Palma d'oro a Cannes, WILD AT HEART è un altro livido esempio di cinema lynchiano; visionario, forte, in due occasioni tremendamente splatter (ed una è proprio la scena d'apertura), con una fotografia da urlo, un senso degli spazi unico e anche, purtroppo, narrativamente slegato e prolisso. Pregi e difetti di VELLUTO BLU li ritroviamo tutti anche in CUORE SELVAGGIO, dove Kyle McLaghlan viene sostituito dal valido Nicolas Cage, Isabella Rossellini rimane la stessa (la parrucca bionda conta poco) e solo Laura Dern cambia radicalmente trasformandosi in un animale del sesso e pretendendo la scena. Le musiche di Badalamenti sono ancora azzeccate ma...Leggi tutto meno fondamentali, mentre il distacco più vistoso è il passaggio dal blu notte costante di VELLUTO BLU ai paesaggi caldi e solari che ci fanno venire in mente il primo Francis Ford Coppola o una versione modernizzata del Wenders di PARIS, TEXAS. Elemento predominante il fuoco, in tutte le sue manifestazioni: dai semplici cerini (accesi quasi sempre in primo piano, con un sonoro che enfatizza lo scatenarsi della fiamma) agli incendi più distruttivi riproposti nei frequenti flashback. Superbo il cast (c'è anche un Willem DaFoe dal ghigno demoniaco come non mai), intelligenti gli inserti tipici da poeta visionario, favolosa la messa in scena. Dove Lynch si perde è di nuovo nel soggetto, troppo stringato e già visto per farne un film di due ore. Così si alternano momenti di commovente bellezza a interludi inutilmente dilatatori, ai quali non è sufficiente la studiata inquadratura per attirare la nostra attenzione. Finale in crescendo con qualche (voluta) ingenuità. Lynch ha ormai una sua dimensione artistica e va apprezzato.
Girato a ridosso di Twin Peaks. Lynch ancora una volta si appropria di un genere per scarnificarlo e scardinarne le coordinate dall'interno. Vi è un po' di tutto in questo road movie frebbricitante all'insegna del fuoco e del rosso: noir, melodramma, Shakespeare, Il mago di Oz, surrealismo, grottesco, comico, fumetto, sesso, videoclip e molto ancora. Di un estremo rigore formale e in anticipo sui tempi: Lynch è già Pulp. Sicuramente fonte di ispirazione per Tarantino (True romance e Assassini nati).
Dei "couple-road-movie" sicuramente il migliore: teso, violento, cupo e forte. Ottima l'intersecazione della solarità in contrasto con la tramatura noir, neo-gotica, un grande Nicholas Cage sempre all'altezza del personaggio, viste anche le aderenze/similitudini personali concessegli. Una su tutte la grande passione per Elvis che in questo film si trova addirittura ad incarnare nell'esecuzione magnifica della splendida "Love Me". Il film regala tensione e non slega mai, ottimo davvero.
MEMORABILE: "Love me" di Elvis interpretata da Nick Cage.
Un road atipico girato come solo Lynch poteva fare. Prendendo spunto in fondo da una favola romantica (la fuga di due innamorati attraverso il cuore dell'America) il regista realizza un film volutamente eccessivo dove si mescolano sentimento, dramma, satira sociale e pulp, con un paio di scene assolutamente trash a cui certamente registi come Tarantino devono molto. Interpretato da un Nicolas Cage in grande spolvero (è una delle sue migliori interpretazioni) il film vuole essere anche una spietata critica della società americana iperviolenta.
Da un romanzo di Barry Gifford. Sailor, in libertà vigilata e Lula, scappata di casa, si amano follemente e tentano di raggiungere il Texas.
Fiammeggiante esempio del barocchismo visionario dell'autore di Velluto Blu, Mulholland Drive, Twin Peaks. il film è un noir grottesco e on the road, palesemente intriso di elementi de Il mago di Oz, con una galleria di "mostri" come se ne vedono raramente (su tutti, il Bobby Peru di un deformatissimo Willem Defoe). Ottime le musiche: dal metal ad Elvis!
MEMORABILE: E' un mondo senza pietà che racchiude dentro di sè un cuore selvaggio.
