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Parsifal68: Un mezzo santone e mezzo anchor-man è convinto che tutte le persone possano riuscire nella vita, basta essere determinati. Sceglie tre persone con un presente problematico per provare l'esattezza delle sue teorie. Terza prova come regista per il più giovane dei Muccino che appare sicuramente più abile nel modo di cavalcare la macchina da presa. Stupisce anche la sua prova recitativa, più matura e dalla migliorata dizione. Bravi gli attori comprimari, splendida come sempre la Signoris. Un buon film che si banalizza un po' nel finale.
Achab50: Film condotto in maniera lineare, adatto per i giovanissimi che possono rendersi conto di quanto è successo nel secolo scorso senza essere investiti da scene per loro troppo impattanti. Le peregrinazioni della famiglia tedesca vengono viste attraverso gli occhi della bambina di nove anni. Gradevole (nonostante l'argomento), con spunti non banali, da mostrare ai propri figli o nipoti. Anche questa è storia.
Siska80: Si scambiano le rispettive case durante il periodo natalizio e mentre si tengono in contatto via e-mail, nasce un sentimento. Spunto originale che poteva essere sfruttato meglio, ma il film non è tuttavia disprezzabile, pur nella sua prevedibilità: dopo un primo tempo piuttosto lento, la vicenda ingrana quando i protagonisti imparano a conoscersi meglio tramite ciò che viene loro confidato da terze persone fidate. Il finale "al bacio" non manca neanche stavolta, però la coppia mista sullo schermo esercita sempre un certo fascino e gli attori che la interpretano hanno un buon feeling.
Vstringer: Trasportare il caserma-movie dai lidi pecorecci di Cicero ad un rispettabile approdo ai margini della serie A, con Salce alla regia ed attori di vaglia (Lionello, Giuffrè, Satta Flores) accanto al solito Montagnani? Questo il tentativo del film, più complesso e ponderato rispetto alle varie pellicole su soldatesse e dottoresse, meglio recitato, un po' meno vitale, nel complesso mediocre. Salce fa quel che può, ma soggetto e sceneggiatura non consentono voli pindarici. Stesso personaggio e vacuo ribellismo giovanile di sempre per la Dionisio.
Modo: Commedia a suo modo originale nello spunto: scoprire tramite un dvd che tuo figlio è superdotato (con tutte le conseguenze che ne scaturiscono). Trama è modesta, ma ci sono un Papaleo in forma e una Littizzetto stranamente più composta del solito. Il giovanotto dotato da madre natura appare mummificato, nella recitazione.
Graf: Il Sordi regista non è all'altezza del Sordi attore, ma almeno, in questo caso, non ne rovina la recitazione. Questo film è l’accorata analisi di una delusione familiare: quel padre “americano” millantatore ma, in realtà, fallito nella vita, riempe di amarezza il cuore del figlio e di tenerezza l’animo dello spettatore. Il resto è un viaggio turistico molto pittoresco ma epidermico sugli usi e costumi dell’America profonda e provinciale. Sceneggiatura gracile, regia incostante ma dal piglio quasi documentaristico, tono generale che sfiora il crepuscolare.
MEMORABILE: Il duello recitativo Sordi-De Sica è vinto ai punti da De Sica.
Siska80: Un uomo e una donna (giovani e belli, non potrebbe essere altrimenti) devono trovare un punto d'incontro su una questione lavorativa. Della serie "i sogni si realizzano, basta solo aspettare l'occasione giusta", il film non propone novità rilevanti (fosse stata una commedia "omosex version", magari...) pur potendo contare su un ritmo celebre, un'atmosfera briosa e un'opportuna (in questo caso) recitazione un po' sopra le righe. Il resto è la solita minestra riscaldata (i protagonisti si conoscono da tempo e c'è anche la nipotina sveglia che dà loro una mano a risolvere i problemi).
Homesick: Western che testimonia in maniera esplicita uno degli episodi più turpi della colonizzazione dell’America (lo sterminio dei bisonti) sia con scene di toccante violenza che con incisivi dialoghi a tema. I personaggi vivono autonomamente dalle non eccezionali interpretazioni di Taylor e Granger: il primo in preda al delirio di onnipotenza e alla voluttà di uccidere animali e indiani, l’altro più dimesso e ormai nauseato dalle cacce compiute. Nel tempestoso epilogo è a buon diritto la Natura a prendersi la rivincita sui suoi figliastri.
