Ottimo. Quando il famoso illusionista Duquesne muore, la figlia da lui affidata da bambina alla zia dopo la fuga della madre, torna per il testamento, scopre che dovrà abitare nella casa del defunto per sette giorni, ma cosa nasconde la tetra magione? Molto cupo, presenta la bella atmosfera inquietante dei thriller della decade alla Baby Jane, non disdegnando scherzetti alla Castle. Cast di lusso: la deliziosa Stevens, il simpatico Jones, l'ottimo Romero (doppiato da Cigoli) e la notevole Gregg. Merita.
Nel 1965 l'attore William Conrad si cimentò nella regia di ben tre thriller. Rispetto agli altri due questo mi ha convinto meno perché presenta, nella prima parte, una vena più leggera che rende inevitabili i confronti con certi film dell'altro William (Castle), il quale però la tirava meno per le lunghe. Meglio la parte conclusiva, con una buona tensione e un non disprezzabile colpo di scena. Buone fotografia e scenografia della grande villa, gli attori non demeritano ma neppure entusiasmano.
Dopo un ottimo e promettente incipit, con tanto di finte morti e ghigliottina, la storia si dilunga su altri aspetti, annacquando l'atmosfera maligna e annaspando qua e là, come per focalizzarsi su un genere piuttosto che un altro. Molto bella la dimora degli orrori dove si disvelerà il terribile segreto che condurrà però a un finale altamente telefonato. Occasione sprecata, si poteva fare molto di meglio.
Alla sua morte, un illusionista un tempo famoso lascia tutti i suoi averi alla figlia che non vedeva da vent'anni, a patto che lei trascorra almeno sette notti consecutive nella lussuosa villa ricevuta in eredità... E' proprio la villa, ricca di trabocchetti e nascondigli, a focalizzare l'interesse in questo thriller prevedibile nel colpo di scena finale ma reso gradevole, oltre che dall'elegante ambientazione, dal cast in cui, accanto agli spigliati Stevens e Jones, Romero offre una prova gustosa e perfettamente nelle sue corde.
Gradevole misto tra giallo e horror, con una spruzzata di innocente ironia che non guasta (i tiri mancini alla nuova governante) e rende il tutto meno antico del previsto. Qualche lungaggine nella parte centrale ma la pellicola è godibile, ravvivata dalle performance leggere della Stevens e di Jones e dalla partecipazione di un Romero teatraleggiante. La regia regala anche qualche momento di autentica tensione, soprattutto nella parte finale. Buono.
Un noto illusionista deceduto (o forse no?) lancia l'ultima sfida con il numero della resurrezione. Una villa piena di trabocchetti macabri come nella casa dei fantasmi di un luna park, mistero e inquietudine, ma anche leggerezza, follia, humour nero, giallo e romanticismo. Una pozione magica condita con tutti gli ingredienti che la rendano potabile a ogni tipo di pubblico. Complessivamente, il difficile intento di amalgamare i diversi sapori risulta riuscito, anche se appare davvero troppo annacquante la parentesi rosa che stacca troppo a lungo la spina della tensione.
Lo spunto iniziale (causa eredità una donna, per intascare il malloppo, deve trascorrere sette notti in una casa "particolare"), per quanto già all'epoca non nuovo, è di quelli che avrebbero potuto divertire e non poco. E, infatti, l'incipit è buono e gustoso. Peccato che la sceneggiatura si concentri troppo, forse per allungare il brodo, su scherzetti, beghe sentimentali e quant'altro. Il risultato è che la tensione è troppo discontinua, anzi è spesso assente. Ed anche il colpo di scena, prevedibilissimo, è a dir poco deludente.
Dopo un inizio decisamente promettente, la pellicola si trascina (a tratti stancamente) verso un finale in verità non privo di colpi di scena (per tutto il tempo lo spettatore non fa che domandarsi se l'intreccio prevede inserti sovrannaturali o c'è dietro una miserabile truffa ai danni dell'ingenua protagonista): peccato, visto che alcune sequenze sono in effetti macabre e/o grottesche (i lamenti su giradischi, la testa mozzata, la locanda con l'oste nano) e i personaggi intriganti (l'ex bimba traumatizzata, il giornalista truffaldino, la balia devota, il prestigiatore ambizioso).