Titolo di culto per Lina Wertmüller (soprattutto in America, dove a rifarlo ci si sono messi addirittura Madonna e suo marito Guy Ritchie, a Malta), in realtà nato da un'ottima idea e capace di canzonare entrambe le due classi sociali rappresentate da Giannini e la Melato, ma a lungo andare piuttosto ripetitivo (e due ore sono troppe!). La prima parte poteva essere facilmente sintetizzata, la seconda anche, visti gli eccessivi autocompiacimenti romantici. La vita sull'isola deserta (ebbene sì, ci si può perdere persino nel Mediterraneo) scorre lenta, con la Melato che progressivamente passa dalla sprezzante derisione alla sottomissione...Leggi tutto e Giannini (prima semplice cameriere della “puttana industriale”), che fa valere la sua forza primordiale di maschio siciliano. Un confronto sicuramente stimolante, divertente, sceneggiato dalla Wertmüller con un eccesso di verbosità all'inizio, poi con desolanti silenzi e concessioni al film d'amore più “tipico”. Quasi tutto è in mano ai due protagonisti, che grazie agli insistiti primi piani hanno modo di far valere la loro espressività. Giannini, che si esprime con fortissimo accento siciliano, parla poco e fa sorridere con i suoi concetti profondamente maschilisti, la Melato (dapprima logorroica, poi arrendevole) riesce a interagire bene soprattutto quando ancora mantiene la propria indipendenza. Quando invece il film gradualmente vira verso il sentimentale (pur sui generis) perde di incisività per riguadagnarla solo nell’intenso finale. Anche se con molti difetti e molte cadute di tono l'insieme colpisce comunque per l'originalità e l’approccio singolare della Wertmüller alla commedia.
Chilometrico il titolo, chilometrico l'interminabile film, che finisce coll'allungare troppo il brodo e lasciare lo spettatore abbastanza insoddisfatto. I due protagonisti sono affiatatissimi e danno vita a battute divertenti (formidabile lui, quando trova il Crocefisso), ma che si perdono nel "mare magnum" della durata. Notevoli i ricchi, sullo yacht, che leggono L'UNITÀ...
Grande film con una coppia Melato-Giannini stratosferica. Il film è molto lungo ed a volte piuttosto lento, però è talmente fatto bene che ci si può sorvolare. Divertentissime le liti dei due, e l'evolversi della loro relazione tiene incollato lo spettatore che prova una sorta di rivalsa pure lui, nei confronti della Melato lady snob.
Classico esempio di esile sceneggiatura salvata dall'interpretazione dei due protagonisti (una Melato strepitosa e un grande Giannini). Lo scontro tra le due classi sociali è inevitabile e assumerà, per quasi tutto il film, l'aspetto di una vera e propria guerra verbale e di nervi, degenerando anche nello scontro fisico, per poi... Se non ci fossero stati loro due, il film non avrebbe avuto quell'impatto comico e quella verve, che fa di questa una pellicola riuscita (anche se un po' tirata) e meritevole di visione.
MEMORABILE: "Signor Carunchio!", detto dalla Melato, con la r moscia. La Melato (prima padrona) schiavizzata.
Vive solo per una coppia di grandi lasciati a ruota libera; la storia in sè farebbe accapponare la pelle qualunque femminista anche moderata. Una donna capitalista che viene umiliata con la profanazione anale... gli istinti di sottomissione e la necessità della sindrome di Stoccolma come sale della vita. Però i duetti sono divertentissimi e il cuore del film si fa godere dimenticando incipit e chiusura che danno la misura modesta del complesso.
MEMORABILE: "Sodomizzami!" "Non so se mi va" (per non far intendere che non si è capito il significato del verbo...)
Davvero ottimo. La Wertmuller gira uno dei suoi migliori film, con la splendida coppia Melato (riccona del Nord) e Giannini (cameriere del Sud, comunista). I loro duetti in mezzo al mare e sull'isola deserta sono davvero memorabili e a tratti esilaranti. Davvero ben riuscito.