MEMORABILE: Lo smarrimento dei cuccioli di bisonte dopo lo sterminio degli esemplari adulti; l’agonia delle bestie prima del colpo di grazia.
Bmovie: Di certo De Palma è uno di quelli che non si fossilizzano solo su un genere ma spaziano in vari campi dando sfogo alla loro vena creativa. Di certo non un capolavoro, ma nemmeno ignobile questo filmetto da seconda serata che svela a modo suo uno dei misteri più affascinanti dell'universo, cioè il volto di Cydonia. Buono il cast e alcuni effetti tecnici. Forse un po' troppo infantilista la trama, che più che accostarsi allo sci-fi tesse le fila di un film "fanta-fantasy".
Vitgar: Buon western italiano. L'ambientazione laziale, boscosa e lussureggiante, così lontana dalle tipiche location americane, crea un'atmosfera quasi magica. Primi piani alla maniera di Sergio Leone, dialoghi misurati senza smancerie, attori molto validi. Particolare il ruolo di Nakadai, attore giapponese di successo alla corte di Kurosawa, che interpreta il cowboy mentalmente disturbato (Elfego) dandogli la mimica e la melodrammaticità di un samurai.
Rocchiola: La fuga d’amore dei giovani Sailor e Lula si trasforma in oscuro viaggio nell’America più profonda alla scoperta di un mondo cattivo e senza pietà che racchiude dentro di sé un cuore selvaggio. Romeo e Giulietta incontrano il Mago di Oz in questo road-movie visionario che mescola melò, noir e splatter anticipando la corrente pulp degli anni 90. Più solare e sarcastico di Velluto blu, è forse il Lynch narrativamente più eccitante. Dafoe in soli 10 minuti non fa rimpiangere il cattivissimo Hopper. Cage al top prima dello sbracamento commerciale.
MEMORABILE: L'aggressione a Cape fear; L’incidente stradale; “Dì chiavami!”; La rapina; Il cane con la mano in bocca citazione da La sfida del samurai.
Homesick: L’esordio di Salvi applica rigorosamente le norme del peplum, ma con la particolarità che i protagonisti sono gli dei stessi, scesi dall’Olimpo per combattere a fianco degli uomini: difatti il Vulcano interpretato dal culturista iraniano Iloosh Khoshabe non agisce in modo diverso da un Ercole e un Maciste, sebbene a controllare il destino sia il Giove di Meniconi… Sgargiante e fumettistico, s’impone più che altro per la forte, ardita carica erotica scatenata dai corpi discinti della Cortez, prosperosa danzatrice, e della Gorassini, lasciva Venere compagna del tracotante Marte Roger Browne.
MEMORABILE: La danza in bikini della Cortez, con gioiello all’ombelico che suscita gli istinti cleptomani del dio dei ladri Mercurio (Ravaioli)…
Siska80: Finale "col botto" che consente a Landon di unire l'utile (risparmiare tempo e denaro per far smontare il set) al dilettevole (chiudere la serie in maniera eclatante). Scelta egoista (il regista, infatti, volle evitare che qualcun altro, in futuro, utilizzasse le location della serie da lui creata) che lascia con l'amaro in bocca. Dopo nove stagioni si sarebbe potuto (e dovuto) fare di meglio: alla cittadina di Walnut Grove, tanto amata dai fan, spettava di diritto l'happy end. Un vero peccato.
MEMORABILE: Laura, in lacrime, distrugge a colpi di sedia le finestre di casa sua!
Siska80: Come accade nel coevo Una renna sotto l'albero il protagonista, che non ama il Natale, sarà costretto a viverlo suo malgrado, riscoprendone la magia. Pur non brillando per originalità il film scorre veloce ed è comunque simpatico, soprattutto nella seconda parte (in cui Ben riesce finalmente a tirare fuori la parte più tenera di sé) e si avvale di un buon cast, soprattutto della brava Jodie Sweetin nella parte di una donna tenace e nel contempo dolce.
MEMORABILE: L'abbraccio con l'anziano padre, visibilmente commosso.
