Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Melodramma popolare immerso nel grigiore dell'hinterland milanese (un palazzone davanti alle fabbriche a Cologno Monzese), in cui un operaio che si proclama moderno incapace di gelosie (Ugo Tognazzi) sposa una magnifica ragazzina del Sud (una deliziosa Ornella Muti, doppiata) trovandosi presto a combattere con l'amore di lei per un agente di polizia meridionale (Michele Placido). Un canovaccio non esattamente originale che però Monicelli ha vivacizzato con una struttura a flashback commentati, interrotti e ripresi piuttosto divertente e sfruttando tutta la verve comica di Tognazzi (che parla milanese seguendo i suggerimenti dei collaboratori ai dialoghi Beppe Viola ed Enzo Jannacci)....Leggi tutto Lo sviluppo è abbastanza prevedibile, ma contano la resa delle atmosfere della vita in comune coi colleghi e gli amici di lavoro, il verismo venato di profonda amarezza che contrasta con l’incontinenza verbale del suo protagonista, capace di cogliere la battuta giusta al momento giusto. E se Placido ha un ruolo in cui pare seguire fin troppo rigidamente il copione, la Muti rivela una profondità espressiva fondamentale per la riuscita del suo personaggio. Poi sì, le reazioni di Tognazzi finiscono con l'apparire un po' stereotipate, nei loro repentini cambiamenti d'umore. Alcune scene restano comunque indimenticabili e la “Vincenzina” di Jannacci che apre e chiude il film, canzone dolcissima e struggente, è il tocco di classe che ci voleva. La vita di coppia, chiusa tra le anguste pareti di un bilocale di periferia. Alvaro Vitali, doppiato, è uno dei parenti meridionali di Vincenzina; si vede giusto in un paio di scene.

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B. Legnani 18/02/07 01:41 - 5519 commenti

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Vicenda da commedia con tocchi drammatici, amara per quello che riguarda le possibili sorti di un amore di mezza età, narrata molto bene, con due grandi attori (Tognazzi e Placido) che catalizzano l'attenzione, mentre Ornella Muti, come spesso accadeva, era solo poco più che una presenza. Il grande Beppe Viola fa un divertentissimo cammeo. Andrea Napoli ha fatto notare che Pippo Starnazza (lo si vede anche in Milano odia: vende armi alla banda) qui è sorprendentemente doppiato da due voci diverse!
MEMORABILE: L'apparizione di Beppe Viola. Chi non ha sentito le sue cronache in "Tutto il calcio minuto per minuto" non sa cosa ha perso.

Caesars 3/09/07 11:26 - 3772 commenti

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La vicenda non presenta grandi novità, raccontando del matrimonio della giovanissima Ornella Muti con il maturo Ugo Tognazzi, rapporto complicato dalla presenza del poliziotto Michele Placido, che recita il ruolo del terzo incomodo. Monicelli però si conferma grande narratore e ci consegna così una commedia più che godibile, aiutato anche dall'apporto di Jannacci e Viola, che curarono i dialoghi meneghini. Ottimo Tognazzi, corretto Placido e meglio del solito la Muti (all'epoca veramente splendida). Consigliato.

Markus 23/04/08 10:22 - 3680 commenti

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Monicelli ha la felice idea di riportare un romanzo diciamo di stampo classico su pellicola, adattandolo al clima bigio degli Anni Settanta ed ambientandolo in un tetro hinterland milanese (in questo senso, il film si può considerare l'ultima testimonianza di quella Milano che non esiste più da almeno venticinque anni). Magnifica l'interpretazione degli attori tutti, tra i quali ovviamente emerge il talento del grande Ugo Tognazzi. La Muti riesce ad essere brava e convinta di quello che recita. Peccato non abbia perseverato...

Renato 25/02/09 13:38 - 1648 commenti

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Grandissimo film di Monicelli, al quale non riesco davvero a trovare un difetto che sia uno. Ambientazione e dialoghi sono spettacolari (praticamente ogni volta che Tognazzi apre bocca si ride), la struttura è intelligente ed originale, col protagonista che si mette letteralmente "alla moviola" per enfatizzare i momenti più importanti del racconto; ed in sottofondo una vena di sincera malinconia. Tognazzi monumentale a dir poco, ma anche la Muti (ovviamente doppiata) riesce a rendere con grazia una certa sensuale ingenuità di provincia.
MEMORABILE: Tognazzi: "Segua quel tram!"