Tra i più celebrati film di Lina Wertmuller, parte da un'idea vincente ed originale e funziona soprattutto in alcuni momenti nei quali la regista compie una meritoria opera di ritratto sociale e sociologico. Il film si perde tuttavia in una sceneggiatura diluita all'eccesso e sulla quale non è stato compiuto il necessario lavoro di rifinitura di scrittura. Funziona, come sempre, la coppia Giannini-Melato.
Film scoppietante che si smoscia inesorabilmente nel finale. I battibecchi tra la Melato e Giannini nella prima parte sono da antologia, poi la Wertmuller si ingorga e tira via come se non sapesse più cosa fare. Rimane comunque un film godibile, in cui svetta la erre moscia della "buttana industriale" con la quale vengono pronunciate battute ancora attuali. Giannini strabuzza gli occhi e si diverte.
Molto Bello. Partendo dalla fenomenale coppia di protagonisti: un Giannini (sosia di suo figlio oggi) fisicamente e caratterialmente PERFETTO nella parte ed una Melato insopportabile, petulante e snob la prima metà del film, quanto schiava d'amore, romantica, malinconica nella seconda parte. Il finale è parecchio patetico e triste. Ottimo lo spunto di riflessione fornito dalle "condizioni estreme" in cui l'uomo si trova a vivere. E che fanno variare le persone ed i loro comportamenti coi contesti. Ottime le musiche e le ambientazioni.
Uno dei titoli più celebri della Wertmüller, è sicuramente un discreto prodotto che però soffre di qualche lungaggine di troppo (quasi due ore paiono decisamente eccessive). Il film vive essenzialmente sulle spalle dei due ottimi interpreti principali, Giannini e Melato: solo grazie alla loro bravura l'esile trama riesce a farsi seguire fino in fondo. L'appellativo "bottana 'ndustriale" dato da Giannini alla Melato ha fatto epoca.
Film lungo nella sua durata come nel titolo. Un'opera divisa in due parti, rispettivamente una piena di odio e l'altra piena d'amore. Come la politica manovri le coscienze distaccando le persone e come la natura delle cose renda inutili i preconcetti farseschi delle classi sociali. Ottimi i due attori, che sanno identificarsi al meglio nei ruoli spettanti, distinguendo per bene i momenti di rabbia da quelli di tranquillità. Peccato che risulti molto ripetitivo.
Commedia all'italiana intrisa di temi sociali (la differenza, la diffidenza che c'è tra la borghesia ed il popolo...). I primi trenta-quaranta minuti sono godibili, fino a quando non si arriva allo sbarco sull'isola. Da qui forse si entra un po' nel trash e nel mieloso, ma forse era proprio negli intenti della regista. Finale amaro. Da vedere.
Il film è (quasi) tutto nelle mani dei due attori: Giannini e la Melato hanno metabolizzato i loro personaggi lanciandosi in una recitazione molto credibile e spassosa. Altro grande pregio è l'ottima fotografia, nuda e cruda, che definirei in "presa diretta": sembra quasi di percepire i profumi del mediterraneo. Un film che rimane nella memoria e porta l'appallativo "bottana industriale" nel prontuario delle battute da ricordare. L'eccessiva lunghezza la si dimentica ogni volta che Giannini strabuzza gli occhi e la Melato scioglie l'odiosa parlantina da snob.
Divertente film firmato dalla brava Lina Wertmuller che presenta le differenze tra persone del nord e del sud Italia. Ottima la coppia Giannini-Melato che nelle vicende che hanno luogo sull'isola deserta riescono a divertire lo spettatore. Giannini bravissimo.
Questo film della Wertmuller può fregiarsi a pieno merito del titolo di cult del cinema italiano. Non è un film in cui si ride solamente dei turpiloqui di Giannini e delle botte che dà alla Melato, ma è anche un film che mostra due mondi totalmente distanti e l'unica cosa che può farli avvicinare: l'amore. Emozioni contrastanti dunque per un'opera spassosa ma anche drammatica. Notevole.