Ultimo: Thriller piuttosto mediocre, che si segue con interesse nella prima parte ma delude le aspettative nel secondo tempo. La prova del cast è discreta, ma la trama non sviluppata a dovere non aiuta ad alzare il voto. Le cose migliori si vedono quando entra in scena Pierce Brosnan, il poliziotto che indaga sulla scomparsa della giovane. Si può guardare una volta, ma non resta impresso a lungo.
Pessoa: Commedia in cui le esigenze di mercato affiancano Totò al giovane Pablito Calvo. La storia spinge sul pedale del patetico che solo l'anima comica del Principe riesce a evitare. La confezione resta ordinaria ma si segnalano alcune belle location romane, urbane e agresti. Notevole l'apporto di Carotenuto, che si conferma spalla di lusso per Totò. Per una volta hanno senso anche le scene senza l'attore napoletano. Probabilmente la mano di un regista come Monicelli, che sapeva parlare ai bambini, ne avrebbe fatto un piccolo capolavoro. Discreto.
MEMORABILE: La scena finale dei fuochi d'artificio su tutte.
Magnetti: Film basato sui classici temi cari al cinema americano: drammoni familiari, la vita di frontiera, la famiglia. Una ottima ambientazione datata fine '800 nel Minnesota fa da cornice alla famiglia Ingalls, tutta al femminile, padre escluso naturalmente. Si alternando momenti gioiosi (quasi sempre collegati alla figlia Laura) a momenti drammatici come distruzioni di raccolti, malattie del bestiame e dei familiari. Un vero polpettone (nel senso buono del termine, quasi culinario) di cui non mi stancavo mai (magari mie tendenze masochistiche?) e di cui conservo un buon ricordo.
Daniela: Ex giudice di pace caduto in disgrazia per aver aiutato il fratello minore scavezzacollo riceve un incarico che lo porterà nuovamente a confrontarsi con il ragazzo, entrato a far parte di una banda specializzata in rapine ai treni... Western di stampo classico, senza elementi di novità o particolare interesse ma di buona confezione e con un cast di pregio. Più che Stewart e Duryea, impegnati in ruoli fotocopiativi rispetto ai precedenti, a spiccare è Murphy in un personaggio più complesso ed ambiguo di quelli abitualmente interpretati.
Markus: Due cugine, un'azienda da gestire e una specie di principe azzurro bello e ricco... da conquistare. Sorta di Cenerentola versione moderna e sentimentale di grana assai grossa. Le schermaglie tra le due graziose ma viscide cugine hanno tutta l'aria di un mero espediente per dare un po' di pepe a una storia di derivazione, certamente risaputa, che punta tutto sui buoni sentimenti. Il clima natalizio addolcisce l'atmosfera, ma anche in questo caso senza particolari nessi con la vicenda. Film piuttosto mediocre.
Puppigallo: Diverso dal suo già notevole predecessore: più ironico, meno cupo, leggermente superiore. Bravi sia Clint che Lee Van Cleef. Volontè però, con la sua interpretazione da applausi, ruba a entrambi la scena; e anche il gobbo (Kinski) non scherza. Ci sarebbe molto da segnalare (il vecchio che vive vicino alla ferrovia; lo screzio da bambini tra i due protagonisti; Van Cleef che accende un cerino sulla gobba di Kinski; i dialoghi gustosi tra i due; i conti che non tornano…). Ambientazione perfetta e tensione alta. Risultato: un grande esempio di western.
Galbo: Inimitabile nel "confezionare" commedie sofisticate, il cinema americano ha prodotto moltissimi film di buona qualità appartenenti al genere. Questo fa parte di diritto della categoria. Commedia assai godibile, è ricca di situazioni brillanti, diretta con brio ed interpretata da due attori in gran forma come Hudson e la Lollobrigida, senza dimenticare l'apporto di un grande caratterista come Gig Young. Diverte ma non dimentica sapidi riferimenti all'attualità del periodo.
Mdmaster: Grazioso film con Totò e Peppino (qui un po' sotto tono) che utilizza l'espediente della parodia di Fellini. Qualcosa funziona davvero bene (la mitica casa allagata di Totò), altre scene sono invece decisamente più noiose (la prolungata festa finale). Corbucci indeciso tra la parodia e il film quasi-episodico non riesce a indirizzare la pellicola in una direzione univoca; ciò giova al ritmo, ma decisamente meno alla logicità del tutto. Nonostante tutto rimane una bella commedia, a testimonianza della bravura degli interpreti.
