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Gabrius79: Tentativo malriuscito di assortire la nuova coppia Alessandro Benvenuti/Enrico Montesano in un film dagli esiti debolissimi dove si sorride appena e a fatica. Il resto del cast non aiuta di certo a migliorare la situazione e assistiamo solo a gag stantie e di scarso appeal.
Reeves: Grande ritorno al cinema per l'eroe più famoso dei tempi del muto, diretto da un regista che ai tempi del muto già lavorava. Mark Forest, che si consacra come il migliore muscle man dopo Steve Reeves e Chelo Alonso, come al solito riempie gli occhi. Film corretto, con una certa propensione per il sanguinoso, tante comparse e molto mestiere da parte della regia. Divertimento assicurato.
Cotola: Un anno di naia tra cameratismo, angherie dei superiori, nonnismo e così via: non molto
originale dirà qualcuno. In effetti il film non brilla per originalità ma scorre via
senza troppi ostacoli ed è scritto e girato con garbo e professionalità e senza inutili
e gratuiti eccessi o sensazionalismi. Buone le prove dei due protagonisti ma anche il cast nei ruoli di contorno fa la sua bella figura. Finale "ambiguo" e di difficile interpretazione. In definitiva un film per nulla malvagio.
Markus: Figure a confronto con la più classica delle formule dell'incontro/scontro, qui svecchiata da un contesto di avvicinamento all'ostile web per Giallini e, in contrapposizione, forzato allontanamento per Gassman. Il regista riunisce la felice coppia di Se Dio vuole senza però riuscire a replicare con la stessa forza. Il divertissement di fondo appare talvolta pretestuoso e la parte un po' infelice per Gassman (in genere brillante) non aiuta. Molte figure di contorno, ma mai ben tratteggiate. Resta l'innato talento degli attori a colmare le lacune.
Legiraffe: Sceneggiatura pessima, da bambini di terza elementare (non è un'iperbole: trasformare il nome Strong in Stronz e Don Diego de La Vega in Don Diego de La Sega è roba da terza elementare). Cast ottimo, con un occhio a Zelig e uno a Colorado, ma sprecato: Maurizio Mattioli, Enzo Salvi, Michelangelo Pulci e Alessandro Bianchi (meglio come attori che come comici).
Rigoletto: Non mi ha appassionato, anche perché vedere troppa tecnologia applicata alla vita reale non mi fa felice. Schwarzenegger è una garanzia perché sa come gestire questo genere di film e sicuramente non difetta di carisma, però alla lunga non salva la pellicola dall'etichetta "niente di che". Ciò che rimane, invece, è un discreto film di intrattenimento ad alta velocità ma, appunto, "niente di che" **!
Puppigallo: L'unico motivo di un certo interesse di questo western tendente alla commedia, troppo ripulito e piuttosto mediocre, è dato dal protagonista, che non usa la pistola (neanche la porta...e è lo sceriffo), ma le parole e, a mali estremi, il lazo, riuscendo a intortare praticamente chiunque, compreso un giovane killer. Purtroppo, il resto è davvero poca cosa, a causa di una sceneggiatura modello base e di personaggi (vecchio escluso) di nessun interesse. Anche la ragazza, che fa il maschiaccio (lui la vorrebbe più donna), non impressiona proprio.
MEMORABILE: "Ho smesso di fumare a dieci anni". "E quanti ne aveva quando ha comiciato?". "Dieci...era lo stesso giorno".
B. Legnani: Quasi incredibile contaminazione fra zorresco e western, in virtù di un saloon appena al di là del confine fra Messico e Stati Uniti (ma lo sceriffo non interviene mai? Esiste?). Ricco di "tòpoi" banali (candele tagliate dalle lame nei duelli e frasi come "Non può essere andato molto lontano!"), girato alla buona la prima (anche se i figuranti guardavano in macchina), recitato male quasi da tutti (si salva Dominici), con errori palesi (sentono musica e canti, ma manca ancora mezzora di strada all'arrivo) e con una protagonista che dimostra dieci anni in più del dovuto. Con generosità: *½
Herrkinski: Poliziesco "reazionario" tipico del periodo, nello stile della serie dell'ispettore Callaghan, con contorno di mafiosi siciliani. Bronson è estremamente solido e a suo agio nei panni del poliziotto duro e dai metodi poco ortodossi; balsam mafioso funziona e offre una prova professionale e controllata come al solito. L'azione non manca, così come una buona dose di violenza e cinismo, eppure manca quel quid in più che possiedono, ad esempio, gli analoghi film con Clint Eastwood. Winner e Bronson han fatto di meglio, ma il film si lascia vedere.
