Cult tv anni 70 e anni 80, oggi "La casa nella prateria" può apparire ai più come una saga di una famiglia di sfigati. Eppure la storia degli Ingalls, pionieri del west, che vivono in una tipica cittadina, con simpatici droghieri, pastori protestati e maestre in anticipo sui tempi, avvinceva. Dai racconti di Laura Ingalls-Wilder, nella serie interpretata da Melissa Gilbert, prodotta e diretta da Micheal London di "Bonanza", che si riservò anche il ruolo del patriarca, Charles Ingalls.
MEMORABILE: La cittadina tipica di fine ottocento, il figlio del droghiere che ruba i biscotti dal vaso, le tre Ingalls, le frustate del supplente severo.
Un bello spaccato (seppur fortemente romanzato) di vita americana del tempo che fu. Episodi intensi, carichi di emozioni, descritti debbo dire molto bene (se vogliamo puntando molto alla moraletta di famiglia sana e cattolica, cosa che lo rese un po’ stucchevole e irritante agli occhi dei ribelli del decennio in cui fu prodotto, ma forse è piaciuto ai conservatori)... Grande consenso per l'allora bambina prodigio Melissa Gilbert nel ruolo principale di Laura Ingalls.
Ha un che di vero, di naturale, grazie alla bravura degli interpreti. Si tratta di vita vissuta, rogne continue e gente più o meno ottusa che movimenterà le esistenze dei protagonisti. La piccola (ma crescerà) Laura è simpatica e sa difendersi, soprattutto dalla pestifera figlia del bottegaio. Agli Ingalls ne capiteranno sì di tutti i colori, ma se così non fosse stato la noia l'avrebbe fatta da padrona. Bravi anche, l'acida madre della tremenda ragazzina e il padre. Nota di merito per i tanti temi affrontati (su tutti, i pregiudizi e la diversità) e per Charles, Edwards e Albert.
MEMORABILE: La realizzazione della campana; L'episodio con Cavallo Zoppo; Mary diventa cieca; Una bambina entra in biblioteca e prende il libro scritto da Laura.
Grandissimo serial TV che ho visto e rivisto da bambino ed oggi mi fa una tenerezza incredibile: storie spesso e volentieri tristi che mettevano a dura prova la famiglia Ingalls (parevano usciti da una novella del Verga). Belle le caratterizzazioni dei personaggi, spesso completamente suddivise in buoni e cattivi; in mezzo più o meno troviamo il bottegaio.
Serie sicuramente cult, ma che non ho mai apprezzato. La storia della famiglia che vive nella "casa nella prateria" non mi ha mai entusiasmato, anzi. Non riesco a coglierne aspetti positivi, proprio non la gradisco. Da parte mia sconsigliata, ma è mia opinione personalissima.
La storia della famiglia Ingalls, veri pionieri dell'America del tempo che fu, raccontata in un serial dallo straordinario successo e che rappresenta (sia pure in forma romanzata) un vero "spaccato" di vita vissuta. Di sicuro con molte ingenuità, la serie è comunque godibile grazie alla buona ricostruzione ambientale e alla bravura degli interpreti.
Film basato sui classici temi cari al cinema americano: drammoni familiari, la vita di frontiera, la famiglia. Una ottima ambientazione datata fine '800 nel Minnesota fa da cornice alla famiglia Ingalls, tutta al femminile, padre escluso naturalmente. Si alternando momenti gioiosi (quasi sempre collegati alla figlia Laura) a momenti drammatici come distruzioni di raccolti, malattie del bestiame e dei familiari. Un vero polpettone (nel senso buono del termine, quasi culinario) di cui non mi stancavo mai (magari mie tendenze masochistiche?) e di cui conservo un buon ricordo.
Appassionante telefilm americano con un ottimo cast variegato: spiccano Melissa Gilbert nei panni di Laura e Micheal Landon nei panni di suo padre. Gli espisodi delle prime serie sono decisamente interessanti e ricchi di momenti convolgenti e a tratti anche divertenti. Poi, nelle ultime serie, "il giocattolo" inizia inevitabilmente a rovinarsi.
Bellissimo, non lo ricordavo così: emozionante, avvincente e a volte molto triste. Lo spirito pionieristico americano emerge prepotente, seppur attraverso un filtro di buonismo familiare che però appare assolutamente giustificato per l'indirizzo del prodotto. Fiction per la famiglia, ma dai "grandi" contenuti; sempre diversi, a volte ancora attuali, spesso davvero intensi. Nota di merito per tutti i partecipanti, per la regia e per la sceneggiatura, senza pecche. Un colosso nel suo genere, che pone la famiglia al suo posto come cellula sociale fondamentale.
MEMORABILE: Tra i tantissimi momenti speciali: il ragazzo gravemente ammalato che giunge al mare, dopo tanta fatica, alza le braccia in segno di vittoria!