MEMORABILE: "Andiamo a un parto" "Ah e potevate dirlo prima! E chi sgrava?" "Soreta!"; l'apologia del parcheggiatore abusivo.
Nicola81: L'ennesima brutta pagina di storia americana (il trattamento subito dai giapponesi dopo Pearl Harbor) è il fulcro di questo film che nonostante si svolga a Seconda Guerra Mondiale appena conclusa presenta un'ambientazione western, anche se i toni sono quelli del poliziesco impegnato. Ben reso il clima di omertà, razzismo e pregiudizio; la tensione scarseggia, ma la breve durata viene in soccorso. Ottimo cast: Tracy come sempre fa il giusto e Ryan costretto all'ennesimo ruolo di cattivo, lui che nella vita era democratico e pacifista convinto.
MEMORABILE: L'arrivo in paese; L'inseguimento in auto; Il finale.
Puppigallo: Western che si fa apprrezzare soprattutto per gli scambi verbali, con un protagonista ironico, solo apparentemente malleabile, che risulta invece astuto e deciso al momento giusto. La storia in sé non è particolarmente originale (sotto mentite spoglie). Ma il discreto ritmo, le pistole, che ogni tanto si fanno sentire, le mani che prudono e una serie di personaggi più o meno striscianti, fanno sì che si segua la vicenda fino alla resa dei conti, dove si "giocherà" a carte scoperte.
MEMORABILE: "A quante donne avete detto di amarle?". "A tutte". "E come ve ne liberate?". "Glielo dico sull'uscio di casa". "Mi amate?". "Andiamo sull'uscio".
Daidae: Operetta alquanto ridicola e discontinua; il peggio è vedere dei cani ammaestrati fare sempre le stesse cose (la povera papera viene recuperata dalle sue fughe almeno cinque volte). Tolte le scene con animali, alcune discutibili (vedi la lotta con il boxer), rimane un filmetto da nulla che tocca alti livelli di grottesco in alcune scene. Dialoghi ridicoli, peccato lo spreco di caratteristi validi (Sal Borgese, Luciano Rossi, Peter Fabian) in questa pessima pellicola.
Galbo: Commedia su una famiglia disfunzionale che improvvisamente rientra in contatto con un genitore perduto. Al centro della storia le dinamiche familiari che vengono ben illustrate dalla sceneggiatura, anche se le situazioni sembrano qua e là forzate. La prova degli attori è buona, in particolare quella di Stefano Fresi raramente così misurato e di Libero De Rienzo. Un po più incerta la prova di Matilde Gioli. Buona l'ambientazione che da sola costituisce con il suo fascino un pò decadente, un personaggio a se. Discreto nel complesso.
Puppigallo: Prega, ama e combatti per il Paese, con Dio al tuo fianco. No, non sono le Crociate, ma il sunto di una pellicola, che fa della retorica e del "Noi bene, gli altri male" il suo cavallo di battaglia, al di là dello scontro vero e proprio. Assai poco sopportabile dal punto di vista audio-cerebrale, può essere apprezzata per le scene belliche, crude e d'effetto, con fotografo annesso. Ma non giustifica ciò che si deve subire, troppe volte, quando il protagonista dà fiato alle trombe. Piccolo dettaglio, vista la preghiera del colonnello in cappella...loro sarebbero comunque gli invasori. Mediocre.
MEMORABILE: "Bella giornata, signore!". "Sei diventato un c.... di meteorologo!?"; Arsi vivi causa errore "Bella giornata, eh..."; "Custer era una mezza sega".
Cotola: Gran bel thriller che avvince ed emoziona come poche volte accade sullo schermo, nonostante la durata inusitata (150 minuti) per un film di genere. Villeneuve punta in
alto ed il suo ritratto dell'America di provincia, pur con qualche cedimento, raggiunge un risultato finale assolutamente ragguardevole. La sceneggiatura è ben scritta e alla fine riesce a far tornare (quasi) tutti i conti. Ma il merito maggiore è l'aver costruito dei personaggi ambigui che sarebbero tanto piaciuti a Fritz Lang che vedeva in ogni uomo un potenziale criminale. Da vedere.