Puppigallo: Misero tentativo Pieraccionico di west-commedia, qua e là quasi dramma, con personaggi ultrafinti, spesso ridicoli (Bowie va oltre la macchietta gigioneggiante; e lo scemo del paese è indescrivibile nella sua improbabilità), o semplicemente sprecati (Keitel, nella sua normalità, sembra un pesce fuor d'acqua in questo mucchio di attori, o presunti tali). Più che un passo falso, una megascivolata su buccia di banana con atterraggio di testa in una piscina vuota. P.S. Anche Pieraccioni (Doc), col suo modo di parlare, fa a pugni col genere; e buonismo e banalità completano il suo West.
MEMORABILE: Bowie, in piena notte, suona e canta davanti alla casa di Pieraccioni, spaccando la chitarra in testa allo scemo e nessuno gli spara; C'è un codice...
Nando: L'epopea western narrata da Sergio Leone che si avvale di validi interpreti e di un'atmosfera permeata sulla violenza belluina. Una trama non originalissima ma ben congegnata e provvista di scene entrate nella storia del cinema mondiale. Tutto è rarefatto ed gli splendidi primi piani accompagnati dalla musica del maestro Morricone generano emozione sincera.
Gugly: Il sempiterno tema della vendetta è svolto nella Parigi inizio 900, il resto è abbastanza risaputo e si svolge secondo le regole ferree dell'action/noir moderno: ritmo serrato, ricostruzioni ambientali in computer grafica e tanto sangue, magari smorzato con un po' di ironia (Tarantino non è passato invano, negli ultimi trent'anni); purtroppo la protagonista ha più carisma nei primi 15 minuti che nel resto della pellicola, il che nuoce non poco all'empatia nei suoi confronti; per una serata all'insegna di bande criminali meno note, se si cerca il capolavoro si può passare oltre.
Reeves: Il critico teatrale inflessibile attira su di sé l'odio degli stroncati ma anche il malcontento della moglie. Il film si regge soprattutto sulla bravura e il carisma di David Niven, perché la biondissima Doris Day si limita a fare un po' di faccine e a cantare (peraltro neanche troppo bene) due canzoni piuttosto insignificanti. Però la commedia funziona e le risate sono tante.
Ale nkf: La coppia Montesano-Pozzetto è fantastica in sè ma, forse per colpa della sceneggiatura banale e piuttosto scadente, non è sfruttata bene nonostante i due bravissimi attori facciano del loro meglio. Un poliziotto milanese e uno romano potevano apparire molto simpatici e divertenti, ma qui purtroppo anche le migliori gag vengono minimizzate di fronte ad una sceneggiatura così.
Gold cult: Spaghetti scanzonato tecnicamente buono, interpretato da un ottimo terzetto di specialisti del nostro western. Il ritmo non manca e generalmente il film si mantiene sempre più su registri leggeri, perlomeno fino ai minuti finali, in cui c'è una virata verso toni più drammatici, con implicita riflessione su avidità, amicizia e tradimento. Si ricorda anche per la presenza di un'automobile, atipica per il genere. Peccato per qualche sciocchezzina di troppo specie all'inizio, altrimenti staremmo parlando in altri termini di questa pellicola, comunque discretamente godibile. **! generosi.
Il ferrini: Piccola chicca della commedia all'italiana, non tanto per la trama (sebbene i colpi di scena non manchino) quanto per le interpretazioni di Manfredi e soprattutto Tognazzi, che anche completamente muto si conferma un gigante. Si tratta di una storia d'amore tormentata e passionale che, a differenza per esempio del Romanzo popolare di Monicelli, si concentra più sui personaggi che sul contesto storico o sociale, ma riesce comunque a fotografare una certa Italia. Qualche perdonabile ingenuità e un finale abbastanza sorprendente. Da vedere.
MEMORABILE: Il pranzo a casa del sarto sordomuto Ciceri (Tognazzi).
