circolare sembri confermare definitivamente una precisa teoria.
MEMORABILE: "Uccidiamo per costruire un futuro dove nessuno ucciderà più".
Al centro del primo film c'era una idea scenografica che si dimostrava efficace per rappresentare la diseguaglianza nella ripartizione delle risorse per cui allo spreco di alcuni corrisponde la miseria di altri. In questo sequel, all'inizio si resta sulla stessa linea mostrando questa volta i danni dell'egualitarismo totalitario succeduto al liberismo selvaggio, poi, forse nel tentativo di inspessire la metafora, il discorso si fa sempre più confuso fino ad approdare a un epilogo alle soglie dell'incomprensibile. Film sbagliato, va a fondo sotto il peso delle proprie ambizioni.
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Il sonno disturbato dell'onniprequelizzazione a oltranza (e dell'idealismo socialdemocratico portato oltre il fanatismo movimentista: socialismo è barbarie) genera mostri simbolici intasanti un secondo buco nero che inghiotte senza masticare ogni sforzo cognitivo e permeabilità di comprensione. Se la sindrome di Diogene estetica riesce a essere rapinosa, inversamente proporzionale le è l'ermetica e fumosa sostanza narrativa, sulla cui iniziale compattezza cala una fitta bruma sempre più a prova di fendinebbia. Si spera che di buco in buco non si formi un impraticabile campo da golf.
Il prequel de Il buco è un orrendo e incredibile pastrocchio che a tratti sfocia pure nel trash. Qualche ideuzza qua e là c'è, ma si perde in un mare di ripetitività e di cose viste mille altre volte altrove, ovviamente con risultati diversi. Quando poi si inizia a parlare di unti e sciocchezze del genere non si torna più indietro: il ridicolo inizia a regnare sovrano e le cose procedono tra risse da film di quart'ordine. Si salva la confezione, che si estrinseca in una qualità visiva notevole. E l'ultima folle parte ha qualche guizzo riuscito. Ma è poco, davvero troppo poco.
Qui ci si arrangia con gli avanzi (è il caso di dirlo). Stavolta l’asse portante concettuale riposa sullo scontro dei gruppi di prigionieri fra la Legge (con allusioni messianico-cristologiche) e una fantomatica “libertà”: simbolismo profondo, nel nostro caso, come una pozzanghera. Il resto sono urlacci e botte conditi dai soliti flashback che vorrebbero sostanziare i personaggi-manichino. La protagonista ha un volto interessante, ma rimane preda della mediocrità generale.
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- OCCHIO SPOILERS
pensate che io l'ho visto convintissimo si trattasse di un sequel e non ci ho capito un cacchio. mi toccherà provare a rivderlo. ma restano comunque ferme alcune domande
la rivolta verso la fine con la piramide di bambini/ragazzini che riconducibilità ha col resto della storia e i suoi principali protagonisti, compresi i due del primo capitolo (quello più magro è il sosia di cruciani)?
chi è il bimbo nero coi rasta che viene scelto dai rivoltosi? è un sogno messo a muzzo? un ricordo? che legame ha col primo capitolo?
per quali proprietà della fisica gli smistacadaveri che vediamo nel finale (e annessi corpi smobilitati) galleggiano privi di gravità come se fossero sulla luna o sott’acqua?
perché nel basamento finale tutti i personaggi che abbiamo visto morire male nella prima mezz'ora sono ancora vivi? si tratta di un’ellisse narrativa??Ultima modifica: 10/10/24 08:05 da Zender - Francamente una risposta alle tue domande non sono riuscito a trovarla. Tutta la parte finale è una sorta di delirio che lascia sgomenti. Delirio forse è la parola giusta per descrivere il tutto.
- Ciao Schramm! A mio avviso si tratta di domande lasciate aperte appositamente per far sbizzarrire i tanti "teorici del web"; penso che questo "capitolo 2" non sia altro che il segmento centrale di una trilogia. Nel terzo capitolo presumo che alcuni di questi interrogativi troveranno risposta... Ammesso che ci sarà un terzo, vista la generale delusione da parte di critica e pubblico già al secondo.
Mi sembra di aver letto che il regista avesse in mente una lettura "purgatoriale", quindi certe sequenze (specie il finale) potrebbero costituire un'allucinazione pre-mortem o qualcosa del genere, e il ritrovo dei "defunti", appunto, un luogo di raccolta delle varie anime in cerca di redenzione, ormai al termine (?) del loro percorso. Ma anche queste sono solo teorie... - grazie a entrambi. stavo seriamente iniziando a credere di andare per il rincoglionimento pre-senile con largo anticipo. invece pare proprio che l'incepparsi del meccanismo stia a monte sceneggiaturale. anche per stavolta niente neurologo. la cosa curiosissima è che pur avendolo visto nell'ottica del sequel e non del prequel mi è per circa 3/4 filato liscio ugualmente. a me comunque non è neanche dispiaciuto, pur con tutte le pecche e le secche dei repetita.
- Scusate ma per me è soltanto un brutto film che non merita tanti scervellamenti dopo la visione. Già il primo Buco, dopo l'eccellente partenza, si era piano piano smarrito per concludersi con un finale arzigogolato, tipico di chi non sa come uscire dall'impasse narrativo e preferisce una chiosa criptica in modo da mantenere vivo l'interesse anche nel dopo, e magari lasciarsi aperta la porta a un sequel. Questo Capitolo Due, però, è talmente scombinato e privo di idee narrative che neppure capisci se è un sequel o un prequel. Io sono arrivato alla fine tra sbadigli e l'impazienza di passare ad altro.
- una cosa è per me certa: alla luce del suo essere prequel e non sequel dovrò rivederlo con tutt'altro mindset e il commento che avevo in serbo non ha più valore e va ripensato
- provato a rivederlo a mente più fresca e nell'ottica di un prequel e l'unica cosa che sono riuscito a districare logicamente (senza peraltro essere sicuro al 100% della risposta) è che
Schramm ebbe a dire:quello più magro sosia di cruciani
è l'ex fidanzato di milena smit, cui ha accidentalmente accecato il figlio con la propria scultura postmoderna. quanto al resto, continuo a ritenere di più facile risoluzione i quesiti con la susy.
la ost, comunque, davvero molto bella.Ultima modifica: 6/02/25 19:56 da Schramm