Stefania 10/03/09 17:24 - 1599 commenti

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Felice innesto del melodramma in tematiche sociali anche importanti: l'emigrazione, l'emancipazione femminile, le velleità del proletariato di uniformarsi ai codici di comportamento "moderni" della borghesia. Ottimo l'utilizzo delle voci narranti e attori in stato di grazia.

Enricottta 31/07/09 17:13 - 506 commenti

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"Terribil cosa è l'amore", lo spunto del film. La storia è prevedibilissima. Tognazzi recita il ruolo di un patetico uomo di mezza età (sposato ad una procacissima e giovanisima Ornella Muti) che non vuole rassegnarsi all'avanzare del tempo. Il grande Ugo riesce a far sembrare più patetici la moglie e l'amico poliziotto che sono diventati amanti. Senza l'apporto del grande Tognazzi e di Michele Pliacido il film non avrebbe tanto senso. In fondo la Muti è solo una bellissima donna.

Homesick 5/12/09 08:51 - 5737 commenti

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Un dramma della gelosia dai panni consunti acquista vigore grazie ad una scrittura cinematografica scorrevole, al lessico marcatamente lombardo e popolare e alla centralità catalizzante di Tognazzi con i suoi interventi metafilmici di amara autoironia; e all’approssimarsi dell’epilogo si rinverdisce rifuggendo gesti risolutori di germiana memoria con l’adesione alla moderna causa dell’indipendenza della donna e del suo affrancamento dall’essere mero oggetto del maschio. Meno che marginale la Muti; folkloristico Starnazza. **3/4.

Redeyes 21/03/10 14:42 - 2442 commenti

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La forza del film sta proprio nella sua, nonostante tutto, attualità, al di là dei suoi quasi 40 anni. Il cast è ottimo senza tener conto del fantastico Tognazzi, che domina per tutta la pellicola. È uno diquei film che lascia l'amaro in bocca, che attanaglia come il grigiore di Milano e rende malinconici. La trama, pur non imprevedibile, anzi, è ben sviluppata e fa scivolare al finale senza momenti di stanca. Un'Italia apparentemente diversa, forse più viva e sanguigna di oggi, ma che non è cambiata poi molto in questi anni. Da vedere.

R.f.e. 10/08/10 19:34 - 816 commenti

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Sopravvalutato come pochi altri. Il melodramma è solo una scusa: questa non è altro che una rielaborazione delle pellicole anni '60 con Tognazzi uomo-maturo che tentava di sedurre la ragazzina. È come se il film ci raccontasse cosa sarebbe successo "se" Tognazzi la fanciulla se la fosse sposata; il tutto condito con un'ambientazione proletario-dialettale che all'epoca andava di moda (Mimì Metalurgico, Basta guardarla, Bruciati da cocente passione, ecc). Moralista, velleitario, inutile...

Hackett 12/08/10 15:25 - 1865 commenti

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Ottimo dramma della gelosia, girato con ironia e stile dallo smaliziato Monicelli. Placido è credibile, la Muti bella e in parte. La storia, abbastanza prevedibile, regala il perfetto mix di dramma e sorrisi ma tutto rimane saldamente sulle spalle di un Tognazzi impeccabile che, al solito, regala al suo personaggio la giusta dose di malinconia e cattiveria.

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Matalo! 13/12/10 12:11 - 1378 commenti

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Un Monicelli per certi versi minore, per altri maggiore. Limiti del film sono il bozzettismo regionalistico e certe svolte prevedibili della trama. All'attivo la rappresentazione di una Milano grigia alla anni 70; lo sguardo da commedia ma non banale verso le lotte operaie, attori in stato di grazia (Muti compresa), una certa tenerezza mista all'acido. Fenomenale il lavoro di Viola e Jannacci (che firma splendide musiche). L'humor lumbard non è secondo a nessuno. La Muti propone un corpo da svenimento in un volto da agreste fanciulla.
MEMORABILE: Pippo Starnazza che urla "Forza Milaaaan" al bar per convincere Placido ad unirsi al "cleb".