Paulaster: Più che un sequel, sembra la brutta copia dell'originale. Prende in prestito le vecchie vicende e le ricalca tristemente, dando l'impressione che nessuno ci creda fino in fondo. Proietti ci mette del suo e la Brilli si arrangia, mentre il resto del cast è pietoso, incluso Montesano. Il romanesco salva la sceneggiatura con qualche buona battuta, ma manca la genialità, lo spunto che venga ricordato.
MEMORABILE: Parli proprio te che er colesterolo t'ho misurano co' la stecca dell'olio.
Hackett: Commedia trita e ritrita che ancora una volta utilizza il consunto pretesto delle differenze tra nord e sud Italia. Alcuni momenti regalano sorrisi soprattutto quando in azione è la consueta macchetta Boldi che con Izzo instaura un certo feeling. Per il resto cast scialbo (soprattutto i due sposini) e vicende risapute da cinepanettone ai fiori d'arancio. Insopportabile la pubblicità non occulta.
Nancy: Un buon film di guerra, che ha tuttavia come limite i mezzi dell'epoca: è del 1962, quindi chapeau per Fuller ma altresì ciò lo rende abbastanza mal invecchiato. Ad ogni modo buonissima la scelta del regista di raccontare la storia di un intero plotone e non di un solo soldato in particolare, che fa avvicinare di più la tensione filmica al reale motivo bellico che non a un qualche evento diegetico legato alle vite dei protagonisti. Eccezionale Chandler, peraltro qui alla sua ultima prova attoriale prima della prematura scomparsa.
Enzus79: Dopo che gli ammazzano la moglie, ex pistolero si mette alla caccia, insieme alla figlia, dei killer. Western soporifero, quasi piatto, con risvolti e dinamiche molto prevedibili. Per non parlare dei personaggi. Almeno non annoia: un'ora e mezza di discreto intrattenimento. Nicolas Cage abbastanza convincente. Regia efficace al minimo. Mediocre la colonna sonora.
Anthonyvm: Sottovalutato e divertente sexy-thriller depalmiano, trionfo di stile e citazionismo (anche autoreferenziale) come il fruitore abituale si aspetta, consciamente irrazionale e persino umoristico nella sua improbabilità (e la maestria con cui il regista trasforma un twist ending da insulti in un gioiello paranormale di incastri fatalisti merita da sola un inchino). Anche se non tutto funziona (Banderas è un po' fiacco), resta un'opera avvincente (proemio di pura suspense), sensuale (l'innaturale splendore di Romijn-Stamos), formalmente meticoloso (dal montaggio alla fotografia). Buono.
MEMORABILE: Il tentato furto al festival di Cannes; Il suicidio della sosia; L'incidente col camion; La danza di Romijn-Stamos; Sul ponte; L'ultimo quarto d'ora.
Flazich: In un futuro prossimo la forte diffusione dei robot ha reso necessario l'introduzione di una nuovo corpo di polizia. Tra questi c'è il nostro caro eroe interpretato da Tom Selleck. Al suo fianco non può mancare la compagna di turno e il solito cattivo. Cattivo che purtroppo è veramente sopra le righe. Il film dimostra sin da subito le sue pecche e anche qualche scopiazzatura di troppo (Hitchcock?). Insomma un prodotto veramente mediocre da parte di uno scrittore (che veste anche i panni del regista) molto rinomato.
Puppigallo: Cosa poteva dare un senso al quarto episodio della saga sulla Morte che, per colpa del rompino di turno, deve fare doppio lavoro? Il 3D e scene splatter, ottenute do una serie di "casualità" ben studiate. In linea di massima la missione è compiuta, perchè i modi per uccidere sono da gustare e quindi, se si vuole passare un'ora e quasi trenta minuti di sano divertimento col cervello in vacanza, questo film fa al caso vostro. Il botto c'è soprattutto all'inizio e alla fine, ma nel mezzo non annoia. Bei titoli di testa radiografici e bella strage. Il resto...fuffa.
MEMORABILE: Una delle reazioni a catena nasce da un senzatetto che fa scappare un piccione che, a sua volta, fa la cacca sul parabrezza della vittima (non male).
Furetto60: Thrilleruccio assai convenzionale che parte da un abusato cliché: abbiamo preso la tua famiglia, hai un certo numero di ore per... La sorpresa è che Willis si defila presto, il che costituisce anche l'unica sorpresa. La Weaver gioca a fare la perfida ma appare imbalsamata. Rimane Cavill, che in effetti è un bel pezzo di autentico manzo americano (vabbè è britannico, ma insomma) e per le signore c'è da lucidarsi gli occhi. A parte qualche veduta promozionale pro Hispania non c'è altro. Mediocre.