Il West senza sceriffi, indiani e banditi: solo la vita quotidiana della gente comune. Encomiabile per l'affresco d'epoca e i messaggi cristiani di fondo (banditi dalla tv politically-correct ma cinica d'oggi), ma esecrabile per il modo in cui Michael Landon e gli altri autori (in assenza di duelli e sparatorie) catalizzano l'emozione del pubblico infliggendo sadicamente ai protagonisti una tragedia dietro l'altra, dando un'impressione di inverosimile e stucchevole. Sufficienza e non se ne parli più.
MEMORABILE: La sig.ra Harriet Oleson, probabilmente il personaggio più odioso mai concepito da mente umana e quel martire del suo simpatico marito Nels.
Da bambino (e nella pre-adolescenza) lo adoravo, negli ultimi anni l'ho rivisto puntata per puntata apprezzando sia i protagonisti (soprattutto Landon e la Gilbert, ma anche Bull) sia l'ambientazione western di fine 800 (mi sarebbe piaciuto vivere in quell'epoca, con i primi pionieri). La media è data dai cinque pallini delle prime tre stagioni e dai quattro delle altre (troppo drammatiche alcune svolte), ma risente anche dell'effetto nostalgia.
MEMORABILE: Le tre bambine Ingalls; L'episodio con il vecchio della casa (alla fine piangevo); La svolta drammatica nelle ultime stagioni).
Uno dei migliori telefilm di ambientazione western, si avvale di ottimi attori. Sebbene edulcorate, propone tematiche attuali quali la violenza sui minori, gli handicap, la discriminazione, le epidemie, le malattie mortali, la tossicodipendenza. Nove stagioni sono tante, inevitabile che molti episodi si somiglino: l'uscita di scena della famiglia Ingalls (nell'ultima rimane solo Laura), decretò un netto calo dell'audience, che portò a una chiusura brusca e forzosa della serie. Peccato.
MEMORABILE: Le vicissitudini di Mary Ingalls, dall'improvvisa cecità in poi.
Un western intimista... La famiglia stereotipo-buonista: belli ma poveri, sfortunati ma buoni d'animo, contrapposta a una famiglia di commercianti brutti e avidi (marito a parte). All'inizio è piacevole, le parti migliori in realtà sono le poche avventurose, senza piagnistei e disgrazie personali. La noia sopraggiunge quando i commercianti adottano una bambina che è tale e quale la figlia (voce inclusa) per ripetere il giochetto della viziata e antipatica che infastidisce gli Ingalls. Insomma, un telefilm che in fondo ha poche idee.
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si, tendenzialmente per i temi trattati in forma romanzata e sdolcinata, lo si può considerare femmenile, anche se negli anni '80, di riflesso ce lo siamo beccati anche noi maschietti...
Landon fece anche un paio di film sempre di quel genere,avventuroso-famigliare diciamo,che mi sono sorbito più volte da piccolo...delle palle micidiali.I titoli mi sembra che fossero La grande avventura e Il ritorno della grande avventura.Almeno questi sono i più noti,infatti dopo seguirono altri titoli,relagati per lo più al circuito televisivo.
DiscussioneZender • 9/07/09 20:39 Capo scrivano - 46903 interventi
Markus ebbe a dire: si, tendenzialmente per i temi trattati in forma romanzata e sdolcinata, lo si può considerare femmenile, anche se negli anni '80, di riflesso ce lo siamo beccati anche noi maschietti... Ma come Markus... ma è un telefilm in costume, come potevi accettarlo? :-)
Zender ebbe a dire: Markus ebbe a dire: si, tendenzialmente per i temi trattati in forma romanzata e sdolcinata, lo si può considerare femmenile, anche se negli anni '80, di riflesso ce lo siamo beccati anche noi maschietti... Ma come Markus... ma è un telefilm in costume, come potevi accettarlo? :-)
questa "costrizione" da parte della mia signora madre, forse, ha fatto sì che oggi - come hai ben detto - ODIO i film in costume tutti, compresi quelli "stellari" (qui rischio il linciaggio) eheheh
PS X Godardi: di quella serie ne parlai una sera con Zender.
Hai detto bene! grandi film!
Quei film a Bologna li davano spesso in proiezioni domenicali gratuite o abbinate ad eventi tipo "la befana dei panificatori","il befanone dell'avis"......me li sono sorbiti diverse volte.Senza contare che La grande avventura lo vidi pure al cinema alla sua uscita.....ricordo una canzoncina tediosissima da zecchino d'oro che ne accompagnava le immagini..."l'abc della foresta"....
Il fatto che ti mettevi a tifare per gli Ingalls e t'inquietavi quando succedeva qualcosa ad uno dei protagonisti...Per questo dico che oggi può essere considerato un "telefilm per e con sfigati".
Markus ebbe a dire: E' stato a suo tempo una delle migliori produzioni seriali di provenienza Usa, e forse (seppur romanzato) un bello spaccato di vita americana di fine 800 inizi 900 (mi pare fosse quello il periodo).
Non dimenticarti "Bonanza", che, prima de "La casa nella prateria", era stato il western di punta della tv americana, dalla fine degli anni'50 al 1972, dove ci partecipò anche Micheal Landon, nel ruolo del figlio più piccolo dei Cartwright.