Uno dei peplum di Emimmo Salvi, un "organizzatore generale" passato alla regia. Questo è basato molto liberamente sulla nota storia mitologica del matrimonio fra Vulcano e Venere e sui tradimenti di quest'ultima. Salvi spesso riusciva, scopiazzando da fonti estrememente etoregenee, a inserire in questi suoi peplum "minori" un particolare, un qualcosina di speciale che in genere riusciva a divertire o restare comunque impresso. Stavolta scomoda persino Alex Raymond e i suoi "uomini lucertola" (vedere per credere!).
L’esordio di Salvi applica rigorosamente le norme del peplum, ma con la particolarità che i protagonisti sono gli dei stessi, scesi dall’Olimpo per combattere a fianco degli uomini: difatti il Vulcano interpretato dal culturista iraniano Iloosh Khoshabe non agisce in modo diverso da un Ercole e un Maciste, sebbene a controllare il destino sia il Giove di Meniconi… Sgargiante e fumettistico, s’impone più che altro per la forte, ardita carica erotica scatenata dai corpi discinti della Cortez, prosperosa danzatrice, e della Gorassini, lasciva Venere compagna del tracotante Marte Roger Browne.
MEMORABILE: La danza in bikini della Cortez, con gioiello all’ombelico che suscita gli istinti cleptomani del dio dei ladri Mercurio (Ravaioli)…
Emimmo Salvi mette insieme un po' tutto e fa un film mitologico nel quale la mitologia è trattata con grande disinvoltura e le scene sexy sono decisamente spinte per l'epoca (vedi il duello a frustate tra Bella Cortez e Annie Gorassini). Ci si diverte, soprattutto quando alla fine ci sono due dei piuttosto importanti che vengono messi in castigo (guardare per credere). Gordon Mitchell come sempre domina la scena.
MEMORABILE: La torre che serve per raggiungere l'Olimpo, quattro legni raffazzonati...
Governare l'Olimpo non è così semplice come può sembrare, dato che Giove è costretto a sorbirsi le continue intemperanze e ribellioni dei suoi figli. Per un po' sopporta pazientemente, poi si stanca e rimette gli scapestrati al loro posto chiarendo una volta per tutte che chi comanda è solo lui. Esordio nella regia di Salvi con un peplum colorato e fumettistico grondante di assurdità e di incongruenze ma condotto con un buon ritmo e allietato da due bellezze di prim'ordine, la Cortez e la Gorassini che, soprattutto la seconda, mostrano generosamente tutto il mostrabile a quei tempi.
MEMORABILE: La lotta a colpi di frusta fra la Cortez e la Gorassini.
Quello che caratterizza questo peplum è una forte componente erotica (per quanto permesso nei primissimi anni '60) insolita per il genere. Per il resto non rimane molto da segnalare: la regia non eccelle, la recitazione men che meno, la trama è discretamente risibile e si respira un'aria poveristica che mette tenerezza. Lo spettatore più ancorato a un certo tipo di cinema, oramai più che defunto, potrà concedere comunque uno sguardo benigno verso una pellicola che ha, almeno, il merito di essere assai breve.
Ci sono tutti gli ingredienti del buon peplum anni Sessanta: culturisti (il mitico Iloosh Khoshabe su tutti), belle donne, splendidi paesaggi italiani, un cast valido e una trama volendo anche interessante. Essendo il 1961 non vediamo nessun nudo delle belle attrici, ma qualche "velatura" osé non manca. Nel genere è stato fatto di meglio, ma un’occhiata la si può dare.
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