Nando: Film catastrofico provvisto di spettacolari effetti speciali superiori alla media ed incentrato sulla furia di un sottovalutato vulcano. Discreta narrazione con intermezzo sentimentale ed alcune scene lievemente inverosimili. Nonostante tutto, a livello adrenalinico non è malaccio.
Thedude94: Buona opera del maestro, che come sempre dimostra di essere un meraviglioso cineasta, nonostante questa volta la storia non è che regali molti sussulti di terrore o di tensione. Si mescola il mistero con la commedia sentimentale, mettendo in luce le ottime doti attoriali e fisiche dei protagonisti Grant e Kelly. Insomma, non siamo ai suoi livelli migliori, ma con una fotografia perfetta (un verde smeraldo notturno da ricordare) e costumi notevoli nella scena della festa, ne esce un film godibile.
Erfonsing.: Male. Trama banale, solita casa con colori tetri, ampi tendaggi polverosi, scricchiolii. Inizio lentissimo, in cui nulla carbura. Qualche apparizione fugace delle creature nel prosieguo, ma la confusione regna sovrana. Niente di nuovo sotto alcun fronte (fotografia ovvia, recitazione basica, musiche come in mille altre pellicole simili). L'ambientazione nella cisterna con le creature immerse è stata fatta molto meglio altrove e anche nel bosco la creatura è stata costruita meglio in altre occasioni. Mezzo pallino in più per la creatura non in CGI. Tempo perso.
MEMORABILE: La testa che fa capolino dalla finestra.
Anthonyvm: Dopo ascensori killer e sommozzatori omicidi, Maas si diletta ancora a disseminare Amsterdam di cadaveri con un animal-horror metropolitano poco originale (pare un mix fra Wild beasts e Alligator), compensando la scarsa inventiva col gore e col suo solito humour cinico che non risparmia nessuno (bambini morti, ambientalisti stupidi, cadaveri umani usati come squallide esche). I due protagonisti sono anonimi, mentre il cacciatore alcolizzato senza gamba ha il suo perché. Prevedibile e implausibile (il leone immune ai proiettili), ma divertente.
MEMORABILE: Lo spazzino trova una testa mozzata; Le forze speciali imbranatissime si sparano a vicenda; Il leone sul tram; L'auspicabile svolta à la [f=3745]Lake Placid[/f].
Pinhead80: Tre ragazze che si conoscono da una vita decidono di perdere la verginità durante un party di fine anno scolastico. I genitori, venuti a saperlo, cercheranno in ogni modo di far naufragare il piano. Film azzeccatissimo per chi ama le teen-comedy perché vi si possono trovare tutte le caratteristiche classiche di questo genere di film. Il terzetto adulto funziona bene (soprattutto Cena) e poco importa che per strappare qualche risata Cannon abbia spinto sul pedale dell'acceleratore in termini di volgarità. L'opera mette in rilievo le difficoltà genitoriali esasperandole all'eccesso.
MEMORABILE: Le scene ambientate nella casa dei genitori di Austin.
Didda23: Il ritmo adrenalitico e la buona riuscita di qualche gag garantiscono una visione tutto sommato interessante. Poco importa se lo sviluppo è altamente prevedibile. Funziona senza intoppi il cast, soprattutto il danzerino Kevin James. il mestierante Tennant confeziona il film discretamente. Frizzante e brillante, ideale per una serata in dolce compagnia.
Nando: Fumettone Marvel con tutti crismi della situazione. Buone scene d'azione e un valido senso giustizialista che comunque piace e affascina. Jane appare poco permeante come protagonista mentre Travolta, gigioneggiando, vince il confronto. La lotta col colosso biondo é di un trash esponenziale.
Puppigallo: Niente di nuovo sul fronte action spara-picchia. Se il protagonista se la cava dignitosamente, non si può dire la stessa cosa della poliziotta, eccessivamente forzata nel comportamento. La pellicola ha un buon ritmo; e il sangue scorre, intervallato da scazzottate, anche tra colleghi. Ma manca quasi totalmente di inventiva; e lo si dimentica già poco dopo averlo visionato. Il finale, con "Fuminator" e varie rese dei conti non ne risolleva più di tanto le sorti. Vedibile e nulla più. Nota di merito però per il calcio nello stomaco al poliziotto per fargli sputare l'acqua bevuta nella piscina.