Coyote 12/04/11 19:34 - 185 commenti

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Vale sicuramente la pena lasciarsi trascinare dall'atmosfera di questo film, dall'ambientazione che rimane impressa. Il punto non è la storia in sè, nulla di particolarmente originale, quanto come viene raccontata. Monicelli riserva un occhio benevolo - senza buonismi - verso tutti i personaggi: come dice Ferretti "la geografia è destino", tuttavia ognuno desidera, sogna, progetta, insomma vive sul serio. Nella prima parte si ride molto, poi il clima si fa più pesante. Meraviglioso.
MEMORABILE: "Vincenzina e la fabbrica", il tour sulla bretella.

Zender 15/04/11 08:13 - 315 commenti

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Dietro l’apparenza di un semplice melodramma che volge talora in caricatura Monicelli sintetizza un credibilissimo mondo cresciuto all’ombra della fabbrica e dell’ingenuo progressismo del Nord, sublimato nell’indimenticabile Vincenzina di Jannacci tra i casermoni e i fumi dell’hinterland milanese. Lei è giovane e strabella, il Basletti un furbone che l’ha sedotta minorenne per portarsela dal Vesuvio a Cologno Monzese. Struggente, esilarante, acuto, il film è lo specchio di un Tognazzi a livelli eccelsi, che lo domina e lo stravolge sfoggiando una gamma espressiva strabiliante.
MEMORABILE: Il progressivo disvelarsi del tradimento nel racconto di Vincenzina vissuto sul volto colmo di malcelata apprensione del Basletti.

Wupa Wump 15/04/11 08:15 - 19 commenti

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Divertente e ironico, sa descrivere bene la classe operaia dei Settanta nel milanese, con le sue lotte sindacali, la vita familiare all’interno dei grandi casermoni satellitari delle fabbriche. Un grande Tognazzi spalleggiato da caratteristi di rango e da una splendida Muti nel fiore della gioventù. Una vicenda non lontana dal quotidiano che sa raccontare una storia mostrando un brillante umorismo valorizzato da un ottimo e funzionale uso del dialetto milanese.
MEMORABILE: L’amico del Basletti si difende dalle accuse del poliziotto che gli mostra il giornale con lui che brandisce l’arma contundente: “Io quello? Solo un volto nella folla".

Puppigallo 16/04/11 11:37 - 5250 commenti

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Tognazzi milanesot un po' bauscia e quasi all'ultima spiaggia (l'età rispetto alla giovane moglie) è il succo di questa commediola agrodolce in stile neorealista, dove il protagonista vivrà una parabola discendente, che lo porterà anche a gesti pietosi e disperati (il salone di bellezza, il pedinamento con naso e baffi finti) pur di rimandare l'inevitabile, qui rappresentato da un Giovane Placido colpevole di fargli crescere l'odiato palco di corna. Quando il protagonista apre bocca, come minimo si sorride; e quando la Muti si spoglia, la bocca rimane aperta e gli occhi si sgranano. Piacevole.
MEMORABILE: Tognazzi a Placido, che spara al Luna Park: "Dov'è che hai imparato a sparare, nei sottomarini?"; Le trombate totali: "Colpo più, colpo meno, 3002".

Tomastich 24/05/11 14:12 - 1255 commenti

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È un grande Monicelli il pittore di questa favola reale, sullo sfondo del lavoro in fabbrica (bellissimo il palazzo che si risveglia alle 6 del mattino) a Milano. Gelosie e scenate che potrebbero sembrare banali vengono elevate ad un alto grado di stilismo monicelliano. Così come la scelta dei fermo immagine è una scelta stilistica di grandissimo pregio.

Deepred89 31/10/11 13:38 - 3701 commenti

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Commedia melodrammatica di (fondamentale) ambientazione milanese, nella quale Monicelli sfrutta un soggetto assolutamente classico per giocare sapientemente con flashback, rewind e voci narranti, rendendo la materia decisamente vivace e spassosa. A sostenerlo anche un cast assolutamente azzeccato, con un Tognazzi in grado di passare con classe dalla sgradevolezza iniziale al patetismo del post-rivelazione e un Muti che recita con pregevole naturalezza. Cameo di uno straniante Alvaro Vitali doppiato. Amaro, divertente, decisamente riuscito.