Incandescente melting pot in cui ritroviamo road movie, flashbacks, Romeo e Giulietta, il Mago di Oz, Elvis, improvvise esplosioni di violenza e frammenti di quel gusto visionario e fantastico che dilagherà nelle opere successive di Lynch. Ogni attore ci mette l’anima: focosi, ribelli e romantici Cage e la Dern, luciferino Dafoe, estreme e sordide la Ladd e la Zabrinskie, spaesato Stanton, rapidissimi ma catturanti Glover, la Fenn e la Lee. Fascinosamente kitsch.
Uno dei migliori film di David Lynch. Più lineare rispetto ai suoi ultimi film, ma sempre iperviolento e scatenato. Sesso selvaggio, violenza che rasenta lo splatter, ironia immancabile, un duo di attori che si amalgamano alla perfezione. Indimenticabile la scena dell'incidente notturno con in sottofondo Wicked Game.
Truculenta e ribollente love story che gioca con i codici narrativi di mezzo mondo (fiaba e noir, horror e melò, road movie e soap opera) e se ne esce con uno stile straordinariamente coerente e un immaginario inedito. Lynch lascia sbalzare ogni elemento verso la sua massima iperbole, facendolo concorrere alla rappresentazione di un caos panico, infernale e sogghignante incredibilmente prossimo ad una percezione profonda del quotidiano. Sonoro e immagini in complice, complicato e virtuoso accordo. Casting generale per Twin Peaks.
Bizzarro ed eccessivo road movie che combina con classe violenza, erotismo, sentimento, ironia e frammenti visionari (tipici del regista). Lento ma affascinante, supportato da un'ottima regia, una bella fotografia e da una bizzarra colonna sonora che alterna Elvis Presley e musiche heavy metal. Buono il cast, nel quale spicca Willem Dafoe. Buon film.
Solo un visionario come David Lynch poteva girare un capolavoro del genere. Storia abbastanza intricata e violenta, ma che non fa "svernare" poi così tanto. Nicolas Cage in una delle sue migliori interpretazioni. Defoe è pazzesco (in senso positivo). L'inizio è un pugno allo stomaco.
Coppia innamorata in fuga inseguita dagli scagnozzi mandati dalla mamma di lei. I protagonisti hanno nomi da fumetto: Lula (be-bop-a-lula), Marinaio e la cattiva Marietta Fortuna, e ciò che accade loro è pieno di eventi surreali, grotteschi, truculenti e onirici, nel viaggio verso un irraggiungibile eden. Siamo dalle parti del Mago di Oz, sottotesto di questo road movie che si accredita dunque come una fiaba dark dei nostri giorni, quando il cuore non è quello tenero voluto dall'uomo di latta ma quello selvaggio imposto dal mondo moderno.
In questo film eccelso Lynch onora con amore ed ironia tutta la mitologia americana (una cosa che sicuramente lo diverte non poco). Il film è indimenticabile, sempre imprevedibile, con variazioni di ritmo e registro da antologia. C'è tutto, da Elvis al mago di Oz, dall'amore puro a quello carnale e fuggevole... Un'opera che brucia, brucia e mai si consuma.
Intrigante ed atipico noir "favolistico" on the road girato in puro stile linchiano. Stupisce, piace e coinvolge molto nonostante qualche svolazzo formale di troppo e gratuito. Lynch destruttura i generi piegandoli alle sue esigenze creative, stilistiche e narrative dando vita ad un film pazzo e sopra le righe in cui gli eccessi ed il grottesco sono funzionali al disvelamento di un mondo spietato, iperviolento e selvaggio. Ottima la prova di Cage (una delle sue migliori) e del resto del cast, curatissima la confezione.
MEMORABILE: A metà del viaggio Lula dice a Saylor: è un mondo senza pietà che racchiude un cuore
selvaggio.
Più delirante che visionario, questo film si contraddistingue proprio per le sue note assolutamente folli, tant'è che, personalmente, lo trovo il meno interessante della produzione di Lynch. Stravolgenti i personaggi e le situazioni che si incontrano in questo road-movie di due ore: forse qualche taglietto qua e là avrebbe giovato. Perversione sessuale e qualche scena di puro splatter lo rendono ancora più anomalo, ma sicuramente da non perdere.
Se questo è il miglior film di Lynch siamo messi davvero male! Filmetto visionario, folle, casuale e con scene stucchevoli e/o assolutamente inutili. Cage non brilla ma non è una novità. La Dern praticamente non fa altro che gridare e/o gemere. La madre della Dern è insopportabile... così come il 99% dei personaggi. Assolutamente da non rivedere più di una volta.
MEMORABILE: La scena iniziale e il sesso qua e là.