MEMORABILE: La "torta" Canadese; Frasi da non dire a boss e delinquenti vari "Ehi bello, io che c'entro se voi coglioni non ragionate?". "Oppure "Fottiti!"
Reeves: Cesare Pavese forse meritava maggior fortuna, perché questo documentario biografico, al di là delle intenzioni dell'autrice, è un susseguirsi piuttosto noioso di racconti e interviste che non dicono niente che non si sappia ma che in compenso rendono professorale e manierata la vita di un uomo che invece era curioso e pieno di contraddizioni. L'espediente della tavolata di professori "pavesiani" è poi troppo statica e accademica.
Myvincent: Un ragazzo diventa prigioniero di un’enorme piscina e a complicare il tutto arriva un coccodrillo femmina che ha necessità di depositare le proprie uova! Più assurdo di così è difficile e il film va avanti come può al solo scopo di riempire il vuoto di un horror che va bene per passare il tempo senza grandi pretese. Qualche momento di tensione c’è, e la tenera storia d’amore fra i giovani protagonisti fa dimenticare tutte le sciocchezze raccontate.
Rambo90: La storia vera che portò alle dimissioni di Dan Rather e del servizio contro Bush Jr. in periodo di rielezioni. Il tutto raccontato in modo asciutto ed essenziale, senza ricorrere a facili drammatizzazioni. Questa prima regia di Vanderbilt (sceneggiatore di solito più commerciale) si può dire riuscita perché il film indigna e getta il dubbio, avvalendosi anche di un cast fantastico in stato di grazia dove svetta l'ottima Blanchett (ma non sono da meno i vecchi Redford e Quaid). Qualche momento più noioso non manca, ma è un buon prodotto.
Mdmaster: Deliziosissima farsa pseudobellica con la grandissima coppia Grant (composto e signorile)/ Curtis (mascalzone e burlone); più un cast di contorno perfetto. Film diretto con grande esperienza (nonostante sia uno dei suoi primi film) e conoscenza dei tempi comici da Edwards. È sicuramente figlio del suo tempo, sia per il garbo anche nella battute più risqué, sia per le assurde situazioni. Forse un po' troppo lungo, spesso difetto dei film di Edwards, ma tutt'ora le avventure del sottomarino rosa risultano godibili e divertenti. Da vedere.
MEMORABILE: "Abbiamo affondato un camion!"; "È un maschietto! Congratulazioni!" e Grant se lo guarda stranito.
Piero68: Shark-mania un tot al chilo con evidenti limiti produttivi e una CG veramente imbarazzante. Sceneggiatura piatta, estrapolata pari pari da un segmento di Profondo blu e classici personaggi stereotipati da b-movie. Non c'è molto altro da dire su questo filmetto. Può attrarre giusto qualche appassionato al genere.
Nando: Commediola con venature erotiche in cui si annoverano vicende truffaldine e situazione boccaccesche non propriamente originali. Tutto appare posticcio, a cominciare dall'uso del dialetto veneto ed emiliano. Certo, la Staller prima della deviazione pornografica sembra una fatina meravigliosa ed è ben coadiuvata dalla burrosa De Santis, ma sono le uniche cose da salvare...
Jdelarge: Un'idea di base non troppo originale che, però, avrebbe potuto dare vita a un film decisamente migliore. Spunti registici ce ne sono, per quanto riguarda inquadrature e ritmo; a fare confusione, invece, è la sceneggiatura, la quale predilige una scialba impalcatura thriller che non suscita alcun tipo di interesse. L'utilizzo di una pillola in grado di far usare il proprio cervello al massimo, infatti, è argomento obiettivamente interessante, che sarebbe stato bello non far sfociare in un semplice e banale thriller.
Saintgifts: Quando vidi questo film mi innamorai di Sandra Dee. La storia è apparentemente semplice ma affronta un sacco di argomenti scabrosi che riguardano la vita borghese dell'America di quegli anni. Gli adulti, con storie vecchie che riaffiorano e sconvolgono matrimoni, sono di ostacolo all'amore giovane e sincero dei rispettivi figli. Film girato bene, con attori appropriati; la nuova bellezza pulita della Dee ebbe un gran successo, aiutato anche da una colonna sonora molto bella e perfetta per la storia. Meglio il titolo originale. Lo vidi 22 volte!