Pinhead80: Dalla "sicura" casa borghese alla strada. Ecco che già di per sé l'azione diventa tale perché i pericoli possono giungere da ogni direzione. La morale del ricco che fa uccidere tra loro i poveri è sempre dietro l'angolo ma non dà troppo fastidio. Ne consegue che questo secondo capitolo (quanti ce ne dovremo aspettare?) appare più riuscito del precedente.
MEMORABILE: Le maschere di coloro che girano per la strada in cerca di "purificazione".
Myvincent: Un film - dedicato alla celebre e tragica distruzione della città di Pompei - che riunisce la virulenza del Gladiatore con il sentimentalismo di Titanic. Un miscuglio di elementi astutamente miscelati per catturare più pubblico possibile e con il risultato di creare una spettacolare boiata! L'ultima mezz'ora, però, impressiona non poco per il catastrofismo senza scampo.
Ultimo: Un ispirato Giuseppe Battiston veste i panni di un poliziotto che indaga su una serie di delitti tra i vigneti del trevigiano. Pellicola molto particolare, con una sceneggiatura semplice e a tratti scontata ma impreziosita da un cast che si impegna e porta il tutto alla sufficienza. Peccato per l'ultima parte piuttosto banale, perché poteva essere davvero un buon film.
Anthonyvm: Durante un viaggio in auto, coniugi in crisi si fermano a una stazione di servizio; lei scompare all'improvviso, lui si affannerà per ritrovarla. Chi spera nel recupero dei climi adrenalinici di un Breakdown o della violenta frenesia di un Io vi troverò, ha sbagliato titolo. Dapprincipio la tensione regge più che discretamente, persino quando Butler, da mite imprenditore edile, s'improvvisa furia scazzottatrice su tipi loschi con troppo da nascondere. La tranche finale nel covo dei cattivi si carica di forzature, fino a un epilogo smielato, reazionario e insulsamente maschiocentrico.
MEMORABILE: Come ottenere i nastri di videosorveglianza se il commesso non collabora; Butler con un tizio nel bagagliaio dell'auto viene fermato dalla polizia.
Rigoletto: Una commedia (specie del 2005) difficilmente entra nel giro di film che mi interessano, a meno che non sia inserita in un ciclo dedicato a un attore; per dovere di cronaca me la sono dovuta sorbire, salvo poi accorgermi che non era così malvagia e che le risate, pur nella loro grossolanità, c'erano. La coppia Vaughn/Wilson sembra affiatata e (specie grazie al primo) risulta davvero simpatica. la storia scorre via rapidissimamente senza pesare allo spettatore: obiettivo minimo centrato.
Mutaforme: Anonimo cartone della Disney che, seppur tecnicamente ben fatto e gradevole come sceneggiatura, veleggia (è proprio il caso di dirlo) molto lontano dai fasti dei migliori lungometraggi della casa dei sogni americana. Il problema risiede proprio nel fatto che non fa sognare. Poco incisive le musiche, abbastanza anonimi i personaggi. Non è un flop, ma è appena sufficiente. Il nome della protagonista è stato opportunamente cambiato (nell'originale si chiamava Moana).
Federico: A mio parere uno dei migliori titoli americani usciti nel corso del 2009. Dopo Juno, Jason Reitaman continua a dimostrarsi un ottimo regista/sceneggiatore. Nel film si toccano tematiche molto attuali come la grave crisi economica americana, la solitudine e i rapporti interpersonali gestiti con i nuovi media. Il film è ricco di dialoghi brillanti e divertenti che aiutano a sdrammatizzare alcune scene. La figura del protagonista è perfettamente "sputata" su Clooney, il personaggio che interpreta - per certi versi - è quasi autobiografico.
Puppigallo: Snipes se la cava bene nel ruolo dell’ammazzavampiri, ma che… Viene chiamato “il diurno” e nella sua battaglia non è solo (interessante anche il suo non più giovane amico e socio). Blade combatte con le arti marziali, i muscoli e proiettili speciali che riducono i vampiri a un cumulo di cenere fumante. Belle scene di lotta e azione a più non posso per un film più che dignitoso, con qualche simpatica trovata e, qua e là, spruzzate di humor che non fanno mai male. Anche il vampiro che vuole cambiare tutto nella casta è ben interpretato. Buono.