Forse il capolavoro assoluto di Lynch, che reinventa il pulp 4 anni prima di Tarantino. Un folle e delirante viaggio on the road, con madri streghe, fatine buone, pestaggi, vomito, splatter e fuco vivo che brucia sullo schermo. Restano Dafoe con i denti marci, la Rossellini bionda, musica a palla, teste sfondate o decollate. Una fiaba nerissima, che porta Lynch al massimo della sua espressività artistica (insieme a Velluto blu - col quale ha molte affinità - è assolutamente il suo capolavoro). Più volte imitato e mai eguagliato. Vivido e furente.
MEMORABILE: Sheryl Fenn che dopo un incidente cerca il suo rossetto con la testa sfondata; la sanguinosa rapina; il vomito della Dern; la fatina di Sheryl Lee.
Da cultore di Lynch non lo considero uno dei suo film migliori ma la valuto un'opera estremamente ed incontestabilmente innovativa, oltre ad avere un significato "affettivo" molto particolare per me, per varie ed importanti ragioni; grande equilibrio, nel dosare le varie commistioni di "generi" e personaggi che non si dimenticano come poche altre volte mi è capitato: la Dern sensualissima, la Zabrinskie, naturalmente Dafoe/Bobby Peru e una diane ladd che fa sembrare la Clara Calamai di Profondo rosso una mamma modello.
MEMORABILE: La "caccia al buffalo" ai danni di Harry Dean Stanton; Dafoe.
È come se il regista dicesse: prendere o lasciare. Talvolta si rimane affascinati dalla visionarietà di alcune immagini, talaltra il grottesco stride un po' troppo con il canovaccio da road movie, esile pretesto prodromico all'anarchica messa in scena. Esperienza personale, lisergica, con un Cage sistematicamente e volutamente sopra le righe ed un insieme di personaggi bizzarri. A me il trip non è piaciuto, stavolta lascio.
Forse non è il miglior Lynch, ma è a mio parere rappresentativo del periodo e dello stile che più preferisco; quando, come per Velluto blu (con cui le analogie sono molteplici) Lynch non costruiva un film solo sulla sua autorità e mostrava rispetto per lo spettatore. Perciò "il doppio", la trascendenza e l'onirismo sempre presenti, ma fusi con una notevole e ben elaborata critica sociale, con sprazzi gore e pulp, in un atipico road movie quasi unico nel suo stile, che alterna umorismo e tensione a una trama comprensibile.
Una coppia che si ama alla follia, in viaggio verso una loro libertà. Uno strano omaggio al mago di Oz con continui riferimenti espliciti e velati in tutta la durata del film. Personaggi estremamente grotteschi si alternano a fare comparsate veloci, ma di impatto. La curiosità delle situazioni desta interesse come in quadro surrealista.
MEMORABILE: In discoteca; Il vecchio alla stazione di servizio; Il vecchio alla fine che cerca il "730378"; Il vecchio al bancone che abbaia al gruppo che suona.
Lynch propone al suo pubblico un road movie grottesco e oltremodo interessante. Scordiamoci Easy rider e Thelma e Louise, qui siamo di fronte a un'opera geniale e controversa. La sceneggiatura ha qualche lacuna e tende alla prolissità, ma la messa in scena è magnifica, esaltante e visionaria come mai. La Dern è una protagonista selvaggia ma dolce allo stesso tempo, così come il compagno (un buon Cage). Ottime le musiche e le maestose panoramiche, in sintonia con il tono del film. Le scene di violenza sono carnali al punto giusto. Ottimo cameo di Dafoe.
MEMORABILE: Scena iniziale; La giacca di pelle di serpente; La madre di Lula; L'uso dell'heavy metal; Dafoe malefico.
Più vicino al cinema di Abel Ferrara che non a quello di Lynch stesso. Tutto è sporco e violento, i personaggi sono rozzi e il sesso è solo un istinto animalesco. Il fatto è che tutto è fine a se stesso: non c'è insegnamento, non ci sono morale né spunti di riflessione. Lynch ci sa fare ma resta sempre una pellicola lenta, a tratti noiosa, con una serie interminabile di scene di sesso usate per lo più come riempitivo. Cast irritante con un Cage che già dimostrava i suoi limiti. Si salva solo Dafoe, capace con soli 10 minuti di dare un senso al film.
MEMORABILE: Tutte le scene in cui c'è Dafoe e l'epilogo della rapina.
