Il piacere è tutto mio - Film (2022)

Un film a due personaggi, quasi una commedia teatrale, in cui a emergere soprattutto è la bravura con cui Emma Thompson sa calarsi nella parte con estrema disinvoltura trattando argomenti considerati tabù con naturalezza e realismo. Questo si porta a casa a fine visione, perché la sceneggiatura, oltre lo spunto intrigante (sessantenne inizia contri con un escort non avendo mai provato un orgasmo) non va e nella seconda parte offre le soluzioni più banali e scontate per ogni discussione tra i due. Piuttosto noioso, ma da vedere una volta per le buone performance.

"Il piacere è tutto mio" mostra quanto un grande attore, con una grande performance, possa salvare il destino di una pellicola. Il film infatti è piuttosto fiacco e oltre un discreto spunto iniziale e qualche buono scambio dialettico tra i due protagonisti non va. Eppure Emma Thompson, con la sua interpretazione, dà un senso alla visione. Il giovane coprotagonista è una buona spalla, ma a giganteggiare è ovviamente la controparte femminile.

Dopo la morte del marito, un'insegnante in pensione affitta un gigolò con il proposito di sperimentare per la prima volta cosa si prova durante un orgasmo. L'uomo è giovane, attraente, molto gentile ma ci sono tanti pregiudizi da superare... Commedia d'impronta teatrale ambientata quasi interamente in una camera d'albergo e con due soli personaggi, più convenzionale di quanto ambirebbe d'essere. Inoltre, una volta esaurito lo spunto iniziale, comincia a rivelarsi troppo verbosa e ripetitiva, anche se il gran mestiere di Thompson e la grazia di McCormack alleggeriscono la visione.

Una professoressa in età, vedova e con due figli distanti non solo fisicamente, ingaggia un giovane e aitante escort per colmare l'insoddisfazione accumulata durante una vita rigida e non priva di pregiudizi. Una commedia di tipo teatrale girata tutta in una stanza d'albergo e con due soli protagonisti che cercano un qualcosa in comune oltre la prestazione pura e semplice, svelando alcune fragilità e asperità ma scoprendo anche (per quanto possibile) un comune sentire. Qualche lungaggine nella parte centrale appena si percepisce, grazie all'ottima performance di Thompson e McCormack.

Commedia da camera su una tardiva iniziazione sessuale condotta, nel primo tempo, con ironia e brillantezza, il tutto sostenuto da interpretazioni notevoli. Poi però qualcosa si inceppa e tale iniziazione, anziché progredire, si incarta tra inutili battibecchi dal tono serioso che anziché apportare un valore aggiunto evidenziano l'esilità del soggetto. Il finale cerca di recuperare quota ma lascia perplessi: sbrigativo, irrisolto, chiuso da una messa a nudo (trovata stravista, da Boogie nights a Accorsi) che appaga la curiosità ma seppellisce definitivamente il brio iniziale.

Questa sorta di kammerspiel in camera da letto (a parte una breve parte girata nella hall di un hotel) racconta la storia di una signora che decide di affittare un gigolò per cercare di provare quel godimento sessuale che le è sempre mancato nel suo matrimonio. Quello che all'apparenza può sembrare un film banale e superficiale si rivela invece un'opera molto introspettiva che, partendo da un argomento tabù, scava a fondo nell'intimo dei due protagonisti e attraverso una sorta di lunga seduta psicoanalitica a tappe si arriva al culmine della conoscenza e quindi al godimento.

Pellicola a due voci, quasi interamente ambientata in una camera d'albergo, in cui la rigida (e apparentemente frigida) vedova decide di aprirsi a novità sessuali con un avvenente e brillante gigolò. Non è un film semplice, innanzitutto perché lo stampo è decisamente teatrale, basato soprattutto sui dialoghi e sul talento dei protagonisti. La Thompson si conferma ottima interprete, sfoggiando il suo talento in una parte per nulla semplice e McCormack sorprende senza sfigurare affatto. In generale i dialoghi reggono (alcuni divertono, altri un po' meno a discapito del ritmo).

Lo spunto iniziale è davvero interessante, ovvero la curiosità di scoprire una nuova sessualità in età avanzata. Peccato che con lo scorrere dei minuti qualcosa, in termini di tensione narrativa, si perda per colpa di una sceneggiatura che non osa granché con dialoghi nella media e con situazioni e soluzioni mai veramente originali. Resta la buona alchimia della coppia protagonista (con una Thompson intensa) e la bravura della regia nel districarsi negli spazi angusti della monolocation. Finale abbastanza scontato, che lascia comunque qualche riflessione sull'accettazione del sé.