MEMORABILE: La scenata dove finalmente Ken Jorgenson (Richard Egan), si sfoga con la moglie Elen (Constance Ford) dicendogliene di tutti i colori.
Pol: Pura serie B anni 80, uno di quei film che oggi uscirebbero direct-to-video. Giusto per far capire quant'è puerile la trama: questa banda dell'ascia... Chi sono? Che vogliono? Boh, c'è gente cattiva che spunta da tutte le parti e tanto basta. Ecco, una volta entrati nella giusta lunghezza d'onda si può godere di uno spettacolo che non vuole essere neanche per sbaglio qualcosa di più che semplice intrattenimento. Anche la morale giustizialista, in un contesto simile, è talmente innocua da non poter urtare nessuno.
Jandileida: Un discreto action firmato da Greengrass: molto canonico nella costruzione e nello svolgimento, riesce comunque a tenere desta l'attenzione dello spettatore nonostante il tema, per quanto in sé appassionante, si presti a un andamento ripetitivo e con pochi sobbalzi. Non del tutto immuni, appunto, dalla monotonia sono i dialoghi tra il saggio capitano e gli sprovveduti pirati. Hanks è sempre un sicurezza in questo genere di pellicole e anche qui regala una prestazione solida, addirittura grandiosa in chiusura. Non male ma nemmeno bene: visto e stoccato.
Daniela: Peter Bretter, un tranquillo compositore di colonne sonore, dopo 5 anni viene piantato dalla sua fidanzata Sarah, divetta di serial tv. Per cercare di superare il brutto momento va in vacanza alle Hawaii e capita proprio nello stesso albergo dove alloggiano Sarah e il suo nuovo amante, l'egocentrico cantante rock Aldous Snow. Commedia fra il romantico e lo scollacciato, piuttosto divertente soprattutto per merito della simpatica goffaggine di Jason Segel, non volgare seppure mostrato nudo come un verme (verme comunque ben dotato).
Fafo1970: Questo film, giustamente annoverato tra i capolavori, colpisce innanzitutto per i volti azzeccati che recitano con tutto il corpo e l'anima. Visconti tratteggia personaggi indimenticabili e anche i ruoli secondari hanno il loro carattere e la loro psicologia. Il prezzo da pagare per entrare a far parte del boom economico è molto alto e tragico per la famiglia Parondi, ma alla fine il dialogo tra Luca e Ciro fa sperare in un futuro dignitoso. Salvatori Delon e Girardot da applausi.
Il Gobbo: Scompiscevole tentativo di noir autoriale da parte di un Lavia frastornato da quella cosa lì, che non pago di avere somministrata in privato dalla Guerritore, decide di elevare a motore di un film da far studiare, come esempio e di degrado estetico (la fotografia da video dei Depeche Mode) e di comicità involontaria. Ci sono anche momenti pulp ante litteram, ma la pretenziosa banalità e l'esistenzialismo sfacciatamente esibiti "nun se battono". Da non mancare per nessun motivo.
Ryo: Parodia di Twilight che difficilmente riesce nell'intento di far ridere. Nonostante la buona fotografia e un discreto cast che ci crede, le gag risultano insipide e prive di vero "mordente", nonostante il titolo. Due scene soltanto sono riuscite a strapparmi mezza risata. Per quanto riguarda sketch parodistici sulla saga di Twilight, si trova materiale più divertente su youtube.
MEMORABILE: Il padre che tiene la figlia con un gigantesco premamam; Edward con i bigodini; Il cane con la pettinatura di Edward.
Cerveza: Un critico teatrale vive accampato in un appartamento di New York con moglie, quattro figli e l'immancabile cane; purtroppo non tutti gli autori accettano le sue recensioni. Commedia che parte scoppiettante, soprattutto grazie alla causticità delle quattro pesti e all'indole brillante di Doris Day stemperata nella compassatezza di Niven, ma è un fuoco di paglia. Schiumata tutta la frizzantezza come in un trailer, la bibita si sgasa alla svelta, deviando il tiro verso più banali bisticci coniugali da lieto fine. Di certo il fare durare quasi due ore una commedia non aiuta mai.
MEMORABILE: Il piccolo Adam chiuso in gabbia… e il cane fuori.