Daidae 13/02/12 19:39 - 3163 commenti

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Ottimo film del maestro Monicelli. Cast indiscutibile: il sempre ottimo Tognazzi, la sempre bella Muti con un bravo Placido e una sfilza di ottimi caratteristi (una particina anche per Vitali!). Si ride e ci si diverte e per una volta un'ora e quaranta di film non sembrano tre ore. Finale un po' debole ma tre pallini strameritati.
MEMORABILE: Il megafono urla "cornuto!"

Modo 10/10/12 13:55 - 948 commenti

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Commedia assai gradevole e diretta con arguzia da Monicelli. Nella Milano anni 70 si snodano le vicende di un uomo maturo alle prese con problemi esistenziali e di rapporto di coppia con la giovanissima moglie, interpretata dalla graziosa e sempre un po' smorta Ornella Muti. Il terzo incomodo non poteva mancare, ossia il poliziotto invaghito della giovane donna. Ottimo Placido. Commedie all'italiana agrodolce. Magari se ne facessero così anche oggi!

Gugly 11/11/12 08:56 - 1184 commenti

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Dramma della gelosia in salsa meneghina, immmerso nell'atmosfera grigia dell'hinterland vista fabbrica e tuttavia dotato di verve e di un pizzico dell'immancabile cinismo monicelliano (la seduta dall'estetista). Tognazzi giganteggia con i suoi dialoghi, la Muti e Placido sono giovanissimi e teneri, quasi spaesati. La struttura del film avvince con il racconto agli spettatori, i fermo immagine, i rewind, ma sembra ripresa da un lavoro per alcuni versi analogo di Scola. Struggente la canzone "Vincenzina".
MEMORABILE: L'estenuante confessione del tradimento.

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Giacomovie 5/01/13 12:08 - 1397 commenti

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La cadenza verbale di Tognazzi contribuisce a delineaere i contorni umoristici di una trama dolceamara poco probabile (lui battezza una bambina e poi la sposa a 17anni) ma che si cala bene nel contesto proletario-popolare degli anni '70, per molti aspetti ancora attuale. Curiosa ed efficace la funzione "moviola": vengono fermate e riportate indietro alcune sequenze per far meglio comprendere gli sviluppi del racconto. Diverse le sequenze divertenti nei contrasti di coppia legati al tradimento. Ornella è così sexy da far diventare... muti. ***!
MEMORABILE: Ornella Muti che tradisce il marito con in sottofondo la canzone "Sono una donna non sono una santa".

Jurgen77 11/01/13 12:09 - 629 commenti

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Grande opera drammatica (con sprazzi di comicità) diretta da Monicelli. Fantastiche le location, che ben evidenziano il grigiore della periferia milanese. Ottime pure le dscrizioni delle quotidiane difficoltà dei lavoratori in fabbrica e degli immigrati del sud. Ornella Muti giovanissima ma già in gran spolvero (soprattutto fisico) e buono anche Placido nelle vesti del classico meridionale focoso. Uno spaccato della nostra Italia, con tutti i pregi e difetti.

Fauno 4/04/13 12:35 - 2206 commenti

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Una storia squallidissima ma impreziosita dalla bravura della Muti e di Tognazzi, con ottimi battibecchi fra di loro, con Placido o perfino col mitico Beppe Viola. Quello che deprime è che tuttora ci siano persone che come loro credono e diventano schiavi di pettegolezzi, lettere anonime o che peggio ancora ritengono valida una notizia solo perchè riportata da un giornale (o sentita in tele, aggiungo io!). Buono il ritratto di una Milano di fabbriche e palazzoni di immigrati, ma ottimo il finale: la sua logicità fa tirare una boccata di ossigeno...
MEMORABILE: L'inesauribile confessione della Muti con Tognazzi che si altera per gradi.