Markus: Il passaggio alla regia di De Luigi si è tradotto in una vicenda poco convincente sia sotto il profilo della sceneggiatura (decisamente banale e con vuoti talvolta evidenti), che sul versante ridanciano; ed è su questo secondo aspetto che la delusione morde di più. Com’è capitato ad altri nomi celebri in passato, il salto dietro la macchina da presa si è rivelata mossa azzardata: la paura di “buttarla” sul dilettevole ha frenato i punti di forza del comico romagnolo, non supportati da una efficace storia autorale.
Markus: Una coppia perfetta, almeno sembrerebbe, con un matrimonio fissato che per mere questioni lavorative di lui si rivelerà... da dover rimandare. Lei non la prende bene, quindi si dà alla danza, scegliendo il valzer. Il maestro di ballo è casualmente un bellimbusto... La vicenda si snoda attraverso facili espedienti costruiti ad hoc per scaturire una facile empatia con la bella protagonista e di conseguenza la altrettanto facile lacrima. Film scorrevole, nel complesso mediocre nella vicenda ma indubbiamente ben realizzato e gradevolmente recitato secondo i "sacri" canoni del genere.
Paulaster: Compositore spia dalla finestra la moglie di un senatore. Noir dalle tinte pruriginose in cui si salva il tentativo finale di incastro. La sceneggiatura, forzatissima, non risparmia spiate panoramiche dalla finestra, piedino sotto il tavolo e pistolettate che mancano il bersaglio da un metro. Le componenti erotiche sembrano più adatte a uno spot televisivo dell'epoca (compreso di tendine metalliche e luci vedo non vedo), la Di Lazzaro è meglio quando ammicca nelle scene da sola e ha un più che discreto momento quando sembra una pazzoide che sogna libertà e ricchezza.
MEMORABILE: Sul divano a leccarsi le dita; La coltellata nascosta; Il nastro registrato.
Lovejoy: Insieme a La Giuria di Fleder, uno dei migliori adattamenti da Grisham. Bel copione, denso di scene forti ben orchestrate da Coppola, con qualche battuta da ricordare e un cast d'attori impagabili. Da segnalare, in particolare, le intense prove di un ritrovato Mickey Rourke, del solito istrionico De Vito, del grande Voight, di Stockwell e un gran bel cameo di Roy Scheider. Bella, efficace colonna sonora.
Mickes2: Discreto heist movie perlopiù notturno (vaghi echi di Mann) con sembianze da western urbano (di Hill) e focalizzato sugli affetti familiari, l’onore e l’amicizia. Kormakur dirige con mano ferma e buon appeal formale una storia in verità abbastanza grossolana. Ma il tris d’attori, così come i personaggi (fra i quali spicca una certa personalità), funziona, il registro drammatico è ben inserito e il meccanismo a orologeria mantiene i livelli di guardia necessari e non sfocia nel caotico. Piacevole intrattenimento.
Paruzzo: La conclusione della trilogia è un film che mantiene lo stesso valore del secondo capitolo, entrambi inferiori al loro capostipite. Bella l'ambientazione western e apprezzabile il tributo a Sergio Leone in diversi punti del film. Bene come al solito gli interpreti, scelti alla perfezione per i ruoli che ricoprono.
Giùan: Probabilmente il film che conferma più d’ogni altro l’opinione di chi pensa che De Palma anni fa debba aver venduto l’anima ed il cuore al Faust del cinema per qualche virtuosistico Piano Sequenza e un riuscito imperituro Ralenti. Senza dubbio volutamente manieratissimo e immotivatamente contorto, eppure tutta la parte iniziale a Cannes è da stropicciarsi gli occhi come non si dimenticano affatto il corpo e gli occhi di Rebecca Romjin-Stamos: bellezza invero lussureggiante al cui confronto l’unto Banderas evapora. Finale da odi et amo.
Galbo: Diretta dagli autori del sopravvalutato Crazy stupid love, una commedia brillante sul mondo delle truffe e degli imbroglioni di alto bordo. La trama è poco originale, ma si nota indubbiamente una certa eleganza nella realizzazione che comprende la cura nell'ambientazione e in generale una messa in scena che non bada al risparmio. Tra gli attori, la sorpresa è costituita dalla bella e brava Margot Robbie, mentre Will Smith è autore di una prestazione routinaria e non particolarmente brillante. Non un capolavoro ma abbastanza godibile.