Lynch gronda idee e avvalendosi di una sceneggiatura a flashback rincorre i protagonisti in una favola trip zeppa di simboli (fuoco, rossetti, parrucche, vestiti) con primogeniture pulp. Iperviolenza, personaggi ai limiti del grottesco, musiche di ogni genere in un insieme che non sempre ha l’amalgama giusta. In aggiunta qualche lentezza che toglie il pathos fino all’arrivo del prossimo colpo in faccia. Dern sempre in parte, Cage meglio nella prima parte, lode a Dafoe. Doppiaggio di Cage così così.
MEMORABILE: Le scene col fuoco; Il rossetto che ricopre interamente la faccia alla madre.
Purissimo esempio del cinema del Maestro che qui getta, parallelamente a Twin Peaks, le basi di una cifra stilistica di grandissima potenza espressiva. On the (golden) road dell'anima e favolistico ammantato da più toni e registri. Sorta di Bonnie & Clyde alla salsa di Oz, erotico e orrorifico, sadico e romantico, dove la ricerca sfrenata della libertà si scontra con le dure conseguenze delle proprie azioni in un mondo sopraffatto dalla brutalità. Talmente kitsch da diventare poetico. Sound design saturo e avvolgente. Funambolico.
Un'opera fondamentale e imprescindibile per comprendere l'evoluzione del cinema hollywodiano (Lynch anticipa Tarantino) con una regia incredibile che mescola scene violentissime a slanci di una tenerezza senza pari. La sceneggiatura rischia molto puntando su un linguaggio estremamente forte e scurrile, ma in linea con le caratterizzazioni dei personaggi. E' un Lynch tosto, ancorato a un cinema "comprensibile", ma con schegge anticipatorie di quello che sarà. Scelte del cast perfette che vanno da un Cage notevole a un tenerissimo Stanton.
MEMORABILE: I denti marci di Dafoe; La Ladd con il viso pittato di rosso; Cage che canta Elvis.
Descrivere il film è un'operazione alquanto difficile; è, innanzitutto, un miscuglio di generi: road-movie, crime-movie, sentimentale, noir, ecc. Ma è soprattutto un film tipicamente Lynchiano e, quindi, follemente visionario, non adatto a chi ama l'adrenalina; per i fan del regista è tuttavia fortemente consigliato. Palma d'oro a Cannes contestata.
Uno dei migliori film di Lynch, copia oscura dell'altro capolavoro Velluto blu. Anche qui la storia di amore romantico è solo il pretesto sul quale si scatena l'incredibile capacità visionaria lynchana, che ogni 5 minuti introduce spiazzanti soluzioni visive passando dall'erotico allo splatter, al tenebroso, all'horror, a siparietti semidemenziali oppure di estrema violenza. E tutto nel segno incandescente del fuoco... Uso magistrale della musica. Cage come sempre più o meno imbambolato, bravissimi la Dern, Stanton e Dafoe, superlativa la Ladd.
MEMORABILE: la violentissima scena iniziale; I viaggi sulla strada di notte con l'apparizione della strega; L'uccisione di Stanton; Il personaggio di Dafoe.
Non è solo il cuore a essere selvaggio in questo excursus lynchiano nel road movie. E' il cinema stesso che scorre impetuoso tra il grottesco e il favolistico, tra il violento tendente allo splatter e il romantico, tra la voglia di libertà e il bisogno urgente di gridare al mondo il proprio essere. Prima di di Tarantino e di Roger Avary, Lynch riscrive le regole del pulp e sul filo conduttore perpetuo del Mago di Oz dirige un racconto nerissimo sublimato da una magnifica colonna sonora, attori in stato di grazia e un finale happy solo in apparenza.
MEMORABILE: La rapina; La canzone cantata da Cage in discoteca; Cage e la Dern sul luogo dell'incidente.
Falco e colomba-Colombo scopritore di nuove terre dell’immaginale e tenente dell’irregolare, plotone di testa del cinema che procede per autointossicazione, Lynch non solo è in carattere col suo senso estetico muscario di sempre ma anche in piena concomitanza twinpeaksoide, donde sembra confluire il rettilario più carrolliano. Bizantino olocausto della ratio, cinema-superconscio e càtaro, meticcia il juvenile e il pre-pulpdell’età della pietra, Shakespeare e Oz, la soap con l’hardboiled e lo slapstick. Cage sciaguratamente off-topic. Dafoe issa lo stendardo di conquista in cima al Monte Charisma.