Il Gobbo 17/04/13 09:07 - 3015 commenti

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Quasi-gioiellino, istantanea di un'epoca resa viva e vitale dal grande lavoro linguistico di Beppe Viola (culto personale e co-protagonista di un esilarante scambio con Tognazzi) e Jannacci buonanime e dall'ambientazione precisa, con piccoli ma sempre azzeccati tocchi, a dare credibilità e brio al tutto. Poi certo il copione è prevedibile quasi al cronometro, ma è nei dettagli che si nasconde, stavolta, tutt'altro che il diavolo.
MEMORABILE: "Quando la donna vuol smammare, bisogna essere un po' brillanti: presentarsi a centrocampo e salutare"

Ramino 11/10/13 22:20 - 127 commenti

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Buon melodramma tra la giovane Nuti e il maturo Tognazzi con la bella ambientazione proletaria del nord. Vengono rappresentati un po' tutti quanti i luoghi comuni del confronto tra il marito settentrionale e la moglie meridionale. Tognazzi veramente sublime nel cogliere al volo ogni occasione è perfettamente a suo agio con il contesto nella periferia milanese anni settanta. Ottima la Nuti in una delle sue più ammirevoli prestazioni, dove dà una perfetta connotazione al personaggio.

Motorship 13/10/13 17:34 - 585 commenti

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Più dramma che commedia, anche se devo dire che i momenti divertenti non latitano. Una storia molto convincente e ben realizzata di tradimento e differenza di età con tutte le conseguenze del caso (ma qui è una, ossia il tradimento della giovanissima coniuge con un quasi coetaneo) in una grigia Milano degli anni 70 ed esattamente nelle periferie operaie. Ottimo il rendimento del cast: superbo come al solito Ugo Tognazzi, benissimo anche la giovanissima Muti in una delle sue migliori prove.
MEMORABILE: Il graduato incazzamento di Tognazzi dopo la confessione della Muti; Il megafono della fabbrica che urla "Cornuto!".

Fabbiu 1/01/14 14:16 - 2133 commenti

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La buona regia di Monicelli riesce a combinare l'amarezza della periferia, dei sacrifici operai e del loro alloggio nei palazzoni a momenti simpatici garantiti dalla naturale espressività di Tognazzi, dalle sue reazioni improvvise e dai commenti off. Anche la Muti si rivela perfettamente all'altezza del personaggio; qua e là si intravede un quasi esordiente Vitali; ben amalgamate anche le musiche nel contesto agrodolce; nel complesso un film divertente e fluido che non manca di intenerire più volte.
MEMORABILE: Placido quando gioca a carte con Tognazzi e spara un bestemmione; I sogni di Tognazzi.

Azione70 11/12/14 00:49 - 167 commenti

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Straordinaria commistione di comicità e struggente malinconia, Romanzo popolare è un affresco dell’Italia - quella vera - dei primi anni settanta. La storia del Basletti (Tognazzi) e dell'amore infelice per la bella Vincenzina (Muti) – a sua volta tormentato amore di un convincente Placido - si svolge nell'ambito dei grandi mutamenti dell'epoca ed è ben sostenuta dallo sfondo di una credibile periferia popolare, povera e squallida. Adatto il commento sonoro di Jannacci con la celebre "Vincenzina e la fabbrica". Imperdibile.
MEMORABILE: Tognazzi e la Muti che guardano la fabbrica dal tetto della loro abitazione; La Muti e Placido amanti ascoltando "Sono una donna, non sono una santa".

Gabrius79 24/09/14 16:03 - 1420 commenti

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Una storia dolce e amara che un infallibile Ugo Tognazzi riesce a rendere credibile aiutato da un'ottima sceneggiatura e dalla regia di Mario Monicelli. Anche il giovane Michele Placido è molto bravo, mentre bella e doppiata è invece Ornella Muti in un ruolo non particolarmente coinvolgente. Notevoli atmosfere anni 70 che restituiscono l'idea di un Nord nebbioso e piovoso.

Gigi66 22/11/14 10:03 - 12 commenti

I gusti di Gigi66

Meno celebrato rispetto ad altri film "maggiori" di Monicelli è, a mio avviso, uno dei suoi film migliori. Attori in stato di grazia (Tognazzi certo, ma anche un Placido mai così in parte), la Muti splendida, musica sublime (Vincenzina), scenografie da manuale, sceneggiatura calibrata al millimetro, capace di azzeccare un complicatissimo tono a metà tra melodramma e commedia. Tutto concorre a farne un capolavoro.