Lungo e disomogeneo film in pieno stile wertmülleriano. Giannini interpreta un mozzo comunista che, dopo aver battibeccato a lungo (regalandoci memorabili perle di cattiveria) con la "bottana industriale" interpretata dalla Melato, ha la chance di mettere in atto una piccola, personale dittatura del proletariato. All'umiliazione della donna fa invece seguito la regressione allo stato di natura. Il ritorno alla società classista vanifica le illusioni dell'amore e di un egualitarismo primitivo. Imperfetto, ma si apprezza anche per questo.
Due bravi interpreti per due pesonaggi distanti tra loro: Mariangela Melato nel personaggio della ricca industriale del nord e Giancarlo Giannini meridionale di sinistra che, entrambi travolti dal destino in un isola disabitata, si innamorano. Un amore che può esistere solo in quella circostanza: lei lo dice al vendicativo e violento Carunchio, e infatti poi finisce come deve finire. Notevoli fotografia e location, mentre la trama rallenta durante la fase dell'innamoramento, dopo la parte iniziale con la brava e istrionica Melato rompiscatole.
La longevità di un film decreta la sua bellezza? Non direi, ma questa perla del Mediterraneo non ha perso smalto, anzi. Memorabile per quanto non perfetto. Trasuda quel pressapochismo che la Barona odia tanto (in certi passaggi, in altri è debordante). La coppia? Non è che funziona, incanta. Fantastici certi passaggi, gradevoli le musiche. Il finale, in pieno stile revanche morale del proletariato, piace decisamente. Un po’ lungo, forse, ma eccellente.
MEMORABILE: La richiesta di sodomia; Il dialogo col crocefisso; Il primo approccio amoroso.
Memorabile commedia di natura politica in cui spiccano per eccellenza il soggetto, la sceneggiatura e soprattutto la strepitosa interpretazione di una Melato che fa dimenticare allo spettatore di trovarsi di fronte ad un personaggio cinematografico. Giannini, invece, è incresciosamente penalizzato dalla solita prova sopra le righe. La metafora del superamento dei pregiudizi socio-economici col ritorno ad una condizione di vita originaria è azzeccata, anche se andava forse sfumata la componente ideologica, che risulta a tratti un po' invasiva.
MEMORABILE: L'inseguimento a suon di schiaffoni tra Giannini e Melato, sulle dune: "...Questo è per la crisi economica! Questo è per l'aumento della benzina...!"
Le differenze sociali in un determinato luogo vengono totalmente stravolte in un altro ambiente con risultati esilaranti e dittatoriali. Probabilmente penalizzato da un'eccessiva lunghezza, il film è discreto e si avvale di due interpreti appropriatissimi che danno vita a siparietti gustosi ed intriganti.
Rivisto in occasione della scomparsa della Melato, si conferma un gioiellino di originalità ed interpretazione trattando di un tema, l’amore, che è senza tempo così come la stupenda location (la costa orientale sarda), in una sorta di reinterpretazione in rosa di Robinson Crusoe con dialoghi tanto memorabili quanto freschi e attuali. Sono certo che il cuore di Carunchio batte ancora per la bella Raffaella.
Bell'esempio di cinema italiano basato sul confronto-scontro Nord/Sud, borghesia/proletariato, garbo/grettezza. Come poteva finire se non con il trionfo dell'amore che supera ogni differenza geografica, sociale e di stile? L'interpretazione dei protagonisti è magistrale, come anche le inquadrature quando sono soli sull'isola. Un po' lunga la passione dei due naufraghi ma, probabilmente, la volontà della Wertmuller era quella di far entrare la storia d'amore fin dentro le ossa dello spettatore. Ci è riuscita.
MEMORABILE: La Melato e la sua voce gracchiante; Gli sguardi d'odio di Giannini.
La bravura della coppia Giannini-Melato è il motore di questo bel film dal titolo lungo e memorabile, diretto da Lina Wertmuller in particolare stato di grazia. La Melato è bravissima nel ruolo di borghese milanese snob e petulante, non gli è da meno Giannini che "farfuglia" simpaticamente in dialetto siciliano. Una lotta fra diverse classi sociali che lascia il segno e che forse nella sua eccessiva durata andava sviluppata meglio, ma va bene così.