Il cuore selvaggio è quello della vita che mischia violenza e amore in un turbine di follia incontrollata che quotidianamente miete numerose vittime. Sembra essere questo il senso dell’opera i cui protagonisti sono due povere vittime incapaci di difendersi e il cui unico appiglio è l’affetto reciproco in cui si rifugiano. La differenza, però, è indiscutibilmente in Lynch, che spinge al limite più di una situazione dimostrando di avere le capacità per osare senza rimanere confinato all’interno dei canoni di un genere specifico.
Eccellente racconto on the road e rock and roll filmato splendidamente da Lynch, che dimostra di saper affrontare storie di vite perdute, spezzate dal dolore e capaci di ritornare a splendere. Due protagonisti fantastici (Cage e Dern), un comparto tecnico magnifico e una sceneggiatura che non manca degli spunti folli e allucinanti tipici del regista. Da sottolineare le ottime interpretazioni "secondarie" della Ladd e di Dafoe, davvero inquietante nel suo personaggio schizzoide e pazzo. Insomma un must del regista, anche Palma d'oro a Cannes.
Matto oltre che selvaggio questo cuore: la fuga di Lula e Sailor, amanti da fumetto fumato inseguiti dagli scagnozzi killer sguinzagliati della mamma proterva di lei, è punteggiata da incontri con personaggi da fiaba dark in cui la bizzarria dell'aspetto va a braccetto con la mostruosità morale. Ferocemente parodistico, sempre un filo oltre la soglia del ridicolo, un film importante per l'influsso su tanto cinema successivo, ma non il migliore del regista: troppo esplicito, survoltato e solare, laddove la morbosità attecchisce meglio nella penombra sommessa del quotidiano.
Lynch utilizza questo film come una protuberanza di Twin Peaks perché molti componenti del cast sono gli stessi, così come le atmosfere e le musiche di Badalamenti. Il viaggio dei due protagonisti attraverso gli USA abbraccia un lasso temporale definito e allo stesso tempo indefinibile. Dagli eccessi iniziali con il brutale omicidio ai feticismi cari al regista (strane calzature, donne obese che danzano) fino alle tende colorate che si muovono lasciando presagire a qualcosa di arcano. Un road movie folle come Lynch.
La fuga d’amore dei giovani Sailor e Lula si trasforma in oscuro viaggio nell’America più profonda alla scoperta di un mondo cattivo e senza pietà che racchiude dentro di sé un cuore selvaggio. Romeo e Giulietta incontrano il Mago di Oz in questo road-movie visionario che mescola melò, noir e splatter anticipando la corrente pulp degli anni 90. Più solare e sarcastico di Velluto blu, è forse il Lynch narrativamente più eccitante. Dafoe in soli 10 minuti non fa rimpiangere il cattivissimo Hopper. Cage al top prima dello sbracamento commerciale.
MEMORABILE: L'aggressione a Cape fear; L’incidente stradale; “Dì chiavami!”; La rapina; Il cane con la mano in bocca citazione da La sfida del samurai.
Gran film di Lynch che mette al centro della vicenda un amore giovane e sincero, rock e passionale. Il tutto, ovviamente, è narrato come d'abitudine del regista seguendo regole oniriche e attingendo a svariati generi cinematografici. E così, tra sentimentale e horror, tra commedia e musical, viene mostrata una lotta generazionale nella quale alla purezza e ingenuità giovanile si contrapponongono le trame oscure della vecchiaia. Bellissima la fotografia, fondamentali le musiche.
Fondamentalmente un road movie, certo non il più classico esempio. Ma cercare il classico in un film di Lynch sarebbe assurdo. C'è un po' di tutto in questa pellicola più che buona. Comicità, violenza, thriller, il tutto spruzzato dell'immancabile grottesco tipico del regista. Non tutto è esattamente splendido ma il film funziona, cosparso di genialate come di qualche momento dimenticabile. Ma i primi sono nettamente prevalenti. Ottimo il cast, con un buon Nicolas Cage. Gli altri sono spesso eccessivi compreso Willem Dafoe, comunque notevole. Grande colonna sonora. Da vedere.
Infiammabile agli occhi (dello spettatore) quanto deve esser stato glaciale nella capoccia di un Lynch che già si confermava come il più lucido dei visionari, in grado di triturare ogni aspettativa filmica per arrivare, selvaggio eppure educatissimo, al cuore scarnificato del cinema. Pastiche che con geniale intuito conoscitivo anticipa ogni "pulpismo", con una carica iconoclasta il cui disincanto intellettuale (stimmate lynchiana) si fa apripista segnando però pure un baratro tra sé e ogni tarantinismo. Meno "singolare" comunque di altri quadri del nostro. Cast in totale trasporto.