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Saintgifts 8/12/14 17:24 - 4098 commenti

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Rivisto oggi riesce a suscitare solo malinconia. Il dramma personale del Basletti passa in secondo piano; a emergere è un momento dell'Italia del nord, cuscinetto tra il boom economico e il lento declino che qui ci ha portato. Milano, il suo hinterland, le fabbriche, i casermoni popolari e la vita di chi dentro ci viveva, sono stati immortalati troppo bene, anche attraverso stilemi nei dialoghi diventati oltre che gergo, modus pensandi. Tognazzi è bravo e riesce a far sorridere, bene anche il resto del cast, con un Placido antipatico.

Victorvega 28/10/15 00:48 - 501 commenti

I gusti di Victorvega

Melodramma anni '70 a toni grigi abile a rappresentare l'Italia operaia dell'epoca. La storia non è originale e onestamente anticipata negli sviluppi già dalle prime scene (che anticipano il racconto della deriva del protagonista). Originale la maniera di raccontare tipo "film del film" con rewind e moviole. Il tutto è godibile anche perché emerge su tutto un Tognazzi in grande forma.

Alex75 2/11/15 09:30 - 876 commenti

I gusti di Alex75

Ritratto di una Milano operaia ormai scomparsa e riflessione sull’imbarazzo dei progressisti di fronte all’emancipazione femminile. La storia in sé sarebbe patetica e banale, ma viene salvata da un Tognazzi in stato di grazia, dal giovane e antipatico Placido e dalla presenza folkloristica di Starnazza e Beppe Viola. La Muti abbassa la media del film con un'interpretazione mediocre. Memorabile la malinconica canzone di Jannacci, che evoca nebbia e fumo di ciminiere.
MEMORABILE: La gita sulla “bretella”; “Sono una donna, non sono una santa”; La reazione di Tognazzi alla confessione della Muti.

Parsifal68 7/04/16 08:49 - 607 commenti

I gusti di Parsifal68

Un attempato operaio metalmeccanico, dopo averle fatto da padrino, sposa la figlia giovanissima di un suo amico e si trasferisce al nord. Quando la ragazza tradirà il marito, questi reagirà. Con il pretesto di un piccolo dramma della gelosia, Monicelli disegna una storia amare e grottesca che ha nello straordinario Tognazzi, con la sua parlata milanese, il suo punto di forza. E poi c'è la Muti, di una bellezza ingenua e disarmante. Ottimo Placido.
MEMORABILE: Vincenzina e la fabbrica di Jannacci, bellissima colonna sonora del film.

Rufus68 26/05/17 23:13 - 3818 commenti

I gusti di Rufus68

Quando il cinema italiano raccontava la propria epoca con la forza di un trattato sociologico e la leggerezza della commedia agrodolce. Più scorrevole che veramente profondo, in realtà, ma il finale calmo e straziante non può che attivare la nostra indulgenza. Semplicemente grandioso il casciavit Tognazzi, capace di alternare finte aperture progressiste, strafottenza retriva e lo spaesamento ridicolo della mezza età. Simpatica la Muti.

Il ferrini 23/07/17 01:52 - 2337 commenti

I gusti di Il ferrini

Altro gioiello di regia, con uso sapiente di flashback narrativi ma anche divertenti stop e rewind commentati dalla voce di un Tognazzi in grandissima forma. Monicelli stavolta racconta una storia piuttosto semplice ma nel contempo scatta una fotografia ad altissima risoluzione degli anni '70 (rammentati spesso nel film) e lo fa dirigendo impeccabilmente anche i giovani Placido e Muti (qui doppiata). Si ride di gusto, in particolare durante la confessione di Vincenzina e alcuni dialoghi sono veramente geniali. Immancabile.