Pigro: Astronoma capta segnali dallo spazio per costruire un'astronave intergalattica. Terribilmente prolisso, il film disperde le poche cose interessanti in un mare di banalità hollywoodiana. Peccato perché all'inizio (fin dalla splendida carrellata fra i pianeti che finisce nell'occhio della bambina) la storia è accattivante, e lo scontro tra scienza e religione offre spunti intelligenti. Ma poi il solito trantran mestierante da una parte e una mielosa retorica dall'altra uccidono ogni speranza, e gli ultimi 20 minuti sono davvero insopportabili.
124c: Tornano gli agenti segreti di Red in un divertente sequel sorretto dalla follia di John Malkovich e dalla letale Ellen Mirren. Simpatica la storia che coinvolge Anrhony Hopkins, il quale interpreta un cattivo sopra le righe, ma sempre pericoloso come Hannibal Lecter. Bruce Willis gioca a fare il duro, ma è un tenerone che si scioglie davanti alle donne. Bravissime Mary-Louise Parker e Catherine Zeta-Jones, che si contendono il cuore del protagonista. Fra sparatorie, scazzottate, battute e travestimenti, non ci si annoia, in attesa del terzo.
MEMORABILE: Lo scontro cazzotti contro kung fu fra Bruce Willis e l'agente coreano, pagato dagli americani per farlo fuori.
Homesick: Negli occhi dolcemente rassicuranti e insieme malinconici della Buccella si manifesta l'anima di questa commedia di Salce, che dalle allegre premesse si fa sempre più amara percorrendo un cammino incerto: pervio quando rintraccia le vicissitudini quotidiane dell'impacciato provinciale Morandi nella ricerca di lavoro e nel controverso rapporto con la compagna che lo mantiene; sdrucciolevole allorché devia su stonanti parentesi farsesche (l'invito dei vicini di casa, il colpo al monastero). Ovvio che la Buccella si faccia notare anche per le gambe e per la mise chic da prostituta metropolitana.
MEMORABILE: Il completo rosso che la Buccella regala a Morandi; l'appartamento-topaia di Moranti e la sua trasformazione dopo l'intervento della Buccella.
Herrkinski: Avrebbe giovato se gli episodi fossero stati più brevi e ne fosse stato inserito un terzo; così invece sembra che alla fine della visione manchi qualcosa, nonostante entrambi i segmenti siano di fattura più che discreta, specialmente quello con Franco, attorniato dal duo Carotenuto/Reder in splendida forma (l'idea verrà ripresa in Tifosi con De Sica/Iacchetti). L'episodio con Vitali/Cannavale è una delle solite storie di corna ma regala qualche risata e gode di un'ottima prova dell'Alvaro nazionale, ma in complesso si poteva fare di più.
Luchi78: Film tra i più "lenti" di Franco, abbinato a musiche sinfoniche e un'ambientazione prettamente sadiana. Montaggio realizzato con inquadrature spesso in controluce, scelta della quale mi sfugge il significato, dilata i momenti musicali e accompagna spesso con voce narrante i torbidi dilemmi dei protagonisti. Piacevole la coppia femminile protagonista, anche se è la Romay con la sua sensualità innata a conquistare la scena erotica appena il suo mentore gliene dà occasione. Vivacità zero, finale estenuante.
Belfagor: Nonostante la qualità della fotografia e delle scenografie, questo prequel è alquanto deludente. La colpa è da ricercarsi in una sceneggiatura banale, che non rende giustizia al celebre cannibale, rendendolo a tratti quasi insopportabile. Gong Li è brava, ma il suo personaggio è troppo forzato all'interno della storia. Non basta annegare il soggetto nel lusso e nella decadenza per ricavarne un bel film.