C'è tutta la politica di quegli anni in questo riuscito film Wertmüller: il divorzio, il femminismo, l'eterno conflitto fra nord e sud, la satira anticlericale. Gennarino (un grande Giannini) è un personaggio molto più sfaccettato di quanto possa apparire a prima vista: rappresenta degnamente il proletariato sfruttato, ma dall'altra schiavizza Raffaella (che donna, la Melato!) riproponendo lo stesso identico schema. Invecchia con grande stile questa pellicola e si rivede sempre con grande piacere.
Il sovvertimento di ruoli tra il ricco e il povero è il succo di questo film della Wertmuller, uno dei più riusciti della sua carriera. Il merito è anche dei due straordinari interpreti, il "siculo" Giannini e la "milanese" Melato, che magari recitano un po' sopra le righe ma che sono assoluti mattatori di una pellicola che lascia poco spazio al bon ton. Piuttosto è rilevante l'accento che la regista pone sulla diversità di rango sociale che riaffiora anche dopo che i due naufraghi vengono salvati, segno che l'amore non supera proprio tutto.
MEMORABILE: Brutta bottana industriale e socialdemocratica (Giannini alla Melato).
Film cult della Wertmüller, commedia tragicomica sul confronto di classe e di genere. L'idea è buona e originale: ribaltare i ruoli sociali azzerando le differenze di censo e riportando il rapporto uomo-donna ai valori primordiali. Il tutto per deridere sia le pretese di emancipazione femminile che gli istinti di possesso e di dominio dell'uomo. Ci si diverte, anche se alla lunga il tema diventa trito e ripetitivo. Ottima la performance del duo Melato/Giannini.
La Wertmuller mette in scena una lotta di classe e di sessi mascherata da naufragio, che grazie ai toni grotteschi delle interpretazioni riesce con leggerezza a teorizzare sulla società e sui ruoli preconfezionati dai quali è in fin dei conti impossibile uscire, con buona pace della passione. Ottimi i due interpreti principali, che nonostante la stucchevole caratterizzazione dei loro personaggi riescono a renderne bene la vulnerabilità.
La Wertmuller riesce, soprattutto nella lunghissima parentesi centrale dell'isola deserta, a spostare la sua poetica sulla politicizzazione del sesso (e la sessualizzazione della politica) in maniera tanto schematica da risultare (finalmente) comica (e non solo grottesca) e il pubblico apprezzò (il "bottana" di Giannini e il "sodomizzami" della Melato sono diventati slogan epocali). Colpo di fortuna più che di genio, in cui i corpi seminudi e abbronzatissimi dei due protagonisti affrontano generosamente una delle prove più impegnative di sempre.
MEMORABILE: "Il partito è sacro, tu sei bottana e io ti fotto".
Riccona e marinaio fanno naufragio su un'isola deserta. Prima parte che vive degli stereotipi grossolani della lotta di classe, poi il film si ammorbidisce man mano fino a una sentimentale sopravvivenza. Durata eccessiva: si poteva concludere con la scena dell'elicottero e con qualche ceffone in meno nella fase centrale. La Melato varia più spesso registro, anche per merito della sceneggiatura, Giannini credibile come Tarzan tuttofare. Discreto uso delle location marittime.
MEMORABILE: Le parolacce tra i due; La richiesta di sodomìa; Giannini ricoperto di fiori.
Un'opera dalle innumerevoli pecche (su tutte una lunghezza spropositata e un overacting spaventoso da parte della coppia protagonista), ma con qualche pregio non indifferente (il finale è oltremodo riuscito). Una sceneggiatura che vive soprattutto di sprazzi di puro genio (gli insulti di Giannini alla Melato sono da antologia) all'interno di un tessuto narrativo non sempre funzionale (la prima parte sfiora lo stucchevole). La regia della Wertmüller non incide particolarmente e si "nasconde" dietro le spalle dei suoi attori. Non male, nel suo insieme.
MEMORABILE: Il ribaltamento dei ruoli sull'isola deserta; Bottana industriale; La Melato presa a schiaffi.