Paulaster 7/11/17 11:20 - 4373 commenti

I gusti di Paulaster

Operaio milanese sposa la figlioccia diciassettenne ma con l’età cambieranno le cose. Parte iniziale come un affresco degli Anni 70 tra fabbrica, contestazione e immigrazione al nord, diviene dramma intimista della gelosia. Tognazzi superlativo per i cambi di espressione e Muti brava (anche se doppiata). Ottimi i dialoghi amicali e progressisti e la discesa verso la malinconia. Voce fuori campo e fermi immagine evitabili il più delle volte. Da ricordare la canzone di Jannacci.
MEMORABILE: "Perché non metti un bel zip?!"; Beppe Viola al cinema; "Ti cucchi il manufatto come incidente sul lavoro"; "Morto di voragine"; L’abito Facis.

Jandileida 3/04/18 07:48 - 1558 commenti

I gusti di Jandileida

Un copione che forse doveva già essere liso nel 1974, quello dell'italico dramma della gelosia, si trasforma grazie alle mani di Monicelli, la faccia di Tognazzi e la bocca di Viola e Jannacci in una piacevolissima e ritmata commedia. Soprattutto nella prima parte si ride parecchio (Tognazzi proletario bon-vivant merita da solo la visione) ed è pregevole la precisione con cui viene disegnata la Milano dei primi anni '70, tra industrializzazione e migrazioni interne. Un po' più fiacca la seconda parte, in cui non a caso si vede di più la Muti. Classico.

Faggi 5/09/18 19:38 - 1548 commenti

I gusti di Faggi

Monicelli, con padronanza dei ferri del mestiere e sensibilità visiva, dirige un incisivo meló urbano dolceamaro, dove l'umorismo e la malinconia sono sottili come lame di rasoio e dove la tristezza dal tono grottesco fa talvolta capolino. Tognazzi interpreta ispirato, precisissimo e carnale (in certi passaggi la scena è realmente solo sua); ornella Muti, bellissima, ha movenze calibrate e dedizione indiscutibile (va detto che è diretta con cognizione di causa); bravo e professionalmente malleabile Placido.

Il Dandi 7/09/18 19:15 - 1917 commenti

I gusti di Il Dandi

Lo stesso humus proletario che nei film della Wertmuller era filtrato dalla lente del grottesco Monicelli lo filma immortalando senza filtri la faccia meno nota (e più autentica) degli anni '70, quella che non era e sarebbe mai diventata oggetto di culto: l'emigrazione, la povertà, il maschilismo, l'arretratezza sociale e culturale che trasuda dall'arredamento stesso di case popolari che non sono né vere residenze né baracche, tra le cui mura non si è nemmeno brutti sporchi e cattivi ma solo sciatti, squallidi e mediocri. Non per tutti.
MEMORABILE: Il duplice rientro a casa di Tognazzi (quello immaginato in sogno e quello reale), che si disegna molto diverso dai suoi soliti cornuti.

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Magi94 24/09/19 00:37 - 942 commenti

I gusti di Magi94

Altro grande, notevole Monicelli. Ritratto molto amaro del medio proletariato milanese raccontato con ironia beffarda. Tognazzi crea ancora una volta uno dei suoi personaggi malinconici, avviato alla vecchiaia con uno spirito da sconfitto che sa ancora ridere di se stesso. Ottimo uso degli accenti italiani che non risulta per niente falso e dà anzi verità all'opera. Sembra veritiera anche la storia di gelosia "settentrionale", che per un po' regge ma va a finire come in un racconto di Pirandello. Scontato ma riuscito lo scontro nel finale.

Camibella 25/02/21 14:48 - 277 commenti

I gusti di Camibella

Metalmeccanico milanese di mezza età sposa la sua figlioccia meridionale ma tra di loro ci si mette un giovane poliziotto della celere. Dramma popolare a tinte tragicomiche, splendidamente ideato da Mario Monicelli con Age e Scarpelli, che puntano su temi classici quali il contrasto geografico nord-sud e la differenza anagrafica dei due protagonisti. Su tutto questo spicca imperiosa la prova attoriale di un superbo Tognazzi che riesce benissimo nel ruolo del milanese comunista finto permissivo. Ottimi anche la Muti e Placido, struggente la canzone "Vincenzina" di Jannacci.

