Black box - Film (2005)

In seguito a un breve coma causato da un incidente stradale, Arthur soffre di una parziale amnesia; le farneticazioni da lui pronunciate durante il suo stato d'incoscienza, appuntate su un taccuino da un'infermiera, lo aiutano a mettere ordine nella memoria. Dopo una partenza da thriller psico-labirintico giocata su percorsi onirici alla Lynch e stilemi grafici fincheriani, un ovvio twist mediano introduce una seconda tranche meno derivativa e inaspettatamente intrigante; peccato che il notevole crescendo mystery si afflosci in un finale affrettato e deludente. Meglio altre scatole.

Risvegliatosi dal coma dopo un incidente stradale, un uomo riceve da un'infermiera un taccuino sul quale sono state annotate le frasi sconnesse da lui pronunciate in stato d'incoscienza... Film dall'andamento ondivago, intrigante nelle premesse, con alcune ambientazioni normanne suggestive e ben interpretato da Garcia, che tuttavia nel complesso delude non tanto per l'aspetto confuso di tutta la prima parte, spiegabile in chiave onirica, quanto per alcuni tasselli che non si incastrano l'uno con l'altro e per l'epilogo che risulta effettistico e troppo forzato. Vedibile con riserve.

La perdita di memoria a seguito di un incidente è un espediente narrativo visto moltissime volte; e come si sa, il recupero dei ricordi può essere difficoltoso e avere degli "effetti collaterali". La prima parte quindi, sospesa tra sogno e realtà, non regala particolari brividi e sorprese, tanto che il presunto colpo di scena arriva telefonatissimo. Meglio invece la seconda, in cui si innesta una discreta tensione e curiosità. Peccato che la sceneggiatura scelga un epilogo che, oltre a basarsi su una forzatura narrativa non da poco, si rivela affrettato e deludentissimo. Anonimo.