Pinhead80: Un toelettatore di cani ha come hobby quello di fare dei video con animali per un blog su internet. Verrà scambiato da una ragazza anorgasmica per un latin lover consumato capace di fare provare piacere a tutte le donne. Classica commedia degli equivoci (almeno nella prima parte) che poco alla volta si trasforma nella classica storia romantica in cui tutti si aspettano il lieto fine. Brignano è completamente a suo agio nei panni dell'uomo impacciato, ma la stessa cosa non si può dire dell'Incontrada che fatica a vestire quelli della snob frigida. Alla fine un suo perché ce l'ha.
Modo: Il giovane Bobby Solo porta al successo la sua hit "Zingara" anche su grande schermo. Musicarello moderatamente divertente con sfilata di attori noti come il chitarrista Pippo Franco, la giovanissima Loretta Goggi, Gigi Reder eccetera. Tra equivoci, musica e sdolcinati sguardi il film si lascia guardare comunque con spensieratezza mettendo in risalto i costumi di un'epoca ormai lontana.
Saintgifts: Certo che quel treno che taglia una distesa arida che riempie lo schermo, è già molto intrigante. Black Rock sembra tagliata fuori da ogni controllo superiore, un piccolissimo regno che vive indisturbato e con un regnante deciso e rispettato (non da tutti) e in un certo senso è proprio così. Peccato che un bel di arrivi Spencer Tracy che, anche con un solo braccio, mette in subbuglio l'ordine precostituito e riporta la legalità e la giustizia nella polverosa cittadina. Buon film ben interpretato (tutti assi) che acchiappa dall'inizio alla fine.
MEMORABILE: Quando Borgnine riceve una lezione da Tracy e le sue urla non sono doppiate (in molti film dell'epoca non venivano doppiate le urla e rumori vari).
Galbo: Film che conferma la statura prevalentemente televisiva (detto in termini non dispregiativi) di Albanese. I suoi personaggi non reggono la durata di un'opera cinematografica e anche questo film (sequel del quale non si sentiva francamente il bisogno) è nulla di più di una raccolta di sketch dal fiato corto, assai raramente divertenti e spesso con il deludente carattere del riempitivo. Questo tipo di satira politica è peraltro logoro e non dice nulla di nuovo. Incomprensibile la presenza nel cast di Villaggio. Un po' più incisivo Bentivoglio.
Rambo90: Già da qui Van Damme inizia il suo percorso nel tentativo di affrontare personaggi nuovi e meno infallibili. Ed è proprio il suo personaggio il punto più interessante del film, che offre anche un paio di sparatorie ben girate e divertenti oltre che un cattivo di buon livello. La metamorfosi del protagonista tra prima e seconda parte riesce, e il film si fa via via sempre più interessante. Un b-movie apprezzabile.
Parsifal68: Un mezzo santone e mezzo anchor-man è convinto che tutte le persone possano riuscire nella vita, basta essere determinati. Sceglie tre persone con un presente problematico per provare l'esattezza delle sue teorie. Terza prova come regista per il più giovane dei Muccino che appare sicuramente più abile nel modo di cavalcare la macchina da presa. Stupisce anche la sua prova recitativa, più matura e dalla migliorata dizione. Bravi gli attori comprimari, splendida come sempre la Signoris. Un buon film che si banalizza un po' nel finale.
Homesick: Convenzionale e minore, rivisita stancamente e con inclinazione melodrammatica due temi classici del western (le ferrovie alle prese con il banditismo, il conflitto tra fratelli), appoggiandosi ai paesaggi naturali immortalati da un raggiante Technirama. Stewart non aggiunge nulla di nuovo alla sua carriera e si trova a ripetere con la consueta serietà la parte di cowboy tutto d'un pezzo; più stimolanti la gentile ironia di Murphy, giovane fuorilegge in giacca di pelle ben doppiato dai toni spavaldi di Pino Locchi, e la vivace caratterizzazione della Carey, mascolina noleggiatrice di muli.
Pigro: Ragazzo collaborazionista nella Francia occupata si innamora di un'ebrea. Film bellissimo e inquietante. Malle torna a raccontare l'adolescenza e la sua misteriosa psicologia, ombrosa e volitiva, attraverso la storia di un ragazzo che compie scelte secondo un istinto infantile e imperscrutabile, incosciente e franco nei suoi comportamenti. Ma è anche un film che svela la casualità di tante scelte "politiche", e perciò disturbante: capace di entrare nei gorghi vili di Vichy e di guardarli con uno sguardo nuovo per l'epoca.