Keyser3 10/10/21 19:34 - 444 commenti

I gusti di Keyser3

Riuscita commedia in salsa melodrammatica di Monicelli, con un Tognazzi alle prese con una donna, ahilui, molto più giovane, situazione che poi ritornerà pari pari, sempre con la Muti, in Primo amore. L'ambientazione milanese è particolarmente efficace e il regista si avvale di attori che giocano in casa, come Starnazza, che ha un ruolo consistente, e il compianto Pepinoeu Viola, spettacolare nel suo cameo. Jannacci tuttofare: doppia Starnazza, cura i dialoghi ed è autore del struggente motivo "Vincenzina".
MEMORABILE: Il racconto del tradimento con relative reazioni di Tognazzi.

Androv 15/05/22 10:39 - 194 commenti

I gusti di Androv

Storia di tradimento ben coreografata da Monicelli e interpretata da un Tognazzi eccelso, un Placido troppo sopra le righe, una Muti perfetta nelle espressioni e nell'aspetto, svilita dal trucco funzionale da contadinotta. Ciò che non convince è il senso dell'operazione: narrare una storia trita e ritrita di corna? Fare satira sui gusti del popolo in quanto a storie? Affrescare il sottoproletariato anni 70? Nessuna di esse è pienamente riuscita, tranne l'ultima, che potrebbe avere un senso politico, lasciando seri dubbi sul senso del progetto, che comunque si lascia guardare.
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  • Discussione Kanon • 12/10/13 11:32
    Fotocopista - 832 interventi
    Zender ebbe a dire:
    Dove hai letto questo? Manca la fonte.

    È brevemente riportato anche su Wikipedia:

    http://it.wikipedia.org/wiki/Michele_Placido#Biografia

    Lo stesso Placido ha avuto modo di parlarne in varie interviste.
  • Discussione Zender • 12/10/13 17:32
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Grazie Kanon. Purtroppo il fatto che ne abbia parlato in varie interviste non si può mettere come fonte, siamo costretti a mettere fonte precisa e rintracciabile, come wiki appunto.
  • Discussione Gugly • 12/10/13 18:33
    Portaborse - 4711 interventi
    Putroppo non ho la fonte sottomano, ma che Placido fosse nella celere tra gli anni 60 e 70 ricordo di averlo letto anche io, e proprio in dichiarazioni rilasciate dall'attore stesso.
  • Discussione B. Legnani • 4/09/16 23:10
    Pianificazione e progetti - 14939 interventi
    Markus ebbe a dire:
    Ci sarebbe la parte "meridionale" del film, che la Muti dice Pontecagnano in provincia di Salerno.

    Nello speciale è scritto Montecagnano, che non esiste.
    Pontecagnano esiste. Nel film dicono proprio con la M iniziale?
  • Discussione Markus • 5/09/16 09:53
    Scrivano - 4775 interventi
    Stasera da casa verifico e aguzzo l'orecchio, a meno che Zender aveva già appurato a suo tempo in fase di stesura dei testi.
  • Discussione Zender • 5/09/16 13:43
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Non ricordo, francamente :)
  • Musiche Lucius • 11/11/16 11:42
    Scrivano - 9063 interventi
    Direttamente dalla prestigiosa collezione Lucius, il 45 giri originale:

    Ultima modifica: 11/11/16 18:14 da Zender
  • Discussione Holzipower • 24/12/17 07:35
    Disoccupato - 12 interventi
    Confermo, ero a Venezia al festival e mi ricordo di aver conosciuto un regista che mi ha parlato di Placido poliziotto. ( io ero in servizio lì e lavoro nella p.s.)
  • Curiosità Il Dandi • 7/09/18 18:49
    Segretario - 1488 interventi
    La fabbrica dove lavora Giulio (Tognazzi) era, come già risulta nello speciale location, quella reale della Innocenti di Lambrate.

    Aggiungo che nella catena di montaggio all'epoca delle riprese si stava assemblando la Innocenti Regent, versione italiana della Austin Allegro prodotta in Italia dal 1974 al 1976 su licenza Austin, similmente a quanto già avveniva con la Mini:

  • Discussione Striscia • 8/09/22 09:02
    Galoppino - 61 interventi
    Il grande magazzino coin di piazza cinque giornate inquadrato durante l'inseguimento,è lo stesso in cui lavora Giovanni in 3 uomini e una gamba