Un enorme successo di pubblico, un finale malinconico e una spruzzata di sociologia hanno portato a sorvolare su quella che resta la vera particolarità della commedia in questione: un maschilismo raramente visto sia all'epoca che in seguito. Il già prolungato pestaggio di Amore mio aiutami assurto a mediometraggio e diluito per tutta la parte centrale del film, che risulta quindi eccessiva e grottesca, sebbene resa vagamente digeribile dalla prova stratosferica dei due protagonisti. Ben girato, ambientato e musicato ma spesso faticoso, oltre che permeato da uno strano retrogusto.
Epica pellicola della Wertmüller che vede una maestosa Melato nei panni di una facoltosa ultraborghese settentrionale e un primitivo marinaio siciliano (Giannini) approdare su un'isola deserta. I conflitti di classe si trasformano in complicità e tra i due nascono dei veri sentimenti. Tra eccellenti primi piani, ottime musiche e paesaggi incontaminati si completa il ribaltamento dei valori iniziali. Un must degli anniSettanta.
MEMORABILE: "Amore ti prego, sodomizzami"; "Bottana industriale".
Cult della Wertmüller, a dire il vero invecchiato un po' male. La prima parte è folgorante, con fantastici duetti Giannini-Melato, entrambi spassosi nelle loro caratterizzazioni e perfettamente a loro agio come unici protagonisti. Quando le cose scivolano nel sentimentale e nel drammatico si perdono un po' di colpi, perché la vicenda ha un cambiamento troppo repentino per risultare effettivamente convincente. Comunque salda la regia e bellissime le location, valore aggiunto di un film godibile ma a cui serviva qualche passaggio di più di sceneggiatura.
Apologo quasi ferreriano (La cagna non è poi lontano) virato commedia all'italiana, quasi parodia dell'esotico/erotico tanto in voga al tempo. Libero, vero, politicamente scorrettissimo scontro tra due modi di essere: uomo e donna, ricca e povero, comunista e capitalista, bianca e nero, padroni e sottomessi, natura e civiltà. Per nulla datato nonostante i frequenti richiami alla politica dell'epoca, improponibile oggi a causa delle attuali esasperazioni del politicamente corretto. Ottimo cast, con un memorabile Giannini esagerato ma credibile, interprete di alcune battute ormai cult.
Tra i titoli mitici degli anni '70 è quello che più mostra la bravura e la versatilità alla regia di Lina Wertmüller, nonché le grandi capacità di Mariangela Melato e Giancarlo Giannini. La splendida Sardegna e un finale ottimo completano il quadro. Tutto perfetto quindi? No, perché va detto anche che i due protagonisti inizialmente sono due stereotipi viventi, che i dialoghi iniziali sono assurdamente didascalici e che la seconda parte si fa nettamente preferire alla prima. Ritmo lento in generale. Per apprezzare il film bisogna avere una certa mentalità. Da vedere.
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
Ho avuto notizia solo all'ora di pranzo delle notizia della morte della Melato e sono davvero molto dispiacito. Un'attrice straordinaria sia al cinema che in teatro. Davvero una grandissima perdita per il mondo dello spettacolo italiano.
DiscussioneFauno • 12/01/13 10:04 Contratto a progetto - 2748 interventi
La ricordo soprattutto in LA VIOLENZA: QUINTO POTERE e ULTIMATUM ALLA POLIZIA. Il dispiacere è tanto, ma il suo talento resterà scolpito in eterno. FAUNO.
Poche attrici come lei hanno fatto dire al pubblico italiano: oltre ad essere particolarmente bella era anche molto brava.
Ha raccontato come avesse avuto difficoltà a girare il film della Wertmuller in Sardegna in quanto sono location molto belle se si e lì per le vacanze ma molto scomode per girare un film con una troupe al seguito senza una presa di corrente nelle vicinanze. Oltre a questo dovette anche recitare spesso seduta perché in quei giorni si ferì ad un piede con i pezzi di vetro di una bottiglia e non poteva camminare.
HomevideoRocchiola • 20/12/19 09:44 Call center Davinotti - 1274 interventi
In America la Kino Lorber ha pubblicato nel 2017 un BD che il sito bluray.com ha recensito molto bene con audio italiano e sottotitoli in inglese. Purtroppo pare sia un regione A.