Il Gobbo: Stravaganza di Castellano & Pipolo, che satireggia blandamente sia la voga della fantascienza che qualche tic italico. La grana non è delle più fini, ma ci sono trovate anche scopiazzate (vero Guzzanti?), caratteristi di valore e alcune succulente "terricole" fra cui l'adorata Margaret Lee, il cui strip dinanzia a Franchi e Ingrassia ibernati da solo vale la visione. Musiche di Morricone, Vianello canta "Tremarella" e pronuncia "surf" com'è scritto...
Nancy: Un buon film di guerra, che ha tuttavia come limite i mezzi dell'epoca: è del 1962, quindi chapeau per Fuller ma altresì ciò lo rende abbastanza mal invecchiato. Ad ogni modo buonissima la scelta del regista di raccontare la storia di un intero plotone e non di un solo soldato in particolare, che fa avvicinare di più la tensione filmica al reale motivo bellico che non a un qualche evento diegetico legato alle vite dei protagonisti. Eccezionale Chandler, peraltro qui alla sua ultima prova attoriale prima della prematura scomparsa.
Il Dandi: Come il dileiano Gli amici di Nick Hezard e il celentanesco Bluff - Storia di truffe e di imbroglioni, anche il film di Fondato è dichiaratamente ispirato a La stangata; ma Charleston riesce anche, come il famoso allestimento omonimo della Citroën 2CV, a reinterpretare un look anni '30 in chiave fumettistica e sbarazzina, (auto)prendendo a modello pure lo spenceriano Anche gli angeli mangiano fagioli. Perfino le scazzottate vengono rese più vicine alle comiche dell'epoca. Non un capolavoro, ma un film dignitoso ingiustamente sottovalutato.
MEMORABILE: "Ma non li conta?" "Suvvia, fra gentiluomini...".
Bubobubo: La ricca Danila, l'influencer Lavinia, l'introversa Carla: non potrebbero esistere tre diciottenni più diverse fra loro, eppure eccole al largo delle coste istriane condividere una vacanza in barca post-maturità... "Condividere" non a caso, dal momento che ogni momento delle loro giornate è gettato in pasto ai social e il divertimento fa presto a tramutarsi in incubo. Cast minimale, attorialmente non impeccabile ma a suo modo perfetto, specialmente nella gestione dei contrasti: taglio registico non voyeuristico, nonostante il tema; perfetta la durata ridotta. Da vedere.
MEMORABILE: L'attrazione crescente fra Carla (Tantucci) e Josko (Markovic).
Il Gobbo: Le gesta eroicomiche di Stefano Pelloni detto il Passatore, brigante romagnolo in perenne lotta contro gli austriaci: aiuterà persino Garibaldi a passare il confine... Carnimeo e Hilton, col consueto codazzo dei loro western comici, cambiano ambientazione ma non stile (e infatti nel finale... ). Il Passatore così sembra un'ennesima variante degli Alleluja e Tressette. Scarseggiano tuttavia le trovate, e all'ora e trenta si arriva con fatica. Però, rispetto ai western, c'è la Edwige!
B. Legnani: Tratto da un libro di Mastriani, pertanto ricco di ingredienti del romanzo d'appendice. 1835. Famiglia vive in un basso: madre lasciata dal padre (che è andato a vivere con una "donnaccia", la Marzi, ovviamente), figlia (una spettacolare Moriconi) che fa la sciocchina col ricco padrone di casa, figlio travolto dalla crisi della pesca. Il racconto procede anche con sicurezza nella fosca linea principale, si perde un po' in quello della ragazza, ha un deus ex machina processuale, grazie a un frate, assai discutibile anche dal punto di vista dell'obbedienza religiosa. D'altri tempi...
MEMORABILE: La bellissima scritta "Qui si detta in napoletano e si scrive in italiano" (preceduta da un meno bello e brutale scavalcamento di campo).
Paulaster: Come prendere un western e al posto dei cavalli al galoppo utilizzare le barchette fluviali. Regia che usa uno stile polveroso e che rende i personaggi sporchi, affascinanti e maledetti. Poi ci sono anche i cattivi e un finalone epico. Tra i pregi il ruolo del ragazzino che tiene sulle spalle mezzo film, inquadrature senza sbavature e un che di melò. Disequilibri narrativi, di analisi dei personaggi, di eccessi thriller controbilanciano il risultato.