MEMORABILE: Le sigarette di Cage; La bellezza magnifica di Laura Dern (e la scena con Dafoe/Perù ovviamente); Il makeup della Ladd e l'aplomb di Dean Stanton.
Lynch ha il merito di anticipare alcune rappresentazioni e personaggi cari a Tarantino ma ti costringe anche a sorbire due ore in cui si poteva intervenire pesantemente tagliando qua e là. Cage e la Dern funzionano come coppia ma, sempre considerando le due ore, non riescono a coprirle come si deve. Sprazzi onirici e di violenza un tantino esagerata completano una pellicola che fa del surreale e del parodistico, anche sboccato, la sua stella polare.
Il film apre un baratro nel cinema di inizio anni '90 per scaraventarci in un mondo delirante e immaginifico, pieno di luce, di musica e di follia. In quel calderone si può pescare di tutto purché sia portato all'estremo. E' questo il contratto stipulato da subito fra Lynch e lo spettatore. Lo si accetta di buon grado e si continua a seguire una vicenda narrata in modo scorrevole, visti gli standard di un autore famoso per le storie contorte. L'attenzione rimane viva fino alla fine, dove troviamo una spruzzata di polvere magica e di buoni sentimenti. Kitsch e violento.
MEMORABILE: La madre; Le scarpe da streghe di Oz; I dentini marci di Dafoe; La recitazione sua e di Cage; I fiammiferi; La giacca di pelle di serpente.
Favola nera (firmata Lynch) visionaria, delirante, surreale e grottesca come nel suo stile. Diretta magistralmente e con un cast efficace, avvince e convince grazie a uno script interessante, per quanto non sempre centrato. A tratti eccessivo, violento e morboso ma anche romantico e affascinante. Interessante la colonna sonora che alterna pezzi anni 50 a sventagliate metal.
MEMORABILE: Il monologo di Sherilyn Fenn dopo l'incidente.
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Eh, lo so..anche se le prendi tutte manca sempre qualcosa! :(
Purtroppo, il film, non ha la stessa valenza de Lo Squalo. Altrimenti, la Universal, si sarebbe preoccupata di fare un'edizione coi controfiocchi recuperando il doppiaggio originale.
A me è capitato di vederlo, ieri, in una copia in pellicola che circolava ai tempi della distribuzione Filmauro e, a questo punto, mi sento un privilegiato. :)
Gli adattamenti e le voci di una volta sì che erano fantastici..ed eravamo ancora nei ‘90!
HomevideoZender • 6/09/16 17:35 Capo scrivano - 48477 interventi
Più che le voci di un tempo è che uno è un doppiaggio fatto per il cinema e l'altro per il video: sarà sempre peggiore il secondo del primo, in ogni epoca. Questione di budget. Sarà materiale per i muxatori...
HomevideoRocchiola • 6/04/20 13:31 Call center Davinotti - 1300 interventi
Peccato per il ridoppiaggio piattamente televisivo e per i particolari splatter mancanti, perché il bluray della Universal offre un video di buon livello viziato giusto da qualche sporadica spuntinatura ma in generale piuttosto pulito. C'è una patina idi grana finissima e del tutto naturale che non disturba assolutamente la visione. Il dettaglio è ottimo ed anche i colori (elemento molto importante nelle opere di Lynch) appaiono ben equilibrati. L'audio italiano DTS 2.0 è di buon livello chiaro e mediamente potente anche se alcuni dialoghi sono forse un pochino bassi, ma in generale molto meglio dell'impercettibile 5.1 di Velluto blu. Purtroppo il prodotto è già fuori catalogo ed inizia a costare parecchio anche sul web.
Ad agosto la Universal riediterà il blu ray di Cuore selvaggio
Sperando che, finalmente (anche se ne dubito) sia la versione cinematografica che sopravvive solo sulla vhs della Panarecord, senza quell'orribile e inascoltabile ridopiaggio da denuncia.
E che sistemino, magari già che ci sono, anche l'illeggibile Cuore selbvaggio sulla costa del "vecchio" blu ray.
CuriositàZender • 11/10/21 18:07 Capo scrivano - 48477 interventi
Dalla collezione "Sorprese d'epoca Zender" il flano del film: